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Autore: cin75    23/09/2018    5 recensioni
Questa storia farà parte di una serie che raccoglierà la mia personale visione di come andranno i primi episodi della tanto attesa 14ma stagione. Saranno 4 shot ( forse l'ultima divisa in due parti).
L'ansia di Sam, la sofferenza di Dean, l'apprensione di chi gira intorno ai due fratelli.
Spero tanto che vi piaccia e naturalmente: WARNING!!!!! per chi non sa niente ancora ne' della 13 ne' della 14.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ancora. Rabbia. Ritorno. Paura.'
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Castiel si ritrovò spaesato a quella richiesta. “Ehm!! io...io credo che sia in giro. Ti serve qualcosa? Posso pensarci io?”

“No.no...è che...insomma...noi ancora non riusciamo...nemmeno a parlarci da quando..”

“Davvero?!” fece interdetto , l’angelo.

“Quando è qui, arriva sempre qualcuno e lui va via….o magari è qui mentre dormo….anche se...”

“Anche se?!” lo sprona a continuare, l’altro.

“Credo che lui non voglia ….parlarmi. Credo...credo che lui sia...”

“Arrabbiato?!” suggerì, l’angelo.

“Per dirla gentilmente!” convenne , Dean.

Castiel tornò accanto al letto con l’intento di cercare di spiegare ciò che aveva passato Sam, in quei mesi.

“Dean….Sam in questo periodo non si è fermato un attimo, passava giorni e notti intere a cercare di rintracciare Micheal. Di trovare te….e quelle poche volte in cui credeva di averti rintracciato, il tutto finiva in un vicolo senza uscita. Ha avuto qualche problema anche a tenere a bada alcuni dei viaggiatori che erano decisamente interessati a far fuori Micheal senza pensare che avrebbero fatto del male a te.”

“Sul ...sul serio?” azzardò Dean, senza poter nascondere una leggera delusione. “Va’ a far del bene!!” ironizzò.

“Erano spaventati dal fatto che Micheal avrebbe fatto in questo mondo quello che ha fatto nell’altro!” provò a giustificarli, Castiel.

“Gli abbiamo salvato il culo in quell’altro mondo!” precisò Dean, piccato ma poi , fece un respiro profondo e riportò l’attenzione sul discorso che stavano facendo. “Mi stavi dicendo di Sam!”

“Prova a pensare quello che è passato per la mente di Sam, a pensare a ciò che lui pensasse ti stesse accadendo con Micheal. Non è stupido, tanto meno ingenuo e sa, ha capito immediatamente che la prima ragione che ti ha spinto a dire di Sì a Micheal , è stato perché Lucifer lo avrebbe certamente ucciso.” spiegò mentre leggeva sul volto dell’amico la presa di coscienza di quell’ennesimo sacrificio che comunque lui avrebbe continuato a fare fino alla fine dei suoi giorni, perché insito nel suo DNA e non poteva farci niente.

“Cas...non avevo scelta!” ripetè con meno rabbia e disperazione di come lo disse quel giorno maledetto.

“Io lo so, tu lo sai, e lo sa anche Sam, ma Sam non riesce ad accettarlo perché non riesce ad accettare che tu muoia per lui. Quindi sì, può essere che tuo fratello sia ancora infuriato con te.” asserì fraternamente e poi lasciò che Dean riposasse ancora.

E pensando e ripensando alle parole dette dall’angelo e al modo in cui doveva comunque affrontare il discorso con Sam, Dean si addormentò di nuovo.

 

Quando si risvegliò , sentì provenire dalla cucina , chiacchiere prive di preoccupazione: Bobby che imprecava contro l’ennesima assurdità letta sul giornale; Castiel che provava a spiegargli a modo suo l’impero Kardashian con parenti vari; Jack e Mary che ridevano dei due, pur non essendo nemmeno loro esperti di quel tipo di settore.

La voce di Sam: “Rinunciaci Bobby e fatti un’altra birra!!

