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Autore: Queen FalseHearth    29/09/2018    1 recensioni
Dal capitolo 2:
“C’era voluto un po’ di tempo, ma alla fine Gwen si riabituò alla sua routine. Era come se non avesse mai partecipato al reality: nessun riflettore l’accecava e le sfide che inseguiva riguardavano solo lo studio. Riaffrontò i pensieri di qualche mattina fa, le mancava il reality? Assolutamente no, ma non poté negare di essersi divertita un mondo e conosciuto emozioni e persone nuove. Per non parlare delle sensazionali avventure che aveva vissuto; negli ultimi giorni gli eventi più sbalorditivi furono la perdita momentanea del suo telefonino e l’aver trovato un dollaro per terra.
Vorresti vivere una nuova avventura, ma come?
Il telefono squillò. Una persona, guidato dal puro divertimento, aveva provveduto a sconvolgerle la vita senza permesso. La ricatterà per costringerla a lavorare nell’ultimo posto in cui una ragazza come Gwen vorrebbe lavorare, in un Maid Cafè.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gwen, Nuovo Personaggio | Coppie: Alejandro/Heather, Bridgette/Geoff, Duncan/Gwen
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale
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Maid Cafè
Capitolo 3 - Parte due


La gotica avevo lo sguardo altrove, con la divisa del Maid Cafè tra le mani che la sua mente scambiò per vesti dei carcerati. Non riusciva a smettere di pensare agli eventi che l’hanno condotta in questo posto: la folle serata sull’isola, la scuola, la chiamata di Chris. Dalla vendetta alla rassegnazione del giro di cinque minuti, nella sua mente era in corso una battaglia che non sapeva se avrebbe vinto. La sua inattenzione causò uno scontro con una ragazza, fortunatamente il vassoio di dolci che aveva in mano la sconosciuta non cadde. 
D’avanti a sé c’era una ragazza magrolina dai capelli biondi corti, occhi verdi giganteschi, viso tondo, labbra chiare, sopracciglia sottili arrotondate con forma obliqua (angoli esterni abbassati e interni sollevati) e soprattutto con la divisa da cameriera addosso. Non ne era sicura, ma Gwen aveva già visto il suo volto da qualche parte.
-Ma tu sei…-
-Sbadata, fallita …si lo sono!- di fronte a tanta insicurezza quasi si turbò.
-Sei fuori strada, volevo chiederti se sei Amy Mcbride- tutti avevano descritto la ragazza più popolare dell’Ohashi Hight School come una tipa tosta e scontrosa, il contrario di ciò che aveva d’avanti ma il suo aspetto continuava a ingannarla.
-No, sono la sorella gemella- Gwen tirò un sospiro di sollievo, era felice di essersi più o meno sbagliata. Aveva sentito che lo sport preferito di Amy fosse il gossip.
-Non sapevo che avesse una sorella gemella…bhe meno male…- la cameriera dagli occhi verdi cambiò totalmente espressione: aveva il volto di chi ha ricevuto una grande e piacevole sorpresa e che non sapeva descrivere i propri sentimenti a parole.
-Se tu fossi stata Amy sarei stata nei casini, avrebbe spifferato al mondo intero che lavorerò in questo postaccio. Tu non farai la spia vero?- la bionda scosse la testa con gli occhi che luccicavano ancora.
-Bene…per il momento sono salva- per questa volta le era andato bene, se dovesse incontrare qualcuno che la conosca sarebbe stata nei guai.
Courtney la stava aspettando, ritardare l’inevitabile sarebbe stata solo una perdita di tempo. Salutò la bionda con la spensieratezza di una statua.
La cameriera dagli occhi verdi non poteva crederci che qualcuno la preferisse a quella carogna di sua sorella; il fatto che fosse Gwen, la ragazza che stimava di più al mondo, le riempì il cuore di gioia. Lei e la sua amica Kitty parlavano sempre di lei durante i turni liberi, sicuramente quest’ultima sarà al settimo cielo scoprendo che Gwen sarà una maid come loro.
La cameriera camminò con schiena dritta al destinatario della torta alla frutta,  delle ciambelle al miele e del frullato alla panna.
-Ehi Sammy!- il suo cliente preferito la salutò, come al solito sopra la maglia bianca aveva messo una salopette blu scuro e si era dimenticato di pettinarsi i suoi capelli arancioni. Con la sola presenza ingombrava metà tavolo. Era molto alto e robusto, gli veniva sempre detto.
-Ciao Rodney, come stai?- chiese all’allegro campagnolo. Da quando si era trasferito in città, egli aveva trovato come amica Sammy, l’unica ragazza con cui riusciva a parlare. Aveva seri problemi di parlare con le donne dato che non era abituato alla loro vicinanza, ma Sammy aveva sempre avuto un effetto rassicurante e premuroso su di lui.
-Chi era quella?- chiese mentre Sammy sistemava i dolci sul tavolino con delicatezza e attenzione.
-Non l’hai riconosciuta? E’ Gwen! L’eroina del reality show più famoso di tutti tempi, Total Drama-
-Non sapevo che fossi una fan del programma- disse Rodney e Sammy accennò un sorriso mentre decorava la torta disegnando un cuore utilizzando la sacca a posh; con lui non doveva sforzarsi di fare la voce da bambina durante il servizio.
-Lo sai che stanno facendo i cast per un’altra stagione?- stringendo di più la sacca a posh, uscì più crema del dovuto rovinando la forma. Il cuore di Sammy batté all’impazzata.
-Sul serio?! Un’altra stagione di Total Drama?-
-Si, sono venuto in città per fare il provino, fallo pure tu!-
-Oddio…ci penserò, grazie per la notizia-

