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Autore: G RAFFA uwetta    17/09/2018    0 recensioni
Voldemort, stanco degli insuccessi dei suoi Mangiamorte, affida alla sua fedele Nagini un compito: uccidere Harry Potter. Da qui, si intrecceranno le vite di molti e Harry, a sue spese, farà i conti con una realtà ben diversa da come l'aveva vissuta finora.
"L'invidia è il sentimento più radicato in ognuno di noi, trama a nostra insaputa e quando ne veniamo travolti ormai è già troppo tardi per rimediare."
Accenni Drarry e presenza di OOC.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Severus Piton | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
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Il morso del diavolo

Cap. 20 – Ad ognuno...

Riprendere le attività all’interno del castello non fu affatto facile per Harry che veniva continuamente fermato e bombardato da infinite domande e lui cercava di rispondere come meglio poteva, evitando di scendere troppo nei particolari. A chiunque lo avvicinasse diceva di essere caduto in una imboscata vicino all’abitazione dove viveva con gli zii e che dei Babbani l’avevano soccorso. Una volta in ospedale – un luogo come il San Mungo per i maghi, spiegò – venne riconosciuto da una strega di passaggio che si prese l’onere di accudirlo fino alla sua quasi totale guarigione, dopodiché lo consegnò al professore Piton – non prima di aver incantato entrambi in modo da non rivelare a nessuno la propria identità – il quale, a sua volta, si ritrovò vincolato a tenerlo nei dormitori della propria Casa. Ovunque andasse riceveva pacche solidali sulla spalla e sorrisini di scherno appena girava l’angolo; i Serpeverde si tenevano a debita distanza nascondendosi dietro una velata stima nel riconoscerlo, ancora una volta, come il Sopravvissuto. Ma quello che gli faceva più male era l’apatica indifferenza che mostravano i Grifoni, capeggiati dal loro nuovo idolo. Spesso girava da solo per i corridoi bui – le brutte abitudini erano proprio dure a morire e Winky, anche se non era più necessario, non lo perdeva di vista un solo attimo – a volte affiancato da Neville, l’unico Grifone che gli rivolgesse la parola, e di rado si accompagnava con Luna che lo intratteneva con i suoi lunghi monologhi su creature che solo lei poteva vedere. Eppure non era mai del tutto solo perché, se rallentava appena l’andatura, con la coda dell’occhio, poteva scorgere uno svogliato Draco, insieme all’inseparabile amico Blaise, che sfoggiava un sorriso sempre più divertito, seguirlo come ombre, e non poteva fare a meno di sentirsi rincuorato. Harry si prese la sua rivincita sui recalcitranti Grifoni quando, alla sua prima lezione di Pozioni con la nuova insegnante, fu l’unico a consegnare in tempo la mistura della giusta consistenza e colore, persino Hermione non era stata in grado di raggiungere il suo livello.

Come ci sei riuscito? chiese incredula la ragazza leggermente arrabbiata, o forse solo un po’ invidiosa. Non hai mai capito niente di Pozioni!

Ciao Hermione, io sto abbastanza bene, grazie dell’interessamento, cominciò sardonico Harry per poi interrompere sul nascere qualsiasi scusa avesse da rifilargli la ragazza, che ora mostrava due guance rosse dall’imbarazzo. Mi sembra di essere tornato al quarto anno, quando evitavi accuratamente di far ragionare Ron nella speranza che ti portasse al ballo. Comunque, per tua informazione, continuò sorridendo enigmatico, ignorando l’espressione mortificata della Grifondoro, la persona che mi ha salvato, oltre ad essere un’ottima strega, non tollerava l’ignoranza e l’ignavia così, seppur con molta difficoltà, nel suo piccolo, ha cercato di prepararmi per il mio eventuale rientro a scuola e, allargò le braccia come a constatare l’ovvio, visto l’ottimo risultato credo proprio che ci sia riuscita in pieno. Detto questo se ne andò, lasciando Hermione in mezzo al corridoio con gli occhi lucidi di lacrime e i capelli più crespi del solito, la borsa in pelle appoggiata sul fianco e alcuni libri, dall’aria di essere pesanti, stretti sul petto.

