Capitolo Undici
Il terrorista smascherato
Clive varcò con ansia l'ingresso del suo appartamento e si
diresse nella stanza della giovane. Il suo corpo era stato adagiato sul letto
ed era ancora priva di sensi. Il ragazzo notò immediatamente i vestiti rovinati
e sporchi di terra e sangue, sul lato sinistro della fronte un livido violaceo
decorava il volto pallido della castana. Lui provò a scuoterla e chiamarla, ma
senza successo. Si accertò più volte che il battito cardiaco fosse regolare;
appoggiò l'orecchio sulle morbide labbra di lei per assicurarsi che respirasse,
poi decise di riempire una bacinella d'acqua e rovesciargliela sul viso. Al
contatto con il liquido trasparente, Helen si riprese e sgranò gli occhi con
fare spaventata -Clive, sei impazzito!- esclamò mentre tentava di mettersi a
sedere. Lui sorrise e strinse la ragazza a sé -Helen, sono così felice che tu
stia bene. Shipley mi ha raccontato cosa ti è successo, era un po' confuso
perché ti ha vista svenire due volte, ma sono sicuro che al secondo giro è stata
Yara a finire K.O-. Lei si liberò bruscamente da quell'abbraccio -Si, e avrei
pure vinto se Helen non le avesse prese di santa ragione. Ora lasciami in pace,
è anche colpa tua se sono ridotta così!- -Yara? Non mi aspettavo di certo di
trovare te cosciente...- il ragazzo sembrò riflettere per una manciata di
secondi, poi si espresse -Ascolta, Yara. Ho bisogno del tuo aiuto. Sai ricavare
dai ricordi di Helen se la fortezza mobile è pronta all'uso? In casodi risposta
positiva, vorrei che tu mi dessi una mano-. Lei lo guardò dritto negli occhi,
poi scoppiò a ridere malignamente -Tu, che chiedi aiuto a me? Ma non farmi
ridere! Nemmeno se strisciassi ai miei piedi per tutta la tua miserabile vita
ti offrirò il mio aiuto! Ti sei rivelato incompetente nel proteggere Helen,
quindi ti conviene chiedere a qualcun'altro- disse lei, alzandosi dal letto e
infilandosi le scarpe -Anzi, sai che ti dico? Penso proprio che me ne andrò.
Porterò Helen lontano da te e le farò vivere la vita che merita- Yara non poté
finire la frase che Clive la afferrò per un polso. Il suo sguardo era oscurato
dalla visiera del cappello blu, la stretta sul braccio di lei era
incredibilmente forte e decisa -Farò tutto ciò che vuoi. Qualsiasi cosa. Ho
bisogno di te, finito il mio progetto potrai fare di me ciò che vorrai- sussurrò
poi. La ragazza distolse lo sguardo dalla sua figura e, con un brusco gesto, si
liberò dalla presa del giovane -Se ti chiedessi di ammazzarti, lo faresti?-. A
quelle parole, Clive sgranò gli occhi e il suo cuore prese a battere ad un
ritmo alquanto veloce. Percepì il suo stomaco contorcersi su se stesso e l'aria
iniziò a mancargli. Aveva paura. Non riuscì nemmeno a guardare negli occhi
quella personalità così squilibrata e senza pietà. Era disposto a togliersi la
vita per portare a termine il suo piano? -Penserò ad un modo per dissuaderla
più tardi. Per ora, dovrò assecondarla- pensò lui -Va bene- disse poi -Se
vuoi sopprimermi, potrai farlo. Ma tu, come promesso, mi devi aiutare. Siamo
d'accordo?- tese la mano destra verso di lei e quest'ultima gliela strinse
senza esitazione -Perfetto. Dimmi cosa devo fare-.
I due si sedettero attorno al tavolo della cucina e Clive si affrettò a
spiegarle la situazione -Sono sicuro che il professor Layton abbia scoperto tutto.
