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Autore: cin75    15/09/2018    5 recensioni
Questa storia farà parte di una serie che raccoglierà la mia personale visione di come andranno i primi episodi della tanto attesa 14ma stagione. Saranno 4 shot ( forse l'ultima divisa in due parti).
L'ansia di Sam, la sofferenza di Dean, l'apprensione di chi gira intorno ai due fratelli.
Spero tanto che vi piaccia e naturalmente: WARNING!!!!! per chi non sa niente ancora ne' della 13 ne' della 14.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ancora. Rabbia. Ritorno. Paura.'
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Quando riaprì gli occhi, Dean , per un attimo, un solo attimo, rivide il volto sorridente di Sam e quello perfino sollevato di Jack.

Poi , prepotenti, riemerso nella sua mente, gli ultimi ricordi lucidi di quei momenti subito successivi alla sconfitta di Lucifer. Il dolore oppressivo al petto; quel calore che sembrava bruciarlo dall'interno delle sue viscere; le mani che si contraevano spasmodicamente a pugni; una forza cui, benchè ci provasse con tutto se stesso, non riuscì a contrastare.

 

Il suo grido rabbioso ..."Avevamo un patto!"

Il suo grido doloroso...."Nooo!" mentre Micheal lo sottometteva e lo portava via. Un grido esploso solo nella sua mente. Un “No!” che né Sam nè Jack poterono udire.

 

La sua mente pian piano si fece più lucida. I suoi occhi misero a fuoco il luogo in cui si trovava. Nessuna luce, nessun uscita che potesse indicare una qualche via di fuga, nessun rumore. Niente di niente.

Per un attimo gli venne in mente la descrizione del Vuoto fatta da Castiel, ma lui non poteva essere morto. Non era morto. Non ricordava di esserlo. Aveva vinto contro il Diavolo. Quello non doveva essere il Vuoto.

Provò, allora, ad alzarsi e benchè non avesse ferite, sentiva dolore ad ogni parte del corpo. Evidentemente lo scontro con Lucifer aveva comunque lasciato i suoi strascichi.

“Ben svegliato!” fece una voce conosciuta.

Si voltò di scatto, ritrovandosi di fronte Micheal nelle sue stesse sembianze. Sapeva di essere lui, ma al tempo stesso sapeva che quello era l’arcangelo, un esatta copia di sé stesso. Ma l’espressione era gelida, crudele. Gli occhi severi, cupi. La barba a coprirgli parte del viso e istintivamente si passò una mano sul proprio viso. Lui non ne aveva barba.

“Oh!! sta’ tranquillo...questa andrà via molto presto!” fece imitando il suo stesso gesto, strofinandosi il mento barbuto.

Dean si destò da quel momento di confusione dovuta al fatto di vedere sé stesso in quella maniera e cercò di reagire.

E solo quando provò a rispondergli per le rime, si accorse di non essere in grado di parlare.

La gola era come contratta, la voce non riusciva a venir fuori. Si portò nervosamente le mani al collo, massaggiandosi la parte, stupidamente. Provando ancora e ancora a dire anche un solo e semplice “Stronzo!”, ma niente.

Dalla sua bocca venivano fuori solo respiri rauchi e strozzati.

“Sì, sì….se ti stai chiedendo che cosa è successo alla tua voce...beh!!, dovevo pur far qualcosa per evitare che tu mi espellessi, no?”

A quella spiegazione così sarcastica, Dean, preso da un impeto di rabbia, si avventò contro l’arcangelo.

Provò a colpirlo. Fallendo.

Provò a placcarlo, a metterlo al tappeti. Fallendo ancora.

E solo quando Micheal sembrò essere stanco di quella specie di combattimento univoco, con un semplice gesto della mano, scaraventò Dean lontano da lui.

Il cacciatore volò via come un fuscello portato via dal vento e impattò con forza al pavimento. Grugnì senza voce.

Dolorante cercò di rimettersi in piedi, ma in un attimo fu sovrastato dalla figura arcangelica.