Il bagno era troppo piccolo per un locale così grande, il fasciatoio e i lavandini ostacolavano un po’ i movimenti. Si sentì soffocare.
Entrò nella prima toilette libera e si chiuse dentro. Era arrivato il momento di farlo. Non voleva rendere le cose più difficili per cui scacciò il demone dello sgomento.
Salutò i suoi abiti gotici e li sistemò per terra. La divisa s’infilò perfettamente sul suo corpo; anche quel vestito, l’emblema della sua tortura, voleva assistere più in fretta alla sua sconfitta. Voleva scomparire. Uscì dal bagno furtiva, in quel momento chiunque avrebbe potuto confonderla con una killer che tentava di dileguarsi dalla scena del crimine.
Gwen aveva di nuovo lo sguardo altrove, non voleva incontrare gli occhi di nessuno, solo il pavimento cristallino. Questa volta anche con le braccia conserte, cercava invano di nascondere il più possibile la sua divisa, aveva raggiunto l’orlo della vergogna. Innalzò lo sguardo solo per individuare e raggiungere Courtney, quest’ultima la riaccolse con una smorfia.
-Seguimi-
Vulnerabile e abbattuta, non poté fare altro che ubbidire. Il Maid Cafè era molto spazioso ma era pur sempre un locale di quattro pareti, dove la stava conducendo? In una stanza segreta per sbarazzarsi una volta per tutte di lei?
Courtney si stava dirigendo verso quel palco; Gwen non l’aveva mai osservato da vicino, se l’avesse fatto si sarebbe accorta della torre di cartone situata a destra del ripiano in tavolato di legno. Gwen pensò che fosse rubata da uno spettacolo teatrale ispirato a Rapunzel. Non trovando l’utilità di una struttura di scena in un Maid Cafè, Gwen pensò che avesse una funzione di vedetta; immaginò Courtney, con il cannocchiale, ad individuare il cliente che non lasciava una mancia per poi aggredirlo con la forza di un orso. Tipico di Courtney.
-Quella che hai incontrato prima è Samantha, ma noi la chiamiamo Sammy ed è anche il suo nome da Maid- disse Courtney.
-Nome da maid?-
-Si, non penserai mica che usiamo i nostri veri nomi! Per esempio, io sono miss Court- che originalità, pensò.
-Gwen è già la diminuzione del mio vero nome, quindi non c’è bisogno…-
-Tu sei la prima che deve cambiare nome- tagliò l’ispanica alzando la voce -oltre ad essere uno dei nomi peggiori della storia, renderà facile nascondere la tua identità. Non voglio che qualcuno ti riconosca, sarebbe…un inconveniente.-
-Giusto-
Ancora non se l’immaginava come capo, come sarebbero stati i suoi ordini? Sapeva gestire una caffetteria? Ma soprattutto: ma non è minorenne come lei? Come ha fatto ad aprire un Maid Cafè!
Stava per chiederlo ma senza rendersi conto Courteny era già sul palco, Gwen fece un enorme sforzo nel salirci senza supporto. L’ispanica-canadese la invitò a salire su quella torre di cartone; la protagonista escluse che il suo piano consistette nel buttarla giù una volta arrivata in cima, c’erano almeno una quindicina di testimoni.
All’interno non era finto come s’immagino, ma c’erano delle scale di ferro in grado di supportare due persone, le mura sembravano fatte di pietra. Alla fine delle scale trovò una piccola stanza con solo una finestra. Courtney appoggiò i suoi gomiti sul davanzale di cartone.
Si poteva vedere tutto la caffetteria. Fu così iniziò la presentazione delle colleghe.
