Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: dana    29/04/2005    8 recensioni
"Una leggenda narra che tempo fa ogni uomo avesse la sua metà. Tra questi c’era una complicità unica. Bastava anche solo il minimo contatto tra loro e riuscivano a percepire i pensieri dell’altro e solo i più “affini“ riuscivano a percepire i sentimenti che l‘altro provava, e non semplicemente i pensieri…".
UN sesto senso che le consentiva di vedere al di la di una semplice apparenza...
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Premessa: la storia è basatà principalmente sulla coppia Draco/Ginny, a chi non dovessero piacere i personaggi in se avverto che potrebbe non piacere, mentre a tutti gli altri auguro buona lettura e… se potreste lasciare un commentino… ^-^”

 

1 dicembre ore 20:00

Erano ormai passati tre mesi dall’inizio della scuola, ma il fermento che vi era stato sin dall’inizio non aveva mai abbandonato i quattro tavoli delle case di Hogwarts, i quali discutevano della sconfitta che aveva subito Corvonero da Grifondoro

 

 

Din Din Din

 

 

L’attenzione di tutti i ragazzi fu attirata dal preside che fece tintinnare la sua forchetta contro il bicchiere di cristallo.

Tutti si voltarono verso l’anziano professore che sorrise amabilmente prima di cominciare a parlare

-- Cari ragazzi, sono passati tre mesi dall’inizio di quest’anno scolastico e avrei un paio di cose da dire al riguardo. Per prima cosa volevo congratularmi con i Grifondoro che non hanno perso una sola delle 7 partite di Quidditch che hanno svolto, e rincuorare i Corvonero, non si può sempre vincere… -- fece tralasciando una piccola nota di malinconia dalla voce.

I grifoni sorrisero apertamente al commento del preside, che aveva rivolto un’occhiata d’intesa ad Harry.

-- Infine volevo annunciarvi, in ampio anticipo, che anche quest’anno alla vigilia di natale si terrà un altro ballo del ceppo. -- si fermò un attimo per squadrare tutti gli alunni uno per uno ad una velocità impressionante

-- le regole credo che alcuni di voi le conoscano già, ma in caso contrario ve le ripeto. È un ballo organizzato per gli alunni del sesto e settimo anno, potete decidere se venire in maschera o vestiti elegantemente… ho creduto più giusto avvertirvi prima, in modo che abbiate tutto il tempo per “prepararvi”… bene, ora credo non ci sia più nulla da dire… che inizi il banchetto… -- concluse il preside riprendendo posto sul suo piccolo trono rialzato, e battendo le mani tutti i tavoli si riempirono delle delizie più agognate.

Il brusio riprese più eccitato di prima.

Solo un piccolo gruppo al tavolo dei Grifondoro sembrava perso nel silenzio più profondo. Questo gruppo era formato da Harry Potter, Ron Weasley, Hermione Granger e Ginny Weasley.

Tutti o per un motivo o per l’altro non erano molto felici dell’annuncio appena fatto da Silente ai ragazzi.

Ginny vide che Hermione volgeva lo sguardo ovunque tranne che su di Harry, e che Harry fissava il suo piatto mangiando in silenzio.

Scosse impercettibilmente il capo, in segno di disappunto: quei due si piacevano da secoli, ma erano troppo orgogliosi per mostrarsi l’uno all’altro.

Ron invece aveva lo sguardo perso nel vuoto, doveva essere completamente assorto nei suoi pensieri, rifletté la sorella; sapeva chi avrebbe voluto invitare al ballo il fratello, ma come al solito appena vedeva l’interessata le orecchie gli andavano a fuoco e cominciava a balbettare frasi senza senso mandando tutto all’aria… probabilmente stava cercando un modo per “dichiararsi” senza fare la figura del completo idiota…

Mentre lei Ginevra Weasley era silenziosa per il semplice fatto che non vi trovava nulla di entusiasmante nel doversi preparare per andare ad un ballo che già dal nome non gli piaceva, e a cui sicuramente sarebbe dovuta andare da sola, data la cerchia ristretta di persone che avevano la possibilità di venire a contatto con lei, visto che suo fratello la teneva rinchiusa come tra le sbarre di una cella.

Fece un sospiro al pensiero posò la forchetta e finalmente parlò

-- Harry, domani a che ore sono gli allenamenti? -- il ragazzo sembrò risvegliarsi dalla sua trance e la fissò stranito per qualche secondo prima di rispondere con falsa allegria

-- Domani pomeriggio alle cinque al campo da quidditch, ma dove vai? -- le chiese guardandola mentre si alzava da tavola

-- A letto. Sono molto stanca: la partita di oggi è stata piuttosto stressante -- rispose semplicemente beccandosi un’occhiata indagatoria da suo fratello.

Chi sa cosa credeva facesse con i ragazzi!

-- Vengo con te Gin, devo fare un ripasso dell’ultimo minuto prima dell’interrogazione di pozioni di domani… -- fece Hermione, cogliendo quello della rossa un invito a seguirla via da quell’imbarazzante situazione.

-- Ok.. Allora ci vediamo domani Gin, Hermione… -- fece Harry incrociando lo sguardo della brunetta per quel attimo che sembrò non passare mai.

La rossa alzò gli occhi al celo e prese l’amica per mano trascinandosela dietro fino alla torre di Grifondoro.

Appena arrivata si fece una doccia veloce e andata a letto calò in un sonno profondo e senza sogni.

 

 

Il preside aveva appena dato l’annuncio del ballo che si sarebbe svolto tra poco meno di un mese.

Questa volta, a differenza di prima, non fece nulla per nascondere una smorfia di disappunto.

A lui non piacevano i balli.

Ne tanto meno ballare.

Anche se era un ottimo ballerino, visto i soldi che la sua famiglia aveva speso perché lui diventasse un “perfetto purosangue” come la definivano i suoi.

Non era per il fatto della compagnia. Se solo avesse voluto si sarebbe potuto portare tutta la scuola al femminile al ballo. Solo era piuttosto pesante voltare l’angolo e trovarsi una ragazzina adorante che con una timidezza irritante ti chiedeva di andare al ballo con lei.

Volse lo sguardo verso Pansy che aveva gli occhi illuminati dalle parole del preside.

Chissà cosa si aspettava succedesse. Magari che venisse un principe azzurro a caricarsela sul suo bel cavallo bianco… si come no… Sarebbe stato più facile caricare su una formica un bue!

E magari si aspettava anche che fosse lui quel principe!

Neanche in un’altra vita

Pensò rabbrividendo impercettibilmente al pensiero di ballare con una simile vacca

-- Ehi?! Che hai Draco? Sei pensieroso addirittura più del solito! -- fece la voce piuttosto familiare di Blaise Zabini.

Era un ragazzo alto dalle spalle larghe e la vita stretta con i capelli nerissimi e due occhi blu azzurro e portava la cravatta perennemente slacciata, particolari che facevano sospirare parecchie ragazze.

Neanche lui avrebbe avuto problemi per trovare una ragazza per il ballo.

-- Niente, stavo pensando al ballo… non avevano più niente da inventarsi… -- fece con un cipiglio annoiato il biondo.

-- Non dirmi che non ti piace l’idea di questo ballo?! Ci sarà da spassarsela! Pensa: solo sesto e settimo anno, niente mocciosi di 11 anni tra i piedi, mentre tutte le ragazze ai tuoi piedi… cosa vuoi di più?! -- fece con aria trasognata il moro.

-- Non mi piace l’idea di questo ballo -- fece secco l’altro cercando di chiudere il discorso.

-- Pensala come vuoi… tanto poi cambierai idea al ballo.. -- fece scettico il moro.

In quel momento Draco scorse due figure alzarsi dal tavolo dei Grifondoro e uscire dalla sala grande con passo svelto.

Erano la “Piccola Fiammiferaia Weasley” e la “Secchiona Zannuta Granger”.

La rossa pareva piuttosto irritata per qualcosa e si stava trascinando via la Granger che sembrava essersi persa tra gli sguardi di “Sfregiato San Potter”.

Si riprese velocemente da quella vista e con aria risoluta e sicura disse

-- Stai certo che io a quel ballo non ci vengo. --

 

 

2 dicembre ore 17:00

Ginny era piuttosto nervosa, anche per la giornata che le si era parata male sin dal mattino.

Hermione l’aveva buttata malamente giù dal letto dicendole che erano in ritardo, accorgendosi solo dopo del fatto che la loro sveglia era rotta.

E a Pozioni era riuscita a far perdere 100 punti in un colpo facendo scoppiare il calderone pieno di pozione restringente proprio mentre passava Piton a controllare i calderoni e pochi minuti dopo si erano ritrovati in aula con un professor Piton alto all’incirca come Vitius.

E come se questo non bastasse Ron le aveva fatto il terzo grado quando aveva visto Dean parlarle animatamente, se solo avesse saputo che le stava chiedendo i compiti di Trasfigurazione…

Adesso si stava dirigendo con tutta la calma che la mente riusciva ad infonderle verso il campo da quidditch, che trovò già occupato dalla squadra dei Serpeverde.

I Grifondoro arrivarono pochi minuti dopo, e si infuriarono parecchio vedendo il “loro” campo occupato dalle Serpi

-- MALFOY! SCENDI SUBITO DA QUELLA SCOPA! -- urlò Harry per farsi sentire dal capo squadra dei Serpeverde, il quale sembrò ignorare volutamente il comando di Harry. Ma dopo pochi secondi ecco planare dolcemente il biondo sul prato verde e perfettamente tosato del campo.

-- Che hai da urlare Potter?! Non vedi che ci stiamo allenando? -- fece calmo

-- Fatti da parte Malfoy, è il nostro turno adesso -- fece con altrettanta calma Harry.

Ormai era diventata consuetudine tra Harry e Malfoy scambiarsi freddure.

Non si usavano più le continue minacce e le calde gridate di un tempo…

-- E chi lo dice Sfregiato? Dobbiamo allenarci, dunque trovati un altro posto per allenarti con la tua squadra di scansafatiche. -- fece l’altro posando lo sguardo su Ginny, la quale non mosse un singolo muscolo, per non dare la soddisfazione a quel brutto farabutto di averla vinta.

-- Spiacente Malfoy, ti ripeto che devi sloggiare. --

-- Facciamo così… tu ti prendi quella metà del campo e io e la mia squadra questa -- fece con aria seria indicando il campo alle sue spalle.

Per qualche secondo Harry lo guardò scettico per poi assentire con un cenno del capo.

Ron subito gli si parò di fronte

-- Harry MA SEI IMPAZZITO?! DOVREMMO MOSTRARE A QUESTE SERPI LE NOSTRE “MOSSE SEGRETE”?! -- fece ululando il rosso.

-- Ron, noi non abbiamo mosse segrete. -- fece con calma Ginny posando una mano sulla spalla del fratello che la guardò come se l’avesse tradito.

