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Autore: Gatto1967    25/09/2018    1 recensioni
È lei o non è lei? È lei o non è lei? Cerrrrrrto che è lei! Si certo, è lei ma non è esattamente come ce la ricordavamo. È come se… le mancasse qualcosa. Come se fosse passata attraverso altre vicende, ma saranno davvero poi tante altre?
Forse per essere completamente lei avrebbe bisogno di conoscere alcune persone che non ha conosciuto prima, avrebbe bisogno di fare esperienze che le mancano.
O magari non le mancano tanto?
Magari potrebbe anche farne a meno…
Non ci state capendo niente vero? Neanche io.
Allora ricominciamo tutto daccapo...
E se Candy non andasse dai Legan a fare la dama di compagnia?
E se non venisse adottata dalla prestigiosa famiglia Andrew?
E se non andasse nemmeno a studiare a Londra?
Come e quanto cambierebbe la sua vita rispetto alla storia originale?
Signore e Signori, lasciate che vi presenti la protagonista di questa storia “altra” ma non troppo, “simile” ma non troppo.
Questa è la mia bionda eroina, Candice White, un'adolescente ribelle e inquieta, e questa ff vi racconta le sue "nuove" avventure.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Arrivò a casa che il sole volgeva al tramonto. Era stato un viaggio faticoso, ma in quel momento Albert non aveva nessuna intenzione di riposare.
Fu accolto dallo zelante maggiordomo di casa Andrew.
-Signor Andrew, bentornato a casa. Oggi è arrivato questo telegramma per lei, dalla polizia di New York.-
Albert prese il telegramma e lo lesse d’un fiato. Poche laconiche parole firmate dal capitano Fletcher. Parole che assumevano un’importanza fondamentale per Albert.
“Sappiamo dov’è la ragazza che cercate. Fronte italiano.”
-Ascoltami James. Domani mattina dovrai recarti all’ufficio postale e dovrai mandare a mio nome due telegrammi: uno di risposta al capitano Fletcher e un altro… te lo spiegherò meglio poi, ma conto sulla tua discrezione. Siamo intesi?-
 
Candy era esausta! Aveva passato tutto il giorno in piedi a medicare e assistere feriti più o meno gravi. Da quando era arrivata nel nordest italiano un mese prima, le sue giornate erano tutte uguali.
All’inizio Candy si era trovata completamente spaesata, in un posto nuovo, di cui non conosceva la lingua. Per fortuna aveva subito conosciuto alcune colleghe americane come lei, e anche un giovane medico italiano parlava la sua lingua.
-Signorina White!- A chiamarla era stato proprio quel medico italiano, il dottor Piras.
-Vada a riposare, è tutto il giorno che sta in piedi.-
-Grazie dottore, ma qui c’è tanto da fare…-
-Vada a riposare signorina! È un ordine, chiaro?- il tono del dottor Piras non sembrava ammettere repliche e la ragazza si rassegnò a obbedire, in fondo era veramente stanca.
-Si dottore, vado subito.-
Attraversò lentamente i corridoi dell’ospedale dove lavorava fino a giungere alla sua stanza.
Vi entrò stancamente e si sdraiò subito sul letto senza neanche salutare la sua compagna.
-Hai lavorato molto oggi Candy.-
-Si Flanny. Sai quanto c’è da fare qui. E tu? Quando inizi il tuo turno?-
-Fra non molto Candy. Vogliamo mangiare qualcosa insieme alla mensa?-
-Sono troppo stanca Flanny! Troppo…- e si addormentò all’istante.
Flanny cominciava a provare simpatia per quella ragazza. Sentiva di averla giudicata male quando stavano insieme alla scuola Mary Jane o al Santa Johanna, tuttavia il suo temperamento freddo e compassato non le permetteva di esternare i suoi sentimenti.
Candy era veramente esausta e Flanny non osava svegliarla, però pensò anche che la sua collega dovesse mangiare qualcosa per non rischiare un collasso.
Così, dopo averle levato le scarpe e sommariamente sistemata sotto la coperta, Flanny uscì dalla stanza diretta alla mensa con l’intento di prendere da mangiare per sé e per Candy. Quando Candy si fosse svegliata avrebbe trovato del buon cibo italiano del quale aveva dimostrato di essere ghiotta.
Mentre camminava diretta alla mensa dell’ospedale, ricordò il giorno in cui, un mese prima in quello stesso corridoio…
 