-Non ho mai fatto una cosa del genere, l’ultima volta che è venuta una nuova non ero al comando- spiegò senza che le fu detto nulla al riguardo. Non ci fu bisogno di Courtney: Gwen riconobbe già una ragazza dalla pelle abbronzata e capelli resistenti come l’acciaio accompagnare un ragazzo a un tavolo.
-E’ Anne Marie! Quella della quarta stagione!- …e che aveva limonato con il fidanzato della sua nuova amica.
-Qui è Diamond. E’ la Maid che mi abbia dimostrato più rispetto e ha un cuore d’oro, insieme a lei farai le pulizie ogni tanto - Courtney non aveva mai guardato la quarta stagione di Total Drama, era ufficiale. Molto probabilmente stava mentendo per regalarsi una buona immagine, oppure Anne Maria aveva nascosto il suo lato tenero al mondo intero.
-Quella è Marta, alias Celeste - indicò una ragazza dai capelli corti neri con qualche ciocca viola, in mano aveva una bacchetta magica comprata al negozio di giocattoli.
-E’ appena ritornata da uno stage in Giappone- aggiunse.
-Ehi ma la conosco! E’ quella che ha guidato me, Zoey, Mike e Cameron in quel maid cafè a Akihabara!- sembrava diversa dall’ultima volta che l’aveva vista, aveva per caso cambiato parrucchiere?
-…dopo ci parlo- affermò a sé stessa ad alta voce.
-Pare che tu le conosca già tutte, perché non vai giù a fare amicizia?- l’ultima parola pronunciata dalla perfettina doveva essere una sorta di tabù tra di loro considerando la fine della loro affetto, Gwen doveva cambiare argomento.
-Quella non la conosco- puntò gli occhi verso una ragazza dai lunghi codini blu legati con due fiocchi rossi, quell’acconciatura le donava un tocco d’infantilità. La pelle era tendente al giallo e gli occhi neri ingranditi grazie al mascara.
-Lei è la nostra Kitty-
-Nome da Maid?-
-Sempre Kitty, la maid più estroversa- infatti l’asiatica stava facendo un balletto demenziale nel servire un cliente, quest’ultimo sembrava apprezzare. Avrebbe dovuto farlo anche lei?
Gwen dimenticò ogni tipo di educazione insegnata nel pronunciare il prossimo pensiero.
-ma sono delle puttane?- Courtney sussultò  -Qua ogni parolaccia è vietata, è la prima regola! Solo io posso imprecare essendo il capo. Comunque, no: qui non facciamo quel tipo di servizio-
Gwen continuò ad osservare il locale. Tutti sembravano stregati da un incantesimo che li costringesse ad essere felici. Non vide un volto contagiato dalla tristezza, e aveva una buona vista.
-Quindi i maid cafè nascono per intrattenere le persone in modo infantile?-
-Soprattutto per le persone timide che non riescono a relazionarsi con l’altro sesso e per i nerd- il suo odio per i Maid Cafè era elevato anche dopo aver sentito quella frase. Forse, se non fosse obbligata ad essere una graziosa cameriera, avrebbe imparato ad apprezzare posti del genere, ma grazie a Chris sarebbe stato impossibile.
-Quei dolci sembrano invitanti, quanti pasticceri ci sono in questo posto?- chiese con lo sguardo vago.
-Solo una-
-Non ci credo…-
-Va a vedere, dopo che scendi dal palco trovi la cucina a sinistra- non se lo fece ripetere due volte, la curiosità era un ottimo metodo per sopprimere le emozioni negative.
Courtney non prese in considerazione che la sua nuova sottoposta si sarebbe diretta verso la porta d’uscita perché aveva avuto l’impressione che avrebbe fatto qualsiasi cosa per tutelare il suo segreto.
“Chissà cosa ha combinato quella darkettona…”.

