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Autore: DNora    26/09/2018    0 recensioni
Quando sei un comune ragazzo, non sempre sai che esistono creature in grado di creare illusioni così realistiche da sembrare reali.
In realtà, non sai nemmeno con certezza se esistono creature come draghi, geni o elfi.
Questa, a tuo avviso, è una cosa che andrebbe corretta.
Genere: Fantasy, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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-Quindi, esattamente, noi cosa siamo?
-Pensavo di averti dato un libro.
-Sì, beh, grazie molte. Ci ho messo più di otto anni ad imparare l’inglese e secondo te in un giorno imparo il greco? Mi è comparsa una mela in mano giusto tre secondi fa: mi farebbe piacere capire se posso mangiarla o se rischio la morte.
-Non hai necessariamente bisogno di mangiare, ne sei cosciente?
-Sì,- rispondi esasperato: non sei stupido, -ma mi farebbe comunque piacere capire.
-Potresti mangiarla,- ammette, alla fine, -ma non servirebbe poi a molto.
Guardi per un momento la mela incriminata.
-Scusa?
-È solo un’illusione, e nel tuo caso solo visiva e tattile: non avrebbe nemmeno un gusto proprio se l’addentassi.
Curioso, fai proprio quello.
-Hai ragione…
-Non sembrare così stupito da questo fatto, ragazzino.
-Quindi posso creare delle illusioni?
-Sei proprio stupido.
-Grazie, mi stai davvero aiutando.
Rispondi con fare ironico, addentando un altro pezzo.
-Orsù, non litighiamo così di prima mattina!
Quasi ti strozzi per la sorpresa e ti volti verso la voce improvvisa mentre il pezzo di cibo ti scompare dalla bocca.
-Salve.
Il saluto che ti esce in automatico è così stupito che quasi sembra una domanda. È un cliente? Se sì deve essere davvero in confidenza con Elena.
-Non essere così formale, giovine. Non ti sei ancora ricordato di me?- scuoti la testa in cenno di diniego, –Ohimè, il fatto purtroppo non mi sorprende.
Alza con eleganza la tuba per poi fare un breve inchino.
-Solleone, al servizio vostro. Tengo in cura il negozio quando la signora Elena è altresì occupata.
-Infatti mi chiedo cosa tu ci stia facendo qui ora,- si intromette lei,- pensavo di averti dato appuntamento per domani pomeriggio.
Lui sorride, rilassato, senza essere il benché minimo intimorito dallo sguardo gelido di Elena.
-Avendo del tempo libero tra le mani, ho ben pensato di venire a prendere conoscenza con il mio nuovo collega e futuro signore. Filiberti, se non vado errato?
Guardi confuso Elena.
-Sì,- ammette lei secca –Gioele Filiberti.
-Grazie per avermi comunicato prima l‘esistenza di una seconda parte del mio nome.
-Tecnicamente, dovresti ben sapere dell’esistenza dei cognomi: non ti è stata alterata la conoscenza.
-Non serve sapere dell’esistenza di qualcosa se non ci si pensa.
-Oh, che giovine intelligente: hai fatto davvero un’ottima scelta, signora.
Elena non è ovviamente d’accordo e, sprezzante, si avvia verso il retro.
-Già che sei qui puoi benissimo iniziare prima!
-Ne sono onorato!
Annuncia lui, e ti chiedi come tu sia finito in questa gabbia di pazzi.
Dopo che la porta si chiude alle spalle della donna, Solleone ti lancia un sorriso smagliante, posizionandosi dietro al bancone.
-Qualche domanda giovine?
-“Molte” vale come risposta?
Lui ride, portandosi una mano al petto e l’altra di fronte al viso tirato all’indietro, per poi chinarsi in avanti quando ha perso un po’ dello slancio iniziale.
-La cosa tristemente non mi sorprende: la signora non è mai stata brava nelle comunicazioni. Cosa sai fare oltre a creare dei bei pomi come quello che hai in mano?
Osservi la mela mezza mangiata.
-Non saprei? La sua creazione non è stata esattamente voluta.
Sembra pensieroso.
-Cosa sai giovine?
Ti chiedi perché non usi il tuo nome, ma se è veramente disposto a spiegarti qualcosa ci puoi benissimo passare sopra.
