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Autore: Siro    15/09/2018    1 recensioni
[Girls Und Panzer]
Il comandante Anchovy, amareggiata dalle sconfitte che il liceo Anzio continua a subire, dovrà confrontarsi con una delle scuole più prestigiose dell'emisfero occidentale. Una storia che cerca di omaggiare e raccontare superficialmente gli approcci tra due imperi decaduti della storia, sulle spalle di una manciata di ragazze che, sportivamente parlando, combattono su carri armati.
Genere: Azione, Drammatico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3 - Morale


La sera della vigilia dell'incontro tra le due scuole, Anchovy osservava in silenzio il suo P40 parcheggiato in un campo. Rimasta sola dopo una buona cena di gruppo, accarezzava il carro di fronte a lei, per sussurrargli incoraggiamento. Carpaccio osservò il suo comandante e decise di raggiungerlo. Le nuvole nascondevano la luna che illuminava quella sera di paura e tensione sui terreni dell'Aquila. I grilli non cantavano quella sera, e il vento soffiava tra gli arbusti europei di quella città.
<< Anchovy! >> disse la ragazza bionda arrivata dietro di lei.
<< Carpaccio... >> rispose malinconicamente l'amica.
<< Non voglio che lasci Anzio... siamo tutte orgogliose di te, non ti far condizionare da un comandante molto più forte di noi. Non è proprio della nostra portata e non può giudicarci in questa maniera >> continuò Carpaccio mentre stringeva la mano di Anchovy nelle sue.
<< Non lo so, amica mia. Io so solo una cosa. Che non voglio più fuggire. Non voglio più trovare modi di farla franca. Domani combatteremo a viso aperto, di fronte a loro e senza paura. Soccomberemo. Potremmo vincere solo con la fortuna che ci mancherà. Ma almeno avrò l'onore di non essere fuggita >>.
<< Anchovy... >> disse Carpaccio, e con piccole lacrime agli occhi continuò << Anch'io non fuggirò! Sarò sempre al tuo fianco qualsiasi cosa tu decida di fare! >>.
<< Puoi dirlo forte sorellona >> si sentì dalle spalle del comandante.
Dei capelli violetti fecero la loro comparsa, anticipando la visione del volto di Pepperoni.
<< Anch'io. Eseguirò ogni comando senza indugiare >> disse l'amica, per poi abbracciare con un sorriso il suo comandante.
Tutte e tre le amiche si abbracciarono insieme, avvolte dal mantello del comandante.
<< Non vi lascerò sole, ve lo prometto >> disse Anchovy, per poi staccarsi e posizionarsi di fronte a loro con aria spavalda, e riprendere parola << Domani daremo via all'operazione "Scacco alla Regina" >>.
Carpaccio si asciugò brevemente gli occhi e chiese cosa intendesse.
<< La nostra strategia sarà quella di puntare al suo carro. Anche se non sarà di comando o l'obiettivo della partita, voglio darle una lezione. Un qualcosa che farà bene anche a lei per aiutarla a cercare nuovi eredi. Dimostrerò che anche una dea può essere toccata, e lo faremo sparando su di lei con ogni nostro mezzo! >>.
<< Anchovy, come ho detto non indugerò. Ma spero che tu sappia che non basterà distruggere il suo carro, perché come noi potrà scendere e salire su un altro a disposizione >> disse Pepperoni.
<< E qui entra in gioco la seconda fase. Distruggeremo solo ogni carro su cui lei salirà. Sarà una battaglia psicologica. Le toglieremo ogni trono su cui lei si vorrà sedere! La lasceremo vagare per i campi a piedi >> ridacchiò Anchovy, mimando una camminata graziosa e allo stesso tempo indispettita.
Le due amiche le sorrisero, ma poi Carpaccio prese parola << Sapete quali sono i soprannomi che le danno? "Il cavallo rosso". Per come velocemente travolge i suoi avversari. Oppure "Toscanella" per le sue origini Toscane, o come piace a loro chiamare "Etruria" >>.
<< Già, d'altronde dicono che il campo su cui giochiamo domani è ispirato alla sua terra natale, molto collinoso >> interruppe Pepperoni.
<< E soprattutto la chiamano "Domina Virtus", che vuol dire "Signora del potere". Mi ha abbastanza sorpreso, perché è il soprannome dato da chi viene sconfitto e non da loro stessi. Sembra come se i loro avversari si sentissero... sottomessi. Cesare mi ha detto che neanche lei sa come Augusta fa a capire la giusta contro-tattica dei loro avversari. Non usano nemmeno spie >> concluse Carpaccio per poi osservare il volto cupo e nervoso del comandante.
<< Domani lo vedremo. Potremmo riuscire a prenderla in contropiede anche in questo ambito. Infliggeremo due belle batoste alla signorina >> concluse il comandante per poi congedarsi dalle sue amiche.
Il suo passo era deciso, e i suoi pensieri cadevano fissi su Augusta, come se fosse assuefatta dalla sua esistenza. Arrivò di fronte alla sua abitazione, e si levò il mantello dalle sue spalle. Lo osservò, dopodichè cadde una goccia su di esso. Incominciò a piovere, crescendo di intensità sempre di più. Le gocce coprivano le lacrime prodotte dal volto di Anchovy. Strinse il mantello, e poi lo lasciò cadere. Esso incominciò a sporcarsi e inzupparsi di acqua. E mentre osservava il suo mantello, strinse i pugni, sorrise e poi esclamò << Non ti lascerò toccare Anzio, mia regina... >>.

