Videogiochi > Sonic
Segui la storia  |       
Autore: Indaco_    18/09/2018    3 recensioni
Il cuore di Amy saltò un battito capendo bene che quel devastante e incredibile dettaglio non era affatto dovuto ad una semplice coincidenza.
I puri e grandi occhi del piccolo erano di un accecante verde magnetico.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Dance'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Amy e Justin, dopo aver accompagnato Sonic in palestra, non tornarono a casa, bensì andarono a far visita a Blaze, Beyoncè e Rihanna.
Il riccetto non stava più in se dalla gioia, non avendo fratelli o sorelle qualsiasi bambino andava bene pur di giocare e divertirsi, infatti,  appena scesero dalla macchina, Amy si affrettò a prendere per mano il piccolo, prima che potesse scapparle ed essere investito da qualche auto di passaggio.
La casa di Blaze era una graziosa villetta color vinaccia, con un ampio e curato giardino che ospitava scivoli e giochi per le piccole. L’intera dimora era attorniata da un alto cancello su cui vi era stato fatto crescere passiflore e gelsomini, mentre, di fronte all’entrata, erano stati posizionati grossi vasi in terracotta ospitanti ciuffi di menta e lavanda.
Dopo aver citofonato, i due rimasero per qualche secondo di fronte all'entrata in attesa, quando con uno scatto improvviso, il cancelletto si aprì. Madre e figlio, mano nella mano, varcarono l’inferiata con tanto di occhi verso la meravigliosa abitazione. La porta di casa si spalancò di colpo facendo uscire le due esuberanti bambine, seguite a ruota dalla madre.
< Justin! Zia! > Esclamarono in coro le piccole, dirigendosi verso gli ospiti con passo affrettato. Justin si liberò dalla stretta per correre incontro alle due nuove amiche in una scia blu. 
< Buongiorno piccole, come state? > Intervenne Amy, accarezzando di sfuggita gli aculei di una e i capelli dell’altra,
< tutto bene zia, siamo felici che siate venuti a trovarci! > Esclamarono frettolosamente, trascinando Justin verso le giostre.
Amy sorrise di fronte alla scena raggiungendo la cugina sulla porta, in tuta, con i capelli sciolti sulle spalle. La rosa avvicinandosi mise a fuoco il viso della gatta e si accorse immediatamente che, mentre le sue labbra si piegavano in un sincero sorriso, i suoi occhi erano velati dalla preoccupazione. Ne fu sorpresa, era la donna più forte che conoscesse e vederla in ansia la sbigottiva. Si precipitò ad abbracciarla per infonderle in qualche modo il suo sostegno,
< buongiorno Blaze, dormito poco? > Le chiese con un sorriso, riferendosi alle occhiaie che le segnavano il viso. La gatta lilla ricambiò l’abbraccio e rise,
< non ti si può nascondere nulla eh? > Le sussurrò all’orecchio sentendosi già meglio, dopodiché la prese a braccetto invitandola ad entrare.
La casa aveva subito molti cambiamenti dall’ultima volta che Amy l’aveva visitata: il divano vecchio era stato sostituito con uno nuovo molto più grande, color grigio perla e i mobili erano pieni zeppi di foto delle bambine e dei loro genitori. Una caratteristica lasciò la riccia senza parole: la confusione regnava ovunque. Vestiti, colori, libri, giochi, scarpe e caramelle erano sparsi in ogni centimetro della casa, dalle scale al salotto, dalla porta d’entrata fino al corridoio. Fu proprio questo evidente particolare a far preoccupare maggiormente la riccia, Blaze odiava il disordine e lo combatteva in ogni possibile modo, a volte esagerando anche un po’. Per lasciare l’amata casa e le amate figlie in preda a qualcosa che la gatta riteneva antigienico e portatore del male, il problema doveva essere di vitale importanza!
Si accomodarono in cucina, che non era assolutamente messa meglio del salotto. La tavola era occupata dalle stoviglie usate per la colazione e un velo di briciole, zucchero e macchie di the o latte, coprivano la superficie.
< Scusami per il disordine, devo … devo sistemare > sospirò mesta la viola, iniziando a spostare le ciotole sporche nel lavandino già pieno. Amy restò inizialmente impietrita, ma vedendo che la cugina non dava peso alla situazione decise di arrivare subito al sodo.
< Blaze! Cosa è successo? > Esclamò sinceramente preoccupata, aiutandola a portare le tazze e i cucchiai nel lavabo. La ragazza lilla sospirò portando le mani sui fianchi, sollevò la testa e sbatté le palpebre velocemente per trattenere le lacrime che minacciavano di colarle giù.