-Sono un Kataghelo e posso creare in qualche modo a me sconosciuto delle illusioni. Al momento ancora non mi è tornato nemmeno un ricordo e sto allenando il mio greco, visto che qui la metà delle cose è in questa lingua.
-Ben poco, devo dire.
Grazie, come se tu già non lo sapessi.
-Lei, invece, cos’è?
Chiedi, curioso di scoprire almeno un’altra creatura oltre a voi e rammaricato di non averlo chiesto ad Al l’altro giorno.
-Oh, sono un semplice Golem, nulla di spettacolare. La cosa più importante ora è cercare di insegnarti qualche cosa. Purtroppo non posso certo dirti come comandare i tuoi poteri, vista la diversa natura dai miei, ma posso certamente aiutarti con la spiegazione di cosa tu sia, giovincello. E permettimi con l’iniziarti a dire che è abbastanza scortese chiedere la specie di qualcuno.
Questo “giovincello” sta davvero iniziando ad irritarti.
-Se le può interessare, Gio va benissimo lo stesso.
Cerchi di portarlo sulla retta via.
-Orsù, non posso abbreviare una così bella parola in un semplice “gio”, giovincello, ma ti dirò che sei ora una delle creature più forti su questa Terra: solo i cosiddetti Draghi ti possono tenere testa.
- Buono a sapersi?
Commenti, sconfitto.
-Ebbene, puoi illudere tutti i cinque sensi di ogni creatura e vivere fino a che qualcuno non attenta alla tua vita.
-Quindi finché qualcuno non mi ammazza? O finché non, che so, cado dalle scale e prendo una botta in testa?
-Sei un Kataghelo,- commenta lui freddo, -non cadi dalle scale.
Su questo hai dei forti dubbi.
-Quindi,  qualcuno mi ammazza o vivrò in eterno. Meraviglioso. Elena quanti anni ha?
-Alla signora piace tenere privata questa informazione.
-Qual è l’età oltre cui si viene considerati vecchi?
Perché a questo punto l’ha sicuramente superata.
-Giovine!- urla all’improvviso e, per la seconda volta, trasali, preso alla sprovvista, -La devi finire di pensare in termini umani: non vi è vecchiaia, ma solo sapienza.
Grandioso.
-Allora perché qualcuno non dovrebbe dire i suoi anni?
-Ebbene, non sempre è favorevole che qualcuno conosca l’età altrui. Io non chiederei mai la tua.
Come se non la potesse benissimo intuire: ti ha visto l’altro ieri, se hai ben capito la dinamica dei fatti.
-Qualche altra informazione?
Chiedi, speranzoso.
-Sui Kataghelo non so altro.
Ammette lui, mostrando i palmi delle mani in segno di resa.
-Non so, su altre creature in generale? Come faccio a capire chi è cosa, ad esempio.
-Giovine!- urla nuovamente, la voce ancora più alta di prima: non ti sorprenderebbe se ti venisse un mal di testa ora di fine giornata, -Non siamo cose, ma creature.
Oh, giusto.
-Mi scusi.
-Scuse accettate, giovine. Ebbene, riuscirai a capire solo dopo che riuscirai a padroneggiare i tuoi poteri.
-Ma Elena non ha intenzione di aiutarmi.
-Ebbene, dovrai essere autodidatta. Se ben ricordo, ci dovrebbe essere qui un libro…
Lo interrompi, piazzandogli davanti il libro che stai cercando di tradurre.
-Eccolo! Ebbene, qui c’è la soluzione ai tuoi problemi.
-È in greco.
Potrebbe diventare il tuo nuovo motto.
-Non vedo il problema, giovine.
-Non so il greco.
Ribadisci.
-Questo è un grande problema.
Già.
-Me lo può insegnare?
Chiedi speranzoso.
-Giovincello, sono il guardiano del negozio: se mi dilungassi nell’insegnamento  perderei di vista il mio obiettivo.
-Grazie.
Replichi sarcastico.
-Sono grato che capisca la mia impossibilità nell’aiutarla, giovine.
Sospiri e, arreso, cerchi un posto dove sederti e cercare di andare avanti con i tuoi studi: d'altronde non è che tu abbia di meglio da fare.
   
 
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