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Autore: Uptrand    24/09/2018    6 recensioni
In questa raccolta di one shot si vedrà come la vita è proseguita e cambiata per Olivia Williams Shepard, ora al comando dei reggimenti I.D.G. dal II° al VII°, e per altre vecchie conoscenze della squadra della Normandy SR3. Per quanto sia seguita la pace alla guerra contro i grigi, vi è sempre qualcuno pronto ad approfittatore della debolezza momentanea in cui si trova la comunità galattica.
Sono presenti descrizioni prese dal codex del gioco.
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ashley Williams, Comandante Shepard Uomo, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il martello da guerra si alzò in aria, quando ridiscese la testa del vorcha smise semplicemente di esistere. Minuscoli brandelli di carne schizzarono in ogni direzione. 
Quella era stata decisamente una sgradita sorpresa, cosa ci faceva un forte contingente vorcha assieme agli yahg? Peggi avrebbe voluto una risposta, ma al momento aveva questioni più urgenti. 
Alzò il fucile a pompa che teneva nell'altra mano e fece fuoco, tranciando aprendo le interiora di tutti i vorcha a portata di tiro. 
Lo forza fisica dei krogan li permetteva di portare armi più pesanti di qualsiasi altra razza, un loro fucile a pompa tagliava in due chiunque. 
Essendo amanti degli scontri corpo a corpo, rendeva quest'arma la preferita di ogni guerriero. 
« Krogan! » Urlò euforica Zrek Peggi del clan Zrek , centinaia di suoi simili le risposero.
Sentivano il richiamo della battaglia, l'eccitazione nel sangue. Sapeva però che non poteva lasciarsi andare, la frenesia rischiava di farle commettere errori.
Era una sciamana Krogan, una razza di grossi rettili corazzati, dotata di poteri biotici. Aveva deciso che avrebbe svolto meglio il proprio ruolo di guida spirituale presso i guerrieri krogan che avrebbero formato il V° reggimento. 
Era vissuta per cinquecento anni, ed era solo a metà della sua vita. 
Lei e altri krogan si erano allenati con altri ufficiali I.D.G per resistere al suo dolce richiamo della guerra e imparare un modo diverso di farla. Le gloriose cariche potevano andar bene nelle lotte tra clan, non nelle guerre moderne. Almeno non sempre. 
Nonostante questo avevano lo stesso la loro utilità, come quella appena eseguita. 
I salarian si stavano comportando bene, quegli “smilzi” sembravano deboli ma il loro corpo era robusto. Piazzati in punti strategici impallinavano il nemico, usavano avanzati scanner per individuarlo e dare l'allarme. 
Mine erano state piazzate in diversi punti, torrette automatiche sorvegliano le entrate. Combattevano nel loro solito stile, mantenendo le distanze. Intangibili come il vento.
Stava collaborando con un salarian di nome Dutant Tiss, non glielo aveva chiesto e non le interessava saperlo ma era certa che doveva avere un passato nelle SOS: le squadre di agenti scelti dell'Unione Salarian. Glielo suggeriva il suo istinto, da come lui si muoveva.
Come fosse finito in una colonia salarian indipendente nei sistemi Terminus, Lopol si chiamava l'insediamento principale che stavano cercando di difendere, era un altro quesito ma forse neanche questo gran mistero. A fare certi lavori, prima o poi viene voglia di sparire da tutto ciò che era il proprio passato.  
La recente carica era stata una sua idea, i krogan si erano nascosti quando i vorcha avevano attaccato. Al segnale convenuto cento guerrieri krogan con Peggi in testa caricarono. 
Colti di sorpresa, i vorcha vennero travolti. Chi tra loro non riuscì a evitarli, venne buttato a terra le sue carni e ossa calpestate e lacerate. Non pochi nemici morirono in questo modo, travolti proprio quando il loro attacco giungeva all'apice e impossibilitati a muoversi. 
Peggi si guardò attorno e annuì soddisfatta, vi erano solo cadaveri vorcha. Attorno a lei i suoi simili erano entusiasti, il morale era alto. Non potevano essere diversamente, erano krogan e stavano combattendo, con l'aggiunta che questa volta era per una giusta causa. 
Più fiduciosa che mai, si ripromise che il suo popolo non avrebbe ripetuto gli errori del passato. Aiutare una razza che fino a trent'anni prima avrebbero odiato, era sicuramente un buon modo di cambiare le cose. 
« Niente male il numero di prima, ho davvero pensato che saresti morta questa volta. » commento Dutant avvicinandolo. 
« Intendi quando quattro vorcha mi sono saltati addosso? Neanche gli ho sentito con quei gracili corpi che hanno, avranno anche zanne e artigli ma le nostre corazze sono migliori. »
Si guardò intorno, quello era il quarto assalto di fila che respingevano e finalmente sembrava che il nemico si fosse calmato « Cosa ci fanno dei vorcha qua? Mi aspettavo di trovare degli yahg. Confesso che desidero affrontarli, nessun krogan ne ha mai affrontato uno e tanto meno l'ha ucciso. Se ho l'occasione voglio essere la prima. »
« Ci tiene così tanto? » 
« È materiale perfetto per una ballata krogan, quale guerriero resisterebbe alla tentazione di vedere le sue gesta tradotte in canzoni. » disse esultante ma calmandosi subito dopo. « Ci sarà tempo per le fantasie, la situazione negli altri accessi? » domandò facendosi seria. Aveva diviso il suo reggimento in gruppi più piccoli, questo per sorvegliare le diverse vie che permettevano l'ingresso alla colonia. Era ansiosa di sapere come stava andando altrove, se vi erano perdite.
« Reggono, riconosco che voi I.D.G. ci avete salvato. Tra l'iniziale bombardamento dallo spazio e la gran quantità di truppe nemiche, non sapevo quanto avremmo retto. »
Il V reggimento era entrato di prepotenza sul campo di battaglia. Fatti sbarcare appena dentro il confine della colonia, avevano assalito il nemico in procinto di sfondare. 
I suoi guerrieri si erano comportati bene, ubbidendo gli ordini ed evitando d'inseguire il nemico quando si ritirava. Molti avevano sbuffato, ma non vi erano state proteste. 
Quel primo assalto fu disordinato, ma nelle volte successive si coordinarono bene con le truppe locali. 
« Finché il comandante Falso tiene occupata la flotta nemica, voi salarian siete al sicuro. Con l'aiuto dei krogan del V reggimento I.D.G. farete a pezzi questi vorcha, se gli yahg non si faranno avanti. Avremo solo metà degli effettivi, rispetto agli altri reggimenti perché non abbiamo un nostro personale di flotta, ma solo il I° è armato più pesantemente di noi. »
Dutant annuì, i krogan erano una sorta di carriarmati viventi. Quando avevano anche il vantaggio di un buon equipaggiamento come quello I.D.G., si poteva anche cominciare a pensare che niente potesse abbatterne uno. 
« Per rispondere alla sua domanda, yahg finora non se ne sono visti e sono sorpreso quanto te di vedere dei vorcha. Devo ancora stabilire se sia un bene o un male. Le ha mai sentito parlare di questa strana collaborazione? »
Che  collaborassero non l'aveva sorpresa, anche se non si sarebbe mai aspettata di trovarli in quel posto e in così gran numero. Non sapeva se poteva rivelare o no quel  dettaglio. 
Dutant l'anticipò dicendo « Capisco, non può parlarne. Riconosco quello sguardo. »
« Bene, odio inventarmi delle spiegazioni. » dichiarò soddisfatta lei. 