“Stammi a sentire, stupido stupido debole umano!!” fu il preambolo ammonitivo. “Sono nella tua testa, nella tua anima, nei tuoi pensieri, sono ovunque io voglia essere dentro di te. Sei mio! Sei mio e lo sarai fin quando io vorrò e fin quando avrò bisogno di te, e credimi….” disse sibilando crudele, mentre con una mano al centro del petto di Dean, lo teneva bloccato a terra, evitandogli ogni tipo di ribellione fisica. “…. la nostra sarà una convivenza molto molto lunga!” e Dean cercò ancora di ribellarsi. E Micheal rinsaldò con forza la sua presa oppressiva, facendolo gemere di dolore. “Ti avevo già avvertito. Questo mondo ora è mio. Lo salverò, lo purgherò e tu sarai il mio mezzo per farlo! Ora...” fece vittorioso: “...io sono al comando!”

Dean grugnì rabbia. Provò a spostare inutilmente il braccio dell’arcangelo, usando entrambi le mani, ma sembrava che sul petto avesse una colonna di marmo a tenerlo fermo. “Puoi accettarlo con le buone ...” fece falsamente gentile. “..o posso fartelo accettare con le cattive!” e per dimostrare che non scherzava , afferrò Dean per la camicia e lo scaraventò di nuovo , verso un punto lontano.

Di nuovo, il cacciatore, impattò con violenza sul terreno e scivolò a causa del poco attrito che quel pavimento invisibile offriva. A frenarlo, nulla.

La sua “corsa” fu fermata solo dal piede dell’arcangelo , piantato improvvisamente contro il suo sterno.

“Decidi, Winchester!” fece austero. “O con me o contro di me! Ma...” e si abbassò appena verso il suo prigioniero afferrandolo per i capelli così da costringerlo al suo sguardo. “...ti giuro che non sarà affatto divertente o salutare metterti contro di me!” e un attimo dopo, Dean, fu di nuovo solo.

Nel nulla di sé stesso.

Abbandonò il capo. Chiuse gli occhi cercando di regolare il respiro affannato a causa dei colpi presi. Si portò lentamente una mano alla gola e una al petto.

Nella testa mille pensieri di lotta , vendetta, guerriglia.

Nell’animo, la consapevolezza di essere finito di nuovo all’Inferno. Forse, uno peggiore di quello già vissuto.

 

Dean, ormai aveva perso la cognizione del tempo, non sapeva da quando era sparito da quella chiesa, da quando Micheal lo portava in giro come una marionetta. L’unica cosa certa era che quegli incontri con l’arcangelo avvenivano spesso. Troppo, perché ciò che era Dean in quel momento – anima, spirito, essenza, pensiero, presenza psichica o chissà che – non ne accusasse l’oppressione.

Micheal era sempre più violento, specie quando si rendeva conto che il ragazzo gli opponeva resistenza, quando, per utilizzare i suoi poteri, doveva usare più concentrazione , dato che la forza di volontà di Dean era qualcosa che non aveva preso in considerazione.

Allora tornava dal suo prigioniero e lo sfiniva fisicamente.

Ma soprattutto psicologicamente.

Dandogli la sadica possibilità di osservarsi attraverso uno specchio cosa era e cosa faceva a chi lo avvicinava. Facendolo disperare quando gli mostrava chi stava per diventare l’ennesima vittima sacrificale. Mostrandogli la consapevolezza della dolorosa disperazione che si sarebbe lasciato dietro. Giocando sadicamente con i suoi ricordi, mostrandogli più e più volte tutti i suoi errori, le sue mancanze come amico e come fratello. Mostrandogli le persone morte a causa sua, dei suoi errori.

Mettendogli davanti agli occhi tutte le persone morte perché lui doveva salvare Sam.

“Anche adesso….” faceva mentre Dean si contorceva a terra a causa di spasmi dolorosi. “...anche adesso, decine e decine di persone moriranno, perché tu mi hai detto di Sì. Perché tu….” e colpiva ancora. “...tu, in quella chiesa, dovevi salvare il tuo Sammy!!” e l’arcangelo si indispettiva ancora di più, quando, ogni volta che usava quel nome, Dean, puntava le mani a terra , si tirava su, anche se con difficoltà, lo guardava negli occhi e si batteva un pugno sul petto. Sfidandolo.

E quel gesto, Micheal, sapeva perfettamente cosa significava: “Colpisci quando e quanto vuoi. Io salverò sempre prima Sam!

