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Autore: Eevaa    16/09/2018    6 recensioni
...perché Kaarot, del resto, era l'unico che avrebbe potuto capirlo veramente, era l'unico il quale, per altri motivi, stava subendo il suo stesso identico destino. E, proprio come lui, aveva un'altra vita intera da vivere, da scrivere. Per un attimo, per qualche breve secondo, provò compassione per quell'uomo così come l'aveva per se stesso.
Erano entrambi sulla stessa barca e, volenti o nolenti, avrebbero dovuto cominciare a remare.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Goku, Vegeta | Coppie: Goku/Vegeta
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Disclaimer:
Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama© e Toei Animation©. 

Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale su EFP.
La fanart della copertina non mi appartiene.
Nessun copyright si intende violato.
 
 

-AFTER ALL -
CAPITOLO 44 - DOBBIAMO AVERE FIDUCIA IN LORO



 

Eva aveva sentito parlare di Gogeta. Aveva percepito sulla propria pelle la sua forza durante la grande battaglia contro Li Shenron, aveva potuto osservarlo da lontano, di nascosto. Ma, a dispetto di quanto fosse preparata a combattere contro un essere così fuori dal comune, si stupì di quanto fosse prestante e straordinario.
Nemmeno Gogeta riuscì però a restare indifferente di fronte alla forza di quella Saiyan e, al contrario di Goku che aveva ben avuto occasione di conoscere la forza di Eva, Vegeta rimase a bocca aperta nel misurarsi con lei. Di certo era la donna più forte contro la quale avesse mai combattuto. Era stato messo alle strette da C18, una volta, ma era pur sempre un cyborg; Bra, invece, non si era mai impegnata poi così tanto nella lotta e, nonostante fosse una degna combattente, Eva lo era molto di più - anche rispetto a Pan.
Vegeta era a conoscenza della forza delle donne Saiyan, ma mai si sarebbe aspettato di poterla ammirare di nuovo in una forma così incredibile. Ricordò una delle rare volte in cui aveva visto sua madre combattere, quando era piccolissimo. Era meravigliosa, sinuosa, stratega. Non aveva molte memorie di lei, ma quella era senza dubbio una delle più affascinanti.
Ed Eva... Eva gliela ricordava parecchio. Come si muoveva, come combatteva, come parava i colpi, per quanto fosse temibile nonostante fosse figlia di un combattente di infimo livello. Beh, era pur sempre nipote del guerriero più forte che avesse mai conosciuto.
Ma, nonostante Eva facesse di tutto per opporre resistenza all'invincibile Gogeta,  non aveva poi così tante chance di sopravvivere già in partenza, anche dopo essersi trasformata in Super Saiyan.
Avevano deciso di andare a combattere sul pianeta satellite dei Kaiohshin – i quali erano stati informati di tutto l'accaduto da Re Kaioh - in modo tale da non rivelare ancora la presenza di Eva agli altri guerrieri.
«Impegnati di più!» gli intimò Gogeta il quale, per risparmiare tempo ed energie per mantenere la Fusione attiva, aveva deciso di non trasformarsi in Super Saiyan di quarto livello ma di rimanere al primo stadio.
«Ci s-sto, provando!» digrignò i denti Eva, impegnata respingere in tutti i modi una grandissima quantità di energia sprigionata dall'avversario.
«Non abbastanza, evidentemente» la sbeffeggiò Gogeta, alimentando ancor di più il fascio di luce con un sorriso al limite della perfidia.
Eva urlò e chiuse gli occhi, poi sprigionò tutto il suo Ki invadendo le alte montagne di fulmini e scosse elettriche, e Gogeta spalancò la bocca esterrefatto. Sì, senza dubbio - nonostante l'ibrido non stesse combattendo al pieno delle proprie energie - quella ragazza gli stava dando parecchio filo da torcere. Quando finalmente Eva riuscì a deviare il fascio di luce in direzione del cielo azzurro, Gogeta non poté fare a meno di ridacchiare tra sé e sé. Di certo sarebbe stata una persona utile in prima linea, contro quell'ipotetico esercito capitanato dai draghi. A giudicare dal suo modo di combattere e di agire, ella avrebbe potuto facilmente riuscire a tenere testa a Trunks e, forse, persino a Gohan (in quanto non si allenava da tanti, troppi anni). Era sul serio un vero peccato che Bra non fosse almeno vicina al suo livello, non attualmente almeno, altrimenti avrebbero potuto ricorrere anche loro alla Fusione.
Vegeta, per un attimo, sperò che Trunks mettesse da parte il suo rancore nei confronti di Goten, in modo tale da poter combattere uniti anche loro sotto forma di Gotenks.