Non resistette. Con movimenti lenti, quasi centellinati, mise fuori prima le gambe e seguì il movimento dettato per lo più dalla forza di gravità, fin quando non sentì i piedi toccare terra e si ritrovò seduto sul bordo del letto. Poggiò una mano sul comodino al suo fianco e fece leva per tirarsi su. Quando si rese conto di essere di nuovo in posizione eretta, sorrise. La testa, però, gli fece un brutto scherzo. Per un attimo la stanza iniziò a girare.

Dean strinse gli occhi e i denti e poi imprecando si costrinse a non sedersi di nuovo. “Forza, Winchester. Tieni il tuo culo in aria e lontano da quel materasso!!” si disse da solo e si sentì realizzato quando si rese conto di essere ancora in piedi. Poi , con la stessa determinazione, si obbligò a mettere un passo dopo l’altro fin quando, soddisfatto e appoggiandosi di tanto in tanto al muro del corridoio, non si accorse di essere arrivato ai gradini che portavano in cucina.

Sorrise di più quando potè osservare dal vivo quelle che prime erano solo voci. Il vecchio amico ritrovato con in mano il rotocalco, Castiel al suo fianco. Mary e Jack di fronte a loro. Seduto accanto alla madre, suo fratello. Sul tavolo, bottiglie di birra fresca e una crostata che sapeva di buono. Tutto in quella stanza , in quello che vedeva, sapeva di buono.

 

 

“Posso unirmi a voi?!” fece dopo essersi schiarito la voce e aver attirato su di lui,

l’attenzione.

 

“Oddio, Dean!!” esclamò la madre radiosa. “Sei in piedi?!” fece alzandosi dal suo posto, mentre Sam le faceva appena spazio per muoversi.

“Non dovresti ancora alzarti, Dean!” lo rimproverò bonariamente Castiel.

“Andiamo Cas. Stavo impazzendo in quella stanza, in quel letto!” si giustificò e fece per mettere un passo verso di loro, quando , una vertigine più forte, lo fece sbandare vistosamente.

“Dean!!!!” fu il richiamo allarmato da parte di tutti.

Sapeva che stava per cadere, che avrebbe sentito a breve il duro del pavimento. Si aspettava da un momento all’altro di dare l’ennesima facciata a terra. Strinse gli occhi e attese l’impatto.

Niente.

Solo una leggera e decisa pressione al centro del petto e sulla sua spalla.

Quando riaprì gli occhi, il nephilim era al suo fianco e lo sorreggeva sorridente.

“Wow!! bella presa, Jack. Grazie!” disse sinceramente grato.

“Ricordi: ci guardiamo le spalle nonostante gli errori!” gli ricordò Jack, memore di quel discorso fatto dopo che ebbe gli incubi, prima che Lucifer lo portasse via, prima che Micheal portasse via Dean. “Hai sbagliato ad alzarti da solo, ma io ti guardo le spalle!”

Dean non seppe che dire, ma a Jack bastò lo sguardo del cacciatore per capire che era orgoglioso di lui.

Così lo aiutò a raggiungere il tavolo e Bobby gli lasciò il suo posto così che i due fratelli si trovassero uno di fronte all’altro.

Per alcuni lentissimi istanti , i due , si guardarono negli occhi.

Intorno a loro un momentaneo silenzio. Infondo tutti sapevano cosa ancora non era stato detto. Specie tra Sam e Dean.

“Sammy!” lo salutò notando , forse, solo in quel momento, la barba troppo lunga sul viso del fratello. “Nuova moda?!” scherzò alludendo al nuovo look.

Sam arricciò le labbra passandosi una mano sul mento barbuto. Ignorò l’ironia del maggiore. “Come ti senti?!” domandò invece.

“Sono stato meglio, ma almeno, per fortuna, sono vivo!” provò a scherzare.

Il minore a quella constatazione, puntò gli occhi improvvisamente irati in quelli del fratello. “Per fortuna...” replicò seccato.

Tirò la sedia indietro e si alzò dal tavolo. “Per fortuna!!” ripetè come per rimproverare. "Cazzo !!"

“Sam!” lo richiamò Dean. Ormai la campana di vetro era crollata. Ora bisognava raccogliere i cocci.

“8 mesi, 2 settimane e 4 giorni ...Dean!”

“Cosa...significa?” fece confuso , il maggiore.

