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Autore: addict_with_a_pen    19/09/2018    2 recensioni
Sono solo un povero ragazzo anonimo, che studia in una povera università anonima, che detiene il record della media del diciotto tirato dietro per pena e che, maledetto il giorno in cui l’ho detto, è famoso per essere un ruba cuori in grado di, testuali mie parole, far addirittura innamorare il proprio ‘professore palesemente ricchione’ di geometria.
Era ovvio che non fossi serio, insomma, chiunque si sarebbe accorto che ero ubriaco fradicio, ma quando hai degli amici che, come si usa dire, se la legano al dito, allora poco ti resta da fare se non ammettere di aver sbagliato e sentire sulla tua pelle il risultato dei tuoi errori.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bob Bryar, Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Piccola nota inutile*
Salve a tutti! Ne è passato di tempo, lo so bene, ma ho delle buone ragioni!
L’università mi sta prendendo abbastanza tempo, energie (e procurando ansia) e non riuscivo a trovare tempo e ispirazione per la scrittura, poi ho avuto un problema di salute un pochino serio che mi ha rubato ulteriore tempo, ma ora che gli esami del primo anno si stanno esaurendo e io sto meglio, avrò più tempo.
Non mento, Marshmallows era quasi finita, uno o al massimo due capitoli, ma… è in stand by per ora, mi dispiace cari.
Ma tornando alla storia, dico solo che è ispirata a Mamma Mia! Due, o meglio ad una sua canzone, dato che il film, essendo io una grande sostenitrice del musical e del primo film, mi ha distrutto cuore e anima, ma niente spoiler! Le musiche le adoro e Meryl Streep ha il mio cuore ora e per sempre.
Buona lettura a tutti dunque, spero che vi possa far sorridere! È una storiella scema, ma credo sia carina <3


 
What a crazy day, when I kissed the teacher!

“Spiegami un’altra volta perché io debba farlo…”
“Che palle Frank! Tu fallo e basta, che ti costa?”
“Mmmmh vediamo… la mia laurea forse!?”
“Come se te ne importasse qualcosa di laurearti!”
Alzo gli occhi al cielo sconfitto, come ad ammettere la mia inesistente colpa poiché è vero, Bob ha ragione, di laurearmi non me ne frega nulla.
Le cose sono andate così.
Sono solo un povero ragazzo anonimo, che studia in una povera università anonima, che detiene il record della media del diciotto tirato dietro per pena e che, maledetto il giorno in cui l’ho detto, è famoso per essere un ruba cuori in grado di, testuali mie parole, far addirittura innamorare il proprio ‘professore palesemente ricchione’ di geometria.
Era ovvio che non fossi serio, insomma, chiunque si sarebbe accorto che ero ubriaco fradicio, ma quando hai degli amici che, come si usa dire, se la legano al dito, allora poco ti resta da fare se non ammettere di aver sbagliato e sentire sulla tua pelle il risultato dei tuoi errori.
Potrei benissimo dire di no, dire che scherzavo e che di far innamorare il professor Way di me non me ne frega niente, se non fosse per il fatto che un’altra delle persone che si è legata al dito questa mia grandiosa uscita è Rosie, la ragazza dietro alla quale sbavo dalla terza liceo.
“Se riesci anche solo a dare un bacio al professor Way, allora ti concedo un’uscita insieme.”
Sarò anche scemo, ma un’occasione del genere non me la lascio mica scappare!
Nemmeno per un secondo ho pensato che forse me l’abbia detto solo perché non crede minimante che io possa farcela e perché prova un accenno di pena nei miei confronti, ma no! ma ho sicuramente pensato molto a me e lei che camminiamo mano nella mano e che ci baciamo dolcemente seduti sul bordo del mio letto e che…
“E dai Frank! Vuoi conquistarti la ragazza o no?”
Ovviamente la riposta è sì, ma è ovvio anche e soprattutto il fatto che non voglio mandarmi a quel paese la mia misera carriera universitaria ad un passo dalla laurea solo perché voglio una ragazza.
“Il fatto Bob, è che tra una settimana mi dovrei laureare e, che mi importi o meno, avere una laurea in tasca è meglio che avercele vuote!”