< Ieri sera abbiamo litigato > rispose con voce tremolante, inutile specificare che per “abbiamo” intendeva lei e Silver. La rosa sospirò rassicurata, non era una notizia così preoccupante, i due si erano sempre amati alla follia e avevano sempre litigato piuttosto spesso.
< Bhe, è normale Blaze, tutte le coppie litigano e non è la prima volta oltretutto, per cosa avete litigato? > Continuò la rosa imperterrita, lavando accuratamente il tavolo. La gatta abbassò la testa e si asciugò una lacrima rotolata in giù,
< ieri è tornato a casa con questa nuova notizia del corso femminile di hip-hop, presumo Sonic te l’abbia detto … > iniziò la viola, incominciando a piegare qualche vestito sparso di qua e di la. Amy cascò realmente dalle nuvole,
< no, Sonic non mi ha detto niente. Di cosa si tratta? > Rispose interessata, stupendosi del fatto che il blu non le avesse detto niente. Blaze sospirò, la rabbia che le salì in quel momento, bastò a bloccare le lacrime,
< in breve: Dylan ha affidato il corso femminile avanzato di hip-hop nelle mani di Silver e Sonic. Saranno loro gli insegnanti finché Dylan non troverà il tempo da dedicare a quelle > sbuffò innervosita la ragazza, piegando una tutina rosa. Amy dal canto suo era rimasta a bocca aperta, cavolo! Quella era una notizia enorme! Le dispiaceva che Sonic avesse tenuto per se una cosa così importante. Ma d’altronde, lei non era nessuno per reclamare simili doveri da parte del riccio.
< Oh > balbettò senza trovare parole da aggiungere, lasciando che la cugina continuasse il discorso.
< Perciò userà sei ore a settimana per insegnare a queste ragazze, ricordiamo anche che hanno un’età compresa tra i 20 e i 25 e che hanno un culo che parla > sbottò Blaze sistemando le sedie accanto al tavolo. La rabbia scemò nel ricordare la sera precedente: le urla che si erano lanciati e le occhiatacce che si erano scambiati erano stati come spilli incandescenti infilzati nel suo cuore uno ad uno, un’altra lacrima le sfuggì rigandogli lo zigomo.
< Così ieri sera gli ho detto chiaramente che a me non andava bene: sei ore a settimana più tutte le mattine ed il primo pomeriggio per tutta la settimana, non è poco tempo. Le bambine sono due, la casa non si pulisce da sola, anzi, sai meglio di me che appena pulisci e riordini i piccoli buttano tutto all’aria di nuovo. Sono piccole, hanno solo 4 e 5 anni ed io ho bisogno di lui Amy. Tu più di tutti capisci. > Singhiozzò la viola sedendosi e asciugandosi le lacrime con il dorso della mano. La riccia annuì porgendogli un fazzoletto,
< si, ti capisco perfettamente. Perciò non è una questione di gelosia come supponevo. Ma comunque Silver per le sue piccole figlie c’è sempre stato e sempre ci sarà, no? Troverà sicuramente il tempo per far tutto > Le chiese senza nemmeno il bisogno di ricevere una risposta.
< Oh si, certo che si, ma … > rispose con voce rotta  la gatta, tentando di ricacciare indietro le lacrime.
< Ma …? > La spronò Amy, stupendosi e preoccupandosi di quel dannato “ma”,
< ma lo sarà per me? > Sussurò la viola incrociando le braccia al petto, come se volesse trattenere a se il calore. La riccia restò in silenzio per un attimo, era una domanda retorica o seria? Certo che ci sarebbe stato! Silver viveva per Blaze e le sue piccole! O almeno così dimostravano, forse c’era qualcosa che lei non sapeva?
< Blaze! C’è e ci sarà per sempre! Ti ama! Da dove nasce questo dubbio? > Le rispose determinata appoggiandole una mano sulla spalla.