Peggi alzò il viso in direzione del nemico, tutto era tranquillo. Eppure...
« Krogan! » Urlò con quanto fiato aveva in corpo, richiamando i suoi guerrieri. Dutant la guardava senza capire, ma i salarian si erano lo stesso allertati non sapendo cosa stesse succedendo.
I sensori non rilevavano niente, ma in cinquecento anni non era stata la tecnologia a farla sopravvivere. Era stato il suo istinto, aveva visto troppe battaglie, ne conosceva l'odore, sapeva “fiutarle”.
Una vibrazione percorse il terreno, ormai la sentiva chiaramente e molti altri. Arrivarono alla carica, figure enormi, possenti, forse anche leggermente più grandi di un krogan. 
Avevano armature complete e armi, non era l'armamento di fortuna dei vorcha. 
Questi erano Yahg, soldati addestrati, avanzavano in formazione senza smettere di sparare.
Colpiti e feriti avanzavano. 
Peggi sentiva il suo sangue ribollire, l'istinto la chiamava alla battaglia. « A tutti i krogan, tenete la posizione, rimanete al riparo! » 
Alcuni di loro la guardarono stupiti, volevano caricare e li capiva. Questa volta non sarebbe successo, prima era un ufficiale I.D.G. la difesa della colonia aveva la precedenza. 
Contro delle figure grandi quanto loro, una carica non avrebbe avuto gli effetti desiderati.

