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Autore: Altair13Sirio    29/09/2018    2 recensioni
Non è mai stato facile vivere la vita dell'eroe per Robin, così come per Cyborg, Stella, Corvina e BB. Nonostante tutto, i Teen Titans sono riusciti a superare quel senso di "strano" che li circondava ovunque andassero e hanno deciso di andare avanti; sono diventati una famiglia, le loro amicizie e i loro amori si sono intrecciati e dopo tanto tempo finalmente i cinque eroi hanno capito cosa dovevano fare.
Tutto questo può sembrare normale agli occhi di un adulto, capace di comprendere quali siano i doveri di un supereroe e le difficoltà che porta questo tipo di vita, ma agli occhi di una bambina? Una piccola bambina eccentrica e piena di vitalità, incapace di vedere il male nella gente, come può vivere una situazione simile e in che modo potrà mai crescere se non riesce a distinguere il bene dal male?
Luna è una bambina cresciuta sotto una campana di vetro e che è sempre stata a contatto con questo mondo, vivendolo in prima persona; il suo amore per la sua famiglia è eguagliato solo dal suo desiderio di vivere la vita liberamente, incontrando tante persone e amici nuovi. Ma sarà difficile attuare questo sogno, essendo lei la figlia di un supereroe.
Genere: Azione, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Titans Legacy'
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Robin convocò i Titans nella sala comune quando Luna fu andata a fare i compiti, nel tardo pomeriggio. Sembrava avere diverse idee che gli frullavano per la testa, perché quando contattò tutti quanti assunse un tono molto sbrigativo ed eccitato.
Ovviamente nessuno si rifiutò di seguire quella richiesta e in breve si ritrovarono tutti nella grande sala che dava sull’oceano con le sue grandi finestre panoramiche, dopo aver interrotto ognuno quello che stavano facendo.
Di solito quando Robin chiamava i Titans a raccolta in quel modo era per discutere un imminente piano di azione o per organizzare le loro prossime mosse contro il crimine, ma quel giorno il leader approfittò della situazione per rivelare tutto quello che sapeva sulla loro indagine  e che aveva confidato solo in parte ad alcuni membri della squadra.
Approfittando dell’assenza di Luna Bianca, partì proprio dalla parte del discorso che riguardava lei e quando tutti furono riuniti di fronte al centro operativo della sala comune, Robin si decise a parlare.
<< Sarò molto diretto: sospettiamo che Luna Bianca sia in pericolo. >> Furono le parole con cui esordì, provocando il silenzio nella sala. Stella Rubia, che era la più impressionabile e quella più vicina a quell’argomento, si sedette sul divano senza dire niente, avvertendo il bisogno di appoggiarsi da qualche parte.
<< Che… Che vuoi dire, Robin? >> Fece BB notando la reazione della Tamaraniana, pensando che il tono del suo amico avesse dato un peso inadeguato a quella situazione. Sperava in qualche modo di spingere il leader a spiegarsi in modo da poter rassicurare Stella, ma l’espressione del supereroe mascherato rimase la stessa per tutto il tempo e non ritornò mai sulle sue parole.
<< E’ da alcuni giorni che pensiamo che Luna possa essere il bersaglio di alcuni criminali con cui siamo entrati in contatto di recente. Tutto è cominciato il giorno dell’arresto di Johnny il Rancido, quando lui provò a spararle; da quel momento ci sono stati sempre più episodi che hanno messo in discussione la sicurezza di Luna e che sembravano suggerire sempre di più la possibilità che non si trattasse di casi fortuiti. >> Spiegò Robin rimanendo impassibile, senza mai mostrare un briciolo di incertezza o preoccupazione. << I continui tentativi degli H.I.V.E. di tenerci lontani da lei e il crescente interesse di Maschera Nera nei suoi confronti e la sua sicurezza dimostrano che Luna è al centro di qualcosa molto più grande di lei. >>
<< Vuoi dire che quando ieri sera siete stati attaccati dagli H.I.V.E., era perché miravano a lei? >> Chiese BB facendo un passo in avanti. Cyborg e Corvina si voltarono verso di lui e lo fissarono amareggiati: in effetti oltre a Stella lui era l’unico a non sapere niente di tutto quello, il che poteva creare frustrazione o risentimento in lui dato che in fondo era stato scelto per proteggere Luna la sera precedente e anche altre volte. La fiducia riposta in lui in tutte quelle occasioni adesso sembrava essersi trasformata in un desiderio di tenerlo all’oscuro della verità.
<< Pensiamo che avessero intenzione di distrarre chi si trovava fuori per attaccare la base sguarnita. >> Rispose Robin annuendo.
<< Per questo era importante che tornassimo indietro subito. >> Aggiunse Corvina. << Se gli H.I.V.E. Five avessero veramente attaccato questo posto, forse BB non avrebbe potuto affrontarli da solo. >> Ora Stella e Cyborg comprendevano il motivo della foga di Corvina quella sera e la sua decisione a trattenere Cheshire e Soldato Hive per far scappare i suoi amici; per tutto quel tempo lei aveva pensato a Luna.
