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Autore: DarkSoul001    17/09/2018    0 recensioni
“Sei un cacciatore”
la voce di Bobby era secca e con un tono di rabbia che non sfuggì all'altro.
“Non hai risposto alla mia domanda” rispose Argent sorridendo, ma non c'era niente di allegro nel suo sguardo. Entrambi gli uomini avevano ancora le armi puntate l'uno sull'altro, nessuno dei due accennava a dare un briciolo di fiducia o a fare la prima mossa per dimostrare le sue buone intenzioni.
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Bobby, Castiel, Claire Novak, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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“Sei un cacciatore”
la voce di Bobby era secca e con un tono di rabbia che non sfuggì all'altro.
“Non hai risposto alla mia domanda” rispose Argent sorridendo, ma non c'era niente di allegro nel suo sguardo. Entrambi gli uomini avevano ancora le armi puntate l'uno sull'altro, nessuno dei due accennava a dare un briciolo di fiducia o a fare la prima mossa per dimostrare le sue buone intenzioni.
“Agente Smith”
Rispose Bobby dopo qualche minuto
“Certo... be Agente mi potrebbe spiegare perché ha pallottole d'argento, un machete, sale e si può sapere a che diavolo ti servono le bombolette spray?”
L'altro continuava a fissarlo, incerto sul da farsi.
“Come uccidi un vampiro? Argento o paletto nel cuore?”
L'uomo lo guardò incuriosito, ma senza perdere il suo sguardo tagliente
“Non ne ho mai ucciso uno ma ho sentito dire che gli si taglia la testa”
I due rimasero in silenzio per un po'. La situazione stava diventando ridicola. Continuavano a fissarsi, a studiarsi, ma nessuno dei due accennava ad un minimo di buon senso.
Che palle
Bobby abbassò la pistola, quasi troppo velocemente infatti la reazione di Argent fu quella di alzare la propria.
“Senti se vuoi spararmi fai pure, sono già morto un paio di volte, basta che prima mi dici che diavolo sta succedendo in questa diavolo di città”
L'altro rimase quasi sconcertato da questa reazione, ma il cacciatore non gli aveva dato altra scelta. Anche lui abbassò l'arma e fece un sospiro per scaricare la tensione.
“Vuoi una birra?”
I due si ritrovarono sul tavolino di quel lurido motel, a sorseggiare una birra troppo calda e decisamente di bassa qualità ma l'unica a portata di mano. Nessuno dei due aveva completamente abbassato la guardia, testimone il fatto che le pistole si trovavano entrambe ancora a portata di mano, ma almeno la conversazione aveva una parvenza di normalità. Anche se l'argomento di cui stavano discutendo era tutto tranne che normale.
“Una nuova specie di lupi mannari?”
Argent si era aspettato una reazione più di sorpresa e di sgomento, invece dal tono di voce dell'altro sembrava solo che la cosa gli desse fastidio, come l'ennesima rogna che veniva a bussare alla sua porta.
“Sì, non so perché si siano evoluti in questo modo, né come ma da qualche decennio a questa parte popolano alcune zone. Sono sparse in tutto il mondo ormai, ma sono piccoli gruppi, per questo la maggior parte dei cacciatori non ne è al corrente. In più molti sono pacifici, riescono a controllarsi molto più facilmente. Questo l'ho scoperto a mie spese” Lo sguardo dell'uomo si staccò da quello dell'altro. Fino a quel momento entrambi avevano continuato ad osservare ogni movimento, ogni battito di ciglia, ma per un secondo, Argent diventò vulnerabile. Forse nemmeno se ne accorse ma Bobby sì, e si chiese automaticamente quale persona cara avesse perso. Il secondo passò e il cacciatore tornò a puntare gli occhi su quello che per lui era ancora l'agente Smith.
“A differenza della prima generazione di lupi questi si possono trasformare a loro piacimento, con la luna piena diventano meno consci della loro... umanità direi, ma crescendo riescono a controllarsi. Possono anche cambiare di grado...”
Questo attirò finalmente l'attenzione di Bobby che per la prima volta da quando era iniziata la conversazione sembrava genuinamente sorpreso.
“Hanno una loro piccola cerchia di Alfa e Beta. Per diventare un Alfa devi uccidere un altro Alfa, e per diventare un Beta devi farti mordere da un Alfa”
“Frena, frena, mi stai dicendo che esistono più Alfa? Come è possibile? Ogni creatura possiede un solo Alfa”
Questa volta era Argent ad essere confuso. Bobby roteò gli occhi.
Dopo sono io quello antiquato.
“Vampiri, lupi mannari, muta-forma, ognuno ha un Alfa, un'originale possiamo dire, sono stati creati da quella che chiamano La Madre, era rinchiusa nel purgatorio, poi è stata liberata… è una lunga storia”
“...Purgatorio? Stai scherzando vero?”
“Dove pensavi finissero quegli esseri una volta uccisi? L'inferno è riservato a noi umani”
“...Inferno?”
Bobby rimase a bocca aperta. Certo avrebbe dovuto aspettarselo da uno che si stupiva della presenza di una bomboletta fra gli oggetti presenti nel “Kit del perfetto cacciatore”
“Hai vissuto fra le nuvole fino ad ora principessina. Inferno purgatorio e paradiso. Pacchetto completo insomma, e da ognuno di essi escono dei figli di puttana che uccidono e torturano le persone”
“Anche dal paradiso?”