 
*****

Suho fissava la mappa tattica davanti a se, con tutti i suoi otto occhi puntati su di essa. Era il comandante delle forze terresti del Dominio.
Gli yahg avanzavano di corsa sotto il fuoco dei difensori, senza esitazione o tentennamento. 
Avevo ricevuto l'ordine di conquistare quella città, lo avrebbero fatto per ubbidienza al loro superiore. Attraverso essa avrebbero onorato la Dottrina del Dominio.
Chi moriva era debole, perché aveva fallito il compito assegnato. 

I deboli non avevano diritto a riprodursi, il meglio che potevano fare era sacrificarsi per il Dominio. Solo quell'atto giustificava la loro esistenza. 
Tutti nascevano uguali nel Dominio, solo forza e abilità avrebbero fatto la differenza facendoli salire lungo la classe sociale. 
I non-yahg vorcha avrebbero dovuto farcela, ma il loro fallimento non aveva importanza.
Dai non-yahg era inutili aspettarsi troppo, ma erano serviti per studiare le difese avversarie. Adesso i suoi soldati potevano attaccare.
 
******

Protetti da scudi energetici gli yahg avanzavano, non cercavano riparo ma volevano sfondare le linee nemiche. Diverse segnalazioni arrivarono a Peggi, i rapporti erano identici fra loro. I Vorcha tornavano all'attacco e questa volta in numero davvero consistente.
Intuì al volo cosa stava succedendo, attacchi secondari lungo tutta la linea di difesa ma l'unico che contava era quello che stavano subendo loro. 
Da guerriera si sentì onorata e fortunata a dover affrontare quelle truppe, si era stancata di uccidere vorcha. 
Se il nemico mostrava il meglio che aveva, lei avrebbe fatto altrettanto. Un consiglio prezioso che aveva imparato era di avere sempre un piano di riserva. 
« Biotici! Attaccate! »
Li aveva tenuti da parte fino a quel momento, chi come lei poteva sfruttare l'energia oscura.
Era impossibile che gli yahg ne avessero tra le loro fila, escludendo qualche sporadico vorcha. 
Tranne le asari, i biotici erano elementi rari presso tutte le razze. 
Nel corso della guerra contro i razziatori era nato il concetto di artiglieria biotica, il processo era faticoso ma permetteva di lanciare attacchi biotici con la stessa forza di una bomba.
In seguito il progetto non era più stato sviluppato, troppi rischi per i soldati coinvolti avendo bisogno di copertura mentre si preparavano. 
Era stato un suo suggerimento quello di riprendere tale idea. All'interno del V reggimento era quindi stato formato il battaglione d'artiglieria biotica. A gruppi di otto individui, i biotici imparavano ad usare all'unisono i propri poteri.
Per lei fu un vanto, davanti ai risultanti raggiunti, quando anche gli altri reggimenti I.D.G. adottarono la sua idea. 
Senza contare lei, aveva 16 biotici, due squadre su cui poter fare affidamento. I biotici necessitavano di concentrarsi sul loro bersaglio, serviva quindi un contato visivo per focalizzare l'energia su di esso e nel modo voluto. 
I krogan di disposero in prima linea, protetti dai commilitoni e da un paio di biotici salarian che alzarono una cupola biotica a protezione. 
Si mossero il più possibile all'unissero, puntando tutti il medesimo punto. 

