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Autore: Zoe__    17/09/2018    1 recensioni
Anne si era iscritta alla facoltà di lettere moderne senza un’apparente ragione, senza che nessuno nella sua famiglia sapesse il perché. Aveva solo detto di voler continuare i suoi studi classici, pur di proseguire indisturbata verso quel futuro che aveva disegnato nella sua mente, ancora poco chiaro.
Jamie detestava ammetterlo, ma rimpiangeva la convivenza con i suoi genitori. Da quando, due anni prima, aveva accettato la cattedra, in poco tempo si era visto privato del suo autista, della domestica, di tutti i comfort che lo avevano cresciuto - viziato - nella sua bella villa di campagna, a trent'anni.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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Writer's corner
Questa volta mi prendo dello spazio prima di iniziare. Prima di tutto, bentrovati! Spero che la storia vi stia piacendo finora e chi vi stiate emozionando proprio come accade a me mentre la scrivo. Eccomi qui con un nuovo capitolo, siamo a metà percorso con Jamie ed Anne, che stanno crescendo piano piano. Volevo introdurvi personalmente a questo capitolo, perché é stato proprio questo a dare vita a 'Love lift us up where we belong'. Ho iniziato a scriverlo a Maggio scorso, sul finire della scuola. Questo capitolo rappresenta per me un traguardo importante, perché qui c'è tutto quello che conta e quello che c'è da sapere su questi due personaggi - che non avrei mai pensato di portare avanti. Rappresenta un traguardo anche perché per la prima volta ero convinta di aver scritto qualcosa di completo, per i personaggi e per la loro storia, ma anche perché, per la prima volta, ogni parola mi ha veramente toccata. Ha toccato me e le mie lettrici più fidate, e probabilmente é proprio grazie a loro che, ad oggi, Anne e Jamie hanno una storia tutta loro - grazie a loro e a questo capitolo. Spero che vi emozioniate, che il cuore vi batta forte e che sorridiate quando - spero - sentirete le mie parole, quelle di Anne e Jamie, dritte al cuore. 
Un bacio, Zoe :) xx.
 

 

A Roberta ed Irené

“La vita non é tutti libri prof” sussurrò Anne “ci sono le esperienze e le emozioni” e le sue mani si muovevano senza esitare sul petto largo di Jamie “non trova?” Fissò gli occhi nei suoi, allora gli sbottonò la camicia. Si guardavano sorridendo, complici, lei decisa a farlo cedere, lui deciso a cederle. Non era la prima volta che la biblioteca, a luci - e telecamere - spente li ospitava oltre l’orario di chiusura. Anne rimaneva seduta sulla scrivania, difronte a lui, ancora con gli occhiali calati sul naso e lo sguardo languido. 
“Annabelle, ne sono certo” e l’avvicinò per i fianchi “ma non mi sembra questo il luogo per certe esperienze.” Fece sfiorare le loro labbra, senza mai baciarla veramente, lasciandola con le labbra socchiuse quando decise di staccarsi e rivestirsi. 
“Andiamo a casa mia.” 