“Oh quelli sono i peggiori”
Lo sguardo di Argent era sempre più confuso, si vedeva che avrebbe voluto chiedere altre informazioni, ma cambiò idea, o forse non ne ebbe il coraggio.
“Allora i tuoi Alfa... quando muoiono non può essere che qualcun altro ne prenda il posto?”
“Impossibile. Ne ho visto morire uno, i suoi figli l'hanno semplicemente pianto, nessuno ha preso il suo posto”
“Come lo sai?”
“Ho i miei informatori”
“... chi sei tu?”
Bobby rimase un attimo interdetto prima di ricordarsi di non avergli ancore detto il suo nome
“Bobby Singer”
Argent lo osservò per qualche secondo, quasi aspettandosi che l’altro continuasse.
“Sei un cacciatore esperto?”
“Fra i migliori sulla piazza” commentò, bevendosi l’ultimo sorso di birra, finalmente un po’ più tranquillo.
“Allora passiamo alle cose importanti, con cosa li uccido?”
Argent tornò immediatamente sulla difensiva, automaticamente mise la mano sulla pistola, e vedendolo Bobby dovette trattenersi per non emettere un forte respiro di frustrazione
Non si può mai stare tranquilli
Mise anche lui la mano sulla pistola, pronto ad ogni evenienza.
“Quei ragazzi sono sotto la mia protezione, ti impedisco di fargli del male”
la voce era tornata fredda e tagliente, la voce di un assassino.
“Molte persone sono morte, meritano di avere giustizia”
“Non sono stati loro, anzi è proprio grazie a loro se non ne sono morte altre”
Il cacciatore alzò un sopracciglio, mantenendo però la mano sull'arma.
“C'era questa creatura, la bestia, è stata colpa sua, e in ogni caso ora è morta. Non c'è bisogno di altri cacciatori qui”
“Che mi dici dei ragazzi a scuola? Della gente che dice di aver visto delle creature non umane?”
La mandibola di Argent si indurì, e una velocissima ondata di paura attraversò il suo sguardo
“Esattamente quello che ho detto: di cacciatori ce ne sono anche troppi”
 
 
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Il sole stava cominciando a salire nel cielo, la rugiada copriva ancora l'erba dei giardini e le foglie degli alberi.
Bobby era già in piedi, si stava preparando per l'appuntamento che si erano dati lui e Argent la sera prima.
Lui gli aveva raccontato tutto: di come questa sensazione di paura si stava diffondendo nella città, di suo padre che aveva iniziato questa lotta insensata contro tutti i lupi mannari, pericolosi e non, e di come la gente lo aveva seguito facilmente e senza fare troppe domande, persino i ragazzini. Soprattutto i ragazzini. Gli raccontò anche di questo loro alleato, uno studioso, che ora lavorava come veterinario. Era stato in viaggio per qualche settimana ma ora era tornato con delle novità. Bobby era lusingato che il cacciatore avesse voluto condividerle con lui, ma non troppo. Alla fine non gli aveva detto come uccidere questi lupi mannari 2.0. Ovviamente Bobby ci aveva impiegato pochi minuti a scoprirlo da solo, e quella mattina stessa aveva trovato il modo di procurarsi dello strozza-lupo, ne aveva ordinato una pianta da un economico sito che sembrava abbastanza affidabile. Non che volesse fare del male ai ragazzi, ma essere preparati era sempre la cosa migliore.
Arrivò davanti alla clinica veterinaria. Finalmente era libero di vestirsi comodamente, con una vecchia maglietta, una camicia a quadri, rigorosamente di flanella, e una giacchetta verde scuro. E ovviamente il suo inconfondibile cappello.
Argent era già lì davanti, e non dovettero aspettare molto l'arrivo del dottore.
Era un uomo alto, con un viso decisamente più simpatico e piacevole di quanto si aspettasse, gli occhi e la pelle scura. Si avvicinò al negozio, con passo sicuro e gli passò accanto quasi senza notarlo.
“Tu devi essere Bobby”
Con lui c'erano due volti familiari: Stiles e Scott.
“Hey, ci si rivede” era il figlio dello sceriffo a parlare. Aveva un'aria molto più tranquilla, ma bastò che Bobby si accigliasse appena per farlo tornare il ragazzino impaurito che aveva conosciuto.
Entrarono tutti nella clinica. Alan Deaton, così aveva detto di chiamarsi il veterinario, estrasse una tavoletta dalla vecchia borsa logora che doveva aver attraversato il mondo intero col suo proprietario. Su di essa era inciso un disegno incomprensibile. Era una semplice linea incisa, che formava diverse curve conche e convesse. La tavoletta sembrava spezzata, e la rottura tagliava quelle linee apparentemente senza senso. Forse con l'altra metà si sarebbe potuto intuire il disegno finale.
“Questo è tutto quello che hai trovato?” la voce di Scott era quasi delusa. Erano al punto di partenza.
“E' già un miracolo che sia riuscito a recuperare questa, non sai cosa ho dovuto affrontare” un tono di rimprovero involontario sfuggì al veterinario, che però non sembrava arrabbiato col ragazzo. Aveva un comportamento quasi paterno con lui.