Flanny si sentì chiamare dal dottor Piras, un giovane medico di neanche trent’anni di età.
-Mi dica dottore.- il dottor Piras era uno dei pochissimi italiani in quell’ospedale a parlare inglese, e per questo era stato incaricato di gestire direttamente le infermiere americane e inglesi.
-è appena arrivata una sua collega americana come lei. So che adesso lei è da sola in stanza, vorrei quindi affidargliela.-
-Va bene dottore. Dove posso trovarla?-
-è qui, dietro di me.- il dottor Piras si spostò di lato e Flanny sgranò gli occhi in un’espressione quasi di orrore.
-TU QUI?!!!!-
-Fl-Flanny! Sei proprio tu?-
-Vi conoscete? Beh, questa è una fortuna. Signorina Hamilton, conduca pure con sé la signorina White. Buon lavoro signorine.-
Superato lo sconcerto iniziale Flanny riprese il controllo di sé.
-D’accordo Candy: seguimi. Ti farò vedere in cosa consiste il nostro lavoro qui.-
Alla fine di quella giornata Candy e Flanny si ritrovarono insieme nella stessa stanza, così come era avvenuto al Saint Joseph e al Santa Johanna.
Candy sembrò prendere il coraggio a quattro mani
-Flanny, so che sei molto stanca, come me d’altronde, ma vorrei chiederti una cosa.-
-Ti ascolto Candy. Purché sia breve. Come hai detto giustamente tu, sono molto stanca.-
-Beh, sarò breve Flanny: Ti credi davvero tanto superiore a me?-
-Io non mi credo superiore a nessuno Candy! Penso solo al mio lavoro!-
-Ah davvero? Siamo state compagne di stanza per più di un anno, e non mi hai mai rivolto altro che freddezza e disprezzo. E anche oggi come mi hai trattata? Io sono come te Flanny e non c’è motivo al mondo per cui io e te non potremmo essere amiche o almeno trattarci con rispetto.-
Flanny era spiazzata.
-Non ce l’ho con te Candy. Certo, sei una chiacchierona insopportabile e una sbadata cronica, ma io non mi sento affatto superiore a te. Diciamo che non sono tipo da avere amici, non ne ho bisogno!-
-Balle! Tutti hanno bisogno di amici: non si può vivere soli Flanny!-
-Ascolta Candy. Siamo davvero tutte e due stanchissime. Se ti ho offesa ti chiedo scusa. Ti prometto che cercherò di essere molto più accomodante d’ora in poi, ma adesso ho davvero gli occhi che mi si chiudono e anche tu.-
 
Da quel giorno le cose fra Candy e Flanny erano andate via via migliorando e ora Flanny guardava a Candy con molta più simpatia di quanto avesse mai fatto.
 
Il capitano Fletcher ricevette con grande cordialità l’importante ospite di Chicago.
-Prego signor Andrew si accomodi.-
Albert si sedette davanti alla scrivania dell’ufficiale, che senza tanti preamboli arrivò subito al dunque.
-Come le ho scritto nel telegramma di qualche giorno fa, sappiamo dove si trova la ragazza che state cercando.-
-Quindi quel miserabile ha parlato.-
-No, quell’uomo rimane trincerato nel silenzio più assoluto. E mettendomi nei suoi panni mi sento di capirlo. Già dalle prime indagini abbiamo ragione di ritenere che sia ammanicato in traffici molto loschi con personaggi molto potenti, quindi il suo atteggiamento è più che comprensibile.-
-E allora come avete fatto a scoprire…-
L’uomo mise sulla scrivania un pezzo di carta con su scritto qualcosa. Albert lo prese e lo lesse sgranando gli occhi.
Quel messaggio diceva per filo e per segno dove si trovava Candy. La città e anche il nome dell’ospedale dove la ragazza prestava servizio come crocerossina.
-Come lo avete avuto?-
-Me lo ha dato un ragazzo mentre stavo venendo al lavoro.
Conosciamo bene quel ragazzo, appartiene a una famiglia molto povera che campa… di espedienti per così dire. Io gli ho chiesto dove avesse preso quel biglietto e lui mi ha detto che glielo aveva dato un signore molto elegante insieme a una banconota da dieci dollari.
È una prassi comune quando si vuole recapitare qualcosa al di fuori dei canali ufficiali e senza figurare.
Ovviamente ho lasciato andare quel ragazzo, lei mi capirà.-
-Si certamente, ma questa informazione è attendibile?-
-Avendo questi riferimenti così precisi sapevo dove informarmi, e ho potuto verificare. Candice White risulta allocata proprio in quell’ospedale.-
-Capitano, io la ringrazio infinitamente. Adesso so cosa fare. Mi servirebbe solo un’ultima informazione.-
-La ascolto signor Andrew.-
-Il nome di quel ragazzo e dove abita. Ho bisogno di parlare con lui.-
 
