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Autore: _astronaut_    16/09/2018    2 recensioni
||SPOILER AVENGERS:INFINITY WAR||
"Se non uccide, fortifica", dicono.
E' proprio così?
Raccolta di One-Shots tutte tra loro collegate per creare una storia più lunga narrata dal punto di vista di Tony e degli altri personaggi; se non avete ancora visto il film, non leggete (siate saggi, non rovinatevi la visione di uno dei film più emozionanti dell' MCU!). Enjoy!
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Steve Rogers/Captain America, Thor, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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It goes on
Canzone consigliata: It goes on – Sir Rosevelt
 

PETER

 
“Non voglio morire, non voglio morire, non voglio morire”
Ricordo la brutta sensazione di sentire il mio corpo dissolversi, ricordo la disperazione nella mia voce, ricordo lo sguardo pieno di terrore di Tony, ricordo le sue braccia stringermi a sé quasi come se potesse tenermi in vita…
 
Diamine, se solo fossi stato più veloce a togliere quel guanto maledetto, se solo fossi stato più forte…
 
Forte come l’abbraccio in cui Tony mi aveva stretto prima che sentissi le mie gambe dissolversi come sabbia al vento, forte come lo sguardo che teneva fisso sul mio viso per trasmettermi sicurezza, forte, come tutto ciò che riguardava Tony Stark.
Non era certo un maestro, lui, nel manifestare attaccamento alle persone, soprattutto a me, ma ci avevo fatto l’abitudine: in un certo senso, conoscendolo, si riuscivano a cogliere delle sfumature in tutto ciò che diceva, o che faceva, che tradivano l’affetto che provava per me.
 
“Che ci fai qui, ragazzo?” un pizzico di fastidio – preoccupazione – nella sua voce
“Gita scolastica”, mi dica cosa fare, pensavo, come posso aiutarLa a salvare il mondo
“Lasciati andare, Peet, ti prendo io!” e mi ero fidato, ciecamente. Come sempre, d’altronde.
 
Quando mi stava per prendere a ceffoni sulla ciambellona volante era affetto, puro affetto, e solo ora, col senno di poi, mi rendo conto che tutti i tentativi di non coinvolgermi in ciò che faceva erano volti ad un solo scopo: proteggermi.
 
Ma non ce l’hai fatta
 
E’ questo che sicuramente Tony si è rimproverato.
Il solo pensiero mi rende triste, e per lui provo una grande, profondissima pena.
 
Non sei un dio, non saresti mai riuscito a proteggere tutti…
 
Mi sembra ancora di poter percepire il suo abbraccio, così stretto da quasi togliermi il fiato; se solo avessi potuto guardarmi la tuta, probabilmente l’avrei vista macchiata del suo sangue.
E probabilmente, quella ferita è la cosa a causa della quale ha sofferto di meno: perdere tutti i suoi amici lo ha sicuramente ferito di più: Tony è così, è un finto duro. Basta avvicinarsi un po’ per poter scorgere, con un po’ di attenzione e prudenza, le crepe nella sua maschera da playboy miliardario che oramai si è stufato di indossare. Tony vuole la pace, una vita normale.
Vuole redenzione.
E cosa gli è stato dato, dopo tutto l’impegno che ha messo nell’organizzare le difese della Terra?
 
Che mal di testa…
 
Nella mia bocca sento uno spiacevole sapore di terra, sangue e polvere. Essere un Avenger significa questo?
 
“Bene, ragazzo, sei un Avenger adesso”, e inutile negarlo, i suoi occhi tradivano tutto l’orgoglio che provava in quel momento, misto a un nero terrore che non ce la facessi e alla fiducia nella Giustizia divina che, qualunque cosa brutta fosse dovuta accadere, nulla di male mi sarebbe successo.
 
