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Autore: LazyBonesz_    17/09/2018    0 recensioni
Il compito di Philippe era di restare nell'ombra e di evitare qualsiasi contatto con la politica francese. Per diciassette anni è riuscito a seguire gli ordini del cardinale, di sua madre e di suo fratello, Louis XIV. Per diciassette anni è stato ignorato dalla maggior parte della corte, fin quando non incontra lo Chevalier di Lorena.
***
Philippe rimase incantato da quel viso parzialmente nascosto da una maschera bianca e riccamente decorata. Ma non erano solo i tratti angelici ad averlo attirato, erano anche i modi, i gesti del giovane a incuriosirlo. Si muoveva guardando tutto ciò che lo circondava allo stesso modo ma quando portava il suo sguardo impertinente sul principe di Francia riusciva a farlo sentire come se fosse l'unico dettaglio importante della stanza, una sensazione che non aveva mai sperimentato.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Chevalier de Lorraine
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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21 settembre 1658

 

L’aria festosa inebriava ogni sala del palazzo reale. La dolce musica del salone principale attirava a sé tutti gli ospiti di quella sera, debitamente preparati per la festa in maschera. Le nobildonne indossavano vestiti dorati, color panna o argentati, nascondendo parte dei loro visi con maschere chiare ed eleganti. Gli uomini riprendevano nelle loro giacche i motivi degli abiti delle rispettive mogli.
Ogni nobile della corte non vedeva l’ora di prendere parte ai festeggiamenti per il principe di Francia, personalmente organizzati dal re suo fratello.
‘’Quanto denaro avrà speso il re per questa festa?’’ mormorò una donna, all’orecchio di un’altra dama.
‘’Non saprei. Certo è che vorrei essere nei panni di monsieur, ha un fratello così generoso e devoto.’’
Philippe udì quel commento mentre entrava nella sala, trovandosi lo sguardo della dama addosso.
‘’Se è quello che desiderate, posso darvi i miei abiti all’istante, madame’’, disse il principe con un mezzo sorriso canzonatorio sul volto.
La dama bisbigliò un ‘’vostra altezza’’ sorpreso e si toccò il crocifisso in oro posto proprio sulla scollatura dell’abito. Philippe scosse la testa al gesto e si allontanò, legandosi la maschera bianca sulla nuca. Forse qualcuno lo avrebbe addirittura scambiato per il re quella sera.
Non conosceva molti dei nobili presenti, solitamente non toccava a lui fare la loro conoscenza, suo fratello non lo immischiava mai nella vita politica. Si avvicinò al tavolo del vino e ne prese un bicchiere quando all’improvviso sentì la voce di Bontemps che annunciava l’arrivo del re.
Si voltò e vide il fratello vestito di tutto punto, indossando un raffinato abito azzurro. Dietro di lui c’era Anne d’Austria, loro madre, assieme a Henriette di Inghilterra che non accennava a distogliere lo sguardo dal re.
‘’Buonasera, miei cari ospiti. Spero vi stiate godendo il ricevimento e spero che stiate porgendo i vostri omaggi al mio caro fratello, Philippe, duca d’Angiò’’, esclamò il re, camminando per il centro della sala.
Si avvicinò a Philippe che gli rivolse uno sguardo pieno d’astio, per fortuna nascosto dalla maschera.
‘’Tanti auguri, fratello, possa essere la tua vita gioiosa come questa festa’’, disse il re, poggiando una mano sulla spalla di monsieur.
Philippe notò, con un certo piacere, di essere leggermente più alto del fratello.
Louis gli sorrise e scostò la mano, voltandosi verso la bellissima Henriette.
‘’Che abbiano inizio le danze’’, esclamò e poi, a voce più bassa ‘’mi concedereste questo ballo, madame?’’ domandò rivolto a Henriette che afferrò prontamente la mano del re.
Philippe sospirò, ormai stava diventando eclatante la predilezione del fratello verso la principessa d’Inghilterra.
‘’Ti diverti, figliolo?’’ domandò Anne, affiancandosi al secondogenito. Philippe le rivolse un sorriso sincero, forse sua madre era la sua unica alleata in quella corte.