E così , l’arcangelo colpiva e colpiva fin quando, da colpire non rimaneva che un corpo inerme su un pavimento che forse nemmeno esisteva.

 

Ciò che aveva in mente Micheal, venne fuori , durante una delle sue spedizioni punitive nei confronti del suo tramite.

“Sai, Dean?!” fece mentre con una mano serrata al collo del cacciatore, lo teneva sollevato da terra, soffocandolo. “Ho scoperto che il vostro Paradiso è messo davvero male. Ho saputo che gli angeli sono ...” e sorrise ironico e malefico. “...oserei dire, una specie in estinzione!” e detto questo, gettò via Dean, come se avesse appena buttato una carta straccia.

Il ragazzo gemette vistosamente quando toccò terra e respirava affannosamente a causa della stretta che fino poco prima gli comprimeva la gola.

“Ho deciso che otterrò un pass per Paradise City. Offrirò i miei migliori servigi, e quando il treno ritornerà di nuovo sulla giusta carreggiata, la purificazione di questo mondo potrà avere inizio.” fece orgoglioso del suo piano. “Con tanto di angeli, trombe e vessilli dorati!” enfatizzò descrivendo una nuova ennesima futura apocalisse.

Dean strabuzzò gli occhi alla sola idea di quello che voleva fare l’arcangelo. Cercò di affrontarlo. Stupidamente provò perfino a gridargli contro la sua rabbia. Una rabbia muta. Ma comunque furiosa. Furiosa con l’arcangelo che aveva infranto il loro patto. Furiosa con sé stesso per essere stato così stupido da credergli e così debole da lasciarsi sopraffare.

E ogni volta che Dean reagiva in quella maniera, Micheal reagiva nella maniera identica. Rabbia e violenza.

Poi, un giorno o una notte, Dean non poteva saperlo, tutto sembrò avverarsi.

Micheal gli concesse di vedere quello che stava per accadere. Attraverso quegli occhi che non erano più i suoi occhi, il ragazzo vide il solito portale di un anonimo parco giochi illuminarsi. Da quella nebbia etera , due angeli si palesarono. Tra loro Naomi.

Il redivivo angelo, per un attimo si stupì di vedere il cacciatore al suo cospetto, ma le bastò uno sguardo più attento per scoprire che colui che aveva davanti non era il Dean Winchester che lei aveva conosciuto e che aveva cercato di aiutare.

“Tu sei Micheal!” fece sorpresa. “Ma non il nostro. Tu sei il Micheal di cui ci ha parlato Castiel!” precisò serafica.

“A quanto pare ciò che sono mi precede.” si adulò, lui.

“Non in bene, credimi!” smorzò l’angelo superstite. “Il suo è stato più un allarmato avvertimento!” e a quelle parole, seguirono le azioni. Infatti gli angeli ai lati di Naomi, fecero scivolare nelle loro mani , due lame angeliche.

Micheal allora decise di fare l’accomodante e si “ridimensionò”, allargando le braccia come segno di qualcuno che non ha voglia di combattere.

“So che quello che ti è stato detto su di me potrebbe non avere niente di buono o positivo...”

“Niente di buono o positivo è un eufemismo, fratello!” ribattè Naomi. “Voglia di conquistare, desiderio di distruzione , armate pronte alla devastazione...” elencò contrita. “….questo è ciò che ti precede. Quindi , ora, mi chiedo: perché sei qui? E soprattutto perché e come sei riuscito ad avere questo tramite eletto?” chiese.

E a quella domanda, Micheal, esultò segretamente, perché sapeva di aveva vinto.

“Questo tramite eletto è la risposta ad ogni tua domanda. So che lo conosci, so che sai per cosa e per chi combatte. Mi ha concesso sé stesso, mi ha concesso il suo prezioso Sì per sconfiggere Lucifer. Per sempre. Riuscendoci e tu sai anche questo.” asserì mentre Naomi ne conveniva in silenzio. “E quando ha saputo della sorte del suo….del vostro Paradiso, mi ha concesso di averlo ancora come tramite perché io possa aiutarvi!” e mentre proferiva quelle parole sentiva , dentro di lui, la rabbia furibonda di Dean , che spingeva contro la sua potente grazia. Sentiva le sua urla silenziose che assordavano ogni anfratto del suo essere. Sentiva i suoi pugni, i suoi calci. Sentiva il suo vano e frustrato tentativo di creare un qualsiasi segno di menzogna che Naomi potesse scorgere. Ma a quanto pareva, Micheal, era molto bravo a celarlo anche agli angeli più anziani.

