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Autore: heliodor    27/09/2018    2 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Prigioniero

 
Per la prima volta in vita sua, era prigioniero. Vyncent non aveva mai provato il morso doloroso delle catene o l'umiliazione di dipendere da un carceriere per l'acqua e il cibo che gli veniva portato una volta al giorno.
Anche se nella cella era solo, sapeva che nel corridoio esterno vi erano almeno otto guardie. Due o tre di esse erano streghe o stregoni che dovevano avere il compito di sorvegliarlo a vista.
Aschan mi considera così pericoloso? Si domandò.
Nelle condizioni in cui era poteva fare ben poco. Le pareti erano di roccia solida e spessa e la porta era di ferro battuto.
Non c'era serratura né aperture sufficienti a far passare qualcosa di più grande di un vassoio. Quando veniva aperta, riusciva solo a vedere le mani del carceriere che gli allungavano il pasto.
Aveva pensato di usare una palla di fuoco per abbattere la porta, ma con le ferite non ancora guarite aveva paura di non riuscire a evocarne una abbastanza potente.
E anche nel caso in cui ci fosse riuscito, c'era un altro problema che non poteva ignorare. La cella era piccola e le palle di fuoco avevano lo spiacevole vizio di esplodere in tutte le direzioni. Per questo motivo erano un'arma da usare solo a una certa distanza dal bersaglio. In caso contrario, lo stregone che la usava rischiava di ferirsi a sua volta.
Anche evocando uno scudo magico non avrebbe impedito all'esplosione di investirlo in pieno e scaraventarlo contro le pareti di roccia.
Passò in rassegna gli altri incantesimi. Poteva evocare un fulmine, ma era un attacco che usava per stordire il nemico avendo il pregio di essere molto veloce. Anche la corda magica non gli era d'aiuto e così i dardi e le mani infuocate. Con la lancia di fuoco poteva provare a fondere la porta, ma gli sarebbero occorse alcune ore.
Conosceva troppo bene i suoi poteri e i loro limiti per non sapere che da quella cella non sarebbe uscito contro il volere di Aschan.
Non mi resta che attendere, si disse.
Ci vollero due giorni perché accadesse qualcosa. Le ferite erano quasi guarite e si sentiva meglio, anche se non abbastanza forte da cercare di fuggire.
La porta si aprì per la prima volta da quando era stata chiusa e una figura maschile vi fece capolino.
Era un uomo piccolo e curvo che aveva già visto al fianco di Aschan il giorno del loro duello.
"La signora desidera vederti" disse l'uomo.
"Dille che la riceverò volentieri qui" rispose Vyncent con tono indolente.
L'uomo ghignò. "Se non vuoi venire, ti trascinerò da lei. Prima però ti spezzerò entrambe le gambe. A te la scelta, principe senza corona."
"Le farò la cortesia di farle visita" disse alzandosi dal giaciglio. In realtà moriva dalla voglia di uscire da lì e vedere in che condizioni era la fortezza.
"Adesso ragioni."
Vyncent lo seguì fuori dalla cella. Scortato dalle guardie e dagli stregoni col mantello grigio, salirono diverse scale prima di raggiungere la piccola sala dei trofei.
Era lo stesso poso dove aveva detto a Bardhian di andare via con Ronnet e gli aveva promesso che avrebbero fatto un lungo discorso quando si sarebbero rivisti.
Allora pensava che non sarebbe sopravvissuto alla battaglia imminente. E lo pensava ancora, solo che la fine non era più questione di ore o giorni, ma dipendeva dal capriccio della donna che l'attendeva nella sala.
Aschan indossava lo stesso abito scuro del giorno in cui l'aveva incontrata e il mantello grigio che le scendeva fino alle caviglie.
Lo accolse con espressione impassibile.
"Come stai principe senza corona?" domandò appena fece ingresso nella sala.
"Gradirei che mi chiamassi Vyncent" rispose. "È una questione di rispetto tra streghe e stregoni."