Inoltre mi è arrivato un messaggio da Bostro dove mi ha spiegato che hanno
raggiunto i laboratori oltre il Tamigi. Avevo mandato Helen a fare un
controllo, sai dirmi cosa si ricorda?- Yara chiuse per qualche secondo gli
occhi, per poi aprirli di scatto -La fortezza è pronta, ma c'è qualcosa che non
hanno voluto sistemare. Non ho idea di cosa sia, però- -Non importa. Ho rapito
e assunto operai e scienziati competenti, di certo avranno tralasciato un
dettaglio insignificante. In questo momento Layton e il suo gruppo staranno
lasciando la zona industriale, io andrò loro incontro. Il professore vorrà
sicuramente spiegare a tutti l'accaduto, non appena avrà terminato non dovremo
più fingere. Vorrei inoltre che tu salissi sulla fortezza assieme a me, così
almeno Helen sarà al sicuro-. Clive sembrò riflettere un attimo, poi riprese a
parlare -Avremo bisogno di un ostaggio. Dovrai aiutarmi a scortarlo nella
fortezza- -Un ostaggio? Ma non pensi che questo li spingerà ancora di più a
volerti fermare?- chiese la castana alzando un sopracciglio -Tranquilla, so
quello che faccio- rispose lui, voltando la testa e interrompendo il contato
visivo.
Una piccola parte di lui desiderava essere salvato dalla pazzia che lo stava
prosciugando. Helen si era rivelata incapace di aiutarlo, di conseguenza poteva
fare affidamento solo su Layton. Lo stesso uomo che lo aveva salvato,
impedendogli di finire tra le braccia della morte assieme ai suoi genitori.
Forse era troppo orgoglioso per ammetterlo, forse si era spinto troppo oltre,
forse si era convinto di agire per una buona causa, ma non gli avrebbe mai
chiesto aiuto in modo esplicito. Anche quando parlava con Dimitri sul suo
disaccordo di chiamare il professore, in realtà Clive sperava che Hershel gli
avrebbe impedito di finire nel baratro una seconda volta. La sua mente si era
scissa in due e lui aveva continuato a dare ascolto al lato vendicativo -Non
posso farmi prendere dai rimorsi adesso. Devo agire, sono arrivato fino a qui e
non posso tirarmi indietro-. Si alzò di scatto dalla sedia, facendo
sussultare la giovane -Andiamo Yara, lo spettacolo deve iniziare- -Tu vai, io
ti raggiungo. Prima che tutto ciò venga al termine, ho un'ultima cosa da fare-.
Il ragazzo la fissò per un istante, poi uscì dall'abitacolo senza pronunciare
una parola. Lei sorrise: si ricordava bene cosa gli scienziati non avevano
sistemato, ma preferì non farne parola. Clive si sarebbe distrutto con le sue
stesse mani.
***
-Finalmente ci incontriamo di nuovo!- esclamò Clive alla vista del professore
-Dov'eri finito?- chiese l'altro, data la lunga scomparsa del ragazzo -Ho
notato che una strana donna ci stava seguendo, perciò ho deciso di svolgere
delle indagini da solo- mentì lui. Fortunatamente era entrato in contatto con
Dimitri poco prima e si era fatto spiegare cosa era successo in sua assenza.
-Professore, sta parlando di Celeste! Dove la hai vista l'ultima volta?- -Ho
notato che è entrata nel ristorante, il Thames Arms, assieme a Don Pablo-.
Layton annuì -Bene, ci siamo quasi tutti. Manca ancora solo una persona, ma
sono certo che arriverà a momenti-.
Il gruppo composto dal professore, Luke, Flora, Clive, l'ispettore Chelmey e
Barton entrò nel ristorante dove, a suo solito, era presente solo il barista.
Ognuno prese posto ad un tavolo diverso, come se volesse isolarsi nei suoi pensieri.
Non appena calò il silenzio, il cigolio della porta attirò l'attenzione di
tutti: la misteriosa ragazza nascosta dietro il mantello nero fece il suo
ingresso. Layton sorrise compiaciuto, mentre Chelmey si alzò con furia -La
malandrina! Stavolta non mi sfuggi!-. La giovane indietreggiò di un passo,
quasi come se fosse pronta per scappare dalla porta. Luke però la precedette e
si fiondò verso l'uscita per impedirle di scappare. Chelmey prese la ragazza e
la mise a terra, bloccandola per le braccia. Clive sgranò gli occhi e distolse
lo sguardo, quasi come se temesse per la giovane. L'uomo con la tuba se ne
accorse e si sbrigò nel fermare l'altro -Ispettore, capisco la sua brama di
voler smascherare quella donna, ma potrebbe utilizzare un metodo più ortodosso-
-Non si preoccupi, Layton. So quello che faccio- e detto ciò, il volto di lei
fu rivelato -Helen!- esclamarono Luke e
Flora non appena il viso familiare della castana venne allo scoperto. -La prego
di liberare la ragazza- disse Layton rivolgendosi a Chelmey, il quale sbuffò,
per poi alzarsi e concedere a Yara di muoversi. Subito dopo lei si sedette
vicino a Clive, un'ombra di preoccupazione decorava il suo sguardo. Non aveva
mai visto la personalità così in difficoltà. O forse si era fatta acciuffare di
proposito. Glielo avrebbe chiesto più avanti.
