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Autore: green_eyed    15/09/2018    4 recensioni
"Comunque, come funziona? Tu vieni qui quando ti chiamo. Ti basta...entrare e uscire dall'esistenza, o qualcosa del genere?"
"È come un legame magico" spiega Lexa, apparentemente esitante. "Quando dici il mio nome, provo una spinta - proprio qui, nel mio petto" dice, disegnando un cerchio intorno alla pelle sopra il suo cuore. "Che è strano di per sé, visto che non possiedo più un cuore pulsante. Non posso spiegarlo, ma mi sento obbligata ad essere ovunque tu sia."
"Quindi non sono solo io" dice lentamente Clarke, un'espressione piena di speranza a sostituire il suo cipiglio precedente. "C'è qualcosa di più tra me e te, non è vero?"
(oppure: Clarke è una studentessa del settimo anno, Lexa è uno dei fantasmi di Hogwarts. C'è una connessione tra loro che Clarke non capisce, ma è determinata a capirlo.)
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa, Octavia Blake, Raven Reyes, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5

 
Sono passate poche settimane da quando è stata creata la prima bottiglia di Masper Moonshine, ma Jasper e Monty hanno finalmente preparato abbastanza alcol per una piccola festa tra i loro amici. Quando la invitano, Clarke non esita a dire di sì.

(Ha solo bisogno di una notte senza uno dei suoi sogni. Le danno solo speranza quando sa che non può permettersela - Lexa è morta, e non può tornare indietro, non importa quanto Clarke vorrebbe che fosse possibile.)

"Non pensavo che questa stanza potesse essere usata ancora, non dopo ciò che ha causato l'Ardemonio durante la Battaglia di Hogwarts" dice Clarke, guardandosi attorno nella Stanza delle Necessità.

Ci sono alcuni divani dall'aspetto comodo sparsi lungo le pareti, ma la stanza è per lo più spoglia - senza dubbio per dare spazio alla gente di camminare liberamente e mescolarsi l'uno con l'altro mentre bevono, il che è esattamente ciò che sta accadendo. L'unica decorazione presente nella stanza è un cartellone che parte dal pavimento e arriva fino al soffitto con stampata la scritta "Masper Moonshine". Il lampadario appeso sul soffitto proietta una luce calda su tutto lo spazio. Tutto sommato, sembra accogliente.

"La stanza ha i suoi limiti" ammette Bellamy scrollando le spalle. Era stato lui a proporla quando Monty e Jasper avevano annunciato la festa. "Le pareti rimangono sempre un po' carbonizzate, non importa come chiedi alla stanza di apparire. Ed è sensibile al fuoco - non ti lascia crearne uno tu stesso, quindi devi assicurarti che la stanza sia equipaggiata con lanterne accese o qualcosa del genere, o dovrai usare un incantesimo per far luce con le bacchette per tutto il tempo."

"Non importa" dice Clarke con un cenno del capo. "Hai fatto comunque un buon lavoro."

Bellamy le sorride come segno di ringraziamento. Solleva la bottiglia che gli è stata data non appena sono entrati nella stanza. "Allora?"

Clarke ancora è riluttante riguardo al Moonshine di Monty e Jasper, ma vuole scatenarsi solo per una notte, quindi annuisce.

"Prima le signore" dice Bellamy, svitando il tappo e porgendo la bottiglia a Clarke.

Prende un lungo sorso dalla bottiglia, e non c'è dubbio che Jasper e Monty l'abbiano reso ancora più forte.

"Porca puttana" Clarke tossisce. Passa velocemente la bottiglia a Bellamy, che ridacchia sotto i baffi.

Raven appare da dietro di lei con un sorrisino. "Hai chiamato?"

"Non fare la deficiente, Raven" dice Clarke, il naso arriccato per il disgusto. "Intendevo il Moonshine, brucia davvero fottutamente mentre scende."

"E non siamo neanche a metà del divertimento, Clarke!" Interviene Jasper, avvolgendo un braccio intorno alle spalle di Bellamy e sfregando le nocche contro i riccioli del ragazzo. Era stato impegnato a salutare tutti gli altri ospiti, come Clarke aveva potuto notare appena era arrivata.

