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Autore: Iky    20/09/2018    5 recensioni
Durante i suoi viaggi, Sasuke si ritrova sempre a soffermarsi in un luogo particolare: e lì, in solitudine e sotto il peso dell'espiazione, iniziano le sue confessioni sussurrate. Ma questa sarà l'ultima volta: dopo, finalmente, potrà continuare a camminare.
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Buon Compleanno Miki
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Sakura Haruno, Sarada Uchiha, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie, Contesto generale/vago
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con cammin

Per Miky,

Buon Compleanno

Iky


Continuando a camminare.







Il vento soffiò più forte: un eco stornante nel silenzio.

Le fronde degli alberi ondeggiarono leggere.

Sasuke inclinò lievemente il viso, qualche ciocca più lunga sul lato sinistro si scompigliò ribelle.

Era calmo, rilassato: una sensazione che di rado lo investiva quando si ritrovava lì, ogni anno, davanti a quella pietra scarna e spoglia, in una raduna dimenticata da tutti.

Era simbolico, quel piccolo altarino: lo aveva issato, senza pensarci, durante uno dei suoi viaggi.

Sorrise, increspando le labbra amaro: No – rifletté, distrattamente – non è mai stato un caso.

Ogni qualvolta era vicino ai pressi di quel luogo, aveva deviato fino ad arrivare esattamente dove si trovava adesso: dapprima era stato un istinto, poi un monito morale, che si era trasformato via via in un'abitudine sbiadita.

Non ne aveva fatto parola con nessuno, rinchiudendosi nel suo tacito e solitario senso di espiazione.

Ma ben presto, fermo davanti a quella pietra scarna, le parole avevano iniziato a sfuggire alle labbra; e nel vento avevano acquisito un suono.

Così aveva iniziato a sussurrare, Sasuke, a quella pietra fredda e silenziosa, senza mai versare nemmeno una lacrima. Solo le parole fluivano.


« Mi hanno riaccettato a Konoha. Ma io...non credo di riconoscerla più come casa.»


« Ho deciso di partire, penso sia la cosa più giusta. »


« Il dobe è diventato Hokage. Non so se sia esattamente qualcosa di cui esserne contenti.»


« Non credevo, ma Sakura, lei...io...non sono bravo in queste cose. Ho sempre pensato di dover finire i miei giorni da solo.»


“Forse è egoista da parte mia, ma...sai, la verità è che non credo che un uomo come me la meriti. Lei è...troppo.


“Domani. Domani le chiederò di sposarmi.”


E ancora, mentre il gelo si scioglieva dal cuore e il tempo scorreva:


« Ho paura di non essere all'altezza. Gli Uchiha...noi...è come se avessimo una maledizione sulle spalle. Amiamo eppure lo facciamo nel modo più distruttivo possibile. Ho trascorso anni a chiedermi il perché del mio odio, altrettanti a cercare di perdonarmi. Non so ancora se merito di essere felice, le mie mani sono troppo sporche di sangue...»


Una pausa, un sospiro trattenuto


«...non voglio che loro soffrano per causa mia.»


°


Il vento sferzò tra gli alberi ancora più forte, mentre i ricordi di quelle conversazioni a senso unico riaffioravano nella mente di Sasuke.

Erano passati mesi dal suo ultimo ritorno ma, come sempre, l'istinto, il cuore e la morale lo avevano spinto fin lì; solo che questa volta era diverso: voleva essere lì. Era andato a trovarlo.


Sorrise ancora, inclinando il viso in avanti: l'iride vestita di Rinnegan brillò tra le ciocche corvine.


«Nii-san,» mormorò, piano.

In tutto quel tempo, non aveva mai avuto il coraggio di pronunciare quella parola.

Fratello.


«Ho viaggiato molto e i miei passi pesanti strisciavano sotto un peso troppo grande da sopportare.

Eppure, pian piano, sono diventati sempre più leggeri. Anche se ero solo, nel mio sentiero mi sono ritrovato circondato da affetto, amore, compassione: i miei amici erano sempre con me. Mia moglie, era sempre con me.»


