Sono le tredici.
A casa Froze c'è movimento.
Sono giunti fin lì i Bjorgmann,
venuti a conoscenza della permanenza del figlio a casa di Anna.
È stato Kristoff
stesso a dare comunicazione alla madre del trasferimento momentaneo a
casa degli
ex suoceri.
Caroline esige spiegazioni da parte
del primogenito, il quale
le racconta delle costrizioni imposte da Hans e sua cugina. Chiede a
tutti
scusa e viene subito perdonato dai gemelli, entusiasti di rivederlo
dopo troppi
mesi di assenza.
Idunn rende partecipe la sua ospite,
proponendole - “Ti va di
aiutarmi con la copertina di lana per Fate? La sto cucendo da una
settimana
ormai. Sto a buon punto. Potresti realizzare i disegni con del filo
colorato.
Kristoff mi ha detto che sei abile in questo campo”
La signora Bjorgman accetta, felice e
così, accesa la tv per
ascoltare il solito notiziario delle quattordici, le due si dedicano al
cucito
e alle chiacchiere tipicamente femminili.
Elsa è al telefono con Jack
quando nota sullo schermo l’immagine
di Victoria.
“Alzate il volume”
- grida alla madre.
La donna sobbalza sentendo le urla
della ragazza. Quando
sposta lo sguardo sul televisore rimane di sasso.
“Oddio! Non ci
credo” - esclama scioccata.
“Perché state
urlando così?”-
Kris le raggiunge in salotto, dopo aver servito ai
fratellini il pranzo
a tavola.
“Ascoltiamo!” -
aggiunge la padrona di casa.
“La polizia di
Arendelle ha arrestato alle dieci e mezzo
di questa mattina un clan criminale che lavorava in gran segreto,
agendo con
truffe, minacce, rapine, addirittura imbrogli finanziari. Il tutto era
gestito
da una donna nota per l'appartenenza ad una famiglia altolocata.
Il suo nome è
Queen Westergard. A smascherare i suoi
intrighi, è la figlia Victoria, importante signora di villa
Westergard, nipote
del ricco e defunto proprietario dei cantieri navali. Un colpo grosso
che ha
finalmente riportato serenità nella nostra amata
città e nelle vite dei
negozianti locali”
“Deve essere la persona di
cui ci parlò Anna! Se è stata
proprio Victoria a metterla nei guai, forse siamo riuscite a liberarci
di quei
maledetti ricconi” - esulta Elsa.
“Chiamo subito tua sorella!
Saprà dirci meglio” - Idunn
afferra il telefono e compone il numero della secondogenita.
Però la ragazza non
risponde, mettendo in allerta tutti.
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Hans è ai cantieri quando
vede dei poliziotti presentarsi nel
suo ufficio.
“Cosa succede? Qualche
problema agente?” - domanda all'uomo
in divisa.
“Deve seguirci in
commissariato” - gli ordina.
“Come? Io sto lavorando.
Cosa volete da me?” - l'imprenditore
è scioccato.
“Non ha sentito la
radio?” - domanda lo sbirro più giovane.
“Non vedete che sono
indaffarato. Non ho tempo di sentire o
vedere nulla” - commenta, notando però l'estrema
serietà di quei due. Comincia
a spaventarsi davvero, immaginando il peggio.
“Si può sapere
cosa è accaduto? Per caso la mia famiglia ha
qualche problema? C'è stato qualche furto in casa
mia?”
“Ci risparmi questa messa in
scena da uomo preoccupato per
atti vandalici se lei è il primo a guadagnare
sporco” - commenta l'altro
poliziotto.
“Come scusi? Io? Voi siete
pazzi. Chi vi dice tali assurdità”
- esclama esterrefatto Hans.
“Ci segua e
capirà tutto” - a quel punto i due uomini in
divisa esigono che l'imprenditore lasci l'ufficio per eseguire il loro
ordine.
Westergard, confuso e agitato, sale
sulla loro autovettura e
riceve la notizia eclatante.
“Le anticipo di chiamare un
avvocato, le servirà”
“Un avvocato? Io non ho
fatto niente, ci sarà qualche
equivoco” - si difende il giovane.