Stiles si trovava sul lato opposto rispetto al resto del gruppo e continuava a studiare quegli strani segni, osservandoli da diverse angolazioni.
“Guardate, da qui sembra avere una forma più definita... sembrerebbe quasi un volto”
gli altri voltarono la testa simultaneamente, osservandolo dalla stessa angolazione del ragazzo e, anche se con un po' di difficoltà riuscirono a intuire il profilo di un volto umano.
“Bene, e questo come ci aiuta?” la voce di Bobby era scontrosa come al solito. Guardò i volti degli altri presenti, ma si bloccò quando vide quello di Deaton. Gli occhi spalancati, la bocca socchiusa, quasi terrorizzato, fissava la tavoletta e quando anche gli altri si accorsero del suo sguardo calò un silenzio gelido nella stanza. Deaton si accorse degli sguardi puntati su di sé e, senza togliere il proprio dalla tavoletta sussurrò
“Anuk-ite”
Quel nome non aiutò gli altri a distogliere la nebbia che avevano davanti. Nemmeno Bobby sapeva cosa fosse.
“E' una creatura...” rispose il veterinario alla muta domanda degli altri
“... divisa in due. Si impossessa degli esseri umani, o meglio gli uccide e indossa i loro corpi, letteralmente, ed essendo da sempre separata dalla sua altra metà, la cerca senza sosta. Che io sappia le due metà non si sono mai incontrate, quindi se dovesse succedere... penso che su tutta la terra non esista una sola arma o creatura in grado di fermarlo”
Scott serrò la mascella, spostando lo sguardo dal suo interlocutore alla tavoletta, Argent aggrottò la fronte, ancora insicuro sull'affidabilità di quelle affermazioni, o almeno con la speranza che non fossero vere. Stiles per poco non svenne, ma la determinazione nel suo sguardo faceva intuire che non avrebbe mai rinunciato ad uccidere quel mostro.
“Be, tutto qui? Avanti principessine è un mostro, e come tutti i mostri può essere ucciso”
Tutti si girarono verso Bobby, che sembrava tutto tranne che sconvolto o spaventato.
“Sì forse riusciremo a trovare un modo... ma devi capire che quest'essere è inavvicinabile. La sua arma è la paura, scopre la cosa che temi di più al mondo e la usa contro di te”
“E' vero” era Argent che aveva interrotto il veterinario “Ho visto di cosa è capace. E' praticamente impossibile avvicinarglisi”
“Nessuno ha detto che sarebbe stato facile ma, e lasciatevelo dire da chi si è ritrovato faccia a faccia col diavolo, non sarà di certo impossibile”
“Il diavolo?” la voce acuta di Stiles attirò l'attenzione di tutti “Tipo... il diavolo quello vero? Con corna e forcone?”
“No quello di Disneyland, con lecca-lecca e gelato”
Il ragazzo fece per ribattere, ma si fermò vedendo lo sguardo severo del cacciatore. Dio, quel tipo gli metteva una paura assurda. Ormai credeva di essersi abituato ai cacciatori e al loro modo di fare, ma Bobby era su tutto un altro livello.
“Allora, come procediamo?” Scott si dimostrò subito un vero e proprio Alfa. Cercò di prendere in mano la situazione e pensare ad un piano d'attacco, sotto gli occhi incuriositi di Bobby, che non avrebbe scommesso un penny su quel ragazzo. Invece si rivelò autoritario e sicuro di sé.
Lentamente si sarebbe reso conto che aveva giudicato male tutte le persone con cui era entrato in contatto fino a quel momento.
“Prima di tutto dobbiamo trovare un modo per uccidere questa cosa, Deaton ci puoi pensare tu?”
“Certo”
“Anche io vedrò di riuscire a trovare qualcosa” si mise in mezzo il vecchio cacciatore, sotto lo sguardo leggermente offeso dell'altro
“Bene, Argent ho bisogno che tu faccia un'altra cosa per me” lo sguardo dell'uomo divenne improvvisamente serio “Avremo bisogno di alleati... avremo bisogno di altri lupi”
L'uomo alzò un sopracciglio, chiedendosi di chi stesse parlando.
“Ti riferisci a Derek?”
Stiles alzò improvvisamente lo sguardo a quel nome, e un misto di felicità e terrore si materializzò sul suo volto, dando vita ad un'espressione a dir poco bizzarra.
“Sì...” rispose lentamente Scott “Ma non basterà”
Gli occhi di Argent si spalancarono immediatamente
“No!”
“Ma potrebbero aiutarci”
“Ho detto di no... aspetta potrebbero? A chi altro pensavi oltre che Peter?”
il ragazzo esitò, aspettandosi un'altra reazione esagerata. Fu Stiles che capì per primo a chi l'amico si riferisse.
“Deucalion”
Argent ebbe esattamente la reazione che il ragazzo si aspettava
“No no no, mi rifiuto di supplicare quei due esseri di aiutarci!”
