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Autore: Cai_97    15/09/2018    0 recensioni
"La strada è stretta. Si estende in altezza, imbottiglia tra le sue abitazioni rosso pomerano. Il pavimento lastricato mi accompagna mentre lentamente mi accingo a raggiungere la macelleria. E' un'umida giornata di Dicembre, il vento mi accarezza il viso con prepotenza, mi sfiora e non curante se ne va. Ho indossato la sciarpa per evitare il raffreddore, il naso rosso testimonia il fallimento.
Un temporale si è riversato su Bologna per tutta la giornata, ed ora al crepuscolo il cielo sembra aver esaurito la sua scorta d'acqua. Resta solo una pioggerellina leggera.
Accelero il passo, allungo il braccio per far uscire l'orologio dalla giacca e gli lancio una svelta occhiata, poi sbuffo rilasciando una nuvola di vapore."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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14/09/18

La strada è stretta. Si estende in altezza, imbottiglia tra le sue abitazioni rosso pomerano. Il pavimento lastricato mi accompagna mentre lentamente mi accingo a raggiungere la macelleria. E' un'umida giornata di Dicembre, il vento mi accarezza il viso con prepotenza, mi sfiora e non curante se ne va. Ho indossato la sciarpa per evitare il raffreddore, il naso rosso ne testimonia il fallimento.
Un temporale si è riversato su Bologna per tutta la giornata, ed ora al crepuscolo il cielo sembra aver esaurito la sua scorta d'acqua. Resta solo una pioggerellina leggera.
Accelero il passo, allungo il braccio per far uscire l'orologio dalla giacca e gli lancio una svelta occhiata, poi sbuffo rilasciando una nuvola di vapore.
L'unica fortuna è che il freddo ha fatto rintanare in casa i Bolognesi e rifugiare in hotel o ristoranti i turisti. E' ancora presto per le folle alla disperata ricerca degli ultimi regali di Natale.

A qualche metro da me un anziano signore porta a passeggio il suo altrettanto anziano cane. Lo guardo e non posso che immaginarmi la sua vita. Mi chiedo chi sia, che lavoro abbia fatto, da dove venga, e quanto resterà ancora con noi.
Mi chiedo se è vero che a quell'età si raggiunga una sorta di rassegnazione simile alla pace. Mi guarda torvo. Mi chiedo se sia stato felice abbastanza.
A parte quest'uomo, nessuno.
Mi godo la solitaria compagnia di una città di cui sono ospite, con il sottofondo delle gocce che cadono e dei chiacchiericci provenienti dell'osteria poco più avanti.

Il debole viola del cielo inizia a sfumare, iniziando a tingersi di blu mentre le nuvole si diradano.
E' raro un tramonto del genere a Dicembre, e qui è rara quest'umidità, che a me piace. Mi ricorda casa. E consapevole di non esserci mi fa sentire nel posto giusto.
Nel mentre ho raggiunto l'osteria. La classica tendina a righe verticali rosse e giallo seppia ne scherma parzialmente l'interno separandomi dai clienti che felici sento ridere, e dal torpore che li culla mentre mangiano, o aspettano di farlo.

Una moto sgasa in lontananza. Mi ridesto, il peso che mi porto dietro da un paio di settimane torna a materializzarsi e a pesare sulle mie spalle. L'inquietudine sul cuore.
Mi incammino irrequieta, come se mi fossi appena svegliata.
La sensazione è quella che si ha al cinema alla fine di un film che ha alleggerito l'anima ma che si era andati a vedere solamente per scappare dalla realtà che ci opprime e sopprime.
Aumento e allungo il passo, quasi corro, inspirando profondamente ma respirando a stento.
L'aria invernale mi entra nei polmoni. Cammino finché non vedo l'insegna della macelleria.
Mi blocco per un attimo, prendo un respiro profondo e con decisione mi dirigo verso il negozio.
Entro, e il fastidioso campanello attaccato alla porta annuncia il mio arrivo, a tutti. Alzo lo sguardo, e nel medesimo istante lui alza il suo. Non mi guarda ma mi ha visto.
Sta servendo una signora dai capelli biondo ramato. Ha la classica acconciatura che hanno le signore anziane. E' come un rito di passaggio dalla mezza età alla terza. Senza quella non puoi entrare nel club.
Sorrido ad occhi bassi. Colta in fallo.
La sua voce mi distrae, mi estranea. Niente di nuovo, non saremmo qui.
Parla con la pacatezza che lo (contrad)distingue; distanzia e unisce a me.
La signora ringrazia, lui le fa cenno con la testa, si salutano, lei esce.
Lo guardo, mi guarda.
Bastasse questo... Il silenzio è importante ma le parole per quanto imprecise e fallaci lo sono altrettanto. Distinguere il quando serve cosa, questo è il segreto. Bastasse questo...

   
 
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