Naomi, infatti, ascoltava con attenzione ciò che le veniva detto e spiegato. Lei, più di chiunque altro, sapeva la storia biblica che veniva collegata ai due Winchester e mai, e poi mai, Dean aveva mai solo pensato di cedere alla sottomissione da parte dell’arcangelo. Quindi, ora, vederlo, così, significava qualcosa.

Forse Castiel aveva spiegato all’amico cacciatore, la reale situazione del Paradiso e delle anime in esso contenute.

L’angelo , infondo, aveva lottato accanto ai due cacciatori per salvate il mondo. Forse, ora, Dean, stava lottando per salvare il mondo del suo amico angelo.

Forse e solo forse, quel prezioso umano aveva, infine, ceduto.

“Dov’è Sam? Dov’è Castiel?!” chiese all’improvviso. Domanda che onestamente spiazzò l’arcangelo. Ma riuscì comunque a rispondere in modo convincente.

“Sai che a volte i due fratelli non sono d’accordo sulle decisioni da prendere e purtroppo la decisione di farmi restare, al giovane Winchester non è andata giù. Per il momento le loro strade sono divise, ma tu sai l’ossessiva apprensione che il maggiore ha per il più piccolo e così ha chiesto a Castiel di badare a lui. Anche perché hanno anche il giovane nephilim da tenere sotto controllo!” e non appena finì di declamare l’ennesima menzogna, l’ennesimo furioso grido di Dean, gli fece fremere le invisibili ali.

 

Ci fu un ulteriore scambio fra angelo e arcangelo e quando quello che disse Micheal sembrò arrecare il giusto effetto, Naomi, gli diede l’accesso al Paradiso.

Un arcangelo potente, nel suo tramite originale, non avrebbe che fatto bene all’energia del Paradiso; specie se quell’arcangelo poteva davvero creare nuovi angeli.

Così, quell’opera di “ristrutturazione” celeste ebbe inizio. Micheal creava angeli su angeli e il Paradiso sembrava riacquistare man mano sempre più stabilità. Ma quella creazione gli causava una forte perdita di energie, che recuperava da Dean, dalla sua di energia, dalla sua forza. Dean , che di conseguenza, si ritrovava sempre più sfiancato. A volte , era così sfinito , che non riusciva nemmeno a pensare, a ricordare cosa stesse accadendo, a dove si trovasse. O perché era così buio, perché era solo, dov’era Sammy, dov’era Cas. dov’era la sua famiglia. Ma poi quel buio lo avvolgeva definitivamente e lo schiacciava come una lastra di cemento.

E più Micheal andava avanti, peggio stava Dean. E di questo se ne rese conto anche l’arcangelo.

“Ehi, amichetto di giochi!” lo prese in giro, durante uno dei suoi soliti incontri. “Che fai? Nemmeno ti alzi per salutarmi?!” lo provocò quando vide Dean rimanere steso sul pavimento. Dean, si voltò piano verso di lui. A stento. Lo fissò per un attimo e poi, raccogliendo le poche forze che sentiva, gli mostrò il dito medio.

“Ora ti riconosco!!” fece soddisfatto, l’arcangelo.

Si avvicinò al tramite e sottovoce, gli confessò quello che stava per accadere.

“Allora amico mio, a quanto pare, creare angeli ha un dispendio di energie che non avevo considerato. Così per evitare di farne qualcuno difettoso, cosa che credo sia accaduto quando fu creato il vostro Castiel, dato la fine e le scelte che ha fatto...” e rise sommessamente quando vide un tentata reazione da parte di Dean. “..ho deciso di prendere l’energia che mi serve direttamente dall’interruttore principale e non dalle solite prese di servizio!” asserì mellifluamente.

Dean capì immediatamente cosa intendesse e cercò, allarmato, di tirarsi indietro il più possibile, ma , purtroppo , senza riuscirci.

