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Autore: Farkas    17/09/2018    3 recensioni
Mi rifiuto di credere, che il pantheon egizio e quello greco-romano non abbiano mai avuto alcun contatto.
Ormai sappiamo per certo che le avventure dei fratelli Kane, e quelle di Percy e dei suoi amici si svolgono nello stesso universo, ma zio Rick non ci ha ancora mostrato alcun contatto tra i due gruppi di divinità, anche se Thoth in "La Piramide Rossa" ha lasciato intendere di conoscere Ermes. Da qui nasce questa raccolta che vedrà confrontarsi i nostri immortali.
Vi ho incuriosito? Leggete la mia seconda fanfiction in questa sezione allora e se vi va recensitela. (Forse l'introduzione non è il massimo, ma la storia è meglio... o almeno lo spero!).
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Dei Minori, Gli Dèi
Note: Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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                                   DIVERSI MA UGUALI

Le Regine delle Badanti

 
 
Una delle mie conquiste migliori” si compiacque Zeus osservando la figura sottile, ma formosa di Stacey Bishop.
Almeno era stato liberato da quel noioso giuramento… di una cosa doveva essere grato a quel piantagrane di suo nipote.
Stop ordinò a sé stesso. Non voleva rovinarsi l’umore pensando a lui.
Sorridendo il dio abbracciò da dietro la ragazza ricoprendole il collo di baci; Stacey sorridendo sgusciò via dall’abbraccio.
-A cuccia tesoro- ridacchiò la biondina.- Il dolce si serve alla fine, della cena e io la sto ancora preparando-.
Canticchiando la ragazza ricominciò ad affaccendarsi ai fornelli.
-Sei di ottimo umore- commentò Zeus.
-Non posso farne a meno. Quella smorfiosa di mia cugina Kirsten è stata arrestata per ubriachezza molesta e possesso di droga, venendo condannata a duecento ore di servizi sociali… in una casa di riposo. Così miss spocchiosa, passerà un bel po' di tempo a ripulire le mutande dei vecchi. Un lavoro umile, duro, e ingrato è la cosa peggiore per una persona presuntuosa!-.
Un ghigno stile stregatto si dipinse sulla faccia del cronide:- Tesoro, tu sei un’ispirazione!-.
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“E’ un incubo. Questo è solo un incubo” continuava a ripetersi Era mentre fissava scoraggiata i Campi Soleggiati. Quando Zeus le aveva annunciato di aver deciso come punirla, aveva temuto che l’avrebbe di nuovo appesa in cielo con delle incudini attaccate ai piedi o che l’avrebbe resa mortale come Apollo, ma così si arrivava a un livello di umiliazione del tutto nuovo!
Essere costretta a fare da assistente a Tawaret! Lei regina
dell’Olimpo, degradata al rango d’infermiera!
Con un sospiro la madre di Ares bussò alla porta e ricevuto l’invito ad entrare avanzò tra le file di colonne colorate, da cui le fiaccole ardenti, insieme alla luce proveniente dal Lago di Fuoco garantivano l’illuminazione.
Era rischiò di cadere almeno venti volte a causa degli shabti che spingevano vassoi di medicinali e sedie a rotelle, nel tragitto fino alla scrivania dell’accettazione.
-Che bello vederti!- esordì giuliva Tawaret.- Confido che tu stia bene!-.
Era si limito ad annuire con un sorriso forzato, mentre un nibbio si posò delicatamente accanto a lei assumendo poi la forma di una bella donna, con capelli scuri intrecciati con diamanti, occhi marroni e ali multicolori.
Nel vedere Iside lì Era, pensò che fosse venuta a prenderla in giro e desiderò sprofondare, ma quando Tawaret esclamò tutta contenta:- Oh ci sei anche tu! Allora potete incominciare subito- la moglie di Zeus si sentì decisamente sollevata.
