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Autore: veronica85    14/09/2018    8 recensioni
Cosa succede quando una bambina curiosa fruga fra le cose dei propri genitori? Un pomeriggio particolare che vedrà coinvolte la piccola Victoria, Lucy e Anastasia in un viaggio nei ricordi.
Terza classificata al contest "Foto Ricordo" indetto da Fiore di Cenere sul forum di EFP.
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Henry Mills, Ivy Belfrey/Drizella Tremaine, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dunque, dunque, ecco il secondo capitolo! Qui verrà raccontata la storia della foto, anche se forse, dalle informazioni che ho messo nel capitolo precedente e nello schema della storia si è già capito tutto, per cui, evito di chiacchierare ancora e vi lascio alla lettura. Fatemi sapere cosa ne pensate!
 
«Sai, tesoro, per organizzare un matrimonio bisogna tenere conto di un sacco di cose. Se poi lo sposo è il figlio della Regina dei Reami Uniti, deve essere tutto più che perfetto. E il giorno del matrimonio dei tuoi genitori non iniziò esattamente come tutti ci aspettavamo…»
«Beh, certo, se la sposa ha la brillante idea di farsi venire i complessi quattro ore prima del matrimonio…» borbottò Lucy a voce sufficientemente alta perché la zia e la cugina la sentissero.
«Vuoi finirla di tirare fuori questa storia?» sbottò Anastasia incrociando le braccia sotto il seno. «Guarda che è stata soprattutto colpa tua e di Ella se lei era così insicura!»
«Sì, certo, come no… guarda caso era sempre colpa di qualcun altro: prima della nonna, poi di Gothel, poi mia e della mamma…. Ok, ok, scusa, come non detto, la smetto, giuro. Lo so che non posso nemmeno immaginare quello che ha provato lei durante tutti quegli anni, però… che ci posso fare? È più forte di me…»
Anastasia sospirò, decidendo di non ribattere: non era né il momento né il luogo giusto per certi argomenti. E poi, a volte le capitava di pensare che in effetti, se non avesse conosciuto tutta la storia, anche lei avrebbe condiviso il punto di vista di Lucy. Ma questo non l’avrebbe mai ammesso, avrebbe continuato a difendere sua sorella finché avesse avuto fiato in corpo.
«Colpa di cosa? Colpa di cosa? Zia Ana, colpa di cosa?» saltò su Victoria impaziente: lei voleva sentire la storia di mamma e papà!
Anastasia trattenne un ringhio: perché diavolo Lucy doveva essere così inopportuna? Come avrebbe potuto uscirne, ora?
Prima che potesse anche solo aprire bocca, intervenne proprio quest’ultima a trarla d’impaccio: «Di non aver avuto fiducia, tesoro. Vedi, il giorno del matrimonio dei tuoi genitori mentre io e zia Ella ci stavamo cambiando arrivò zia Ana: aveva il fiatone ed era tutta spettinata. Quando le abbiamo chiesto cos’era successo ci ha detto che non trovava più la tua mamma»
«Già» borbottò Anastasia, ancora contrariata, nonostante fossero ormai trascorsi otto anni da quel giorno «una delle cameriere è venuta a svegliarmi dicendomi che mia sorella non era nel suo letto e non si trovava. Abbiamo girato tutta la casa e i giardini ma di tua madre non c’era traccia. Così ho pensato di sentire se per caso Lucy ed Ella l’avessero vista, ma mi hanno risposto di no…»
«Figurati!» borbottò Lucy, ricordando «avevamo già abbastanza da fare così, senza dover stare anche dietro a lei. Mamma si era rassegnata da tempo, avevamo capito che, in fondo, lei e papà avevano avuto troppa fretta e che lui e zia Drizy erano sinceramente innamorati. E alla fine, anche mamma trovò il suo Vero Amore, proprio il giorno del matrimonio… ma questo non ci interessa, stavamo parlando di quella foto, se non sbaglio. A proposito… alla fine l’hai trovata, poi, no? Non mi hai mai detto dove fosse finita.»
Anastasia si morse un labbro, ricordando quel momento. «Era alla tomba di mamma e papà, aveva avuto un momento di sconforto: le era venuto in mente che papà non avrebbe potuto accompagnarla all’altare o anche solo vederla. E neanche mamma Cecelia e la mamma. Infatti, alla fine lo chiese a me, ti ricordi? Mi sono sentita un po’ in imbarazzo, però è stato davvero un bel momento. E Henry non aveva smesso di guardarla per tutto il tempo, come fosse la persona più importante del mondo» continuò sognante, la mente di nuovo a quel giorno che per sua sorella era stato così speciale.
«Chi è mamma Cecelia, zia Ana?» intervenne la piccola Victoria, stanca di essere ignorata: insomma! Le voleva sentire la storia, non voleva che Lucy e zia Ana si mettessero a parlare da sole!
