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Autore: Nao Yoshikawa    19/09/2018    3 recensioni
“Il suo nome sarà Fiamma. Perché, con la fiamma che arde dentro di lei, un giorno ci salverà tutti”.
Cinque anni dopo la battaglia di Alvarez, una nuova minaccia incombe non solo su Fairy Tail, ma su tutta Earthland. Una maledizione verrà scagliata, mandando i nostri eroi in un mondo senza magia e impedendo loro anche solo di ricordare delle loro storie e dei loro legami.
La loro unica salvezza risiede in una bambina appena nata.
Fiamma ha dodici anni, è orfana ed è sempre stata convinta di non essere niente di speciale. Un giorno, però, le cose cambiano drasticamente quando incontra Happy.
Sarà allora che inizierà il viaggio verso la scoperta delle sue origini. Perché solo lei è la Salvatrice che potrà salvare la sua famiglia.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Acnologia, Human!Acnologia, Natsu, Natsu/Lucy, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fairy Tail Next Generation'
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  37 - Preludio di guerra

Freed si era adesso ripreso, poteva tranquillamente stare in piedi e le ferite non dolevano più così tanto. C'era soltanto una piccola cosa che lo preoccupava, ovvero lo sguardo di Laxus su di sè. Già, quest''ultimo non lo guardava affatto di buon occhio, la sua aura pesante era diventata piuttosto soffocante. Il Dragon Slayer del fulmine aveva proprio l'espressione di uno che aveva tanto bisogno di parlargli. Per tal motivo si irrigidì impaurito quando Mira li lasciò da soli. Il silenzio che albergava lo stava innervosendo parecchio.
"Amh", Freed si chiarì la voce. "Puoi parlare in fretta? Questo silenzio mi sta mettendo a disagio".
Laxus allora lo guardò male. Sì, forse sarebbe stato meglio parlare chiaro.
"Che intenzioni hai con Alecta?". Sebbene si aspettasse una domanda del genere, rimase comunque stupito.
"In... che senso, scusa?"
"Andiamo, Freed. Piantala di fare l'idiota, lo sai benissimo cosa intendo. Alecta ha un debole per te. E sebbene la cosa non mi entusiasmi poi tanto, io ho bisogno di saperlo. Che intenzioni hai con lei? Hai visto bene anche tu come queste cose vanno a finire".
Freed distolse lo sguardo. Hikari e Rogue erano l'esempio perfetto di come una relazione così particolare potesse portare a dei piccoli problemi. La situazione sua e di Alecta era diversa, doveva ammetterlo, ma c'erano troppe domande che si poneva. Poteva lui stare accanto a quella ragazza nel modo in cui lei voleva? Sarebbe stato in grado di proteggerla? E ancora di più, stava forse confondendo l'affetto profondo con qualcosa di più? C'erano troppe cose che non sapeva, dopotutto l'amore era sempre stato qualcosa di sconosciuto. Ma perchè fra tutte proprio lei? L'aveva vista nascere e sbocciare come una rosa, sarebbe stato corretto allungare una mano e cogliere quel fiore delicato che era Alecta?
In un solo secondo la sua mente fu invasa da tanti e tanti pensieri. Pensieri che vennero interrotti proprio dal soggetto di quest'ultimi. Decisa ad ascoltare la sua migliore amica, Alecta si fece avanti con le mani dietro  la  schiena.
"Freed. Ti devo parlare"
"Parlare... con me?", domandò guardando Laxus. Quest'ultimo non disse nulla, semplicemente gli lanciò uno sguardo che avrebbe potuto significare tutto e niente. La ragazza allora si avvicinò sorridendo.
"Sono così felice di vedere che stai bene. È proprio vero, tu devi essere il mio angelo custode"
"Amh... non sono affatto un angelo custode, ti ho solo protetta, come ho promesso avrei fatto", affermò visibilmente a disagio. Alecta però parve non accorgersene neanche.