Per esplosioni biotiche si intendevano le combinazioni di due poteri biotici, uno che funge da base e l'altro da detonatore, capaci di generare esplosioni particolarmente distruttive.
Molto dipendeva dal livello di potenza del biotico e dalla combinazione di poteri scelti, non essendo tutti in grado di causare una deflagrazione.
I poteri che funzionavano da innesco erano singolarità, stasi, attrazione, deformazione, saccheggio.   
I detonatori erano quelli che avrebbero causato l'esplosione vera e propria, tra di essi: deformazione, lancio, onda d'urto, saccheggio, carica biotica, nova.
L'idea originale di artiglieria biotica prevedeva di colpire il nemico con una grossa e continua scarica di energia oscura. 
Peggi ebbe l'idea di dividere i biotici in due squadre con compiti specifici. Una addetta ai poteri innescanti, l'altra a quelli detonanti. 
Usando le comuni tecniche di combinazioni di poteri da due biotici a un gruppo. Qualcosa di semplice, a cui nessuno aveva fatto caso. 

La prima squadra da otto krogan concentrò numerosi attacchi deformanti, sulla parte dello schiarimento nemico più vicina alla loro posizione. 
Una strana energia blu scuro scese sugli yahg, sembrava quasi melma, scudi e armature subirono il danno. 
Due secondi dopo, la seconda squadra lanciava gli attacchi detonanti. Un'unica onda d'urto nata da otto biotici si scagliava sul nemico. 

L'esplosione distrusse tutto in cinquanta metri dal suo epicentro, numerosi yahg giacevano morti carbonizzati al suolo. 
La prima linea nemica era stata frantumata. Il successo era dipeso che accumulando tanta energia biotica come innesco, si finiva per destabilizzare quella presente nell'ambiente. 
L'onda d'urto aveva fatto esplodere l'energia richiamata e no, coinvolgendo un'area ben più vasta di quella prevista.
Un altro aspetto inaspettato di questa nuova tecnica di artiglieria biotica.
« Fuoco! » urlò Peggi esponendosi, imitata all'istante da Dutant e da tutti i difensori. 
Salarian e krogan rovesciarono sul nemico ogni bocca da fuoco in loro possesso, con l'ufficiale I.D.G. che continua a ordinare ai suoi guerrieri « Rimanete in difesa! »
Stavano andando bene, l'ultima cosa che voleva era gesti avventati e sapeva che in quello la sua razza non aveva rivali. I suoi guerrieri non erano solo tra i migliori, ma erano stati scelti tra coloro che erano disposti a imparare nuove tecniche di guerra.
Insegnare a un krogan che la guerra non era caricare a testa bassa qualsiasi cosa non gli andasse bene era tra le cose più difficili che avesse mai fatto. 
Certe prove iniziatiche per diventare sciamano prevedevano di mantenere la calma, ma erano niente rispetto a rimanere tranquilli difronte all'ottusità dei suoi simili.

