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Autore: heliodor    24/09/2018    1 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Il vincitore del torneo

 
"Credo di non aver compreso il tuo nome" stava dicendo Elvana.
Bryce, lo sguardo concentrato sulla pista che stavano percorrendo, a stento riusciva a sentire quello che dicevano attorno a lei.
"Igar" rispose il ragazzo che cavalcava al suo fianco. Era alto e muscoloso, con una folta zazzera di capelli neri. Indossava un mantello dorato con ricami rossi a forma di serpente.
Bryce non ricordava da quale circolo provenisse, ma aveva sentito dire che faceva parte della vasta federazione capeggiata da Orfar.
"Mi chiamo Igar" ripeté esasperato.
Elvana ghignò. "Non prendertela troppo."
"Non me la sono presa."
"Così tu avresti vinto il torneo."
Igar annuì.
"E credi che basti questo per guadagnarti il privilegio di cavalcare al fianco della strega dorata?" chiese Elvana.
Bryce fu tentata di ammonirla di tacere, ma era stanca e non aveva voglia di riaprire quella polemica.
"Così aveva promesso la regina Skeli."
Elvana sbuffò. "Il torneo è stata un'idea di Ronnet per tenervi a bada. In caso contrario avreste finito per scannarvi tra di voi per l'onore di cavalcare al fianco di Bryce. In verità nessuno di voi si è guadagnato questo diritto sul campo."
"Io ho trionfato nel torneo" protestò Igar. "Ho sconfitto avversari molto forti, come Dolador il pazzo e Vog Denterotto e..."
"Mai sentiti nominare" lo interruppe Elvana. "Esiste davvero gente con dei nomi così ridicoli?"
"Ora basta" le disse Bryce. "Ricorda che siamo ospiti di questa gente. Non devi offenderli."
Elvana scrollò le spalle. "Non era mia intenzione. E dimmi Igar, qual è il tuo soprannome?"
Il ragazzo arrossì. "Ancora non me ne hanno dato uno."
Elvana sorrise. "Allora sei fortunato."
Il ragazzo arrossì ancora di più.
Rydemar, la guida che li accompagnava in quel viaggio attraverso l'altopiano, si chinò verso la strega. "Non avere ancora un soprannome è segno di debolezza e inesperienza" disse in tono sommesso. "Uno stregone si guadagna il rispetto degli altri quando gli assegnano un soprannome."
Elvana annuì. "Capisco. Potremmo chiamarti Igar il Senzanome o Igar il Vincitore di tornei. Quale ti piace di più?"
Igar guardò altrove.
"Smettila per favore" l'ammonì Bryce.
"Stavo solo scherzando" rispose Elvana. "Igar, non te la sei presa, vero? Perché in caso contrario potrei chiamarti Igar il Suscettibile." Rise.
Bryce scosse la testa.
Rydemar si accigliò. "Cavalieri. Lì, davanti a noi."
Anche Bryce li vide. Rydemar doveva avere una vista migliore della sua o stava usando un incantesimo per potenziarla. In ogni caso erano lì, tre figure a cavallo che avanzavano verso di loro.
La colonna che Bryce precedeva rallentò a un suo cenno.
Elvana si strinse al suo fianco, scalzando Igar. "Che succede?"
"Cavalieri" disse Bryce concentrata.
Rydemar passò in testa alla colonna. "È Lourba" disse con aria concentrata. "Comanda una pattuglia di esploratori."
Lourba era una strega dai capelli biondi e corti. Indossava un mantello nero con ricami verdi e rossi. "Io vi saluto" disse avvicinandosi. I due esploratori che la scortavano erano stregoni che indossavano mantelli dello stesso colore.
"Io saluto te" disse Bryce.
Rydemar si fece avanti. "Cosa ci fate su questa pista?"
"Sapevo che sareste passati di qui e vi siamo venuti incontro" disse la strega. "Abbiamo avvistato una colonna in movimento verso le colline e siamo corsi a riferirvelo."
"Malag?" domandò Bryce.
Lourba si strinse nelle spalle. "Chi può dirlo? C'erano tanti mantelli grigi però. E sembravano sorvegliare qualcuno di importante."
"Dovevate scoprire di più" disse Rydemar.
"Non potevamo avvicinarci senza essere scoperti."
"Non c'è onore se non si corre qualche rischio."