Fu difficile per Harry, dopo l’episodio con Hermione, arginare il crescente malumore dei Grifoni. Spesso si era sentito braccato dai suoi stessi compagni di Casa che non gli perdonavano la presunta familiarità con cui si intratteneva con i Serpeverde. Era stato del tutto inutile cercare di spiegar loro che non aveva voce in capitolo sull’ubicazione della propria stanza, senza contare – fece notare Harry, parecchio risentito – che il proprio letto era stato precedentemente sostituito con un armadio per riporre le loro cianfrusaglie. Durante i pasti sedeva in disparte insieme a Neville e Luna che parlavano a ruota libera, con suo grande divertimento, in modo che non sentisse i continui scherni da parte del suo ex amico. Solo una volta restarono muti e a bocca spalancata, per interi minuti, per poi finire sotto le panche a rotolarsi dalle risate. Infatti, quella particolare mattina, mentre i gufi stridevano lasciando cadere la posta, accadde…



Miseriaccia ragazzi, Ron saltò sulla lunga tavolata attirando l’attenzione di tutti i commensali della Sala Grande, il braccio, inguainato in un maglione di bassa fattura, si agitava sventolando orgoglioso una lettera rosa. guardate qui, ho ricevuto la mia prima lettera da parte di una ammiratrice. Rise forte mentre le guance, rosse come i capelli, spiccavano sul volto lentigginoso; voltava le spalle a Hermione che se ne stava a capo chino su un tomo alto come due mattoni, per nascondere l’espressione ferita. Mi scrive una certa Erred Foe Egg1 di AwWeSly2.Nel mentre, Seamus batteva forte le mani sul legno in accompagnamento alla voce del rosso. Ora l’apro e vediamo che scrive.

Forse dovresti prendere in considerazione anche Hermione. Gli suggerì sua sorella Ginny piegando la testa verso la ragazza che, alquanto stizzita, stava correndo fuori dalla sala.

Perché? domando Ron per nulla interessato, mentre freneticamente cercava di togliere il sigillo alla pergamena; infilò il dito tra i fogli piegati e tirò forte. Che c’è di male, anche lei riceve sempre lettere da Kr… non finì la frase che un forte boato si espanse tra le mura mentre il suo corpo veniva avvolto da una nuvola fucsia. In molti urlarono per lo spavento e sguainarono le bacchette ma rimasero pietrificati una volta che il fumo si disperse: Ronald Weasley era in piedi tutto cosparso di coriandoli fucsia, la faccia livida era dipinta come una di quelle bambole russe che si incastrano le une con le altre, i capelli rossi erano legati a fontana sopra la testa e, sopra gli indumenti smessi, indossava una sgargiante maglietta arancione con scritto, in un colore psichedelico dalla sfumatura gialla, I Visit Rip3. In men che non si dica, l’intera scolaresca scoppiò in una fragorosa risata mettendo ancora più a disagio il Grifone che schizzò letteralmente fuori, ma non prima di aver fulminato i Serpeverdi che se la ridevano alla grande additandolo.



Nella sua prima uscita ufficiale a Hogsmeade, durante il tragitto, Harry venne raggiunto da Neville. Mentre arrancavano a fatica nella neve, si imbatterono in Ron e la sua cricca che sembrava proprio lo stesse aspettando, visto come saltellava sul posto cercando di scaldarsi soffiando il fiato caldo sulle dita gelate. Per tutto il restante viaggio, Harry cercò di ignorare la cattiveria con cui lo prendeva in giro, sostenuto anche dai sorrisi sinceri che gli regalava Neville. “Questa guerra sotterranea mi sta sfiancando,” pensò frustato Harry, “potrei reagire ma ogni sforzo fatto finora verrebbe vanificato.” Una volta giunti nel caratteristico villaggio, si immersero nella via principale mescolandosi alla folla di ragazzi intenti nelle loro commissioni. Dopo un salto a Mielandia e una capatina al Serraglio Magico, per rifornire Neville di insetti da dare al suo rospo Oscar, entrarono al Piede di Porco dove, seduti a uno sbilenco tavolino in un angolo in ombra, li aspettava Luna assieme ai gemelli Weasley.

Non vi siete fatti seguire, vero? chiesero i gemelli alternandosi.

Non credo, si intromise Luna con voce pacata. Ho visto dei Gorgosprizzi orbitare vicino all’orecchio di Ron, sono sicura che l’hanno distratto a sufficienza da non farlo accorgere che Harry è entrato; lui e i suoi amici lo stanno ancora cercando lì di fuori. Con un sorriso dolce e al contempo birichino, indicò un punto oltre i vetri sporchi della locanda. Gli altri componenti del gruppo sorrisero indulgenti alla stravaganza della loro amica.

Ordiniamo una burrobirra che sono infreddolito? domandò Harry ad alta voce, per poi chinarsi verso gli amici, Poi saliamo di sopra, gli altri dovrebbero essere già arrivati, bisbigliò loro, per poi riprendere come se nulla fosse, prima che qualcuno cominci a farsi strane idee. Piegò il capo leggermente a sinistra per indicare tre tizi incappucciati che confabulavano tra loro mentre li osservavano di sottecchi. Mise una mano sul ginocchio di un agitato Neville e strinse leggermente mentre gli parlava sottovoce in un orecchio: Non preoccuparti di loro, il proprietario del locale sa cosa fare.