“Non dovrai supplicarli, Deucalion sarà di sicuro disponibile ad aiutarci, mentre Peter...” sembrò pensarci per qualche secondo, forse più che trovare una soluzione adeguata stava pensando alle parole da usare
“Per lui c'è Malia”
Stiles alzò un sopracciglio
“Vuoi ricattarlo? Peter? Ti azzannerebbe alla gola ancora prima che tu riesca a dire il suo nome”
“Non voglio ricattarlo, voglio che lei lo convinca”
il ragazzo sembrava ancora dubbioso, lanciò un'occhiata ad Argent che ricambiava i suoi dubbi.
Bobby li osservava, sentendosi sempre più estraniato dalla conversazione, Deaton lo notò e si avvicinò a lui, parlando piano per non interrompere la discussione in atto.
“Derek e Peter sono lupi mannari, della famiglia Hale. Sono gli unici rimasti, il primo abbastanza controllabile, mentre il secondo... imprevedibile e violento, ma è il padre di Malia, ragazza altrettanto imprevedibile ma decisamente dalla nostra parte”
“E del terzo che mi dici?” Rispose Bobby grato all'uomo di avergli dato qualche dettaglio in più
“Deucalion...” Un sospiro uscì dalle sue labbra e al cacciatore non piacque per nulla “E' complicato... aveva questa malsana idea di creare un branco formato da soli Alfa e per raggiungere questo scopo uccise molte persone, e molti branchi”
“Persone amichevoli insomma”
il veterinario gli sorrise debolmente, e ancora una volta si stupì della mancanza di reazioni esagerate sul volto corrucciato dell'altro. Certo non poteva sapere che per lui lavorare con le creature peggiori sulla faccia della terra era diventato pane quotidiano.
“E va bene!” era la voce di Argent che mise fine alla discussione.
“Andrò a cercarli, ma non ho intenzione di chiedere il loro aiuto più di una volta”
Scott annuì, grato all'amico sapendo quanto gli costasse chiedere aiuto, e soprattutto chiederlo a loro.
“Bene, se voi ragazzine avete finito di bisticciare, possiamo procedere?”
 
 
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Trovare Peter non fu così difficile come si aspettava. Del resto non si stava esattamente nascondendo. Si era comprato un'enorme villa nella periferia di Beacon Hills con tanto di piscina e, a quanto poteva intuire da quel poco che riusciva a scorgere dal vialetto, una nuova e probabilmente ridicolmente costosa auto.
Argent pensò per qualche secondo di scavalcare quell'enorme cancello ed entrare con la forza, ma una casa del genere non poteva non essere provvista di un degno allarme. Combattendo contro il suo orgoglio decise infine di suonare il campanello. Una voce profonda e minacciosa rispose al citofono e, nonostante fossero le quattro passate, aveva ancora un'aria assonnata.
“Che vuoi?”
il cacciatore si avvicinò maggiormente alla videocamera che aveva notato solo in quel momento.
“Solo parlare”
“... non sono in casa” Peter stava già per allontanarsi dalla cornetta, quando quattro semplici parole riuscirono ad attirare la sua attenzione
“Si tratta di Malia”
Argent rimase in attesa per qualche secondo, poi il cancello si aprì.
L'interno della villa era esattamente come se l’era aspettato vedendo l'esterno: stanze enormi, tappeti decorati, probabilmente indiani, divani e mobili d'epoca. Solo la televisione a schermo piatto di 88 pollici stonava con il resto dell'arredamento. L'uomo che gli si presentò di fronte invece era perfettamente in tema. Una barba appena accennata, capelli folti e scuri, occhi di un colore indefinito, ma in quel momento, con la luce calda del pomeriggio che entrava dalla finestra, tendevano quasi all'azzurro. Portava una vecchia vestaglia scura e, Argent non poté giurarlo, ma probabilmente era l'unica cosa che stava indossando. In mano aveva una tazza, straripante di caffè, e dallo sguardo assente si poteva intuire che doveva berne ancora il primo sorso.
Argent lo fissava, sempre all'erta attendendo che fosse lui a fare la prima mossa. Il lupo mannaro però restituiva semplicemente il suo sguardo, annoiato e sul procinto di addormentarsi in piedi. L'unica cosa che gli impediva di sbatterlo fuori era il timore che fosse successo qualcosa a sua figlia.
“Bè? So di essere affascinante ma cerca di ricomporti e dimmi il motivo per cui sei venuto”
Il cacciatore aggrottò le sopracciglia, ma un sorriso quasi divertito gli spuntò sulle labbra. Si era dimenticato di quanto fosse irritante quell'uomo.
“C'è un problema a Beacon Hills. Non so se hai mai sentito parlare di questa creatura l' An...”
“Sì sì, la tua piccola città cade in rovina, questo cosa centra con me?”
L'altro sorrise, questa volta fu un sorriso di comprensione.
“Malia sta bene”
“Non ti ho chiesto questo” ma il suo viso era decisamente più rilassato
“Sono venuto da te per evitare che le succeda qualcosa, i ragazzi sono in pericolo”
Peter era sospettoso, ma fece segno al cacciatore di continuare mentre si avviava verse l'enorme divano.
“Anuk-ite, una creatura che induce paura alle persone, è... diviso a metà diciamo e se le due parti dovessero ricongiungersi... niente lo potrebbe fermare”
l'altro nel frattempo si era comodamente seduto sul divano che fronteggiava la televisione e minacciava di volerla accendere. Argent sospirò. Sapeva che sarebbe stata dura.