Gogeta sorrise sghembo al ricordo di quell'accoppiata vincente. Erano stati due bambini fenomenali. Ma, proprio nell'attimo in cui Gogeta si perse nei propri ricordi e i propri pensieri, Eva colse l'occasione per attaccare e il suo colpo andò a segno in pieno stomaco.
«Che fai, abbassi la guardia?!» sbeffeggiò lei, ancora con il potente pugno incastrato tra gli addominali dell'avversario, schivando poi un calcio di contrattacco. «Troppo lento! Hai fatto la Fusione con una tartaruga, per caso?»
«Tsk» si indispettì Gogeta. Balzò all'indietro su una delle vette più alte di quella piccola catena montuosa, poi ringhiò.
«Tua nipote è una vera insolente» commentò nella mente Vegeta, scardinando la sua coscienza.
«Qualcosa da Radish deve pure averlo ereditato» rispose Goku, pensando poi che sbeffeggiare l'avversario fosse una caratteristica che Vegeta non avrebbe affatto potuto criticare. Insomma, da che pulpito!
Così, cominciando di nuovo ad agire e pensare come un essere solo, Gogeta partì in picchiata in direzione della Super Saiyan. La colpì con un calcio che la fece precipitare per parecchi metri prima che ella si incastrasse con la schiena nel ghiacciaio.
«KAIOKEN!» urlò improvvisamente lei.
Fece sciogliere il ghiaccio e la neve, si illuminò di una luce rossastra e gonfiò i muscoli di tutto il corpo.
«Allora vuoi la guerra!» constatò Gogeta. 
Si scontrarono di nuovo e ancora, a mezz'aria, rincorrendosi poi lungo la vallata. Una caratteristica funzionale del modo di combattere di Eva era senza dubbio la sua velocità. Era molto agile e davvero molto rapida sia nei movimenti che nel volo. E così, dileguandosi dalla morsa dell'avversario, si posizionò in cima a un grande albero color amaranto e, dopo aver azzerato la propria Aura, attese che Gogeta si apprestasse a cercarla per atterrarlo al suolo con un attacco alle spalle. Scattò verso l'alto e, unendo entrambe le mani dietro la schiena, si accinse a caricare una sfera di energia. Era la sua ultima possibilità.
«Kame-hame» pronunciò con rabbia Eva, utilizzando una tecnica che le era stata insegnata dallo zio.
Ma, quando giunse il momento di sganciare l'attacco, Gogeta sparì dalla sua visuale.
«Adesso dimmi ancora che sono lento, ragazzina» fu solo un sussurro alle spalle.
Poi Gogeta la colpì con entrambe le mani a pugno per farla precipitare al suolo. Atterrò in malo modo sul terreno, e ogni tentativo di rialzarsi fu vano.
«FINAL KAMEHAMEHA!» urlò il Super Saiyan, scagliando il proprio attacco nella direzione della donna.
Eva si voltò giusto in tempo per vedersi arrivare addosso il lampo lanciato da Gogeta, poi chiuse gli occhi si parò con l'uso degli avambracci.
Provò dolore, tanto dolore. Ed ebbe seriamente paura di morire, ma ciò non accadde. Forse per miracolo, forse perché – così sperò – quel colpo non era devoluto a ucciderla. Ma non ci era andato tanto lontano.
Eva tossì polvere, tentando stremata di rialzarsi invano. Ricadde sulla schiena, dolorante. Probabilmente aveva più di qualche costola rotta. Tentò di mettere a fuoco il proprio corpo, ma si rese conto che la sua pelle fosse tutta bruciata.
«Aa... argh» soffiò scrutando attraverso il grande polverone, dal quale spuntò un uomo dai capelli neri a forma di fiamma. La Fusione era venuta meno.
Vegeta sogghignò e si accovacciò al suo fianco, divenendo subito molto serio.
«A-aiuto» implorò lei, portandosi una mano sul fianco. Stava perdendo molto, troppo sangue.
«Tuo zio si è molto arrabbiato con me per aver lanciato un colpo così forte» ammise Vegeta, con uno sguardo serio e imperscrutabile.
Eva non capì proprio perché, al posto di aiutarla in qualche modo, quell'uomo fosse fermo immobile a guardarla. Che fosse una vendetta nei confronti di suo padre? Sul serio? E soprattutto, dov'era suo zio?
«Ve... Vegeta... aiuta-mi».
Il Principe si avvicinò di più a lei e le mostrò un ghigno.
«Nel caso tu non lo sapessi, un Saiyan diventa sempre più forte ogni volta che sfugge alla morte. Per questo ti ho ridotta così male».
Eva spalancò gli occhi, poi vide comparire suo zio insieme a una figura dai capelli lunghi e bianchi. Kibithoshin.
«Te la sei cavata bene, in fin dei conti» commentò infine Vegeta, abbozzando poi un sorriso molto meno inquietante.
Eva sospirò, poi lasciò cadere la testa all'indietro per abbandonarsi alle cure magiche di quella divinità, maledicendosi poi per aver provato paura nei confronti del Principe dei Saiyan; oramai avrebbe dovuto saperlo che fosse cambiato.
E, rialzandosi, si rese conto di quanto in realtà quel colpo l'avesse aiutata: una nuova forza stava scorrendo nelle sue vene.

