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Autore: DreamFyre    29/09/2018    0 recensioni
Un anziano vicario attraversò il Ponte dei Sospiri seguito da un giovinetto novizio, un ragazzo glabro che per la prima volta aveva visitato le prigioni. Avevano concesso, a tutti i detenuti che lo desideravano, di confessarsi prima della condanna a svariati anni di prigione o all'esecuzione a morte, a seconda dei reati commessi. Per il noviziato era stata un'esperienza nuova, forte, cruda e... dolorosa. Non si era mai reso conto quanto quei poveretti soffrissero, nelle loro celle. Ora che sapeva, il suo cuore si era riempito di tristezza, genuina pietà ma sopratutto compassione, qualità importanti per ogni uomo che decida di rivestire il ruolo di servo del Signore.
Genere: Dark, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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« Il declino del potere del doge era sempre più evidente, in quegli anni. Gli ultimi trattati di pace avevano condannato la Serenissima ad una lenta, inesorabile rovina. Come se ciò non bastasse era iniziata una terribile pestilenza quell'anno, a dimostrazione del fatto che Dio stesso aveva deciso che il potere di Venezia doveva spirare. Un anziano vicario attraversò il Ponte dei Sospiri seguito da un giovinetto novizio, un ragazzo glabro che per la prima volta aveva visitato le prigioni. Avevano concesso, a tutti i detenuti che lo desideravano, di confessarsi prima della condanna a svariati anni di prigione o all'esecuzione a morte, a seconda dei reati commessi. Per il noviziato era stata un'esperienza nuova, forte, cruda e... dolorosa. Non si era mai reso conto quanto quei poveretti soffrissero, nelle loro celle. Ora che sapeva, il suo cuore si era riempito di tristezza, genuina pietà ma sopratutto compassione, qualità importanti per ogni uomo che decida di rivestire il ruolo di servo del Signore. Non parlò con il suo mentore e rimase in silenzio, a rimuginare sui suoi pensieri, mentre uscivano dal palazzo dogale. Era ormai sera inoltrata, non c'era un'anima viva in tutta San Marco. Il giovane noviziato si sentiva talmente provato che chiese di poter oltrepassare le colonne di san Todaro e san Marco, per andare ad ammirare la laguna veneziana sovrastata dalla candida luce della luna. L'anziano vicario gli rimase un pò distante, in modo che potesse starsene da solo coi suoi pensieri. Lo comprendeva, egli stesso aveva provato pietà per quei prigionieri la prima volta che aveva visitato le prigioni e la provava tutt'ora. Ma era un servizio che dovevano fornire, dovevano dare conforto a quei poveri disgraziati. Il giovanotto se ne stava lì, con l'odore dell'acqua a pizzicargli un poco le narici e il dolce sciabordìo delle gondole legate ai moli a cullargli le orecchie. Era perso nella sua contemplazione quando... gli parve di vedere qualcuno nell'acqua. Una fanciulla con le braccia nude appoggiate al basso molo. » "Signorina! Siete ferita?" « Fece il noviziato logicamente preoccupato, avvicinandosi a lei ed apprestandosi a porgerle la mano. Ma gli bastò guardarla negli occhi per capire che quella non era una bellezza umana. Era indubbiamente qualcos'altro, ma cosa? Allontanò la mano e con suo enorme sgomento, vide una brillante e traslucida coda di pesce emergere dall'acqua, nel punto in cui la bella fanciulla dagli occhi magnetici avrebbe dovuto avere le gambe. Colto dal terrore il noviziato arretrò, facendosi il segno della croce come un ossesso. La creatura che aveva davanti era un demonio, un essere infernale, una sirena. » "Oh Dio, salvami da questo demone." « Ma la splendida donna continuava a guardarlo con tenerezza, e inclinò il capo di lato come se non capisse le sue parole. Anziché fuggire da lei, il giovane si chiese se sapesse parlare o meno. Ma prima che potesse domandarglielo la sirena aprì bocca e proferì con voce dolce, carezzevole e languida. » Perché mi chiami così? Io non sono un demone. « Il noviziato, incredibilmente, si sentì quasi... in colpa, sì. E più la guardava più capiva di essere stato uno stupido. Come poteva una creatura tanto bella essere un demonio? No, quella era una creatura di Dio, una delle più belle che ci fossero. Quei meravigliosi occhi verdi... prima che potesse rendersene conto, essi lo avevano irrimediabilmente stregato, incantato, soggiogato. Ma che importanza aveva? Non poteva certo fargli del male, non una creatura così bella... Le domandò, a bassa voce, come si chiamasse. E lei rispose, suadente, di chiamarsi Darya. Successivamente la sirena intonò un canto che il noviziato avrebbe lucidamente potuto paragonare ad una voce d'angelo. Non smettevano di guardarsi negli occhi, e alla fine il giovane dimenticò che quella davanti a lei era una sirena. Ormai la vedeva come un essere sceso direttamente dal Paradiso per dargli conforto in una nottata così difficile. Si mise carponi sul molo, protendendosi verso la splendida sirena e il suo canto celestiale, più cristallino di migliaia di sistri d'argento, più melodico e profondo di un eco degli abissi. Lei sorridente proseguì il suo canto, e gli prese il viso tra le mani. Voleva baciarla, ma la sirena non lo accontentò subito. Lentamente, si immerse e gli tirò la testa sotto il pelo dell'acqua. E il noviziato ormai, completamente soggiogato dal suo sguardo, rimase a guardarla sott'acqua, riuscendo ancora a vedere i suoi splendidi occhi. Sempre più sfocati, però, sempre più lontani... Quando finalmente lei iniziò a baciarlo, lui era già morto annegato. Sentendo ciò la sirena trascinò il cadavere nell'acqua ma udì un frastuono in superficie, e si sporse per guardare. Il vecchio vicario era accorso, ansimante, accorgendosi troppo tardi di ciò che era successo. » "Mostro dannato, creatura del Demonio! Assassino!" « Il prelato urlò talmente forte da farsi udire da qualcuno dentro il palazzo ducale che aveva lasciato le finestre aperte. Quel baccano avrebbe di certo richiamato l'attenzione di qualcuno, e difatti in lontananza di udirono concitati suoni di passi. Presto sarebbe accorsa una piccola folla tra gli abitanti del palazzo del doge. Ma la sirena era rimasta immobile e fissò il vicario con uno sguardo lucido, finché lacrime non iniziarono a rigarle il volto. Pianse in modo talmente dolce e commovente che il vecchio quasi si scordò della morte del suo novizio, con il cuore spezzato dal modo in cui quella stupenda creatura piangeva. » Perché dici queste cose? Sei crudele, sei crudele... « Singhiozzò la creatura marina, e il vicario sobbalzò di dolore. Totalmente dimentico della disgrazia appena accaduta guardò la sirena protendere una mano verso di lui, ed egli, a sua volta soggiogato da quegli occhi magnetici come lo era stato quel giovanotto pochi minuti prima, si chinò per afferrarla, sentendosi un perfetto idiota nell'aver pensato che quella potesse essere una creatura infernale. Quel giovanotto doveva essere annegato da solo, sì. Era sempre stato un ragazzino distratto, un bambinetto con la testa fra le nuvole... doveva essere caduto sbattendo la testa sul legno. Il vicario sorrise. E così fece la sirena. Finché il suo sorriso non divenne un ghigno crudele e lasciò spazio ad una triplice fila di fauci che schizzarono in avanti e gli squarciarono la gola, senza neanche dargli il tempo di urlare. »
   
 
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