La cucina era a tema dei Maid Cafè giapponesi: le pareti erano rosa e erano c’erano cuori dappertutto manco fosse San Valentino. Su ogni piatto e sui vari pirottini di carta c’erano fiori fucsia e viola e i bicchieri per i frappè rappresentavano i colori dell’arcobaleno. C’era un unico immenso tavolo rosso in cui c’erano tutti i dolci del menù che stavano soltanto aspettando di essere perfezionati. Quel posto era l’Inferno per le persone a dieta.
Una ragazza stava cucinando con grande agilità e precisione una marea di dolci. Fra tutte era quella che le suscitava più simpatia: capelli folti rossi con la frangia, naso piccolo, labbra carnose e profondi occhi dipinti di grigio scuro. Non aveva la divisa da maid, solo una maglia verde lime a maniche corte che lasciava le spalle scoperte e aveva le scarpe e pantaloni color fucsia scuro. La collana che teneva al collo le ricordava quella di Sierra.
 Se lei era la cuoca, avrebbe scommesso tutta la fortuna del mondo che qualche capello rosso sia finito nei suoi dolci.
Gwen si presentò, subito dopo quella ragazza le ordinò di mescolare quell’impasto in quella ciotola verde in cambio del suo tempo, senza regalarle uno sguardo.
-Se vuoi la mia attenzione devi aiutarmi. Uno scambio equo, no?- Gwen non obbiettò, usare il mestolo non era poi un compito difficile. Dopodiché la ragazza dedicò un piccolo sguardo alla ragazza dalla carnagione che non aveva mai visto la luce del sole, le dava l’impressione di un vampiro.
-Io sono Serena, tu la nuova maid?-
-Purtroppo si. Sono la sostituta di Dakota-
Serena notò subito il disagio impresso negli occhi della ragazza, sentimento presente nella gotica dal momento della telefonata.
-Ti troverai bene qui, anche se non sembri entusiasta. Ti hanno obbligato o devi guadagnare soldi per un motivo? Più della metà di noi è qui per questo, soldi- 
-La prima- -fortunata…- commentò senza lasciarsi distrarre dal suo lavoro da pasticcera.
-Lavoravo in un ristorante di una città vicina, ma sono stata licenziata*, questo luogo mi ha salvato- mentre lo disse decorò una torta senza guardarla, un dolce alla fragola e crema senza alcun difetto. Licenziare quella ragazza? Ma se aveva le mani magiche!
-Allora…vado a conoscere...le altre, ci vediamo!-
-Ok. Fai attenzione con Carrie: è molto timida-
-Carrie? D’accordo…-
-E quando si muove Kitty sembra di essere una spogliarellista ma non lo è. Lei è solo…molto estroversa-
-L’avevo notato-
-Ogni tanto miss Courtney si dimentica di darci la pausa pranzo-
-Pure…- un’altra informazione e avrebbe dovuto prendere appunti. Una volta vicina alla porta Serena concluse  -Benvenuta al Princess Café : ogni cliente è speciale.-
La porta sembrò aprirsi da sola, quando comparve Anne Marie Gwen dovette abbandonare all’istante la teoria che il posto sia infestato da spiriti. Non volendo disturbare il loro “lavoro”, abbandonò la cucina in silenzio. Anne Marie era venuta a ritirare dei dolci, non s’immaginò di incontrare quella ragazza.
-Ma l’hai riconosciuta?- esclamò a Serena, quest’ultima scosse la testa ma era sicura che senza quegli abiti da cameriera l’avrebbe identificata.