Lourba ghignò. "Il mio compito è raccogliere informazioni sul nemico."
"Ti ringrazio" disse Bryce anticipando Rydemar. "Ci saranno molto utili."
"Vi guiderò verso le colline, facendovi seguire una pista poco sorvegliata" disse la strega.
"Aspetta" disse Rydemar."
"Che c'è?"
"Chi ci assicura che sia Malag? Potrebbe trattarsi di uno dei suoi tirapiedi. Ho sentito dire che quel Gauwalt va in giro con una nutrita scorta."
"L'ho sentito dire anche io" disse Lourba. "Dicono che ami disegnare, ma che sia un pessimo pittore."
"Non mi interessa se disegna o canta o scrive poesie" tagliò corto Bryce. "Anche se si trattasse di Gauwalt, varrebbe la pena di fare un tentativo."
"Non sono d'accordo" disse Rydemar.
Bryce gli scoccò un'occhiataccia.
Non dimenticare che tu sei la guida, pensò. Non il comandante di questo gruppo.
Attese che Rydemar dicesse quello che pensava.
"Se scopriamo che stiamo seguendo un luogotenente e non Malag in persona, avremo solo sprecato tempo e forze per dare la caccia a qualcuno che non ha alcuna importanza."
Rydemar aveva ragione, ma a Bryce importava poco. Erano dieci giorni che giravano per l'altopiano seguendo le tracce che gli esploratori trovavano. Quella era la prima volta che avevano qualcosa di concreto su cui concentrarsi.
"Andiamo con Lourba" disse Bryce con tono perentorio.
Rydemar tacque.
La strega annuì. "Ti porteremo da lui, strega dorata."
La colonna si rimise in marcia sull'altopiano. Quando fece sera raggiunsero un circolo di basse colline che formavano un anfiteatro naturale.
"Possiamo accamparci qui" disse Lourba.
Bryce sistemò delle sentinelle tutto intorno in modo da coprire ogni lato dello spiazzo.
"Non perdete tempo a mettere su delle tende" ordinò. "Ci fermeremo il tempo necessario per far riposare i cavalli. Quanto è distante la colonna che avete avvistato?"
"Erano a mezza giornata di viaggio" disse Lourba.
"Come farai a ritrovarli?" domandò Igar.
La strega lo guardò infastidita. "Mi credi una sprovveduta, eldosiano?"
Igar arrossì.
"Ho lasciato due dei miei esploratori lungo la pista" spiegò Lourba. "In modo da non perderli mai di vista. Inoltre una colonna con carri e tende si muove lentamente e lascia molte più tracce di un singolo cavaliere. Saprei ritrovare la pista anche dopo dieci giorni."
Igar tacque.
Bryce andò a dormire senza toccare le razioni di cibo che si erano portate dietro da Orfar.
Elvana sedette accanto a lei. "Cosa c'è che ti preoccupa?"
"E se non fosse Malag? Se lui non si fosse presentato sul campo di battaglia?"
Elvana si strinse nelle spalle. "E con questo? Lo elimineremo un'altra volta."
"Ma io credevo che fosse questa, la volta. Se non ci riuscirò, sarà stato tutto inutile."
"Se uccidi Gauwalt, ne sarà valsa la pena. Lui è quello che ha attaccato Valonde, no?"
"Lui, la strega bianca e Rancey."
"Dicono che Rancey sia morto in battaglia" disse Elvana.
Era una voce che era girata a Orfar un paio di giorni prima della loro partenza. Era stato Bardhian a riferirgliela.
"Dicono che sia stata la strega rossa a ucciderlo" proseguì Elvana. "La stessa che ha rovesciato il regime degli albini a Mar Qwara."
"Sono solo voci."
"Dicono anche che Nimlothien sia ancora viva."
Quella sembrava una notizia vera. Alcuni dicevano di averla vista percorrere le strade dei laghi scortata da numerose streghe e stregoni.
"L'ho vista a terra" disse Bryce.
"Eppure sembra che sia risorta."
"I morti non risorgono."
Elvana annuì. "La prossima volta che la incontriamo ci assicureremo che resti morta, intesi?"
Sorrise. "D'accordo."
"Che ne pensi di questa strega rossa di cui tutti parlano?"
Bryce fece spallucce. "Non mi interessa."
"Sarebbe una buona alleata, no?"
