La fortezza di Skyhold era in grande fermento e tutti si stavano dando da fare. C’erano molti lavori di ristrutturazione da iniziare, i feriti da curare e un sacco di tante altre cose. Saoirse era molto presa ad accertarsi che tutti stessero bene e che i lavori procedessero e si sentiva molto stanca.
-Inquisitore, vieni a farti una bevuta!- la voce del Toro di Ferro la colse di sorpresa.
Saoirse non sapeva cosa dire: al Circolo alcuni maghi si scambiavano bottiglie di vino, ma lei non aveva mai partecipato a quelle festicciole proibite. L’alcol non le era mai piaciuto, ma pensò che il Toro se la sarebbe presa se lei avesse rifiutato.
– D’accordo Toro, solo un goccio- disse lei con un sorriso. Seguì il qunari nella locanda e quando si furono seduti il Toro riempì due boccali di birra scura, prese il suo e lo tracannò tutto d’un fiato. Saoirse invece beveva lentamente, deglutendo poco per volta e tossendo leggermente.
– Problemi con l’alcol, Inquisitore?- scherzò il Toro.
Saoirse finì il sorso, poi rispose: - Credo che sia un po’ forte per me, non sono abituata.-
Il Toro esplose in una grossa risata, e mentre riempiva il suo boccale disse: - Se questa roba è forte dovresti vedere la maraas-lok. Potrebbe addirittura stordire un drago!- e tracannò un altro sorso.
– Ancora un po’?- le chiese il qunari.
Saoirse accettò l’offerta: - Va bene, ma solo questo giro.
 
Era scesa la sera e Dorian stava facendo un giro quando decise di andare alla locanda. Andò verso il bancone ma si bloccò di colpo: il Toro di Ferro russava sonoramente, mentre Saoirse si teneva la testa dolorante.
– Si può sapere che cosa è successo?- chiese Dorian alla giovane maga.
– Un paio di boccali di birra…penso.- rispose lei biascicando.
“Per fortuna non è completamente sbronza.” pensò il mago del Tevinter. – Andiamo, ti accompagno alle tue stanze.- La aiutò ad alzarsi e si mise il suo braccio intorno al collo per reggerla meglio.
Nonostante tutto l’alcol in corpo Saoirse aveva mantenuto un po’ di lucidità, ma la vista era annebbiata e le sembrava che il suo cervello fosse andato nell’Oblio. Dorian la prendeva amichevolmente in giro, poi vide Cullen salutarlo. Nel pomeriggio il mago del Tevinter aveva visto che il comandante e l’Inquisitore avevano parlato a lungo, e aveva anche notato come le guance di lei si fossero leggermente arrossate.
Non fece in tempo a ricambiare il saluto che Saoirse iniziò a parlare: -C’è una cosa che…non capisco. Cioè, Varric…chiama il comandante R-ricciolino…ma lui...non è riccio. Dici che…che si fa qualcosa ai capelli?- Dorian si girò verso di lei, poi verso Cullen; il comandante era paonazzo e aveva un’espressione imbarazzatissima.
Il mago del Tevinter fece un sorriso sornione, poi si rivolse alla maga: - Ti piacciono i capelli del comandante, Saoirse?- le chiese spiando la prossima reazione di Cullen.
Saoirse storse la bocca, poi rispose: - N-no…mi piace…TUUUUTTO il comandante…
Dorian trattenne una risata mentre Cullen si nascondeva il volto tra le mani, diventato più rosso della sua giacca.
La giovane intanto continuava a parlare: - I-insomma…con me è…gentile e…il suo sorriso…con quella cicatrice…-
Dorian si era divertito abbastanza e fece un sorriso compassionevole al comandante, che cercava di nascondere l’imbarazzo. I due maghi si diressero verso il castello e intanto continuavano a chiacchierare.
–Ti immagini…Solas con i capelli?- chiese Saoirse.
– Oh ti prego, non riuscirei a immaginarmelo nemmeno se mi si presentasse davanti!- rise Dorian.
– Ma s-sì…pensa, luuuunghi capelli scuri…magari intrecciati…sarebbe MOOOLTO sexy…-
I due risero tra loro e Dorian accompagnò la maga fino ai suoi alloggi, poi si diresse verso la propria camera con la promessa che l’indomani avrebbe portato alla giovane un infuso alle erbe per farle passare la sbronza, oltre che per raccontarle di Cullen. Oh quanto si sarebbe divertito!
Solas si stava ancora riprendendo dallo scambio di discorsi tra Dorian e l’Inquisitore. Stupido tevinter! L’elfo si passò una mano sconsolato sulla testa, poi sospirò malinconicamente, infine si diresse verso il divano per dormire.