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Autore: BALTO97    22/09/2018    3 recensioni
Questa sarà una raccolta di Fiction ispirata a momenti di gioia , di dolore , paura , felicità ma sopratutto amore ! storie che racconteranno la vita di una famiglia , dalla forza che li unisce e dalla voglia di affrontare la vita sapendo che ogni giorno è un nuovo giorno !
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ok‼‼ Credo che così vada bene” affermò Jared alzando lo sguardo sui quadri che aveva appena finito di appendere sulla parete della cameretta.

Sembrava solo ieri che avevano ricevuto quella fantastica, splendida, notizia.

Non potevano crederci: finalmente stavano per diventare genitori e questa volta nessuno gli avrebbe impedito di coronare il loro sogno.

Il ricordo della bambina che stavano per avere spesso gli tornava alla mente e scatenava ancora una lieve nostalgia, ma l’unica cosa che potevano fare era pregare perché stesse bene con i suoi genitori.

Ma adesso dovevano concentrassi sul piccolo che presto avrebbero portato a casa dalla comunità educativa (orfanotrofio) in Texas.

Jensen era quasi svenuto e Jared non era stato da meno quando aveva letto la parola “idonei” accanto alla scritta “ contattateci appena possibile”. 

Pochi giorni dopo una psicologa, Briana, che lavorava per l’agenzia, andò a trovarli nella loro casa a Vancouver per conoscerli e sapere meglio che tipo di bambino volessero: se appena nato, già grande o adolescente.
Quello era l’unico dettaglio che poteva scegliere, invece il sesso o la nazionalità del piccolo non sarebbero state decisioni di loro competenza.

Sia Jensen che Jared preferivano adottare un neonato, ma quando sentirono, per puro caso, la storia struggente di un piccolo di due anni non resistettero. 

La psicologa giustificò il suo ritardo dicendo che era stata occupata con il trasferimento di un bambino da una casa famiglia per piccoli fino a due anni in una comunità educativa, che era un termine carino per definire l’orfanotrofio. 

I ragazzi incuriositi chiesero se potevano avere più informazioni.

Briana sospirò e sembrò prepararsi psicologicamente a raccontare la storia. 
“Questo è uno dei casi più brutti con cui abbia avuto a che fare” affermò seria e provata. 

Raccontò che, 6 mesi prima, un pescatore di ritorno da una battuta aveva sentito dei rumori insoliti provenire da una roulette che, con pezzi di lamiera esposti, ruote, ferri, bidoni e altro ciarpame sparso in giro, pareva in stato di abbandono. 

L’uomo, incuriosito dai rumori, vi entrò e con suo grande stupore, trovò sdraiato su un mucchio di stracci logori un bambino! 

Quella creature, più piccolo di un anno, era malnutrito, sporco, nudo in pieno marzo e apparentemente solo da giorni.

Il pescatore lo prese avvolgendolo nella sua camicia e, senza fare troppo domande , lo portò via.

Gli assistenti, dopo averlo curato e portato al sicuro, avevano scoperto dalla polizia che non solo non esistevano documenti sull’esistenza del bambino, ma che i genitori erano morti per overdose giorni prima in un vicolo malfamato. 

Presi da una crisi d’astinenza, i due avevano lasciato il bambino da solo in cerca di droga e alcool ed erano in quel squallido vicolo a farsi, la mente confusa e strafatta di alcool e droga, quando la morte li sorprese.

I poliziotti rintracciarono i genitori grazie a delle foto trovate nella roulotte e all’aiuto delle telecamere di sorveglianza, li avevano infine trovati riversi dietro un cassonetto. 
Dopo aver finito le indagini sui genitori, i servizi sociali resero adottabile il piccolo. Lo avevano fatto solo dopo essersi accertati che non ci fossero altri parenti a cui affidarlo.

“Come … come si chiama?” chiese Jared che, come Jensen, a stento riusciva a trattenere le lacrime. Quell’uomo era un angelo‼!

“Il pescatore Matt. Sapete, si è subito affezionato al piccolo e avrebbe voluto adottarlo ma purtroppo non è sposato … Così gli assistenti gli hanno lasciato scegliere il nome. Matt ha detto che il bambino era un super eroe e meritava un nome degno: Logan” 

Jensen sorrise ripetendo a fior di labbra quel nome. 
Un nome così azzeccato per un bambino che da quando era stato messo al mondo aveva dovuto combattere anche solo per aver da mangiare . Povero cucciolo!