"Lo scopriremo quando si degnerà di venire da noi."
"Chissà che tipo di persona è?"
"Scusa, ma ora ho sonno" disse Bryce avvolgendosi nella coperta di lana. "Ti spiace se continuiamo domani?"
Elvana scrollò le spalle.
Qualcuno la svegliò poco prima dell'alba. Era Igar che la scuoteva con delicatezza.
"Che vuoi?" domandò Bryce con la voce impastata dal sonno.
"Perdonami se ti ho svegliata."
"Dimmi che cosa succede e basta" fece lei spazientita.
"Ci sono delle persone che sono arrivate nella notte."
"Chi?"
"Amici tuoi, ha detto la strega di nome Elvana."
Bryce balzò in piedi. "Portami da loro."
Igar la guidò verso un gruppo di streghe e stregoni che sostavano al limite del campo. Anche nel crepuscolo non aveva bisogno di sforzarsi troppo per riconoscere Bato e Djana.
"Voi" disse sopraggiungendo a passo svelto. "Che cosa ci fate qui?"
"L'abbiamo trovata" disse Bato.
"Chi?
"Tua sorella" rispose lo stregone.
Bryce lottò per non essere sopraffatta dall'emozione. "Dov'è'?"
"Trecento miglia a oriente di qui" disse Bato. "Abbiamo trovato una fortezza che l'orda usa come prigione."
"Non siamo sicuri che ci sia anche la principessa Joyce" disse Djana. "Ma se è prigioniera di Malag, non può che essere lì."
Elvana guardò Bryce. "Non esiste un posto simile in questa zona."
Rydemar si fece avanti. "Se non c'è certezza, non ha senso andarci. Restiamo sulla pista che stiamo seguendo."
"Ma se non partiamo subito" disse Bato. "Potrebbero spostare i prigionieri o ucciderli, se penseranno di non poter difendere la fortezza."
"Manderemo un messaggio a Orfar" suggerì Rydemar. "Diremo loro di inviare un'armata per prendere la fortezza e liberare i prigionieri."
"No" disse Bato. "Così non sopravvivrà nessuno all'attacco. È troppo rischioso."
Si accese una discussione che Bryce non udì. "Ho già preso la mia decisione" disse a voce alta. "Seguiremo la pista di Lourba. La fortezza dovrà attendere."
Non diede loro il tempo di ribattere a quelle parole e si allontanò a capo chino.
Elvana la raggiunse, seguendola in silenzio.
"Vai pure. Non mi metterò a piangere."
La strega ghignò. "Il giorno che lo farai raccoglierò le tue lacrime in una boccetta e le venderò a peso d'oro."
"Dici sul serio?"
"Vuoi vedere la boccetta?" la sfidò Elvana. "Ce l'ho qui nella mia sacca." Finse di frugarci dentro.
Il viso di Bryce si fece serio.
"Vuoi davvero farlo?"
Annuì. "Ho preso un impegno con queste persone."
"Eravamo partiti da Valonde per cercare tua sorella" disse Elvana.
"E per uccidere Malag. Ma non posso fare entrambe le cose" disse Bryce. "Se almeno Vyncent fosse qui."
"Lui non andrebbe alla fortezza" disse Elvana. "Resterebbe al tuo fianco."
"E tu? Andresti al mio posto?"
Elvana scosse la testa. "Io andrò dove tu andrai."
Bryce sospirò. "E se andassi dalla parte sbagliata?"
"Ti seguirei lo stesso" rispose Elvana con tono sicuro. "Dopo averti detto e ripetuto cento volte che stai sbagliando."
Bryce le sorrise.
Si rimisero in viaggio all'alba, seguito da Bato e Djana. Ogni tanto lo stregone le si avvicinava per cercare di convincerla a mandarlo alla prigione, ma lei rifiutava.
"Avete già corso un rischio enorme avvicinandovi a quel posto" disse Bryce. "Non c'è bisogno che ne corriate altri."
"Ma noi siamo stregoni" protestò Bato. "Sono felice di correre dei rischi per tua sorella."
Sei solo felice di correrne per me, pensò Bryce. A te come a tanti altri non importa affatto di Joyce. Avete seguito me, non siete andati alla sua ricerca.
Igar l'affiancò di nuovo. "Bato ha ragione."
Conosci il suo nome? Si chiese. Forse ti ho sottovalutato.