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Rondini. Una giornata fresca e soleggiata era sopra le teste delle ragazze pronte allo scontro. I due comandanti si guardarono fissi negli occhi a due metri di distanza una dall'altro. Il volto deciso e incrollabile di Augusta Pompeia si esponeva nella sua divisa da battaglia: un mezzo mantello rosso che cadeva sulla spalla destra mantenuto da un medaglione dorato. La sua tunica bianca e dorata era avvolta da una armatura addominale che faceva spazio per far fuoriuscire il seno coperto sopra di essa. La spalla sinistra era coperta da uno spallaccio in metallo. Portava un gladio affilato nella fodera, al fianco della sua gonna rossa dai frammenti di cuoio. Portava anche dei sandali lunghi ai piedi, come tutte le ragazze della Impero. La ragazza in tunica rossa e dai capelli biondi era accanto a loro e spiegava le regole dell'incontro.
<< Dovevamo rinviare lo scontro per la pioggia di ieri sera, ma la nostra Augusta ha insistito, e oggi vi toccherà giocare su un campo umido >> finiva di spiegare, per poi inchinarsi e allontanarsi.
<< Augusta. La mia Anzio è pronta a vincere. Mi chiedo se la tua scuola sia pronta altrettanto >>.
<< Tribuno. Le mie ragazze contano i secondi che ci separano dalla vittoria, per cercare di stabilire un nuovo record. Conto su di te sul non farglielo fare >>.
Le due fecero un inchino e si diressero su uno dei loro rispettivi carri. Augusta salì su un M13/40 e si allontanò dal padiglione di partenza. Anchovy si diresse verso il suo CV33.
<< Perché stiamo usando questo noi? >> disse Pepperoni quando salì Anchovy.
<< Tu sei un bravo pilota. Carpaccio un bravo cannoniere >> rispose il comandante, per poi osservare Pepperoni accendere il motore << Carpaccio è pronta a sparare col P40, noi ci dobbiamo avvicinare ad Augusta >>.
I dieci carri di Anzio si muovevano insieme in formazione larga in cerca dei carri armati di Augusta. Cinque Semoventi 75/18 erano affiancati da quattro CV33 e il prezioso P40. Passò un quarto d'ora e i carri di Anzio non trovavano nessuno, marciando tra le valli delle colline. Ad un tratto, un paio di M13/40 sbucarono sulla cima di un colle. Uno di essi era di Augusta, il carro dalle striature rosse e gialle, con la sua testa sbucata dall'abitacolo. L'altro aveva delle striature violacee. Essi tornarono indietro e Anchovy diede ordine di aggirare il colle.
Dal lato opposto osservarono una cortina di fumo propagarsi davanti a loro.
<< Ragazze... >> iniziò Anchovy parlando alla radio << I carri di Augusta sono di fronte a noi, preparate la formazione. Dobbiamo creare scompiglio con i Carri Veloci, in quanto a voi, Semoventi, cercate di attirare l'attenzione. Carpaccio, pronta per l'obiettivo >>.
<< Tribuno! >> una voce si sentì urlare da oltre la cortina di fumo, e poi continuò << Ti avevo avvertito di non imitarmi... Prima Coorte. Testudo! >>.
<< Hoy! >> risposero le ragazze della Legione.
Diversi rumori metallici, di motori e di cingoli si udivano oltre la nebbia di fronte alle ragazze di Anzio.
Anchovy iniziò ad agitarsi, intimidita dalle parole e da quei rumori oltre il fumo.
<< Potevi escogitare qualcos'altro, e avresti avuto diverse possibilità. Ma hai deciso di riottenere quell'onore che ti è stato sottratto dalla sottoscritta. Sei un libro aperto come tutti gli altri... e per questo che soccomberai alla Impero! >>.
La voce di Augusta era travolgente e spezzava qualsiasi fiducia e morale tra le ragazze di Anzio. La nebbia iniziò a dissolversi, mostrando al liceo una visione spettacolare, se non spaventosa. Quattro M13/40 avevano formato una fila di carri per proteggere i due carri avvistati precedentemente. Sulla corazza frontale di ogni carro della Legione venne installato una piastra di acciaio balistico obliqua che copriva dei sacchi di sabbia. Sull'armatura installata venne raffigurato il simbolo della scuola, con tanto di sfondo rosso, tranne per il carro dalle striature violacee che lo aveva invece viola.
<< Anzio. Fate fuoco! >> ordinò Anchovy per poi osservare i colpi che rimbalzavano sulla superficie obliqua.
<< Prima Coorte. Centuria Pretoriana. Avanti con linea di fuoco! >> ordinò di risposta Augusta, nel mentre i carri di Anchovy ricaricavano i colpi.