-Mi ci è voluto un po', ma credo proprio di essere riuscito a dare un senso a
questi eventi bizzarri- cominciò l'uomo con la tuba -Innanzitutto, dobbiamo
chiarire molte cose su questa città. Tanto per cominciare, non siamo nel
futuro; è tutto una finzione, un set costruito per farci credere di essere
dieci anni nel futuro... Non esiste nessuna macchina del tempo-. I presenti si scambiarono uno
sguardo confuso, mentre il ragazzo dagli occhi scuri strinse i pugni -Lo
sapevo. Ha capito tutto- -Il negozio di orologi in realtà è un grande
ascensore che porta sottoterra- continuò poi Layton -A quanto pare sono state
trovate delle cavità sotto Londra, le quali custodivano antiche rovine, e
Dimitri ha pensato bene di utilizzarle per costruirci questa falsa Londra. Ed è
su questo che si basa il piano dell'uomo: rapire gli scienziati e far credere
loro di trovarsi nel futuro e che l'unico modo per tornare nel presente fosse
perfezionare la macchina del tempo, ovvero il progetto a cui Dimitri non ha mai
rinunciato. E questo è tutto quello che sono riuscito a scoprire, ma sono certo
che qualcuno potrà raccontarci il resto- spiegò, voltandosi verso il barista.
Quest'ultimo sorrise compiaciuto e svelò la sua identità -Dimitri Allen! Ci
stavi spiando sin dall'inizio!- esclamò Chelmey -Quindi è lui il Dimitri di
cui Helen non sapeva nulla- pensò Yara mentre scrutava l'uomo dai capelli
grigi. Sentì Clive sospirare, ormai l'aria attorno a lui si era fatta tesa e
pregna d'ansia. La ragazza fece finta di non accorgersene e si concentrò
nuovamente sullo scienziato -Non ho intenzione di perdere tempo con voi. Sotto
questo edificio sono state innescate delle bombe. Al contrario vostro, io so
dove sono state piazzate e quanto tempo rimane. Buona fortuna a dove mettete i
piedi. Visto che sono magnanimo, ecco questo foglio di carta. Indica dove sono
stati posizionati gli ordigni-. Layton osservò il pezzo di carta e dopo pochi
minuti risolse l'enigma -Sono sicuro che ci stai nascondendo qualcosa. Luke, se
immagini questo schema come un numero che indica il tempo rimasto, quando ce ne
rimane?-. Il giovane apprendista osservò il foglio, poi sgranò gli occhi -Zero
secondi! Le bombe stanno per esplodere!-. Il professore gli mise una mano sulla
spalla -Tranquillo ragazzo mio. Guarda con più attenzione, questo è il simbolo
dell'infinito. La verità è che non ci sono esplosivi sotto di noi-.
Dimitri sospirò -Avrei dovuto prevedere che non ci saresti cascato, Hershel.
Come volete, adesso vi spiegherò tutto- fece un respiro profondo, poi iniziò il
suo discorso. Spiegò il suo progetto di dieci anni prima, quando ancora
collaborava con Bill Hawks. I due riuscirono dopo mesi di progressi a costruire
un prototipo di macchina del tempo e Bill costrinse Claire, la ragazza di Layton,
a fare da cavia. L'altro si oppose, mettendo alla luce un errore da sistemare
prima di collaudare la macchina, ma invano. Raccontò anche che dopo
l'esplosione scoprì che Bill strinse un accordo per vendere la tecnologia della
macchina in cambio di una montagna di denaro. E il giorno del disastro, mentre
Dimitri si era assentato dal laboratorio, l'uomo si prese la libertà di
metterla in funzione, creando il disastro che tolse la vita anche ai genitori
di Clive.
-In un istante ho perso la donna che amavo e il mio lavoro- concluse Dimitri -e
mentre io mi auto commiseravo, Bill si prese tutti i meriti, i soldi della
multinazionale e arrivò al gradino più alto della politica. Non nego che fu la
mia amarezza a spingermi a riprendere le
ricerche. Volevo togliere a quel maledetto tutto ciò che aveva ottenuto e
salvare Claire dal suo destino. Tu mi capisci, non è vero Hershel?-. L'uomo con
la tuba scosse la testa -Claire non è più tra noi e nessuno potrà farla tornare
indietro, io è così che la penso. Però adesso ho un'ultima domanda per te.