“I cacciatori, e anche normali civili, nella città hanno cominciato a voler dare la caccia ai lupi mannari, Gerard ha procurato loro le armi e sta formando un esercito”
Un brivido silenzioso corse lungo la schiena di Peter. Gerard Argent, il peggior cacciatore con cui si fosse mai scontrato. Sapeva di cosa fosse capace quell'uomo, solo la morte sarebbe stata in grado di fermarlo. Ma ovviamente quello stupido ragazzino non sarebbe mai stato in grado di farlo fuori.
“Ok tornerò a Beacon Hills”
L'altro sollevò le sopracciglia, per poco non rimase a bocca aperta. Il lupo mannaro roteò gli occhi.
“Non farti strane idee, porterò Malia al sicuro, non ho intenzione di unirmi alla vostra piccola lotta al potere”
“Come puoi abbandonare la tua città, il tuo branco”
“Branco? Quello non è il mio branco, io non ho un branco. La mia famiglia è completamente bruciata, e l'unico sopravvissuto ha cercato di uccidermi. E ci è riuscito! Il branco di Scott mi odia, ti ha mandato a cercarmi solo perché avete bisogno di un paio di zanne in più, ma io non ho intenzione di mettermi in mezzo ai vostri affari” Peter si alzò improvvisamente, aprendo platealmente le braccia facendo vedere la sua dimora ad Argent, che aveva già messo la mano sulla pistola vedendo quel movimento improvviso.
“Guarda qui cosa mi sono costruito, perché mai dovrei rinunciarci? Vivo in una reggia, ho quante ragazze io voglia, i soldi sembrano non finire mai. Nel vialetto ho due Shelby 900 cavalli Cobra, ne esistono cento modelli in tutto il mondo e io ne ho due… due! Non ho intenzione di rischiare la vita per dei poppanti che non riescono a far passare un mese senza scatenare qualcosa di pericoloso e indistruttibile
“Ma la rischieresti per tua figlia”
Una scintilla piena di odio attraversò gli occhi del lupo, ma il cacciatore riuscì facilmente a sostenere il suo sguardo.
“No, non rischierei la mia vita per lei, ma cercherei di salvare la sua”
Argent sospirò, come aveva già detto a Scott non aveva intenzione di mettersi a supplicare
“Va bene, vuoi un passaggio?”
Peter lo guardò, genuinamente sorpreso e scioccato dalla domanda
Due Shelby Cobra”
l'altro scosse la testa. Già non lo sopportava più.
Era notte quando arrivarono a Beacon Hills. Ognuno con la propria macchina ovviamente. Si fermarono davanti alla casa di Scott, come si erano accordati con gli altri, ma non si accorsero subito di quello che era successo. Dovettero avvicinarsi e anche così solo Peter, con la sua vista sviluppata, vide i vetri infranti e i buchi di proiettile. In realtà ce n'erano così tanti che potevano benissimo essere buchi fatti da mattoni lanciati contro il vetro, ma i colpi che avevano mancato le vetrate e si erano andati a conficcare nel muro non lasciavano dubbi.
Argent seguì lo sguardo dell'altro, ma quando se ne rese conto la porta era già stata sfondata dal lupo, i cui occhi erano diventati azzurro ghiaccio e emettevano una scintilla di rabbia, ma fu quando vide il sangue a terra che si infuriò veramente. Cominciò a ruggire e le zanne cominciarono a farsi vedere.
“PETER!”
il lupo si girò, ma non accennava a calmarsi
“Hai detto che dovevano essere qui! Allora? DOVE SONO?”
la collera con cui aveva gridato quelle ultime parole fece fare un passo indietro all'esperto cacciatore dal sangue freddo che, nonostante il suo istinto, come arma di difesa estrasse il cellulare. Provò a chiamare Scott ma non rispose nessuno. Ricompose subito il numero sotto lo sguardo assassino di Peter.
Ancora niente.
Optò allora per Stiles, che miracolosamente rispose.
“Stiles, che diavolo è successo? Sono a casa di Scott, è pieno di sangue”
il ragazzo sembrò cercare le parole giuste da usare per qualche secondo
“C'è stata una sparatoria, o meglio dei cacciatori ci hanno sparato addosso senza che noi potessimo fare nulla”
“Scott sta bene?” non servì che Argent alzasse lo sguardo per sapere che due furiosi occhi azzurri lo stavano fissando “State tutti bene?”
“Sì... bè quasi tutti...”
Lo sguardo del cacciatore si fece improvvisamente serio, quasi trattenne il respiro, ma aspettò che la voce dall'altra parte del telefono finisse di parlare
“La madre di Scott, Melissa... è stata colpita... ora siamo in ospedale, lei è in sala operatoria...” la voce continuò, ma Argent aveva smesso di ascoltare dopo aver sentito pronunciare il suo nome.
Lasciò cadere il telefono, Sentendo vagamente la voce di Stiles che chiamava il suo nome. Peter lo guardava preoccupato e impaziente.
Melissa... non avevano avuto una lunga e romantica relazione, ma quel poco che c'era stato fra loro era stato speciale. O almeno così la pensava il cacciatore in quel momento, sentendo un improvviso peso sul cuore e una paura irrazionale che gli annebbiava la mente. Forse era amore, o forse aveva perso così tante persone nella sua vita che non sarebbe riuscito a sopportare anche questa.