Bellamy se lo scrolla di dosso roteando gli occhi. "E quale sarebbe l'altra metà, Jasper?"

Jasper si limita a sorridere astutamente. "Lo scoprirai in, ehm...quindici minuti."

Bellamy e Clarke si scambiano espressioni preoccupate. Monty approfitta di quel momento per entrare in scena e assicurare loro che il prodotto è stato ben testato. Clarke si tranquillizza alle sue parole, ma sembra che Bellamy abbia ancora dei dubbi.

"L'unica cosa negativa sono i postumi della sbornia" giura Monty, e alla fine Bellamy cede.

Prende una sorso dalla bottiglia prima di passarla alla cieca ad un'altra persona. Raven afferra la bottiglia con un ghigno e Jasper le dà una pacca sulla schiena. Clarke guarda il viso di Bellamy sciogliersi in un languido sorriso solo pochi secondi dopo, e si prepara per una lunga notte.

***

Tutti sono ubriachi marci. Clarke non è stata in grado di bere quanto voleva - si sente obbligata a tenere d'occhio i suoi amici, poiché sembra essere la persona più sobria della festa.

(Ovviamente non è completamente sobria, il whisky si è depositato nel fondo dello stomaco e lo sente bruciare, il suo corpo si muove con un'energia che sembra non finire, ma la sua testa non gira e riesce a ragionare piuttosto chiaramente, quindi è abbastanza sicura di essere quella presa meglio.)

Quando si accorge che molti dei partecipanti alla festa sembrano sul punto di addormentarsi in piedi, ondeggiando o appoggiandosi alle pareti, cerca nella folla la testa di capelli ricci di Bellamy. Lo trova a parlare con un gruppetto di ragazze ubriache e che sghignazzano, e riesce a malapena ad astenersi dal roteare gli occhi.

"Bell!"

"Sì?" Risponde, abbandonando la sua compagnia senza congedarsi.

"Le persone stanno lottando per rimanere sveglie, e Jasper è già fuori combattimento" dice Clarke esasperata, e fa un passo verso l'angolo in cui il ragazzo è raggomitolato in posizione fetale, profondamente addormentato. "Voi ragazzi avete per caso pensato ad un piano di fuga per quando la festa sarebbe finita?"

Bellamy la guarda da sotto le palpebre, che si fanno sempre più pesanti. Clarke realizza che è ancora piuttosto ubriaco e sospira.

"Come facciamo riportare tutti nei loro dormitori?" Chiede senza mezzi termini.

Bellamy sembra comprendere le sue parole ora che ce ne sono meno in una sola frase, e indica la parete più lontana. "C'è un corridoio nascosto dietro il cartellone. Dovrebbe condurre tutti, tranne i Grifondoro, al piano giusto; voi ragazzi potete uscire dalla porta principale, visto che siamo già al settimo piano."

Sia lodato Merlino, pensa Clarke. Non era dell'umore giusto per condurre una quarantina di persone attraverso il castello senza farsi scoprire.

"Trova Monty e Raven" ordina a Bellamy. "Non penso che Jasper possa camminare da solo, quindi probabilmente avrà bisogno di aiuto per tornare alla torre di Corvonero."

All'inizio Bellamy fa una smorfia, ma infine cede con un cenno col capo, anche se riluttante. Comincia a vagare in cerca dei loro amici, e Clarke si guarda intorno per il resto della stanza. Tira fuori la bacchetta dalla sua tunica con uno sbuffo di stanchezza, la punta alla gola e borbotta un rapido incantesimo Sonoro.

"Ascoltatemi tutti!" Esclama, voce amplificata dall'incantesimo. "La festa è finita! Tutti quelli che non sono Grifondoro si dirigono verso il cartellone in fondo alla stanza..."