Credo davvero poco a ciò che ho appena detto, poiché l’unica a cui interessa della mia laurea penosa è mia madre, lei e solo lei, dato che se fosse per me io sarei già in giro con due dollari in tasca e la mia chitarra sulla spalla a bazzicare da un locale all’altro racimolando due monete ogni tanto, giusto per pagarsi l’erba e un panino, esattamente in quest’ordine di priorità.
“E invece rimanere single a vita è un affarone, vero?”
Sbuffo in risposta.
“No, non lo è, ma-”
“Ecco! Ti sei già risposto!” Risponde lui con aria saccente, incrociando le braccia al petto e sorridendomi con quel ghigno odioso. Vorrei spaccargli la faccia a pugni.
“Bene, messere, allora mi dica ciò che devo fare!” Voglio proprio sentire che ha da dire…
“Ti laurei tra poco, vero?”
Annuisco in risposta.
“E vuoi uscire con Rosie, vero anche questo?”
Annuisco nuovamente, storcendo immediatamente il naso sentendo ciò che mi dice di seguito.
“E, siccome sono un bravo amico, ti risparmio la parte del “farò innamorare di me quel gran frocio del professore in due giorni!” poiché è impossibile e perciò, come ha proposto Rosie stessa, gli darai solo un bacio, però serio, con lingua e tutto!”
Scoppio a ridere in risposta.
“E tu chi sei per obbligarmi, mio caro e bravo amico di sto caz-”
“Se non lo farai, dirò io stesso a Rosie che ti sei tirato indietro, o che sei gay come il professore e ti sei innamorato di lui.”
Una persona normale direbbe no, farebbe marcia indietro e si andrebbe a cercare l’amore altrove, ma io sono Frank, un mediocre ragazzo che non ha scopi o ambizioni nella vita se non fumare e imparare qualche altra canzone da strimpellare con la chitarra.
“Odio il fatto che lo stia per dire, ma ci sto.”
Detesto il ghigno di Bob che mi arriva in risposta.
*****
“Sì? Avanti?”
“Buongiorno professore!”
“Oh, prego, entri pure.”
Stamattina mi sono svegliato con un umore tanto nero che a conforto la notte è luminosa. Ancora non capisco come abbia fatto a farmi convincere così in fretta e ancora non credo minimante nelle mie capacità da latin lover, così che l’idea di me e Rosie assieme diventa sempre più un’illusione che una realtà.
“Mi dica, di che ha bisogno?”
Mi sono trascinato a forza dietro la porta dell’ufficio del professore con la scusa di necessitare ancora qualche chiarimento per la stesura della mia misera e patetica tesi.
“Sì, avrei bisogno di un chiarimento per la mia tesi.”
“Aspetti, si presenti prima.” Mi dice con una risatina imbarazzata tirandosi i capelli neri indietro.
Sul fatto che il professor Way sia bello, nessuno può dire il contrario. Anche il più etero e macho deve ammettere che quel nasino sia tremendamente adorabile, quegli occhi magnetici e che quel tic di mordersi appena il labbro quando è a disagio abbia giusto un accenno di sensualità, ma fortunatamente io non sono etero né macho.
Io sono io e mi guardo attorno per bene e devo ammettere che il professor Way è stato per tutto il primo anno di università il mio chiodo fisso. Sarei potuto rimanere ore intere a fissarlo e fantasticare su noi, ma nessuno a parte me lo sa, sennò la voce che “Frank Iero vuole farsi il professore!” avrebbe fatto il giro dell’ateneo in meno di un giorno. Non mi sarebbe dispiaciuto farmi il professor Way, oh no! È stato il mio sogno erotico per un anno intero, ma ora i tempi sono cambiati e fortunatamente sono uscito da quella fase di confusione.
“Certo, mi scusi! Mi chiamo Frank Iero.”
Mi sorride.
“Bene, signor Iero, mi dica pure qual è il problema.”
Un’altra cosa che ho sempre adorato del professor Way, è come dice il mio cognome. Calcando appena la R e, in casi straordinari in cui dice pure il mio nome, pronunciando con così tanta enfasi quella K, ma cerco di non fare caso ai brividini che mi sono scesi lungo il braccio e dissimulo con un sorriso.
“Vorrei che mi rispiegasse questo passaggio perché, non so se lo sa, ma tra una settimana precisa mi laureo e vorrei esporre al meglio il mio lavoro!” Cazzata colossale, comincerò a leggere la tesi la notte prima della discussione, ma questo il professore non deve saperlo.