Anastasia si interruppe: caspita! E adesso, cos’avrebbe potuto raccontarle? Victoria non conosceva ancora del tutto la loro storia, era troppo complicata e tutti avevano convenuto che la bambina fosse troppo piccola per poter capire preferendo posticipare quel discorso di qualche anno ancora. Cavolo! Sua sorella sarebbe stata furiosa!
Si morse un labbro e si prese qualche minuto prima di trovare una risposta accettabile. «Mamma Cecilia era la mamma di zia Ella, piccola. Sai, per… un periodo…. Lungo… nonna Rapunzel fu tenuta prigioniera… in una torre. Come le principesse di cui scrive il tuo papà. E nonno Marcus conobbe la nonna di Lucy e nacque zia Ella, che diventò la nostra sorellina.» Ok, non era andata proprio in quel modo, ammise a se stessa Anastasia, notando l’occhiataccia che le aveva rivolto Lucy… ma doveva davvero raccontare a una bambina di cinque anni una storia così complicata? Non le sembrava proprio il caso. Sollevò appena le spalle in una muta richiesta alla nipote più grande che, per tutta risposta, si limitò a sospirare e a scuotere la testa.
«Discorsi tristi a parte… poi Drizella si è ripresa, giusto? In questa foto si vede che sprizza gioia da tutti i pori…» tentò Lucy, nella speranza di sdrammatizzare quel momento che rischiava di diventare pesante.
Per sua fortuna, Anastasia l’assecondò. «Sì, è vero, è stato un giorno davvero felice. E Drizy non fingeva mentre sorrideva ai fotografi. Sai, mi ha raccontato che, arrivata all’altare, dopo che Henry le ha preso la mano le è passata l’agitazione e si è rilassata completamente. E quando hanno chiamato tutti a fare le foto ha avuto la sensazione che tutto fosse andato magicamente a posto». Perché lei ed Henry si amavano sinceramente e profondamente, si erano trovati e quel giorno, per entrambi, non era stato altro che il coronamento di un sogno, da sempre ritenuto irrealizzabile.
«Visto che oggi è il giorno delle confessioni, beccatevi anche questa:» intervenne Lucy distogliendo Anastasia dai suoi pensieri «quando li ho visti scambiarsi le promesse al cospetto della nonna e dei bisnonni mi è scesa una lacrima. Credo che sia stato quello il momento in cui ho fatto pace con questo matrimonio e cominciato ad accettare che zia Drizy fosse la moglie di papà.»
«Sai qual è stato il mio momento preferito?» intervenne Anastasia «Quando Regina li ha letteralmente avvolti di luce bianca per benedirli alla fine del matrimonio. Mi aveva fatto vedere quell’incantesimo diverse volte e aveva cominciato ad insegnarmelo, quindi mi aspettavo qualcosa ma… non avrei mai immaginato che splendessero così è stato… spettacolare!»
«È vero, è stato fantastico. Chissà se sarà così bello anche quando ci sposeremo noi… lo spero tanto».
«Comunque, abbiamo di nuovo divagato, Luce, se continuiamo così non finiamo neanche per domani» commentò Anastasia scuotendo la testa «Avevamo detto che le avremmo raccontato la storia di questa foto…. Eccola. Finita la cerimonia siamo andati tutti nel giardino del palazzo di nonna Regina, dove i camerieri avevano preparato un sacco di cose buone. I tuoi genitori si sono seduti ad un tavolo speciale solo per loro poi hanno cominciato a fare tante foto con gli invitati. È stato un bel momento, ma anche triste: di tutti i tuoi nonni, solo nonna Emma, nonna Regina e nonno Killian hanno potuto vedere il matrimonio di Henry e Drizella.» Anastasia si interruppe mentre le sue labbra tremavano a quel ricordo e al pensiero di ciò che sottintendeva. «Alla tua mamma sono mancati moltissimo nonno Marcus, nonna Cecelia e nonna Rapunzel: quando nessuno si è messo dietro di lei ho avuto paura che diventasse triste di nuovo. E forse per un attimo è successo. Poi è arrivata zia Ella, le ha messo una mano sulla spalla e le ha detto “loro sarebbero orgogliosi” e la tua mamma ha sorriso di nuovo. Per fortuna, il fotografo ha scelto proprio quel momento per scattare perché, vedi? Avevano tutti un sorriso bellissimo». A quel ricordo, anche sul volto di Anastasia si stampò un sorriso gentile e malinconico: la ragazza non l’avrebbe mai ammesso, ma era ancora un po’ doloroso rievocare quei ricordi.
Per fortuna, la voce di Lucy le impedì nuovamente di farsi prendere dalla malinconia.
«Ti sei dimenticata di nonno Neal e nonno Robin. E anche di nonna Belle e nonno Rumple. Nemmeno loro hanno fatto in tempo a vedere papà sposare il suo Vero Amore. Però» Lucy si interruppe mentre un sorriso le affiorava alle labbra a quel ricordo «la tua mamma e il tuo papà avevano lasciato dei posti vuoti in chiesa e al ristorante per ricordarli. In prima fila in particolare li avevano riservati a nonna Rapunzel, nonno Rumple, nonno Robin e nonno Neal, perché loro sono stati dei veri eroi, sai? Loro sono morti per permettere alla tua mamma, a nonna Regina, nonna Emma e nonno Killian di vivere.»