-- MA SE LE AVESSIMO?! NON HO INTENZIONE DI DIVIDERE IL CAMPO CON QUESTE SERPI! -- fece Ron con lo stesso tono di poco prima ma abbassando un po’ la voce, e indicando il biondo che da un lato osservava la scena divertito

-- Ron, finiscila di rompere. Sali su quella scopa e vieni a parare gli anelli, altrimenti puoi anche andartene, da quella parte ci sono gli spogliatoi. -- fece Harry con aria annoiata, che nel frattempo era montato in sella alla sua firebolt e si trovava ad un paio di metri sopra le teste dei compagni.

Ron per qualche secondo sembrò essere sul punto di ribellarsi, ma dopo un po’ strinse con forza la mascella per calmarsi e sellò la sua scopa.

Cominciarono così gli allenamenti.

Ginny non era tanto convinta di quella strana “cordialità” che i Serpeverde gli avevano offerto, e quindi giocava guardando sempre con la coda dell’occhio l’altra squadra.

In questo modo l’occhio però le cadeva spesso - e volentieri - sul corpo di Malfoy, il quale era ben delineato dai muscoli, non esagerati, ma non di esigua esistenza. Insomma era di bell’aspetto… e lo sapeva.

Gin vuoi finirla di fare certi pensieri! Non è da te! Riprenditi e comincia a giocare per bene, o noteranno che qualcosa non va

Si ripeteva la rossa nella mente quasi fosse un mantra, anche se le era anche troppo difficile volgere lo sguardo altrove.

 

 

La scenata di Weasley lo aveva divertito parecchio, ma ancora di più lo aveva divertito l’espressione che aveva fatto la sorella quando lo aveva ripreso.

Certo che era particolare come ragazzina…

Se non fosse stato per i vestiti da stracciona che indossava e per i capelli rossi non si sarebbe mai detto fosse una Weasley.

Aveva un carattere completamente diverso da quello dei fratelli. Di tutti i fratelli.

Tranquilla, un po’ misteriosa, ma allo stesso tempo allegra e gioiosa. Un mix in pratica

La vedeva mentre volteggiava per aria sulla sua Nimbus 2000, probabilmente un regalo da parte dei fratelli per essere stata “accolta” nella squadra di Quidditch.

Il vento accarezzava dolcemente i contorni di quel corpo ben definito in tutti i punti e i capelli erano legati dolcemente in una coda alta…

Ehi Draco?! Ma sei impazzito veramente?! Fare certi pensieri su una pezzente come la Weasley…

Nonostante tutta la buona volontà presente in corpo però il ragazzo non riusciva a levarsi dalla mente il pensiero di quel corpo flussuoso che volteggiava a soli pochi metri da lui…

Ma non ebbe modo di pensarci molto perché un tonfo lo fece ritornare duramente alla realtà.

Voltò lo sguardo verso il punto dal quale era derivato il tonfo e vedendo Potter disteso a terra, apparentemente privo di sensi - se non completamente morto -, furono una sorpresa per lui.

-- HARRY! -- sentì gridare la rossa che sfrecciava verso il corpo inerme del ragazzo disteso supino sull’erba fresca del campo.

Uno strano sentimento che non riusciva neanche lui a classificare si impossessò del suo corpo, e quasi involontariamente scese verso il corpo inerme dell’altro ragazzo.

Ginny era piegata in due e stava tastandogli il polso per sentirne il battito. Dopo alcuni attimi di trepidazione fece un sospiro di sollievo e alzò per la prima volta lo sguardo verso il biondo che la guardava con aria inespressiva

-- MA DICO SEI STRONZO?! -- urlò a gran voce la rossa guardandolo con tutta la rabbia che aveva in corpo. Il biondo inizialmente non comprese bene il significato di quelle poche parole finché non continuò

-- DOVRESTI DIRE AI TUOI BATTITORI DI STARE PIU’ ATTENTI CON I BOLIDI! POTEVA RESTARCI SECCO! -- era seria in volto, e non lasciava trasparire nessuna emozione dal viso, se non dalla voce.

Draco volse lo sguardo verso i suoi compagni di squadra che se la sghignazzavano sotto i baffi, mentre il battitore in questione sembrava essere piuttosto sotto pressione.

-- Ma cos’hai da urlare tanto Weasley?! -- fece irritato il biondo volgendole uno dei suoi soliti ghigni

-- Ma sei stronzo o fai lo stronzo Malfoy?! Credo tutt’e due sai! -- fece Ginny con aria contrariata. Lui fu tentato di mollarle lì davanti a tutti un gran bel ceffone, in modo che abbassasse un po’ la cresta, ma si trattenne ripensando al fatto che era una ragazza e che “non si picchiano le ragazze”.

-- Non mi interessano le tue battute sarcastiche Weasley, piuttosto levatelo dai piedi tu e i tuoi compagni, intralciate il campo da gioco.. -- fece annoiato Draco. Ginny lo fulminò con gli occhi. Uno sguardo che, anche se impercettibilmente, fece tremare il biondo.

-- Non mi interessa quello che hai da dire. Sta di fatto che Nott ha mandato un bolide contro Harry e che lui adesso è vivo per miracolo visto il salto che ha fatto. Dunque per una volta vedi di prenderti le tue responsabilità… -- fece annoiata Ginny, poi rivolgendosi al fratello

-- Hey! Volete scendere a dare una mano o lo devo trascinare io in infermeria? -- fece ad alta voce al resto della squadra.

Draco era piuttosto irritato dalla lingua lunga che quella ragazzina stava osando contro di lui, ma qualcosa - che questa volta non era il “non picchiare le ragazze” - lo trattenne veramente dal mollarle un ceffone in pieno viso, ma piuttosto uno strato stupore per il carattere che la rossa stava dimostrando.

Il fratello e il resto della squadra scesero per andare a dare una mano a Ginny e con un incantesimo fecero alzare dal terreno il corpo di Harry, e lo trasportarono fino all’infermeria sotto lo sguardo ancora piuttosto allibito di Draco Malfoy.

 

 

8 dicembre ore 10:00

-- 70 punti in meno a Grifondoro -- fece la voce strascicata e furiosa di Piton che cercava invano di ripulirsi il viso di una strana melma rossa, mentre squadrava con disprezzo la figura di Ginny Weasley, seduta in un angolo.

-- Weasley, lo sa che lei mi sorprende sempre di più… è riuscita in pochissimo tempo a far scendere a zero la clessidra di Grifondoro… è veramente incredibile… -- fece riprendendo un po’ del contegno che si era lasciato sfuggire poco prima il professore.

Ginny dal canto suo non replicava. Era meglio non replicare. Almeno così “forse” avrebbe sbollito e sarebbe ritornato a girare fra i banchi.

Peccato che quel giorno Piton fosse caduto dalla parte sbagliata del letto

-- Credo che qualche ripetizione pomeridiana le farebbe bene… -- fece ammiccando ad un sorriso malvagio.

Ginny cominciava a sentire il terrore impossessarsi di lei.

Altre ore di pozioni?! Il pomeriggio?!

Meglio Azkaban

Pensò con una smorfia in volto la rossa

-- Questo pomeriggio alle cinque venga nel mio ufficio. -- fece con aria risoluta il professore voltandosi dall’altro lato per riprendere a camminare tra i banchi.

A questo punto Ginny si sentì in dovere di dire qualcosa

-- Professore… ma oggi ci sono gli allenamenti di Quidditch… -- fece con un filo di voce. All’inizio le sembrò che il professore non avesse udito la sua voce quando senza voltarsi parlò

-- Non crede anche lei che sia meglio prendere ripetizioni di Pozioni e saltare un allenamento piuttosto che prendere una T nel prossimo compito, che è previsto per dopodomani? -- fece con voce calma, in cui vi era racchiusa una nota di sadismo.

No

Avrebbe voluto rispondere, ma si limitò ad assentire con un cenno del capo.

-- Bene Signorina Weasley. -- fece l’altro riprendendo a camminare dal punto in cui si era fermato

-- A proposito -- fece bloccandosi di colpo -- Non si preoccupi, non sarò io a darle ripetizioni, non ci tengo a perdere del tempo per una causa persa… -- fece con lo stesso tono strascicato di poco prima.

Ginny si dette della stupida mentalmente

Maledetto legilimens…

 

 

8 dicembre ore 17:10

Aveva accettato di dare ripetizioni ad un’alunna di Piton per il semplice fatto che era il suo “pupillo” e che non aveva intenzione di rovinare la sua reputazione.

Si stava incamminando con un certo nervosismo verso la stanza del professore, che sicuramente era già lì ad attenderlo con il disappunto dipinto in viso.

Ma chi me l’ha fatto fare, potevo andare a fare l’allenamento con la squadra… senza di me quei troll non valgono niente…

Si ritrovò a pensare.

Arrivò davanti alla porta leggermente insudiciata del professore.

Si passò una mano tra i capelli in modo da rassettarli e cercò di non far intravedere nulla dagli occhi. Sapeva che Piton era un ottimo legilimens, e non gli ci sarebbe voluto molto per sentire quello che stava pensando in quel momento.

Dopo questi piccoli accorgimenti bussò con decisione alla grande porta finché non sentì un grugnito dall’altra parte. Doveva essere un segno d’assenso da parte del caro Severus.

Entrò nella stanza e guardò il professore, in piedi accanto alla finestra, con un cipiglio annoiato

-- Draco, finalmente sei arrivato. Sei in ritardo… -- fece in un sibilo di disappunto il professore

-- Lo so Severus, non c’è bisogno che me lo rinfacci. Quei due troll di Tiger e Goyle volevano seguirmi. -- fece sbrigativo il biondo sedendosi comodamente su una delle poltrone di pelle scura accanto alla cattedra del professore.

Piton lo guardò per qualche attimo con aria assorta

Vuole leggermi nella mente… ma non lo lascerò fare tanto facilmente…

Pensava tra se e se il biondo concentrandosi per non farsi penetrare la mente da quella lama sottile e tagliente che cercava il minimo spiraglio.

-- Bene. Ma adesso passiamo ad altro… tra poco dovrebbe arrivare la mia alunna peggiore. Voglio che le spieghi per bene tutto il programma che ti ho presentato prima.. -- fece il professore cambiando argomento.

-- Non c’è problema, ma chi è l’alunna in questione? --

-- Dovrebbe arrivare tra un paio di minuti… come al solito è sempre in ritardo… -- fece con una smorfia Piton dando un’occhiata all’orologio appeso alla parete

 

 

Oh no, oh no, oh, no!!!! Sono nei guai…. In guai troppo grossi

Pensava Ginny mentre correva a perdifiato per i corridoi del sotterraneo cercando invano di arrivare puntuale alle ripetizioni.

Arrivò davanti alla grande porta e aprì la porta freneticamente senza neanche bussare

-- Mi scusi professore mio fratello è un completo idiota credeva che dovessi uscire con chi sa chi e non mi voleva far uscire dal dormitorio ma non succederà più… -- fece tutto d’un fiato la ragazza chiudendo gli occhi e riprendendo a respirare al solito ritmo.

-- Non si preoccupi signorina Weasley, per questa volta lascerò passare sul suo ritardo… ma eviti la prossima volta -- fece con una smorfia il professore.