 

I tre combattenti tornarono sulla Terra insieme con il teletrasporto, raggiungendo l'Aura della piccola Martha la quale, con estremo disappunto, era stata lasciata a casa per finire i compiti scolastici. Eva non era di certo una madre apprensiva come Chichi riguardo allo studio, ma almeno per un'oretta al giorno non avrebbe voluto sentire ragioni. Erano riusciti a convincerla con la sola promessa che poi avrebbero fatto allenare anche lei.
E naturalmente il Principe dei Saiyan si rivelò un uomo d'onore: oramai era ben abituato ad avere a che fare con i mocciosi come suo nipote e così, al tramonto, i due iniziarono a lottare nella piccola radura circostante la casa in mattoni. Vegeta cercò di dosare la propria forza per ridurre al minimo gli attacchi, eppure la piccola Martha si rivelò oltremodo preparata. Non come lo erano Trunks e Goten alla sua età, ma comunque molto più forte di ciò che si aspettava.
Proprio per quel motivo il Principe si ripromise che, appena quel periodo nero sarebbe finito, avrebbe presentato Goku Jr a Martha: sarebbe senz'altro stato molto felice di misurare la propria forza con una nuova amica.
Seduti sui gradini poco più lontano, baciati dalla luce calda del tramonto estivo, zio e nipote si godettero la scena sorridendo.
«Sai, ti devo confessare che oggi ho avuto paura che Vegeta mi lasciasse morire. Sono proprio una stupida!» ammise Eva. Goku soffocò una risatina.
Certo, non era stato propriamente consenziente a scagliare un attacco così potente nei confronti di una persona con un Ki inferiore, ma aveva compreso perché Vegeta l'avesse fatto.
«Vegeta!? Ma no, lui è...» rispose Goku, osservando da lontano il Principe parare un colpo ben assestato di Martha «...è una delle persone più buone che io conosca».
Eva strabuzzò gli occhi e lo guardò di sbieco. Goku le aveva raccontato tante cose sui Saiyan, in passato, le aveva raccontato che il principe della loro specie era cambiato, che era diventato una persona onesta, che era riuscito a costruirsi una famiglia.
«Ti ho sentito dire tante cose su di lui. Che è un combattente straordinario, orgoglioso. Mi hai detto che è una persona leale, forte, coraggiosa. Ma non... non ti ho mai sentito dire che fosse buono» ricordò Eva, dopo aver rievocato nella mente tutti i racconti di suo zio.
Goku sospirò, poi sorrise di nuovo e osservò Vegeta in lontananza.
«Lo è diventato. Ed è una persona... meravigliosa» si limitò a dire ringraziando il cielo, le stelle, i pianeti e tutte le divinità esistenti per averlo risparmiato, quel giorno nel deserto, più di cinquant'anni prima. Perché, a oggi, non avrebbe potuto immaginarsi una vita senza di lui.
Eva lo osservò sorridere, poi aggrottò le sopracciglia. Non aveva mai visto suo zio sorridere in quel modo, non lo aveva mai sentito parlare così seriamente, non lo aveva mai ammirato comportarsi così. E, soprattutto, non riuscì a non far caso agli occhi con i quali stava osservando il suo amico, il suo rivale di una vita. E quel dettaglio non le sfuggì affatto.
«Zio Goku! Ne parli come se... se...»
«MARTHAAAA! EVAAAA!»
Una voce proveniente dal sottobosco e un rombo la interruppero – per fortuna – e un uomo alto dai capelli lunghi biondi legati in una coda bassa irruppe dalla foresta, a cavallo di una motocicletta nera.
«PAPÀ!» gridò Martha, correndo poi verso l'uomo appena giunto nella radura. Egli la prese in braccio e la lanciò in aria con una fragorosa risata. Martha non atterrò di nuovo tra le sue braccia e, invece, iniziò a volargli intorno per farsi rincorrere.
Evangeline si alzò dai gradini, balzò agilmente dall'altra parte della radura di fronte al marito e lo abbracciò.
«Alphonse, pensavo arrivassi più tardi» disse, schioccando poi un bacio sulla guancia al marito, seguita a sua volta dalla figlia. Risero tutti e tre, felici, sereni.
E lì, proprio in quell'esatto istante, Goku e Vegeta incrociarono i loro sguardi con amarezza. Non ci fu affatto bisogno di parlare.

