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Autore: Ms Mary Santiago    28/09/2018    1 recensioni
[Raccolta dedicata alla mia storia interattiva “Il gioco degli invisibili”]
I ragazzi del Club hanno terminato Hogwarts ormai e ognuno insegue il proprio sogno. A distanza di anni dove saranno finiti e come se la caveranno alle prese con famiglia e figli?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Elizabeth Nott & Damon Price


 

 

 

 

Quando Elizabeth gli venne incontro all’uscita dell’aeroporto, trascinandosi dietro una valigia più grande di lei, con i capelli al vento e la carnagione ambrata frutto di ore interminabili passate sotto al sole cocente dell’Egitto gli parve la visione più bella che potesse immaginare.

L’afferrò per i fianchi, sollevandola e facendola volteggiare brevemente prima di baciarla con passione, incurante delle occhiate divertite dei presenti.

- Sembra che sia mancata a qualcuno – gli sorrise, le iridi verdi brillanti come non mai.

- Puoi dirlo forte, sono state settimane interminabili. –

- Per fortuna l’Accademia è chiusa per tutto il resto dell’estate e così anche la scuola di Magiarcheologia perciò abbiamo davanti due mesi tutti per noi. –

Si accoccolò con la testa sulla spalla di Damon, inspirando il profumo del suo dopobarba.

Era bello essere a casa dopo mesi d’assenza.

- Hai avvisato Killian del tuo arrivo? –

Scosse il capo, lasciando ondeggiare le onde scure sulle spalle.

- Non ancora, gli altri sanno che sei arrivato anche tu? –

- Solo Lucas, l’ho sentito questa mattina. –

- Allora immagino che per tutti gli altri la sorpresa sarà doppia. –

Il sorriso sulle labbra di Damon tuttavia le fece intuire che il suo fidanzato sapeva qualcosa di cui lei non era a conoscenza e che stava evidentemente morendo dalla voglia di riferirglielo e gongolare perché, una volta tanto, non era lui l’ultimo a sapere le cose.

- Dam, avanti spara, cosa sai? –

- Non so proprio a cosa ti riferisci … -

- Non fare il finto tonto -, lo rimbrottò pungolandolo con l’indice contro il fianco, - E dimmi cosa hai scoperto che io ancora non so. –

- Lucas e Amaranthe si sono messi insieme. –

L’urlo estasiato di Elizabeth fu sul punto di perforargli entrambi i timpani e lasciarlo a terra tramortito tanto era stato stridulo.

- Lo sapevo, IO LO SAPEVO! –

 

 

 

 

 

- E quello esattamente cosa dovrebbe essere? –

Elizabeth inarcò un sopracciglio davanti al tono del fidanzato, compiendo una mezza giravolta davanti a lui.

- Il vestito per questa sera. –

Damon aggrottò ancora di più la fronte, fissando quella stoffa verde smeraldo come se fosse la causa di tutti i mali del mondo.

- Vestito? Il fazzoletto vorrai dire. –

- Oh, andiamo, non è poi così corto. –

- Se fosse più corto sarebbe una cinta, Effy. –

La ragazza sbuffò, roteando gli occhi al cielo, - Ti sei improvvisamente trasformato in mio nonno per caso? –

- No, è che mette in mostra fin troppa pelle e sono certo che anche tuo fratello disapproverebbe totalmente. –

- Sei geloso -, rise divertita e compiaciuta al contempo, - non ci posso credere … sei davvero geloso!

- Non sono geloso – protestò, ma con un tono talmente poco convincente che sarebbe stato evidente anche a un bambino di cinque anni che si trattasse di una menzogna.

- Certo, come no, gelosone mio – lo assecondò, alzandosi in punta di piedi a baciarlo a fior di labbra, - Sei adorabile quando fai così. –

- Perciò cambierai il vestito? – chiese speranzoso.

- Assolutamente no. Datti una mossa, siamo quasi in ritardo. –

 

 

 

 

 

- Quel tipo continua a piacermi sempre di meno – sbuffò Damon mentre, accanto a Lucas e Malcom, sorseggiavano dei flûte di champagne.

Malcom apparve perplesso e Lucas gli diede di gomito accennando con il capo all’indirizzo di Elizabeth ed Edward Zabini che chiacchieravano placidamente a qualche metro da loro.

- Ah … ti riferisci a lui. –

- Ovviamente. Non mi piaceva a scuola e non sono diventato un suo fan nemmeno dopo il diploma. –

- Mi sembra un tipo a posto, cosa ha che non va? –

Lucas sorrise all’ex Grifondoro. – Semplice, amico mio, Damon non gli perdona il fatto di essere stato una breve parentesi nella vita sentimentale di Effy. –

- Ah, un grande crimine. –

- Già, uno di quelli da pagare con il sangue – rise il Corvonero, reggendogli lo scherzo.

Damon bofonchiò a mezza bocca qualcosa che suonava come un candido invito ad andare al diavolo e si diresse deciso verso la sua fidanzata e l’odiato Zabini.

Tossicchiò, attirando l’attenzione su di sé e al contempo cingendo la vita di Elizabeth con studiata naturalezza.

- Tutto bene Edward? –

- A meraviglia, è sempre bello rivedere gli ex membri del Club. –

Maledizione a lui e alla sua affabilità discreta che gli permetteva sempre di uscire da quelle situazioni come se niente e nessuno sapesse coglierlo in castagna.

- Già, è interessante. –

- Molto -, convenne il biondo, - ma immagino che voi piccioncini vogliate stare un po’ da soli perciò credo che andrò a scambiare quattro chiacchiere con Jude quanto basta per distrarlo dai suoi propositi di omicidio ai danni di Gabriel … ah, quasi dimenticavo, grazie per l’invito. –

 Quando se ne fu andato Damon si voltò verso Elizabeth, che sorrideva colpevole.

