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Autore: Dave Coraan    20/09/2018    0 recensioni
Tratto da una campagna di D&D. Raiyko, dopo aver perso la memoria, riesce a fuggire dalla fortezza di Divenfall. Il mondo che lo aspetta fuori però è completamente in crisi. Fra lotte di potere, un passato da scoprire e minacce celate, Raiyko dovrà decidere cosa è giusto o sbagliato per poter far tornare la pace e l'ordine nel regno di Kaos.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come sospettato da Raiyko non ci misero molto a raggiungere la capanna. La cima della collina era particolarmente spoglia; oltre alla dimora di Daug vi era soltanto un piccolo albero solitario. Da lì il trio aveva una vista panoramica completa dell’intero villaggio, con la Piana Dell’Infinito che si stendeva fino all’orizzonte.
Davanti all’entrata della capanna vi era un grosso telo ingiallito dal tempo con sopra le cose più strane e disparate che avessero mai visto. Non conoscevano la funzione di nessuno di quei curiosi oggetti, sempre se ne avessero mai avuta una.
«Bussiamo?» Domandò Yotta avvicinandosi alla porta.
«Non credo che qualcuno vi risponderà.» Disse una vocetta strozzata dall’età.
Il trio si girò verso la fonte della voce, abbassarono lentamente lo sguardo finché non comparve un vecchietto con dei grossi baffi bianchi e una lunga barba anch’essa bianca. Indosso aveva una lunga toga ingiallita come il telo, così lunga che per una buona parte si trovava costretto a trascinarla. Il vecchio arrivava all’incirca poco più sopra della vita di Aequitas.
«Siete Daug?» Chiese Raiyko perplesso.
«Gion-giorno, chi mi cerca?»
«Siamo avventurieri…»
«Non compro niente. Gion-giorno e arrivederci.» E li superò, entrando in casa.
«Aspetti! Avrei delle domande da farle.»
«Dammi del tu ragazzo.»
«Avrei delle domande da farti…»
«Ah, i giovani d’oggi! Quanta maleducazione!»
«Ehi!» Si agitò Aequitas. «Sei tu che hai detto di darti del tu!»
«Uh! Uh! Sa parlare! Credevo fosse solo da compagnia!»
«Piccolo vecchiaccio come ti permetti!?» Raiyko trattenne Aequitas ormai pronto a pestare il vecchio.
«Senta signor Daug…»
«Solo Daug va bene.»
«…Daug…»
«Tu non sei mio amico! Non sei mio amico!»
«Ragazzi andiamo! È come ha detto quel tipo, è solo un pazzo! Stiamo sprecando tempo!» Esclamò Aequitas ormai al limite della sopportazione.
«Quale tipo? Parli del mio amico Tobia?» Domandò Daug incuriosito.
«Non stavo parlando co…»
«Sì, ci manda il nostro amico Tobia!» Raiyko prese la palla al balzo. «Tu conosci Tobia, giusto?»
«Gli amici di Tobia sono anche Quasi-amici miei. Gion-giorno. Ci siamo per caso già incontrati ragazzo?»
«Beh, ho già visto questo posto…»
«Bene… Siete venuti troppo presto però. Ascoltami.» E gli fece cenno di avvicinarsi. Raiyko si avvicinò. «Ascoltami.» E Raiyko si avvicinò ulteriormente. «Ho detto di ascoltarmi non di avvicinarti! Sono io il vecchio sordo o lo sei tu?!»
«Ma tu mi stavi facendo cenno…»
«Te guarda se ora un povero vecchio non può nemmeno muovere a caso le mani! Gion-giorno. Comunque, stavo dicendo… Ascoltami: quando il male di questo villaggio avrete sconfitto, tornate da me per un grande profitto! Che schifo ho fatto la rima, aspetta ragazzo che te la ridico: sconfiggi il cattivo e torna da me. Potrò ridarvi la vostra memoria! Ora vado! Gion-giorno.» Aprì la porta ed entrò nella capanna, ma non chiuse subito la porta. «Dovresti anche tu mettere un anello.» E si chiuse la porta alle spalle.
Raiyko corse subito a bussare contro la porta e a cercare di aprirla. «Cosa hai detto?! Come sai degli anelli?! Perché lo dovrei mettere?! Ehi, mi senti?»
«Lascia, la apro io!» Disse Aequitas incitandolo a scansarsi. Presa la rincorsa si gettò contro la porta pronto a buttarla giù. In pochissimo tempo si ritrovò spiaccicato ad essa come avesse sbattuto contro una parete fatta di pietra. «Mi sa che c’è un incantesimo sulla porta.» Aggiunse massaggiandosi la spalla.
«Beh, mi sembra chiaro. O è pazzo, ma visto che ha nominato gli anelli non direi; o non ci resta che cercare questo “cattivo” che si trova nel villaggio.» Disse Yotta.
«Scommetto dieci corone che era il vagabondo!» Esclamò Aequitas.
«Inizia ad essere tardi, ci conviene tornare alla reggia, farci una bella mangiata, riposarci e pensare a tutto questo domani, a mente rilassata. Che ne dite?»
Yotta e Aequitas acconsentirono e i tre si diressero per la strada verso la loro attuale dimora.
«Raiyko, che cosa intendevi prima con “ho già visto questo posto”? Ti sei per caso ricordato qualcosa del tuo passato?» Chiese Aequitas curioso.
«No, stavo solo cercando di seguire i suoi vaneggiamenti.» Mentì Raiyko. Aequitas sembrò accettare quella risposta e così proseguirono per il resto della discesa senza aggiungere alcuna parola.
 
   
 
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