"Già. E a proposito di questo volevo dirti grazie... per tutto quello che hai fatto. Certo, è un po' strano considerando come ci siamo conosciuti... in questo mondo intendo. Ti ho picchiato"
"Devi ricordarmelo per forza?".
La bionda tentò di trattenere una risatina.
"Da allora le cose sono cambiate. E io credo... anzi, sono abbastanza sicura... di...", ancorò gli occhi azzurri ai suoi. "Di essermi innamorata di te".
Era successo proprio quello che doveva succedere. Alecta lo aveva praticamente incatenato con quella parola. C'erano tante cose che avrebbe voluto dire, che avrebbe dovuto dirle, tuttavia non ci riuscì.  La ragazza si fece sempre più vicina e lui non riuscì a muoversi. Alecta profumava, di bellezza, innocenza e vita. Fu per lui impossibile trattenersi dall'affondare le dita tra le sue ciocche bionde, mentre con audacia azzerava le distanze e la baciava. Fu così che Alecta donò il suo primo baciò. Sentì uno sfarfallio allo stomaco e il cuore iniziare a battere a mille. Entrambi voleva la stessa cosa poteva sentirlo. E poteva sentirlo anche Freed, il quale in quel momento si ricordò del buon senso che non lo aveva ancora abbandonato del tutto. Si staccò ansimando.
"Freed?", chiamò.
"No", gemette. "Questo non posso farlo"
"Cosa? Aspetta, perché?", si portò una mano sul cuore. "Tu non mi vuoi".
Era davvero difficile dar retta alla ragione, non con lei che lo guardava in quel modo.
"Alecta tu... tu meriti di meglio, ma quel meglio non sono io. Sarebbe troppo strano, io ti ho vista nascere, ti ho tenuta tra le braccia, come potrei adesso..."
"E allora?", domandò lei seria. "Non hai mai pensato forse che fin ora non hai trovato l'amore perché aspettavi me? È davvero così assurda come cosa?".
Effettivamente non era assurda per niente. Ma la paura di farla soffrire era più grande di qualsiasi altra cosa.
"Un giorno lo capirai", dichiarò. Lei aggrottò la fronte gli occhi ora lucidi a causa dell'imminente pianto.
"Codardo", sussurrò sottovoce, ma permettendoglisi comunque di farsi sentire.
Adesso era anche diventato un codardo.

Lucy aveva appena finito di togliersi il trucco, quando si ritrovò poi a sospirare.
"Oh, accidenti. E io che speravo potessimo stare un po' tranquilli. Ma che cosa sto dicendo? Anche se ci provo  chiaro che no riesco a pensare ad altro. Fiamma è la più coraggiosa di tutti. È così piccola e un grande peso grava sulle sua spalle, tuttavia sta affrontando tutto... in modo cos' maturo"
"Beh, stiamo parlando di mia figlia dopotutto, no?" , domandò Natsu ammiccando.
"Oh, certo. Solo tua, in effetti", Lucy alzò gli occhi al cielo. "E a proposito di figli, sai dove si sono cacciati?"
"Fiamma è con Rayn, Neel con Ametyst. Sono giovani eppure hanno scoperto già l'amore, che ragazzini precoci"
"E già", sospirò lei suadente. "Allora visto che sono occupati... che ne pensi di tirarmi un po' su il morale". Natsu allora ghignò non si sarebbe di certo perso l'occasione per stare un po' in intimità con sua moglie. Sfortunatamente non aveva idea del fatto che so figlio si stesse ritrovando a scappare da Gajeel.
"AAAAH!", Neel entrò esasperato. "AIUTO, MI VUOLE AMMAZZARE!"
"Neel!", Lucy si ricompose, staccandosi da Natsu che aveva preso a baciarla con bramosia "MA DI CHE PARLI?!"
"È LUI, È QUI!".
Natsu riconobbe subito dopo Gajeel, il quale pareva piuttosto infervorato.
"Umh? Ehi, amico cosa...?"