“Certo, venga qua accanto a me.”
‘Accanto’, non davanti. Così mi rende il lavoro troppo facile!
Come da lui dettomi, prendo la sedia e mi accomodo vicino a lui, già intento a sbandierare carta e penna per fare disegni e spiegarmi da capo un qualcosa che mai ho compreso.
È tremendamente palese il fatto che il professor Way sia gay, insomma, jeans di una taglia sempre più stretta del previsto, così che gli segnino alla perfezione il sedere e così che si veda precisamente la sagoma del suo caz-
“Ha capito fin qui?”
Riemergo dalla mia fantasia riguardante il pene del professore e annuisco deciso e convinto, nonostante non abbia ascoltato neanche una parola.
Ritorno ad immaginare cosa stia nei pantaloni del mio professore immediatamente dopo averlo visto disegnare una circonferenza sul foglio assieme ad un mucchio di formule sconosciute e per me senza significato.
Un’altra ragione del perché sia così dannatamente palese la sua omosessualità, è il modo in cui sculetta mentre cammina nei corridoi per andare in aula. Sfilze di ragazze si fermano sempre imbambolate a fissargli il di dietro a sua insaputa, pensando alle cose più sporche e sconce che, vista la perenne espressione da bimbo indifeso che ha in volto, risultano quasi assurde e sbagliate, quando in verità non lo sono affatto…
Il professor Way è sempre nel suo mondo, pare non notare come metà dei suoi alunni gli sbavino dietro e pare non rendersi nemmeno conto di come la mia sedia si sia misteriosamente avvicinata di più alla sua nel mentre.
Ovviamente sono più che convinto che, non appena avrò posato le mie labbra sulle sue, si ritirerà esterrefatto e schifato dal mio comportamento, cacciandomi fuori a calci e non facendomi laureare ma, come dice il famoso detto “carpe diem”, non voglio di certo tirarmi indietro adesso…
Voglio dimostrare a quel coglione di Bob che sì, bacerò il professore e sì, mi manderò a quel paese il mio futuro, ma adesso l’unica cosa a cui posso pensare è il bacio, la scommessa e Rosie.
“Mi segue signor Iero?”
O la va o la spacca!
Approfitto della sua domanda per afferrargli il volto tra le mani e poso le mie labbra sulle sue, in attesa che mi respinga e mi cacci via ma, contro le mie previsioni, ciò non accade… Il primo a rendere il bacio un qualcosa di più serio e sensuale è lui, e questa cosa mi lascia tanto confuso quanto meravigliato e… felice. Sento la sua lingua nella mia bocca, le sue mani sulle mie guance e il suo respiro caldo sul volto ma io, come un verginello alle prese col suo primo bacio, immediatamente comincio a non ricambiare più il bacio e ad allontanarmi da lui, con due guance rosse fuoco e le labbra socchiuse dalla sorpresa.
Cosa ho appena fatto…?
“Bene, signor Iero, ha altre domande…?” Dice con quella sua voce imbarazzata e le guance in fiamme tanto quanto lo sono le mie.
“Io n-no…” mi passo una mano sul volto “Gr-Grazie dell’aiuto professore…”
“Oh non c’è problema…” si chiarisce la voce, imbarazzato “Ci vediamo alla discussione allora, va bene?”
Non credo di aver sentito bene… Dopo ciò che è successo, vuole ancora che io mi laurei!?
“Umh… certo! A mercoledì…”
E così come sono entrato, fuggo via da quella stanza che mi pareva andasse a fuoco e corro nel primo bagno che incontro sulla strada.
Cosa ho appena fatto! Ma soprattutto, cosa ha appena fatto lui?
Mi sciacquo la faccia con dell’acqua gelida e subito vedo che mi stanno tremando le mani.
Io credevo di entrare nell’ufficio, provare a baciarlo ma ricevere un ovvio rifiuto, pregarlo di perdonarmi, prendermi la mia misera e mediocre laurea e scappare via da quella università, ma questo ha totalmente cambiato le carte in tavola!
“come è andata???”
Leggo il messaggio di Bob e scoppio a ridere istericamente, non credendo ancora a cosa sia appena successo.
“benissimo e, non ci crederai mai, ma è stato lui a metterci la lingua!”

“cazzo è davvero frocio… avevi ragione!”