Terence sedeva afflitto nel salone della casa di sua madre. Erano più di due mesi che non aveva notizie di Candy, e aveva faticato come non mai per non ripiombare nell’alcoolismo.
Così anche sua madre Eleanor aveva faticato per convincerlo a non arruolarsi volontario. Ma in fondo, anche arruolandosi cosa avrebbe risolto? C’erano decine di fronti aperti in Europa e Terence non poteva certo sperare di indovinare quello dove avrebbe trovato Candy.
Si era preso un breve periodo di riposo dal suo lavoro di attore, in quelle condizioni non avrebbe certo dato il meglio di sé.
La porta di ingresso all’appartamento si aprì ed entrò sua madre Eleanor.
-Come stai Terence?-
-Al solito mamma. Avrei solo voglia di mollare tutto e tornare a ubriacarmi.-
-Lo so figlio mio, lo so. Ma devi resistere. Vedrai che il tuo amico Albert riuscirà a riportarla a casa.-
Terence iniziò a piangere
-Io l’amo mamma! Io l’amo…-
Eleanor abbracciò teneramente quel figlio al tempo stesso così spavaldo e fragile.
-Lo so Terence… e anche lei ti ama, l’ho capito subito.
Ma proprio per questo devi rispettarla. È stata ingannata d’accordo, ma ha anche preso una decisione.
Adesso devi solo avere fiducia.-
 
Ormai erano passati due mesi dal suo arrivo in Italia, e quella sera per la prima volta, Candy era uscita dall’ospedale dove lavorava per cenare in un tipico ristorante italiano.
Il dottor Piras e un altro suo collega che parlava anche lui inglese, avevano portato Candy e Flanny in un ristorante a non molta distanza dall’ospedale.
-Ma quante lingue si parlano in Italia?- chiese Candy. –Ogni volta che penso di capire qualche parola o qualche frase, viene fuori qualcuno che parla in modo completamente diverso!-
Candy aveva sentito parlare fra di loro i due proprietari del ristorante, marito e moglie.
I due medici si fecero una risata e poi il dottor Piras spiegò:
-Vedi Candy, in Italia si parlano da sempre tanti dialetti diversi, tutti derivati dal latino, l’antica lingua dei romani. Nel corso del medioevo e del Rinascimento il dialetto di Firenze si impose come “lingua franca” per le comunicazioni fra i diversi stati in cui allora era divisa l’Italia. Il fiorentino era la lingua della cultura e dei grandi poeti italiani, e divenne così quello che oggi chiamiamo italiano. Ma nelle diverse regioni di questo paese si continuano a parlare i dialetti locali insieme all’italiano. Capisci ora?
I proprietari di questo ristorante vengono da Napoli, un’importante città del Sud Italia, e la loro cucina è davvero particolare e caratteristica. Stasera vi faremo assaggiare la pizza.-
-Ne ho sentito parlare.- disse Flanny, -ma di che si tratta?-
-Lasciate fare a noi ragazze!-
In capo a una mezz’ora Candy e Flanny assaggiavano per la prima volta in vita loro le pizze fatte al modo napoletano, e ne rimasero entusiaste.
-Se ne potrebbe avere un’altra?- chiese Candy dopo essersi sbranata la sua pizza, dimenticandosi che i due medici avrebbero offerto la cena.
Flanny la richiamò e i due uomini proruppero in una fragorosa risata.
-Ma certo ragazze! Anche tu Flanny!-
-Io… veramente sarei sazia così.-
-Certo Candy, che sei una “buona forchetta” come diciamo in Italia.-
Candy era arrossita come un peperone per la figura da ingorda che aveva fatto, ma il suo imbarazzo sparì quando gli servirono un’altra splendida “pizza margherita” e anche la compassata Flanny non poté resistere alla tentazione di ordinare un’altra di quelle saporitissime “pizze”.
 
Finita la cena, i due medici e le ragazze rientrarono in ospedale. Il giorno dopo erano tutti attesi da un’altra giornata campale.
Appena entrati nella struttura furono accolti da un uomo di mezza età in divisa da ufficiale che si rivolse ai due medici.
-Sono il maggiore Castelli, signori dovete immediatamente partire per le retrovie del campo di combattimento. Gli austriaci stanno attaccando e le nostre truppe si stanno ritirando. Ci sono molti feriti e servono medici e infermiere sul campo. Portate anche le due ragazze con voi!-
 
Finalmente quella persona stava arrivando a Chicago. Dopo tanti anni Albert e Anthony potevano rivederla.
I rapporti epistolari non erano mai mancati, ma erano anni che non c’erano rapporti diretti con quell’uomo.
La carrozza si fermò davanti alla residenza degli Andrew e ne scese l’uomo che stavano aspettando.
-Benvenuto.- disse semplicemente Albert.
-è molto tempo che non ci vediamo.- aggiunse Anthony.
   
 
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