Gwen si era abituata all’ambiente, ma odiava il pensiero di trascorrere i suoi pomeriggi a fingersi un’altra persona. La lettura di un manga, i film horror che desiderava vedere, i suoi alti voti in arte e il resto della sua vita sociale erano in pericolo. Il tempo era sempre stata una risorsa preziosa e limitata per Gwen, con quel lavoro Chris aveva spento ogni suo progetto, ogni piccolo sogno.
Per un attimo le sembrò di scrutare il viso di quel Lance, ma si trattava solo di un sosia. Sarebbe stato davvero imbarazzante farsi vedere conciata così.
Ascoltando le frivole frasi studiate dalle maid incontrate le fece ritornare l’odio verso il suo nuovo lavoro.
-Per oggi, le consiglio di ordinare le nostre ciambelle al miele- -Vi prego di rilassarsi e divertirsi-
-Cosa posso scrivere sopra la torta, padrone?- -Una foto con noi a soli cinque dollari!- -Domani ci sarà un concorso di dolci, se vuole partecipare le porterò il modulo d’iscrizione, padrone-
Di nuovo mal di testa, fissarsi con il suo ricatto avrebbe portato solo altro male. Sospirò, doveva conoscere un’altra cameriera e avrebbe finito la visita al maid Cafè.
Mentre cercava la sua ultima collega (definirla in quel modo le dava i brividi), una voce tremolante attirò la sua attenzione. Al tavolo a sinistra notò una maid dalla pelle chiara come la sua con i capelli biondi corti che le coprivano le orecchie e aveva occhi neri sensibili. Appariva fin da subito come una ragazza gentile. Seduti al tavolo vicino a lei c’erano due uomini di mezza età con sorriso beffardo stampato sulle loro rugose facce.
-Ma io non posso…-
-Dai disegnaci le tue tette su questa bella torta! Voi maid dovete fare tutto ciò che vi chiede il cliente, no?-
-Il tuo vestitino da bambolina starebbe benissimo sul pavimento di casa mia- intervenne l’altro.
Gwen non poteva far finta di niente: a passi decisi si diresse a quel tavolo e strappò dalle mani della bionda il tubetto di glassa, quest’ultima non ebbe il tempo di sussultare che dovette lasciare il suo spazio a quella ragazza comparsa dal nulla.
-Se volete vi disegnerò le mie- annunciò Gwen con voce delicata ai clienti. Uno dei due ridacchiò.
-Finalmente una maid obbediente! Sei nuova dolcezza?- annuì sorridendo. La ragazza timida non riusciva a dire niente e Gwen giurò di averla intravista tremare. La torta sul tavolo era una red velvet ricoperta da crema soffice bianca, un po’ la protagonista le dispiacque rovinarla con la glassa nera. Il disegno che creò era totalmente diverso dalla richiesta sgarbata del cliente: raffigurava una mano con il dito medio alzato.
-Ma che caz…- Gwen prese con forza la mano della cameriera bionda e si allontanò.
-Non dovreste far entrare quelle merde in questo maid café, lo sapevo che questo posto è un rifugio per persone del genere- si fermò in un punto a caso del locale, lontano da quel tavolo. Un po’ tremolante, la ragazza si rivolse alla sua salvatrice con un sorriso riconoscente.
-N-non mi sono ancora presentata, s-sono Caroline…-
-Ma tutti ti chiamano Carrie, ho indovinato?-
-Esatto!-
-Io sono Gwen, purtroppo la nuova maid-
-Perché hai detto purtroppo?- chiese non smettendo di sorridere, un metodo per mascherare l’evidente timidezza?
-Io…non dovrei essere qui. Sono stata ricattata- mettere in chiaro il vero motivo della sua assunzione era l’unica priorità che le era permessa a quanto pare.
-Oh…mi dispiace. Allora…benvenuta e…oh…ehm…grazie ancora!- Gwen si spostò da un’altra parte appena Carrie chiuse bocca; era il momento di analizzare la situazione.
In quel posto c’era una varietà di caratteri femminili molto diversi: c’era l’egocentrica dal cuore d’oro, la sorella nascosta dal mondo, una di cui aveva dimenticato il nome molto estroversa, la timida, la dotata cuoca, un maschiaccio che parla giapponese e Courtney. Mancava solo l’adorabile svampita per far desiderare Gwen di scavarsi una fossa e caderci dentro.
-Piaciuta la cucina?- il suo demonio la raggiunse con sorriso maligno. Courtney stava già iniziando a gustarsi il tormento di Gwen.
-Quante…quante volte devo venire? Ricordati che devo studiare-  disse rabbiosa con i pugni serrati.
-Vediamo…offrirai la tua disponibilità e il tuo sorriso “spero che non spaventa i clienti” il lunedì, il giovedì e la domenica, dopo scuola fino alle otto di sera- Gwen sospirò, non c’era niente che potesse fare per impedire la realizzazione del piano di quel folle di McLeain.
-Ora sono ancora le sei e mezza: puoi iniziare a lavare i piatti, sarai la nostra economica ed efficiente lavastoviglie!- comunicò Courtney allegra come non lo era mai stato. Ora l’ispanica capiva il punto di vista di Chris, obbligare la gente in quel modo era uno spasso!
Gwen non ricordava dove fosse la cucina, ma aveva intenzione di chiederlo a quella vipera. Si voltò incavolata nera, meglio una “caccia al tesoro” che sopportare la sua presenza.
Non poteva crederci di aver desiderato per un’istante una svolta nella sua vita, in fondo non erano male quei nove giorni di assoluta normalità.
Ringraziò il cielo che doveva sopportare il Maid Cafè solo tre giorni a settimana