Qualcuno ti ha usato come una pedina, te ne sei accorto?-. Dimitri lo
guardò confuso -Non ho idea a cosa ti
riferisci- -Devi sapere che qualcuno ha escogitato un piano peggiore del tuo...
Sto parlando di te!- esclamò, puntando il dito verso Clive, che si alzò di
scatto -Si sta sbagliando, professore- disse lui ritirandosi sulla difensiva.
L'ansia gli stava giocando brutti scherzi; sapeva che ormai la sua copertura
era saltata, ma doveva rimanere lucido per poter iniziare a tutti gli effetti
il suo piano. -Sono certo di non sbagliarmi, Luke. O forse dovrei dire Clive?-
Yara sgranò gli occhi -Come ci è arrivato?- Pensò lei. Anche Dimitri era
confuso e chiese al ragazzo delle spiegazioni. -Hai nascosto il tuo piano a
tutti, allora. Tutti, fuorché Helen. Voi siete amici da tanto tempo, suppongo.
Il qui presente Clive voleva organizzare una vendetta su larga scala e confesso
che Helen mi ha aiutato molto per giungere a delle conclusioni. Quando la
palazzina è esplosa, dieci anni fa, morirono anche i tuoi genitori. Avrai
subito un enorme shock, immagino. Con il passare del tempo, esso si trasformò in rabbia e il tuo unico desiderio era quello
di vendicarti. Fortuna volle che venissi adottato dalla signora Constance Dove,
con la quale hai vissuto felicemente per diverso tempo- Layton fece una breve
pausa, poi riprese -Anche Helen venne presa in affidamento dalla donna, poiché
lei subì il tuo stesso shock. Qui con noi abbiamo Helen Dixon, la figlia di
Mark Dixon, il proprietario di una delle più importanti aziende internazionali.
Un anno dopo l'esplosione della macchina, i due coniugi Dixon vennero
assassinati e, in qualche modo, Helen riuscì a scappare. Quando i tre colpevoli
vennero arrestati, si scoprì che un rivale di Mark aveva ordinato loro di
togliere la vita a tutti e tre i membri della famiglia, ma visto che la piccola
Dixon era riuscita a scappare, uno dei tre uomini si diede al suo inseguimento
e la investì davanti agli occhi di Clive. Helen finì in coma e quando si
risvegliò, a causa del trauma, il suo cervello era stato danneggiato e infatti
ora lei soffre di personalità multipla. Immagino che questa fosse la goccia che
fece traboccare il vaso di Clive e che lo convinse ad attuare un piano. Sono
riuscito a risalire a tutte queste informazioni grazie all'archivio di Scotland
Yard e dell'ospedale di Londra. Avete avuto un terribile passato, mi spiace
molto per voi. Ma adesso riprendiamo-. Nello sguardo di Yara di leggeva la
rabbia nei confronti del professore e sbatté un pugno sul tavolo -Lei non sa
niente di Helen! Non osi parlare di lei!- Clive la costrinse a stare seduta,
anche lui non era contento del fatto che Layton avesse detto davanti a tutti il
problema della sua amica. Il professore lanciò un'occhiata verso la castana,
poi inspirò, pronto per continuare -La signora Dove morì dopo poco tempo,
lasciando a Clive tutta la sua immensa fortuna. Poco dopo esserti diplomato,
hai iniziato a lavorare part time per un famoso giornale, ma sappiamo entrambi
che non lo hai fatto per mantenerti. Infatti, fu in quell'ambiente lavorativo
che scopristi chi ti aveva tolto tutto: Bill Hawks e Dimitri Allen. Dopo aver
rintracciato quest'ultimo, lo convinsi a riprendere i suoi progetti e grazie
all'eredità della signora Dove, siete riusciti a costruire questa falsa Londra,
trovando i contatti degli scienziati dal giornale per cui lavoravi. Ma
all'insaputa del suo collega, molti di loro non stavano portando avanti il
progetto della macchina, ma bensì qualcosa di più terrificante, ovvero un'arma
concepita per causare una catastrofe senza precedenti. Qui devo ringraziare
Helen, o meglio, una delle sue personalità. Posso dedurre che Clive avesse
parlato del suo progetto a tutte le sue personalità, ma una di loro deve odiare
Clive davvero molto per andare a svelare in giro il suo piano. Abbiamo sempre
saputo, in realtà, che un'arma era pronta a lasciare dietro di sé morte e
distruzione. Ho semplicemente fatto due calcoli, visto inoltre che Helen non
era mai con noi quando incontravamo quella misteriosa ragazza-. Dimitri sgranò
gli occhi -Clive, sta dicendo sul serio? Hai veramente progettato tutto ciò?-.
