Anime & Manga > Captain Tsubasa
Segui la storia  |       
Autore: reggina    24/09/2018    3 recensioni
Una malattia che ha cambiato la vita di Philip.
Adesso è un sopravvissuto: una garanzia che, anche se gli è scampato, la leucemia non se la scorderà più.
Prima di ricevere la medaglia di guarito però dovrà capire che Superman non esiste. Mentre cerca di ricostruirsi dovrà accettare le sue fragilità, le sue insicurezze, il suo essere..."umano".
Sequel de: "Sulla collina rosa"
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hikaru Matsuyama/Philip Callaghan, Yoshiko Fujisawa/Jenny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Summer era una bambina molto speciale, lo era talmente tanto che non poteva esserci nome più adatto per lei. Tutto in lei ricordava l’estate: il suo aspetto come un castello di sabbia costruito sulla riva, la sua voce simile al suono del mare in una conchiglia, i suoi capelli rossi come un sole al tramonto…Una piccola principessa, un po’ imbronciata e un po’ con il sorriso, con le scarpette chiuse da un bottoncino e il vestitino chiaro ridefinito da una decorazione semplice ma delicata.

Bastava guardarla insieme al suo papà per immaginare un ritratto d’epoca.

Lui e lei. Da soli.

Sospesi in un tempo sconosciuto, come domande senza risposte, nel loro mondo ovattato e distante, in qualche modo inaccessibile.

Per Philip il fulcro di tutta quell’immagine era un dettaglio solo: la mano grande di Julian a stringere con delicatezza affettuosa il braccio e la manina della sua piccina.

Era un gesto che raccontava tutta una vita, narrava un sentimento di accudimento e cura.

Io ti proteggerò! Ci penso io a te, non avere paura di niente.

C’è papà qui accanto a te !

E Summer, uno scricciolo, con gli occhietti vispi e curiosi, nella sua fragile tenerezza si sentiva davvero al sicuro solo nell’abbraccio grande e sincero del suo papà.

Nel traguardo dei terribili due anni , il periodo dei no e dei tanti capricci, era davvero buffa mentre correva per il giardino della graziosa villetta di Furano e intanto cercava di chiacchierare con lo zio Philip infilando parole a modo suo.

Diceva cose stranissime, destando spesso sorpresa e confusione in Philip, e Julian tentava con tutte le sue forze di non scoppiare a ridere vedendo l’amico spiazzato. Sapeva, però, che Summer non si sarebbe più fidata di lui se si fosse messo a ridere perciò manteneva l’espressione seria.

“Sai che quasi ti invidio? Sei un papà fantastico, uno di quelli che porta la foto di sua figlia nel portafoglio dove prima c’erano i soldi. L’ho capito subito che Summer è il tuo ossigeno, la tua forza…Un pezzo di cuore fuori dal tuo corpo!”

La sua voce tradiva i rimpianti capaci di avvelenare un futuro diverso da come se lo era sempre immaginato e dinnanzi a quel Avrebbe potuto essere per Julian era stato difficile trovare una replica.

Guardava sua figlia e si sentiva un uomo incredibilmente fortunato.


Amy, intanto, era stata ben felice di ritagliarsi un po’ di tempo per stare da sola con Jenny. La cucina per lei era sempre stata il cuore pulsante di una casa : vi si poteva lavorare e studiare, pensare o suonare, scrivere o chiacchierare, fare tutti ciò che la vita propone e costruire la propria storia.

Alle due ragazze piaceva chiacchierare praticamente di tutto ma se la conversazione toccava la malattia di Philip, Jenny si chiudeva a riccio.

Era come una vetrata: scintillante e brillante quando c’è il sole ma, quando cala l’oscurità, capace di rivelare la sua bellezza solo se ha una luce dentro.

Amy si era specchiata in quel suo alter ego sensibile ma non fragile, che aveva combattuto come una guerriera , con tutta sé stessa per amore.

A Jenny era sfuggito un sospiro appoggiando le mani sul piano cottura in marmo scuro. Prima di salare la carne aveva rivolto all’amica uno sguardo interrogativo e la signora Ross, raffinata e dolce come da ragazzina, le aveva letto nel pensiero.