Beast Boy sembrò irritarsi per il troppo pensare, poi scosse vigorosamente la testa e chiese:<< D’accordo, ma in tutto questo perché gli H.I.V.E. Five dovrebbero avercela con Luna? E perché anche Maschera Nera è interessata a lei? >>
Il silenzio che seguì le insistenti domande di BB non fece che rendere ancora più pesante l’atmosfera: quel silenzio diceva “non lo sappiamo” ed era un pensiero davvero spaventoso per quelle persone.
<< Sembra che Maschera Nera voglia aiutarci… >> Disse Corvina alzando la voce. << Ha sempre dichiarato di non essere nostra nemica e ci ha anche permesso di tornare alla torre prima che gli H.I.V.E. Five potessero attaccare… Ma la sua posizione è incerta: Johnny il Rancido ha cercato di fare del male a Luna, e lui stava lavorando per lei in quel periodo. >>
<< In pratica, non possiamo fidarci di nessuno. >> Commentò un po’ deluso Cyborg. Corvina annuì amareggiata. Sapeva che sarebbe stato bello sapere di poter contare su qualche alleato in quella situazione così complicata, ma non dovevano dimenticare che anche Maschera Nera era una criminale e come tutti i criminali aveva uno scopo ben preciso per agire nel modo in cui faceva.
<< In fondo è sempre stato così. >> Aggiunse Robin con tono noncurante, come se non gli importasse molto di quella loro situazione di isolamento.
<< In realtà no! >> Lo corresse Corvina voltandosi di scatto. << All’inizio avevamo noi, contavamo l’uno sull’altro; poi sono arrivati i Titans onorari e la nostra “famiglia” è cresciuta ogni giorno di più. Noi non siamo soli, Robin. Possiamo contare sull’aiuto di tanti amici, se lo vogliamo. >>
Le parole di Corvina volevano rimproverare il leader per aver pensato ancora una volta a non volersi fidare di nessuno, abitudine che aveva promesso di abbandonare poche ore prima. Lui se ne rese conto quasi subito, e infatti le chiese scusa. Il silenzio tornò a riempire in modo innaturale la stanza.
<< Quindi state consigliando di chiedere aiuto ai Titans onorari? >> Disse Cyborg guardandosi intorno, chiedendosi come quella potesse essere una buona idea.
<< Non necessariamente, ma potrebbe essere una soluzione… >> Rispose Corvina lasciando intendere di essere seria quando diceva che loro non erano soli. << Forse Maschera Nera stessa sarà nostra alleata. >>
<< Lo escludo! >> Ribatté secco Robin questa volta. Il suo sguardo si era fatto più deciso, come fosse certo che non avrebbe mai accettato la collaborazione di Maschera Nera. Questa volta Robin non spiegò il motivo dei suoi dubbi sulla criminale, ma bastò il silenzio che si venne a creare per far capire ai Titans che nessuna argomentazione gli avrebbe fatto cambiare idea.
<< D’accordo, per il momento escluderemo Maschera Nera dalla lista dei possibili alleati… >> Disse Corvina portandosi una mano sulla testa e passandosi le dita tra i capelli. << Ma non possiamo ignorare il fatto che le sue azioni siano state di grande aiuto per noi. >> Detto questo lanciò uno sguardo intimidatorio a Robin per dirgli di non chiudere la mente e concentrarsi solo sulle proprie idee. Non riuscì a capire se il messaggio fosse arrivato a destinazione o no perché poi Robin distolse lo sguardo e cambiò argomento.
<< Comunque, questo ci porta al secondo punto di cui volevo parlarvi: dobbiamo agire! >> Disse il leader incrociando le braccia e raddrizzando la schiena per apparire più alto e possente. << Non possiamo semplicemente aspettare che Maschera Nera faccia la sua mossa ogni giorno: cosa faremmo se dovesse decidere di non essere più tanto generosa? >>
<< Che cosa hai intenzione di fare? >> Chiese Corvina un po’ infastidita dalle continue allusioni alla sua sfiducia nei confronti di Maschera Nera.
<< Questa notte non avete potuto seguire il segnale del mio trasmettitore perché mi tenevano in ostaggio, ma adesso siamo tutti qui e possiamo decidere cosa fare senza preoccuparci dell’effetto che avranno le nostre azioni! >> Si voltò rapidamente e raggiunse il computer centrale della sala comune; lo accese mostrando che lo schermo fosse solo in stand-by, poi digitò qualcosa sulla tastiera e cominciarono a comparire dei riquadri: una mappa e un programma di ascolto per le onde radio.