Il ragazzo, a cui ormai importava ben poco di mantenere un atteggiamento
composto, si lasciò sfuggire un ghigno, che si trasformò in un'inquietante
risata -E io che pensavo che gli scienziati fossero persone attente!- disse
poi, togliendosi il cappello -Mentre tu ti dedicavi alla macchina, io avevo
obiettivi diversi. Voi potete chiamarla vendetta, ma io preferisco definirla
giustizia nei confronti di scienziati senza scrupoli e politici corrotti!- -Che
cosa intendi dire?- chiese il suo ex collega allibito -Basta con le
spiegazioni, guardate con i vostri occhi! Yara, è il momento!- esclamò infine,
correndo verso Flora e afferrandola per un braccio. La quattordicenne, prese
alla sprovvista, non ebbe nemmeno il tempo di ribellarsi. Yara nel frattempo
aveva rovesciato i tavoli per ostacolare Layton e gli altri e fece cadere un
vaso con una pianta addosso a Luke, che era corso all'inseguimento del ragazzo
più grande. Non appena quest'ultimo raggiunse la barca ormeggiata sul molo si
voltò verso l'amica, la quale salì a bordo tenendo ben stretto l'ostaggio
-Helen, pensavo fossimo amiche!- disse la ragazzina con le lacrime agli occhi
-Io non sono Helen, inoltre tu hai fatto amicizia con Kaylin, l'altra
personalità. Quindi chiudi il becco e fai la brava se non vuoi che ti succeda
qualcosa- -Yara, piano con le parole. Ormai siamo quasi arrivati, appena
entriamo lasciala pure nelle mani dei miei scagnozzi. Dì loro di rinchiuderla
nella stanza di ventilazione, sapranno cosa fare- intervenne Clive. Flora
scoppiò in lacrime non appena finì tra le mani dei due uomini, implorando aiuto
da parte dei suoi rapitori. -Lasciamola perdere, noi dobbiamo andare nella sala
di comando. Teniamoci pronti ad ogni evenienza-. Una volta arrivati in cima
alla fortezza, Clive si avvicinò alla postazione di comando. C'erano una
moltitudine di schermi e pulsanti, leve, tubi ed ingranaggi e infine delle
enormi finestre per assistere al disastro da una zona sicura. Yara si avvicinò
ad una di esse, quando sentì tremare tutto: il ragazzo aveva attivato la
macchina. Quattro enormi ganci si appesero a quello che doveva essere il cielo
della Londra sotterranea e gran parte della vera città sprofondò nella cava
mentre la grande fortezza sbucava, pronta per minacciare ogni abitante. Chi
correva, chi urlava, chi si affacciava dalla propria finestra in preda alla
confusione, tutti furono messi a tacere dal grande arto meccanico. Clive
guardava soddisfatto dalla sua postazione mentre il suo piano di giustizia
veniva portato avanti -Finalmente i politici avranno ciò che si meritano!-
esclamò il ragazzo, perdendo ogni secondo che passava lucidità e controllo.
Yara lo fissò per qualche secondo, sembrava come se si fossero scambiati i
ruoli. Era sempre stata lei quella psicopatica, la pericolosa, l'imprevedibile.
Solo in quel momento si rese conto che il ragazzo vicino a lei la batteva di
gran lunga. Dopo tutti quegli anni passati a soffrire, tra la morte dei
genitori e della signora Dove, il coma di Helen e le torture di Yara, aveva
trovato un modo per dare libero sfogo a tutte le sue frustrazioni. Nessuno lo
avrebbe fermato. Nessuno, ad eccezione del professor Layton.
-A tutte le unità, siamo ufficialmente sul suolo di Londra- disse Clive
premendo un pulsante blu -Fate in modo che Hershel Layton non mi raggiunga.
Passo e chiudo- e con un inquietante sorriso sulle labbra, continuava il suo
lungo tragitto, lasciando dietro di sé morte e distruzione.