 


[Martha, fanart realizzata da Giosuè Graci]


 

«Le ho chiesto di combattere per me, ma così facendo l'ho messa in pericolo» pensò Goku, lasciando sfuggire a Gogeta un'espressione rabbiosa.
Si erano uniti di nuovo, quella sera, con la scusa di meditare ancora un po' e allenarsi ad alimentare i tempi della Fusione. Avevano cenato a casa di Eva e Alphonse, avevano accampato qualche scusa con quest'ultimo per quella visita inaspettata. Era stata una cena ottima, allegra, spensierata. Avevano potuto annusare il profumo di felicità di quella piccola famigliola che, fino a quel giorno, era riuscita a vivere senza alcun dramma, come persone normali. E, inutile dirlo, Goku si era sentito un vero schifo.
«Siamo tutti in pericolo, Kaarot» sottolineò Vegeta, nel tentativo di non fargli perdere la calma. Era chiaro che il suo rivale ci tenesse molto alla vita di sua nipote - specialmente dopo ciò che era successo a Pan - ma quello non era il momento adatto per fasciarsi la testa prima di romperla.
«Eva ha sempre voluto rimanere nell'ombra per vivere come una persona normale. E poi... poi ha una bambina! Come posso chiederle di rischiare, adesso?» si intestardì Goku. Cielo, non si era proprio reso conto del sacrificio enorme che le aveva chiesto di fare.
«Anche Goten ha una bambina! Anche Trunks è un padre! Tutti hanno una famiglia, anche noi» rispose Vegeta, messo duramente alla prova nella sua già precaria pazienza. «Sono tutti adulti e vaccinati, e ricordati che non stiamo obbligando nessuno. Se accettano, conoscono bene quali sono i rischi».
«Ma...»
«No, Kaarot. Niente ma! Questa è una guerra, e noi siamo guerrieri. Lo siamo sempre stati! Siamo sempre stati abituati a combattere per la nostra vita, per questo pianeta e per le nostre famiglie. Tu da molto prima di me! Non stiamo costringendo nessuno a farlo... ma loro combatteranno. Ce l'hanno tutti nel sangue» lo interruppe Vegeta, prima che potesse pensare altro.
Accidenti, non era proprio il momento di tirarsi indietro. Sarebbe servito fino all'ultimo uomo per poter sperare di sconfiggere quella minaccia. E sì, dannazione, ovvio che stavano chiedendo a tutti di compiere un sacrificio, ma avrebbero dovuto credere in loro. Nei loro figli, nei loro nipoti, nei loro amici. Avrebbero dovuto credere nella loro potenza, nelle loro risorse. Sarebbe stato un disonore darli già per spacciati, nonostante per qualcuno sarebbe potuto essere pericoloso.
«Eva è forte, e lo sono anche gli altri. Anche i dannati terrestri!» aggiunse Vegeta. Sottolineò quelle ultime parole facendo intendere che, almeno un pochino, negli anni era riuscito ad apprezzarli. «Dobbiamo avere fiducia in loro. E poi ci siamo noi... ricordati cosa siamo quando combattiamo insieme!» concluse Sua Maestà. Si sforzò il più possibile di non avere pregiudizi su alcuni combattenti, e si sforzò ancora di più per non perdere quella pazienza che era riuscito a mantenere.