Quello che avrebbe potuto essere un grido da guerra krogan, al punto che per attimo lei credette davvero fossero i suoi soldati, si levò alto in aria. 
Gli yahg caricavano, erano furiosi. Lei sorrise, un po' gli stavano simpatici per quei atteggiamenti così krogan. 
Impavidi e furiosi avanzavano in formazione aperta, ma davanti alle difese questo non contava. La strada che conduceva alla colonia, terminava dove iniziava una rampa. 
Ai lati di questa, alte pareti la costeggiavano incanalando eventuali aggressori. Attualmente questa, come le altre vie d'acceso, era chiusa da porte blindate a scorrimento. 
Su di essa esplosero i colpi degli yahg, parevano essersi riforniti in larga misura di lanciamissili e granate. L'energia delle esplosioni fece vibrare le porte, propagandosi alle mura.
Le torrette automatiche che mitragliarono il nemico prossimo all'entrata furono distrutte. 
Non pochi difensori furono costretti ad abbassarsi in cerca di riparo, il fuoco nemico era troppo fitto per rispondere. 
Peggi stava per dare un ordine, ma Dutant la zittì con un gesto. Davanti a lei, in pugno, teneva un detonatore. « A che serve? »
Lui non rispose, limitandosi a premerlo.
Davanti all'entrata bloccata il terreno fu come rivoltato, gli yahg sembrati. Quasi tutti presentavano il medesimo tipo di ferita, avevano perso le gambe. 
Si trascinavano a terra, in una scia di sangue verde o morendo in pozze di questo.
« Un fottuto campo minato! » esclamò sorpresa la krogan « Quando siete riusciti a piazzarlo? » domandò sorpresa.
« Oh, non è stato messo per questo caso in particolare. A noi salarian piace giocare in anticipo, piazziamo dei campi minati disattivi anni fa, tutti in punti strategici. Un modello di mina usato per durare venticinque anni ci evita un'inutile manutenzione. Sono comodi e pratici, contro guai imprevisti. »
« Dannati anfibi. » borbottò Peggi, ma la sua voce conteneva un tono d'ammirazione. Fisicamente i salarian non avrebbero intimorito nessuno, ma sottovalutarne l'astuzia era fatale. 
Con quell'ennesimo attaccato fallito terminarono gli attacchi alla colonia per quel giorno. 
Seguì la riunione strategica, non venne deciso niente di particolare ma era per contare quindi soldati, munizioni e scorte rimanevano alla colonia. 
Per quanto ci provassero il numero dei difensori diminuiva ogni giorno un po'. 
I nemici avevano il numero dalla loro e sapevano farlo pesare. 
Prima o poi le risorse si sarebbero ridotte a un punto che ne la forza krogan o la furbizia salarian sarebbero bastati a salvarli. 
Dovevano riuscirci per altri sette giorni, prima che la tregua stabilita tra Dominio Yagh e Consiglio della Cittadella entrasse in vigore. Nel frattempo nessuna delle due parti avrebbe potuto inviare rinforzi, questo era per evitare un estendersi del conflitto. 

Peggi si sedette rumorosamente su una cassa, non aveva trovato nient'altro in tutta la città che potesse reggere il suo peso.
Aprì il comunicatore, sullo schermo comparve il volto di Quina Falso.
« Come vanno le cose? Lassù nello spazio. » domandò la krogan. 
La turian imprecò « Mi sento totalmente inutile, dobbiamo fare la guardia per evitare che gli Yagh mandino rinforzi ma non posso venire nemmeno ad aiutarti. L'ammiraglio non è ancora riuscito a mandare il Consiglio a okksun, se me lo ordinasse sono più che pronta a ignorare gli ordini di quei poggia carte. » 
« Battagliera come sempre, l'ammiraglio e i Consiglieri sanno cosa fanno. Anche limitare l'estendersi di un conflitto è altrettanto importante. Riguardo a quelle navi civili che abbiamo fatto evacuare, spero sia andato tutto bene? »
La sua interlocutrice fece una smorfia « Si e no, è successo un qualche incidente in cui sono coinvolti i soldati del I ma nessuno dice niente. Intanto sono io quella che sta col culo nello spazio, tagliata fuori dalle notizie. Almeno tu sei a terra, io qua faccio la guardia alla polvere spaziale. »
Peggi sorrise a quell'affermazione, Quina si perdeva in simili commenti solo quando tutto andava bene ed era soddisfatta. Non aveva mai ben capito questo lato di lei, ma più la turian era soddisfatta più mascherava la cosa con frasi d'insoddisfazione. 
« Invece, riguardo alla missione di tu sai chi? » Per prudenza era meglio non nominare Isabella, l'intervento del phantom era stato illegale. Non richiesto dal Consiglio, ma voluto solo dal suo ammiraglio.
« Non ho idea di cosa abbiano trovato tra le informazioni che ha riportato indietro. Però ho sentito menzionare spesso il nome Thatora. » 
« Non credo sia qualcosa che si mangia. » 
« Trattieni i tuoi cinque stomaci, perché si tratta di una famiglia asari estremamente influente su Thessia. »
« La cosa non mi piace per niente. Ah, i krogan non hanno cinque stomaci. »
« Vuol dire che qualcuno stava o forse sta facendo accordi sottobanco con gli yagh, tra noi c'è qualcuno che vuole la vittoria yagh. Traditori. » disse sputando al suolo. 
Peggi ridacchiò « Mi piace! » annunciò.
« Cosa? » 
« Il mio sangue guerriero ribolle, si facciano sotto, passerò con gioia sulle carcasse dei nemici. Saremo noi krogan a vincere, i loro teschi saranno le nostre coppe per brindare alla vittoria. » disse esultante, ma calmandosi subito « Questo è quello che vorrei urlare ai miei guerrieri, ma per adesso sarò meglio che tengo per me certe idee. Serve prudenza. » 
« Quindi, che pensi di fare? »
« Ammazzare con prudenza e gioia ogni nemico che assalterà questa colonia. » spiegò con un sorriso mettendo enormi denti. Davano l'idea di poter rompere una pietra.
« Se non c'è altro, chiudo. »
« A presto. » rispose chiudendo la comunicazione. 
Il giorno dopo, molto prima di quanto Peggi si aspettasse successe qualcosa ma non per opera del nemico. 
Quest'ultimo si era fatto avanti, ma rimanendo a una distanza di sicurezza. 
Un suo guerriero, impaziente di dar prova di se, era uscito in quello spazio di terreno che era terra di nessuno. A gran voce stava urlando il proprio nome 
« Io sono Cindok del clan Panki, sfido qualsiasi Yagh ne abbia il coraggio a duello.» e ringhiò ferocemente in direzione delle linee nemiche. I suoi commilitoni gli fecero ecco dal perimetro delle colonie. 
Peggi era furioso per quel comportamento che contravveniva ai suoi ordini, ma anche invidiosa. Avrebbe voluto trovarsi lei al posto di quel krogan.
Adesso però non poteva fare più niente, non poteva richiamare quel guerriero senza rischiare di macchiare l'onore di entrambi. Tutto dipendeva da come avrebbe reagito il nemico. 

