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Autore: Gatto1967    23/09/2018    3 recensioni
È lei o non è lei? È lei o non è lei? Cerrrrrrto che è lei! Si certo, è lei ma non è esattamente come ce la ricordavamo. È come se… le mancasse qualcosa. Come se fosse passata attraverso altre vicende, ma saranno davvero poi tante altre?
Forse per essere completamente lei avrebbe bisogno di conoscere alcune persone che non ha conosciuto prima, avrebbe bisogno di fare esperienze che le mancano.
O magari non le mancano tanto?
Magari potrebbe anche farne a meno…
Non ci state capendo niente vero? Neanche io.
Allora ricominciamo tutto daccapo...
E se Candy non andasse dai Legan a fare la dama di compagnia?
E se non venisse adottata dalla prestigiosa famiglia Andrew?
E se non andasse nemmeno a studiare a Londra?
Come e quanto cambierebbe la sua vita rispetto alla storia originale?
Signore e Signori, lasciate che vi presenti la protagonista di questa storia “altra” ma non troppo, “simile” ma non troppo.
Questa è la mia bionda eroina, Candice White, un'adolescente ribelle e inquieta, e questa ff vi racconta le sue "nuove" avventure.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Candy entrò nell’ufficio del direttore del Saint Jacob e questi, un uomo di circa sessant’anni, dai capelli bianchi e vestito molto elegantemente, la fece accomodare.
Candy non aveva mai parlato a tu per tu con quell’uomo. Lei conferiva direttamente solo con l’ufficio del personale e con la sua caposala. La figura del direttore dell’ospedale Saint Jacob rimaneva un qualcosa di astratto. Rare erano le occasioni in cui quell’uomo veniva visto fuori dal suo ufficio.
-Signorina White, l’ho fatta convocare per congratularmi del suo lavoro, lei è davvero benvoluta dai pazienti, dalle sue colleghe e dai medici di questo ospedale.-
A Candy sembrava di cadere dalle nuvole: davvero era stata convocata per questo?
-Tuttavia mi trovo costretto a fare a meno della sua collaborazione. Il nostro ospedale sta passando un momento di difficoltà economiche e sono costretto, mio malgrado, a operare necessari quanto dolorosi tagli al personale. Lei capirà signorina che essendo fra le ultime assunte inevitabilmente è fra le prime a essere mandata via.-
Dopo la sviolinata iniziale Candy non si aspettava certo di essere licenziata.
-Ma signor direttore, io…-
-Mi lasci finire signorina. Probabilmente passato questo momento di difficoltà il nostro istituto potrà di nuovo accoglierla, con vero piacere da parte mia signorina. Nel frattempo ho una proposta per lei.-
Candy era assolutamente incapace di una qualunque reazione. Quell’uomo stava smantellando tutto ciò che lei si era faticosamente costruita in mesi e mesi di duro lavoro. E adesso che diavolo voleva proporgli?
-Lei sarebbe disposta a partire per l’Europa come crocerossina? La sua ferma durerebbe un anno, e al suo ritorno avrebbe la certezza di essere accolta dal nostro ospedale.-
Candy era frastornata: fino a pochi minuti prima era intenta al suo lavoro e alla sua vita a New York che andava consolidandosi, e tutto un tratto si trovava catapultata dall’altra parte dell’oceano.
E poi non ci capiva niente: nessuno aveva mai parlato di “difficoltà economiche” del Saint Jacob. Che ci fosse dietro lo zampino dei Legan? Ma Albert non aveva parlato con il padre di Neal e Iriza?
Tuttavia quella proposta di partire per l’Europa… già una volta stava per dire sì, ma era stata bruciata sul tempo da Flanny…
-Si signor direttore, accetto la sua proposta.-
-Molto bene signorina. Se ha un attimo di pazienza le farò firmare alcuni moduli e domani mattina potrà partire dal porto di New York.-
-Domani mattina? Così presto? Ma io devo sistemare alcune cose qui a New York, io…-
-Dimentica che lei adesso non lavora più qui. Una volta firmate queste carte lei sarà libera di sistemare le sue cose.-
 
Uscita Candy dall’ufficio del direttore, una porticina secondaria si aprì e ne uscì Iriza Legan.
-è soddisfatta signorina Legan?-
-Si direttore. Sono soddisfatta, e lei potrà contare su ulteriori donazioni da parte della mia famiglia. Piuttosto lei ha fatto firmare le carte giuste a quella ragazza?-
-Naturalmente signorina. Il licenziamento era solo un bluff. Quella ragazza si è arruolata volontariamente per il fronte italiano, e ha anche dichiarato di avere diciotto anni. Dal canto mio, provvederò a far sparire ogni traccia della sua destinazione. Nessuno riuscirà a scoprire dove è stata mandata.-
-Mi raccomando: non una parola con mio padre.-
-Stia tranquilla signorina. Il nostro è un patto fra gentiluomini.-
-E questa busta è per lei. Denaro contante come da accordi.-
 
Candy scendeva per le scale del Saint Jacob Hospital diretta all’uscita ancora frastornata e confusa. Davvero aveva firmato quelle carte? Davvero il giorno dopo sarebbe dovuta partire per l’Europa?
Non aveva nemmeno il tempo materiale per cercare di contattare i suoi amici di Chicago e poi… Terence!
Perché si scopriva a pensare a lui?
Terence… era lì… in fondo alla scala….
Con le lacrime agli occhi corse quella scala in discesa e gli buttò le braccia al collo.
 