Robin si mise delle cuffie alle orecchie e dopo essersi seduto alla postazione cominciò a parlare continuando a digitare:<< Se ho capito una cosa di Maschera Nera, è che vuole tenere con sé dei “trofei” dei suoi avversari sconfitti; per questo mi ha portato via la maschera. >> Si voltò un attimo dandosi un colpetto a uno degli angoli della sua mascherina. Gli altri Titans si avvicinarono mentre lui tornava a concentrarsi sullo schermo. << Seguendo lo stesso ragionamento, potrebbe aver tenuto anche il mio trasmettitore. E se il trasmettitore è là, il computer potrebbe rilevare la sua posizione e permetterci di tendergli una trappola! >>
<< Frena un secondo, Robin! >> Si agitò Corvina allungando una mano e posandola sulla spalla del leader. << Chi ci dice che questa non sia una trappola? Maschera Nera non è il tipo di criminale da fare errori così ingenui. Potrebbe anche aver gettato via il trasmettitore per depistarci. >>
Robin si voltò a malapena incontrando lo sguardo apprensivo della maga e mostrò di essere del suo stesso parere. << Lo so, ma non abbiamo altra scelta se non tentare questo! Non è che sappiamo dove si nascondano gli H.I.V.E. Five e al momento Maschera Nera è l’unica persona con cui potremmo provare a metterci in contatto. >> Tornò a guardare davanti a sé facendosi cupo. << Sono sicuro che lei sa molto più di quanto voglia farci credere su questa storia! >>
<< Ma non possiamo prendere e andare all’attacco così all’improvviso! Hai detto tu che gli H.I.V.E. Five ci tengono d’occhio e aspettano il momento che ci allontaniamo per fare del male a Luna. >> Protestò Cyborg cercando di far ragionare il suo amico, che però continuava a cercare di localizzare le onde trasmesse dal suo apparecchio.
<< Per questo dobbiamo escogitare un piano! >> Ribatté il leader continuando a guardare davanti a sé, lottando sempre di più con quel sistema che faticava a localizzare la sorgente del segnale. Passarono alcuni secondi, poi aggiunse:<< Ma non possiamo fare niente se questo coso non fa il suo dovere. >>
Cyborg alzò lo sguardo verso lo schermo. Il programma non sembrava dare alcun risultato mentre scandagliava l’intera città in cerca di onde della stessa frequenza dei trasmettitori dei Titans; poteva essere che il trasmettitore di Robin fosse fuori dalla portata del radar, oppure che fosse stato distrutto… I Titans rimasero immobili nel silenzio della sala, osservando lo schermo che continuava a cercare invano il segnale del trasmettitore. Forse il fatto che Robin non riuscisse a trovarlo era un bene.
Mentre tutti quanti si rilassavano per un attimo e mettevano da parte le discussioni, una flebile voce li fece voltare tutti: Stella Rubia era ancora seduta sul divano e fissava il vuoto di fronte a sé.
<< Amici… >> Disse terrorizzata. << Perché Luna… Perché la mia Nirihs'Oūm è nel mirino di quei zorrkerrva? >>
I suoi occhi cominciarono a inumidirsi e le sue guance furono rapidamente rigate dalle lacrime, mentre gli altri Titans assistevano al suo sfogo incapaci di capire cosa stesse succedendo. Stella sembrava davvero triste; stringeva i denti con forza, come se volesse sforzarsi di trattenere i gemiti del suo pianto, ma in quello sforzo si riusciva a vedere ancora di più il suo dispiacere e il suo viso si contraeva ancora di più.
<< Non ce la posso fare… >> Mormorava tra un singhiozzo e l’altro. << Non ce la posso fare a sopportare tutto questo in continuazione… >> La notizia dei sospetti di Robin sugli H.I.V.E. Five l’aveva sconvolta, perché fino a quel momento aveva pensato che almeno Luna Bianca fosse sempre stata al sicuro; adesso pensava che ovunque fosse avrebbe rischiato di essere aggredita, rapita o ferita. << Perché deve succedere tutto questo… E’ solo una bambina… E’ solo… >> A un certo punto la principessa aliena cominciò a parlare in tamaraniano e si portò le mani alle tempie, scuotendo la testa in continuazione, rifiutandosi di ascoltare le voci degli altri o concentrare lo sguardo su qualcosa.
Nessuno aveva prestato attenzione a lei durante quella discussione perché la sua reazione era stata la più silenziosa di tutte; semplicemente, Stella non aveva avuto il tempo di accettare ciò che aveva appena scoperto e si era ritrovata ancora una volta di fronte allo stress di non sapere niente e alla paura di non poter proteggere sua figlia. Il suo silenzio l’aveva resa invisibile e tutti quanti si erano concentrati sul piano di Robin mentre lei affrontava lo shock da sola, cercando di dare un senso a quello che era successo.
<< Stella… >> Mormorò Robin tristemente, allontanandosi dalla postazione di comando. Assieme a lui, anche gli altri Titans le si avvicinarono in cerchio.