Ma, invece di ridere e dargli ragione, aggiungo delle lacrime isteriche alla risata e una martellante domanda mi spezza in due la testa: perché ha ricambiato il bacio!?
*****
Da dopo quel famoso giorno, non è passato un singolo momento in cui non abbia pensato a come il professor Way paresse coinvolto e d’accordo con quel bacio e nemmeno un singolo istante in cui Bob non mi abbia ripreso per non aver preso delle prove convincenti che attestino la riuscita del bacio.
“Cosa avrei dovuto fare, eh??”
“Non so! Rubargli la cravatta, quella sarebbe stata una prova più che schiacciante direi…”
Avvampo all’idea di me e il professore nel suo studio e io che gli sfilo la cravatta a bacio concluso e una gocciolina di sudore comincia a scendermi lungo la schiena.
“Hey, tutto bene Frank..?” Mi chiede Bob visibilmente preoccupato dal mio comportamento.
“Sì, benissimo…” Rispondo con un filo di voce, ancora perso nei miei pensieri.
“Guarda che scherzavo, mi fido di te! Siamo amici da una vita, so riconoscere una bugia e stavolta non la stai dicendo.”
Già… non la sto dicendo no.
Sul fatto che trovi il professor Way bello nessuno può ribattere o contestare, ma il fatto che mi sia piaciuto baciarlo nessuno dovrà mai scoprirlo. Insomma, quella sensazione di leggerezza e confusione nel mio stomaco dopo che le nostre labbra si erano separate stava a dimostrare che quel bacio mi aveva coinvolto, e non poco! Vorrei tanto dire che la mia fissazione per il professore si sia conclusa anni fa, ma mentirei palesemente, poiché non riesco a far uscire dalla mia testa quel sorriso imbarazzato che mi aveva rivolto a fine bacio e quella sensazione di bruciore che ancora adesso sento sulle mie labbra…
“Ci sei Frankie…?”
“Sì, scusa, sono un po’ nel mio mondo oggi, sai, agitazione da laurea suppongo.”
Ma al momento sto pensando a tutto meno che alla mia laurea e, soprattutto, mai nella vita sono stato agitato per una cosa riguardante l’università.
“Tu, agitato per l’università?” appunto… “Adesso stai mentendo!” e ride come uno scemo.
“Senti, quando ti laureerai pure tu vedremo se sarai o no agitato!” Rispondo utilizzando un tono di voce troppo alto e agitandomi più del necessario.
“Okay, tranquillo! Sei tutto strano oggi, sicuro di star bene?”
Annuisco con falsa enfasi in risposta.
“Sono solo stanco e agitato, se non per la laurea, per qualcos’altro…”
Già, qualcos’altro che ha gli occhi più belli del mondo e il sorriso più dolce e allo stesso tempo sensuale che abbia mai visto in vita mia…
“Okay, mi fido…” dice con pochissima convinzione nella voce “Ma, patti son patti!” e detto questo mi piazza li suo telefono in mano con già una chiamata in corso.
“Heilà Bob! Che succede?” Chiede la voce dall’altra parte della cornetta che suppongo sia quella di Rosie.
“Umh ciao Rosie, sono Frank.”
“Ooooh Frank! Mi è giunta voce che ce l’hai fatta, o sbaglio?”
Ma, contro ogni mia aspettativa, l’idea di uscire con Rosie non mi intriga più così tanto.
“Sì, proprio così, sono riuscit-”
“Facciamo martedì alle cinque e mezza?”
“Okay, certo!”
Ma non provo nulla se non imbarazzo e noia e all’idea di uscire con una solo perché sono riuscito a dare un bacio al nostro professore.
“A martedì…” E metto giù.
“Ce l’hai fatta amico! Contento?”
Dovrei esserlo, lo so bene, ma per qualche strana ragione non sono più così tanto sicuro che uscire con Rosie sia ciò a cui più ambisco.
“Contentissimo…!”
Perché ha ricambiato il bacio?
*****
“Salve professore. Sono venuto a porgergli le mie scuse.”
“Scuse per cosa signor Iero?”
Manca un giorno solo alla laurea e ormai l’imbarazzo, l’euforia e la confusione per quel dannato bacio mi stanno facendo battere la testa contro il muro.