Terence si alzò di scatto dalla panchina dove si erano seduti poco lontano dall’ospedale, era furioso.
-Ma tu sei impazzita Candy! Come hai potuto fare una cosa del genere?
E poi… che razza di modo è di reclutare una crocerossina? Minacciarla di licenziamento e farla partire il giorno dopo! Quel maledetto direttore se la vedrà con me!-
-Terence, non fare sciocchezze! E poi è stata una mia decisione. Io voglio partire. Sento che devo farlo!-
-Mio Dio Candy! Ma che stai dicendo? Sai cosa vuol dire andare in guerra?-
-Beh, ma io mica dovrò combattere! Lavorerò in un ospedale italiano, ben lontano dai campi di combattimento. E poi mi sono preparata anche per questa eventualità. Venni trasferita a Chicago proprio per studiare tecniche di chirurgia.-
Terence sembrava in apnea.
-A-ascoltami Candy, parliamone almeno. Non discuto che tu sia un’infermiera, e che possa far parte del tuo lavoro anche questa eventualità, ma in nome del cielo, non fare niente di precipitoso. Le navi per l’Europa partono in continuazione e tu devi ponderare meglio questa scelta… non puoi partire dall’oggi al domani! Lasciami il tempo di contattare i nostri amici di Chicago, forse loro…-
-Forse loro… cosa, Terence? Io non voglio facilitazioni, e quella che ho fatto è una scelta! Non hai il diritto di metterti in mezzo!-
-Candy… io ti amo!-
Fu come se un fulmine cadesse tutt’intorno a loro disegnando un’invisibile barriera con il resto del mondo.
-Io… ti amo…-
Gli sentì ripetere.
Anche lei lo amava, non nutriva dubbi in proposito, e si alzò ad abbracciarlo e baciarlo. Il loro primo bacio.
Non avrebbe mai saputo dire quanto fosse durato.
-Se davvero mi ami…- gli disse in lacrime -…rispetta la mia scelta. Io tornerò, tornerò presto.-
-Ti prego… aspetta solo qualche giorno… solo qualche giorno…-
Riuscì a strappargli un sì.
-Adesso però devo andare a casa… ci vediamo domani mattina e ti prometto che ne parleremo meglio… a mente fredda.-
Terence si fece bastare questa promessa.
 
Il giorno dopo, di buon’ora Terence si presentò davanti al palazzo dove abitava Candy: era deciso a prenderla di peso, se necessario, e a condurla all’ufficio del suo direttore.
Voleva affrontare quell’uomo, minacciarlo e risolvere quell’assurda situazione: una ragazza ancora minorenne spedita da un giorno all’altro dall’altra parte dell’Oceano!
Sua madre Eleanor conosceva fior di avvocati che avrebbero invalidato qualsiasi documento che Candy dovesse aver firmato.
Vide uscire dal portone la bisbetica signora Willer.
-Non voglio uomini in casa mia!-
Terence fu sul punto di sbottare. Ma chi ti vuole! Pensò dentro di sé.
-Buongiorno signora, sono il fratello di Natalie, si ricorda di me? Cercavo Candice White, la sua inquilina…-
-La biondina? Se n’è andata!-
Terence si sentì come se gli si paralizzasse il cuore.
-Dove è andata signora?- chiese con un fil di voce –La scongiuro signora… me lo dica!-
-Non lo so! Mi ha pagato il mese in anticipo e se n’è andata! Ha cambiato casa quella svergognata! Me la sono trovata mezza nuda in casa, sa?!!-
Terence impallidì e si sentì quasi mancare. Capì subito dov’era andata quella testarda!
Senza altre parole si voltò e corse via.
 
Arrivò al porto di New York con il cuore in gola.
-Dov’è la nave che deve partire per l’Europa? Dov’è?!!!-
chiese concitato a due uomini che sembravano essere lavoratori portuali.
-Al molo 2 in quella direzione ma…-
Senza far finire la frase Terence corse nella direzione indicata, e quando arrivò sentì il cuore balzargli in gola: la nave era già salpata!
Rimase lì, fermo, impietrito, con il dolore stampato sul viso.
Dopo un lungo, lunghissimo istante riuscì soltanto a gridare inutilmente al vento il nome della sua amata.
 
Sulla nave, che ormai aveva superato la diga del porto, Candy guardava tristemente il suolo americano che si apprestava a scomparire all’orizzonte.
Sentiva che dietro tutto quello che le era successo il giorno prima, c’era lo zampino dei Legan, ma sentiva anche di aver preso la decisione giusta, che era suo dovere fare quello che stava facendo, e che presto, molto presto sarebbe tornata a casa.
 
Nel vento che dalla terraferma soffiava in direzione della nave, le sembrò quasi di sentire il suo nome.
   
 
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