 
***** 

Suho fissava, dalle file Yagh, il nemico che li sfidava. 
La dottrina affermava che gli unici duelli ammessi erano quelli nelle cerimonie per saliere di rango sociale, per avere il permesso di accoppiarsi sempre con un numero maggiore di femmina. A dimostrazione di possedere un patrimonio genetico che avrebbe permesso la nascita di una generazione yagh migliore della precedente. 
Contribuire a migliorare il popolo yagh, non vi era gloria più grande. 
Quando si era saputo di razze che vivevano fuori dalla dottrina, subito si era capito quale enorme fortuna fosse per tutti i maschi. Specialmente per le classe basse. 
Affrontandole, schiavizzandole non sarebbero mancate le occasioni di dare prova di se.  
Tutto un giorno sarebbe appartenuto agli yagh, per il semplice fatto che essi erano superiori a tutti. 
Non sarebbe stato facile ne breve, ma per tutto il popolo di Parnack quello erano un risultato scontato. 
L'unica questione da risolvere era come interfacciarsi con le altre razze: sterminarle o tenere in vita un numero ridotto e controllato di esse? 
I più grandi esperti di dottrina, i Crojos, non si erano ancora espressi al riguardo. 
« Uccidetelo. » ordinò, duellare con un essere inferiore non avrebbe contribuito a nessuno. 

 
*****

Non vi fu nessun annuncio, semplicemente spararono in massa e Cindok morì ancor prima che il suo cadavere toccasse il suolo. 
Per un istante regnò il silenzio assoluto, i krogan si erano ammutoliti. 
Vi erano usanze di guerra che andavano rispettate, tutte le razze avevano trovato usanze comuni riguardante la guerra. 
La sacralità del duello era conosciuta da tutte, ogni razza aveva nobili racconti di duelli dei propri grandi guerrieri. 
Quasi fosse uno scherzo, proprio nella guerra era dove ogni popolo aveva più in comune con gli altri. 
Perché ovunque si fosse, la guerra non cambiava mai. 

L'urlo che fuoruscì dalle gola di quel centinaio di krogan di guardia sembrò annichilire ogni altro suono. 
Le porte si aprirono, cento guerrieri in preda alla frenesia corsero contro il nemico. 
Peggi era fra loro, in prima fila come si conveniva a un capo guerriero del suo calibro. Era un signore della guerra. 
Sapeva che a logica era tutto sbagliato, ma la ragione andava seguita fino a un certo punto. Oltre bisognava imparare a seguire il corso della guerra, sprecare la rabbia dei suoi guerrieri sarebbe stato un errore.  
Inoltre lei stessa non era sicura che sarebbe riuscita a trattenersi, figurarsi a farlo con altri novantanove krogan.
Aveva con se solo un centinaio di soldati, quelli di guardia all'entrata, sarebbero serviti rinforzi e urlando chiamò il salarian « Dutant! » Sperò che fosse veramente astuto come sembrava. 
Il terreno tremò e l'aria si riempì delle urla di guerra Krogan. 
Compatti e decisi avanzavano.  
Peggi trovò che tutto ciò fosse bellissimo. Per un guerriero, quell'istante valeva tutta la sua vita. 