Aberfort Silente, gli spiegò brevemente Harry, era il fratello del Preside. La prima volta che Harry era entrato nella bettola, quel vecchio dall’aria burbera, l’aveva riconosciuto e subito preso in disparte nel tentativo di dissuaderlo nell’intraprendere qualsiasi cosa stesse per fare. Gli fece notare, inoltre, che non valeva la pena seguire il fratello perché in ogni caso la vita, per Albus, valeva meno di niente davanti al raggiungimento dei propri obiettivi; mentre parlava non toglieva gli occhi umidi dal viso di una graziosa fanciulla dipinta su un quadro appeso dietro il lurido bancone: era Ariana, la sorella morta in circostanze misteriose. Gli unici testimoni del fatto erano stati il fratello e un ragazzo biondo che, nel tempo, era diventato un Mago Oscuro.

Vedi, Neville, continuò Harry, lui è convinto che Silente è il solo responsabile della morte della sorella e in tutti questi anni ha disperatamente cercato di dissuaderlo dall’applicare la politica del Bene Superiore, a cui è tanto affezionato, perché non porta a nulla. In questa grande scacchiera che è la vita, secondo Aberfort, il fratello ha sacrificato più pedoni di quanti in realtà ne avesse a disposizione.

Lasciarono la tetra sala e si infilarono su per le anguste scale dove il legno cedeva ad ogni passo; attraversarono un corto corridoio male illuminato e storsero il naso quando una capra dal pelo candido li superò impettita, belando in continuazione; più in là, si fermarono davanti a un’anonima porta dalla maniglia rotta e bussarono nel modo convenuto: tre tocchi leggeri, uno forte, due leggeri e di nuovo uno forte. La porta si spalancò e una mano diafana agguantò il braccio di Harry con malagrazia. Draco, il proprietario del braccio, si strinse addosso il ragazzo moro per poi baciarlo con foga rilasciando mugolii soddisfatti. Fred, mentre entrava nella stanza, si premurò di chiudere con due dita la bocca di un Neville pietrificato sull’uscio; all’interno, in un angolo, seduto su una sedia fatiscente, Blaise se la rideva di gusto facendo l’occhiolino a un sempre più disorientato Grifone mentre Luna, con quella sua solita aria svagata, prendeva posto sul letto sgangherato assieme ai gemelli.

Voi due, finitela di dare spettacolo, proruppe la voce irritata di Severus da dietro una porta scrostata. Harry, ti ho lasciato del tempo ma ora mi devi delle spiegazioni. Il professore rientrò nella stanza mentre si strofinava le mani con un asciugamano verde.

Rassegnato, il Grifondoro si allontanò da un recalcitrante Draco e, sospirando forte, tenendo gli occhi rivolti a terra, cominciò a sciorinare tutto.

Innanzitutto scusa, Neville, ma non potevo anticiparti nulla: nel castello ci sono troppe orecchie indiscrete. Si strinse nelle spalle mentre l’altro ragazzo gli sorrideva comprensivo, seppur ancora lievemente scioccato. Non so come spiegartelo, padre, Da sinistra giunsero un paio di versi strozzati e, giratosi allarmato, Harry scoprì che, sia Neville che Blaise, si erano entrambi strozzati con il succo di zucca: gli altri ridevano forte mentre davano bonarie pacche sulla schiena ai due malcapitati.

Finitela di fare i buffoni, disse alquanto irritato Severus, e tu, rivolto a Harry, vedi di spicciarti senza interromperti di nuovo.

Per farla breve, riprese il Grifone alzando entrambe le braccia in segno di resa, mentre Draco, le reni appoggiate al cassettone, sovrastato da un imponente specchio scheggiato, se lo attirava addosso per stringerlo in un tenero abbraccio. non vi racconterò cosa mi è successo con Nagini, tremò appena alla menzione del grosso serpente, credo che ormai lo sappia pure il Platano Picchiatore, però vorrei soffermarmi su un particolare che è sfuggito anche a Voldemort. Fu il turno degli altri di rabbrividire. Colui–che–non–deve–essere–nominato, Harry sorrise di sbieco nel vedere i loro volti rilassarsi, leggendo il libro di Merlino, aveva scoperto che il nucleo magico risiede nell’anima di ogni mago e non… il ragazzo fu prontamente interrotto dal Pozionista.