Stella continuava a sospirare e cominciò a strofinarsi ardentemente le mani agli occhi per cercare di scacciare le lacrime, che però venivano subito sostituite da altre lacrime. << Dimmi, Robin… >> Esalò con voce debole. << Perché abbiamo dovuto mandarla a scuola? >>
Ancora una volta il punto della questione era tornato là: perché avevano dovuto portare Luna a scuola? Stella stava probabilmente pensando che tenendola al sicuro nella loro casa, la bambina non avrebbe mai rischiato nulla, non avrebbe mai corso i pericoli davanti ai quali si trovava ora; tutte le difficoltà e le preoccupazioni vissute negli ultimi giorni non ci sarebbero mai state, e i Titans sarebbero stati per sempre felici. Stella non voleva che sua figlia soffrisse, ma si stava chiedendo se tutto quello fosse necessario…
<< Stella… >> Ripeté Robin deluso. Sapeva che Stella avrebbe preso male la notizia dei suoi sospetti che vedevano gli H.I.V.E. Five osservare ogni mossa di Luna Bianca per chissà quale losco scopo; semplicemente sperava che potesse in qualche modo comprendere e accettare tutto quello, non abbattendosi come invece stava accadendo. << Mi dispiace di non avertelo detto… >>
Robin si scusò prima di tutto per aver tenuto la moglie all’oscuro di quella informazione che, tuttavia, non avrebbe aiutato in alcun modo a superare la malinconia che si era impossessata di lei negli ultimi tempi; adesso i Titans capivano perché Robin aveva preferito tenere per sé alcune informazioni, segreti che avrebbero potuto scatenare reazioni troppo difficili da controllare o anche solo far soffrire così tanto.
<< So che in questo momento starai pensando che tutto quello che abbiamo fatto per permetterle di andare a scuola è stato inutile, ma non è così. >> Le disse Robin avvicinandosi a lei e abbassandosi per entrare nel suo campo visivo e cercare di incrociare il suo sguardo. << Forse impedendo a Luna di andare a scuola, avremmo potuto risparmiarci un po’ di problemi; forse nasconderla in casa e impedirle di uscire l’avrebbe tenuta al sicuro per sempre; forse Luna Bianca sarebbe potuta crescere nel modo più sano possibile senza dover mai mettere piede fuori dall’isola, studiando tutto il necessario e anche di più con noi e preparandosi ad affrontare il mondo come facemmo noi a suo tempo… Ma sarebbe stato giusto? >> Prendendo i gomiti di sua moglie, Robin la strinse leggermente dandole una scossa di vitalità e facendola concentrare su di sé. << Avresti voluto veramente che Luna diventasse come noi, pur avendo avuto la possibilità di vivere una vita normale? >>
Stella non diede alcun segno di aver ricevuto il messaggio di Robin, non mosse gli occhi, ma dopo la domanda di lui cominciò a muovere orizzontalmente la testa, molto lentamente.
<< Esatto. Tu hai visto la tua famiglia voltarti le spalle e donarti come prigioniera ai nemici. Corvina è stata utilizzata come un’arma da suo stesso padre e ha vissuto per anni nella paura delle sue capacità, odiando la propria esistenza. Cyborg ha perso tutto quello che aveva in un incidente e ha cominciato a fuggire dal mondo per non far vedere ciò che era diventato. BB è cresciuto in una squadra che viaggiava per il mondo e combatteva il crimine, credendo che al mondo non esistesse altro. Io… >> Si arrestò per un momento, esitando a parlare. Nonostante il suo tentennamento, Robin riprese subito a parlare pieno di sicurezza nella voce:<< Io ho perso i miei genitori quando ero un ragazzo, e da quel momento ho vissuto solo per vendicarli, inseguendo un ideale sbagliato. >>
La confessione di Robin sembrò molto spontanea, ma tutti i Titans avvertirono il grande sforzo che fece il loro leader per aprirsi un po’ di più e raccontare qualcosa della sua infanzia. In fondo aveva promesso di non avere più segreti, e in quel momento era importante non tenere niente nascosto per riuscire a far capire a Stella l’importanza del suo discorso.
<< Queste non sono vite che vorresti che nostra figlia provasse sulla sua pelle. Vorresti solo che non le accadesse niente, per vederla crescere forte e sana senza alcun pericolo; ma anche questo è impossibile. >>
Robin fece una pausa, sapendo che quelle sue parole avrebbero smosso qualcosa nell’animo di Stella e l’avrebbero spinta a dire qualcosa, a reagire in qualche modo. E infatti la Tamaraniana inspirò con fatica e si asciugò di nuovo le lacrime dagli occhi, questa volta con più delicatezza, e si sforzò di mantenere un certo contegno; alzando poi lo sguardo, chiese al marito:<< E quindi cosa dovremmo fare? >> Aveva ancora la voce spezzata dal pianto, avrebbe potuto riprendere a singhiozzare in qualsiasi istante. Robin doveva scegliere con cura le prossime parole.