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Iside aveva tremato quando Ra l’aveva convocata. Nelle ultime settimane pareva spesso di cattivo umore, e borbottava spesso tra sé e sé … solo che invece di nominare biscotti e zebre, pareva indirizzare insulti a qualcuno. Quando la dea della magia entrò nella sala del trono, il dio del sole era per l’appunto impegnato a bofonchiare:- Totalmente ingiusto… affrontare tutti quei pericoli da mortale … speriamo che il fulminato si decida a darmi retta, visto che ho acconsentito alla sua richiesta…-.
-Lord Ra avevate chiesto di vedermi?- esordì Iside.
-Sì- borbottò il faraone.- Confido tu sappia della seconda Gigantomachia e del ruolo giocato da Era… o Giunone come preferisci-.
-Certo-.
-Bene. Zeus ha deciso di punirla spedendola a lavorare nei Campi Soleggiati, avendo avuto il mio benestare a farla entrare nella Duat-.
All’idea di miss Vacca, spedita a far da infermiera a quei vecchi rimbambiti, sul volto della dea apparve un ghigno incredibilmente simile a quello di suo fratello Set, ma che scomparve non appena Ra aggiunse:- Essendo stato a lungo ospite della struttura, ho notato anch’io come sia necessario un aumento di personale… pertanto anche tu presterai servizio lì finchè lo farà Era. Un ringraziamento per quella faccenda del serpente e della saliva-.
Iside si sentì svenire solo all’idea. Lei dea della magia, lei regina degli dei, lei il cui occhio aveva contribuito a salvare il mondo degradata al rango di badante!
Tuttavia non aveva la coscienza abbastanza pulita per protestare, così si limitò a inchinarsi e andarsene mentre Ra borbottava:- Millenni di assenza, e quando torno uno dei miei migliori amici è in simili condizioni. E io sono del tutto impossibilitato ad aiutarlo!-.
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-Tu hai tradito il tuo re, ma io ho riunificato la mia famiglia- borbottò Era mentre lei e Iside si avvicinavano a una grossa dea ippopotamo, addormentata per cambiarle la flebo. -Perché abbiamo la stessa punizione? Perché dovrei essere punita?-.
-La tua famiglia è un disastro- la rimbrottò irata la dea egizia.- E io volevo solo assicurare a mio marito e mio figlio un grande avvenire. Mio marito merita tutto il mio sostegno, e mio figlio mi rende orgogliosa. Bah se Sadie mi vedesse adesso…-.
Era non seppe mai cosa avrebbe fatto la Kane se avesse visto Iside, dato che al sentire il nome “Sadie” una dea dalla testa di sciacallo cacciò un guaito (nel tentativo di ringhiare) e azzannò il polpaccio ad Iside.
-Ahi! Staccati Anput, staccati!- urlò Iside mentre cercava di divincolarsi. Ma la moglie Anubi pur con qualche dente in meno, aveva mandibole forti come tenaglie, mentre Era sghignazzava senza ritegno.
-Vuoi darmi una mano o no?!- ululò la moglie di Osiride.
-Mi piacerebbe moltissimo mia cara, ma non vorrei creare incidenti diplomatici… andrò a chiamare Tawaret-.
A quella frase, la dea ippopotamo svegliatasi a causa del trambusto mugghiò, e caricò la sorella di Poseidone.
-Ma che le è preso?- urlò Era mentre le mandibole dell’ippopotamo si chiudevano a mezzo millimetro dalla sua gonna.
-E’ Reret, una dea minore che veniva sempre confusa con Tawaret. Evidentemente sentirla nominare l’ha fatta inferocire!- ringhiò Iside mentre cercava d’impedire ad Anput di graffiarle la faccia. Con rabbia pronunciò la parola egizia per “Sonno” e pochi secondi dopo tre dee ronfavano sul pavimento. Inutile dire, quale venne subito svegliata da un potente khefa*, e da un acuta risata.
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Iside prese a scuotere gentilmente Onuris:- E’ ora della medicina, Onuris-.