Sam con più rancore lo ripetè. “8 mesi, 2 settimane e 4 giorni. Micheal ti ha portato via da noi per 8 mesi, 2 settimane e 4 fottutissimi giorni e tu...per fortuna sei vivo!” ironizzò con tono amaro.

Dean si sentì spiazzato. In effetti nessuno glielo aveva mai detto e lui non lo aveva mai ancora chiesto, per quanto tempo era stato via.

E cavolo!!! se era un casino di tempo. “8 mesi, due settimane e 4 giorni”, si ritrovò a ripetersi mentalmente Dean mentre Sam sembrò rendersene conto e colpì ancora.

“E se la cosa può farti sentire ancora più fortunato posso dirti anche minuti e secondi!” ma lo sguardo stranamente terrorizzato del maggiore, gli spezzò il cuore e lo fece desistere, costringendolo ad uscire dalla cucina, prima di dire altro di cui si sarebbe potuto e dovuto pentire.

“Sam…..Sammy….Sammy!!!” lo richiamò Dean, che cercò perfino di alzarsi e seguirlo, fallendo miseramente e venendo sorretto al volo da Bobby e Castiel. “Sammy!” sussurrò affranto.

“Dean, torna a riposarti!” fece Mary, preoccupata. “ Gli parlerai più tardi.”

Dean la guardò, sorridendole appena. “No, mamma. Devo farlo adesso. Farà bene a me e credimi, farà bene anche a lui!”

“Vuoi che ti accompagni?!” chiese la madre.

“No..no. Tranquilla.”

“Sicuro?” chiese ancora.

“E’ Sammy, mamma. Lo conosco e so che ha bisogno di gridarmi addosso per un po’, ma poi mi ascolterà!!” fece, rassicurandola.

“Come vuoi, tesoro.” e poi guardando Bobby: “La dispensa grida vendetta, ti va di accompagnarmi a fare un po’ di scorta?!”

“Certo, andiamo. Guido io!”

Jack e Castiel dissero, invece, che sarebbero tornati alle loro ricerche nel grande salone.

 

Dean, così, si alzò con più cautela questa volta e facendo cenno agli altri che si offrirono di aiutarlo, che ce l’avrebbe fatta da solo, si avviò verso la camera del fratello e quando vi giunse, odiando l’affanno che sentiva, poggiò la testa contro la porta.

“Sam?” lo chiamò bussando appena sotto il simbolo del letterati. “Sammy?”

“Dean devo calmarmi e tu devi riposare. Vattene a letto!” fu la risposta irata che ottenne ai suoi richiami.

“Sammy, non me ne vado da qui finché... non mi apri e ...parliamo.” fece, mentre le dannate gambe si facevano sempre più deboli.

“Dean...non ora!” rispose ancora, il minore dall’interno della camera.

“Sammy...per favore….io...io devo...” e poi Sam non sentì più nulla se non un leggero tonfo.

“Stronzo!!” imprecò contro se stesso, il minore. Corse alla porta e aprendola non vide nessuno. Abbassò istintivamente lo sguardo e si ritrovò Dean seduto a terra, la schiena poggiata al muro, lo sguardo imbarazzato.

“Dean...Dean...cazzo...Vieni!! tirati su!” fece allarmato, afferrando il fratello da sotto le braccia così da poterselo issare contro.

“Mi dispiace...Sammy...ma queste ...queste stupide gambe ancora...non ne vogliono sapere di tenermi in piedi per più tempo….Scusa.. scusa….”

“Smettila di scusarti!” fece il minore mentre lo portava nella propria stanza e lo faceva sedere sul letto. “Non è per questo che devi scusarti!” disse ancora mentre andava a prendersi una sedia per sedersi di fronte al fratello.

Dean comprese e abbassò lo sguardo annuendo. “Lo so. Ma ti farebbe incazzare ancora di più se ti dicessi che non intendo farlo, fratellino.” e infatti sul volto del minore un’espressione irata e confusa , non lasciò dubbi all’altro.

“Non dovevi dire di sì. Quel Sì!” precisò Sam.

“Perchè?!” replicò il maggiore.

“Perchè potevi avere un’altra scelta!” fece seccato, alzando parecchio la voce. Forse , solo , per sfogarsi.