Solo in quel momento Ginny si rese conto della presenza di una terza persona.

Volse lo sguardo verso la poltrona di pelle scura che si trovava accanto alla cattedra e vide chi vi era seduto sopra

-- Malfoy?! Che ci fai TU qui?! -- chiese allibita la ragazza

-- Non credere sia una visita di cortesia la mia. Devo darti ripetizioni di pozioni. -- fece con una smorfia il biondo volgendo lo sguardo fuori dalla finestra che si trovava di fronte a lui

Wow!! Di bene in meglio! Non volevo Piton? Allora c’è Malfoy!

Pensò la rossa.

-- Bene. Ora potete andare. Weasley alla prossima lezione ti interrogherò su tutto il programma -- fece acido volgendo un’occhiata superficiale alla rossa.

Ginny non mosse un solo muscolo, se non gli occhi che girovagavano per la stanza in cerca di un qualunque appiglio a cui aggrapparsi, invano.

Il biondo invece, con tutta la calma e lentezza possibile, si alzò dalla poltrona e uscì dalla stanza senza una parola.

Dopo alcuni attimi di esitazione Ginny seguì l’esempio di Malfoy, e dovette correre un po’ per raggiungerlo

-- Ora Weasley mettiamo bene in chiaro alcune cose. Primo, la mia, ti ripeto non è una visita di cortesia, ho dovuto saltare gli allenamenti con la squadra per dare ripetizioni a te, secondo ascolta e sta zitta quando parlo -- fece azzittendola con un gesto secco della mano Draco con una smorfia senza mai volgere lo sguardo da altra parte che non fosse il punto che aveva danti a se.

-- Ora Malfoy mettiamo bene in chiaro alcune cose. Primo, neanche per me è un piacere averti tra i piedi più del normale, quindi non farla troppo lunga, secondo anche io ho dovuto saltare gli allenamenti, e da quando Harry non sta “bene” sono diventata io il capitano quindi… -- fece la rossa, ma vide che il biondo si fermava a metà strada per fissarla stralunato.

-- Che c’è?! -- chiese, irritata da quel modo di fare, la rossa.

Draco scoppiò in una sonora risata facendo fatica a non piegarsi in due per quest’ultime.

-- Tu… il capitano della squadra… certo che voi Grifondoro siete caduti veramente in basso per avere più di un componente della tua famiglia in squadra… -- fece con un ghigno ripreso il minimo contegno delle sue azioni.

Ginny lo squadrò bene, stando ben attenta a non lasciar trasparire le sue emozioni.

-- Forse sarò ripetitiva, ma ti dirò che da noi nessuno si compra le ammissioni in squadra… -- fece con disprezzo.

L’espressione sul volto dell’altro si indurì improvvisamente.

-- Cosa credi? Di essere più brava di me sulla scopa? -- fece con uno sbuffo scettico.

-- Mille e più volte di te -- fece risoluta Ginny incrociando le braccia al petto sfidandolo con gli occhi.

-- Bene… allora che ne diresti di una piccola scommessa? -- fece Draco percependo quello stato d’animo che aleggiava nell’aria come fumo.

-- Scommessa? -- per qualche secondo parve leggermente disorientata

-- Si una scommessa. Sai cos’è no? Se vinci tu non prenderò più in giro te, la tua famiglia e la tua casa per il resto dei miei giorni ad Hogsmeade, e potrai andartene in giro dicendo che hai “battuto il grande Malfoy” sulla scopa… -- fece con un ghigno largo da un orecchio all’altro.

Ginny era ancora piuttosto scettica.

Certo, come proposta, da parte di un Serpeverde odiato da tutta la sua famiglia non era male… ma

-- E se invece dovessi vincere tu? -- azzardò a chiedere.

Forse sarebbe stato meglio se non avesse chiesto nulla.

Il ghigno dell’altro si trasformò in un’altra espressione, che Ginny non riuscì a decifrare, ma nella quale vi aveva scorto una punta di sadismo

-- Bhè, nel caso dovessi vincere io… uscirai con me per una settimana --

-- COSA?! -- lo fermò allibita Ginny

-- E naturalmente lo farai davanti al tuo caro fratellino Lenticchia… -- continuò come se nulla fosse Draco.

Per qualche attimo Ginny lo osservò bene in viso per capire se stesse semplicemente prendendola in giro. Era serissimo. Si voltò dall’altro lato e riprese a camminare agitando furiosa le mani per aria

-- Cos’è Weasley? Paura? -- fece Draco affiancandosi alla ragazza.

Ginny si bloccò di scatto.

Le si poteva dire di tutto, tranne che fosse una fifona.

-- Se perderai ogni mattina dovrai lucidarmi le scarpe -- fece in un sibilo furioso la rossa prima di voltarsi nuovamente e prendere la direzione opposta.

Quella che portava al campo da quidditch.

 

 

Ok! Draco cosa ti sei fumato questa mattina al posto delle semplici sigarette?!

Una voce nella sua mente lo stava rimproverando di quello che stava facendo.

Rabbrividì al pensiero di dover lucidare le scarpe ad una Weasley.

Motivo in più per vincere, no Draco? Ora che hai scagliato la pietra non puoi nascondere la mano…

La rincorse e vide che lei era già nel campo da quidditch ad aspettarlo con una scopa al fianco.

-- Allora ti vuoi decidere? O per caso stai pensando a ritirarti? -- fece cattiva la rossa.

-- Non ti preoccupare Weasley, non è mia intenzione. -- fece acido l’altro.

Montarono entrambi in sella alla scopa e, liberato il boccino, si misero a rincorrere la piccola pallina dorata che sfuggiva velocemente ai due cercatori.

Il vento gli picchiava con forza il viso, ma non vi badava molto.

Doveva vincere questa scommessa a tutti i costi.

 

 

Dopo venti minuti di ardua resistenza nessuno dei due aveva ceduto.

Ginny osservò con un’occhiata di striscio il ragazzo, che al suo fianco non accennava a rallentare, nonostante si trovassero a soli pochi metri dal terreno. Non diede retta al piccolo vuoto che andava allargandosi nel suo stomaco, e accellerò di colpo a pochissima distanza dal suolo, quando ad un tratto si sentì strattonata fortemente.

Si voltò per vedere cosa fosse successo alla scopa, e vide che era tenuta saldamente nella mano del ragazzo.

Quest’ultimo le volse un ghigno di vittoria e le mostrò il palmo chiuso dentro al quale si dimenava furioso il piccolo boccino dorato.

Ginny lo guardò allibita

-- Come hai fatto a prenderlo?! Era davanti a me un attimo fa! -- fece in un sibilo rabbioso

-- Basta poco per farti distrarre Weasley. -- fece con aria enigmatica lui calando di quota insieme alla ragazza (che praticamente si trovava già a terra).

Lei furiosa gettò di lato la scopa e fece per andarsene quando una voce la richiamò

-- Ah! A proposito Weasley, fatti bella questo fine settimana. Si va ad Hogsmeade --

Si fermò per qualche secondo strinse con forza gli occhi e i pugni, dopodiché riprese a camminare come se non avesse sentito queste ultime parole del biondo

 

 

Non appena la vide varcare la soglia dello spogliatoio tirò un sospiro di sollievo.

Per un bel po’ ti tempo aveva temuto di essere battuto. Era davvero brava come cercatrice, e se non l’avesse distratta prendendole la scopa avrebbe sicuramente vinto lei.

Si lasciò cadere pesantemente sulla panca posta ai lati del campo e si prese il capo tra le mani.

Aveva vinto.

Non avrebbe pulito le scarpe della Weasley.

E avrebbe visto la faccia allibita e furiosa di lenticchia quando sarebbe uscito con lei…

Sarebbe uscito con lei…

Forse non voleva semplicemente prendere in giro Lenticchia…

Forse le piaceva davvero la Weasley…

Una risata roca e bassa echeggiò nel campo. Lui innamorato?! Tze…

Mai.

 

 

Ginny rientrò nella sala comune di Grifondoro piuttosto nervosa, ma fortunatamente la sala era vuota, perché non sarebbe riuscita a trattenersi dal mandare a quel paese nessuno. Suo fratello compreso.

Aveva perso la sfida

Accidenti a lei!

Si era fatta battere da quel viscido di Malfoy!

Si sedette sul divanetto accanto al fuoco, che scoppiettava allegramente creando un’atmosfera romantica e dolce che fecero intenerire Ginny inconsapevolmente.

Si passò una mano tra i capelli per ravviarli un po’, e constatò di essere sudata. Dopo alcuni attimi prese un po’ di forza e si alzò per andare a farsi una doccia.

L’acqua calda picchiettava sul suo corpo, la faceva sentire bene, come la pioggia.
Ripensò a quello che era successo quel pomeriggio.

Aveva perso contro Draco Malfoy.

Ma era sicura di aver perso involontariamente?

Era sicura di non aver perso a posta?

Era sicura di non essersi innamorata di quell’essere viscido e schifoso meglio conosciuto come Draco Malfoy?

Sicura

 

 

10 dicembre ore 10:00

Ora ne era certa: odiava Draco Malfoy con tutto il cuore.

Il fine settimana era arrivato tra battibecchi e risate, e ora stava cercando di scegliere cosa indossare per il suo appuntamento con il ragazzo in questione

Il mio primo appuntamento… con questo qui…

Si ritrovò a pensare deglutendo a fatica.

-- Hey Gin! Cosa combini? Gli altri si stanno preparando per andare ad Hogsmeade, tu non vieni? -- la voce familiare di Hermione le colpì le orecchie.

Esibì un sorriso tirato e mostrò i due pantaloni che aveva in mano facendole intendere che doveva sceglierne uno.

Hermione li guardò entrambi per qualche secondo e indicò un paio di jeans.

-- Quelli lì ti starebbero d’incanto. Ora però muoviti o la gita ce la scordiamo… -- fece Hermione sorridendo e uscendo dalla porta dalla quale era entrata.

Ginny fece un ampio sospiro e si mise i pantaloni indicategli dall’amica per poi scendere senza farsi vedere.

 

 

Draco si guardava in giro con aria spazientita.

Quanto odiava i ritardatari. E la Weasley era una di questi.

Dopo alcuni secondi nei quali il suo sguardo girovagò alla ricerca della rossa, i suoi occhi si soffermarono su una figura che camminava decisa verso di lui.

Aveva dei pantaloni piuttosto stretti a vita bassa, un maglioncino a collo alto nero e un cappello leggero bianco.

Rimase per qualche secondo a contemplare la figura, e solo dopo alcuni secondi si rese conto che quella era praticamente davanti a lui e lo guardava stranita.

-- Malfoy? Stai bene? -- chiese titubante.

Lui si riscosse dalla sua trance e ritornando della solita compostezza fece

-- Era ora che arrivassi Weasley, stavo quasi per andarmene senza di te --

-- Non mi sarebbe dispiaciuto… -- fece la rossa vaga, riprendendo a camminare davanti al ragazzo.