I primi colpi esplosero tra i due schieramenti, i krogan continuarono a correre desiderosi di ben altro. Trovando il tanto desiderato corpo a corpo. 
Fu uno scontro tra pesi massimi, altrettanto grossi e pesanti gli Yagh erano gli unici a poter affrontare i Krogan alla pari in uno scontro fisico.
Più agili i primi e con una capacità visiva enorme, i secondi erano appena più corazzati ma il vero vantaggio per loro era altro.
La biologia aveva dato ai krogan ogni tipo di vantaggio in guerra: enorme riserve di energie immagazzinate nella gobba, un fattore di guarigione capace di guarirli in brevissimo tempo, organi coppia che entravano in azione se quello principale era ferito, infine un sistema nervoso ridondante che dava a questa razza una resistenza al dolore superiore a chiunque. 

La formazione in linea degli yagh non poté resistere a quella massa compatta. Peggi, stupendo anche se stessa, trovò la lucidità di comandare. 
« Mantenete la pozione! Restate Uniti!» Si rendeva conto che penetrare in profondità sarebbe stato pericoloso. Già adesso la loro situazione era critica. 
I suoi ufficiali risposero, chiamando il nome del proprio clan per radunare i loro guerrieri. 
Stavano vincendo, ma non si faceva illusioni. 
Gli Yagh presenti non erano abbastanza per trattenerli, il resto dei nemici erano Vorcha.  
« Immondizia. » commentò acida lei. Feroci ma disorganizzati, male armati ma con zanne, artigli e un fattore guarigione perfino superiore a quello dei krogan. 
Invasero il campo di battaglia, erano superiori di numero ma non bastava. I krogan e non cedevano un singolo pezzo di terreno. Per loro era solo divertimento. 
Peggi ne eliminò tre con un semplice colpo del suo martello. Aveva mirato al primo, gli altri si erano solo trovati sulla traiettoria della sua arma. 
L'aria fu invasa da un suono martellante, lei l'aveva udito svariate volte e sempre con sfumature differenti nei diversi secoli che aveva passato combattendo. 
Il rumore di un esercito in avvicinamento. 
Quando il nemico fu in vista, una forza di almeno un migliaio di elementi, ordinò : « Guerrieri! Indietro! » 

***** 

Suho si sentiva soddisfatto, sarebbe stato un maschio di basso rango come lui a conquistare quella città. La sua promozione sociale era praticamente certa, il suo valore come elemento nella società yagh sarebbe aumentato facendolo passare da accoppiarsi con solo una femmina ad almeno tre.
I difensori avevano commesso un errore abbandonando le difese, i rinforzi arrivati gli avrebbero inseguiti e attaccati proprio mentre scappavano per ritornare alla colonia. 
Una volta fatto sarebbero penetrati facilmente da quel punto e conquistato la città. Per questo si unì ai rinforzi. 