 


* Vi conviene affezionarvi a Serena, perché comparirà in un’altra storia che progetterò dopo Maid Cafè ;)


👑💎 Angolo Autrice💎👑
Scrivere questo capitolo è stata dura: dico soltanto che quando scrivo una storia e certe frasi non mi convincono più, le barro e le metto a fine pagina. Le frasi/scene che ho tolto occupano quattro pagine intere.
Per esempio all’inizio avevo progettato l’incontro con Sammy in modo diverso: Gwen avrebbe pensato subito che fosse Amy e si disse che avrebbe preferito lavorare con la ragazza più popolare, ma mi è sembrato un po’ esagerato per il personaggio per cui mi sono concentrata sulla protezione del suo segreto.
E poi anche con Carrie ho fatto un cambiamento drastico: all’inizio Gwen doveva solo presentarsi e notare la sua timidezza, poi ho introdotto quei due maiali.
Vabbe basta sono sicura che a voi non interessano le scene eliminate; allora come vi è sembrato questo capitolo? Ho una sorpresa per voi: ecco i disegni dei miei OC, ma vi avviso che ne arriveranno altri!
 


Non sapendo disegnare, ho preso varie parti del corpo da altri personaggi (Marta da Zoey, Serena da Heather, ho rubato le scarpe di Jen, i pantaloni di Jo e così via...ma i capelli di Serena sono opera mia, ecco perché fanno schifo)

🍩Aggiornamento prossimo sabato, 1 ottobre 🍩

   
 
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