‘’Quasi, madre. Potreste presentarmi qualche nobile di vostra conoscenza’’, propose Philippe, guardandosi attorno attentamente. Suo fratello aveva fatto decorare quella sala con estrema eleganza, non poteva nasconderlo. Il principe amava la vita di corte in sé, piena di bellezza e maestosità. Odiava, però, la sua di vita alla corte di Francia.
Philippe e la madre camminarono per il salone, ricevendo sguardi e altrettanti inchini veloci, erano pur sempre membri della casata reale.
‘’Hai visto tuo zio Gastone? Mi sembra che volesse porgerti i suoi auguri’’, disse la donna, facendo un cenno verso il duca d’Orléans.
‘’Strano come il re sopporti la sua presenza a corte, dopo la rivolta dei nobili.’’
‘’Buon viso a cattivo gioco, mio caro.’’
Philippe annuì, cercando di non pensare al fatto che anche sua madre cercava di allontanarlo da ogni aspetto della vita politica, dando spiegazioni veloci su ogni mossa del re.
‘’Ah ecco, volevo presentarti i conti di Harcourt’’, mormorò la donna all’orecchio del figlio prima di incamminarsi verso un gruppo di nobili intenti a bere del vino e mangiare qualche dolce.
Philippe sentì numerosi ‘’vostra altezza’’, dedicati a lui e la madre.
Anne raggiunse due coniugi, sorridendo sinceramente a entrambi.
‘’Buonasera conte e… contessa’’, salutò l’ex regina, ‘’volevo presentarvi mio figlio, il festeggiato e il duca d’Angiò, Philippe.’’
Philippe fece un passo avanti, rivolgendo ai nobili il suo solito mezzo sorriso.
‘’Vostra altezza, è una splendida festa questa, dovreste essere grato al re’’, disse la contessa, esprimendo sincera ammirazione per i festeggiamenti.
‘’Certamente, contessa d’Hancourt, amo vedere l’amore di mio fratello verso la sua famiglia’’, disse con una punta di ironia che i due coniugi non colsero.
‘’Vi auguriamo una splendida serata’’, proclamò il conte, chinandosi leggermente davanti ai due membri della casata reale.
‘’Philippe, stai attento a come parli di tuo fratello’’, sua madre lo ammonì prima di allontanarsi, andando incontro al cardinale che aveva appena fatto il suo ingresso nel salone.
‘’Era sarcasmo quello, vostra altezza?’’
Una voce alla destra di Philippe lo costrinse a voltarsi, incontrando lo sguardo curioso di un giovane nobile. Rimase incantato da quel viso parzialmente nascosto da una maschera bianca e riccamente decorata. Ma non erano solo i tratti angelici ad averlo attirato, erano anche i modi, i gesti del giovane a incuriosirlo. Si muoveva guardando tutto ciò che lo circondava allo stesso modo ma quando portava il suo sguardo impertinente sul principe di Francia riusciva a farlo sentire come se fosse l'unico dettaglio importante della stanza, una sensazione che non aveva mai sperimentato.
Quello sguardo insistente lo stava facendo innervosire e allo stesso tempo gli faceva piacere.
‘’Cosa ve lo fa pensare, mh…’’ il principe si interruppe, cercando di capire chi fosse la persona davanti a sé.
‘’Temo che abbiate appena parlato con i miei genitori, usando quel tono scortese proprio davanti a due nobili piuttosto devoti a Vostra maestà.’’
Il tono divertito sembrava voler nascondere un leggero rimprovero ma Philippe non era mai stato sgridato da qualcuno che non fosse suo fratello, sua madre e il cardinale. La cosa lo destabilizzò e per una volta rimase senza nulla con cui ribattere.
‘’Prima che chiamiate le vostre guardie, sappiate che scherzavo, non vorrei mai sgridare qualcuno con un viso così bello’’, il giovane nobile si permise di sfiorare una guancia candida del principe, facendolo arrossire e non solo di rabbia.
Philippe si passò la lingua fra le labbra, rimanendo perplesso e stupido dal comportamento del ragazzo mascherato. Nessuno aveva mai allungato una mano su di lui, nemmeno qualche amante fugace che aveva avuto.
‘’Chi siete?’’ domandò, realizzando di non sapere ancora il nome del nobile.