Ora si spiegano molte cose, continuò meravigliato con gli occhi accesi da una nuova comprensione, i Dissenatori non rubano l’anima dei maghi ma sgretolano il loro nucleo, ecco perché impazziscono.

Non proprio, padre, lo corresse Harry, agitandosi nell’abbraccio caldo di Draco. Il nucleo non può essere diviso dall’anima, però l’anima può essere scissa. Calò il silenzio come un manto gelido. Harry chiuse gli occhi e lasciò che gli altri assimilassero bene quel concetto perché aveva scoperto che era il fulcro attorno al quale avrebbe vinto quell’assurda guerra. Voi–sapete–chi, riprese a parlare mantenendo un tono atono, aveva trovato il modo di dividere in più parti la propria anima e trasferire ogni singolo pezzo creato in “contenitori” debitamente preparati, ma non solo, aggiunse in fretta prima che qualcuno lo interrompesse, aveva scoperto che ogni singolo frammento dell’anima ricostruiva, in modo autonomo, l’identico nucleo magico del donatore. Quindi, risucchiò l’aria all’interno della bocca prima di sparare fuori come stilettate roventi le parole successive: il mago che applica questa antichissima maledizione, chiamata ARectoEm, p contare, in caso di bisogno, su una inesauribile fonte di potere extra. Harry non aveva il coraggio di guardare in faccia gli altri; dietro di sé, sentiva Draco tremare vistosamente.

Per la barba di Merlino, quella parola la conosco! Balbettò esterrefatto Neville. Sono le lettere che farfugliarono i miei genitori quel giorno quando... Il ragazzo deglutì a fatica guardandosi attorno spaesato e con gli occhi lucidi, quando li trovarono... si interruppe di nuovo per poi voltarsi per non far vedere le lacrime che ora scendevano copiose lungo le gote accaldate. Luna si avvicinò e prese ad accarezzargli la schiena borbottando parole di conforto, Blaise e i gemelli si osservavano i piedi imbarazzati e Severus tossicchiò un paio di volte facendo scorrere gli occhi d’ossidiana su tutti i presenti.

Neville... si arrischiò a dire preoccupato Harry, sempre stretto tra le braccia del Serpeverde.

Scusate, è che, nonostante sia passato così tanto tempo, fa ancora male. Il Grifone cercò di darsi un contegno mentre, titubante, accettava un fazzoletto candido passatogli da Blaise. Forse è per quello che sono stati aggrediti? Chiese speranzoso a Harry, raddrizzando le spalle in un moto di feroce orgoglio. Si erano avvicinati alla verità?

Non credo, Harry gli sorrise mesto, Volde… Colui–che–non–deve–essere–nominato mandò dei Mangiamorte in cerca dei tuoi genitori per colpa dellasi interruppe indeciso mordicchiandosi le labbra.

Della profezia, vero? Finì per lui Severus con gli occhi adombrati dalla colpa inchiodati ai suoi: Harry scosse piano la testa. Ecco giungere il solo col potere di sconfiggere l’Oscuro Signore, nato da chi lo ha tre volte sfidato, nato sull’estinguersi del settimo mese,sussurrò il Pozionista. Anche Neville è nato verso la fine di luglio e di certo Voi–sapete–chi non lasciava mai nulla al caso.

Esatto, rispose Harry con voce triste e gli occhi persi in lontani ricordi. Tralasciando tutto quello che c’è a monte, in questo momento ha poca importanza. Sfidò suo padre con rabbia a stare zitto, dandogli modo di capire che lui sapeva, Voldemort ha creato almeno tre ARectoEm.

Allora non c’è nessuna speranza, si arrischiò a dire Neville, sussurrando inorridito mentre tirava rumorosamente su con il naso. Scoppiò un putiferio che Harry lasciò sfogare fino a quando non tornò il silenzio. Solo allora riaprì gli occhi verdi e tutti poterono vedere il fuoco della determinazione che li divorava.

È qui che ti sbagli. Il sorriso feroce che gli distorceva i lineamenti fece preoccupare più di una persona, tranne Luna che si alzò con calma, lo raggiunse e lo baciò in fronte, proprio sulla cicatrice, esclamando, con la sua voce perennemente trasognata:

Sei un mago potente, Harry, le Rugaj Steloj4 che vivono sotto i sassi bianchi sulla riva del Lago Nero mi hanno rivelato che adesso il tuo nucleo magico è perfettamente armonico.



Note dell’autrice: grazie a chiunque legge e leggerà, a chiunque apprezzi la mia storia e soprattutto a chi commenta.

Buona lettura.

1Anagramma di Fred e George

2Anagramma di Weasley

3Anagramma di I Tiri Vispi

4Stelle rosse in esperanto

   
 
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