L’ultima mia grandiosa idea avuta giusto stanotte alle tre, riguarda il fatto che forse il professore abbia preso questo mio gesto avventato e pazzo come un qualcosa per comprarsi il voto e la laurea, così che stamattina mi sono immediatamente fiondato nel suo ufficio per chiarire le cose.
“Per… qualche giorno fa, sa, quel…quel…” Non riesco nemmeno a dirlo, perfetto!
“Ah, si riferisce al bacio, giusto?”
Annuisco in risposta, per poi rimanere a fissarci per qualche istante negli occhi con tanta di quella tensione che si potrebbe tagliare con un coltello.
“Non si preoccupi, ho immediatamente capito che si è trattato di un errore, scommessa magari…? So delle voci che girano sul mio conto, non si preoccupi, davvero.”
Ma contro le mie aspettative, invece di tirare un sospiro di sollievo, ammettere la colpa e salutarci, provo una sensazione di tristezza indescrivibile all’idea che lui pensi si sia trattato solo di una stupida scommessa, cosa che in teoria è.
“Sì, lo è stato, ma…” deglutisco a vuoto “…ma volevo chiarire che non l’ho fatto per prendermi le sue simpatie o che so io e che-”
“Frank…” ecco che ha detto la K “davvero, non si preoccupi! So bene che l’ha fatto solo per una scommessa, non c’è bisogno di scuse, non è la prima volta che mi capita in qualunque caso…”
“Quindi già altri studenti l’hanno baciata??” Mi pento di aver fatto quella domanda subito dopo averla sentita uscire dalle mie labbra.
Non sono affari miei sapere chi si bacia il professor Way!
“Sì, sono mio malgrado al corrente della mia fama qui” ride nel mentre “Come mai così tanto interesse?”
E stavolta, non so davvero che dire.
“Oh nulla, sono solo… sorpreso, non credevo…”
E la risata che mi arriva in risposta mi fa avvampare come un idiota.
“Non me la bevo, figuriamoci se lei non si è accorto di come più di metà dei suoi compagni di corso mi fissano durante le lezioni! Me ne sono accorto io, dunque mi pare strano se non impossibile che non l’abbia fatto anche lei.” E continua a ridere appena.
Io ero totalmente convinto che lui non fosse al corrente delle voci e delle storie fantasiose che girano sul suo conto, sono sorpreso per davvero di ciò, ma allo stesso tempo non posso evitare di agitarmi e pensare se per caso si sia mai accorto anche delle mille occhiate che gli ho rivolto durante le lezioni… Questo non va bene affatto!
“Non che me ne importi, diciamo che trovo divertente come le sue colleghe, ma anche colleghi, mi facciano la corte e alcuni tra i più spinti mi chiedano di fare altro…” ride ancora, ma io provo solo un moto di gelosia per tutte queste galline e idioti che hanno osato chiedergli di ‘fare altro’ “Ma non fa nulla, mi sono abituato e, ripeto, non ci faccio più conto. Mi lascio scivolare tutto addosso, respingo con gentilezza chiunque provi a farsi avanti e sì, se è questo che le importa, consento a tutti di laurearsi senza rancore. La ringrazio anzi, nessuno è mai venuto a scusarsi, apprezzo molto il suo gesto ma allo stesso tempo non era necessario, davvero. È tutto a posto, intesi signor Iero?”
Questo sarebbe un momento più che opportuno per annuire, sorridere e uscirmene dalla stanza, ma io non sono fatto così, io non mi lascio scivolare addosso le cose come lui e non riesco a non pensare a quella dannata domanda che da giorni mi gira per la testa…
“Perché ha ricambiato il bacio!?” Se prima ancora avevo una minima chance di potermi laureare con un sessantuno, ora l’impresa è sempre più impossibile.
“C-Come scusi…?”
“Sì, insomma! Intendo dire…” E decido di raccontargli tutto.
“La cosa è cominciata da una scommessa, ha ragione, ma io ho accettato solo perché primo, non ho grandi ambizioni e di laurearmi me ne frega poco e niente e secondo, ero totalmente convinto che lei mi avrebbe respinto e cacciato via, non credevo minimante che avrebbe ricambiato il bacio e addirittura aggiunto la lingua per primo!”