‘’Ironia della sorte, mi chiamo Philippe e sono conosciuto come lo Chevalier de Lorraine’’, spiegò con il suo solito tono scherzoso, rivolgendo un sorriso candido e innocente al principe. Philippe annuì e prese il suo secondo bicchiere di vino, cercando di capire che età potesse avere lo Chevalier. Era più basso di lui, aveva tratti più delicati anche se il suo tono e il suo modo di parlare potevano nascondere la sua vera età.
‘’Vi piace la corte? Avete incontrato mio fratello?’’
‘’E’ un palazzo adorabile, non si può nascondere ciò. Un po’ meno adorabile è il re se cerca di nascondervi anche durante una festa in vostro onore.’’
‘’Badate a come parlate, è pur sempre mio fratello, mio parente e vostro re’’, il duca lo ammonì. Nonostante i rapporti travagliati si poteva dire che Philippe fosse il più fedele dei sudditi di Louis XIV.
Lo Chevalier afferrò un macaron e riprese a parlare, ignorando il rimprovero del principe con un gesto veloce della mano libera.
‘’I miei genitori hanno appena consentito a una proposta di vostra madre, Vostra altezza. Rimarrò a palazzo, per fare esperienza della corte sicuramente. Magari potrei conoscervi meglio.’’ Ogni parola dello Chevalier riusciva a confondere maggiormente Philippe. Come si permetteva di parlargli in quel modo e di prenderlo in giro? Eppure non voleva smettere di parlargli, sembrava l’unico interessato alla sua presenza.
‘’Magari’’, mormorò il principe, finendo il suo vino solo per versarsene altro.
‘’Siete sempre di così poche parole, Vostra altezza? E bevete sempre così tanto?’’
Lo Chevalier sorrise divertito per la reazione del principe ai suoi commenti. Era conosciuto nel suo castello per essere abbastanza schietto, privo di scrupoli, vanesio e anche avido. Tutta la bellezza del palazzo lo aveva rapito ma ancora di più lo aveva fatto Philippe. Lo aveva visto muoversi per la stanza come se quella festa fosse l’ultimo posto in cui volesse stare, e poi aveva notato con piacere il gusto del principe per le stoffe. La famiglia reale doveva essere davvero ricca.
I due camminarono lungo il salone fino a finire in disparte, verso l’uscita.
‘’Sentite, la musica e l’arredamento sono davvero deliziosi qui ma vi propongo un modo migliore per festeggiare, anche con più vino e musica migliore’’, propose lo Chevalier, cercando di studiare l’espressione di Philippe che aveva un viso così bello, molto più affascinante di quello del re.
Philippe ci pensò per alcuni secondi; secondo l’etichetta non poteva sparire nel nulla ma nessuno si sarebbe accorto della sua assenza per qualche ora. E avrebbero pensato che fosse con qualche amante, dopotutto era il suo compleanno.
‘’Nonostante sia una pessima idea, acconsento’’, rispose il principe, provocando un sorriso soddisfatto sul volto dello Chevalier. Il giovane afferrò due bottiglie di vino e uscì dal salone, facendosi seguire dal duca. Attraversarono i corridoi velocemente e salirono delle scale secondarie per raggiungere gli appartamenti dei nobili.
‘’Sfortunatamente non appartengo a nessuna casata reale attualmente e quindi, fortunatamente, non ho guardie nella mia stanza.’’
Lo Chevalier rise mentre entravano nella sua camera che comunicava con quelle del resto della sua famiglia. Lasciò il vino su un mobile e chiuse le porte, allargando poi le braccia come per mostrarsi fiero di quella stanza piuttosto semplice rispetto a quella del principe. Entrambi si tolsero le maschere, abbadonandole sul pavimento in legno.
‘’E la musica?’’ domandò Philippe, appoggiandosi al muro intonacato con varie sfumature di giallo chiaro e oro. Quella situazione era del tutto nuova per lui. Non era mai stato con un ragazzo nobile in una stessa stanza, da soli e di notte. Il massimo delle esperienze amorose che aveva avuto era legato o al volere della madre, o a qualche toccata fugace tra i corridoi.
‘’Manca anche quella, Vostra altezza, mi spiace, possiamo solo ubriacarci.’’
Lo Chevalier bevve un lungo sorso di vino direttamente dal collo della bottiglia. Philippe fece lo stesso, anche per mandare via la sensazione d’imbarazzo che stava provando. 