Tossisco e sputo il grumo di saliva che mi rende amara la bocca, poi mi azzardo ad aprire gli occhi e una forte luce mi ferisce le cornee, tanto da farmi scappare un gemito sofferente.
Mi sento toccare il braccio da una mano affusolata e gentile, anche se scossa da un lieve tremito, e si direbbe quasi abituata ad avere a che fare con persone moribonde; spinto dalla curiosità apro nuovamente gli occhi per mettere faticosamente a fuoco.
“Dottor Strange!” esclamo, pieno di sorpresa “Mi sono appisolato, state tutti bene?”
“Tutti” mi tranquillizza.
Scuoto la testa e cerco di mettermi seduto, ma un dolore lancinante al capo mi annebbia la vista.
“Quanto… quanto tempo è passato?” domando spaesato notando dietro le spalle di Strange non solo la signorina Potts, ma anche Bucky Barnes e Samuel Wilson, Wanda Maximoff, Peter Quill, re T’Challa, Drax e Mantis.
“Non ne ho idea” ammette Strange “Ci siamo svegliati tutti da pochi minuti”
“Ma tu sei uno stregone, dovresti…”
“I miei poteri non hanno effetto, a causa del fatto che mi sono dissolto” mi interrompe Strange, e noto il tremore alle sue mani essere più intenso di quanto ricordassi.
“Oh…” mormoro “Mi dispiace”
Strange alza le spalle, poi mi porge la mano alzandosi in piedi. “Te la senti di alzarti?”
“Mi gira un po’ la testa” ammetto “Forse un po’ d’acqua non mi farebbe male”
“Non c’è nulla” si intromette Bucky Barnes “Ancora prima che ci addormentassimo avevo controllato qui in giro, siamo senza acqua, su un pianeta sconosciuto, in una… dimensione parallela. Oh, Dio, perché non sono morto ancora nel 1945?”
Apro la bocca per dire qualcosa, ma non mi viene in mente nulla di intelligente da dire. Poveretto.
“Steve verrà a salvarci” lo consolano Sam e Wanda “Non lascia mai nulla di intentato”
“Assieme a Tony riuscirà a trovare la soluzione” si aggiunge Pepper.
Strange annuisce. “Facciamo tutti parte della sfera affettiva di persone tra loro emotivamente collegate, vedrete che li rivedremo tutti”
“Non c’è un modo per tornare a casa senza aspettarli?” domando in un sussurro.
Pepper mi sorride malinconicamente, accarezzandomi i capelli arruffati. “Tutto si risolverà, vedrai”
“Sembrerebbe quasi che vi siate messi d’accordo” gracchia un uomo dall’occhio bendato, alzandosi in piedi sostenuto da una giovane donna dallo sguardo tagliente “Guardate un po’ cosa sta arrivando”
Vedo il terreno su cui siamo seduti adombrarsi. Alzo gli occhi verso il cielo e rimango completamente spiazzato dalla vista di due astronavi gigantesche spaccare con dei raggi di luce multicolore lo schermo che racchiude il pianeta su cui siamo stati spediti.
“Ascoltatemi tutti” una voce metallica si sparge limpida e assordante nella pianura in cui ci siamo trovati “E’ Iron Man che vi parla. Al mio seguito stanno arrivando Helicarrier dello SHIELD e navicelle di ultima generazione Wakandiane, disponetevi ordinatamente e non spingete per salire, c’è posto per tutti, fidatevi di me. Fate come vi dico e nel giro di qualche ora sarete di nuovo sulla Terra”
Pepper, che ha trattenuto il fiato non appena ha riconosciuto la voce di Tony, ora sospira, e piange di gioia, una mano sul ventre e una sul cuore, Strange sorride e mi fa l’occhiolino, e con un urlo di gioia liberatorio io, Bucky Barnes e Sam Wilson diamo modo, sbracciandoci, di farci individuare da Tony e tutto il suo seguito.
Il cielo si frantuma, come se fosse una superficie d’acqua che viene attraversata da un sasso, e vedo in cielo quindici giganteschi Helicarrier e cento grosse navicelle Wakandiane che si disperdono lungo tutto il Pianeta su cui ci troviamo.
“Signor Stark!” urlo “Siamo qua! Siamo qua!”
Una navicella e un’astronave si dirigono verso di noi, atterrano a qualche metro di distanza e dopo che si aprono i portelloni, sento il cuore riempirsi di gioia pura: non penso a ciò che faccio, corro verso Tony, che privo di armatura, occhi stanchi, viso smunto e ferito, corre verso di me e mi abbraccia stretto, togliendomi il fiato, stringendo a sé poco dopo anche Pepper e lasciandosi andare a un pianto incredulo, felice e contagioso.
“Sono qui, sono qui” ripete a Pepper mentre la bacia sulle labbra “Non me ne andrò più”
Pepper scuote la testa, sorride e gli accarezza il viso con dolcezza, preferendo non dire niente. Per un momento, sento il bisogno di uscire da quell’abbraccio a tre, sentendomi di troppo, ma Tony mi tiene stretto, e per un momento, mi sembra che, tutto sommato, finché potrò sempre contare su Tony, non sarò mai solo.
 