“Se si tratta di un equivoco
lo verificheremo solo in
presenza del commissario. La donna che è stata arrestata
stamane ha fatto il
suo nome. Ha coinvolto in questa brutta storia sia lei e che sua
cugina” - gli
comunica.
Hans impallidisce sentendo tali
affermazioni.
“Quale donna?”
– chiede, preoccupato dalla risposta.
“Queen Westergard, sua
zia” – risponde l’agente. Notando lo
shock del giovane, l’uomo in divisa aggiunge - “Mi
sembra impietrito per cui le
darò spiegazioni più precise. Victoria Westergard
ha denunciato il clan
criminale che manipolava mezza città e la leader di questa
banda ha messo in
mezzo voi due, trascinandovi in un inferno giudiziario. Contento
adesso? Le
ripeto di chiamare il suo avvocato. Si rischia grosso ad andare
incontro a
lenti e difficili processi”
Durante i minuti rimanenti che
separano l'auto dalla centrale
di polizia, il ricco proprietario navale rimane in silenzio. Non sa
comprendere
i motivi che hanno spinto Vicky a rivelare i loro imbrogli.
Ed una volta condotto nell'ufficio
vuoto del commissario,
afferra il cellulare e compone un numero.
“Grazie per avermi rovinato
la vita, cara cugina” - sono le
prime parole che rivolge alla parente.
“Mi dispiace, Hans. Dovevo
farlo, altrimenti ti avrebbero
schiacciato” - rivela lei.
“Che? Cosa cazzo stai
dicendo?”
“Sono con l'avvocato. Stiamo
arrivando lì. Ti spiegherò ogni
cosa.” - conclude in maniera sbrigativa.
Ha appena mandato in crisi
più totale il consanguineo.
E' panico totale per il ragazzo.
Ma ecco che qualcosa di ancora
più sbalorditivo sta per
accadere.
Nota una fotografia sulla scrivania
dell'assente ispettore di
polizia.
Prende in mano la cornice e squadra
per bene il soggetto
principale. Lui conosce bene quella persona.
“Non ci credo” -
esclama ad occhi sgranati.
“Puoi dirlo forte caro
Westergard” - commenta il commissario
alle sue spalle.
Il suono è familiare alle
orecchie di Hans che ha capito di
essere spacciato.
Si volta lentamente e posa lo sguardo
su una donna.
“Grace Smith, e
così sei tu il commissario di polizia di
Arendelle?” - domanda incredulo e agitato.
“Sfortunatamente per te
sì” - commenta lei, felice del ruolo
di comando.
Siede alla sua poltrona e aggiunge -
“Non mi sarei mai
aspettata di trovarti qui, un giorno, succube delle mie decisioni. Chi
l'avrebbe mai detto! Tu illudi me e distruggi la mia vita ed ora io
potrei
agire allo stesso modo” - ridacchia lei.
“Ascolta Gracy, sono
cambiato da allora. Non sono più quel
tipo di uomo...” - cerca di discolparsi, intuendo che la
persona lì presente ha
chiaramente voglia di metterlo nei guai.
“Zitto e non chiamarmi
Gracy” - si altera lei, alzando la
voce. Si ricompone e aggiunge - “Per te sono il commissario
Smith. Niente
nomignoli. Dici di essere diverso? Beh sappi che lo stesso vale per me!
Ho
detto addio alla sciocca e ingenua fanciulla che si è
concessa a te perché ti
credeva sincero ed innamorato”
“Non credevo potessi
portarmi tanto rancore”-
aggiunge dispiaciuto l'imprenditore.
A quel punto Grace perde le staffe.
“Credi sia stato facile per
me ricominciare ad amare dopo la
pugnalata alle spalle che mi hai dato? Hai illuso la sottoscritta per
otto mesi
e nello stesso tempo andavi anche a letto non con una qualsiasi, ma con
mia
madre! Sei e rimarrai una merda di uomo, Hans Westergard”
Di fronte a tali parole, il giovane
è di sasso. Sente la sua
coscienza ripetergli -
“Vergona...verogna...vergogna”
Si limita a risponderle
così - “Mi dispiace. Ero uno stronzo.