I carri della Legione si spostarono in avanti e poi si misero in fila indiana, accostando i carri di Anzio sulla loro destra. I cannoni degli M13, già ruotati in posizione data l'impossibilità di sparare in avanti, fecero fuoco e riuscirono a distruggere un Semovente e due Carri Veloci. I carri di Anzio non riuscirono né a ruotare, né a ricaricare in tempo. Poi, i carri di Augusta si rimisero in posizione difensiva sul lato opposto.
<< Perché!? >> disse agitata Anchovy, nel mentre si aggrappava e stringeva tra le sue mani il bordo superiore dell'abitacolo, per poi chiudere gli occhi e pensare << Non è giusto. Non può esistere una ragazza simile a lei. Nessun altro potrà mai essere come lei, nessuno sarà in grado di rimpiazzarla... non sono riuscita nemmeno a toccarla e ha già distrutto quasi mezza squadra in un sol colpo. È riuscita a prevedere con precisione questa mossa, anche se entrambe sapevamo che non era vincente >>.
<< Tribuno! >> si sentì urlare dall'altra parte della prima fila di carri.
I carri di Anzio si voltarono e si prepararono a sparare una seconda volta.
<< Anzio non è degna di un leader come te. Povere ragazze che non porteranno a casa la loro vittoria! >>.
Pepperoni appoggiò una mano sulla schiena del comandante e sorrise << Non importa, noi saremo con te >>.
<< Legione Imperiale. Carica e travolta! >> ordinò Augusta, per poi partire con tutti i carri alla massimo della potenza verso i carri di Anzio.
Anchovy si rasserenò alla vista di quel sorriso e poi, stringendo la radio nella sua mano, ordinò << Anzio! Dispersione! >>.
I carri armati del liceo si spostarono e cercarono di schivare con successo la carica della Impero. I carri armati di Anzio si divisero per tante strade diverse, e i carri di Augusta si riposizionarono in difesa.
<< Ragazze. Disperdetevi meglio, incontriamoci al colle della fattoria, mi è venuto in mente un piano... >> disse il Duce via radio, per poi dirigersi su una strada.
<< Ragazze. Il comandante si sta forse riprendendo, e cercherà un punto faverevole per spararci. Prima Coorte. Centuria Pretoriana. Inseguiamo il carro di Apiua. Schermagliatori, lasciate le posizioni e raggruppatevi a noi. Unità Equites, anche tu. Temo che a breve dovremo fare un cambio >> ordinò Augusta, parlando attraverso il suo gladio ricetrasmettitore, per poi inseguire in formazione il carro di Anchovy.
Il carro del comandante di Anzio riuscì quasi a seminare gli M13, per poi salire in cima ad una collina. Uno dei Semoventi, che aveva anticipato Anchovy, era già in posizione e aprì il fuoco verso i carri di Augusta.
<< Legione! Tenete duro, è come avevo previsto. Hanno trovato un punto favorevole... semi circondiamo il colle a sinistra >> ordinò la dea della Impero, per poi tenere la fila indiana. I carri di Augusta si fermarono su di un lato del colle ammirando Anchovy in piedi sul terreno. Il comandante di Anzio si mostrava in camicia con aria spavalda, e mostrava la sua giacca legata intorno alla vita.
<< Ragazze... "Scacco alla Regina"... >> disse il comandante nel suo microfono, assumendo il suo tono serio.
Delle balle di fieno vennero spinte giù dalla collina dai Carri Veloci. I carri di Augusta spararono sia ai carri che alle balle di fieno, ma fin troppe per essere beccate tutte. Alcune di esse andarono a sbattere sui carri della Legione, senza arrecare però alcun danno. Augusta si affacciò dal carro e prese parola << E quindi, Tribuno!? Pensi di aver riconquistato il tuo orgoglio con questa mossa!? Balle di fieno, come le tue tattiche... ragazze, fuoco sui bersagli in alto! >>.
Anchovy porse un breve ghigno. Il resto dei Semoventi di Anzio, insieme al P40, sbucarono da dei cespugli dal lato opposto e fecero fuoco sugli M13. I carri di Augusta cercarono di rispondere, ma le loro torrette furono bloccate da un lato dallo scudo, e dall'altro dalle balle di fieno. Non fecero in tempo a spostarsi che furono colpiti e distrutti; ad alcuni carri si appiccò anche un incendio ai motori. Augusta, per la prima volta nella sua vita, fu sorpresa. Non si agitò, e addirittura sorrise. E dopo che fu colpita, chiuse gli occhi e nella sua mente le tornò un lontano ricordo quasi dimenticato.
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"Cara Alessandra,