"Avrai il mio rispetto quando te lo sarai meritato" rispose Aschan. "Per il momento sei solo un prigioniero. E ti consiglio di mostrare a me il tuo rispetto. Per te sono vostra signoria."
Vyncent annuì. "Mi avete fatto chiamare per ammonirmi sull'etichetta o c'è anche qualche altro motivo?"
"Domani muoveremo da questa fortezza verso Orfar" disse Aschan.
Bene, si disse Vyncent. È arrivato il momento. Quando un esercito si muove non lascia indietro i suoi prigionieri.
"So a cosa stai pensando" proseguì la strega. "Ma non ho intenzione di ucciderti. Non adesso. La tua morte deve avere un senso."
Lo spero, si disse Vyncent.
Le guardie lo tenevano ancora d'occhio, così come gli stregoni e l'uomo curvo. Se avesse provato a fare una mossa per attaccare Aschan, lo avrebbero colpito senza alcuna difficoltà.
Forse sarebbe valsa la pena morire in quel modo, ma Vyncent sperava di avere un'occasione migliore di quella.
Pazienza, pensò. Devo aspettare.
"Se andrai a Orfar morirai" disse Vyncent. "E con te tutta la tua armata."
Aschan annuì. "Ne sono consapevole, ma Orfar è senza difese. Quello che non sai è che abbiamo conquistato altre due fortezze. Non sarò solo io a muovere verso la capitale della federazione. Saremo in cinquantamila, più duemila mantelli grigi."
Era un esercito imponente. Come avevano fatto ad arrivare così vicino alla capitale aggirando le linee difensive?
"Abbiamo sacrificato molte delle nostre forze per arrivare fin qui" disse Aschan. "Il vostro tentativo di dividerci e costringerci a combattere in tante piccole battaglie era buono, ma noi eravamo più determinati. Quando avremo conquistato Orfar, il vostro esercito dovrà arrendersi o soccombere."
"Sarete voi a perdere" disse Vyncent con tono di sfida.
"L'inverno di avvicina" disse la strega come se non lo avesse sentito. "E gli eserciti dovranno svernare in un luogo sicuro."
"Lascia che ti dica io che cosa succederà" fece Vyncent.
Aschan gli rivolse un'occhiata incerta. "Avanti, parla."
"È molto semplice. Tu non riuscirai a prendere Orfar, ci proverai, ma i tuoi attacchi si infrangeranno sulle mura della città."
"Avete disperso le vostre forze per l'altopiano" disse lei. "La città è difesa da pochi soldati e forse un centinaio di mantelli. Come pensi che potranno opporsi alla mia armata?"
"Basteranno le mura ad arginarvi. Bryce e gli altri generali avranno tutto il tempo di raggiungervi e circondarvi mentre voi ponete un inutile assedio alla città."
Aschan fece di sì con la testa. "Bryce. La principessa di Valonde, giusto?"
"Forse tu la conosci meglio come la strega dorata."
"Odio questi inutili soprannomi."
"Tu ti fai chiamare Lamascura o sbaglio?" la provocò.
"Sono gli altri che mi chiamano così."
"Perché?"
"Parliamo di questa strega dorata" fece lei cambiando discorso. "Sembra che tutti riponiate grandi speranze in quella ragazzina."
"Lei è la strega suprema."
"Strega suprema?"
"È un modo di dire del grande continente. È la più forte di tutte, se proprio ti interessa sapere."
"Anche più forte di me, dopo che mi hai vista combattere?"
"Ha tenuto testa a Malag, il tuo padrone."
Aschan rise. "Io non servo l'arcistregone."
Vyncent si accigliò. "Comandi la sua armata."
"Io comando la mia armata" disse la strega battendosi l'indice sul petto. "Perché l'ho meritato, non certo per gentile concessione dell'arcistregone. Tra di noi c'è un accordo."
"Di che genere?"
"Io gli copro le spalle a Orfar mentre lui è libero di occuparsi dell'alleanza a nord."
L'alleanza, pensò Vyncent. Dunque è quello l'obiettivo di Malag.