 

Nel salone, seduti attorno al grande tavolo, Jack e Castiel si guardarono. Il giovane nephilim sembrò preoccupato. “Castiel, forse ….dovremmo...” azzardò, guardando verso la direzione da cui , solo il loro udito celeste, aveva sentito provenire quel rimprovero.

“No, tranquillo, Jack. Hanno bisogno anche di questo.” lo rassicurò, Castiel.

 

“Non avevo altra scelta , Sammy!” obiettò Dean. che cercò anche lui di dare un tono più deciso alla sua voce ancora troppo stanca.

“C’è sempre un’altra scelta.” riflettè Sam, allargando le braccia convinto.

“No, non ne avevo!”

“Dio!!! Dean!! lo dici ogni volta….lo dici ogni dannatissima volta!!” si adirò, passandosi nervosamente le mani sul viso.

“Sam….”

“No!” provò a fermarlo, il minore, puntandogli un dito contro.

“Sam, Lucifer aveva te ed era incazzato con te perché lo avevi lasciato nelle mani di Micheal al di là dello squarcio.” decise comunque di continuare, Dean. “Aveva Jack ed era incazzato con lui perchè lo aveva palesemente disconosciuto come padre...” iniziò a spiegare , Dean. “Vi avrebbe ucciso o avrebbe trovato un modo sadico per ...” e a quelle parole, Sam lo guardò sbalordito.

“Che c’è?” fece Dean colpito dallo sguardo del fratello. “C’ho preso, vero?!” chiese con sarcasmo.

“Voleva che io e Jack ci uccidessimo a vicenda.” ammise.

“Cosa?!” e questa volta non c’era ironia nella domanda.

“Voleva che io e Jack combattessimo all’ultimo sangue, solo per il gusto di vedere chi sarebbe sopravvissuto. Chiesi a Jack di uccidermi perché sapevo che lui, riacquistati i suoi poteri, avrebbe potuto sconfiggere Lucifer. Ma Jack, non la pensava così. Credeva che fossi io quello più forte e stava per uccidersi quando poi sei arrivato tu in pompa magna angelica!” gli raccontò cercando di alleggerire quel ricordo.

Dean scosse il capo, sollevato per come erano andate le cose. E, al tempo stesso, infuriato perché quelle cose continuavano ad accadere.

Dopo qualche attimo di silenzio , in cui, entrambi i fratelli, sembravano star ripensando alle scelte fatte, fu Dean a riprendere il discorso, facendo valere le sue ragioni.

“Così, io non posso sacrificarmi per te, ma tu puoi farti infilzare da Jack!?” ironizzò.

“Non avevo scelta in quel momento!” disse istintivamente Sam e accorgendosi di essersi tradito con le sue stesse parole. “Io...io non...” cercando un’altra giustificazione.

“Anche’io non avevo scelta in quel momento, Sammy!”

Sam si passò , frustrato, le mani tra i capelli e Dean lo osservò e non potè non notare la palese stanchezza che c’era ancora sul volto del minore.

Non aveva voglia di litigare con lui. E in tutta onestà non ne aveva ancora la forza.

“Ascolta, Sam...io avrò sbagliato a dire di Sì a Micheal e tu avrai sbagliato a chiedere a Jack di farti fuori, senza sapere come avrebbe reagito in presenza del padre dell’anno. Ma smettiamo di raccontarci e dirci e accusarci sempre delle stesse cose. Io lo farò sempre per te, Sammy e tu...nonostante ti ostini a rimproverarmelo, lo farai sempre per me.”

“Dean...”

“Non possiamo evitare di buttarci nel fuoco l’uno per l’altro Sam. Lo so io e lo sai tu.”

“Prima o poi ci bruceremo definitivamente , Dean!” affermò sconfitto, Sam.

“Per la miseria, Sammy. Siamo stati letteralmente all’Inferno, tra torture e servizietti demoniaci vari, ci siamo già bruciati!!” provò ad ironizzare sul loro più che assurdo passato.

Sam sorrise a forza a quella presa di posizione del maggiore.

“E se un giorno uno o l’altro, non riuscisse più a tornare indietro!?” ammise Sam, temendo quel giorno, che sperava il più lontano possibile, nonostante il loro lavoro.