Anne si muoveva fra le pareti di quella casa completamente rapita, presa dalla miriade di libri e volumi sulle pareti, ma anche a terra. Ne teneva uno in mano, seduta su una poltrona, con le gambe incrociate sul bracciolo. Jamie allora dormiva, lei teneva il suo maglione addosso e sfogliava le pagine cercando di decifrarlo. Sapeva fosse il suo libro preferito e cercava fra le righe quelle frasi che avessero colpito maggiormente la sua attenzione, sperava, sapeva di poterlo capire solo in quel modo. Ché lui non parlava quasi mai, spendeva poche parole, selezionate, per poche cose. Si accorse di quanto tenesse alla cura dei suoi libri, non c’era alcuna piega e tutti sembravano essere appena usciti dalla libreria, ma, una alla volta, quasi impercettibili, sparse, apparivano parole, frasi, sottolineate. Mai evidenziate, ma sempre indicate con un segno netto e preciso di grafite.
Da quando, dopo la laurea di lei, quindi non appena l’università fosse diventato un semplice ricordo, bene, da quando il loro amore poteva ormai godere della luce del sole, Anne aveva intrapreso la lettura di quel libro. Passo passo la aiutava a decifrare i suoi comportamenti, i suoi atteggiamenti che altrimenti non sarebbe stata in grado di comprendere. Era così ombroso, Jamie, con tutti, senza eccezioni - almeno era ciò che lei aveva pensato sin dall’inizio. In realtà, aveva potuto costatare, con la sua famiglia era totalmente diverso, lontano da quella personalità sua cupa. Certo non mancava di puntiglio, ma molto meno della versione che lei aveva conosciuto. Allo stesso modo, con lei, alle volte, pareva essere diverso. Andava avanti da un anno ormai, ma lei non era ancora in grado di capacitarsene, delle volte non sembrava lui. Quando, ad esempio, le permetteva di prendere i suoi vestiti e caminare scalza sul pavimento freddo, lo faceva con una tale naturalezza che nessuno avrebbe potuto attribuirgli. Anne aveva sempre pensato che lui detestasse quel genere di cose, come mangiare cibo d’asporto sul tappeto, davanti alla tv - era convinta che neanche la possedesse. Ma ecco, a smentire un’ulteriore sua presunzione, frasi sparse in quel libro. Ché poi, a dire il vero, come poteva un tipo come lui sottolineare frasi su un libro? La prima volta che ne aveva trovata una, Anne, era rimasta interdetta per un tempo forse troppo lungo, dubbiosa sul chiedergli se quello che teneva fra le mani fosse veramente suo. Ne aveva appena trovata una riguardante le relazioni, temeva che non fosse così sentimentale (lui), quindi sorrise, quasi divertita. L’autore aveva appena affermato che l’innamoramento sarebbe rimasto, per lui, un mistero, come un’equazione irrisolta. Allora il sorriso di Anne si intenerì all’immagine di Jamie che rifletteva su quelle poche parole, interrogandosi sulla loro veridicità. Poi pensò che per lui sarebbe sempre stata una questione a metà, fra l’immaginazione e la realtà, si chiese cosa pensasse di loro, sebbene fosse sicura dei suoi sentimenti - anche lui lo era.
Per tutto quel tempo Anne aveva pregato che Jamie non si accorgesse delle sue piccole fughe notturne, si concedeva un capitolo ogni volta - due se lui era particolarmente stanco. In realtà, nel momento in cui quella, per lei, era diventata un’abitudine, Jamie se ne era accorto. Iniziava a riconoscere la sua presenza al lato del letto e l’assenza del calore del suo corpo accanto al suo. Una notte decise di alzarsi, giunto in salone la vide con gli occhiali fermi sul naso, il dito che scorreva veloce sulle pagine e le gambe incrociate sul bracciolo della poltrona, intenta a divorare con gli occhi quelle parole. Decise di non dirle niente, ma tornò da lei le notti successive. Allora era diventata un’abitudine anche per lui. Lei che, leggendo, cercava di conoscere lui; lui che, guardandola leggere, cercava di conoscere lei. Loro due che, cercando di conoscersi, l’un l’altra, impararono a conoscere loro stessi. C’erano sensazioni che Jamie non aveva mai provato e sulla soglia dei quarant’anni era stata Anne a suscitarle in lui per prima. Era entrata nella sua vita in punta di piedi, si era fatta spazio in lui impercettibilmente e si era accomodata fra la testa e il cuore, la ragione ed il sentimento. Non avrebbe potuto scegliere posto meno appropriato, posto più scomodo e Jamie dovette fare il possibile affinché fosse comodo, per lei. Senza rendersene conto era diventato comodo anche per lui. Aveva smussato innumerevoli spigoli della sua personalità, per lei, che si era rivelata forte al di sopra delle sue aspettative. Lo aveva fatto per lei, solo per lei, ed aveva mantenuto il suo essere tale per lei. Ciò che Jamie era con Annie era un’eccezione, un lusso che solo lei poteva vantare. 
In quella loro specie di convivenza a casa di lui non c’era ormai angolo rimasto estraneo alla loro relazione. Non era una cosa seria, accadeva spesso che dormissero insieme durante la settimana. Anne stava cercando casa, voleva andare via dai suoi genitori, ma entrambi sapevano che molto presto sarebbero finiti sotto lo stesso tetto, e sarebbe stato quello di Jamie. Il che era un bene, perché infatti sembrava che entrambi avessero imparato a vivere entro quegli spazi, sviluppando consapevolezze e assumendo abitudini. Era come se fosse un po’ anche di lei e non solo di lui, alcuni angoli parlavano già chiaramente di loro. Ad esempio si erano trovati stretti l’uno all’altra, in pieno agosto, in un groviglio di baci e sospiri, nel bel mezzo della libreria, una stanza minuta accanto al bagno. Jamie non aveva lasciato per tutto il giorno del materiale per un convegno, nonostante Anne avesse girato seminuda per tutta casa l’intera giornata, tanta era l’afa, insolita. Alla fine, quando con indosso una canottiera e dei pantaloncini