sono tuo Nonno..."

 

La maestra scriveva degli esercizi di matematica sulla lavagna mentre i bambini sedevano composti in una delle scuole pubbliche in Italia. Una bambina dai capelli castani rideva con la sua compagna di banco e cercava di non farsi scoprire dall'insegnante.

" Ti scrivo per chiederti scusa. Ho trovato finalmente

le parole per dirtelo... adesso che finalmente sei diventata più grande".


<< Alessandra, vieni alla lavagna >> disse la maestra osservando la bambina dai capelli castani. Essa le sorrise e si diresse verso di lei.

 

"Ho sbagliato due volte nella mia vita, e tutte e due con te.

Ma adesso importa che mi ascolti, per favore...

Mi dispiace che ti sono venuti a prendere con la forza...

e anche se stai lontano da me, so che ti trovi bene lì"

 

<< Con "insieme" si indica un raggruppamento di oggetti, individui, simboli e numeri che sono ben definiti e distinti tra loro >> rispose Alessandra, per poi ottenere un sorriso dalla maestra.
 

" Ho avuto la possibilità di lasciare il nostro podere in Toscana

per venirti ad aiutare in questa tua avventura. E non lo feci..."

 

<< Signora maestra. Ci sono due uomini della polizia che vorrebbero parlare con la bambina >> disse una signora, affacciandosi dalla porta della classe.

 

"Ho avuto la possibilità di ospitare te e mamma,

quando ancora per papà era soltanto un vizio. E non lo feci..."

 

<< Ciao piccolina. Ascoltami, dobbiamo dirti una cosa. Sai, a volte succedono cose brutte, ma... >> i due poliziotti si erano chinati per parlare meglio con Alessandra fuori dalla porta.

 

"E adesso che papà è in prigione e mia figlia in cielo...

Promettimi che sarai forte.

Promettimi che non cederai alle tentazioni"

 

Le lacrime della bambina scendevano ininterrottamente mentre i due uomini in uniforme continuavano a consolarla e parlare con lei. Ma Alessandra si era già chiusa nel suo mondo.

 

"Promettimi che ti prenderai tutto quello che ti spetta.

Promettilo, perchè questo mondo non ti restituirà mai

quello che ti ha preso"

 

Nella macchina della polizia, Alessandra continuava a guardare la vita fuori dal finestrino. Ma in quel momento non le importava. Voleva solamente tornare ad essere felice, come lo era qualche istante prima. Finché non arrivò al porto, quando osservò per la prima volta la Sparviero Maxima.

 

"Promettimi che non mi porterai rancore.

E soprattutto, promettimi che il tuo nome verrà impresso

nel cuore del mondo"

 

La polizia aveva accompagnato la bambina per fare la sua iscrizione, e venne subito accettata. La ragazzina si asciugò gli occhi, rinchiuse la sua vita precedente dentro il suo cuore, e si incamminò sulle scale della grande nave.

 

"Promettilo per tua madre.

Perchè se ti vedesse sarebbe fiera di te.

Ed anche se son vecchio e non durerò ancora per molto,

promettimi che quando terminerai gli studi, tornerai a trovarmi..."

 
   
 
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