"Varrebbe la pena mandare qualcuno alla prigione. Giusto per controllare."
"Vuoi andarci tu?"
Igar arrossì. "Io devo cavalcare al tuo fianco."
Allora zitto e cavalca, pensò.
"Lì c'è il villaggio di cui ti avevo parlato" disse Rydemar.
Visto da lontano erano poco più di una dozzina di casette aggrappate alla collina.
"Prudenza" disse Elvana scrutando l'orizzonte. "C'è qualcuno."
"Conosco quei vessilli" disse Rydemar. "Sono del principe di Thera."
Ames è qui? Pensò Bryce. "Le sue forze non dovrebbero difendere la parte meridionale dell'altopiano?"
"Deve avere cambiato i suoi piani."
O forse li ha cambiati Ronnet senza avvertirmi, pensò Bryce. E perché avrebbe dovuto farlo? Sono lontana decine di miglia da Orfar e non ho idea di cosa stia succedendo lì.
Prima di partire aveva letto i dispacci provenienti dai confini. Parlavano di piccole scaramucce e scontri di poca importanza. Tutte si erano concluse con la vittoria dell'orda di Malag e il ritiro in buon ordine delle forze della federazione.
Quello era il piano che stavano seguendo poco prima che partisse.
"Ci avviciniamo?" chiese Rydemar.
"È un'occasione unica per avere notizie fresche" disse Bryce. "Andiamo."
Rydemar galoppò in testa esibendo il vessillo di Orfar, una croce nera in campo bianco.
Dal villaggio risposero sventolando il loro vessillo, uno scudo azzurro in campo rosso.
"È il segnale" disse la guida proseguendo.
Bryce lo raggiunse e poi lo superò.
Igar era al suo fianco e anche Elvana, mentre Bato e Djana erano alle sue spalle.
Rydemar salutò i soldati che andarono loro incontro. "Dov'è il vostro comandante?"
"Il principe Seymal" disse uno di loro.
"Vai a chiamarlo."
Bryce ebbe appena il tempo di saltare giù dal cavallo che un uomo di mezza età che zoppicava con la gamba destra le andò incontro.
"Io ti saluto, principessa di Valonde" disse esibendosi in un goffo inchino.
Bryce rispose con grazia. "Io saluto te, principe Seymal. Che cosa ci fate così lontani dalla vostra zona?"
"Andiamo verso Nishag, mia signora. Come ci è stato ordinato."
"Da chi?"
"Dal principe Ames in persona. È lui che ha chiamato a raccolta i vessilli."
Bryce guardò prima Elvana e poi Rydemar, senza ricevere alcuna risposta. "Per quale motivo andate verso Nishag?"
"Pensavo lo sapessi" disse Seymal.
"È da tanto che viaggiamo lontani dai sentieri più battuti" disse Bryce impaziente.
"La città è sotto attacco. Se cadesse, Orfar prederebbe la sua fortezza principale."
Era un'azione coraggiosa e sciocca al tempo stesso. Il nemico doveva aver sacrificato molte vite per spingersi così lontano dal fronte.
Nishag, pensò Bryce. È la fortezza dove erano diretti Vyncent e Bardhian quando siamo partiti.
Elvana dovette capire qualcosa dal suo sguardo. "La fortezza ha forze sufficienti per resistere?"
"Solo due o tre giorni, poi cadrà" disse Seymal.
Bryce si allontanò camminando a testa bassa.
Quando Elvana la raggiunse, proseguì per la sua strada.
"Fermati" disse la strega. "E dimmi che cosa vuoi fare."
"Non lo so" rispose lei.
"Sciocchezze. Tu sai sempre cosa fare."
"Questa volta no."
"Allora fa qualcosa. Qualsiasi cosa."
Bryce scosse la testa. "Forse la fortezza resisterà fino all'arrivo di Ames e dei suoi."
"Seymal comanda il gruppo più avanzato e ci metterà giorni. Nishag non resisterà così a lungo."
"Il mio dovere... ho fatto una promessa..." balbettò.
Elvana scrutò l'orizzonte con lo sguardo. "Sbrigati a venire a patti col tuo senso di colpa. Non ci resta molto tempo."

Note: e niente, questa settimana non ce la faccio proprio a rispettare una scadenza che sia una. Portate pazienza e tenete duro che si va avanti comunque ;)

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