Draco dal canto suo la guardava ammaliato

Siamo sicuri che questa qui è Ginny Weasley? La piccola fiammiferaia di casa Weasley?

Si ritrovò a pensare guardandola per bene. Certo che indossando vestiti che non fossero una divisa tre volte più grande, la piccola Weasley era tutta curve…

-- Allora vuoi muoverti?! -- fece spazientita lei incrociando le braccia al petto e guardandolo annoiata.

-- Finiscila di parlarmi con quel tono Weasley e cammina -- fece l’altro tornando normale e prendendo a camminarle a fianco.

 

 

Scendendo le scale poco le mancò che non inciampasse nei suoi piedi. Non era più abituata a quel genere di vestiti, e si sentiva piuttosto a disagio.

Nel parco, luogo dove si erano dati incontro, lo vide cercare qualcuno tra le folle di ragazzine che si erano formate, finché non vide che posava gli occhi su di lei e che apriva un po’ la bocca a mò di pesce lesso. Nascose un sorriso sotto i baffi e riprese a camminare in modo piuttosto sensuale.

Arrivata davanti a lui lo vide completamente.

E non era mica male.

Anche lui (come lei) indossava un paio di jeans, ma erano larghi, e un maglione a collo alto nero.

Dopo alcuni attimi di esitazione di Draco presero a camminare.

Ginny ringraziò il celo del fatto che non avessero incontrato nessuno per tutto il tragitto che conduceva ad Hogsmeade, ma fece i calcoli troppo presto perché dopo alcuni minuti che erano arrivati a destinazione vide la faccia incredula di due persone: Luna e Ron - che aveva la faccia peggiore di tutti -.

Li vide avvicinarsi e fece per cambiare direzione quando un braccio di Draco la fece voltare verso i nuovi arrivati

-- Ricordati della scommessa -- fece in un sussurro ai lati della bocca il biondo esibendo uno strano sorriso.

-- GINNY?! --

La ragazza strinse gli occhi.

Ora era realmente morta. Si voltò, colta sul fatto e sorrise a suo fratello che la guardava come se venisse da un altro pianeta.

-- GINNY! MA… COSA… CHE CI FAI CON MALFOY?! -- chiese al colmo dell’isteria.

-- Non lo vedi Weasley? Esce con me -- fece Draco prima che potesse rispondere.

Ginny si limitò a sorridere e ad annuire forzatamente.

-- COSA?! ORA TU VIENI CON ME! -- fece nuovamente Ron prendendo la sorella per un braccio e strattonandola.

Draco subito intervenne prendendo per il colletto della camicia il rosso, che mollò subito la presa al braccio della sorella.

-- Non ti azzardare mai più a fare in questo modo. Chiedi a lei con chi vuole stare -- fece mollando il rosso, che si piegò in due ansante.

Dopo alcuni secondi alzò lo sguardo da terra e lo volse alla sorella

-- Ma è sottointeso con chi vuole stare, vero Gin? -- fece rosso in volto

Lei non mosse un muscolo.

Sembrava all’improvviso che i suoi muscoli fossero diventati immuni agli impulsi nervosi che il cervello inviava loro.

-- Ginevra vorresti rispondere per favore? -- fece Draco con tono addolcito.

Ginny lo guardò stranita

Il mondo si è capovolto!!!

Pensò Ginny guardando come se fosse un alieno .

-- Io… voglio stare con Draco, Ron… -- fece in un sussurro la ragazza, prima che Draco le si avvicinasse e le cingesse la vita con un braccio

-- Sentito lenticchia? Sparisci -- fece con tono di vittoria il biondo

Dopo che se ne furono andati Draco però non accennava a mollare la presa

-- Ehm… Malfoy… potresti anche lasciarmi andare adesso… se ne sono andati… -- fece rossa in viso Ginny

-- Giusto… -- fece lui ritraendo di scatto la mano.

Ci furono dei secondi di silenzio, che per entrambi durarono un eternità.

Alla fine Ginny si decise a parlare

-- E adesso cosa facciamo? -- chiese

-- Come cosa facciamo? -- chiese a sua volta Draco un po’ disorientato

-- Non crederai mica che ce ne restiamo qui per tutta la mattinata vero? Si congela qui fuori… -- fece nuovamente la rossa strofinandosi le mani.

Draco alzò lo sguardo al celo.

-- Lo sai che un po’ di freddo non ti farebbe male? Comunque andiamo ai tre manici di scopa… se proprio non riesci a resistere con un po’ di fresco…-- fece con tono esasperato

-- Comunque credo che di freddo ce ne sia abbastanza per Hogwarts, specialmente con te tra i piedi… -- fece in un sussurro appena percettibile Ginny.

Ma Draco parve sentire questo commento e si voltò di scatto con lo sguardo indurito e la mascella tesa.

-- E così io sarei freddo? -- fece senza mostrare la minima espressione

-- Nooo… ma che dici? Solo un pochino forse! -- fece sarcastica Ginny roteando gli occhi.

L’altro chiuse gli occhi come per calmarsi di una rabbia improvvisa poi la prese per un braccio e la trascinò con se mormorando delle cose a lei incomprensibili

-- Ehi! Ma dove mi stai portando! Mollami! -- fece Ginny impuntando i piedi e strattonando il braccio.

L’altro non rispose e con un gesto secco riprese a trascinarsela dietro.

Arrivarono in una angolo buio, nel quale Ginny non era mai stata.

Era Notturn Alley

-- Per quale motivo siamo venuti qua Malfoy? -- fece in tono all’erta la rossa.

Lui ancora una volta non rispose la spinse contro un muro e finalmente si decise a chiedere

-- Ripetilo. Ripeti che sono freddo -- fece mentre un lampo saettò nei suoi occhi.

-- Sei freddo Malfoy -- fece con calma lei

-- Anche peggio di un iceberg se lo vuoi sapere. Sai come farti odiare sempre da tutto e da tutti, e non credo che tu rimpianga il fatto di non avere amici, anche perché hai dietro quei due gorilla di Tiger e Goyle. -- continuò dopo un po’, sfogando parte di quell’odio represso che sentiva dentro.

 

 

Gli aveva dato del freddo!

Se solo sapesse “perché” doveva mostrarsi freddo.

Se solo lo avesse saputo.

La guardò a fondo.

Voleva leggerle la mente per vedere se lo pensava veramente.

Si

Chiuse gli occhi prendendo fiato e calma e all’improvviso si chinò leggermente e le sfiorò le labbra in un bacio leggero, quasi inconsistente.

 

 

L’aveva baciata.

Draco Malfoy l’aveva baciata!

Il mio primo bacio

Pensando resistendo alla tentazione di sfiorarsi le labbra con due dita.

Era stato un semplice sfiorarsi di labbra, e per qualche secondo si chiese se per caso non si fosse immaginata tutto.

Aveva ancora gli occhi chiusi.

Quando lo aveva visto chinarsi automaticamente li aveva chiusi

-- Sono ancora freddo come dici? -- domandò il biondo

-- Non credere che un bacio a fior di labbra basti perché io non ti consideri più un iceberg -- fece atona lei, aprendo gli occhi e risvegliandosi da quella trance in cui era caduta.

Lo vide chiudere gli occhi nuovamente e concentrarsi.

Ma cosa cavolo combinava facendo in quel modo?!

Quando riaprì gli occhi vide che si curvava nuovamente verso di lei.

Ginny chiuse nuovamente gli occhi.

Questo secondo bacio non fu un semplice sfioramento di labbra.

La lingua di lui premeva per entrare nella bocca della ragazza, una mano del ragazzo le teneva il capo, mentre l’altra le circondava la vita e le carezzava dolcemente la schiena facendola rabbrividire.

Ginny lo lasciò fare circondandogli il collo con le braccia.

All’improvviso nella mente della ragazza si fecero vividi alcuni ricordi, che però non le appartenevano…

Un bimbo molto piccolo, forse di tre anni correva per i corridoi di un rande castello dall’aria tetra.

-- Non puoi scapparmi per sempre Draco, ricordalo. -- una voce fredda lo fece correre ancora più veloce nonostante il fianco gli dolesse in modo quasi insopportabile.

Scese le scale velocemente, ma mancò l’ultimo gradino e cadde per terra sbucciandosi un ginocchio.

-- No, no, no, così non va proprio bene, Draco ricorda che a te non è dato di amare. Non meriti di amare ne di essere amato. Per questo verrai punito… crucio! -- fece calmo un uomo dietro di lui.

Ebbe appena il tempo di constatare che aveva i capelli lunghi e quasi dorati, per poi svenire con un urlo acuto.

Le immagini cambiarono nuovamente. Adesso il bimbo si era trasformato in un ragazzino, magari di 8 anni.

Era nascosto in un angolo del grande maniero che aveva visto all’inizio, e piangeva.

Piangeva lacrime amare, dolorose, e quasi certamente pericolose

-- Che stai facendo Draco? -- tuonò una voce alle sue spalle. Era ancora una volta l’uomo.

Il giovane nascose velocemente le lacrime e alzandosi in piedi fronteggiò l’uomo

-- Niente padre -- fece semplicemente

-- No Draco. Dimmi perché stavi piangendo. Le lacrime sono segno di debolezza, come te lo devo dire! Crucio! -- urlò l’uomo e dalla bacchetta ne uscì un lampo rossastro che colpì in pieno il ragazzo che gemette dal dolore ma non svenne.

-- Allora vuoi rispondere? Perché stavi piangendo? -- fece duro l’uomo

-- Io non diventerò mai come te, io non sarò mai un lurido Mangiamorte bastardo come te. -- fece con una punta di rabbia nella voce il giovane.

-- Bene. Pensala così finché puoi, appena esci da Hogwarts però tu diventerai come me. Sei predestinato --

-- E se io volessi essere una semplice persona come tante altre? Se cercassi una famiglia? -- fece amaro l’altro e stringendo i pugni.

L’uomo scoppiò in una lugubre risata

-- Draco l’amore non fa per noi. Noi siamo destinati a servire il signore oscuro per sempre. -- fece prima di dileguarsi nel nulla.

Le immagini cambiarono per una terza volta. Adesso il ragazzo aveva più o meno sedici anni.

-- PERCHE’! PER QUALE MOTIVO HAI DOVUTO FARLO! -- stava urlando contro lo stesso uomo di prima.

-- Ti ci abituerai Draco, tu sei destinato alla mia stessa sorte… imparalo… crucio! -- fece l’uomo scagliando ancora una volta una crucio al ragazzo che non svenne ne gemette.

Dopo questa visione sentì Draco allontanarsi di scatto e osservarla in un modo indecifrabile.

Lei aprì lentamente gli occhi per sussurrare a fior di labbra

-- Mi dispiace… --

 

 

Si allontanò di scatto dalla ragazza, quasi si fosse scottato.

Non ci poteva credere.

Era riuscita a vedere nei suoi ricordi. Quelli più odiati e rinchiusi in un angolo lontano del suo cuore.