Solo dopo avergli praticamente urlato in faccia tutto il mio inutile sdegno e la mia frustrazione accumulata nel tempo mi rendo conto di cosa ho appena combinato… Ho fatto una scenata di gelosia da ragazzina davanti al mio professore universitario che qualche giorno fa mi ha dato uno dei, se non l’unico tra tanti, baci migliori della mia vita e ora richiedo pure spiegazioni in merito! Arrossisco ancora di più al pensiero.
“S-Signor Iero, io non so cosa stia cercando di dirmi, m-ma parrebbe quasi che mi stia accusando di non averla sbattuta fuori dalla porta del mio ufficio ed impedito di conseguenza di laurearsi… È così?”
E per quanto ridicola possa sembrare la cosa, sì, è così. Se solo non mi avesse baciato allora io adesso non sarei qui, alla mia veneranda età, a farmi ancora domande sulla mia sessualità, non sarei qui a giocarmi un sessantuno, non sarei qui a non voler uscire questo pomeriggio con la ragazza per la quale ho una cotta da anni e non sarei qui a pregare che il professore mi afferri per il colletto della maglia e mi baci ancora come se non ci fosse un domani!
“Arrivederci professore. Grazie nuovamente per il suo tempo.”
“Frank aspetta!”
E fuggo via lasciandomi una scia di imbarazzo e amarezza alle spalle.
Perché ha ricambiato il bacio…
*****
Oggi è il tanto atteso giorno della discussione e mentirei se dicessi che non ho mai avuto così tanta ansia in vita mia.
No, non per la laurea, assolutamente, ma per il professor Way che mi vuole letteralmente distruggere fino in fondo e che vedo ben piazzato nella commissione, pronto ad ascoltare il mio fallimentare discorso.
Questa situazione tra me e il professore mi sta letteralmente mandando fuori di testa e non vedo l’ora di prendere il mio pidocchioso attestato in mano e fuggire da qui una volta per tutte.
Devo solo ripetere quelle due cose che sono riuscito ad incollarmi nella mente durante le due orette che ho dedicato allo studio stamattina e poi me ne andrò, in un mondo libero da scommesse, baci e professor Way.
Non so se sia più un bene o un male…
L’altro giorno poi, dopo l’uscita con Rosie, mi sono reso conto di quanto fosse cambiata dal liceo e di quanto fosse ormai diventata una sciocca superficiale di basso spessore. Le tre ore più lunghe della mia vita, altro che appuntamento romantico…
“Com’è andata amico?” mi aveva chiesto giusto stamattina Bob e, per quanto odi mentirgli, ho dovuto dirgli che era stato tutto perfetto e che Rosie diventerà a breve la mia ragazza.
Sono il primo a dire che pensare a come sarebbe uscire con il proprio professore non è propriamente ciò che si ritiene normale, ma so altrettanto bene che non me ne potrebbe importare di meno e che nessuno potrà mai giudicare una mia fantasia se questa non verrà allo scoperto.
“Iero?”
Vengo riportato alla realtà e strappato dal mio bacio passionale immaginario con il professor Way dall’annuncio del rettore che mi sta chiamando per andare al tavolo e discutere il mio triste lavoro.
Non sono mentalmente pronto alla figura penosa che a breve farò…
Mi appresto alla scrivania e mi siedo davanti a tutti, con le mani sudate e lo sguardo basso per non incontrare quello del professor Way.
“Bene, ci esponga pure il suo lavoro, l’ascoltiamo.” Mi dice il rettore dopo avermi stretto la mano ma il fatto è che non posso accontentare la sua richiesta…
Potrei parlare di me e il professor Way, oppure solo del professore! Oh, magari potrei anche parlar loro delle mille pare e filmini su di noi che mi sono fatto mentre avrei dovuto studiare il mio discorso, o ancora esporre il mio lungo e dettagliato trattato che narra di tutte le qualità positive del professor Way e di come quella ‘piccola’ cottarella di qualche tempo fa non si sia mai estinta né prima né tantomeno ora.
“Signor Iero? È con noi?”
Vengo nuovamente strappato dal mio mondo da un altro professore di cui non conosco il nome, ma che è, guarda caso, seduto alla esatta destra del professor Way…
“S-Sì, sono solo un po’… agitato.”
Immediatamente lo sguardo del professor Way si incolla al mio e immediatamente i livelli di panico nel mio corpo salgono spropositatamente.
“Oh è normale!” dice nuovamente il rettore “Cominci pure quando se la sente.”