Ora non più”
“Non mi interessa come sei
oggi. Sarò anche una donna ferita
e umiliata...però non mi abbasserei mai a tanto. Rivesto un
ruolo importante del
quale non approfitterei mai, a differenza tua!” - sostiene
poi, riprendendosi
dalla rabbia.
“Avevi detto
che...?” - Hans è stupito. Gli è
sembrato di
aver capito che Grace volesse vendicarsi sbattendolo in galera senza
sentire
neppure le sue ragioni.
Invece la Smith aveva unicamente
l'intenzione di spaventarlo
e farlo sentire una nullità.
“Credi che tutti siano
maligni come te? Ti sbagli. Avrei
voluto tanto chiuderti in carcere e gettare via le chiavi.
Però io ho una
coscienza che mi ricorda di tenere da parte l'orgoglio e svolgere il
mio lavoro
nella correttezza”
“Grazie” -
risponde lui, tirando un sospiro di sollievo.
“Non ringraziarmi. Non
è detto che tu sia innocente e che io
ti eviti la prigione” - replica lei, afferrando una sigaretta
dal taschino della
sua giacca nera.
Si avvicina alla finestra aperta e
comincia a fumare.
“Vedo che il vizio non ti
è passato” - commenta Hans,
cercando un modo di riallacciare rapporti e dare inizio ad una
conversazione
più serena.
Quella frase sembra toccare la donna
che senza volerlo
accenna un sorriso.
“Mi sembra un buon segno
questo” - pensa il ragazzo, e le si
avvicina. Finalmente si pone davanti a lei, guardandola dritta negli
occhi.
In quei minuti la Smith, infatti, ha
evitato di incrociare lo
sguardo del suo ex.
Rimangono in silenzio a fissarsi per
alcuni istanti.
Quando Grace comincia a sentire le
gote in fiamme e Hans
avverte il cuore esplodergli dal petto, il contatto visivo viene
interrotto da
entrambi.
Lei torna alla sua sigaretta e
Westergard riprende posto alla
scrivania.
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C'è agitazione a casa Froze
dopo aver sentito il notiziario.
Elsa ancora cerca di contattare Anna e
la mancanza di
risposta della sorella preoccupa tutti.
“Se l'hanno messa in mezzo a
questa vicenda? Magari ora ha
bisogno d'aiuto” - si allarma Idunn.
“Io vado alla villa! Almeno
controllo se è lì” - aggiunge
Kristoff, deciso a mostrarsi a chi lo ha minacciato di dover rimanere
lontano
da Arendelle.
“No, non puoi figliolo. Se
ti accadesse qualcosa non lo
sopporterei” - lo trattiene Caroline.
Passano altri minuti nel totale panico
ed ecco che il suono
del citofono pone tutti in allerta.
Agnarr, rincasato poco prima,
consiglia ai presenti di
mantenere la calma. Si avvicina alla porta e sporge
la testa per controllare, lui in
primis, la situazione.
“Allora? Chi è?
Caro, apri questa benedetta porta” - la
signora di casa non sopporta quella tensione.
Ma il sorriso del marito è
un ottimo segnale.
“Guardate chi è
tornato”-
esclama lui, spalancando l'uscio e mostrando al gruppo una
donna con
delle valigie e una pargola nella carrozzina.
“ANNA” - esclamano
tutti in coro, correndole incontro.
Bjorgman è il primo ad
afferrarla e a riempirla di baci.
“Ehm, vorremmo salutare
anche noi nostra figlia” - commenta
papà Agnarr.
Quei focosi gesti e la reazione da
genitore geloso del
capofamiglia crea ilarità.
“Ops”- si scusa
poi Kristoff, arrossendo imbarazzatissimo.
Dopo i vari abbracci e le coccole
infinite dei gemelli, la
diciannovenne racconta ogni particolare della storia ai suoi parenti. A
partire
dal chiarimento con Victoria fino alla confessione di quest'ultima e i
momenti
successivi.
“Quando siamo tornate alla
villa, Vicky ha contattato un
avvocato. Non appena l'uomo è arrivato, hanno raggiunto la
centrale di polizia.
Hans è stato prelevato dalla polizia e non era al corrente
di nulla. Vorrei
dare loro una mano a venirne fuori. Non hanno colpe,
dopotutto” - spiega Anna.