Quando aveva aperto gli occhi lo aveva guardato con gli occhi pieni di lacrime e aveva sussurrato “Mi dispiace” quasi fosse colpa sua.

Non era riuscito a resistere.

L’aveva presa e l’aveva strinta a se in un tenero abbraccio.

Lei si lasciò cullare dalla morsa in cui era stretta

-- No -- fece Ginny guardandolo dritto negli occhi. Draco la guardò con fare interrogativo

-- Non sei freddo… ho sbagliato.. -- fece la rossa prima di stringere in modo possessivo il ragazzo a se.

Draco sorrise dolcemente… da quanto tempo non sorrideva, di uno di quei sorrisi che non avevano nulla di maligno o sadico, prima di chinarsi e di unire le loro labbra in un dolce bacio.

 

 

10 dicembre ore 13:00

Erano appena ritornati da Hogwarts, e Ginny credette di stare sognando per tutto il tempo. Dopo essere stati a Notturn Alley si erano diretti ai tre manici di scopa dove avevano preso una burrobirra calda e avevano parlato per quasi tutto il tempo.

Al ritorno da Hogsmeade non si erano mai lasciati la mano.

La rossa salì velocemente le scale che portavano al dormitorio femminile e arrivata lì non poté fare a meno di sfiorarsi le labbra, cosa che avrebbe voluto fare molto tempo prima, ma che si era trattenuta dal fare.

-- Ginny? -- una voce la chiamò e la fece sussultare. SI voltò per vedere di chi fosse quella voce

-- Herm, cosa c’è? -- fece con calma e mostrando un sorriso a trentadue denti.

-- Vedo che siamo allegre questa mattina, comunque ho visto tuo fratello, e dire che era furioso sarebbe poco. Ma cosa è successo questa mattina? -- fece la brunetta. Ginny si morse il labbro inferiore riflettendo… ma si, in fondo poteva fidarsi di Hermione no?

-- Lo sai mantenere un segreto? -- chiese cauta

-- Lo porterò con me fino alla tomba -- fece Hermione sedendosi sul letto della rossa, che cominciò a raccontare a raffica del pomeriggio passato con Malfoy, ma evitando accuratamente di raccontarle il particolare del bacio e dei ricordi del ragazzo.

-- COSA?! -- fece in un sibilo strozzato la brunetta alla fine del racconto

-- Ecco… lo sapevo… non andrai a raccontarlo a Ron vero? -- fece Ginny lievemente preoccupata.

Hermione la guardò per qualche secondo con un cipiglio severo per poi addolcirsi e rivelare un sorriso

-- Nonostante Malfoy non sia tra le mie grazie… vedrò di tenere la bocca chiusa, ci puoi star certa Gin… -- fece poggiandosi una mano sul cuore la bruna.

-- Bene… ora sarebbe meglio che scendessimo a pranzare altrimenti gli altri potrebbero pensare chi sa cosa… -- fece Gin dando un’occhiata veloce alla sveglia sul comodino, prima di fiondarsi insieme all’amica verso la sala grande.

 

 

-- DRAKIE!! DRACUCCIO! --

Questa voce lo fece rabbrividire, cercò di voltare l’angolo ma il suo viso sorridente gli apparve davanti.

-- Che diamine vuoi adesso Pansy? -- chiese scocciato

-- Perché non hai portato me ad Hogsmeade? -- fece imbronciata

-- Pansy, ascoltami bene perché te lo ripeterò una sola volta: io e te, mai! -- fece esasperato voltando l’angolo e lasciandola lì con un palmo di naso.

Per un po’ si sentì decisamente meglio senza nessuno a fianco.

-- Complimenti Draco, non c’è che dire… bel modo di liquidare la Parkinson… -- fece una seconda voce a lui ben nota

-- Blaise fai meno lo spiritoso. Potrei schiantarti da un momento all’altro… -- fece in un sibilo rabbioso il biondo

-- Uh uh! Come siamo irascibili oggi… cos’è? La Weasley non era disposta a venire a letto con te? -- fece ironico il moro.

Draco, che aveva ripreso a camminare, si voltò di scatto e fulminò con un’occhiata il ragazzo.

-- Non scherzare con il fuoco Blaise, non sai di cosa sarei capace oggi… -- fece

-- Ok, ok, non ti scaldare… stavo solo scherzando… comunque veramente, com’è andata con la Weasley? -- cercò di sviare l’argomento Blaise

-- Blaise, tu ti impicci troppo dei cavoli altrui… --

-- Lo so, sono molto bravo in questo genere di cose… allora? Parla. -- fece secco l’altro e Draco non poté fare altro che sospirare esasperato e raccontargli la vicenda in modo molto vago.

-- Non è che sia stato un racconto molto dettagliato… ma cosa ci si poteva aspettare da te? Adesso però muoviamoci, andiamo in sala grande… -- fece piuttosto rassegnato il moro

 

 

Avevano da poco finito di pranzare quando un mano le prese il braccio e la trascinò via

-- Dimmi cosa ci facevi con lui -- fece una voce familiare

-- Lui chi Ron? --

-- Malfoy, quel lurido Mangiamorte… se solo osa riprovare a sfiorarti, dovrà vedersela con me -- fece con aria combattiva il ragazzo

-- Ron, sono fatti miei con chi esco, non ho più dieci anni, e se voglio uscire con Malfoy, bhé, lo farò! -- fece Ginny con lo stesso tono del fratello e guardandolo negli occhi, per poi strattonare con forza il braccio. E voltarsi per andarsene.

Le cose non andavano affatto bene…

 

 

19 dicembre ore 10:00

-- La pluffa viene liberata… e la partita ha inizio! -- la voce di Colin Canon stava descrivendo l’inizio della partita Grifondoro Serpeverde.

Ginny era piuttosto nervosa.

Dal ritorno da Hogsmeade non si erano più visti, ne tanto meno parlati.

Insomma era come se non fosse mai successo nulla, perché se prima come minimo la chiamava Piccola Fiammiferaia, adesso faceva semplicemente finta di non vederla, e questo le faceva decisamente male…

Da pochi minuti aveva avuto inizio la partita, ma il boccino non si era ancora fatto vedere.

Era in sella alla sua scopa ad alcuni metri dal terreno e scrutava attentamente l’ampia distesa celeste che le si parava di fronte, alla ricerca del tanto ambito boccino d’oro.

-- Ahi ahi! I nostri Grifondoro sembrano trovarsi in difficoltà… la partita si sta volgendo a favore dei Serpeverde che sono già a 30 punti, tutti segnati da Blaise Zabini… il cercatore migliore della squadra a mio parere… ma ecco Malfoy scendere in picchiata verso il terreno… sembra aver visto qualcosa… -- fece la voce di Colin

Ginny volse lo sguardo verso il biondo che scendeva realmente in picchiata come se avesse intravisto qualcosa.

Imitando il suo esempio gli si affiancò.

-- Ancora qui Weasley? Credevo che la sconfitta della volta scorsa ti fosse bastata… -- fece con un ghigno l’altro senza mai spostare lo sguardo.

-- Avrei vinto se tu non mi avessi distratta -- fece la rossa sicura anche lei fissando sempre davanti a se.

-- E se distraessi anche adesso? -- fece l’altro

-- Sarebbe difficile in questa circostanza. -- fece la rossa.

All’improvviso il ragazzo cambiò direzione dileguandosi. Ginny si sorprese della facilità con cui era riuscita ad allontanare il ragazzo, quando sentì che qualcuno le picchiettava la spalla dal lato opposto.

Lei, che nel frattempo aveva teso il praccio per prendere la piccola palla dorata che era a pochi centimetri dalla sua mano, non vi badò troppo concentrata a prendere il boccino tra le sue mani.

Improvvisamente, proprio quando era sul punto di chiudere la mano intorno al boccino qualcuno la fece voltare bruscamente e la baciò con forza, passione e dolcezza repressa allo stesso tempo.

Per la sorpresa spalancò gli occhi, ma dopo alcuni secondi si rilassò sentendosi subito “a casa”…

Ma inaspettatamente delle immagini si fecero vivide nella mente della ragazza

-- Avada Kedavra! --

-- NO! --

Un lampo di luce verde accecante e subito dopo una bellissima donna era stesa sul pavimento.

Aveva lunghi capelli biondi dorati, e un viso angelico che avrebbe intenerito chiunque.

-- PERCHE’! PER QUALE MOTIVO HAI DOVUTO FARLO! -- fece al colmo della rabbia Draco

-- Ti ci abituerai Draco, tu sei destinato alla mia stessa sorte… imparalo… crucio! -- fece l’uomo scagliando ancora una volta una crucio al ragazzo che non svenne ne gemette.

-- Non c’era bisogno… di arrivare a questo… punto -- fece il ragazzo contorcendosi come un pezzo di gomma

-- Ho dovuto farlo. Mi è stato ordinato e io ho eseguito gli ordini. -- fece il padre smettendo di puntare la bacchetta contro il ragazzo, che cadde a terra allo stremo delle forza, e voltandosi per riprendere a camminare

-- MA ERA TUA MOGLIE! MIA MADRE! COME HAI POTUTO FARE UNA COSA DEL GENERE AD UNA PERSONA CHE AMAVI! -- urlò con quel poco di voce che gli era rimasto.

L’uomo si fermò all’improvviso

-- Io non ho mai amato, e sarebbe meglio che cominciassi a farlo anche tu…-- fece riprendendo poi a camminare per poi fermarsi nuovamente.

-- Ah, Draco, ricorda che se non hai ancora fatto la stessa fine di tua madre e di Emily è perché sei “l’erede” di Voldemort, altrimenti saresti già morto e sepolto… -- fece riprendendo per una seconda volta a camminare senza mai voltarsi indietro

 

Dopo questa visione Ginny ebbe appena il tempo di spalancare gli occhi per guardare il ragazzo prima di perdere coscienza.

 

 

C’era riuscita anche questa volta. Aveva scavato dentro di lui ed era riuscito a portare a galla ricordi che non voleva rivivere… era riuscito a vedere il peggio della sua famiglia… se così la si poteva definire la sua…

Quando si allontanò da lui vide che la guardava con gli occhi spalancati un po’ per lo stupore un po’ per il terrore delle immagini appena viste prima che cadesse dalla scopa perdendo coscienza.

Lui l’aveva rincorsa e l’aveva presa prima che cadesse sul terreno rompendosi qualche osso.

-- COSA LE HAI FATTO BASTARDO! -- sentì la voce di Lenticchia tuonargli nelle orecchie, ma non vi diede peso.

-- Levati Lenticchia, non ho voglia di litigare con te adesso -- fece prendendo in braccio la ragazza e portandola in infermeria, mentre il giovane rosso inveiva contro di lui ogni genere di maledizione.

Appena entrato nel locale Madama Chips lo guardò con aria interrogativa e corse ad accorrere la giovane ragazza che giaceva inerme tra le braccia del biondo

-- Cos’è successo? -- chiese facendola posizionare su un letto lì accanto.

Draco non seppe cosa rispondere. Cos’era successo? L’aveva vista allontanarsi da lui e cadere dalla scopa.