In un attimo, Micheal, gli fu sopra e la sua mano forte e potente, si serrò sul suo petto. Come una potente scarica elettrica , Dean si sentì come se tutto quello che lo rendeva ciò che era , gli stesse per essere strappato via dal petto. Un dolore lancinante gli attraversò l’intero corpo fino a farlo inarcare innaturalmente.

Dalla sua bocca un grido silenzioso.

Sulle labbra dell’arcangelo solo pura soddisfazione. L’energia del suo tramite era come una droga pregiata per lui. Una droga che non gli dava mai assuefazione.

E quando si ritenne soddisfatto, tolse la mano dal torace di Dean che si afflosciò ansimante e madido di sudore, al pavimento. Era stanco, era davvero stanco. Ma nonostante non volesse arrendersi, non vedeva nessuna via di uscita da quella situazione.

Quando Micheal andò via da lui, lasciandolo inerme su quel pavimento, Dean cercò di respirare il più possibile. Non poteva andare avanti ancora per molto. Non in quella maniera.

Doveva pensare, doveva farlo.

Se Micheal era arrivato ad attingere direttamente dal reattore nucleare umano, voleva dire che cominciava ad essere davvero a corto di energie. Come poteva sfruttare questa cosa a suo favore?

Un modo c’era.

Ma come al solito nella vita di Dean Winchester, quando si trattava di salvarsi la vita, il più delle volte si ritrovava ad un passo dalla morte. E pensandoci bene, con quello che aveva in mente di fare, anche questa volta non sarebbe stato diverso.

Doveva far attingere a Micheal più energia possibile, doveva mostrarsi perfino sconfitto, sottomesso. Questo, l’avrebbe reso talmente debole che molto probabilmente , il suo corpo non sarebbe stato più in grado di sopportare la potenza dell’arcangelo e Micheal sarebbe stato costretto ad abbandonarlo.

Gli angeli a differenza dei demoni, non potevano possedere corpi morti. Loro avevano bisogno di un anima, di un Sì per avere un tramite.

E così fece.

I “prelievi” di Micheal si fecero più frequenti e ogni volta , Dean, sentiva la vita sfuggirgli insieme all’energia che Micheal gli succhiava via. E ogni volta era come se una scossa elettrica lo spezzasse in due, per poi lasciarlo sfiancato e inerme.

Fin quando, all’ennesima sessione, Dean fece la sua mossa.

Micheal si presentò a lui, per l’usuale prelevamento e fu palesemente sorpreso quando il suo tramite, in ginocchio , poggiato sui talloni, non oppose nessuna resistenza, anzi, lo vide perfino aprirsi appena la camicia.

“Bene, bene, bene…..ce n’è voluto di tempo, ma a quanto pare vedo che hai iniziato a capire che è inutile combattermi!” fece vittorioso e un attimo dopo, fece ciò per cui si era palesato.

E così ancora e ancora e ancora, tanto che Dean , iniziò a pensare che quello che stava facendo serviva a poco, purtroppo.

 

Un giorno, fu Naomi a richiamare l’arcangelo. “Posso parlarti?!”

“Ehm??!! certo...stavo solo cercando di recuperare più energia possibile...”

“Sì, sì...capisco. Ed è di questo che volevo discutere con te!”

“Discutere?!”

“Credo che sia arrivato il momento che tu lasci il corpo di Dean Winchester!” fece l’angelo.

“Non capisco questa tua richiesta!” si fece serio Micheal.

“Lo so, lo vedo che è da tempo che stai attingendo energia direttamente dalla sua essenza. Ho capito che il tuo potere non è più dovuto solo al legame arcangelo/tramite. Se continui così, Micheal, lo ucciderai. Ucciderai ciò che è Dean Winchester e ti ritroverai con un involucro di carne e dovrai abbandonarlo per forza. Sai che noi angeli non possiamo possedere i morti, che...” ma fu interrotta quasi con sufficienza.

“Sì, sì, sì...l’anima , lo spirito e compagnia bella.” fece sarcastico senza nemmeno rendersene conto.

Naomi invece , sì.

“Micheal..” lo richiamò severa. “..che tu sia un arcangelo o meno, le regole sono regole. Ciò che hai fatto per il Paradiso in questi mesi è qualcosa di grandioso, ma in tutto questo non è e non può essere contemplata la morte di Winchester. Quindi, in nome di Nostro Padre, agisci di conseguenza!”