Nessuno di noi sarà più solo.
 
Vedo Sam Wilson ammiccare verso una bionda in divisa dello SHIELD, che si lascia andare a una risata e lo abbraccia.
Vedo Clint Barton abbracciare sua moglie e i suoi due figli più grandi, lasciandosi finalmente andare a un pianto liberatorio; non mi stupirei se adesso si ritirasse per davvero dall’azione sul campo.
Vedo Bucky Barnes prendere il viso di Steve tra le sue mani e lasciargli un bacio sulle labbra piene di tagli, vedo di rimando Capitan America stringere a sé, privo di ogni vergogna, il corpo del Soldato d’Inverno, forse dopo tanti, troppi anni di attesa, dimentichi di tutto ciò che accade attorno a loro.
Vedo Strange stringere a sé una donna in divisa medica, pronta a dare una mano a eventuali feriti, che singhiozza contro il suo petto, vedo i suoi occhi diventare da gelidi e sfuggenti a lucidi e sereni.
Vedo Peter Quill abbracciare incredulo Gamora, che alla fine lo bacia con passione, tra gli applausi e le grida gioiose di tutti i Guardiani della Galassia.
E non posso fare a meno di sorridere, perché ciò che provo in questo momento è solo questo: pura e semplice felicità.
 
Ma… Zia May?
 
“S-Signor Stark…” inizio un po’ timidamente “Mia… Mia zia? Sta bene, vero?”
Gli occhi di Stark si rabbuiano, si morde il labbro.
“Signore?” incalzo “Non è… Non è morta, non può essere morta, si sarà dissolta, la…”
“Peter” sospira lui accarezzandomi la testa “Dobbiamo parlare” si schiarisce la voce “Un forte terremoto ha scosso New York, qualche giorno fa, e…”
 “E’ una bugia” lo interrompo “Non ci credo, non è vero, è… Non posso aver perso anche lei!” la mia voce si spezza.
“Peter, mi dispiace... Quando Friday ha registrato una anomalia nel movimento tellurico, Barton e Rhodes erano a Terra, hanno cercato di avvisare la protezione civile, ma… E’ successo troppo in fretta… mi dispiace, avrei dovuto… avrei potuto…” balbetta “Non sono stato pronto, nemmeno stavolta, non ce l’ho fatta, ho fallito, ho…”
In qualche secondo vedo l’uomo più forte del mondo, vedo il mio eroe crollare come un castello di sabbia di fronte al mio sguardo sconvolto. E lui si sta addossando, ancora una volta, colpe che non ha. Non può certo prevedere tutti i terremoti del mondo, nonostante la sua A.I. sia estremamente sviluppata, è stato un incidente, sarebbe potuto capitare in qualsiasi momento…
“Tony, no” lo blocca Pepper mettendogli una mano sulla spalla “Non è colpa tua”
 
Ecco, la signorina Potts sa come tranquillizzarlo… Meno male!
 
“Mi dispiace, Peter, mi dispiace” ripete lui “Anche per ciò che ti è successo, mi dispiace tanto, è colpa mia”
Qualcosa nella sua voce mi spezza il cuore, ed è così che do sfogo a tutto la paura e il dolore accumulato: piango stretto a lui, e non so quanto tempo passiamo abbracciati, lui che mi accarezza dolcemente i capelli, io che cerco di trarre forza dal contatto col suo corpo spossato e di dargliene a mia volta.
 