«Ma… ma perché dovevano morire per forza? Non potevano restare tutti vivi? Non avevano la magia come nonna Regina?» interloquì la bambina confusa.
Anastasia sospirò, carezzandole delicatamente i capelli «Sono certa che loro sarebbero rimasti vivi se avessero potuto scegliere, cucciola. Ma a volte non si può. Ma sai una cosa? Loro vivono grazie a noi. Anche grazie a te, tesoro: tu hai il nome di due delle tue nonne. Victoria, che era il nome di nonna Rapunzel quando siamo venuti a vivere qui e Belle, la nonna di papà, un’altra persona molto coraggiosa.»
«Quindi diventerò coraggiosa anch’io, zia Ana?» intervenne la bambina, affascinata da quella storia.
Anastasia le sorrise gentilmente, carezzandole i capelli. «Sono sicura di sì. Ma è ancora presto per pensare a queste cose. Per il momento basterà che tu faccia la brava bambina e che ascolti gli altri quando ti dicono qualcosa. Poi, quando sarai più grande, io e la nonna ti aiuteremo ad usare i tuoi poteri. Che ne dici?»
Anastasia non ebbe mai la risposta a quella domanda: Victoria era scattata in piedi correndo in una precisa direzione e gridando a pieni polmoni «Mamma, mamma! Papà!»
Lucy non ebbe neanche bisogno di girarsi per sapere che suo padre e sua zia erano appena tornati. Lentamente si alzò raggiungendoli a sua volta, seguita da Anastasia.
«Ciao, ragazze.» le salutò Drizella, mentre Henry tentava di impedire a Victoria di cadere a terra «Vi ha fatte disperare?» si informò accennando alla bambina.
Anastasia scosse la testa, imitata da Lucy. «Non più del solito. Ha trovato questa» continuò, mostrando alla sorella la foto che teneva ancora tra le mani «così ci siamo messe qui a raccontarle del giorno del vostro matrimonio»
Drizella sorrise, prendendo delicatamente la foto con una mano. «Mi ricordo ogni minuto di quel giorno, sembra ieri… e invece sono già passati otto anni!»
«E io non cambierei un singolo giorno» le mormorò all’orecchio Henry, passandole il braccio libero dietro la schiena. La donna sorrise, appoggiando la testa sulla sua spalla e chiudendo gli occhi per pochi secondi: da quanto non assaporava un momento così perfetto? Negli ultimi tempi lei e Henry erano stati presi da tanti di quegli impegni che non avevano quasi avuto il tempo di respirare, e meno ancora di godersi la loro bambina. Ma avevano finito di discuterne proprio qualche istante prima e si erano detti intenzionati a rimediare. Senza bisogno di dirselo, entrambi capirono che non avrebbero più avuto un’occasione tanto perfetta.
«Senti un po’, signorina, che ne dici se adesso rientriamo e poi, dopo cena, vieni nel lettone con mamma e papà? Così ti raccontiamo la storia del matrimonio». La proposta venne da Henry, ma Drizella non ci trovò nulla da ridire: sentiva anche lei il bisogno di un momento da sola con suo marito e la sua bambina
La reazione di Victoria non si fece attendere: buttò le braccia al collo del padre, lanciando un acuto strillo gioioso.
«Immagino che sia un sì.» ridacchiò lady Mills scuotendo la testa. «Prima però, tesoro, noi dobbiamo andare a parlare con la nonna. Voi due che fate, venite?» concluse, rivolta alla sorella e alla nipote.
«No, grazie, io credo che farò un salto nelle scuderie» rispose Lucy, defilandosi.
«Io… vengo tra un momento, voi cominciate ad andare» glissò Anastasia, tornando a sedersi al suo posto. Pochi istanti dopo era rimasta di nuovo sola a osservare la sua famiglia attraversare il giardino, ognuno diretto alla propria meta. Ne avevano passate tante e avevano dovuto combattere e perdere molte battaglie, ma non avrebbe cambiato quello che avevano con nient’altro al mondo. E mentre il sole cominciava a calare su quella reggia nascosta in un angolo del Maine, Anastasia Tremaine non poté fare a meno di chiedersi quali nuove sfide li attendessero di lì in avanti.
Una cosa era certa: le avrebbero affrontate uniti come la famiglia che finalmente erano, tentando di eguagliare il coraggio di chi li aveva preceduti e che aveva combattuto tanto duramente solo per assicurarsi di lasciare loro un mondo migliore.
 
Eeeeeee…. Fine! Questa è finita! Ma questo non vuol dire che vi libererete di me! Devo finire ancora di aggiornare la long e ho una sfilza di altre idee su questi due che mi basteranno per tutto l’anno prossimo e oltre. Per cui… a presto! E mi raccomando, non dimenticatevi di farmi sapere cosa ve ne pare!!!
   
 
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