-- Non lo so Madama, ma può fare qualcosa? -- chiese nascondendo la sua preoccupazione alla medimago, anche per evitare domande strane.

-- Non so… ora vada ho una paziente qui… -- fece la donna cacciando via in malo modo il ragazzo e chiudendo la porta alle sue spalle.

Non fece neanche in tempo ad uscire dall’infermeria che qualcuno gli assestò un pugno in pieno viso. Per qualche secondo traballò e si portò una mano al labbro, constatando che era tagliato

-- COSA CAZZO HAI FATTO A MIA SORELLA MALFOY! -- chiese furibondo Ron.

-- WEASLEY! MA COS’HAI DA SBRAITARE TANTO?! -- fece con lo stesso tono dell’altro Draco

-- Dimmi cos’hai fatto a mia sorella -- fece in un sibilo rabbioso e secco il giovane rosso.

-- Io non le ho fatto niente, l’ho solo vista cadere dalla scopa. -- fece il biondo in sua difesa

-- Raccontalo pure a qualcun altro, non a me. Quindi te lo ripeterò un’altra volta Malfoy, che hai fatto a mia sorella? -- fece ostentando una calma incredibile il rosso.

Draco per qualche secondo lo guardò con un cipiglio strano, poi alzando gli occhi al celo si voltò e fece per andarsene.

Ma Ron, non era della stessa opinione e prendendolo per il collo della divisa gli sussurrò in un mormorio appena udibile

-- Se scopro che hai sfiorato mia sorella con un singolo dito, non immagini neanche di quale strana maledizione potrebbe uscire dalla mia bacchetta… come una cruciatus ad esempio… --

Draco fece una lugubre risata, quasi come quella che la rossa aveva sentito nella sua visione

-- Ne ho passate di peggiori Weasley, non credo che una cruciatus mi farebbe molto male… e ora mollami, dovrò bruciarla questa divisa adesso… -- fece strattonando la presa del rosso che la mollò senza mai staccargli gli occhi di dosso, finché non voltò l’angolo.

Si diresse a passo veloce verso la sala dei Serpeverde, e appena raggiunta quest’ultima salì i gradini a tre a tre per raggiungere il dormitorio maschile.

-- Che ti è successo Draco? Perché sanguini? -- fece una voce.

Giusto! Nella fretta di raggiungere il dormitorio non aveva pensato al fatto che questo potesse essere occupato da qualcuno. Infatti nel letto sedeva con un grosso libro aperto sulle gambe e una piuma sopra l’orecchio. Sembrava uno di quei “poeta” o come si chiamano loro babbani.

-- Niente -- fece sbrigativo raggiungendo il bagno e constatando che tutto il labbro inferiore si era gonfiato e sanguinava copiosamente sulla divisa, mentre l’occhio era irrimediabilmente nero.

Imprecò mentalmente chiedendo che un miracolo lo facesse ritornare normale entro l’ora di pranzo, anche se sapeva benissimo che questo non sarebbe successo.

Uscì con aria rassegnata dal bagno e si sdraiò sul letto a riflettere.

-- Draco? Mi vuoi rispondere? Cosa ti è successo? -- continuò imperterrito il moro

-- Mi sono beccato un pugno. -- fece secco il biondo aspettandosi una risata di scherno da parte dell’amico.

Niente.

Silenzio.

-- Bhè? Non ridi? -- chiese leggermente spazientito da quella calma.

-- Non c’è niente da ridere. -- fece con quel suo classico tono pacato Blaise.

A questo punto Draco non ne poté più

-- Ok, avanti parla. Cosa vuoi sapere? -- fece mettendosi seduto il biondo

-- Io? Cosa mai dovrei volere?! -- fece con aria innocente.

-- Blaise ti conosco da troppo tempo perché tu possa sembrarmi un angelo. Cosa vuoi sapere? --

 

 

23 dicembre ore 11:00

Ginny era seduta sul suo letto.

Quando un paio di giorni prima si era risvegliata in infermeria, non ricordava il perché si trovasse lì e solo dopo un po’ di tempo si era ricordata della visione che aveva avuto sul campo da quidditch.

Il solo ricordo delle parole usate dal ragazzo la facevano rabbrividire

ERA TUA MOGLIE! MIA MADRE!

Non ci poteva credere… Lucius Malfoy aveva ucciso sua moglie Narcissa Malfoy, davanti agli occhi del figlio…

Certo, quando un anno prima era venuta a conoscenza della morte dei Narcissa Malfoy, non vi aveva fatto una strage, tanto nessuno avrebbe sofferto per la sua perdita, e in più girava voce che fosse morta di infarto.

Ma vedere quella scena attraverso i ricordi di qualcun altro le faceva male…

Chiuse di scatto il grosso libro che aveva davanti e fece un sospiro.

Proprio non riusciva a concentrarsi sulla trasfigurazione dei rospi in tazze da tè con quel pensiero in mente.

La giornata di per se era fredda e la rossa decisa di scendere in sala comune in modo da sedersi accanto al fuoco. Com’era previsto la sala era completamente vuota, tutti i ragazzi erano andati ad Hogsmeade per fare degli acquisti dell’ultimo minuto.

Si lasciò sprofondare nella sua poltrona preferita, quella accanto alla finestra e fissò un punto indefinito al centro del caminetto per circa venti minuti.

Ad un certo punto, immersa nei suoi pensieri non si accorse che aveva qualcuno davanti che la fissava ripetutamente.

-- Gin? Stai bene? -- fece una voce femminile. Ginny si risvegliò dallo strano “sonno” in cui era caduta e guardò l’amica con un sorriso

-- Si, stavo pensando. Come sono andate le spese ad Hogsmeade? -- chiese guardando le due buste che l’amica teneva in mano.

-- Direi bene… ma per quale motivo non sei venuta anche tu con noi? Ci saremmo divertiti tantissimo… -- fece con uno strano sorriso Hermione. Ginny la guardò ancora per qualche secondo

-- Herm, io non verrò al ballo, non ho nessun cavaliere. -- fece poi con tono da scolaretta.

-- Oh, ma se è questo il problema neanche io ce l’ho quindi potremmo andare insieme, e poi si vedrà lì no? -- fece come se fosse la cosa più ovvia la brunetta.

Ginny rifletté per qualche secondo. Certo, in questo modo non avrebbe fatto una figuraccia, perché sarebbe andata con un’amica… ma c’erano ancora dei problemi

-- Non ho il vestito… non posso venire con la divisa?! -- fece dopo alcuni secondi.

Hermione la guardò per alcuni secondi da capo a piedi

-- Non ti preoccupare, al vestito ci penso io. Di che colore lo vuoi? -- chiese con fare serio

-- Ma stai scherzando? -- la guardò leggermente intontita Ginny

-- Affatto, dimmi il colore. --

Ginny pensò per un po’ al colore

-- Non so, scegli tu. Ma il problema rimane. --

-- E quale sarebbe? -- chiese Hermione

-- Mio fratello mi domanderà con chi vado al ballo, e io cosa risponderò? --

-- Gin, sai che non ti facevo così tonta?! Ci vieni con me, Harry e Ron, dunque non può chiederti nulla. -- fece come se fosse ovvio Hermione

-- OK, ok, domanda cretina… ma… --

-- Niente ma Gin, domani sera tu verrai a questo benedetto ballo, e tutti ci divertiremo. Sono stata chiara? -- fece con tono autoritario e risoluto Hermione.

Per qualche secondo a Ginny parve vagamente sua madre, ma dopo alcuni secondi sorrise e assentì con un cenno del capo.

 

 

Era appena tornato da Hogsmeade, dove molti ragazzini avevano fatto degli acquisti dell’ultimo minuto, tra i quali era compreso anche Blaise. Lui invece non aveva preso nulla anche perché era certo che a quel ballo non ci sarebbe andato.

-- Gwen mi aveva chiesto di accompagnarla al ballo, ma io preferisco andarci con Jasmine, anche perché dopotutto io preferisco le bionde alle more, comunque vorrei un tuo parere, Draco… Draco hai ascoltato una parola di quello che ho detto? -- chiese dopo un po’ il moro

-- Si Blaise, se vuoi un mio parere ti dico che per me sia l’una che l’altra fanno schifo, e quindi ti consiglio di andarci da solo a questo stupido ballo. -- fece continuando a camminare il biondo.

-- Ok… tu invece con chi ci andrai a “questo stupido ballo”? -- fece Blaise facendogli il verso

-- Blaise, se per caso l’hai dimenticato te lo ripeto, io a quel ballo non ci vengo. --

-- E per quale motivo? Non hai problemi a trovarti una dama, riesci a farmi concorrenza! -- fece stralunato il moro.

Draco lo guardò con aria di sufficienza

-- Pfui, io ti batto di gran lunga… --

-- Non è vero, ma evitiamo di litigare. Poi, ballare sai ballare, ci mancherebbe solo! -- fece il moro concentrato

Draco non volse mai lo sguardo dalla sua parte per tutto il tempo.

-- E infine per il vestito non hai neanche problemi, anche perché se vuoi ti presto io qualcosa dal mio guardaroba. -- concluse il moro.

Ci furono alcuni minuti di silenzio nei quali entrambi i ragazzi riflettevano su quello che Blaise aveva appena detto.

-- Blaise, una domanda sola… -- fece Draco sovrappensiero

-- Prego… --

-- Perché ci tieni tanto al che io venga al ballo? -- chiese tranquillo. Blaise si vermò di botto e lo guardò stranito

-- Mi pare ovvio no?! Se non altro se dovessi annoiarmi con Gwen posso inventare la scusa che devo venire con te. -- fece come se fosse la cosa più normale del mondo.

-- Ma non avevi scelto Jasmine? -- chiese il biondo

-- Si, ma credo di preferire le more… -- fece pensieroso Blaise.

Draco lo guardò per un po’ per poi alzare gli occhi verso il celo e riprendere a camminare.

-- Allora? Ci vieni o no a questo ballo? --

Draco non lo guardò.

-- Vuoi rispondere per favore?! --

-- Ci penserò… -- fece Draco mentre entravano nella sala comune.

 

 

24 dicembre ore 18:00

Il dormitorio femminile di Grifondoro era in completo subbuglio

-- Calì! Ma dove hai messo la mia spazzola! -- fece un’adirata Lavanda

-- Io? E perché avrei dovuto prendere la tua spazzola quando c’è la mia?! Herm, mi aiuti con questi dannati capelli?! --

-- Arrivo! Però calmatevi un po’! -- fece al colmo dell’isteria la bruna.

-- Si Herm… -- fecero in coro le altre due.

Ginny guardava la scena con aria divertita.

Non era tanto convinta di voler andare a quel ballo, e fortunatamente Hermione sembrava essere troppo impegnata con quelle due matte di Calì e Lavanda per pensare a lei..

-- Ok, adesso, Calì tu smetti di urlare, Lavanda ecco la tua spazzola, l’avevo presa io un secondo -- fece Hermione porgendo la spazzola alla ragazza.