Sua cugina sfarfallò gli occhi trattenendo i singhiozzi,
< vedi … è così diverso negli ultimi tempi! Si è spento, è sempre stanco e scazzato, solo le bambine sembrano tirarlo su. Ultimamente litighiamo un sacco anche per le cose più stupide. Sembra che non veda l’ora di uscire di casa. E se avesse un’altra? > Mormorò a bassa voce, fissando un punto del tavolo come in uno stato di trance. All’idea di quella terribile opzione, il cuore di Blaze saltò un battito, sarebbe stato un colpo durissimo per lei. Perderlo avrebbe significato perdere una metà di se stessa. Amy scosse la testa decisa, avvolgendo le braccia attorno al collo della ragazza e affondando il mento sulla sua spalla,
< io non credo proprio. Non fasciarti la testa ancor prima di romperla. Ovvio Blaze, dovete chiarirvi il prima possibile, prova ad iniziare il discorso stasera, quando le piccole vanno a letto, così potrete dirvi quello che volete. > Sentenziò la riccia ragionando sulla cosa migliore da fare e da dire, non si sentiva affatto adatta a dare consigli in casi come quelli ed aveva il terrore di peggiorare involontariamente la situazione.
Sapeva che la gatta era molto, troppo orgogliosa per fare il primo passo, ma in quella situazione, almeno per quella volta, doveva mettere da parte l’orgoglio e farsi avanti per risolve la questione. Non potevano rimanere in quello stato di stallo ancora a lungo. La ragazza seduta al suo fianco annuì raccogliendo un po’ di coraggio e smise di singhiozzare. Asciugandosi le ultime lacrime, si alzò in piedi e sorrise debolmente,
< grazie Amy, sei arrivata giusta in tempo per sostenermi > le mormorò con un mezzo sorriso. La riccia ricambiò con gioia il sorriso, avrebbe fatto qualsiasi cosa per l’amata cugina e sapere di essere riuscita a tirarle su il morale la riempiva di pura soddisfazione.


Passarono l’intera mattinata a sistemare e a pulire la casa veramente immensa di Blaze. Oltre al salotto e alla cucina, il disordine si era propagato anche in tutte le camere e bagni, così le due ragazze si erano messe di buona lena per lavare  e riordinare tutto prima del ritorno di Silver. L’umore della gatta era molto migliorato rispetto a prima, dedicandosi alla cura della casa non aveva più riflettuto sulla recente litigata, riuscendo così a distrarsi un po’ dal problema. Amy si era impegnata al massimo per aiutare concretamente la cugina, aveva pulito con cura quasi maniacale ogni camera da letto e le aveva invase di profumo al ginepro. I bambini a loro volta si erano comportati in modo ammirevole, avevano riordinato tutti i colori e i quaderni da colorare e poi si erano dedicati alla formazione di torrette con le costruzioni colorate, non intralciando così il lavoro delle madri.
La riccia rosa aveva anche proposto a Blaze di andare con lei a raccogliere Sonic, così avrebbe avuto l’occasione sia di distrarsi un po’, sia di allentare la tensione con Silver.  In un primo momento, la gatta aveva rifiutato temendo che quel gesto potesse irritare il riccio argento, ma poi, Amy aveva insistito così tanto che non le era rimasta altra scelta se non accettare. Perciò, una volta conclusa l’opera di pulizia, mamme e bambini si avviarono verso la scuola di danza più famosa dell’intera città.
La rosa era rilassata, era convinta che quel piccolo gesto sarebbe stato ben gradito dal compagno della gatta, inoltre era curiosa di vedere come si sarebbero comportati di fronte a tanta gente, per capire il livello di gravità tra i due. Justin era felice come una pasqua, aveva giocato per tutta la mattina assieme alle sue nuove compagne e si era divertito moltissimo. E ora, l’idea di andare a “prendere” l’amico della mamma lo entusiasmava ancor di più, voleva molto, molto bene a Sonic e sperava, in fondo al suo cuore, che Sonic volesse bene anche a lui allo stesso modo.
Appena arrivarono di fronte alla palestra, entrambe le madri parcheggiarono i macchinoni all’ombra dell’unico albero, l’inizio dell’estate si stava facendo sentire alla grande, il caldo iniziava ad essere micidiale. All’interno dell’edificio, il ringhio particolare dei motori attirò subito l’attenzione di tutta la classe, soprattutto dei proprietari delle auto che ben riconoscevano il motore delle loro piccole. Sonic scattò in piedi nonostante il dolore alla gamba e saltellò alla finestra per controllare che la sua adorata non riportasse ammaccature o quant’altro. Venne raggiunto subito da Silver e dagli altri, alcuni incuriositi dalle macchine e i più dalle belle ragazze che le conducevano.
< Grazie a dio sta bene, pensavo di trovarla senza una portiera o peggio > scherzò il riccio blu rivolto all’amico argentato, ma stranamente, il suo commento non ottenne nessuna risposta. Il blu si voltò a guardarlo incuriosito e notò che il ragazzo era serissimo, con lo sguardo incollato sulla gatta lilla. Si stupì non poco di quello strano atteggiamento e capì immediatamente che c’era qualcosa che non andava quando, a differenza di tutte le altre volte, non comparve il solito sorriso sulle sue labbra.