ridicoli - così, li aveva definiti, mentre glieli toglieva - per quanto fossero corti, si piazzò sulla scrivania, Jamie fu costretto a lanciare le carte all’aria. E c’era stata la doccia, ancor prima del letto, passando per il tavolo ed il piano della cucina. L’unica cosa sulla quale si erano sempre trovati d’accordo, sorprendentemente sin dall’inizio, era proprio il sesso. Tutto avvolto da quella sua ombrosità Jamie aveva dettato le regole, o almeno ci aveva provato. Con Anne era risultato totalmente inutile, si era imposta dopo le prime volte, giusto per fargli capire che ad entrambi spettava lo stesso potere. Infatti le piaceva quella strana ed insolita subordinazione, dalla quale si lasciava viziare, perché finché l’unico scopo di lui sarebbe stato il piacere di lei, non vedeva perché tirarsi indietro. Sebbene Jamie fosse abituato ad imporsi in tutto, preferiva lasciarsi coccolare da Anne, che teneva sempre un occhio di riguardo nei suoi confronti, in qualsiasi contesto e specialmente a letto.
Quella sera Anne era semplicemente irresistibile. Jamie ancora ricordava i loro corpi combaciare perfettamente, poco prima, fra le coperte, e poteva avvertire minuscoli ed intensi brividi al solo pensiero. Le sue labbra rosa erano chiuse attorno all’indice sinistro, mentre con la mano destra teneva ferme le pagine. I capelli le cadevano in maniera disordinata su tutto il volto, aveva tentato invano di fermarli in una treccia, ma ogni suo rimedio era risultato fallace. Le sue gambe, lunghe e lisce, leggermente abbronzate, nude, erano poggiate sul bracciolo della poltrona, rimanendo all’insù contro il cuscino per sorreggere il libro. Ogni tanto lo lasciava andare e portava la mano destra a sollevare gli occhiali, giocava con una ciocca di capelli arricciandola e tornava nuovamente ad impedire che scivolasse. Jamie si accorgeva quando qualcosa catturava la sua attenzione, sorrideva, spesso intenerita e quello bastava a fargli capire che aveva trovato qualcosa di sottolineato.
La piccola fuga notturna era giunta al termine, per Anne, quindi si sbrigò a chiudere il libro, memorizzando di essere arrivata a capitolo ventitré. Alzò lo sguardo e vide Jamie stante proprio davanti a lei, davanti alle sue gambe. 
“Ti piace, eh?” E le indicò il libro con un cenno del mento. Lei avvampò, perché Jamie era lì? Cazzo, l’aveva scoperta, cazzo, il suo piano era fallito. Merda! Si rimproverò allora per non essere stata abbastanza attenta. 
“Abbastanza” mascherò il suo imbarazzo “e a quanto pare piace anche a te.” Piegò il volto per guardarlo meglio, stringendogli l’occhio. Nonostante la confidenza che ormai intercorreva fra loro, il rapporto e sicuramente ogni cosa che era fra di loro, dentro di loro, Anne sentiva di essere stata presa in fallo, con le mani nel sacco. 
“É il mio libro preferito, lo sai bene.” Quindi si poggiò con i palmi ai lati delle sue gambe, lasciandole un bacio sulla caviglia. Anne sorrise ed annuì, poi fece per alzarsi, quando le mani di Jamie si spostarono rapidamente sulle sue braccia, senza stringerla troppo, premendola verso il lato opposto della poltrona. Socchiusero gli occhi nello stesso istante e lui fece entrare in collisione i loro respiri, scontrare le loro bocce e confondere le loro stesse essenze. Senza esitare Anne scivolò in piedi, sorretta dalle braccia di James dietro la sua schiena, mentre gli prendeva il viso fra le mani. La sovrastava enormemente in altezza, quindi la prese subito in braccio e lei si rifugiò in quella forte stretta con un piccolo balzo, il necessario per farle stringere le gambe attorno ai suoi fianchi. In un attimo si ritrovarono nuovamente sulla poltrona, ma questa volta Jamie era sotto di lei, già con i polpastrelli avidi della sua carne sotto il suo stesso maglione. Le piccole dita di Anne si intrecciarono attorno ai suoi capelli, li tirarono appena e lo strinse a lei ancora più forte, mentre si era già insinuato fra le sue cosce. 
“Devo per caso ricordarti che sono le tre e domani hai una lezione alle otto?” Sussurrò accanto al suo orecchio, incapace di trattenere ancora a lungo quel gemito vergognoso che si liberò dalle sue labbra.
“Shh, non credo ti dispiaccia.” Scese a morderle il collo, sapeva quanto detestasse l’effetto che aveva su lei. Nonostante fosse lei a stare su sentiva di non aver il controllo della situazione, quindi bruscamente scansò le sue mani dai suoi slip e se ne liberò velocemente. Poggiò quindi le mani sulle sue spalle, le fece scendere lungo il suo petto coperte e prontamente gettò via anche la sua maglia. 
“Non abbiamo tempo da perdere se vorrai svegliarti.”
“Non usare queste scuse con me, devo ricordarti che sono nato prima di te?” 
“Lo so già, le tue attenzioni mi lusingano davvero.” E gli rivolse un sorriso beffardo, di chi sa di averle tutte, le sue attenzioni, tutte per sé. Le mani di Jamie le sollevarono lentamente il maglione. Anne stava seduta comodamente su di lui, che poi tanto comodo non era, quindi gli sarebbe convenuto darsi una mossa piuttosto che rimanere lì, a far agonizzare entrambi. Saliva col maglione e le sfiorava i seni, le baciava lo sterno e le clavicole, respirandole accanto al cuore. Poteva sentirlo battere, forte e chiaro contro la sua guancia poggiata sul suo seno ormai libero da ogni tipo di costrizione. Il corpo nudo di Anne, così bello davanti a lui, sembrava un'opera d’arte, la più bella di un tale pittore, la più bella che la natura avesse potuto creare e l’aveva preservata per lui. 
Gettò il maglione a terra e lei fece scendere i suoi pantaloni in basso, verso il pavimento, chinandosi poi sulle sue labbra e, accompagnata da lui sul suo corpo. Fu sopraffatta dal suo calore familiare e continuò a baciarlo, mescolandosi completamente su di lui.