***

Quando Clarke è l'unica rimasta nella Stanza delle Necessità, raccoglie l'unica bottiglia rimanente di Moonshine. È mezza vuota, ma decide di tenerla per sé - una ricompensa per il lavoro svolto quella notte, che non è mai stata sua responsabilità in primo luogo.

Lascia la stanza e chiude la porta con un sospiro, osservando l'ingresso mentre si mimetizza con il muro. Ora che è sola tra i suoi pensieri, la sua mente la porta all'unica cosa a cui non voleva pensare stasera.

Dopo un attimo di riflessione, oltrepassa il corridoio che porta alla torre di Grifondoro e si dirige dritta verso la Grande Scalinata. È una cattiva idea, lo sa già. Ma è schiava dell'alcool che le circola ancora nelle vene, e della pesante sensazione nel suo petto che non andrà via
.
***

Clarke entra nell'aula della Torre di Astronomia e nota che Lexa è già lì.

"Ehi, Lexa" la saluta, posizionandosi accanto al fantasma di fronte alla finestra.

Lexa inclina la testa cordialmente. "Ciao, Clarke."

Stanno insieme vicino alla finestra aperta. Clarke appoggia la bottiglia del Masper Moonshine sul davanzale e fissa l'oscurità. Le stelle sono particolarmente luminose stasera, nota.

"Sei stata impegnata stasera" commenta Lexa, guardando la bottiglia di Moonshine.

Clarke solleva un sopracciglio verso la bottiglia mezza vuota e poi si gira verso Lexa. "Non ho bevuto molto, se è questo che intendi. Ho fatto qualche sorso, però."

Lexa non sembra crederle. Ma a Clarke non interessa.

Grazie alla potente bevanda, è piena di spavalderia e coraggio - una testimonianza della forza della nuova miscela di Jasper e Monty, considerando che era da circa un'ora che aveva bevuto l'ultimo sorso. Sta diventando sempre più difficile per lei tenere a mente che i suoi sogni sono solo sogni, perché può chiaramente ricordare  la sensazione delle labbra di Lexa contro le sue, calde, meravigliose e desiderose di attenzioni. La stanno facendo impazzire - tutte queste fantasie, pensieri e desideri che non sembrano conciliarsi con la realtà.

Quindi decide che tocca a lei farli conciliare.

"Voglio baciarti" dichiara Clarke in un momento di audacia.

Lexa alza un sopracciglio. "L'alcol ti ha inebriato la mente."

"Tu sei inebriante" replica Clarke.

“Clarke-”

"Lexa" risponde Clarke.

Lexa la guarda incredula. "Davvero, Clarke. Sai che non puoi..."

Clarke la ignora e si sporge in avanti con gli occhi chiusi. Non si rende conto del suo errore finché cade attraverso il corpo di Lexa, e un freddo gelido la intorpidisce fino al midollo.

"-baciarmi" Lexa finisce, guardando Clarke che si raddrizza sconvolta.

Lo schock causato dal freddo la sconvolge completamente, e improvvisamente Clarke non riesce a credere alla sua stupidità.

"Mi dispiace" si scusa, guardando il pavimento in mezzo a loro. "Non posso credere di averlo fatto. Non posso credere di aver dimenticato."

"Che sono morta?" Chiede Lexa ironicamente. Clarke alza la testa al tono ironico, e il fantasma si ammorbidisce un po'. "Perché sono morta, Clarke. Devi ricordarlo."

Neanche il Moonshine poteva aiutare Clarke a sfuggire da questa verità. Lexa è morta, e per quanto possa desiderare il contrario, niente può cambiare questo fatto.

***

Clarke evita Lexa per alcuni giorni, imbarazzata e arrabbiata con sè stessa. Come poteva aver dimenticato che Lexa è morta?

(Sa che l'alcol aveva parte della colpa, ma questo non la fa sentire meno idiota, anzi, si sente più stupida per aver permesso all'intruglio di arrivare alla sua testa.)