- Dimmi che l’invito di cui parla non è quello al nostro matrimonio. –

- Mi ha sentita mentre lo dicevo a Millicent -, replicò riferendosi a una dei membri del Club uscita dalla scuola due anni dopo di loro, - e sarebbe stato scortese non invitarlo. –

- Che Salazar mi aiuti, con te avrò bisogno di davvero molta pazienza – sentenziò alla fine dopo un attimo di silenzio.

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Diana Price – 2011, Grifondoro.


 

Derek Price – 2013, Serpeverde.


 

 

 

 

- Ma ciao, piccola Diana, come è possibile che tu sia sempre più bella ogni volta che lo zio ti viene a trovare? –

Elizabeth osservò suo fratello chino sul passeggino, intento a ricoprire la sua prima nipote con decine di complimenti mentre la piccola per tutta risposta gli rivolgeva una sequela infinita di sorrisoni sdentati.

- Lo sai che fai più complimenti a mia figlia che al tuo, vero? –

- Certo, questo perché lei è una bambina tranquilla mentre Caos piange in continuazione … credo abbia preso il suo essere melodrammatico dalla madrina – concluse.

Ridacchiò, continuando a preparare il biberon per la piccola.

- Fai che Kate non ti senta mai dirlo oppure potrebbe andarne della tua vita. –

- Questo è poco ma sicuro, fortuna che sia tornata in America per questo periodo … lo zio ha bisogno di un po’ di riposo, vero Di? –

La piccola sorrise come a voler confermare le sue parole e tese le braccine verso di lui.

- Tio. –

Killian si voltò a guardare la piccola Diana che continuava a pregarlo silenziosamente di avvicinarsi a lei.

- Cosa hai detto, piccola? –

- Tio … tio … tio – cantilenò allegra, mentre Elizabeth sbatteva il biberon sul tavolo.

Si voltò verso il fratello maggiore, rivolgendogli un’occhiata assassina.

- Sono giorni che provo a convincerla a dire “mamma” come prima parola e adesso arrivi tu e Diana dice “tio”? –

- Merito del mio consueto fascino da rubacuori, faccio quest’effetto a tutte le donne indipendentemente dalla loro età anagrafica. –

 

 

 

 

 

- Derek, per favore, se tua madre arriva a casa e tu non sei ancora a letto a dormire se la prenderà con me – sospirò Damon, cercando di convincere il figlio a smettere di saltare in giro come un grillo esagitato.

- No! –

- Diana è già andata a letto, perché non obbedisci come tua sorella? –

- No! –

- Puoi dire qualcosa di diverso da “no”? –

- NO! –

- Derek, ti avviso che mi sto arrabbiando e che se non vai subito a letto ti metterò in punizione. –

Il piccolo incrociò saldamente le braccia al petto e lo fissò con aria di sfida.

- No. –

Che Salazar gli desse la pazienza, quel piccolo sfrontato era capace di far disperare anche un santo.

Il rumore dei tacchi che percorrevano il brecciolino del sentiero che conduceva a casa loro ruppe quel provvisorio silenzio e fece sbiancare entrambi.

Elizabeth era di ritorno.

- È arrivata la mamma! Via, si salvi chi può – sentenziò Derek, correndo lungo la rampa di scale e chiudendosi la porta della camera alle spalle.

Poco dopo la porta d’ingresso si aprì e sua moglie fece la sua comparsa, incrociando il suo sguardo e abbozzando un sorriso divertito.

- Fammi indovinare, Derek è appena andato in camera sua a fingere di dormire già da un pezzo. –

- Come sempre … un giorno mi spiegherai come fai a farti obbedire da lui senza storie? –

Gli rivolse un sorriso furbo.

- Semplice, impiego la sottile arte del terrore matriarcale. –

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

- Se dovesse succedere qualcosa scrivici immediatamente e io arriverò subito a ilvermorny – decretò Damon mentre aiutavano Diana a portare il baule al piano di sotto.

La ragazza scosse il capo e incrociò lo sguardo della madre, che la invitò silenziosamente a non sindacare troppo sull’apprensività paterna.

- Non accadrà nulla, so badare a me stessa, perciò stai tranquillo papà. –

- Lo so -, riconobbe, - sei una ragazza in gamba ma ti troverai in un altro continente e gli yankee sanno essere fin troppo espansivi. –

- E gli piace anche sperimentare cose strane – aggiunse Derek, beccandosi per tutta risposta un’occhiataccia da Elizabeth e un pestone sul piede dalla sorella.

- Ma cosa ne vuoi sapere tu, moccioso. –

- Io so un sacco di cose. –

- Sì, se riguardano i mille modi in cui ti rendi insopportabile non stento a crederlo. –

- Ragazzi -, li interruppe Elizabeth, - almeno il primo settembre riuscite a non saltarvi al collo? Vorrei cominciare a godermi i nove mesi senza di voi e le vostre litigate fin da subito. –

I due fratelli tacquero, continuando a fissarsi in cagnesco per qualche secondo, e poi annuirono una dopo l’altra.

- Va bene, mamma … ma adesso sbrighiamoci, voglio salutare lo zio Killian prima della partenza. –

- E figurati se non lo dicevi, cocca dello zio. –

Diana rivolse una linguaccia al fratello e poi sgattaiolò fuori tenendo strettamente tra le mani il trasportino contente il suo gatto.

Ilvermorny l’aspettava e questo aveva la precedenza su tutto, anche le litigate con suo fratello.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ah, nel caso vi steste chiedendo che faccia abbia Edward Zabini, dal momento che l’ho nominato diverse volte anche nel corso della storia, eccolo qui:

   
 
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