"E l'armata di re Alion a sud?"
Aschan scrollò le spalle. "Non è argomento che mi interessi."
"Quando non ci sarà più bisogno di te l'arcistregone ti schiaccerà" disse Vyncent. "Questo lo sai, vero?"
"Che ci provi. Io sarò al sicuro dietro le mura di Orfar e difenderò le mie conquiste."
Quindi è così che funziona l'orda di Malag, pensò Vyncent.
Doveva dare queste informazioni a Bryce o a qualcuno che potesse utilizzarle.
"Ancora non mi hai spiegato perché mi hai tenuto in vita."
"Come ti ho detto, la tua morte deve avere un senso. Vuoi che ti dica che cosa ho intenzione di fare?"
"Se proprio insisti."
Potresti anche mentirmi, si disse Vyncent. Ma ascolterò con attenzione quello che hai da dirmi. A volte anche dalle menzogne si può capire una parte della verità.
Aschan sembrò soddisfatta. "Come ti ho annunciato, entro domani ci metteremo in marcia verso Orfar. Poco prima di raggiungere la città ci riuniremo con il resto dell'armata e poi inizierà l'assedio."
"Come ti ho detto, Bryce ti piomberà addosso quanto prima."
"È quello che spero" disse la strega. "Ho fatto in modo che scoprisse che sei mio prigioniero."
"Tu hai..."
"Ho liberato Yahan e altri guerrieri e stregoni che difendevano questa fortezza. Altri sono passati nelle nostre fila e quelli che non si sono voluti piegare..." trasse un profondo sospiro. "L'Unico li avrà già accolti nei campi celesti."
"Hai assassinato dei prigionieri?" ringhiò Vyncent.
"Ho dovuto. La fortezza non ha abbastanza cibo per noi e loro."
"Non hai un briciolo d'onore" urlò.
"Come ti dicevo, Yahan e gli altri sono subito corsi a Orfar per avvertire Skeli del nostro arrivo. Scommetto che hanno mandato dei messaggeri per avvertire Bryce e convincerla a tornare indietro."
Bryce stava cercando Malag, ma a questo punto la sua missione era fallita. L'arcistregone era chissà dove e lei stava solo girando a vuoto per l'altopiano.
Se quei messaggeri la raggiungevano, che cosa avrebbe deciso di fare?
Bryce poteva decidere di tornare come di proseguire per la sua strada. Si sarebbe fatta distrarre dalla richiesta d'aiuto di Skeli o sarebbe andata avanti convinta di poter mettere fine alla guerra in quel modo?
Vyncent sperò che prendesse la decisione giusta. C'erano troppe vite in gioco, compresa la sua. Per qualche motivo Aschan era convinta che lui avrebbe giocato un ruolo importante in quella battaglia.
Ma io sono solo un prigioniero, si disse. Come posso cambiare le cose standomene chiuso in una cella?
Se almeno fosse stato libero...
"Se ti stai chiedendo che cosa farà la tua principessa" disse Aschan interrompendo il filo dei suoi pensieri. "Credo di avere la risposta."
Vyncent attese che proseguisse.
"Io penso che verrà a Orfar" disse la strega. "E tu lo sai."
Vyncent scosse la testa. "Io non so niente."
Aschan sorrise. "Mi prendi per una stupida? Non è un caso se sono venuta qui e ti ho sfidato a duello. Mi aspetto che Yahan riferisca tutto quello che ha visto. Voglio che la strega dorata sappia a cosa sta andando incontro."
"Non credere che abbia paura di te."
"Questo non posso dirlo" disse Aschan. "Ma sono certa che ha paura di quello che potrebbe capitare a te se non verrà. Ho detto a Yahan che ti avrei fatto a pezzi davanti alle mura di Orfar non appena iniziato l'assedio."
Vyncent fu tentato di scagliarsi contro la strega, ma a cosa sarebbe servito se non a morire subito?
"Riportatelo nella sua cella" ordinò Aschan. "Che venga nutrito e curato. E non perdetelo di vista per nessun motivo."

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