E ora?
 
“Cosa faccio, adesso, Signor Stark?” domando contro il suo petto, preda di tristi singhiozzi “Non ho dove andare…”
“Puoi venire a vivere con me e Pepper” butta fuori tutto d’un fiato, quasi abbia paura di non poter più trovare il coraggio di farmi questa proposta.
Spalanco gli occhi e mi stacco. “Ma io… non” balbetto “Insomma, non sono nessuno, avrò si e no i soldi che la zia stava tenendo da parte per mandarmi in Università, sarei di peso, e… Non sono certamente il figlio perfetto, sono disordinato, a volte mi chiudo in camera e passo le ore a fare calcoli improbabili, sono… Sono un problema”
Tony scuote la testa, guarda Pepper che gli sorride pazientemente e con accondiscendenza, poi mi dà una pacca sulla spalla. “Sono ben lungi dall’essere un padre perfetto, Peter”
“Non voglio deluderti” sussurro, passando inconsciamente a dargli del “tu”.
“Nemmeno io. L’ ho già fatto troppe volte” Tony sorride pacatamente, poi fa passare un braccio attorno alle spalle di Pepper e la stringe a sé “Allora, accetti, Bimbo-Ragno?”
Annuisco. D’altronde, non ho scelta. Ed è meglio andare in una casa in cui so di essere voluto, che essere affidato a chissà chi.
 
Ricominciare da zero… Ce la faremo? Come una famiglia?
 
“Andiamo a casa” mormora Pepper mentre mi accarezza i capelli con dolcezza inaudita e lo sguardo gentile.
“Sì, abbiamo tutti bisogno di una doccia” esclama Tony.
Annuisco. “Dici che puzziamo un po’ di cenere e polvere?”
Ci guardiamo tutti e tre per qualche secondo, poi ci lasciamo andare a una risata esasperata, fino a quando ci manca il fiato.
“Era pessima, Peet” ridacchia Tony “Era davvero pessima”
Ridacchio, e mi incammino verso la navicella da cui ho visto uscire Tony, notando da lontano tutti gli altri eroi velocizzare il più possibile le operazioni di salvataggio.
Tra coloro che sono stati inceneriti, i più impegnati sono Sam, Bucky, T’Challa e Strange: i primi tre stanno smistando le persone in base al Paese in cui vivono, mentre il terzo, finalmente ripreso possesso dei suoi poteri, apre dei portali magici – aiutato da una certa Carol e (ommioddio!) Loki – per far sì che man mano che le navicelle si riempiono possano tornare sulla Terra e riatterrare su Titano nel minor tempo possibile.
Già. Tempo.
Ci metterò del tempo, lo so, per digerire la dipartita di mia zia. Ma Tony e Pepper sapranno starmi vicino, ne sono certo. Ho fiducia in loro, ho fiducia in me, ho fiducia in noi.
Zia May sarebbe felice di sapere che ho trovato qualcuno disposto a starmi accanto non solo in un momento così buio e difficile, ma anche per la vita intera, e di sicuro non vorrebbe che io mi rovinassi l’esistenza per una cosa alla quale nessuno può porre rimedio. Nemmeno un supereroe.
Prometto che ce la farò, per lei e per tutto ciò che ha rappresentato in questi anni.
Sì, ce la farò.
Ce la faremo.
 
Digging through the sands of time to find my way back home
Your memory’s the thing that keeps me hanging on
To know I’m not alone, we’re stronger than the bonds of blood
Even on the darkest days together through the valley of the gun
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolino disagiato
Ed ecco il mio piccolo gioiellino.
Ma non è ancora finita, quindi stay tuned!
Spero davvero che vi sia piaciuto (Peter Parker/Stark era ormai annunciato dal capitolo Dreams, ma spero che comunque il suo punto di vista vi abbia emozionati un po’), fatemi sapere cosa ne pensate, se vi va!
Grazie sempre di tutto, a presto!
Buona domenica e buona settimana,
 
_astronaut_
   
 
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