"Non chiamarmi amico, Salamder! Tuo figlio è morto!".
Il diretto interessato era andato a nascondersi dietro il padre.
"Giuro che non ho fatto niente!"
"Ah, no?! Tu hai osato rubare l'innocenza della mia Ametyst. Come hai osato!"
"Oh", Natsu fece spallucce. "Tutto qui? È normale, sono giovani"
"Normale? Mi meraviglio di te, Salamder, eppure mi pare che anche tu abbia una famiglia. Mi chiedo proprio che cosa faresti se un ragazzo provasse a mettere mano sulla purezza della tua bambina. Rimarresti indifferente? Io non credo!"
Gajeel lo aveva ovviamente fatto a posta per spronarlo e godere della sua reazione. Natsu infatti aveva prontamente cambiato espressione.
"RAAAAAAYN! DOVE TI NASCONDI, PICCOLO PERVERTITO?!". Questo era stato il sui urlo di attaglia, prima di sparire. Lucy si portò una mano sul viso, cercando di mantenere un minimo d'ordine.
"D'accordo. Nessuno qui ucciderà nessuno. E tu, Neel, dovresti imparare ad avere un po' più di tatto con queste cose"
"Te ne prego!", supplicò Gajeel. "Soltanto un pugno, uno solo!"
"Ho detto di no", dichiarò lei a braccia conserte. "Anche perché immagin oche Levy non sarebbe affatto felice di saperlo". Il Dragon Slayer borbottò qualcosa di incomprensibile. Accidenti a quel maledetto adolescente. Ma avrebbe avuto la sua vendetta, non appena ci sarebbe stata occasione.

Minerva si sentiva persa. Rinchiusa in una sudicia cella con le game strette al petto, non riusciva a credere di essere arrivata così in basso. Forse era davvero quella la fine che meritava, morire per mano dei nemici con cui si era azzardata a costruire un'alleanza. Che potesse essere maledetta! Ce l'aveva a morte con se stessa. Come se non bastasse, un certo Spriggan in particolare la infastidiva notevolmente.
"Pensa tu che peccato", sghignazzò God Serena, osservandola divertito al di là delle sbarre. "Penso che insieme ci saremmo divertiti".
La donna lo guardò truce.
"Lasciami in pace"
"D'accordo, ma che caratterino abbiamo qui. Comunque non preoccuparti, non dovrai soffrire per molto. Presto Acnologia si sbarazzerà di tutti i tuoi amici e infine anche di te"
"Ma fammi il piacere. Io credo nella Salvatrice. State sbagliando di grosso a sottovalutare la forza di Fiamma. Lei è la prescelta"
"Sono tutte idiozie!", esclamò avvicinandosi di scatto. "Ci hanno già umiliato una volta, non permetteremo che ciò accada di nuovo. Farei meglio a pregare, bellezza!".
Minerva sentì un profondo disgusto e fastidio. Odiava quella situazione, ma non sapeva assolutamente come reagire. La piccola porticina che fungeva da ingresso e uscita si aprì ad un tratto, ed una flebile luce squarciò il buio.
"Ah, ecco dov'eri", affermò Invel. "Sbrigati, dobbiamo andare"
"Sì, arrivo", borbottò God Serena infastidito, rivolgendosi poi a Minerva. "Noi ci vediamo tra poco, dolcezza". Minerva gli lanciò un'occhiataccia, raggomitolandosi su se stessa. Ancora ignorava ciò che sarebbe successo di lì a poco.
Invel e God Serena aveva intanto raggiunto il resto dei loro compagni e i loro due leader. Nell'arua c'era una profonda agitazione.
"Allora?", domandò il secondo. "Quando uccidiamo la donna?"
"Tempo a tempo", disse subito Acnologia. "Spero che voi siate pronti ad affrontare quella gilda di maghi". Larcade si schiarì rumorosamente la voce. Oramai non era più certo di voler combattere, non era più certo di niente.