Robin abbassò lo sguardo per un istante e preparò la sua risposta. << Proteggerla. >> Disse. << Guidarla lungo la sua via per far sì che non si perda e sappia sempre cosa fare. >> Alzando lo sguardo, si sfilò lentamente la maschera dal volto e sorrise a Stella, mostrando i suoi occhi azzurri alla luce del giorno senza alcun timore. Stella non riuscì a rasserenarsi pur vedendo quel volto così sincero del marito, ma mostrò di aver capito; anche se tutto sembrava così buio, c’era sempre un modo per assicurare un futuro felice alla loro bambina. Forse avrebbe dovuto affrontare prove molto più grandi di lei, forse avrebbe dovuto addirittura soffrire in alcuni momenti precisi della sua vita; ciò non toglieva che Luna Bianca avrebbe avuto ogni possibilità per poter crescere nel miglior modo possibile e i suoi genitori avrebbero dato il massimo per permetterglielo.
<< Possiamo veramente proteggerla sempre? >> Chiese inaspettatamente Corvina, attirando l’attenzione dell’intero gruppo e riempiendo di stupore i loro volti. Perché adesso Corvina, che era proprio la persona che più si impegnava per proteggere Luna, era diventata così pessimista?
<< Che stai dicendo? >> Chiese BB incredulo, quasi oltraggiato da quell’intervento della sua amica. << Abbiamo fatto tanto lavoro per assicurarci che tutto andasse per il meglio, e ora proprio tu pensi che potremmo non farcela? >>
Corvina alzò lo sguardo stancamente verso BB e lo fissò come se non volesse rispondere. Nella sua espressione si poteva leggere la spossatezza di qualcuno che non sapeva più cosa fosse giusto fare. << Siamo abbastanza sicuri che Luna Bianca sia l’obiettivo di molti criminali e fino ad ora siamo sempre riusciti a respingerli. Ma negli ultimi tempi siamo stati troppo deboli, ci siamo fatti sopraffare facilmente da avversari che un tempo avremmo sistemato senza troppi problemi; non solo, non abbiamo idea di cosa potrebbero voler fare e dalle informazioni in nostro possesso potrebbero tenerci sotto sorveglianza quasi costantemente. >> Strinse i pugni con forza e il suo mantello si agitò un poco, spinto forse da delle onde prodotte inconsciamente con i suoi stessi poteri. << Qualunque mossa che facciamo, i criminali hanno pronta una risposta; chi ci dice che non stiano semplicemente seguendo i piani e vogliano farci brancolare nel buio ancora un po’ prima di attaccare seriamente? >>
Corvina era arrabbiata. Forse il fatto di essere stata tenuta all’oscuro, come i suoi amici, di informazioni che avrebbero potuto fare comodo alla squadra e avrebbero permesso una coordinazione più efficiente aveva finalmente fatto esplodere il suo autocontrollo. Se anche lei si lamentava dell’andamento delle cose nella squadra, doveva esserci un problema grosso alla base di tutto, e la maga pensava di averlo già individuato:<< I nostri nemici stanno giocando con noi. >>
Corvina si mise ad elencare tutti i loro scontri recenti con criminali vecchi e nuovi: parlando prima dei combattimenti con gli H.I.V.E. Five, fece notare come tutto sembrasse inizialmente volgere per il meglio, per poi vedere la situazione ribaltarsi completamente a favore dei criminali, che ogni volta riuscivano a riprendersi e a scappare, lasciando agli eroi una sensazione di essere stati presi in giro; dopo di quello riportò alla memoria lo scontro di Stella Rubia nella gioielleria con Chat Noir, dove la ladra mascherata non aveva fatto altro che incassare i colpi della Tamaraniana e attaccare principalmente attraverso le parole con l’intento di farla irritare. Chat Noir, arrivato il momento di tagliare la corda, aveva totalmente ignorato la supereroina che aveva davanti e si era dileguata nel più breve tempo possibile. L’ultimo e ovvio esempio che portò alla questione Corvina fu Maschera Nera, le cui capacità sembravano superare di gran lunga quelle di tutti i Titans.
Maschera Nera era riuscita a giocare con Robin e Cyborg senza problemi e a metterli in condizioni di non nuocere, aveva nuovamente reso innocuo un Robin ardente di spirito combattivo e si era poi lanciata in mezzo alla mischia per difendere Corvina, affrontando alla pari Soldato Hive e Cheshire. Una persona che riusciva a tenere a bada con tanta facilità non solo loro, ma anche altri criminali con cui i Titans avevano avuto difficoltà poteva significare due cose: o Maschera Nera era immensamente più forte di tutti loro, oppure quella con gli H.I.V.E. Five era stata una messinscena per fargli credere di avere un’alleata potente.
<< Tutti questi avversari potenti potrebbero essersi messi d’accordo per farci sentire inferiori a loro sotto ogni aspetto, e una persona che non riesce a vincere cercherà sempre un altro modo per succedere! Il loro piano potrebbe essere quello di farci chiedere aiuto a qualcuno di loro, credendo di poter diventare più forti, e proprio quando meno ce lo aspetteremo ci attaccheranno da ogni lato, schiacciandosi senza alcuna difficoltà! >> Concluse Corvina, facendo notare con quella sua spiegazione come sembrasse non esserci alcuna via di scampo dalla loro situazione.
