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Autore: Gatto1967    16/09/2018    3 recensioni
È lei o non è lei? È lei o non è lei? Cerrrrrrto che è lei! Si certo, è lei ma non è esattamente come ce la ricordavamo. È come se… le mancasse qualcosa. Come se fosse passata attraverso altre vicende, ma saranno davvero poi tante altre?
Forse per essere completamente lei avrebbe bisogno di conoscere alcune persone che non ha conosciuto prima, avrebbe bisogno di fare esperienze che le mancano.
O magari non le mancano tanto?
Magari potrebbe anche farne a meno…
Non ci state capendo niente vero? Neanche io.
Allora ricominciamo tutto daccapo...
E se Candy non andasse dai Legan a fare la dama di compagnia?
E se non venisse adottata dalla prestigiosa famiglia Andrew?
E se non andasse nemmeno a studiare a Londra?
Come e quanto cambierebbe la sua vita rispetto alla storia originale?
Signore e Signori, lasciate che vi presenti la protagonista di questa storia “altra” ma non troppo, “simile” ma non troppo.
Questa è la mia bionda eroina, Candice White, un'adolescente ribelle e inquieta, e questa ff vi racconta le sue "nuove" avventure.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo quella serata Candy tornò alla sua solita vita da infermiera. Amava il suo lavoro e non lo avrebbe mai lasciato per niente al mondo, neanche se un giorno fosse diventata la signora Brown, moglie di un ricco banchiere di Chicago. Chissà poi se era davvero quello che Anthony avrebbe voluto fare nella vita.
La storia dello “zio William” alias Albert, l’aveva fatta riflettere. Possibile che essere ricchi comportasse tante rinunce e tanti sacrifici? Quel ragazzo aveva passato buona parte della sua vita nascosto come un sorcio. Aveva sì viaggiato per il mondo e avuto tante esperienze di vita, ma non aveva mai potuto abbracciare suo nipote, il figlio di sua sorella Rose, morta tanti anni prima. Non aveva mai potuto dire a voce alta e chiara il suo vero nome, la sua vera storia.
Valeva la pena vivere così per “gli affari di famiglia”?
 
Anthony rientrava a casa dall’Università. Il tragitto non era lunghissimo, così quando non pioveva a dirotto lui preferiva farlo a piedi senza scomodare l’autista di casa Andrew. Attraversando la strada si trovò su un marciapiede a soli due isolati di distanza dalla residenza degli Andrew.
Passando davanti a un negozio di alimentari si sentì chiamare da una voce femminile che tradiva emozione.
-Anthony! Anthony Brown! Sei… sei tu?!!!-
Anthony si girò verso la provenienza di quella voce e vide una ragazza.
-D-Dorothy!!! Mio Dio, sei tu?!!!-
La ragazza davanti a lui tremava per l’emozione e piangeva. Non riusciva a spiccicare parola e anche Anthony rimase ammutolito.
-Dorothy.- la chiamò un tipo dietro ad Anthony –Credo che dovremmo andare. La signora Williams ci sta aspettando.-
-S-sì, certo Herbert, concedimi solo un minuto.-
-Intanto carico la spesa in macchina.-
-D-Dorothy, ma… cosa ci fai qui?-
-Sono tornata Anthony… sono tornata dal Messico da un anno.-
-E… perché non mi hai cercato?-
-Non sapevo dove cercarti Anthony…- la ragazza chiamata Dorothy perdeva copiose lacrime e anche gli occhi di Anthony si inumidirono.
 
Candy aspettava da una buona mezz’ora davanti a quel bar. Lo ricordava bene quel locale, era lo stesso dove Archie aveva offerto da bere a lei e alle sue compagne del Saint Joseph il giorno del loro arrivo a Chicago.
Cominciò a spazientirsi, Stear sarà anche stato un bravissimo ragazzo e un piccolo genio, ma era anche un ritardatario cronico!
Finalmente l’amico arrivò, di corsa, rischiando di scapicollarsi, ma arrivò.
-Eccomi Candy!- disse ansimando come reduce da una lunga corsa.
–Scusami… per… il ritardo… ma… ho dovuto…-
-Prendi fiato Stear.- rispose Candy –e mettiamoci a sedere piuttosto!-
Ci vollero diversi minuti perché il ragazzo riprendesse fiato.
-Tutto bene Stear?- disse allegramente Candy. –Quando sei arrivato sembrava che il cuore ti stesse scoppiando in gola!-
-Non “sembrava” Candy! Sai, io sono un intellettuale, non amo le cose d’azione!-
E intanto vuoi andare in guerra, pensò Candy.
Un cameriere prese le loro ordinazioni e poco dopo i due consumavano la loro colazione.
-Come sta Patty? È dal giorno della festa che non la vedo.-
-Non me ne parlare… abbiamo litigato…-
-Niente di serio, spero…-
-Invece si tratta di un problema serio Candy. Sai ho deciso di arruolarmi volontario per andare in guerra.-
-Perché Stear…- il tono di Candy era serio. In genere con quel ragazzo era abituata ad avere conversazioni scanzonate e allegre, non avrebbe mai pensato di doverci affrontare un argomento così serio e delicato.
-Candy, noi ci conosciamo da poco, ma tu hai tutta la mia ammirazione. Non hai famiglia, non hai mezzi, ma ti rimbocchi le maniche e ti dai da fare.
Io invece, cosa ho fatto nella mia vita?
Ho usato i soldi degli Andrew per costruire giocattoli inutili, ho studiato in una prestigiosa scuola inglese, ma in realtà non ho mai fatto niente in tutta la mia vita.
Lì in Europa c’è gente che muore per una guerra decisa da industriali e politici senza scrupoli, non tutti i magnati sono come lo zio William.
Questa guerra va fermata Candy, o diventerà il più spaventoso conflitto che l’uomo abbia mai conosciuto.-
-Stear, questi tuoi sentimenti ti fanno onore, ma vuoi sapere cosa troverai una volta che sarai lì? Altri ragazzi come te che dovrai uccidere per non esserne ucciso, capisci Stear?
In ospedale arrivano ogni giorno soldati feriti e mutilati nei modi più orribili. Quella è la guerra! Niente più di questo.-
-Dimmi un po’ Candy, te lo ha chiesto Patty di dirmi queste cose?- il tono di Stear era piccato.
Candy non riuscì a mentire.
-No, non me lo ha chiesto Patty… me lo ha chiesto… tua zia…-
Stear fece una risata amara.
-Incredibile… la zia Elroy che si abbassa a chiedere un favore a una semplice infermiera…-
Stear mise una banconota sul tavolino e se ne andò lasciando una Candy sola e in lacrime…
 