"Siamo proprio sicuri? Siamo inferiori in numero"
"Ma siamo superiori in quanto a intelletto e forza", lo tranquillizzò Acnologia. "All'alba attaccheremo. Siete pronti?".
A quel punto si udì un forte boato. Solo Larcade non riuscì a lasciarsi andare. Sentiva solo il cuore battere forte e una grande paura accrescere in lui. Il momento si compiere una scelta stava arrivando.

Nel frattempo, Hikari, Rogue, Minerva e Yukino si erano allontanati dai loro compagni ed erano andati alla ricerca della loro compagnia. Tornare al covo degli Spriggan non era stato difficile, a vera difficoltà sarebbe stato nel non farsi beccare. Era buio e non c'era uno straccio di luce ad illuminare l'ambiente circostante, fatta eccezione per le stelle e la luna.
"Insomma, amico, non puoi fare qualcosa?", domandò Rogue a Sting.
"Cosa pensi che sia, una specie di torcia umana?!", sbottò il biondo. La ragazza fece ad entrambi sego di tacere-
"Dovete fare silenzio!".
Insieme a loro, c'erano anche i due Exceed. Frosch tremava ed era letteralmente appollaiato sulla spalla di Rogue.
"Frosch ha tanta paura", piagnucolò.
"Non preoccuparti, va tutto bene. Dobbiamo solo trovare Minerva, anche se con questo buio è un po' difficile"
"Non c'è bisogno della luce, bastano i nostri sensi". Grazie al suo olfatto sviluppato, Hikari riuscì a percepire una fragranza familiare. Minerva non si trovava lontano. Ad un certo punto allungò le braccia e si arrampicò su per il muro.
"Hikari, che stai facendo?!", esclamò Yukino.
"Fai attenzione, o rischi di cadere!", Rogue si avvicinò e tentò di sostenerla come meglio poteva, sebbene la ragazza avesse un senso dell'equlibrio piuttosto inesistente. Riuscì ad arrivare fino ad una delle finestre sbarrate. Dentro era completamente buio, ma il suo olfatto non la stava ingannando per niente.
"Minerva?", sussurrò. "Minerva, sei tu?". La donna era accovacciata su se stessa, e quando aveva poi sentito la sua voce, aveva creduto di star sognando. Poi si era sollevata e aveva scorto un'ombra.
"Hikari!", esclamò alzandosi. "Hikari, sei proprio tu!"
"Siamo tutti noi! Siamo venuti a salvati!"
"Oh, no! No, no, no! Adesso voi dovete andarvene!"
"Che significa?", chiese Yukino dal basso. "Siamo venuti qui per salvare te!"
"Adesso ascoltatemi bene. Non ho una bella sensazione. Ho l'impressione che Acnologia e i suoi stiano tramando qualcosa. Probabilmente vorranno attaccarvi a momenti, e quello che voi dovete fare è prendere tempo! Inoltre, sono abbastanza certa che ci sia una sorta di incantesimo di protezione attorno a questa cella!"
"Un momento, cosa?", domandò Rogue. "Vogliono attaccarci a momenti? Cazzo, questa non ci voleva. E cosa dovremmo fare? Lasciarti qui?"
"Ho paura che vogliano usarmi come esca e sarebbe la fine che merito!", sospirò. "Hikari, ragazzi... perché vi siete preoccupati di salvare una come me"
"Una come te? Forse perchè facciamo parte della stessa gilda, della stessa famiglia. Non giustifico quello che hai fatto, ma lo capisco!", disse Hikari. "E non ti permetterò di arrenderti tanto facilmente, noi torneremo nel nostro mondo, tutti insieme!".
Minerva si commosse a quelle parole. Nonostante tutto, Hikari l'aveva perdonata, non covava alcun racore nei suoi confronti. Stessa famiglia, stessa gilda. C'era davvero per lei una seconda possibilità?