Ma non credo che riuscirò mai a sentirmela, né ora né mai.
Con lo sguardo del professore che non si scolla dal mio nemmeno per un istante, mi risulta già difficile semplicemente respirare e sforzarmi di non alzarmi e fuggire da quel posto orribile.
Sento gli sguardi di tutti addosso, professori, compagni, amici, probabilmente mia madre in fondo all’aula e sopratutto il suo, quel dannato sguardo che così tanto mi ha fatto dannare.
“Umh… ora però se la sentirebbe di cominciare?”
Oh sì, me la sento eccome…
“Sapete che vi dico?”
Mi alzo di scatto dalla mia scomoda e scricchiolante sedia, vado davanti al professor Way che ora, per qualche strana ragione, mi sta sorridendo come lo stronzo che non è altro e lo afferro per la cravatta, portandolo al livello del mio volto.
“Ora si comincia davvero…” Sussurro io sulle sue labbra, per poi baciarlo e far cadere l’aula intera nel silenzio più totale.
Almeno ho dato loro qualcosa di cui parlare per i prossimi dieci anni.
“La mia discussione consiste in questo!” Dico ad alta voce dopo aver lasciato andare la cravatta del professore e averlo visto ricadere sulla sedia mordendosi il labbro e fissandomi con quello sguardo che non può far altro che ispirarti le cose più sporche e sconce.
“Mi chiamo Frank Iero, e sono innamorato del mio professore di geometria da…” faccio un breve conto “quattro anni e mezzo! E non me ne vergogno affatto!” Rido, anche se c’è poco da ridere, per poi vedere come tutti mi stiano fissando esterrefatti e subito rendermi conto di ciò che ho appena fatto.
Da dove diavolo ho preso tutta questa confidenza!? Mi sono rovinato la vita…
Nell’esatto momento in cui la mia mente riprende a lavorare come Dio comanda e mi spinge a fuggire via da lì, una mano dall’altra parte della scrivania mi afferra per il polso, tenendomi ben fermo dove sono.
Quando mi volto e vedo di chi è la mano che mi ha afferrato, per poco non urlo come una ragazzina.
“Mi chiamo Gerard Way…” scavalca la scrivania, venendo dunque dalla mia parte “E sono particolarmente attratto dal mio allievo Frank Iero, nonostante le numerose avances che all’incirca metà di voi neo laureandi presenti in questa stanza mi avete fatto negli anni.”
Posso benissimo notare come le guance di all’incirca dodici tra ragazzi e ragazze si siano tinte di rosso dopo questa sua uscita e posso sentire una sensazione di orgoglio e gioia per le parole che ha appena pronunciato. Fortemente attratto… non credo di aver capito bene.
Dopo qualche secondo di silenzio totale tra tutti i presenti, riporta qualcosa di cui discutere sorridendomi, prendendomi il viso tra le mani ed infine baciandomi ancora davanti agli sguardi attoniti di decine e decine di allievi, genitori, professori e soprattutto quello di Rosie in prima fila.
Stavolta però, invece del solito silenzio, sento una sfilza di fischi e grida provenire da alcuni miei amici e compagni di corso, tra i quali la voce di Bob risuona più alta di tutte.
E io che non volevo nemmeno accettare la scommessa! Dovrò fare una statua in suo onore, altro che!
Non avrò preso la laurea, ma ho preso qualcosa di estremamente più bello, importante e sexy…
“Professor Way il suo comportamento è al di là dell’inaccettabile!” sentenzia il rettore a bacio concluso, ma ciò che il professore, o meglio Gerard, fa dopo mi fa capire che di quel richiamo poco gliene importa.
Fa un inchino a tutti, mi prende per mano e mi porta fuori dall’aula, dove gli sguardi di nessuno possano incontrarci.
“Allora Frank…” dice calcando la K come piace tanto a me ancora prima che io possa dire qualcosa “Credi davvero che non mi sia mai accorto di come mi divoravi con lo sguardo a lezione…?”
Deglutisco a vuoto sentite le sue parole, vergognandomi come non mai.
“M-Mi dispiace professore, i-io no-”
Mi zittisce con un ulteriore bacio.
“Quattro anni e mezzo, mh?”
Annuisco arrossendo.
Grazie a Dio che ha ricambiato il bacio!
  
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