È da sola in biblioteca, mentre completa i suoi compiti e trasalisce occasionalmente al ricordo - straziante - del momento esatto in cui è caduta attraverso il corpo di Lexa. Si chiede a volte se possa lasciare il castello, forse anche il paese, senza essere scoperta. Certo, le sarebbero mancati i suoi amici (e forse anche sua madre), ma in che altro modo avrebbe potuto riprendersi da un simile errore?

Clarke sospira e riporta l'attenzione ai suoi compiti di Incantesimi. La professoressa Cartwig non si aspetta niente di meno che un saggio di livello eccezionale dal suo studente più bravo. L'incidente con Lexa ha già influenzato la sua attenzione in classe, Callie potrebbe discutere ancora il suo comportamento se consegnerà un compito fatto male.

Lo scopo di un incantesimo sostanziale è quello di solidificare la materia. Clarke scrive. È più efficace sulla materia che è di natura magica-

Si ferma a quel punto, con la penna in mano. Quindi rilegge il suo lavoro.

Le ci vogliono in tutto dieci secondi per prendere le sue cose e andarsene.

***

Clarke non si dirige verso la Torre di Astronomia. Ha bisogno di un posto diverso, un posto più privato, per parlare con Lexa. Quindi si dirige al corridoio del settimo piano e si ferma davanti al muro opposto all'arazzo di Barnabas.

Appoggia una mano sul muro bianco, ricordando ciò che Bellamy le ha detto della stanza. Non vuole molto dalla stanza, non proprio - solo quattro pareti e una porta per dare loro uno spazio tranquillo dove parlare.

In realtà, pensa Clarke mentre inizia a camminare davanti all'ingresso nascosto. Forse aggiungerò qualcos'altro, nel caso le cose vadano meglio del previsto...

Quando la porta si materializza e la apre, scopre che la Stanza delle Necessità ha evocato tutto ciò di cui aveva bisogno, nascosto dietro una pesante tenda che divide lo spazio in due. Chiama il nome di Lexa e aspetta che il fantasma appaia nella metà vuota della stanza.

Lexa deve considerarla pazza mentre passa attraverso la porta. Clarke non può fare a meno di sorridere, e il fantasma le rivolge uno sguardo interrogativo.

"Hai smesso di fare l'imbronciata?" Chiede Lexa con un sopracciglio inarcato.

Clarke ignora completamente la domanda. Si avvicina a Lexa e prova ad accarezzarle una guancia. Come previsto, il suo braccio passa attraverso il fantasma e lei immediatamente lo tira indietro, sussultando per il freddo.

Lexa chiude gli occhi e sospira. "Clarke, pensavo che avessimo stabilito che non puoi toccarmi."

Clarke non fa caso alle sue parole, anzi estrae la sua bacchetta. Lexa la guarda, stanca.

"Scusa" borbotta Clarke, non sembrando affatto dispiaciuta. "Ma voglio provare questa cosa, devo farlo. Non riesco ancora a credere di non averci pensato prima..."

Solleva la sua bacchetta e Lexa fluttua indietro di qualche centimetro.

"Clarke, cosa stai-"

Clarke la ignora. Punta la sua bacchetta verso il fantasma e pronuncia "Substantivus!"

L'effetto dell'incantesimo è immediato. Lexa colpisce il pavimento con un tonfo. Le sue ginocchia hanno ceduto sotto il suo peso nel momento in cui i suoi piedi hanno toccato il pavimento, probabilmente non abituate ad avere alcuna massa da sorreggere, pensa Clarke.
Offre a Lexa una mano per aiutarla a rialzarsi, ma il fantasma è troppo assorbito dalla sensazione del proprio corpo per notarla. Alla fine, Lexa si alza di fronte a Clarke, con entrambi i piedi saldamente sul pavimento, non più in bilico sul posto.

Lexa è ancora per lo più trasparente, osserva. Ma il profilo della sua forma si è indurito, Clarke può vedere chiaramente la differenza; non brilla più così tanto alla luce, non come prima almeno. Le sue membra fluttuavano dolcemente nell'aria, ma ora il suo corpo si muove più rigidamente, come se effettivamente pesasse.