Micheal, a quel pacato e severo rimprovero, avrebbe voluto spezzarle il collo e strapparle via la grazia, ma ormai era a buon punto con gli angeli e ne aveva abbastanza per portare avanti il suo piano di conquista e purificazione, come lo chiamava lui.

“Si, lo so. Ti chiedo scusa. E’ che sono….stanco. Per favore , sorella...perdona il mio tono ingiustificato!”

Naomi addolcì immediatamente lo sguardo. “Ascolta, ho avuto a che fare con questi ragazzi tempo fa e per quanto i nostri rapporti non fossero tra i migliori, posso garantirti che non meritano di essere divisi in questo modo. Lascia che Dean torni da suo fratello, dalla sua famiglia. Lascia che, per quanto possa essere possibile, finisca i suoi giorni tra di loro e non da solo in un posto che almeno per il momento ancora non gli appartiene.”

“Che significa... per quanto possa essere possibile?” chiese in dubbio.

“Per quanto sia stato scritto che Dean era destinato ad essere il tuo tramite perfetto, il tramite originale, tu sei comunque un arcangelo, tra i più potenti, e lui era ed è comunque e solo un umano. La tua potenza lo ha segnato in profondità, irrimediabilmente.” spiegò con pacatezza. “Il tuo attingere alla sua essenza più profonda, lo ha indebolito oltre ogni sopportazione.”

“Potrebbe morire se io abbandono il suo corpo!?” fingendo preocuppazione.

“No, non morirà, ma...”

“Ma?!” fece oltremodo curioso.

“Sarà un miracolo se riuscirà a riprendere conoscenza.” asserì con un certo dispiacere.

“Capisco.” fece fintamente affranto. “Cosa posso fare per alleviare la sua situazione e ripagarlo del suo sacrificio?!” domandò perfino.

“Riportalo alla sua famiglia. Di tramiti leali che acconsentiranno ad un tuo invito ne troverai, fratello. Credimi!”

Micheal si mostrò accondiscendente. “Sì, permettimi solo di ringraziarlo come merita per quello che ha fatto per noi. Per la fiducia che mi ha accordato, nonostante tutto!”

“Sì, sì. Certamente. Certamente!” fece soddisfatta l’angelo, lasciandolo da solo.

 

Un attimo dopo, Micheal, si tratteneva dal gridare rabbia e frustrazione per quella situazione che doveva comunque affrontare. Ma , al punto in cui era, non poteva rischiare di perdere tutto. Uccidere Naomi sarebbe stato decisamente un passo falso e ormai Dean stava per diventare del tutto inutile. Averlo solo come vestito di carne non gli sarebbe servito a niente. E lui era talmente così vicino al traguardo che sentiva già il nastro d’arrivo pressargli sul petto.

“Ok! E sia!” e chiuse gli occhi.

 

Quando si ritrovò da solo con Dean, il cacciatore era piegato sulle ginocchia e sembrava già in attesa, anche se, di tanto in tanto dondolava pericolosamente e doveva poggiare una mano su quel pavimento invisibile, per non lasciarsi cadere a terra.

“Qualcuno è già pronto , a quanto vedo!” fece sarcastico mentre gli si faceva vicino e mentre , Dean, con fatica, si apriva appena la camicia. “Che bravo….ma no!” asserì e sorrise mellifluo , quando vide gli occhi del tramite puntati nei suoi, pieni di sorpresa. “Sono qui per darti due notizie. Una buona e una cattiva!”

Dean deglutì appena. Sentiva che tra buona e cattiva forse non c’era nessuna differenza. Lo sguardo di Micheal , diceva il resto.

“La buona è che sto per lasciare il tuo corpo!” disse semplicemente.

Dean, a quella notizia, strabuzzò gli occhi. Forse si era sbagliato, forse davvero era una buona notizia, forse il suo piano di assecondarlo aveva funzionato. Però forse , la brutta notizia era che aveva funzionato talmente bene, che ora il suo corpo era talmente mal messo, che una volta che Micheal lo avesse lasciato, lui non sarebbe sopravvissuto.