“Allora?” era la voce di Peter che aveva interrotto quel silenzio, il panico era quasi palpabile nelle sue parole
“Il sangue è di Melissa” la voce era robotica, assente
“Melissa McCall?”
Argent alzò lo sguardo sugli occhi tornati alla normalità del lupo, lo sguardo preoccupato.
“Sì”
“Ah... bè meno male...”
il lupo si bloccò non appena vide lo scatto che l'altro stava per fare, saltandogli direttamente al collo.
“Scusa, scusa mi dispiace” un sorriso forzato spuntò dalle sue labbra ma Argent decise di ignorarlo, fiondandosi fuori dalla casa e precipitandosi in ospedale.
 
 
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I corridoi erano bianchi e asettici, i medici parlavano fra loro in quel linguaggio incomprensibile che rendeva impossibile decifrarli. Argent stava correndo, decise di prendere le scale, anche l'ascensore gli sembrava troppo lento per i suoi gusti. Arrivò alla sala d'attesa col fiatone e il cuore che batteva a mille.
“Come sta?”
Tutti si girarono verso di lui. Scott aveva il terrore negli occhi, la mascella era serrata, la mano stretta in quella di Kira, che cercava di dargli tutto il conforto di cui era capace. Dall'altro lato c'era Stiles, che guardò l'uomo quasi con sollievo, avendolo sentito l'ultima volta per telefono con una brusca interruzione della chiamata, ma scosse leggermente la testa, facendogli capire che ancora non avevano notizie.
Nella stanza c'erano altri volti a lui familiari ma che non si sarebbe aspettato di vedere. Malia era appoggiata al muro, e a parte aver alzato la testa alla sua domanda, teneva lo sguardo fisso a terra. I capelli castani le cadevano sul volto, lasciando appena intravederne le forme.
Persino Bobby era lì con loro, le braccia incrociate, lo sguardo burbero che però aveva una nota apprensiva e forse anche preoccupata.
Argent fece un respiro profondo, poi si sedette, lontano dagli altri, lo sguardo puntato su un punto indefinito del corridoio di fronte a lui.
Passò un'ora, poi due e ancora niente.
Tutti i presenti alzarono la testa speranzosi quando sentirono rumori di passi avvicinarsi, e i due ragazzi quasi si sentirono in colpa vedendo la delusione nei loro occhi rendendosi conto che non si trattava del medico.
L'unico che tenne gli occhi fissi su di loro fu Bobby. Uno dei due ragazzi aveva un viso familiare. L'aveva visto quella sera, quando scoprì l'esistenza di quei nuovi lupi mannari, era insieme a Scott e Kira. Liam se non ricordava male. I capelli, a differenza dell'altra volta, erano scompigliati e gli cadevano sulla fronte. Aveva uno sguardo smarrito, vide Scott seduto, ma il ragazzo non lo stava degnando di uno sguardo. Il senso di colpa si fece largo in quegli occhi azzurri, anche se il cacciatore non seppe decifrarne il motivo. Ma il suo amico sembrava sapere cosa stesse succedendo, gli mise una mano sulla spalla e gli fece segno di sedersi. Aveva i capelli leggermente più scuri dell'altro e più corti. I suoi occhi verdi non lo lasciavano un secondo, apprensivi e preoccupati. Gli sussurrò qualcosa ma l'altro sembrò non dargli ascolto.
“Si chiama Theo” era la voce di Malia che stava rispondendo alle sue mute domande.
“Non mi fiderei troppo di lui se fossi in te” Bobby si girò per vedere se la ragazza parlava seriamente. Quel ragazzo non sembrava pericoloso.
“A me sembra stia aiutando il vostro amico”
“Sì è così che fa, cominci a fidarti di lui e poi ti pugnala alle spalle” Nelle sue parole c'era odio puro. Chissà cosa doveva aver fatto per scatenare tale ira.
 
 
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“Se la caverà”
le parole tanto attese erano finalmente state pronunciate da un anonimo dottore in camice bianco. I ragazzi si abbracciarono sollevati e Bobby non poté far altro che sorridere.
Scott ed Argent si precipitarono nella sua stanza, mentre agli altri non restava che tornarsene a casa. Peccato che il luogo che tutti avevano ormai cominciato a considerare come un quartier generale era ormai stato distrutto.
“Potreste venire a casa mia” propose Stiles “Non c'è molto posto ma ci possiamo stare”
“Non ce n'è bisogno” la voce di Bobby fece voltare tutti nella sua direzione “Andare a casa di uno di voi metterebbe in pericolo sia voi che le vostre famiglie, dobbiamo nasconderci. Io ho dei bunker che utilizzo in caso di emergenza, uno è da queste parti, potremmo rifugiarci lì”
Gli altri si guardarono dubbiosi.
“Sì chiamatemi pure paranoico, ma al momento con cacciatori armati in tutta la città il posto migliore dove stare è un nascondiglio di cui nessuno sa nulla”
Ci fu qualche secondo di silenzio, interrotto improvvisamente da Liam.
“Scusate... ma questo chi diavolo è?”
