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Autore: MattySan    20/09/2018    2 recensioni
Sequel di Gli Affari Sono Affari.
Sono passati mesi dall'ultima avventura di Leodore e adesso tutto sembra andare per il meglio nella sua vita.
Ma il passato tornerà a farsi sentire in modo inaspettato, coinvolgendo il leone e gli altri protagonisti in una reazione a catena dalla quale nessuno sarà escluso.
E stavolta Leo non sarà solo.
Genere: Drammatico, Generale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Altri, Capitan Bogo, Judy Hopps, Nick Wilde, Sindaco Lionheart
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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La sala dell’interrogatorio non era mai stata così cupa e gelida.
Pareva che il freddo della notte entrasse da delle finestre inesistenti e che attraversasse le spesse pareti impenetrabili, il caffè che Leo aveva di fronte a sé sul tavolo non sarebbe bastato a riscaldarlo.
Tralasciamo il fatto che il caffè delle macchinette della centrale di polizia fa abbastanza cagare, ma soprattutto in quei fottuti anni Bogo non si era degnato nemmeno di farlo cambiare.
Leo fissò il soffitto e poi ancora il suo caffè sul tavolo.
La porta si spalancò di colpo e il bufalo si mise a sedere di fronte al leone con in mano un fascicolo stracolmo di fogli, si tolse gli occhiali e prese un bel respiro profondo prima di aprir bocca e iniziare a parlare, sapeva quanto era dura per Leo rivivere certi momenti che credeva ormai assopiti.
“Prenditi tutta la calma che vuoi ma sappi che ho assolutamente bisogno della tua testimonianza Leo, non posso farne a meno” Bogo disse in modo professionale e con la voce bassa.
Il leone scosse la testa in un primo momento ma poi continuò a fissare il tavolo senza dire una parola.
Solo quando Bogo iniziò a sfogliare le pagine del fascicolo il rumore dei fogli che scorrevano parve risvegliare Leo da quella specie di “trance”.
“Non ho molto da dire, lo sai perché ero lì in quella dannata struttura, quel tizio mi è piovuto dal cielo all’improvviso dopo che ho sentito il suo urlo, non ho nient’altro da dire” Leo disse con tono scocciato.
Bogo aprì il fascicolo della scientifica con il risultato delle analisi.
“Dagli accertamenti della scientifica risulta che questo tizio era niente meno che Philip Joyce, noto proprietario di una catena di ristoranti e di altri locali trai quali anche degli strip club, ne ha un bel po’ sparsi per i distretti della città”.
“E quindi?”.
Bogo afferrò un modulo e lo porse al leone che sgranò gli occhi.
“E quindi questo Joyce non era altro che uno dei manager di Gazelle e aveva fatto decollare la sua carriera qualche anno fa quando lei cantava ancora in quei locali semplici di periferia di proprietà di Joyce, i due avevano troncato i rapporti quando Gazelle acquisì molta fama ma qui viene il bello. Abbiamo messo a soqquadro la villa di Joyce e i suoi tabulati telefonici, ci risulta che Gazelle si sia sentita di nuovo con lui recentemente per entrare in affari con la costruzione e  l’amministrazione del nuovo locale dove sei stato stasera ed era lui a capo di tutto”.
Leo fissò Bogo con uno sguardo acido e sospetto.
“Non penserai mica…”.
“Rilassati, so bene cosa stai per dire ma non ho nessun sospetto su Gazelle ed è anche assurdo solo al pensiero che lei possa entrarci qualcosa, anche se era in affari con Joyce questo non prova proprio niente. Tu piuttosto hai da dirmi altro?”.
Leo scosse la testa e consegnò nuovamente il modulo a Bogo, dopo di ciò il leone fu fatto uscire dalla stanza e si mise d’accordo col bufalo per rimanere a stretto contatto e dare massima disponibilità per approfondire la faccenda.