Robin, che aveva ascoltato le parole della maga con attenzione, mostrò di essere scettico alle sue deduzioni. << Mi sembra molto improbabile, anche se potrebbe essere una ipotesi come tante. >> Disse spostandosi e mettendosi a sedere accanto a Stella, mostrando di essere calmo e lucido. << Tuttavia dobbiamo pensare ai fatti: Maschera Nera è entrata in azione per difenderci contro gli H.I.V.E. Five. Se fosse stata in combutta con loro, anche solo far finta di combattere sarebbe stata una mossa controproducente; anzi, avrebbero potuto approfittare della trappola che avevano teso per eliminarci tutti quanti e concentrarsi in seguito su Luna con più calma. >> Allargò le braccia con teatralità. << Indurci ad unirci a loro? Perché mai, se sin dal nostro primo incontro Maschera Nera ci ha sempre detto di farci  da parte? >>
<< E poi Chat Noir ha negato più volte di lavorare con Maschera Nera, non ricordate? >> Intervenne BB facendo un passo avanti, ricordando il racconto di Stella Rubia del suo scontro con la criminale mascherata. Gli altri annuirono, ma sembrarono non essere d’accordo.
<< Già, tuttavia lei era presente la notte dell’evasione di Coso e Billy; era sull’elicottero di Johnny ed è rimasta lì a combattere fino al nostro atterraggio. Ho il sospetto che tutto ciò che dica quella donna sia accuratamente elaborato per portarci fuori strada. >> Spiegò Robin, vanificando il tentativo di consiglio di Beast Boy, che sembrò venire a conoscenza di quel particolare solo in quel momento.
<< In ogni caso, non possiamo restare nello stato attuale. >> Sbottò Corvina leggermente infastidita. << Le nostre capacità non sono sufficienti per affrontare i nemici che ci troviamo di fronte e non è detto che una alleanza con gli altri Titans possa essere efficace. Se vogliamo assicurarci di poter proteggere efficacemente Luna e la città, dovremo cambiare modo di agire. >>
<< Non è detto. >> Disse Robin alzandosi e guardando Corvina dritto negli occhi. Anche lei lo fissò intensamente, ma senza mostrare il minimo interesse in ciò che aveva da dire.
Robin fece qualche passo in avanti e oltrepassò Corvina per raggiungere il computer, che ancora stava elaborando dati. << Una buona tattica potrebbe essere sufficiente a neutralizzare i nostri nemici: conosciamo gli H.I.V.E. Five da una vita, non ci vorrà molto per trovare un piano che sfrutti i loro punti deboli! >> Si voltò dopo aver guardato per un istante il monitor gigantesco del computer. << E riguardo Maschera Nera, la sua squadra è composta per lo più da gente che conosciamo: Coso, Billy Numerous, Mumbo e Johnny il Rancido… Tutta questa gente l’abbiamo mandata in prigione decine di volte! Per non contare che ormai conosciamo bene Maschera Nera e anche Chat Noir. >>
Quell’ultima parte del discorso di Robin sembrò un po’ troppo ottimista, ma nessuno disse niente perché ovviamente il loro leader non avrebbe mai pensato di attaccare a testa bassa senza un piano.
<< Se riusciamo a prenderli di sprovvista e facciamo in modo che non possano nuocere, potremo finalmente far loro le domande che vogliamo e capiremo qualcosa di più su questa storia! >> Esclamò lui stringendo un pugno con convinzione. Guardò le espressioni perplesse dei suoi amici subito dopo e aggiunse con un po’ di incertezza:<< Sempre che voi siate con me. >>
Quell’ultima frase sorprese non poco i Titans, che per un attimo avevano pensato si stesse manifestando davanti a loro il “vecchio” Robin, quello che decideva tutto da solo e che faceva la voce grossa con i suoi compagni. Avevano rimosso dalla memoria il momento in cui lui aveva promesso loro che non si sarebbe più comportato in quel modo egoista e presuntuoso, valutando con attenzione ogni scelta e includendoli maggiormente nei suoi piani.
<< Ve l’ho detto: se lavoriamo insieme possiamo farcela. Ma è necessario che questo piano sia approvato all’unanimità, e non intendo che dobbiate farvelo andare bene; se dovesse esserci anche solo un dettaglio con cui non siete d’accordo, dovrete farmelo sapere e lavoreremo insieme per trovare un altro modo! >>
Quelle parole, pronunciate con tanta veemenza, sembrarono venire fuori direttamente da uno di quei film di avventura che BB aveva visto migliaia di volte, dove il capo finiva sempre per incitare i suoi compagni con qualche discorso epico o parole di incoraggiamento… Sembrava quasi che dovessero affrontare la più grande delle battaglie, e forse era davvero così; Beast Boy non poteva non lasciarsi trascinare da quelle parole.