Gogeta sorrise senza trattenersi, poiché Goku non riuscì proprio a non perdere il controllo del proprio corpo.
«Hai sempre la risposta giusta per riportarmi con i piedi per terra...» ammise Goku, benedicendo la determinazione di quel Principe, del suo condottiero, di colui che aveva sempre saputo guidarlo durante quei giorni. Gli aveva impedito di fare le peggiori cavolate, gli aveva impedito di cadere, di andarsene. Ringraziò il cielo per avere un vero Re a capitanare quella folle missione, ma soprattutto per avere accanto a sé una persona così forte, sia fuori che dentro.
«Oramai dovresti saperlo» replicò Vegeta, stizzito. Sperò che Goku non si accorgesse che sotto sotto stesse gongolando per le proprie funzionali doti oratorie.
«Preparati, Vegeta, perché quando ci staccheremo da questa Fusione niente mi impedirà di abbracciarti!» lo avvertì Goku.
«Kaarot, questa è una minaccia orribile!» lo accusò. Eppure non poté fare a meno di pensare che, se fosse stato nel suo corpo, avrebbe anche potuto sorridergli. In fondo non era poi così una brutta prospettiva. Ma gliel'avrebbe fatto sudare quell'abbraccio, eccome! Era il Principe dei Saiyan lui, non un fidanzatino adorante.
«Ma smettila...» commentò Goku, ridacchiando nella mente.
E così, dal nulla, anche Gogeta increspò le labbra in una risata silenziosa.


 

Continua...
 




ANGOLO AUTRICE:
Buongiorno a tutti miei cari e mie care :) com'è andata la settimana? Io ancora sono in totale smarrimento post-vacanze. Aiuto! 
Bene, bene, bene, quarantaquattresimo capitolo di After All! Abbiamo osservato Eva combattere (forte, eh?) e, giustamente, lo zio Goku in tutti quegli anni non si era mai preoccupato di riferirle che i saiyan aumentano la forza combattiva sfuggendo alla morte. Bravo, Kaarot, sempre il solito! E Vegeta ha pensato bene di farla quasi secca, così da temprarla per l'ipotetico combattimento contro quell'esercito di guerrieri resuscitati dai draghi. 
Ma abbiamo anche visto che la carissima Eva oltre che essere forte è anche molto furba: ha già capito che tra quei due c'è sotto qualcosa :D 
E poi... beh, è bastato davvero poco per mettere in crisi il nostro caro Goku! Non si è mai preoccupato di niente e di nessuno quando c'è stato da combattere, adesso invece sembra il paladino della famiglia xD è proprio cambiato, che dire... era anche un po' ora che si responsabilizzasse! Però, come gli ha fatto notare Vegeta, proprio ora che c'è da salvare il pianeta si fa le paranoie!? E insomma!
Scena tenera finale tra i due teneroni, non poteva certo mancare.
Bene, dopo questo riassuntone vi lascio e vi avverto: nei prossimi capitoli ne succederà una dopo l'altra. Preparatevi, allenatevi, fate un training! A prestooo!
Eevaa

 
  
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