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Autore: SkyDream    24/09/2018    2 recensioni
Quattro Flash e due One Shot scritte in anni diversi e in contesti diversi ma che, inesorabilmente, mostrano come la coppia più allegra del Kansai sia totalmente cieca davanti ai sentimenti.
-Dalla prima flash!-
"So che le tue promesse, sia quelle tacite che quelle scandite, sono sempre promesse.
E non ricordo volta in cui avevo bisogno di te e non c’eri.
Se mi prometti che mi starai accanto, allora non avrò timore della morte, perché nemmeno essa può
separarci.
Lo giuro."
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Heiji Hattori, Kazuha Toyama | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Raccolta storie su Heiji e Kazuha'
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Una mattina, non troppo calda e non troppo fresca, poco soleggiata e abbastanza tranquilla.
O almeno così era cominciata la mia giornata prima che, avviandomi verso scuola, ricevessi una chiamata da parte della signora Toyama.
“Pronto? Sono Heiji Hattori, chi parla?”
“Oh, Heiji, figliolo! Mi serve un favore!” Risposero dall’altro capo del telefono.
“S-signora Toyama, che piacere sentirla. Dica pure.”
“Come ben sai Kazuha non è potuta venire perché sta male, io e mio marito avevamo organizzato un viaggio in occasione delle sue ferie e quella testona non vuole che disdiciamo tutto. Non è che potresti essere così gentile da stare con lei per questi cinque giorni? Sei un bravo ragazzo e mi fido con te…oltretutto hai già avuto la varicella.”
Varicella? Kazuha aveva la varicella?
“Non si preoccupi signora, pomeriggio sarò lì.”
E così mi ritrovo qui, davanti la camera di quell’idiota, a bussare con forza e con il gran desiderio di buttare giù la porta.
“Kazuha! Apri questa porta e deciditi a mangiare qualcosa!” I nervi continuano a salire e non posso fare altro che sedermi per terra e sospirare.
Accidenti alla sua testardaggine! L’unica cosa che continua a dirmi è NO.
Ma perché non vuole uscire? L’ho vista una marea di volte in pigiama.
“Se esco ti metti a ridere…lo so.” Mi dice all’improvviso mentre apre la porta.
Perché dovrei ridere? Questa ragazza è totalmente fuori!
Mi alzo di scatto e blocco la porta con un piede mentre vado per entrare, ma non faccio in tempo a vederla che è già sotto il lenzuolo.
La camera è perfettamente ordinata se non fosse per il comodino pieno di creme e manga vari.
Mi avvicino a uno di essi e lo prendo tra le mani, mi sembra di riconoscerlo e guardandolo meglio ricordo che le avevo regalato proprio io quel manga perché la storia parlava di due amici d’infanzia.
“Sì, quello me l’hai regalato tu.” Sento sussurrare dietro di me, mi volto e la vedo con i lenzuolo fin sopra il naso, inginocchiata sul materasso e con gli occhi lucidi per la febbre.
Sorrido e mi siedo accanto a lei scompigliandole i capelli sciolti, quel poco di viso in vista è pieno di piccole macchioline rosse.
“Sono brutta…” Si lamenta lei aggrovigliandosi ancora di più nel lenzuolino rosa.
Sospiro ancora e finalmente capisco perché non voleva farsi vedere.
“No, non lo sei. Ma devi deciderti a mangiare qualcosa…anche perché dovrai sopportarmi per ben cinque giorni.” Le ricordo abbassando il lenzuolo e scoprendo il resto del corpo.
Il pigiama era composto da una larga canotta e un paio di pantaloncini leggeri, entrambi giallo pallido.
Lei abbassa lo sguardo arrossendo e coprendosi ancor di più con il lenzuolo, sembra che si vergogni da morire.
“Ehi, ehi, ti ricordi quando ho preso io la varicella?” E finalmente vedo i suoi occhi risplendere e un piccolo sorriso delinearsi sul volto, sì…credo proprio che ricordi.

“Basta mamma! Non ne posso più di tutte queste pomate.”Piagnucolò un bimbo di circa sette anni.
“Heiji-chan, sono per il tuo bene, non fare il monello e resta buono a letto. Guai a te se ti ritrovo ancora a gironzolare per lo studio di papà!” Lo rimproverò la madre uscendo dalla porta.
“Ma tu guarda! E io cosa devo fare tutto il giorno da solo?”Sospirò buttandosi sul letto e guardandosi nel riflesso della finestra prima che una bimba sorridente gli occupasse la visuale.
“Ciao, Heiji!” Disse quella tutta contenta mentre salutava l’amico con una manina e si sistemava il gonnellino celeste.
“Kazuha, ti contagerò così! Torna a casa, idiota…” Disse quello mentre in cuor suo sperava che l’amica restasse.
“Ma io non voglio tornare a casa, e idiota ci sarai tu! E poi sono passata per lasciarti i compiti di matematica.” Disse la piccola mentre porgeva dalla finestra i vari fogli.
“Ooh, la materia in cui tu sei una frana se non ci son…ma gli esercizi sono già fatti…Kazuha? Kazuha?” Il bambino uscì la testa verso il giardino e notò che della sua amica non c’era più traccia, solo tra i fogli c’era un piccolo bigliettino: Non affaticarti e guarisci presto...ed evita di indagare pure con la varicella!
Sorrise mentre capiva che la sua amica si era impegnata per lui, aveva appreso tutto per poter fare i compiti pure a lui e non farlo stancare troppo.
Non l’avrebbe ammesso, ma aveva un’amica d’oro.

“Heiji, ti sei bloccato? Ehi?” Torno a prendere piena coscienza e mi rendo conto di essere tornato un po’ troppo indietro nel tempo.
Le prendo la mano e la faccio scendere dal letto, è ancora debole ma riesce comunque a camminare.


 
   
 
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