“Grazie a Dio, non abbiamo riscontrato problemi di salute ma purtroppo gli effetti della trascuratezza sono evidenti. Logan ha problemi a creare relazioni e a fidarsi degli altri , inoltre , ha grosse lacune nel linguaggio.. Per questi motivi nessuna delle coppie adottive in lista se l’è sentita di prenderlo ” Concluse la psicologa con aria amareggiata.

Chissà cosa aveva passato quel piccolo in quell’anno trascorso con quei genitori drogati, poco presenti e sicuramente incuranti delle esigenze di un neonato . e ora nessuno voleva prendersi cura di lui .

“Da 3 mesi è in una casa famiglia per bambini con meno di un anno , ma se nessuno lo adotterà presto lo porteremo in un orfanotrofio … dove le sue possibilità di essere adottare si dimezzeranno ulteriormente” 

“Oddio! E’ terribile” sussurrò Jensen incredulo davanti a una storia così triste: quale genitore poteva fare una cosa del genere al proprio figlio? Solo dei mostri.

“Possiamo vedere una sua foto?” chiese Jared.

Ma quella domanda, fatta d’istinto o per curiosità fu la loro rovina perché appena Briana mostrò loro la foto di quel piccolo con due grandi occhi verdi, come quelli di Jensen, i capelli corti di un castano scuro, uguali a quelli di Jared, se ne innamorarono follemente!

Non ci fu bisogno di parole o di porsi ulteriori domande, solo con uno sguardo, i due capirono quello che passava nella mente dell’altro. 

“Briana… ” disse Jensen senza distogliere gli occhi da quelli del marito e dalle sue labbra che si stavano increspando in un sorriso “..dici che a Logan piacerebbe diventare nostro figlio?” 

La psicologa era così entusiasta che avviò subito le pratiche di adozione e dopo solo una settimana, li avvisò che presto avrebbero ricevuto la data per recarsi in Texas, firmare le pratiche, conoscere Logan e portarlo a casa con loro in Canada. 

Dopo quella notizia i ragazzi si diedero subito da fare per preparare la sua cameretta.

Era strano tornare a sistemare quella stanza, comprare vestiti e giocattoli non faceva che scaturire vecchi ricordi, ma questa volta sapevano che era vero! 

Era sicuro che presto in quel lettino ci avrebbe dormito il loro bambino e, quando, ricevettero nuove foto del piccolo Logan e un disegno che raffigurava quella che doveva essere una casa, molto astratta, non poterono far altro che piangere, piangere dalla gioia perché questa volta era vero!

La stanza, che prima era quella destina alla bambina, si era trasformata in una deliziosa cameretta per Logan, il lettino a forma di macchina, le pareti azzurre decorate con adesivi di teneri orsetti, lenzuola di piccoli dinosauri coordinate con le tende e tanti, tanti, giocattoli e peluche.

Il giorno prima, infatti , erano andati a fare shopping: avrebbero dovuto comprare prima i vestiti e poi il resto, ma Jared non aveva resistito e appena entrato nel negozio aveva iniziato a riempire il carrello di peluche, giochi, costruzioni, macchinine e altro.

Mentre li prendeva non si chiedeva quanto costassero o se sarebbero piaciuto al loro bambino, ma solo che non vedeva l’ora di giocarci con Logan e Jensen.

Comprò anche una piccola porta da calcio e un canestro in miniatura da mettere in giardino‼!

Il loro incontro con Logan era stato fissato, così come il volo e l’hotel in cui avrebbe soggiornato.

Briana e gli assistenti del centro gli avevano suggerito di inviare un pacco con all’interno una loro foto e qualcosa di personale che avrebbero dato a Logan per iniziare già a fargli capire che presto avrebbe avuto due bellissimi papà che non vedevano l’ora di abbracciarlo.

Jensen scelse la foto con loro due ritratti abbracciati sul loro divano, Jared scelse il pigiamo che avevano comprato con scritto “We love you” e insieme aveva deciso di mandargli la copertina di pile azzurra con un piccolo orsetto, un regalo dei genitori di Jared per il loro nipotino, che già amavano alla follia

Due sera prima del giorno della partenza, Jensen e Jared avevano appena finito di fare l’amore e si stavano ancora riprendendo da quel magnifico amplesso respirando affannosamente, tenendosi abbracciati e accarezzandosi dolcemente quando Jensen sospirò.