“Su questo non esserne
totalmente certa. Avranno agito per
conto di un clan, vuol dire che erano d'accordo nelle scelte del
leader” -
commenta Bjorgman.
“Lo so. Però
penso che abbiano già pagato abbastanza negli
anni. Hanno perduto i parenti, sono rimasti soli senza nessuno che li
amasse
davvero. Non hanno provato sentimenti sinceri e puliti.
Perciò a me non importa
più del passato. Voglio dimenticare e ricominciare una vita
felice. Se, per
ottenere ciò, è necessario liberarsi dal rancore
e dai brutti ricordi, sono
pronta a farlo” - aggiunge ancora la Froze, sotto lo sguardo
meravigliato ma
anche fiero dei genitori.
Agnarr infatti commenta -
“Abbiamo messo al mondo due figlie
stupende, tesoro”
Idunn annuisce, commossa, stringendosi
al suo uomo.
Arriva rapida anche l'ora di cena.
La seconda dei Froze continua a
messaggiare con Victoria per
avere aggiornamenti e sono le diciannove circa quando la Westergard le
scrive -
“Stiamo rincasando. Credevo che Hans uscisse da lì
disperato, invece è
tranquillo e ti confesso che mi sembra diverso dal solito”
Chissà cosa sta accadendo
nella testa del bell'imprenditore?
Magari nulla.
O magari è il suo cuore ad
essersi sciolto dopo anni di gelo
e odio.
Forse, per la prima volta nella vita,
il sentimento che sta
nutrendo e che lo sta scaldando è positivo e speciale.
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“Domattina andrò
alla villa. Voglio parlare con Hans. Porto
anche Fate con me, così trascorrerà del tempo con
suo padre” - comunica Anna a
Kristoff, sedendosi sul divano accanto a lui.
Si accoccola al suo petto e si
rilassa. - “Quanto ho
aspettato di poter trascorrere una serata come questa” -
sostiene poi.
“E' tardi. Forse dovresti
andare a letto, amore” - risponde
lui - “Ed io torno a casa che mia madre non vede l'ora di
stare di nuovo in
compagnia del suo figliolo”
“Caroline poco fa, andando
via, ha precisato “Trascorrete una
bella serata”. Perciò voleva che tu rimanessi con
me” - lo trattiene Anna,
baciandolo dolcemente sul collo.
Tale gesto imbarazza Bjorgman che
cambia colore.
“Sei diventato
rosso” - lo prende in giro la Froze - “E' la
mia presenza che ti crea questo effetto?”
“Ehm...Anna. Forse
è bene che ci allontaniamo almeno di
qualche metro. Non rispondo di me, altrimenti” - spiega,
alzandosi dal divano
rapidamente.
“Kris, tutto
bene?” - chiede lei.
“Si certo. Ora
però è meglio andare via” - risponde
afferrando la giacca, appoggiata su una sedia.
“Aspetta” - gli va
incontro la giovane. Lo fissa, in
silenzio, per qualche secondo.
Poi inizia a baciarlo.
“Anna... che stai
facendo?” - chiede Kristoff, staccandosi da
lei, data la notevole focosità.
“Voglio vivere questa
esperienza con te. Ho atteso tanto
questo momento” – inizia a sbottonare la camicetta
del suo compagno.
“Non vorrei fossi forzata
dal fatto che, avendo già fatto
sesso con Hans, dovessi farlo automaticamente con me” -
spiega il biondo, bloccandola
dal togliergli l’indumento.
“Hai detto bene. Con Hans
è stato sesso. La mia prima volta,
quella dove faccio l'amore vero con qualcuno, la desidero unicamente
con te” – afferma
sorridente Anna.
Sentirla parlare così basta
a Kristoff per riprendere lì dove
si erano interrotti.
Stavolta la solleva da terra
conducendola verso la camera
degli ospiti, quella che lui ha occupato per alcuni giorni.
Chiusa la porta a chiave, i due si
liberano degli abiti e
finalmente diventano un solo corpo.
Vivono una notte d'amore e di piacere
intenso.
Anna non ha più alcun
dubbio.
Kristoff è il suo futuro e
niente e nessuno potranno più
impedirle di viverlo.