Capitolo 2: Il primo di una lunga serie
(Primo bacio)
* * *
Keith
guardò
Kolivan lasciare la stanza con calma mentre sua madre si
soffermò a
lasciargli un bacio sulla fronte proprio dove vi era la benda.
Gesto che,
probabilmente, qualche anno fa avrebbe creato dell'imbarazzo in Keith
mentre in quell'istante gli fece nascere un sorriso sulle labbra per
quel gesto tanto affettuoso e materno.
Krolia seguì
Kolivan ma si fermò all'ingresso sorridendo ad una figura
che Keith,
da quella distanza, non poteva scorgere.
Quando, prima di
sparire, Krolia appoggiò una mano sulla spalla dell'altro,
Keith si
chiese seriamente chi potesse essere ma quando Shiro fece il suo
ingresso tutto fu più chiaro.
Il viso di Keith
si rilassò e non riuscì a trattenere un sorriso
ricambiato da
Shiro.
<< Oh,
ma quale onore Capitano. >> Lo salutò Keith
continuando a
sorridere non lasciandosi sfuggire, però, che Shiro
nascondesse
qualcosa dietro la schiena.
<< Ti
prego, non anche tu. >> Si lamentò Shiro
arrossendo.
Keith non riuscì
a trattenere una risata. << Perché no?
È quello che sei e te
lo meriti. >>
<< Sì,
ma non credo riuscirò a farci l'abitudine tanto presto nel
sentirmi
chiamare così. >> Spiegò Shiro.
<< Sopratutto da te. >>
Aggiunse mentre si avvicinava al letto.
<<
Peccato. >> Sussurrò Keith attento al non
farsi sentire mentre
continuava a ridere.
<< Uhm.
>> Farfugliò Shiro attirando l'attenzione di
Keith che si rese
conto solo in quell'istante che Shiro era ormai a pochi passi dal
letto ma che si era avvicinato al comò accanto.
<< Ti ho
portato dei fiori. >> Disse mostrandoglieli smettendo di
nasconderli dietro la schiena.
Il sorriso di
Keith si fece più ampio e Shiro poté sentire le
proprie guance
andargli in fiamme alla vista. << Sì, ecco
è consuetudine
portare dei fiori a chi è ricoverato così ho
pensato che fosse un
gesto carino e- >>
<<
Grazie. >> Lo interruppe Keith mettendo fine all'agonia
nella
quale Shiro stesso si era incastrato ma che, comunque, trovava molto
carino.
Shiro si
ammutolì e, posando i fiori, si sedette sul letto.
<< Mi
hanno detto che hai fatto un bellissimo discorso. >>
Disse
Keith. << Mi dispiace essermelo perso ma ero un po'...
incosciente in quel momento. >>
<< Lo
so, non importa. >>
<< Lo
sai? >> Chiese Keith confuso.
<< Sì.
>> Rispose Shiro imbarazzato. << Sono
venuto a farti
visita. Sapevo che vederti prima di fare il discorso mi avrebbe fatto
sentire meglio. Ero preoccupato, tutto qui. >>
Keith non disse
niente anche se Shiro poteva chiaramente leggere lo stupore nel suo
viso.
Presosi di
coraggio Shiro continuò. << Anche se, devo
ammettere, mi
avrebbe fatto più piacere averti lì al mio
fianco. >>
Keith abbassò
lo sguardo arrossendo.
C'era qualcosa
di strano, di diverso. Keith riusciva a sentirlo nell'aria, nel modo
di parlare di Shiro, era una sensazione familiare ma in un contesto
del tutto sbagliato.
Era come
ritrovarsi sul campo di battaglia.
Ecco dove
l'aveva già provata quella sensazione.
L'adrenalina che
ti scorre nelle vene, il cuore che inizia a battere forte in petto,
la sensazione che sta per accadere qualcosa ma non sai bene cosa e la
paura di reagire in modo sbagliato.
Il silenzio di
Keith allarmò Shiro che in fretta aggiunse. <<
Sì, insomma
sarebbe stato più logico! Un discorso da parte del Capitano
e dal
leader di Voltron- >> Keith interruppe di nuovo Shiro ma
stavolta con l'ausilio delle sue labbra contro quelle dell'altro.
Keith si era
avvicinato a Shiro facendo peso sulle ginocchia sul letto, afferrando
il colletto della uniforme di Shiro si porse in avanti
finché le sue
labbra secche, per via del tempo passato incosciente, incontrarono
quelle morbide di Shiro stupito dal gesto.
Quando Keith si
ritrasse appoggiando di nuovo la schiena sul cuscino rialzato,
entrambi erano rossi in viso e nessuno dei due proferì
parola.
Dopo un silenzio
che sembrò infinito, Keith iniziò una leggera
risatina nervosa e
imbarazzata che, però, fu seguita subito da quella Shiro che
sembrava vera, genuina, felice.
Keith si rilassò
al sentirla ed entrambi, adesso, scoppiarono in una risata tenendosi
per mano felici.
NdA:
Ammetto che
scrivere questo
capitolo è stato molto divertente, quindi spero abbia
divertito
anche voi.
Avevo
un sorriso stupido tutto il tempo.
Fatemi
sapere cosa ne pensate!
Al
prossimo capitolo.
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