-- E tu Gin? Non ti prepari per venire al ballo? -- fece Calì.

Maledizione!

Pensò. Stava quasi per farla franca ad Hermione… se solo Calì non avesse quella lingua lunga.

-- Già! Mi ero quasi dimenticata di te Gin. -- fece Hermione aprendo le ante del grosso armadio e cercando qualcosa.

-- Ah! Ecco! Tieni, questo è il tuo vestito… dimmi se non ti piace il colore… lo cambio se vuoi… -- fece prendendo un vestito verde mare poco sopra le ginocchia e che lasciava scoperte le spalle.

Semplice, ma elegante.

Ginny ne tastò la stoffa e sentì che probabilmente doveva essere di seta.

-- Ma… Herm… tu… -- fece rimanendo senza parole.

-- Se non ti piace il colore te lo cambio non c’è problema… -- fece la bruna sorridendo.

-- No… cioè… il colore è perfetto… ma tu? Quando… --

-- Ieri, ne avevo presi due, ma ho scelto l’altro, e credo che questo tin starebbe benissimo… -- fece la bruna interpretando i pensieri della rossa.

-- Io… incredibile… è magnifico Herm… grazie… -- fece abbracciando l’amica.

-- Ehm… si non ti preoccupare Gin, ma adesso prepariamoci… non c’è molto tempo…-- fece Hermione facendo scoppiare tra le ragazze una sonora risata.

 

 

-- Allora? Hai scelto il vestito che vuoi mettere? -- chiese spazientito Blaise.

Draco non diede peso alla domanda postagli dall’amico e guardò l’armadio pieno di vestiti

Certo che non mi fa concorrenza solo in fatto di ragazze eh…

Pensò

-- Questo qui. -- fece indicando uno smoking bianco panna

-- Quello?! -- fece stralunato il moro

-- Si, perché? Avevi intenzione di metterlo tu? --

-- No, No… ma… tra tutti i bei vestiti che ho hai scelto quello che odio di più. Mai messo in vita mia… -- fece con una smorfia il ragazzo.

-- A me piace -- fece il biondo prendendo il vestito dall’armadio.

-- Ok, prendilo pure. -- fece il moro prima che Draco entrasse nel bagno.

 

 

24 dicembre ore 20:00

-- Allora Herm? Sei pronta? Noi scendiamo intanto… -- fece un’ansiosa Calì all’amica.

-- Aspettateci un attimo! Stiamo arrivando! Gin vuoi muoverti! -- fece Hermione facendo alla rossa cenno di andare più veloce.

-- Quanta fretta! Arrivo, arrivo! -- fece Ginny con uno sbuffo raggiungendo le tre amiche e insieme scesero le scale ridendo.
Arrivate nella sala comune vide che Harry, Ron, Neville, Seamus e Dean erano già lì ad aspettarle. Tutti erano vestiti molto bene per l’occasione, ma quelli che colpirono di più Ginny - e anche Hermione - furono Harry e Ron. Il primo indossava un paio di pantaloni neri con una camicia bianca, e teneva sotto mano una giacca dello stesso colore dei pantaloni; mentre Ron indossava uno smoking blu elegante e il collo della camicia era leggermente aperto.

-- Wow! Come siamo eleganti… -- fece Hermione rimanendo allibita

-- Bhè, non si può dire il contrario di voi… siete stupende… -- fece Harry con lo stesso tono che aveva usato Hermione.

-- Ma Gin… non puoi uscire vestita così! -- fece Ron allibito. Hermione gli lanciò un’occhiata fulminante

-- Ron, Ginny è grande e anche vaccinata ormai, decide lei come vestirsi. -- fece con tono acido.

-- Già, non farla troppo lunga Ron, sta veramente bene vestita in questo modo… -- fece Harry appoggiando la brunetta che arrossì impercettibilmente.

-- Ma… vi siete messi tutti contro di me?! -- fece Ron con aria offesa

-- No, sei tu che sei rimasto ai tempi della preistoria. -- fece Hermione precedendolo per le scale.

Ginny però, in quel secondo in cui incrociò gli occhi di Hermione, le volse un piccolo cenno di gratitudine, che le parve fosse ricambiato.

La sala grande era veramente “grande” ed era stata addobbata molto sfarzosamente. Dal soffitto pendevano sospesi per aria dei fili dorati, mentre una strana coltre di brillantini argentati sembrava scendere come neve sui ragazzi presenti nella sala. Ginny rimase per qualche attimo a contemplare la bellezza della sala, per poi essere trascinata dalle amiche verso un angolo un po’ appartato.

Dopo venti minuti Harry finalmente si decise ad invitare Hermione a ballare, invito che la bruna accettò ben volentieri.

E così Ginny era rimasta sola, perché Ron ballava con Calì, Lavanda con Seamus, Dean era impegnato in una seria discussione sul Quidditch con il resto della squadra e persino Neville stava chiacchierando amichevolmente con una tassorosso che credeva si chiamasse Laura Thomas.

Bene, anzi benissimo…

Pensò sarcasticamente guardandosi in giro.

Non avrebbe mai dovuto accettare di andare a quello stupidissimo ballo. Avrebbe benissimo potuto rimanere nella sua stanza a recuperare quei due giorni di studio che aveva perso.

 

 

Ma come cavolo ha fatto a convincermi a venire a questo ballo?!

Pensava Draco mentre si dirigeva verso la sala grande con affianco Blaise.

-- Non ti preoccupare, ci divertiremo… -- fece il moro come per tranquillizzarlo.

L’altro non disse nulla ma annuì lievemente con il capo.

-- DRAKIE!!!! Anche tu a questo ballo?! Che sorpresa vederti qui… non ti aspettavo… -- fece la voce familiare di Pansy Parkinson. Si voltò esibendo un sorriso falso molto simile ad una smorfia

-- Pansy… non immagini neanche che sorpresa sia per me vederti qui… -- fece in tono basso.

Si guardò impercettibilmente attorno e vide con suo rammarico che Blaise era come scomparso.

-- Non è bello? Il nostro primo ballo… -- fece con aria trasognata la ragazza

-- Non è il nostro primo ballo Pansy, anche al quarto anno c’è stato un ballo -- fece annoiato Draco

-- Si, lo so, ma suona talmente bene… -- fece con la stessa aria di prima la ragazza.

Draco volse gli occhi al celo e imprecò mentalmente per ritrovarsi davanti una simile vacca.

-- Bene… ciao Pansy, vedo che Blaise mi sta chiamando… -- fece voltandosi per andarsene, e sentendo lo sguardo triste della ragazza.

Si avvicinò ad uno dei lunghi tavoli e vide una figura seduta in un angolo. Aveva un vestito corto verde mare e i capelli rossi tenuti su da una crocchia morbida.

Ginevra…

Pensò mentre le sue gambe non obbedivano al suo controllo e si dirigevano verso la figura.

-- Vedo che nessuno ha ancora invitato a ballare una pezzente come te Weasley -- fece con uno strano sorriso quando si fu parato davanti.

La ragazza, che sembrava finalmente essersi accorta del suo arrivo, gli rivolse un sorriso malinconico

-- Sai una cosa Malfoy, nonostante potresti risparmiarti le battute che non fanno ridere nessuno, per una volta hai ragione. -- fece con calma cercando di non far notare lo sguardo pieno di avidità che volgeva alla pista da ballo.

-- mm -- lui si mostrò pensieroso, e per qualche secondo Ginny dovette resistere alla tentazione di guardarlo in faccia. Guardava altrove non perché si sentiva in imbarazzo, ma perché sapeva che facendo il contrario l’avrebbe data vinta a lui… anche se non sapeva perché.

-- E dimmi, ti darebbe fastidio se fossi io il primo ad aprire la fila? -- chiese sempre sovrappensiero il ragazzo. Questa volta Ginny alzò lo sguardo e lo osservò con aria interrogativa.

-- Nel caso non lo avessi ancora capito, ti sto invitando a ballare. -- spiegò con calma lui.

-- Oh… d’accordo… -- fece lei arrossendo impercettibilmente.

Proprio in quel momento la musica, che fino a quel momento era sempre stata molto vivace, cambiò in un “quasi” lento.

-- Spero per te, che tu sappia ballare, non ho intenzione di farmi pestare i piedi, ti avverto! -- l’avvertì prima di dirigersi verso il centro della sala.

-- Spero per te la stessa cosa… -- fece lei con lo stesso tono.

Quando iniziarono a ballare e lui le mise una mano intorno alla vita Ginny non riuscì a nascondere un po’ del suo rossore

-- Che c’è Weasley? Perché sei arrossita? -- fece non nascondendo un ghigno Malfoy.

-- Niente. -- fece velocemente lei

-- No, non è niente… sarà forse che non sei abituata a ballare con ragazzi come me? -- fece con tono di superiorità.

-- A quanto posso notare sei molto modesto… comunque no, è che non sono abituata a ballare i lenti. -- fece lei.

-- Non sono complicati. Tu lasciati guidare… -- fece serio Draco.

 

 

Draco era arrivato e lei lo aveva scambiato quasi per un angelo: il completo bianco, i capelli più ordinati del solito (ma non laccati) e gli occhi di un azzurro chiarissimo sembravano confermare i pensieri della ragazza.

Questo, almeno, fin quando non apriva bocca per parlare.

Ginny notò con piacere che aveva cercato un modo “acido” per invitarla a ballare…

E dopo alcuni minuti stavano praticamente “volteggiando” nel bel mezzo della sala, con gli occhi di tutti addosso.

Era una sensazione proprio incredibile, si disse Ginny, era come se l’energia del ragazzo fluisse anche dentro di lei attraverso il contatto che c’era tra le loro mani

Certo… con Draco c’è sempre stato un rapporto… particolare…

Si ritrovò a pensare nascondendo una risatina sarcastica.

Guardò oltre la spalla del ragazzo e vide il volto, rosso e allibito di suo fratello, che era tenuto per un braccio da Calì.

-- Ehm… senti… non potremmo andare a fare un giro? Qui credo siano capaci di ammazzarmi più o meno tutti… -- fece cercando di trascinare il ragazzo da parte. L’altro lo guardò leggermente stranito ma acconsentì.

Così uscirono nel parco completamente buio, se non fosse per quelle piccole stelle e la luna chiara nel celo, diretti verso il lago.

Alla vista dell’ampia distesa scura e profonda Ginny tremò al pensiero di doversi immergere in quelle acque, che abituata a vedere limpide e chiare.

-- Hai freddo? -- chiese a bruciapelo il biondo.

Lei lo guardò per alcuni secondi

-- No, l’aria è un po’ fresca, ma non ho freddo grazie.. -- fece mostrando un piccolo sorriso la ragazza.

Draco, quasi non avesse sentito le parole che gli aveva appena detto, si levò la giacca bianca e la mise sulle spalle della rossa che arrossì visibilmente, ma fortunatamente per lei lui non sembrò notarlo data l’oscurità che li circondava.

-- Se ti ammali tuo fratello se la prenderà con me, e non voglio un altro occhio nero… -- fece cercando di trovare una scusa per l’avergli “spontaneamente” offerto la sua giacca.