Leo si recò nella reception verso l’uscita dove c’era ancora molta gente in attesa di essere interrogata, di fronte all’ingresso vi erano Nick e Judy che stavano ancora prendendo le generalità degli ultimi arrivati e scrivendo il rapporto.
Judy corse a prendere Leo per mano.
“Stai bene?”.
“Non lo so ma grazie a te ora non sento più freddo come prima”.
La coniglietta sorrise felice, ancora una volta era riuscita a scaldare il cuore del leone e dopo averlo salutato tornò da Nick, il quale nel frattempo aveva preso un caffè e lo sorseggiava nervosamente avendo assistito alla scena.
Judy se ne accorse e fece un’espressione spazientita.
“Adesso non mi pare affatto il caso di fare il geloso! Sei veramente impossibile quando fai così, mi fai incazzare!”.
Nick sbuffò sorseggiando il caffè.
“Meglio non abbassare mai la guardia” replicò seccamente la volpe.
“In che senso scusa? Non puoi nemmeno capire cosa sta passando Leo adesso! Dubito che stanotte riuscirà a chiudere occhio, io voglio aiutarlo è un amico prezioso per me!”.
“Ed è proprio per questo che non abbasso la guardia”.
Judy tirò un colpo al caffè di Nick rovesciandolo a terra e si allontanò sbattendo i piedi sul pavimento.
“Ma che ho detto? Carotina dai non fare la difficile! Vieni qui!”.
“Stronzo!” gridò lei allontanandosi.
Nick stava per inseguirla ma fu fermato da Bogo.
“WILDE! Cos’è tutto questo casino? Ripulisci subito il pavimento e torna al lavoro!” gridò Bogo correndo con dei moduli in mano a chiamare il prossimo testimone in attesa.
Nick sbuffò e andò a prendere uno straccio per pulire.
“Valle a capire le donne” pensò mentre strofinava lo straccio sul pavimento.
Leo uscendo incrociò Gazelle che lo stava attendendo di fronte alla macchina.
La abbracciò subito stringendola forte.
“Stai bene?” le chiese.
“Io si ma tu ora devi pensare a star bene, per un po’ sarò impegnata con Bogo per le indagini ho dato la mia massima collaborazione e farò il possibile per risolvere il caso, in questo modo avremo pace entrambi” lei disse dolcemente.
Leo annuì e la baciò, dopodiché lei spiegò che non sarebbe tornata a casa rimanendo a disposizione di Bogo per l’intera nottata, dopo avergli augurato la buonanotte, entrò nella centrale di polizia lasciando Leo di fronte alla porta d’ingresso che lentamente si chiudeva alla sue spalle.
Leo si diresse verso la limousine che lo aspettava in fondo alla strada ma venne richiamato da una voce alle sue spalle.
Era Gerard appena uscito dalla centrale di polizia, si diresse correndo verso di lui.
“Non devi preoccuparti per quello che è successo, so bene del tuo brusco passato c’ero anche io ma sappi che se vuoi un aiuto o qualsiasi altra cosa io ci sono, io ci sono per tutto e non esitare a chiedermi” disse la tigre abbracciandolo.
In quelle parole, Leo notò una scintilla negli occhi della tigre ma si voltò aggiungendo solo un “grazie” e si allontanò verso la limousine, dove Manchas lo attendeva e aveva assistito alla scenda da lontano.
Per la prima volta Manchas e Gerard incrociarono i loro sguardi ma fu un attimo e il giaguaro partì subito, lasciando la tigre sul marciapiede che si allontanava sempre di più nel riflesso dello specchietto.
Manchas sapeva tutto e voleva fare qualcosa, provò ad aprir bocca ma appena iniziò a parlare venne zittito da Leo, il quale gli disse semplicemente di stare zitto e di guidare fino a casa.
Manchas non se la prese, capì perfettamente essendoci passato anche lui e si limitò solo a guidare per quella strada buia alle quattro e mezzo del mattino, senza proferire parola.
  
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