 
 
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Quando Bobby aveva pronunciato la parola bunker l'immagine che a tutti era balenata in testa era quella di una specie di buco sotterraneo, con qualche provvista, molti topi e ragnatele, ed un odore di muffa e di chiuso che aleggiava nell'aria. Per questo le loro bocche si spalancarono aprendo la porta blindata e trovandosi di fronte quello che avrebbero tranquillamente potuto definire come una reggia in quel momento.
Stiles, Malia, Theo e Liam si fecero strada all'interno guardandosi intorno. Ovviamente le finestre erano completamente assenti ma era l'unico particolare che avevano indovinato.
Una piccola anticamera anticipava un'enorme stanza riccamente arredata con brandine e vecchi divani, alle pareti erano appoggiate cinque librerie straripanti di libri. Andando avanti videro un piccolo bagno sulla destra con tanto di doccia, anche se un po' improvvisata con un logoro tubo dell'acqua, a sinistra invece c'era una dispensa che poteva facilmente essere scambiata per una vera e propria cucina grazie all'ordine con cui era stata sistemata e a dei fornelli da campeggio. In fianco ad essa c'era un'altra stanza con un lettino da ospedale e alcuni mobili. Ai ragazzi bastò curiosare dentro di essi per scoprire che si trattava di un'infermeria.
“Wow, mi aspettavo una specie di caverna piena di insetti e…” Stiles si bloccò vedendo lo sguardo quasi offeso di Bobby. Con un'altra persona probabilmente non ci avrebbe fatto caso ma quelle sopracciglia corrugate lo terrorizzavano, sembrava capace di saltarti addosso da un momento all'altro.
“Cioè... non proprio una caverna... più un nascondiglio... un rifugio per gli animali... Comunque è bellissimo, possiamo stare tutti qui?” Dicendo l'ultima frase si gettò comodamente su uno dei divani, facendolo cigolare e facendo sollevare una nuvola di polvere considerevole.
“Bisognerà dargli una ripulita ma... sì direi di considerarlo il nostro quartier generale”
“Grandioso! Io voglio la brandina vicino alla cucina” Forse l'esaltazione di Stiles era fuori luogo essendo che erano appena tornati da una sparatoria, vivi per miracolo, ma quel rifugio inaspettatamente confortevole era la prima, seppur piccola, vittoria che avevano ottenuto. E il suo buon umore era contagioso. Lui e Malia si misero a litigare per il letto, mentre Liam sembrava più sereno, aiutato anche dal conforto di Theo che non l'aveva perso d'occhio un secondo. Il ragazzo continuava a dirgli di andarsene, che stava bene e che non aveva bisogno di lui, ma era dannatamente felice che non lo avesse fatto. Non l'avrebbe mai ammesso ad alta voce ma la sua presenza lo faceva sentire meglio. Quando erano allo zoo, ad attirare l'attenzione dei cacciatori, lui aveva perso il controllo. Era stato un episodio peggiore del solito, non riusciva a fermarsi, la rabbia lo pervadeva e il desiderio di uccidere quello stupido ragazzino stava guidando i suoi artigli senza che la sua mente riuscisse a fare nulla per fermarlo. E non si sarebbe fermato, se non fosse stato per Theo. Continuava a ripetersi che era per questa “paura”, per questa strana creatura, che continuava a sentire questo istinto animalesco, ma cominciava a temere di essere lui il problema. Del resto nessun altro aveva avuto questi scatti d'ira. Aveva paura che la prossima volta, o magari quella dopo, non sarebbe riuscito a fermarsi in tempo. Non avrebbe potuto sopportarlo.
Non aveva condiviso con nessuno le sue preoccupazioni, eppure Theo l'aveva capito. Forse aveva provato anche lui le stesse sensazioni, o forse i comportamenti di Liam non erano così celati come lui pensava, in ogni caso lui aveva capito perfettamente cosa gli passava per la testa e, senza parole di conforto o stupide esternazioni, era riuscito a farlo sentire meglio. Semplicemente rimanendo con lui. Facendogli capire che non era solo, e che lui sarebbe sempre stato lì per fermarlo e farlo ritornare in sé, se fosse stato necessario.
E Liam gliene era grato.
“Ok ragazzini, se avete finito di fare gli idioti vi dico un paio di regole: primo i libri non si toccano a meno che non sia strettamente necessario, sono molto antichi e molto preziosi. Secondo nessuno deve sapere che siete o che siete mai stati qui, si chiama bunker segreto per un motivo, e terzo...” Bobby si avvicinò alla parete destra della stanza principale, spostò una delle librerie che vi erano appoggiate tirandola verso di sé e scoprendo così l'entrata per un'ulteriore stanza, poco illuminata ma in cui si potevano intravedere delle sbarre.
“Questa è la camera degli ospiti” Bobby vi entrò facendo segno agli altri di seguirlo
“Trappola del diavolo sul soffitto, pareti rinforzate con ferro e sale, la gabbia invece ha le sbarre d'argento, cosa abbastanza inutile in questo caso ma possiamo renderla a prova di qualsiasi essere che potrebbe dimostrarsi utile e quindi degno di essere tenuto in vita, tutto chiaro?”
I ragazzi si guardarono per qualche secondo, come sempre fu Stiles a dare vita alle mute domande di tutti.