Si concentrò perciò su Blaze, cercando di carpire qualche informazione che lo potesse aiutare a comprendere il comportamento del riccio. In effetti la viola non aveva una bella cera, era piuttosto pallida e sembrava molto nervosa.
< Silver? Che è successo? > Lo apostrofò il blu lanciandogli un’occhiata interrogativa. Un sospiro mesto si levò dal compagno affiancato confermando il presunto malessere,
< ieri sera abbiamo litigato > rispose asciutto, non distogliendo lo sguardo da Blaze. Sonic rimase in silenzio per dare all’amico il tempo necessario a formulare un discorso,
< ha fatto una di quelle scenate di gelosia che metà bastava. Sapevo che la notizia dell’insegnante non le sarebbe piaciuta, ma ieri ... ha veramente esagerato > sbottò a bassa voce Silver, serrando la mandibola nervoso.
Il blu rimase per qualche secondo in silenzio in cerca delle parole giuste da dire, sapeva bene che Blaze era parecchio gelosa, ma da una parte la capiva. Il fidanzato non era l’essere più ingenuo e innocente di questo mondo: battute e fintissimi flirt erano le caratteristiche principali di Silver, ma mentre lui li vedeva puramente come scopo ricreativo, Blaze li travisava come veri e propri tentativi di conquista e questo la faceva esplodere come una bomba.
< Beh, tutto sommato non ha nemmeno torto. Sai bene anche tu cosa c’è in quel corso > rispose con onestà lanciando una veloce occhiata alla bella riccia rosa, intenta a prendere Justin per mano. Distolse lo sguardo prima di rimanerne ingabbiato, concentrandosi invece sulla risposta dell’amico.
< Oh andiamo Sonic! Si trattano solo di 6 ore in più di ballo, non passerò il weekend in loro compagnia! >Sbottò irritato Silver, staccandosi dalla finestra e dirigendosi nervosamente verso gli spogliatoi . Il blu rimase adagiato al muro riflettendo sull’intera situazione: inutile dire che appoggiava l’amico e la pensava allo stesso modo.
Ma quando Blaze entrò nella sala stravolta, con in braccio Beyoncè e per mano Rihanna, entrambe energiche e giocose, involontariamente passò dalla parte della gatta. La piccola felina continuava ad agitarsi come un’anguilla perché voleva scendere dalle sua braccia, mentre la riccetta strattonava il braccio della madre per liberarsi e poter così arrampicarsi sulla spalliera.
Forse riusciva anche a capire perché Blaze fosse così “pesante” ultimamente: le due piccole stavano crescendo di giorno in giorno necessitando sempre più di tempo, spazio e regole, e la viola non riusciva più a reggere da sola i loro bisogni.
Dal canto suo, la gatta lilla non riusciva più a gestire le figlie, una le stava cadendo dalle braccia, l’altra stava per slogarle una spalla ed entrambe non la stavano minimamente a sentire. Oltretutto non si sentiva a suo agio, anzi, temeva che Silver potesse irritarsi maggiormente, credendo magari che fosse venuta a prenderlo solamente per controllarlo. Grazie a Dio, Amy era al suo fianco intenta a rispondere alle domande simultanee che le venivano poste dai vari ballerini, più o meno tutte riguardanti Justin. Anche lei era leggermente imbarazzata: odiava stare al centro dell'attenzione. Il piccolo blu a sua volta non sopportava le carezze continue sui capelli e tutte quelle domande che continuavano a porgere alla sua mamma. Si strinse perciò al collo della riccia, affondando la testa sull’incavo della spalla per tentare di mettersi al riparo dalle indesiderate attenzioni dei ballerini.
Blaze non ne poteva già più quando, di punto in bianco, entrò in sala Silver, con uno scarso sorriso rivolto solo alle figlie.
< Papà! > Urlarono in coro le bimbe, liberandosi estasiate e correndo verso il riccio argentato.
Senza un attimo di esitazione, il padre delle piccole le prese al volo, caricandole in braccio e le sommergendole di baci.  


 
Spazio autrice:
Buona sera! Ecco a voi un altro capitolo, spero davvero che vi piaccia. Ho inserito il disegno che ho fatto qualche mese fa. Cosa pensate dell’intera trama? Consigli e critiche sono ben accette, soprattutto i primi. A presto! Baci!
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Sonic / Vai alla pagina dell'autore: Indaco_