Sasuke si fermò, la gola secca, il sorriso cheto sul volto, un nodo al cuore: tremava leggermente.


«Ho capito molte cose, Nii-san. E anche se oggi mi viene ancora difficile perdonarmi, posso confessarti qualcos'altro. Ti amavo, Nii-san; e tu amavi me. Ma ti ho anche odiato per il modo che hai avuto di amarmi.

Ho sempre pensato che tu non avessi avuto una scelta, che avessi intrapreso la strada più difficile per salvarmi, e che per questo ci dovesse essere qualcun altro da incolpare: Konoha, gli Anziani, non importava.

Ma poi ho capito, Nii-san: la colpa era anche tua. Sei stato egoista e vigliacco, tanto quanto me.

Mi hai amato e mi hai condannato per questo.»


Sasuke si interruppe di nuovo, le dita strette in una morsa.


«Non sono qui per condannarti o biasimarti,» riprese, la voce spezzata tra le labbra amare «ma per dirti che non commetterò più i tuoi stessi errori.»


Sospirò: una lacrima, l'unica dopo tutti quegli anni, scese silenziosa; subito sparì fugace.


«Addio, fratello»



Sasuke chiuse gli occhi: poi si voltò, incamminandosi verso dei tronchi che si stagliavano rugosi e possenti verso l'alto.

Sorrise, non appena incontrò occhi verdi colmi d'amore, quieti e rispettosi.

La raggiunse, mentre un senso di pace gli ghermiva l'animo; e lei, inclinando il viso dalle ciocche rosate, gli porse tra le braccia la cosa più preziosa che possedessero.


Sarada si aggrappò al collo di Sasuke, affondando il piccolo naso tra i suoi capelli: lui la strinse piano, accorto per non farle male, ferreo per non farla cadere.


«Papà» lo chiamò squillante, le guance arrossate, gli occhi curiosi e vivaci d'intelligenza «di chi è quella tomba?» chiese, sbirciando oltre le sue spalle.

Sakura allungò le labbra, non interferendo in quel momento prezioso per entrambi.

Sasuke sorrise a sua volta, socchiudendo leggermente le palpebre: «Di qualcuno a cui dovevo delle scuse,» rispose, sereno «e che dovevo perdonare.» concluse, avvolgendola più stretta.

Sarada rise e afferrò i suoi capelli, in un abbraccio dolce e goffo.

Sasuke ricambiò la stretta, appoggiando la fronte su quella accaldata della figlia.

«Un giorno ti racconterò» aggiunse infine, perdendosi nel suo calore.


E con il suo peso tra le braccia, continuò a camminare senza voltarsi più indietro.






Note Autrice


Compaio nonostante il periodo perché ci tenevo a scrivere qualcosa per Reki, come regalo di compleanno. Non mi dispiace rendere Sasuke in una veste serena, con Sakura e Sarada al suo fianco...nonostante la mia otp sia chiara a tutti. Ma devo dire che scrivere questa piccolissima storia mi ha rasserenato: mi sono proprio immaginata Sasuke finalmente in pace con sé stesso, camminare con un tipo diverso di peso sulle spalle: quello della sua famiglia e soprattutto di sua figlia.

E a modo mio mi sono presa anche uno spazio per un dialogo con Itachi: credo che per raggiungere un equilibrio, Sasuke abbia anche dovuto affrontare questo tipo di consapevolezza. Ovvero che suo fratello ha sbagliato, anche se i suoi fini erano nobili...e si è dovuto comparare a lui, specie quando ha iniziato a creare una famiglia (avrei fatto lo stesso per salvare chi amo?). Chissà, nel mio piccolo universo rispetto al canon questa cosa è successa per davvero, me la immagino proprio vividamente.

In ogni caso spero ti sia piaciuta, Reki, e che sia gradita anche agli altri che magari son passati per una lettura veloce.

Ora che ci penso è la mia prima SasuSaku...aiuto ahaha.

Vi mando un bacio

Alla prossima!

Iky

  
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