<< Io… Credo che mi vada bene. >> Mormorò incerto, alzando prima la mano e poi abbassandola, incrociando le braccia e continuando a muoversi lateralmente rimanendo sempre nello stesso punto. << Insomma… Abbiamo sempre seguito i piani di Robin, ed è sempre andata bene. Anche questa volta hai avuto l’idea migliore, quindi perché non dovremmo ascoltarti? >>
Robin sorrise grato a BB per aver esternato quel suo pensiero. Le parole dell’omino verde sbloccarono così una situazione che forse non si sarebbe potuta sbloccare senza l’intervento di qualcuno, e forse fu proprio grazie a BB che Cyborg prese la parola in seguito:<< Io sono sempre stato al tuo fianco, Robin… Ho sempre riposto fiducia nelle tue capacità di giudizio, perché sapevo che in fondo non potevamo chiedere di meglio. Tuttavia, quando hai detto che avremmo fatto evadere Billy Numerous e Coso, ho pensato che stessimo andando un po’ troppo oltre, che stessimo facendo qualcosa di sbagliato. >> Alzò lo sguardo serio per mostrare quanto poco avesse intenzione di scherzare in quella situazione; anche lui si sentiva colpevole di ciò che era accaduto e anche lui aveva mentito agli altri, quindi non poteva certo continuare a comportarsi come in passato. << E se avessi avuto la possibilità di farlo, ti avrei seguito e ti avrei fatto scendere da quell’elicottero in fuga, perché sapevo che stavi commettendo un grosso errore, una grandissima stupidaggine. D’ora in poi mi assicurerò di non commettere più gli stessi errori: ti starò attaccato per tutto il tempo e mi assicurerò che ogni tua decisione sia ben ponderata e priva di rischi che si potrebbero evitare usando un po’ il cervello! Preparati, perché sarò più fastidioso di una zanzara attaccata alle orecchie mentre dormi! >>
Le parole di Cyborg fecero sorridere Robin, che forse si aspettava una risposta simile dall’amico che per tutto quel tempo aveva semplicemente accettato ogni suo capriccio cercando di adattarsi a ogni suo piano senza fiatare; era stato molto leale fino a quel punto, ma come avevano già detto, non potevano restare fermi.
Rimanevano da ascoltare le risposte di Corvina e Stella Rubia; BB era fiducioso che accettassero la proposta del leader, viste le promesse di Robin e le sue spiegazioni che mostravano quanto fosse necessario procedere con quel piano, ma Cyborg e Robin la pensavano diversamente: specialmente Corvina, Robin temeva che si potesse rivelare una accanita oppositrice di quel suo piano. In fondo lei era sempre stata cauta e aveva sempre preferito agire con cautela, senza mai scoprirsi troppo; cercare di prendere in contropiede gli avversari, anche se con un piano ben congegnato, era un salto nel vuoto e nessuno sapeva come si sarebbero potute evolvere le cose una volta entrati in azione.
Lo sguardo della maga era scontroso, sembrava voler incenerire i tre uomini che si erano messi di fronte a lei. Qualcosa nella sua figura la rendeva tremendamente letale nonostante non stesse muovendo un muscolo: gli avambracci incrociati che fuoriuscivano dal suo lungo mantello, le gambe tese e scolpite che slanciavano la sua figura verso l’alto, o forse semplicemente quella smorfia di disapprovazione, quasi di disgusto verso quel trio che sembrava essersi coalizzato verso di lei, dava alla donna un’aria micidiale.
Agitò un braccio verso l’alto, come se si stesse lasciando qualcosa alle spalle, e abbassò lo sguardo sospirando. << Sei un pazzo, Robin. >> Disse, facendo sprofondare le speranze dei Titans per un istante. << E nonostante la tua pazzia, sei sempre in grado di convincere la gente. >> Di colpo la maga sembrò abbandonare ogni barriera e, sospirando ancora una volta con aria rassegnata, abbassò le braccia uscendo da quella posizione di difesa. << Sono con te, ma sappi che ti terrò d’occhio in ogni momento! >>
Lo sguardo della maga non sembrava trasmettere molta empatia, ma il suo tono lasciò intendere che aveva la completa fiducia in Robin e nei suoi piani. Senza pensare all’avvertimento di Corvina, Robin sorrise con sollievo sapendo di poter finalmente contare sull’approvazione di Corvina, che era uno dei membri più saggi dei Titans.
L’ultima da convincere era Stella, che però non aveva dato alcun segno di voler rispondere alla domanda del leader: dopo aver parlato con Robin se ne era rimasta seduta sul divano a fissare il vuoto, tornando in quel suo stato assente di prima. Stella probabilmente stava ancora pensando alle rivelazioni di Robin su Luna Bianca e gli apparenti interessi che lei aveva suscitato sui criminali della città; ma a che pro una manciata di ladri e poco di buono avrebbero dovuto essere interessati a sua figlia? Per quanto si sforzasse di comprendere, non riusciva a capire il motivo di tutta quella faccenda.