Clarke fa un passo esitante in avanti, distendendo in avanti una mano aperta. Lexa la guarda intensamente mentre si avvicina, ma non fa una mossa per fermarla.

Quando Clarke preme la mano sul petto di Lexa, nello spazio in cui si trova il suo cuore, non sente un battito. Lexa è fredda sotto le sue dita, senza alcun battito cardiaco - inspiegabilmente ancora morta.

Ma Clarke può davvero toccarla, ed è quello che conta di più in questo momento.

"Io...ma- cosa...come-"

Il sorriso di Clarke si allarga all'insolita balbuzie di Lexa.

"Invia i tuoi ringraziamenti alla professoressa Cartwig" dice, gli occhi che si abbassano per tracciare la forma solida di Lexa in apprezzamento.

Lexa emette una risata incredula. "Clarke, ti rendi conto..."

Clarke la interrompe con voce ferma. "Lexa, se non mi baci nei prossimi tre secondi, giuro che-"

C'è qualcosa che assomiglia a meraviglia negli occhi di Lexa. Questo è tutto ciò che Clarke ha la possibilità di vedere prima che Lexa si sporga in avanti, e tutti i pensieri che non sono la sensazione delle labbra di Lexa - le sue labbra; solide, morbide e sincere - volano dritti fuori dalla finestra.

Clarke spinge Lexa all'indietro, le loro bocche ancora unite - perché è una cosa che possono fare ora - e la spinge attraverso la tenda. Continua a camminare finchè le gambe di Lexa non colpiscono il letto - un'aggiunta dell'ultimo minuto a cui Clarke è molto grata in questo momento - e il fantasma cade sulle coperte con un 'whoosh'.

Lexa interrompe il bacio con una risata di pura gioia. Si prende un momento per far scorrere le mani sulle lenzuola spiegazzate. Clarke semplicemente si mette a cavalcioni su di lei, guardando la ragazza con un sorriso dolce. L'attenzione di Lexa alla fine ritorna a Clarke, guardandola con occhi spalancati e meravigliosi.

Clarke ha l'impressione che lo sguardo di Lexa sia penetrante, in cerca di qualcosa nei suoi stessi occhi. Si chiede cosa stia cercando, e quando l'espressione di Lexa si scurisce, Clarke pensa di avere la sua risposta.

Il fantasma infatti sorride debolmente. Lexa le si avvicina con un'incertezza e una tenerezza che manda una fitta al cuore di Clarke.

Clarke le prende delicatamente la mano e la tiene ferma sulla sua guancia.

"Posso sentirti" sussurra Lexa, strofinando il pollice sulla pelle di Clarke.

Clarke si rilassa nei leggeri tocchi che danzano sul suo corpo mentre Lexa si abitua alla sensazione del proprio corpo e della capacità di sentire. Non fanno niente di più che baciarsi, ma Clarke non si è mai sentita più contenta.

***

"Wow, hai davvero portato la vestaglia con te."

Lexa si distende sul suo letto con le dita intrecciate dietro la testa, indossando solo la veste color smeraldo della notte in cui si sono incontrate per la prima volta. Clarke non può fare a meno di leccarsi le labbra improvvisamente secche.

"Certo" dice Lexa con un leggero cipiglio. "Perché avrei dovuto mentire?"

Clarke scuote la testa con una risata. "Non ti stavo accusando, Lex. Ma se ti è sembrato il contrario, sarò lieta di scusarmi."

Avanza verso la ragazza dagli occhi verdi facendole un occhiolino malizioso. Lexa la guarda con gli occhi spalancati mentre Clarke striscia sul suo corpo e si ferma a pochi centimetri dalle sue labbra, in attesa.

Non deve stare lì a lungo. Lexa reagisce rapidamente, inclinandosi e unendo le loro bocche insieme in un bacio caldo. Clarke sente la lingua di Lexa sfiorare l'apertura delle sue labbra e poi improvvisamente Lexa è ovunque, mani calde che afferrano la pelle sotto i vestiti e una coscia premuta tra le sue gambe.