"Io v ringrazio di cuore. Ma adesso voi dovete tornare indietro, avvertite gli altri e dite loro di tenersi contro"
"Come facciamo a lasciarti qui?!", esclamò Sting.
"Me la caverò. Non dovete preoccuparvi per me!". Hikari tuttavia sembrava un osso duro e non voleva mollare tanto facilmente. Non appena Minerva sent uno scricchiolio dietro di sé spinse via la ragazza, e in seguito ringraziò se stessa per aver agito in tal maniera. God Serena era tornato a disturbarla.
"Scusa, dolcezza, ma devo portarti in un'altra cella, ordini del capo. Ti aspetta un risveglio turbolento domani!".
Hikari non era caduta per un pelo, grazie a Rogue che l'aveva afferrata saldamente. I quattro avevano udito le parole dello Spriggan.
"Maledizione, aveva ragione", sussurrò Sting. "Che facciamo adesso?"
"Forse dovremmo fare come dice lei. Mi fido di Minerva", proclamò infine Yukino.


Fiamma stava ancora vivendo la sua magica serata in compagnia di Rayn. Si sentiva con il cuore  leggero, sebbene non del tutto. Di questo, il ragazzo se n'era accorto.
"Fiamma? Cosa ti turba?", domandò. Lei tentò di sorridere nel modo più convincente possibile.
"Va tutto bene, è solo che... penso che sono arrivata a questo punto e non so ancora controllare la mia forza. Non so, è strano da spiegare. Succede quando mi arrabbio, va fuori controllo e non so gestirla. Io sono la Salvatrice, dovrei esserne in grado. Ho avuto la fortuna di ereditare due tipi di magia diverse, eppure non riesco a fonderle"
"Ehi!", Rayn fermò la sua parlantina, poggiandole le mani sulle spalle. "Ci sono cose che non sai di saper fare.... se prima non le fai. Mi hai sempre tirato su il morale, adesso tocca a me starti accanto. E lo farò fino alla fine"
"Rayn", chiamò lei battendo le ciglia e poggiando poi la testa sul suo petto. Peccato che il romantico momento fu interrotto dall'arrivo di un furente Natsu.
"RAAAAYN!", esclamò puntandogli il dito contro. "Giù le mani da Fiamma!"
"Ah!", gridò la ragazzina spaventata. "Papà?! Ma che fai?!"
"C-calma!", il ragazzo indietreggiò. "Io non stavo facendo nulla di male, ci stavamo solo abbracciando!". Natsu però non aveva un'espressione molto convinta. Si chinò su Fiamma, avvicinandola a sé.
"Ti ha toccata? Ti ha fatto qualcosa che non doveva?"
"Eh.. eh? No! Rayn è gentile con me!"
"Io sono gentile con lei! Chi ti ha messo queste strane idee in testa?".
Il Dragon Slayer lo guardò con fare un po' truce. Probabilmente Gajeel si era divertito a mettergli strane idee in testa, ma doveva ammettere che sicuramente quelle stesse idee non sarebbero andate via tanto facilmente.
"Beh, scusa se mi preoccupo. Fiamma è ancora piccola. E innocente. E tu hai gli ormoni in subbuglio"
"Io? Non sono un maniaco come Neel, che diamine!".
Il bisticcio dei due cessò presto. Yukino, Sting, Rogue e Hikari erano appena tornati dalla loro spedizione  mal riuscita.
"Natsu, ragazzi!", esclamò il master di Sabertooth.
"Finalmente! Ma dov'è Minerva?"
"Credo che la situazione stia per peggiorare alla svelta", spiegò Rogue. "Attaccheranno domani mattina. Dobbiamo avvertire il master e gli altri".
Fiamma sentì il cuore perdere un battito. Che la battaglia finale fosse finalmente arrivata?
 


NDA
Mi fa strano dirlo, ma è così. La battaglia finale è giunta, e succederranno cose che spero di rendere al meglio. Qualcuno ci lascerà?
   
 
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