“Ehi, amore…Cos’hai? chiese jared alzando lo sguardo e incontrando gli occhi versi del compagno,

Prima di rispondere il biondo sospirò nuovamente spostandosi da quel dolce abbraccio e appoggiandosi alla spalliera del letto.

“Jared domani partiremo noi due e tra soli tre giorni torneremo in tre … La nostra vita cambierà per sempre” affermò con lo sguardo perso nel vuoto.

Jared , preoccupato , si inginocchiò sul letto.

“Jensen stai avendo un ripensamento?” chiese accarezzandogli la spalla, dolcemente.

Ma non era affatto quello il problema. Jensen non ci aveva mia ripensato neanche una volta: Era un'altra la paura che tormentava la mante del maggiore.

“No. Nessun ripensamento…Solo che… Jay …” sussurrò evitando comunque di guardarlo “…credi che sarò un bravo padre?” domandò con gli occhi lucidi.

“O Jens…” esclamò Jared sporgendosi e dandogli un bacio sulla fronte. “Ora voglio che mi ascolti attentamente!” riprese avvolgendogli un braccio sulle spalle.

“Jared” ma fu interrato da un bacio sulla guancia.

“Fammi finire ok?” e il biondo annuì beandosi degli occhi color arcobaleno di suo marito.

“Senti ne tu ne io saremo mai genitori perfetti!” affermò ma prima che il biondo potesse ribattere a quella uscita continuò, “Perché i genitori perfetti non esistono. Commetteremo errori, litigheremo e faremo cavolate su cavolate credendo che sia la strada giusto per poi fallire miseramente, ma lo faremo insieme amore!” e sorrise al sorriso del biondo.

“Amore cresceremo questo bambino insieme, faremo errori insieme ma anche se sarà difficile e terribilmente impegnativo ne varrà la pena e lo capiremo quando la sera , stanchi morti e senza più energie guarderemo Logan … nostro figlio addormentarsi chiamandoci papà!” finì con le lacrime agli occhi anche solo immaginandosi di essere chiamato papà.

“Insieme? domandò Jensen mentre anche i suoi occhi diventavano lucidi.

“Per sempre, come ci siamo promessi” rispose il più piccolo sporgendosi e baciando l’amato marito.

Diventare genitori e crescere un figlio non sarebbe stato facile, ma sarebbe stato bellissimo di questo erano certi.

Finalmente il fatidico giorno era arrivato. 
Jensen e Jared non stavano più nella pelle e stavano passato la notte in bianco troppo emozionati all'idea che il giorno dopo avrebbero finalmente incontrato quel bambino che tanto avevo cercato e pregato di stringere tra le loro braccia. 

La mattina arrivò lentamente, troppo lentamente, ma adesso erano nella sala del centro educativo dopo un volo di 4 ore. 
Jensen non la smetteva di torturarsi le mani e guardare l’orologio mentre Jared, a suon di camminare avanti e indietro, stava facendo un solco nel pavimento! 

“Jensen… Jared… “ li chiamò la psicologa Briana raggiungendoli “…come vi sentite ?” chiese sedendosi accanto al maggiore.

“Agitati” rispose senza smettere di muoversi e passandosi le mani tra i capelli. 

“Posso immaginare…” rispose la donna con un sorriso, “…ma sono sicura che qui qualcuno è ancora più agiato di voi !” esclamò sorridendo all'espressione allibita che i due ragazzi gli rivolsero.

“Venite pure” disse volgendosi verso la porta.

Jared si bloccò sul posto, Jensen si alzò di scatto: entrambi iniziarono a respirare affannosamente con il cuore che correva come un treno e, quando la portò iniziò ad aprirsi, ci mancò poco che non svenissero dall'emozione.

Una ragazza dall'aspetto gentile e un sorriso dolce, entrò nell'atrio con in braccio quello che ai loro occhi era il bambino più bello dell’universo.

ciao a tutti ! 
lascio i ringraziamenti per il prossimo capitolo . ci tenevo perà a dirvi che il titolo di questa storia è per la mia amica Teamfreewill che adora Laura Pausini 
   
 
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