Dean deglutì a quello stesso timore del fratello, ma lui era il maggiore e doveva mostrarsi forte, nonostante tutto.

“Allora l’uno aspetterà l’altro, Sammy.” asserì con un tono che dava di speranza. Speranza di stare ancora e comunque insieme, anche oltre quella vita assurda che facevano.

 

Nel grande salone, angelo e nephilim, sorrisero sollevati.

 

 

Sam e Dean, nel frattempo, stavano ristabilendo il loro equilibrio, quando, ad un certo punto , Dean fu come scosso da un forte tremore. Brividi , sembrarono.

Sam se ne allarmò, immediatamente.

“Che c’è?...stai male?!” chiese sporgendosi verso il maggiore.

“No..no...tranquillo.”

“Ma ….stai tremando!!” constatò, poggiandogli una mano sulla spalla.

“Il fatto è che non riesco a non smettere di avere freddo. É come se di tanto in tanto….qualcuno mi gettasse un secchio di ghiaccio sulla schiena.” provò a spiegare la sensazione.

Sam si alzò d’accanto a lui. “Ok! Aspetta...” fece mentre apriva la cassa panca dove teneva i suoi vestiti. Ne tirò fuori una felpa e la portò al fratello. “Tieni...infila...” fece inginocchiandosi davanti a lui così da agevolargli i movimenti per indossarla.

“Sam...non ho quattro anni...posso farlo...”

“Sta’ zitto e infila, idiota!”

“Fesso!” rispose istintivamente, il maggiore, dopo che la felpa fu indossata definitivamente.

 

Uno sguardo. Un pensiero. Una consapevolezza. Un legame.

 

“Vieni qui!” disse Dean, afferrando per una spalla il fratello e tirandoselo contro in un abbraccio forte e ristoratore.

Sam non fece nessuna resistenza e si abbracciò alla schiena del maggiore.

“Questa volta ero io che pensavo di averti perso per sempre!” sussurrò Sam.

Dean, memore di quelle parole, battè la mano sulla schiena del fratello e senza fretta, si sciolse dall’abbraccio.

Guardò il minore, sorridendogli. “Siamo apposto , fratellino?”

Sam, fece finta di essere ancora risentito e non troppo convinto, ma poi…

“Sì, siamo apposto, Dean!”

“Ok!” fece sollevato e soddisfatto. “Chiama Affleck e Damon. E’ ora di decidere cosa fare con Micheal.”

Sam obbedì senza replicare. Infondo Dean stava per dire quello che lui voleva già sapere, ma che ancora non aveva avuto modo e coraggio di chiedere.

Quando Castiel e Jack, li raggiunsero nella stanza di Sam, Dean fece il suo reso conto.

“Sono certo che la maggior parte del tempo che Micheal mi ha portato in giro, io ero...” e poi si corresse. “...lui fosse in Paradiso.”

“Micheal è entrato in Paradiso?!” fece sbalordito Castiel.

“Sì!”

“Ne sei certo?!” chiese ancora , l’angelo.

“E’ stata Naomi stessa a concedergli il Vip Pass!”

“Ma perché...perchè...” ripetè l’angelo, confuso da quella rivelazione.

“Castiel che succede?!”

Castiel li guardò, preoccupato. “Ho avvertito io stesso Naomi e gli altri angeli rimasti, di chi era Micheal, delle sue intenzioni. Perché...perchè farlo entrare in Paradiso?!”

Fu Dean, testimone di tutto, a rispondergli. “Perchè li ha convinti che il nostro sodalizio era diciamo...consenziente. Perchè gli ha promesso e dato ciò che loro volevano e di cui avevano bisogno!”

“Angeli!” fecero all’unisono gli altri tre.

“Bingo!” esclamò ironico, il cacciatore. “Ma fare la parte di Dio gli ha portato via parecchia energia ed è per questo che...”

“..che avere il tuo corpo come tramite non gli è bastato più e ha iniziato ad usare la tua anima per potenziarsi. Per questo avevi quei segni sul petto!” convenne l’angelo.

“Figlio di puttana!” sibilò rabbioso Sam, ripensando a come era ridotto Dean quando lo avevano ritrovato. “Giuro che lo ucciderò, che lo...”