 

 

 

 

 

 

Un’ora più tardi Philippe si trovava disteso sul letto dello Chevalier, sorseggiando gli ultimi rimasugli della sua bottiglia di vino. Le sue scarpe erano abbandonate in un angolo della stanza e i suoi piedi erano poggiati sulla testiera dorata del letto.
‘’Dovrei essere io a organizzare le mie feste, non mio fratello, non sa come divertirsi’’, esclamò il principe, strascicando qualche parole per colpa del vino.
‘’Si e io dovrei aiutarvi’’, lo Chevalier rise e poggiò la bottiglia vuota sul divano dove si trovava.
Si sbottonò parte della camicia e lasciò cadere la giacca per terra, iniziando a sentire fin troppo caldo dove aver bevuto abbastanza. Camminò verso il proprio letto e si lasciò cadere di fianco al principe, coprendo una sua spalla con i suoi boccoli biondi.
‘’Siete bellissimo, Mia altezza’’, mormorò lo Chevalier, guardando gli occhi di Philippe con uno sguardo languido e ubriaco.
‘’Lo dite perché siete ubriaco, domani non ricorderete neanche il mio viso’’, ridacchiò il duca, mettendosi su un fianco, lasciando scivolare a terra la bottiglia di vino.
‘’Vi sbagliate, caro principe, a quanto ho capito nessuno vi nota mai ma io si e posso assicurarvi che siete bellissimo.’’
Una mano dello Chevalier finì tra i capelli scuri di Philippe e si mosse tra le ciocche morbide, portandole all’indietro per scoprire quel volto.
Il principe si sentiva inebriato e non solo dal vino. Quelle carezze erano piacevole e anche se per tutto il regno, per la Chiesa, per tutto il mondo erano sbagliato, a lui sembravano la cosa più giusta del momento. Chiuse gli occhi per lasciarsi cullare da attenzioni che non aveva mai ricevuto e sentì la bocca dello Chevalier sulla sua.
Allungò le mani verso il giovane e strinse fra le dita la sua camicia, cercando di attirare il suo corpo su di sé mentre muoveva con sicurezza la propria bocca. Mentalmente stava ringraziando il vino che lo aveva reso audace.
Lo Chevalier prese il viso del principe fra le mani e accarezzò le sue labbra con le proprie, sistemandosi fra le sue gambe che subito gli cinsero i fianchi.
Philippe si lasciò andare in quel bacio, schiudendo la bocca su quella dello Chevalier, approfondendo quel contatto che divenne sempre più intenso. Si ritrovò a emettere gemiti di piacere tra un bacio e l’altro. Una sensazione di piacere e di calore invase i corpi di entrambi.
Philippe si allontanò sentendo il bisogno di prendere fiato ma lo Chevalier non si fermò, anzi iniziò a tracciare una scia di baci umidi sul collo del principe, sentendolo sospirare a ogni tocco. ‘’Vi voglio, Vostra altezza’’, sussurrò il giovane, passando le dita lungo il petto dell’altro, cercando di sbottonare il gilet posto sopra la camicia perfettamente bianca.
Philippe lo lasciò fare, ansimando senza riuscire a parlare per tutte quelle sensazioni nuove. Ironicamente, lo Chevalier sembrava molto più esperto nonostante fosse più giovane.
Le sue mani riuscirono a spogliare il torso del principe e tutti quei vestiti finirono a terra. Philippe rimase solo con i pantaloni e le calze, tenendo gli occhi chiusi per godersi i baci dell’altro lungo il proprio petto.
Lo Chevalier raggiunse il basso ventre del principe e mosse la lingua attorno all’ombelico, deliziandosi dei versi di piacere che poteva udire per la stanza. Non aveva mai avuto un amante così nobile, così reale. Di questo si sentiva soddisfatto e compiaciuto, sopratutto perché stava facendo un ottimo lavoro con il fratello del re.
‘’Chissà cosa direbbe vostro fratello, vedendovi ora’’, sussurrò lo Chevalier, massaggiando le gambe coperte del principe fino a far scivolare le dita verso il centro del suo bacino.
‘’Siete molto più accattivante. Avreste dovuto essere re. Un vero peccato che quella febbre non l’abbia ucciso…’’ Non riuscì a dire più nulla perché la mano di Philippe gli coprì la bocca.
‘’Non permettetevi, ve l’ho già detto.’’
Il momento di piacere era scemato all’improvviso per il principe che si stava alzando dal letto, cercando di indossare il più velocemente possibile i proprio vestiti.
Lo Chevalier alzò gli occhi al cielo e provò ad allungare una mano verso la giacca dell’altro che però gli colpì le dita.
‘’Non toccatemi’’, sussurrò minacciosamente Philippe per poi uscire dalla stanza, lasciando il giovane da solo nel proprio letto.
‘’Ecco cosa succede a sedurre un membro della famiglia reale’’, borbottò tra sé e sé, pensando con stupore a quanto vulnerabile fosse il principe.

   
 
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