NdA:
Questa
raccolta di storie brevi è dedicata ad una persona dolcissima
che
stimo molto Hanta96
(andate a dare un'occhiata alle sue bellissime opere, un'artista
tallentuossissima e una persona meravigliosa <3)
Questo primo capitolo
riguarda Krolia (so che ti piace molto, insomma a chi non piace) con
un'accenno di Sheith.
Spero ti piaccia e spero
piaccia anche a voi <3
My soulmate in the Universe
Capitolo 1: La sensazione di una madre
(POV's Krolia)
* * *
Krolia
guardò
Keith per un'ultima volta accarezzandogli una guancia mentre dormiva
beatamente nella culla, ignaro di tutto ciò che stava
accadendo
intorno a lui.
Krolia sospirò
girandosi verso il suo amato. Sapeva che era la cosa giusta da fare,
doveva proteggerli ma questa amara consolazione non rendeva le cose
meno difficili.
Lui ricambiò il
suo sguardo con quella dolcezza che l'aveva fatta innamorare.
<<
Tornerò. >> Promise lei. Impossibile dire
quando.
<< Lo
so. >> Rispose lui comprensivo. << Ma ci
mancherai. >>
Krolia gli
sorrise cercando di alleviare il dolore che avevano provocato quelle
parole.
Si avvicinò a
lui mentre le porgeva la borsa. Non avrebbe più permesso che
qualcuno che amava rischiasse la vita, e se questo voleva dire
sacrificare la sua felicità e lasciare la Terra,
così avrebbe
fatto.
Krolia
aveva
ripensato molto a quel momento e spesso si era chiesta quando li
avrebbe rivisti.
Quando vide suo
figlio, lì davanti a sé con quella uniforme, si
sentì fiera ma
sapeva che non c'era tempo per i sentimentalismi in quel momento.
Forse era
sembrata troppo dura, Krolia temette, ma Keith sembrò non
capire
appieno il significato delle sue parole. Gli avrebbe spiegato tutto
più tardi, con calma. In quel momento il suo istinto di
madre prese
il sopravvento, certo distruggere quell'arma era importante, ma
portarlo indietro salvo e tutto intero era altrettanto importante.
La sua prima
missione era sempre stata quella di proteggere le persone che amava.
Krolia si girò
nuovamente verso Keith. Aveva gli occhi di suo padre.
Sapeva
che
riacquistare la fiducia di Keith non sarebbe stato facile e non lo
biasimava per questo.
Poteva capire il
senso di abbandono e sfiducia che gli aveva provocato la sua
decisione eppure, come ogni madre, voleva conoscere suo figlio.
Voleva potergli
spiegare che se avesse potuto non lo avrebbe mai abbandonato. Nessuno
dei due. Che amava suo padre e che amava lui, così dove le
parole
non arrivavano, arrivavano le visioni.
In quei due anni
Krolia ebbe l'occasione che aveva sempre desiderato, conobbe suo
figlio per ciò che era veramente.
Niente Voltron,
niente maschere, solo loro due nell'attesa.
Krolia si
riconobbe in lui. Si accorse quanto Keith le somigliasse e quanto
somigliasse a suo padre.
La sua forza, la
sua struttura fisica e la maschera che spesso utilizzava per
proteggersi dagli altri erano suoi, ma la dolcezza e l'innocenza nel
trarre la felicità nelle piccole cose, come nel cercare di
educare
quel cucciolo, erano decisamente di suo padre.
Krolia sorrise,
sentendo il cuore riempirsi di gioia.
E poi la vide,
quella visione.
Keith, ancora
bambino, davanti alla tomba di suo padre.
Aveva fallito?
La realizzazione di non essere potuta essere lì quando
accadde e la
consapevolezza di aver fatto crescere Keith da solo, facendogli
credere di essere rimasto orfano la colpì in pieno petto e
il senso
di colpa le impedì di rilassarsi in un sonno tranquillo.
Non avrebbe più
permesso che Keith si sentisse in quel modo.
<<
Vai
a prenderlo! >> Urlò Keith per poi sospirare
una volta resosi
conto che l'animale non era d'accordo con lui.
Krolia rise. <<
Non credo gli piaccia questo gioco. >>
<< Mi
ubbidirà, vedrai. >> Ribatté
convinto Keith.
<<
Testardo. >> Disse Krolia scherzosamente ma venne
interrotta da
un'altra visione.
In questa
visione Keith era in compagnia di un altro ragazzo.
Dall'aspetto,
Krolia ipotizzò, doveva essere Shiro.
Keith le aveva
parlato di lui, molto. Tanto da suscitare sempre più
curiosità in
Krolia sul suo conto. All'inizio lasciava sempre che fosse Keith a
parlare di lui, ma quando Krolia si rese conto che la sua voce
ricadeva in un tono dolce quando si trattava di Shiro
cominciò a
chiedersi che ruolo avesse nella vita di suo figlio questo ragazzo.