Stella Rubia alzò lo sguardo lentamente dopo essersi accorta che tutti la stavano guardando, ma la sua espressione non cambiò di molto; il suo broncio si fece più marcato, come se fosse riluttante a voler dare una risposta ai suoi amici. Si era sempre fidata di Robin e di certo non avrebbe smesso proprio ora, in più lui le aveva fatto uno dei discorsi più belli che avesse mai potuto sentire e sapeva che diceva sul serio per ogni singola parola. Ciò che la preoccupava era il rischio di mettere ulteriormente in pericolo la vita di Luna, se loro si fossero dovuti spingere troppo oltre il limite, quella linea che li manteneva al sicuro tutti quanti e gli permetteva di tenere al sicuro anche la loro bambina; se avessero perso di vista quella linea, questa sarebbe svanita di colpo lasciando anche Luna al di fuori di quella “zona sicura” che avevano abbandonato. Voleva certezze, voleva qualcosa che le permettesse di pensare positivo e le facesse sapere che, qualunque cosa fosse successa, sarebbe andato tutto bene.
Non alzò lo sguardo quando cominciò a parlare, perché semplicemente aveva troppa paura di scoppiare in lacrime una volta tornata a fissare i suoi amici. << Io non ho nulla in contrario… Ma, Robin, io non credo che potrò continuare a sopportare tutte queste emozioni… >> Lentamente, trovando a poco a poco il coraggio per guardare in faccia gli altri, Stella cominciò ad alzare gli occhi. << Comincio ad avere paura… Paura di qualcosa che non dovrei temere. Ho paura e penso che qualunque cosa potrebbe fare del male alla nostra bambina. >> Ma era tutto inutile; i suoi occhi si inumidirono di nuovo, ancora più velocemente di prima. << Voglio fidarmi di te… Voglio fare del mio meglio, ma… E se tutto quanto avvicinerebbe Luna ancora di più a quei mostri? Io non voglio vederla soffrire. Voglio vederla felice, senza pensieri, senza paure… Ma ultimamente la sto vedendo diversa e ho paura che non sto facendo bene il mio lavoro… Ho paura di avere sbagliato. >>
Stella non riusciva più neanche ad esprimersi propriamente in quella lingua che dimostrava di non aver mai perfettamente padroneggiato, nonostante i tanti anni trascorsi a vivere sulla terra; il dolore e la paura l’avevano resa troppo fragile perché potesse riuscire a esprimere in modo adeguato la miriade di pensieri e sentimenti contrastanti che vivevano dentro di lei: voleva fidarsi di Robin e aiutare gli altri nella loro indagine, ma non voleva che Luna ne fosse coinvolta; tuttavia sapeva che Luna non sarebbe mai stata al sicuro se non avessero fatto qualcosa, ma allo stesso tempo avrebbe potuto rischiare di coinvolgerla ancora di più in tutto quello e l’idea di non fare niente la faceva sentire come se stesse abbandonando sua figlia alla mercé dei criminali. Qualunque azione in quell’intricato intreccio di decisioni rischiava di portare a uno sviluppo sgradevole e potenzialmente pericoloso; se Stella avesse potuto fermare il tempo lo avrebbe fatto immediatamente e avrebbe lasciato tutto in quel modo.
Vedendo che Stella continuava a tormentarsi su cosa avrebbe dovuto fare e cosa no, Robin le prese la testa fra le mani e poggiò delicatamente le labbra sulla sua fronte. << Non è così, Stella. Non hai sbagliato niente. A volte succedono cose che non si possono controllare e possiamo solamente provare a intervenire per riparare i danni, prima che sia troppo tardi. Questa è una di quelle situazioni… >> Lentamente le fece alzare lo sguardo per guardarla dritta negli occhi. << E, Stella, non c’è bisogno che tu soffra da sola; hai paura, ma anche io e gli altri ne abbiamo. Possiamo sconfiggerla se restiamo uniti e ci diamo da fare: noi possiamo essere più forti dei pericoli che incombono, dobbiamo solo esserne consci! >>
Stella guardò gli occhi di Robin mentre  i suoi erano già pieni di lacrime, poi abbassò lo sguardo e poggiò la fronte al petto di suo marito smettendo improvvisamente di tremare. << Va bene… >> Mormorò con voce in qualche modo più serena. << Se dici così, io posso farcela. >>
Robin sorrise con un po’ di amarezza; sapeva di aver rincuorato almeno un po’ Stella, ma non sapeva quanto fosse riuscito a convincerla di tutto quello. Adesso avrebbero dovuto lavorare per elaborare una strategia vincente contro Maschera Nera e i suoi, e nel frattempo avrebbero dovuto sviluppare un piano di difesa per proteggere Luna Bianca anche quando potevano essere in svantaggio.
C’era molto lavoro da fare, ma ora che erano tutti uniti potevano dare il massimo!
   
 
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