-- Giusto.. -- annuì lei nascondendo un risolino.

-- Perché ridi? --

-- No, niente… solo che questa mi pare la scusa più banale che avresti potuto trovare… --

-- Bell’ingrata che sei. Non capita tutti i giorni che Draco Malfoy offra di sua spontanea “volontà” qualcosa. Dovresti ritenerti fortunata.. -- fece con tono altezzoso il biondo.

La ragazza scoppiò in una sonora risata.

-- Malfoy, ricorda che io non sono una delle tue svenevoli amichette -- fece con uno strano cipiglio.

-- Bhè, se vuoi sapere la verità tu sei l’unica “svenevole amichetta” che ho… -- fece lui con uno strano sorriso in volto.

Ginny, che inizialmente non aveva capito il significato di quelle parole, lo guardò con aria interrogativa, ma dopo alcuni secondi, resasi conto del fatto che alludeva alla partita di Quidditch, con uno scatto buttò per terra la giacca e si diresse a grandi passi verso il portone che riportava alla sala grande.

Dopo alcuni secondi sentì dei passi leggeri sull’erba affiancarsi a quelli suoi

-- Ehi! Non te la sarai mica presa? -- fece il biondo

-- No! Non vedi come sono allegra e pimpante?! -- fece sarcastica l’altra continuando a camminare ma rallentando un po’ la sua corsa

-- Ehi… non volevo mica offendere io… --

-- Senti, ma cosa vuoi da me?! Non ti basta prendere in giro me e la mia famiglia? Non ti basta la rivincita che hai avuto sul campo l’altro giorno?! COSA VUOI! -- fece spazientita la ragazza.

L’altro la guardo qualche secondo prima di alzare lo sguardo al celo

-- Una leggenda narra che tempo fa ogni uomo avesse la sua metà. Tra questi c’era una complicità unica. Bastava anche solo il minimo contatto tra loro e riuscivano a percepire i pensieri dell’altro e solo i più “affini“ riuscivano a percepire i sentimenti che l‘altro provava, e non semplicemente i pensieri…-- fece un largo sospiro e riprese a parlare

-- Questa specie di uomini si è estinta quando Zeus, infuriato per un atto commesso da uno di loro, li fece rinchiudere tutti nel centro della terra, e quando sentiamo dei terremoti la leggenda narra che sono questi uomini che con tutta la loro forza provano a distruggere la terra in cui loro non potranno mai vivere… -- concluse il ragazzo rimanendo a guardare le stelle nel celo.

Ginny lo guardava ammirata e stupita, non credeva che sapesse così tanto sulla Mitologia, materia che si studia in Babbanologia tra l’altro…

Cercò di tornare seria per rivolgergli uno sguardo freddo, che neanche lei stessa riusciva sostenere bene.

-- E questo osa centra con me? -- fece incrociando le braccia al petto

-- Cos’hai visto? -- domandò lui.

La domanda la lasciò in soggezione per alcuni secondi

-- Cosa?--

-- Sei svenuta. Cos’hai visto di così orribile -- fece nuovamente il biondo ritornando serio.

-- Lucius, che uccideva tua madre, tu… come hai fatto a sopportare tutto questo? -- chiese con un filo di voce.

Sul volto dell’altro si formò un sorriso malinconico e triste, anche se nei suoi occhi Ginny poteva leggere rabbia e frustrazione.

-- Non lo so, ma forse perché sono un Malfoy… -- fece con una smorfia.

Ma a questo punto tante domande aleggiavano nella sua mente e la più “pressante” era

-- Chi è Emily? -- fece in un altro sussurro.

Un altro sorriso amaro e decisamente più malinconico dell’altro, gli occhi sembravano essere diventati lucidi, ma Ginny non poteva esserne certa dato che intorno a loro aleggiava l’oscurità

-- Questa è l’ora delle confessioni eh? -- fece sarcastico passandosi una mano tra i capelli per ravviarseli un po’.

-- Ok.. Emily era… mia sorella… -- fece in un sussurro roco, che Ginny sentì a malapena, ma che bastò per sconvolgere al massimo la ragazza.

-- Cosa? -- mormorò in un sussurrò quasi inudibile

-- Morì appena nata… perché mio padre non voleva un’altra ragazza in famiglia… -- fece con lo stesso tono che aveva usato poco prima.

-- Non ci posso credere… -- fece Ginny scuotendo con forza la testa.

-- Devi crederci. È così… mi sono dovuto abituare alle circostanze. Se fossi stato suo secondogenito avrei fatto la stessa fine di mia sorella… -- fece con una smorfia di rabbia.

-- ma… -- le parole le morivano in bocca. Tutt’un tratto sentiva la gola secca e non riusciva più a parlare.

-- Devi giurarmi che non dirai niente a nessuno… perché nessuno sa di questa storia di mia sorella… -- fece con aria lievemente preoccupata. Lei annui con la testa.

In quel momento si accorse che erano molto vicini…

Troppo vicini…

Si disse, ma non fece niente per allontanarsi quando Draco si chinò su di lei per darle un lieve bacio sulle labbra che si trasformò ben presto in un bacio più “carico”.

Tutto ad un tratto divenne buio.

 

-- EMILY! TORNA IMMEDIATAMENTE QUI! -- fece irata una giovane donna dai lunghi capelli rossi e gli occhi di un blu intenso, di al massimo 25 anni, ad una ragazzina tutto pepe di 8 anni appena che correva da una parte all’altra di un grande giardino fiorito.

Si sarebbe potuta definire la copia della ragazzina, tranne che per gli occhi, che erano più chiari e freddi dei suoi.

Da una porta sbucò un uomo, anche lui non molto più grande della ragazza probabilmente, Aveva i capelli biondi, quasi argentati a dire la verità, gli occhi erano uguali a quelli della ragazzina, ma più profondi e in braccio teneva un bimbo, di 5 anni forse, che invece era la copia esatta del ragazzo, se non fosse stato per la spruzzata di lentiggini sul naso e per gli occhi blu e molto profondi.

-- ERA PURE ORA! -- fece la ragazza vedendolo arrivare

-- Che è successo? -- chiese il biondo.

-- Dillo ad Emily. Non vuole fermarsi, le ho detto che deve rimettere a posto la camera tutti i giorni prima di partire in campagna dai nonni per l’estate, non ho chiesto troppo no?! -- fece con aria isterica la ragazza passandosi una manica sulla fronte.

Il ragazzo volse gli occhi al celo e fece scendere il bambino dalle sue braccia.

-- Emily vieni immediatamente qui -- fece lui squadrandola con cipiglio severo e con gli occhi piuttosto freddi. La bambina si fermò di botto e guardò il padre. Tra i due sembrava esserci uno strano gioco di occhiate fredde, ma alla fine fu il ragazzo a vincere e la ragazza abbassò lo sguardo stizzita e si avvicinò alla madre.

-- Mi sono sempre domandata come fai… -- fece incredula la rossa.

-- Me lo chiedono in molti… ad Hogwarts mi sono state molto utili questo genere di occhiate… -- fece con un sorriso a trentadue denti.

Questa volta fu la donna ad alzare lo sguardo al celo.

-- Va bene… ora Emily, Sean andate di sopra a mettere a posto la vostra stanza, ai bagagli ci pensiamo io e papà -- fece mandando di sopra i due ragazzi.

Quando li vide varcare la soglia di casa si accasciò su una panca lì vicino. Il biondo cominciò a ridere

-- Perché ridi? -- domandò seccata lei.

-- No, è che sembravi veramente tua madre in questo momento… -- fece l’altro cercando invano di ricomporsi.

-- Spiritoso. Perché non vai di sopra a preparare la tua di valigia? I miei non saranno molto felici se arriviamo in ritardo… -- fece la rossa piccata

-- Non c’è bisogno che vada a prepararmi la valigia, ho già tutto quello che mi serve… -- fece il biondo avvicinandosi per baciarla.

-- Draco, ci sono i bambini di sopra… -- fece la rossa sviando il bacio.

-- Come sei pignola oggi Gin, è per le vacanze dai tuoi? -- fece lui carezzandole i capelli

-- Un po’… Ron non ha mai conosciuto Sean… -- fece piuttosto tesa.

-- Allora sarà felice di constatare che è uguale a me. -- fece con aria superiore l’altro.

La rossa gli mollò un piccolo ceffone sulla nuca

-- Ahi.. Che ho fatto? -- domandò seccato

-- Finiscila di prendere in giro Ron --

-- Ma io non stavo prendendo in giro lenti… Ron -- fece con aria innocente.

-- Come No… -- fece lei prima di avvicinarsi e dargli un bacio a fior di labbra.

 

La rossa ritornò bruscamente alla realtà. Si allontanò dal ragazzo e lo squadrò con aria allarmata

-- Cos’hai visto adesso? -- chiese lui preoccupato, anche dall’espressione che aveva assunto la ragazza.

Ginny deglutì a fatica e fece per parlare

-- Noi… il futuro… -- fece in un balbetto senza senso.

 

 

-- Calmati Gin, e dimmi cos’hai visto -- fece lui serio.

Sapeva benissimo cos’aveva visto la rossa, perché adesso non aveva avuto la sensazione che gli stesse leggendo “dentro”, ma era riuscito anche lui a vedere la scena..

-- Io… noi due siamo sposati! -- fece in un sussurro roco.

-- Cosa? --

-- Si… noi due… e Sean, Emily, dovevamo partire… andare dai miei per l’estate… e tu prendevi in giro Ron, ed Emily mi stava facendo impazzire, non voleva andare a mettere a posto camera sua, e tu mi prendevi in giro chiamandomi come mia madre e -- ma non fece in tempo a continuare che il biondo le tappò la bocca con una mano.

-- Calma calma… anche io ho visto la scena… volevo sapere se tu hai visto le stesse cose che ho visto io… -- fece tranquillo liberandole la bocca.

-- Ma… ma… succederà davvero? -- chiese Ginny piuttosto agitata

-- Non lo so… credo dipenda da noi… tu vuoi che succeda? -- chiese Draco prima di unire le loro labbra in un altro bacio.

Questa volta però non videro nulla, ma poterono sentire i pensieri dell’altro

Si

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Fine

Ebbene si, non lo nego più, sono sempre io Alexandra sotto un altro nome a scrivere, tanto chi mi dava fastidio continua lo stesso...

Ho intenzione di rimettere al più presto tutte le storie... sotto un consiglio ben accettato di Witty.. GRAZIE

Allora? Che ne pensate? È la one-shot più lunga che abbia mai scritto… ho il cervello in fumo.. E non ce la faccio più… spero vi sia piaciuta, anche perché c’è voluta una faticaccia per trovare il finale adatto alla situazione… mi gira la testa…

Ok adesso vado che è meglio… e mi raccomando…. Recensite a più non posso… anche per dirmi “fa veramente schifo” se vi fa schifo… ma un commento qualunque mi va bene…

Thanks!!!

Alex

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: dana