Tutto però ebbe la sua risposta quando Micheal finì di spiegargli.

“La brutta notizia è che il ringraziamento che ti porgerò adesso, te lo ricorderai fino all’ultimo dei tuoi giorni!” e così dicendo si impose minaccioso, mentre Dean, allarmato, cercava di sottrarsi. Inutilmente.

Ciò che avvenne nei momenti successivi , fu una vera propria aggressione punitiva. I colpi di Micheal erano di una violenza inaudita e se Dean non fosse stato in quella forma “mistica” sarebbe di certo finito a pezzi sul quel pavimento. Invece, sfortunatamente, ciò che era, gli consentiva di subire senza sosta la violenza dell’arcangelo.

Ogni pugno era un macigno contro il viso o in pieno stomaco. Ogni volta era come se non avesse più un respiro, o l’aria gli impedisse di gonfiare i polmoni.

Ogni calcio era come se gli spezzasse un numero imprecisato di ossa, anche se Dean sapeva che nessun osso era rotto, ma ciò che lo sfiancava era il dolore provato a quella sensazione di rottura.

Micheal gli fermava la testa con una mano e con l’altra colpiva e colpiva, fin quando non vedeva la confusione sul volto della sua vittima.

Era come se Dean per un attimo, non capisse più niente. O se fosse ancora vivo.

Allora, l’arcangelo, gli dava qualche secondo di tregua per poi ricominciare.

“Rimpiangerai l’essere ancora vivo, Dean Winchester!” gli diceva mentre colpiva. “Ti odierai quando ti renderai conto di non poter più proteggere il tuo adorato fratellino….” e colpiva. “O il tuo amichetto alato….” e ancora. “O il giovane e leale nephilim.” e ancora e ancora. “Ti odierai quando li vedrai morire per mano mia mentre tu sarai solo un vegetale che assiste inutile alla loro morte!” e assestando quello che era l’ultimo colpo, si lasciò ai suoi piedi, qualcuno che di Dean Winchester non aveva più niente, se non il nome.

 

A Lebanon, in Kansas. Nel bunker del Letterati.

Sam era seduto al grande tavolo tattico della sala principale. Accanto a lui Castiel. Di fronte, Jack.

Sparsi davanti a loro, decine di fogli su cui c’erano appuntati i vari avvistamenti di Dean. O meglio di Micheal nel corpo di Dean.

“Cas, niente ancora su Radio Angelo!?”

Cas negò amareggiato. “Sai qual’è la situazione in Paradiso. Riesco a percepire solo interferenze.”

Allora il giovane guardò Jack, sapendo che anche il nephilim poteva sentirla. Ma anche Jack confermò ciò che aveva appena detto Cas. “Mi dispiace, Sam.”

Sam annuì. Ad entrambi. Di certo non poteva incolparli.

“Ok! Continuiamo alla vecchia maniera.” fece indicando le mappe e i cellulari.

In quel momento, il suo, squillò.

“Alex?” fece incuriosito dalla chiamata dell’infermiera di Siux Falls. “Ehi? Tutto ok? Problemi con Jody o le ragazze?” chiese prima di dar modo alla ragazza di parlare.

No, Sam. Noi siamo apposto. Ma...

“Ma, cosa?!” e il tono apprensivo che usò, allertò anche Cas e Jack, che diedero più attenzione alla chiamata in corso.

Dean...” fece lei.

“Dean?!”

Jody lo ha trovato durante un pattugliamento. Un’ambulanza lo sta portando qui.

benchè la mente di Sam in quel momento era in totale confusione , la sua parte logica non riuscì a non fare il proprio lavoro. “Alex fate attenzione…. siete certe che sia….”

Sam, è lui.” fece Alex decisa. “Solo lui!” precisò , sapendo che Sam avrebbe capito cosa intendeva. “Jody se ne è accertata!

Un respiro tremante sfuggì dalle sua labbra tirate.

“Mi metto in viaggio immediatamente!” e mise giù.

Gli altri due, già pronti a seguirlo. Al loro udito angelico il contenuto della telefonata non era sfuggito.

“Avvisate Bobby e la mamma. Io preparo l’Impala!”

 

8 mesi. 2 settimane. 4 giorni dopo il patto di Dean con Micheal.

   
 
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