“Non proprio a dire il vero... A cosa servono il sale e il ferro? Cos'è una trappola del diavolo? Quale tipo di creatura dovremmo catturare e trascinare fin qui? E con “degno di essere tenuto in vita” intendi dire che dovremmo uccidere tutto quello che ci troviamo davanti? E con cosa poi? Ancora non sappiamo come uccidere quell'Anuk-come diavolo si chiama, cosa ti fa pensare che riusciremo a catturare qualcosa o qualcuno che abbia a che fare con lui?”
Bobby restò con la bocca aperta per qualche secondo, tentando di trovare un filo logico che rispondesse a tutte quelle domande, per poi richiuderla e roteare gli occhi
“Che palle” uscì dalla stanza combattendo contro la tentazione di chiudere dentro quel ragazzino logorroico.
“Hey non hai risposto alle mie domande!”
Era passata qualche ora, Scott, Kira e Argent avevano raggiunto gli altri nel loro nuovo quartier generale. Melissa sarebbe dovuta rimanere ancore in ospedale per qualche giorno ma era fuori pericolo. La reazione vedendo l'interno del bunker fu la stessa che ebbero gli altri. Persino Argent rimase a bocca aperta. Bobby continuava a stupirlo, nonostante all'apparenza sembrasse una versione cattiva del nonno di Heidi, si era rivelato uno dei migliori cacciatori che avesse mai conosciuto, incluso Gerard.
Non passò molto tempo che il gruppetto sentì bussare alla porta, con tanta violenza che sembrava stesse per essere buttata giù. I due cacciatori misero istintivamente le mani sulle pistole, puntandole all’altezza della testa dell'ipotetico intruso.
“Fermi” fu Malia a parlare “E' Peter” si avvicinò alla porta con fare quasi annoiato, Bobby diede una veloce occhiata agli altri per cercare spiegazioni, Argent si toccò il naso rispondendo alla sua muta domanda
Giusto l'olfatto super sviluppato. Ecco come ha capito che era lui
Quando il portone si spalancò il lupo mannaro entrò infuriato, senza degnare di uno sguardo sua figlia e cominciando a gridare.
“Quei pezzi di merda! Io li faccio fuori!”
In mano aveva due grosse borse che vennero abbandonate violentemente a terra provocando un suono metallico.
Bobby lanciò uno sguardo ad Argent, tenendo già la mano sulla pistola, ma l'altro gli fece segno di non preoccuparsi. Anche se lui stesso non perdeva d’occhio il lupo mannaro.
“Cos’è successo?” era stato Scott a parlare, dando voce alla muta domanda che aleggiava nella stanza.
“Sono tornato a casa, un’enorme e favolosa villa se qualcuno se lo stesse chiedendo”
“Nessuno se lo stava chiedendo, vai avanti” Peter fulminò con lo sguardo sua figlia, che però non batté ciglio e sostenne tranquillamente quei sottili occhi taglienti
“Ero andato a recuperare delle armi, immaginando che voi piccoli marmocchi non vi sareste preoccupati di procurarvele…”
“Hai pensato male” lo interruppe Bobby estraendo due pistole dalle tasche e facendo cenno col capo ad un fucile appoggiato al muro
“Farai ben poco con quel piccolo arsenale…” improvvisamente corrugò lo sguardo, squadrando il cacciatore dalla testa ai piedi “Aspetta ma tu chi saresti?”
Argent roteò gli occhi, si era stancato di dare sempre la stessa spiegazione
“Te lo spiego dopo, ti prego finisci di raccontarci la tua illuminante storia così potremo tornare tutti al nostro lavoro”
Peter ringhiò leggermente e per poco non rischiò di lasciare intravedere i canini aguzzi.
“Quei cacciatori che si aggirano per la città mi hanno seguito”
Gli occhi dei presenti si spalancarono
“Come facevano a sapere chi fossi?”
“Non lo so, probabilmente dovremmo ringraziare il tuo caro paparino per questo”
Il cacciatore indurì la mascella, riducendo le labbra a due linee sottili.
“Comunque non è questo il punto, mi hanno seguito scoprendo dove abito, e non si sono nemmeno limitati ad uccidermi, anzi nemmeno ci hanno provato. Se la sono presa con la mia bambina!”
Gli occhi di tutti si spostarono automaticamente su Malia prima che Peter continuasse.
“La mia bellissima Shelby Cobra, le hanno dato fuoco”
Argent roteò gli occhi, e tutta la tensione nella stanza sfociò in un sospiro di esasperazione. Bobby non poté far altro che sorridere, pensando a Dean e a come reagirebbe lui se dessero fuoco alla sua macchina.
“Ma non ne avevi due di auto?”
Peter non rispose, si limitò ad aprire una delle borse e a tirarne fuori un volante, o quello che ne era rimasto, con il logo ormai irriconoscibile e la pelle con cui era ricoperto completamente carbonizzata.
“Questo significa che ci aiuterai? Che combatterai con noi?” Malia cercò di sembrare indifferente, ma non riuscì a nascondere una nota di speranza nella sua voce
“No” rispose il lupo con sguardo deciso
“No non vi aiuterò, ormai è diventata una faccenda personale. Io ucciderò quei figli di puttana”
   
 
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