“E’ quello che vogliamo tutti, Sam, ma...” lo fermò Castiel. “...ma se è come dice Dean, abbiamo un problema più grande di cui occuparci adesso!”

“Cosa, Castiel? Quale problema?!” si intromise Jack.

Castiel capì di dover spiegare quello a cui stavano per andare incontro.

“Ascoltate…. il legame tra creatore e angeli è simile a quello biologico tra padre e figli...”

“Per chi aveva tre in biologia!?” ironizzò Dean.

“Mettila così: è tutta una questione di DNA.” spiegò l’angelo.

“Padre malato, figlio malato!” azzardò Sam.

“Non capisco!” si accoda un Jack ancora confuso.

“Quando Dio o Chuck..” si corresse. “..creò gli angeli, in noi instillò l’amore per l’umanità, il rispetto per la vita umana...”

“Beh!!” si intromise ironico Dean. “Non ti offendere , ma con Lucifer e qualche altro di voi non ha fatto un buon lavoro.”

“In ogni famiglia c’è una pecora nera e tu dovresti saperlo, Dean!” fece con tono accusatorio.

“Ehi!! io non sono la pecora nera di questa famiglia!” si difese, il biondo.

“Non è quello che dicesti a quello sceriffo quando Sam venne rapito dai Bender!” e a quell’affermazione sia Dean che Sam strabuzzarono gli occhi, colti completamente di sorpresa.

“Gesù!! ora davvero mi spaventa sapere quanto tu ci conosca, amico!!” affermò colpito, il maggiore, dato che a quei tempi lontani, nemmeno immaginavano l’esistenza degli angeli.

“Ok! Ok!” si riprese Sam. “Possiamo ritornare a Micheal e agli angeli che sta creando o che ha già creato?!”

“Se in lui c’è ostilità nei confronti del genere umano, ci sarà anche negli angeli che ha creato.”

“E’ chiaro!” fece allora Dean.

“Cosa?!” domandò un incerto Jack.

“Abbiamo chiuso lo squarcio e la sua armata è rimasta dall’altra parte. E allora lui se ne sta creando una da questa parte.”

“Vuole la sua apocalisse!” convenne Castiel.

“Cazzo!” sussurrò Sam, appoggiandosi alla scrivania della sua stanza.

“Un’apocalisse da questa parte del mondo?!” domandò con innocenza Jack.

“E non sarebbe la prima!” gli confermò, purtroppo Castiel.

Dean invece sospirò pesantemente , chiuse gli occhi e tirò la testa indietro come se si fosse fatta improvvisamente pesante.

Castiel e Sam , notarono il gesto esasperato e credettero che Dean stesse male.

“Dean!!??” lo chiamarono all’unisono.

Il maggiore li guardò, poi fissò il fratello, poco distante da lui.

“Dannazione!!!” esalò frustrato. “Voglio la mia cazzo di spiaggia, Sammy. Voglio mettere i miei cazzo di piedi su una cazzo di spiaggia! Bermi la mia cazzo di birra e indossare la mia cazzo di camicia hawaiana!!!” e Sam capì a cosa il fratello si stesse riferendo.

Jack, guardò tutti e restò per un attimo basito da quell’esclamazione. Poi…

“Dean...dopo quello che ci hai detto e che ha detto Castiel non credo che sia il momento giusto per andare al mare!” fece innocente.

Gli altri tre, prima decisamente seriosi, un attimo dopo, scoppiarono a ridere e quando quell’ilarità, dettata anche dal nervosismo, si chetò lentamente, fu Dean a dare inizio a tutto.

“Ok! Facciamo anche questa. Abbiamo un lavoro da fare!”

 

“Andiamo avanti insieme, nel bene e nel male.

Ora e per sempre restiamo fino al mattino

e promettiamo di combattere per il nostro destino

Finché non moriremo

(Slipknot, ‘Til we die)

 

 

 

 

N.d.A.: piccola nota. Dean chiama Castiel e Jack “Affleck e Damon”, perché nel film Dogma, questi due attori interpretano degli angeli decisamente particolari che provano a salvare il genere umano per avere redenzione.

   
 
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