Ciò che stupì
di più Krolia fu la reazione di Keith quando glielo chiese.
Diventò
improvvisamente rosso in viso, farfugliando parole senza senso chiese
il perché di quella domanda.
<<
Voglio solo saperlo. Sei mio figlio e vorrei sapere di più
su di te
e su chi ti sta attorno. >>
<< Lui
è il mio migliore amico. >> Rispose Keith ma
quando sentì
ancora lo sguardo di Krolia su di sé aggiunse
<< Siamo una
famiglia, è come un fratello per me. >>
Krolia sorrise
lasciando Keith confuso.
Più tardi,
nello stesso giorno, quando la luce fece spazio alle tenebre Keith si
sedette accanto a lei intenta ad accendere il fuoco mentre Keith
giocherellava con il bastone che aveva ripetutamente lanciato quel
giorno.
Krolia lo vide
con la coda dell'occhio ma non disse nulla, aspettando il momento in
cui fosse stato pronto.
<<
Scusami. >> Iniziò Keith. Krolia
aggrottò la fronte sentendo
quelle scuse inaspettate ma continuò a lasciargli il suo
spazio
fingendo che il fuoco avesse catturato la sua attenzione sentendo la
difficoltà e l'imbarazzo nel tono di Keith. <<
So che dobbiamo
recuperare il tempo perduto e io sono il primo a volerlo, credimi.
Perciò ti chiedo scusa, perché so che se vogliamo
riuscirci
dobbiamo essere sinceri l'uno con l'altro ed io non lo sono stato.
>>
Continuò Keith cercando ora il suo sguardo e Krolia non
glielo negò.
<< Ho
mentito su Shiro. Cioè sì, è il mio
migliore amico, un fratello,
ma è anche molto di più per me. >>
Krolia si girò
adesso completamente verso Keith. Allungò una mano e strinse
la sua
per rassicurarlo sentendolo sussultare al tocco.
<< Lo
so. >> Gli disse semplicemente sorridendogli.
Keith si stupì
nel sentirlo e Krolia poté giurare di aver visto gli occhi
di Keith
lucidi.
<<
Grazie. >> La ringraziò Keith.
<< Mamma. >>
Aggiunse arrossendo e in quel momento fu il turno di Krolia di
commuoversi.
Quando
Krolia
incontrò Shiro per la prima volta, ringraziarlo le era
sembrata la
cosa più naturale da fare.
Non c'era
malizia o un doppio senso nelle sue parole, nonostante potesse
sentire lo sguardo di Keith sulla sua nuca mentre osservava da
dietro, ma solo genuina gratitudine.
Quel ragazzo gli
era stato accanto quando lei non aveva potuto. Gli era stato accanto
nelle difficoltà e nelle gioie. Gli doveva molto. E
sopratutto aveva
insegnato a suo figlio cosa fosse l'amore.
Mentre ascoltava
lo scambio di battute tra i due e i commenti di Shiro su quanto fosse
cambiato in quegli anni Keith, sapeva che sarebbe andato tutto bene.
Keith
guardava
Shiro inerme, sembrava dormisse se non fosse per le smorfie di dolore
che ogni tanto il suo viso mostrava.
Si sentì
toccare una spalla all'improvviso e per un attimo credette che Shiro
si fosse risvegliato e che era tutto finito, ma quando si
girò vide
Krolia sorridergli stringendo affettuosamente la presa sulla spalla.
<<
Andrà tutto bene. >>
Keith avrebbe
fatto di tutto per fare in modo che Shiro si svegliasse, lo sapeva
questo e credeva in lui eppure la sicurezza di sua madre lo
lasciò
perplesso.
<< Come
fai ad esserne così sicura? >>
Krolia spostò
lo sguardo verso Shiro mentre Keith la imitava.
<< Lui
è forte. >>
Keith rimase
sorpreso ma non proferì parola.
Krolia si
allontanò da entrambi senza riuscire, però, a
staccare gli occhi da
Keith e a smettere di sorridere.
Sapeva che Shiro
ce l'avrebbe fatta e, ancora una volta, sarebbe rimasto al fianco di
suo figlio. Stavolta per sempre finché il giorno che aveva
avuto il
piacere di vedere in una visione sarebbe arrivato.
Keith e Shiro
saranno felici. Insieme, nella loro casa.
NdA:
Se
non era abbastanza chiaro dalle note iniziali questa fic mi emoziona
molto
per
via della dedica ma anche perché è la prima volta
che scrivo una
raccolta e storie brevi, quindi spero di non aver fatto troppi errori
o errori stupidi.
Spero
vi e ti sia piaciuto il primo capitolo.
Fatemi
sapere cosa ne pensate!
Al
prossimo.
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