Ora Anne giaceva silenziosamente sul petto di Jamie, con gli occhi socchiusi e la punta delle dita fra la peluria del suo petto. Sentiva forte il bisogno di verbalizzare ogni cosa, con lui era stato più difficile, forse per l’età, e per troppo tempo aveva prolungato quel momento. Lui, invece, verbalizzava il meno possibile ogni cosa, selettivo e razionale. Ma quella sera, con lei fra le braccia, così piccola e tremendamente fragile, il desiderio di verbalizzare qualcosa colse anche lui.
“Jamie”
“Mh” le accarezzava i capelli.
“Credi davvero che l’innamoramento sia un’equazione irrisolta? Pensi sul serio di non riuscire a capire come ci si possa innamorare?” Susseguirono degli istanti di
silenzio, Anne continuava ad accarezzalo e baciarlo di tanto in tanto. 

“Anne”
“Sì?” La sua voce era piccola e sottile.
“Ti amo” il cuore di lei perse un battito, forse più di uno, fu sicura di averlo avvertito fare una capriola e socchiuse gli occhi, sollevata - Jamie poté percepirlo dalla sua schiena che si scansò dal suo palmo. 
“Ti amo anch’io” e sollevò quindi il capo verso il suo, notando come il battito del suo cuore fosse aumentato contro il suo petto forte. Jamie chinò le labbra sulle sue, con una mano le accarezzava lo zigomo, lentamente le fece accarezzare, per poi baciarla, baciarla e basta, ché in quel momento non avrebbe desiderato altro. 

Quella sera conobbero l’un l’altra proprio su quella poltrona, che era dall’inizio stato il centro del loro processo di decifrazione. Da quel momento in poi, quella avrebbe saputo di loro più del letto, e di ogni angolo della casa. Non era allora un caso che fosse posta al centro della stanza, come a ricordare che, qualsiasi cosa sarebbe successo il loro punto d’incontro sarebbe stato quello lì. 

   
 
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