"Clarke" mormora Lexa tra i baci. Clarke a malapena riesce ad annuire. "Come ti scuserai se le tue labbra non lasciano mai le mie?"

"Oh, smettila di rompere" Clarke ridacchia contro la sua bocca. "Queste sono le mie scuse."

Sente Lexa sorridere mentre la bacia e dice "In tal caso, scuse accettate."

***

Ben presto, arriva il momento delle vacanze estive, e questo significa tornare a casa. Clarke è a casa seduta sul suo letto, leggendo l'ultima lettera di Lexa con un sorriso e riflettendo su cosa risponderle.

Scopre che non ha bisogno di prendere una penna per portare il suo messaggio a Lexa, perché la ragazza si materializza proprio ai piedi del suo letto.

"Questa è un sorprendente inversione di ruoli. Che cosa è successo al scriversi le lettere a vicenda?" Dice Clarke, sventolando la lettera aperta nella sua mano. "Non ho ancora risposto all'ultima che hai mandato."

Lexa si stringe nelle spalle, ma lo fa con un sorriso a bocca chiusa. "Volevo vederti."

"Non ci siamo viste per una settimana" dice divertita Clarke.

"Una settimana troppo lunga" scherza Lexa, inginocchiandosi sul letto e avvicinandosi lentamente all'altra ragazza.

Clarke ripiega la lettera e la getta sul comodino con una risata. "Che dolce. Scommetto che ci sai fare con le signore."

"C'è solo una donna che mi interessa, ed è particolarmente ottusa nel comprendere il motivo per cui sono nella sua camera da letto" dice Lexa, fermandosi con il viso a pochi centimetri da quello di Clarke.

"Mia madre è di sotto" sussurra Clarke, osservando lo sguardo di Lexa guizzare tra i suoi occhi e la sua bocca.

"Non è rimasta a Hogwarts?" Chiede Lexa piano, lanciando un'occhiata verso la porta chiusa.

"Anche il personale ha bisogno di vacanze" sottolinea Clarke.

Lexa accetta la spiegazione con un cenno del capo. Senza rompere il contatto visivo, tira fuori la sua bacchetta dalla cintura e la punta alla porta.

“Muffliato!”

Clarke la ferma prima che riesca a riporre la sua bacchetta in tasca, e Lexa le rivolge uno sguardo interrogativo. Clarke sorride.

"Che senso ha rimetterla via quando comunque ti toglierò tutti i  vestiti di dosso?"

***

Octavia le chiede il perchè di quel sorriso che proprio non riesce a togliersi dalla faccia non appena si siede a colazione il mattino dopo, ma Clarke non risponde. Neanche cinque minuti dopo le pone la stessa domanda, ma Clarke è occupata a scansionare il tavolo Serpeverde in cerca di un familiare luccichio grigio-argenteo. L'incantesimo sostanziale aveva mantenuto Lexa in forma solida solo per poco più di un'ora la scorsa notte, quindi era tornata alla sua forma spettrale ora.

Non importa nemmeno che i vividi sogni che Clarke ha su Lexa non siano reali, non più; non ora che ha capito come riportarla indietro, anche se solo per poco tempo alla volta.

"Sembra che qui gatta ci covi..." Octavia alla fine mormora a Raven, dopo che la sua domanda è rimasta senza risposta per la terza volta.

Clarke è così assorta che non riesce nemmeno a replicare.


 
Note traduttrice:
Eccoci di nuovo qui finalmente! Scusate se non ho pubblicato prima, ma appena sono tornata dalle vacanze tutto quello che mi ero lasciata alle spalle mi ha investita in pieno e ci ho dovuto fare i conti...
Volevo dirvi che ho letto e ho risposto a tutte le vostre recensioni e sono molto felice che la storia vi piaccia :) Entro la fine della prossima settimana dovrei pubblicare gli ultimi due capitoli quindi direi che siamo proprio agli sgoccioli, spero che voi sarete ancora qua per leggerli. Grazie ancora a tutti quanti, sia da parte mia che dell'autrice :D

 
   
 
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