“Non succede nulla se, ogni tanto, Julian non segue con precisione la sua dieta!”

Era stata la frase giusta perché la padrona di casa si convincesse a condividere anche i suoi fardelli.

“A volte è stato difficile anche per me! Accompagnare Philip ai controlli medici, seguire alla lettera le sue terapie, coinvolgerlo nelle attività domestiche meno faticose quando si sentiva inutile…”

Amy aveva annuito con un’espressione comprensiva ed accondiscendente.

“Ci vuole tanta pazienza. A nessuno piace sentirsi un peso, ogni tanto inutile, spesso impotente, messo in un angolo ad aspettare e sperare di guarire presto! Ma anche l’uomo più forte del mondo ha bisogno di una donna al suo fianco perché, quando la sua vita è un casino, come in una partita di scacchi la regina protegge sempre il re!”

Solo un’amica che la conosceva bene poteva toccare le corde giuste con quelle parole confortanti e Jenny aveva sorriso grata e sollevata.


Julian era stato fortunato perché durante gli anni più duri aveva avuto al suo fianco Amy. Le era grato per tutto il tempo che gli aveva dedicato ma sentiva anche di essere amato, accudito e protetto come se fosse un bambino.

“Non rinunciare alla speranza, Phil! Non essere quello che si ferma a guardare il fuoco che si spegne per poi soffiare inutilmente sulle ceneri!”

Philip aveva serrato i pugni stizzito, poi il risentimento lo aveva fatto esplodere.

“Avevo una salute tale da spaccare le montagne- come si dice qua- poi all’improvviso tutto è cambiato! Tu lo sai Julian come ci si sente quando si vive di solo calcio e si ama la vita, trovarsi da un giorno all’altro vedere tutti gli altri che giocano e tu che guardi e non puoi muovere un solo muscolo, come se fossi ingessato…”

Erano ricordi che riaffioravano alla mente di entrambi dolorosi quanto mai ma Julian era il più forte e il primo a riprendere il controllo.

“Avevo scritto una lettera alla mia malattia e l’intrepido undicenne che ero le aveva fatto una promessa: io a te ti distruggo prima che tu distruggi me !”

Philip aveva abbozzato un sorriso con gli angoli molli e aveva allungato una carezza sulla testa a Summer che li guardava attenta cercando di capire quel discorso tra grandi, incomprensibile per lei.

“Io invece ero come una squadra che rischia la retrocessione. Cos’avevo da perdere? Non avevo altra scelta che giocare, mettendoci tutto quello che avevo consapevole di aver fatto tutto il possibile!”

Quel paragone aveva riportato Julian al vero motivo per cui si era fermato in Hokkaido dopo la partita di campionato tra il Consadole e l’FC Tokyo.

“Oggi, quando sei entrato in campo, mi hai ricordato il Callaghan orgoglioso e battagliero che sei stato fin da bambino. Magari incespichi un po’ quando cammini, non sei elegante. Tu però non sei stato progettato per camminare ma per volare, Aquila del Nord ! Non ti accontenti di un trespolo, vuoi le montagne! E noi ti rivogliamo tutti in Nazionale…”

Philip aveva nicchiato difronte a quell’elogio così appassionato, cercando di resettare quei sogni e quei progetti spazzati via come la costa devastata da uno tsunami.

“C’è una cosa che la malattia mi ha insegnato. Non potevo tenere il mio cuore imballato nel pluriball e proteggerlo dalla vita, perché avrei dovuto? Anche se un po’ malconcio, è destinato ad essere utilizzato e a volte spezzato. Lascio che si faccia male e che si rompa se ce n’è bisogno. È questo il motivo per cui il mio cuore è lì!”

Come svegliandosi da un sogno, Summer aveva appoggiato le manine sul petto del suo papà e lo aveva guardato seria. Poi aveva rivolto a Philip un sorriso giocoso, un incantesimo a cui non aveva saputo resistere.

“Adesso basta! Canto io!”

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Captain Tsubasa / Vai alla pagina dell'autore: reggina