Il dio della guerra si limitò a rigirarsi, portandosi al petto il kopesh, con cui dormiva.
“Proprio come Ares con la sua spada corta da bambino” si ritrovò a pensare la greca, mentre cercava di svegliare il vecchio dio.
Dopo un po’ Onuris aprì gli occhi… e menò un fendente che recise di netto una ciocca di capelli a Iside. Le due si erano dimenticate dell’avvertimento di Tawaret riguardo agli dei della guerra: alcuni si svegliavano pensando di essere in battaglia e agivano di conseguenza.
-Nel nome di Ra, di Amon, di Ptah e di Set*!- ululò Onuris distruggendo un paio di Shabti.
-Ricordatevi di Alamo!- strillò poi il dio lanciando il cuscino in faccia alla madre di Horus.
Alla fine le due riuscirono a fagli prendere le medicine , mentre il dio cercava di strozzarle al gridò di “Libertè, egualitè, fraternitè”.
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Dopo aver impedito a Heket di saltare in mezzo alle scorte di medicinali, le due dee si stavano riposando in sala d’attesa quando un rumore le fece voltare.
Un dio con la testa da falco era in piedi su un carrello lanciato a tutta velocità, che aumentava grazie all’asta della flebo adoperata come remo.
-Ooh! Aho!- gridava Nemty dio delle imbarcazioni.- Molla a sinistra! Vira di tribordo! Ammaina le vele!-.
Era con un gemito era già scattata in piedi, ma Iside si limitò a strillare: -Tawaret!-.
A quel grido Reret uscì mugghiando dalla sua stanza, giusto in tempo per fare un frontale con “l’imbarcazione” di Nemty e spedirlo sul pavimento.
-Che c’è?- domandò in tono innocente la sorella di Nefti all’altra dea ippopotamo appena sopraggiunta.- Speravo ci dessi una mano a fermarlo, ma fortunatamente la situazione s’è risolta da se!-.
Era riuscì a stento a trattenere una risata: Iside di certo aveva assorbito qualcosa dalla sua ultima ospiteveva sempre trovato disdicevole che gli dei egizi dovessero, unirsi a delle creature inferiori per manifestarsi nel mondo mortale… ma per la prima volta realizzò che doveva essere un modo ancora migliore per capire gli umani, dell’avere figli con loro. E che nemmeno questo le era concesso.
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-Frigg non dovrà mai sapere di questo- esclamò Era, mentre lei ed Iside uscivano dalla casa di riposo, con un aspetto molto più consono a due allevatrici di maiali, che a due regine degli dei.
-Quel che succede nella Duat, rimane nella Duat- concordò Iside.
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-Si dimenticano sempre che sono anche la dea della preveggenza- commentò Frigg mentre si rialzava dal letto.- Meglio andare a cercare Bragi*… credo di avere l’argomento per la sua nuova ballata comica!-.
Per completezza va detto che quindici anni dopo Zachary Bishop si sarebbe chiesto spesso, perché Era sembrasse detestare più lui, di tutti i suoi dodici compagni di cabina messi insieme… e che la ballata“Le regine delle badanti” divenne una delle più amate dagli einerjhar.
 
 
 
 
  • Nomi dei battaglioni utilizzati nella battaglia di Qades
  • Dio norreno della poesia, che secondo la mitologia cantava per gli eroi del Valhalla.
 
 
 

ANGOLO DELL’AUTORE

E rieccomi qui. Spero che durante le vacanze vi siate riposati e divertiti.
Ci terrei a dedicare questo capitolo a fenris che mi ha suggerito l’idea in una recensione al terzo capitolo di questa storia. Spero che abbiate gradito i camei
Saluto come sempre tutti coloro che preferiscono/ricordano/seguono, i lettori silenziosi che spero sempre escano dall’anonimato, e di nuovo fenris per aver recensito lo scorso capitolo.

Farkas.
  
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