Anthony e Dorothy si guardavano senza riuscire a proferire parola.
Il venticello leggero che smuoveva i loro capelli e i petali delle rose del cancello degli Andrew, a loro sembrava un vento di tempesta che li avrebbe presto strappati alle loro vite.
-Devo andare Anthony. Devo finire di prepararmi.-
-Maledizione Dorothy! Deve esserci un modo! Forse… se scrivessi allo zio William lui potrebbe…-
-No Anthony, non posso rischiare! I soldi del mio stipendio fanno troppo comodo alla mia famiglia, non posso rischiare di perderli! Devo andare, capisci? Se mi vuoi bene devi lasciarmi andare Anthony!-
-Santo cielo! Ma… il Messico!-
-Lo so, è un paese lontano, ma non ho scelta. Se rifiutassi il trasferimento la signora Legan mi licenzierebbe e io non potrei più aiutare i miei fratellini e sorelline capisci?-
Anthony cominciò a piangere. Teneva molto a Dorothy ma non poteva far niente per aiutarla.
Sentiva che dietro a quella decisione improvvisa c’era lo zampino di quella vipera di Iriza, ma anche a saperlo con certezza cosa poteva fare?
-Addio Anthony!- furono le ultime parole che Dorothy pronunciò prima di fuggire via in lacrime.
 
-Ecco, questo è quello che accadde a Lakewood quell’estate zio.-
Albert e suo nipote sedevano su una panchina nel vasto giardino di casa Andrew.
-Una storia triste Anthony, sai io ho conosciuto Dorothy.-
-Cosa? Tu la conoscevi?-
-All’epoca io vivevo alla vecchia villa degli Andrew presso la cascata, te la ricordi?-
-Scherzi? Era lì che vivevamo insieme alla mamma! Come potrei dimenticarla?-
-Una sera mi stavo cucinando un pesce sul fuoco quando sentii un grido di donna provenire dalla cascata. Vidi che qualcuno stava precipitando e mi buttai in acqua, anche se a dire il vero, disperavo di poterla salvare.
Invece ci riuscii. La ragazza aveva perso i sensi e quando tornò in sé svenne di nuovo. All’epoca portavo la barba e lei poverina, mi scambiò per un orso.-
Anthony sorrise malinconicamente: se l’avesse saputo allora…
-Mi disse che si chiamava Dorothy e che lavorava presso i Legan. Mi disse anche che Neal l’aveva spinta in acqua, per farle uno dei suoi stupidi scherzi e che lei era finita nella cascata perché la corrente era troppo forte.
Poco dopo arrivasti tu, ricordi?-
-Già, e le diedi uno schiaffo “perché mi ero preoccupato”. A me non disse niente di Neal, certo per non farmi litigare con lui.-
-Intuii che fra voi due c’era della simpatia, e capii anche che la ragazza non se la passava bene dai Legan.
Maturai la decisione di farla assumere dalla zia Elroy, ma arrivai tardi. Poco dopo lei partì per il Messico…-
-Già, e poco dopo noi partimmo per l’Inghilterra.-
-è un ricordo triste Anthony, ma conservalo così, come un tenero ricordo d’infanzia. Ora nella tua vita c’è Candy.-
Anthony perse lacrime dagli occhi.
-Zio… Dorothy è tornata! È qui… a Chicago.-
-Cosa?-
-Si zio. L’ho incontrata. Lavora presso la famiglia Williams.-
Albert capì al volo cosa si agitava nel cuore di Anthony.
-I tuoi sentimenti per lei non sono cambiati, vero?-
Anthony in lacrime fece cenno di no.
-E lei li ricambia?-
-Sì.-
Albert entrò in piena empatia con il nipote. Capiva quello che provava ma non poteva e non voleva interferire. Poteva solo consigliarlo.
-Anthony. Io non posso dirti cosa fare, posso solo consigliarti di capire cosa veramente vuoi e di prendere una decisione, Qualunque sarà questa decisione tre persone soffriranno, ma è inevitabile.
Coraggio figliolo, non sei un mostro, sei un ragazzo buono che sta soffrendo. È un momento doloroso per te, ma lo supererai, dovrai superarlo.-
-E cosa farò con Candy?-
Ad Albert fu chiaro che la sua decisione Anthony l’aveva già presa.
-Non posso certo dire di conoscerla bene, posso solo dirti che mi sembra un tipo forte, supererà anche lei questo dolore, vedrai.-
   
 
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