 
*****
 
I krogan erano in linea, spalla a spalla con i propri compagni e armi in mano. Sbuffavano eccitati.
Non erano scappati, ma a metà strada si erano fermati compattando la formazioni e volgendosi verso il nemico. Lentamente arretravano camminando all'indietro. 
Peggi era in prima linea, la testa era abbassata e faceva rimbalzare il martello da guerra nel palmo di una mano reggendolo solo con l'altra. Cercava di concentrarsi, ricordando cosa presto avrebbe dovuto fare. 
Sentire il metallo dell'arma la faceva sentire bene, era un simbolo che solo i capi tribù e i signori della guerra potevano portare. 
Non vi era nessuna proibizione che anche guerrieri normali la usassero, ma in uno scontro ogni guerriero avrebbe cercato come prima cosa di uccidere qualsiasi krogan con quell'arma per l'onore di abbatterlo. 
Averla significava attirare su di se ogni nemico, era un richiamo. Così gli stolti che la portavano solo per gloria finivano morti da quegli incapaci che erano, chi sopravviveva avrebbe potuto guadagnare quei titoli. 
Così era stato per lei, in un giorno di trecentocinquanta anni fa era scesa per la prima volta in battaglia con un martello da guerra. 
Sopravvivendo e vincendo si era guadagnata quel titolo, divenendo la guida del proprio clan. 
Alzò il capo, gli yagh stavano arrivando. 
Il loro intento era palese, sfondare la formazione krogan e penetrare in città. Sperò che Dutant si fosse attenuto alla sua idea, in caso contrario sarebbero morti per certo. 
Si guardò alle spalle, cinquanta metri, potevano farcela. 
« Fuga! » gridò con quanto fiato aveva in corpo. 
Gli Yagh già a passo veloce presero correre incitati da quella vista, desiderosi di non dare al nemico l'occasione di riorganizzarsi.

Cadaveri ricoprivano lo spazio appena all'interno del perimetro, martelli e altre armi krogan giacevano abbandonati al suolo. 
I guerrieri che le avevano impugnate erano a terra. 
« Vittoria! » gridò Peggi e le voci di chi era sopravvissuto si unì alla sua. 
Era stata dura in maniera enorme. Alla fine la battaglia era diventata un massacro a senso unico, ma portarlo al termine aveva distrutto fisicamente i krogan. 
« Un piano astuto. » commentò affianco a lei Dutant. Il salarian osservò meditabondo la scena che gli si presentava. 
Il nemico era penetrato, ma ad aspettarlo aveva trovato tutti i krogan del V reggimento. Un piano rischioso che lasciava indebolite di molto i restanti punti di difesa. 
Ma aveva funzionato, gli Yagh si erano ritrovati accerchiati da una forza doppia rispetto alla loro. Avevano combattuto strenuamente senza nessuna esitazione, accenno di reso o panico. 
« Non sembrava una strategia krogan. » 
Cogliendo la domanda in quella frase Peggi gli disse « Il nostro ammiraglio ci tiene che i suoi ufficiali partecipino a scambi di storia militare interculturali, praticamente ci raccontiamo le vicende dei grandi generali dei nostri popoli. Un giorno l'ammiraglio ci ha parlato di un umano chiamato Abale o roba simile che sconfisse un popolo chiamato Ronami in grandi battaglie, in un posto chiamato Italia. Amava provocare il nemico, ho pensato di fare la stessa cosa. »
Il salarian annuì e osservando i krogan fu incuriosito da quello che stavano facendo, espresse il suo interesse. 
Peggi si limitò a dire « Niente di particolare, è quello che facciamo con nemici indegni: gli stacchiamo la testa, ci defechiamo dentro e la mandiamo al suo popolo per sapere che lo disprezziamo. »
« Capisco, ognuno ha le sue usanze...immagino. » borbottò il salarian, la cui espressione si fece seria « Credi che riusciremo a difendere la colonia? » 
« Non lo so, questa vittoria ci farà guadagnare tempo ma il nemico ci è nettamente superiore in forze. »
« Quindi noi cosa dovremmo fare? » 
« Avere tanta fiducia nell'ammiraglio e guadagnarci la gloria uccidendo i nemici. »
« Se non funziona...possiamo sempre far saltare in aria l'intera città. » annunciò il salarian con un sorrisino che gli fece guadagnare un 'occhiataccia da Peggi. 
Alla fine lei si decise a chiederlo « Perché un ex agente SOS vive in una colonia nei Sistemi Terminus? »
Lui sembrò sobbalzare a quella domanda « Non mi aspettavo che la mia provenienza fosse così evidente, niente di particolare. I miei superiori dicevano che soffrivo di stress post missione, questo solo perché sono un maniaco delle esplosioni e mi piace ricercare nuovi esplosivi. Ridicolo! Far esplodere qualcosa ogni tanto, è tutta salute. » disse allegro. 
« Già. » rispose Peggi, non sapendo cos'altro dire. 
Mancavano sei giorni all'entrata in vigore dell'accordo. 
   
 
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