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Autore: kounchan    29/09/2018    0 recensioni
Allora ragazzi miei, girovagando su internet e leggendo alcune citazioni é partita l'idea.
Voi mi date una citazione e una coppia, poi io ci scrivo su una storia.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Tanto tempo fa, in un regno non molto lontano da qui, una giovane principessa si ribellò al volere del padre, scappando dal suo castello incantato e intraprendendo una delle avventure più grandi della sua vita, che la cambiò e che la rese felice come mai era stata, non senza dolore e sacrifici, ma cambiò per sempre anche il suo regno che non resse e si autodistrusse. Questa è la storia di una ragazza nata principessa, cresciuta guerriera, un angelo bianco con l’anima nera.
Lucy, si chiamava, una ragazza tanto bella quanto intelligente, che amava leggere e scrivere e chiacchierare con la sua ancella Aquarius, sua unica amica, un po’ burbera, ma sicuramente diligente.
Quel giorno stava leggendo in camera sua, ad alta voce, con Aquarius al suo fianco, che l’ascoltava, quando qualcuno bussò alla porta. L’ancella uscì, trovandosi davanti il damerino che il re aveva scelto per sua figlia.
<< La principessa sta leggendo nella sua stanza ora, non può entrare. La chiamerò io quando avrà finito. Si vada pure a sedere nel salone. >> disse Aquarius, fermando alla porta il giovane, che insisteva per vederla.
Borbottò qualcosa e la donna lo fulminò con lo sguardo, al che lui si diresse verso il salone, sedendosi su uno dei sontuosi divani con un broncio infantile sul volto.
Aquarius rientrò nella stanza, sospirando.
<< Mi dispiace, Lucy, non potrò fermarlo a lungo, dovrai vederlo da sola prima o poi >> le disse, avvicinandosi.
Solo lei la chiamava Lucy, lei e la sua defunta madre, che aveva amato molto.
<< Non voglio…non ce la farei. >> rispose, buttandosi sul letto e affondando il viso imbronciato nel cuscino di piume d’oca.
<< Lo so piccola mia…mi dispiace così tanto…vorrei che tu uscissi e conoscessi tante persone meravigliose, ti facessi degli amici e magari ti innamorassi…ma sarebbe troppo pericoloso. Ci sono tante persone cattive a questo mondo. >>
<< Non sono tutti così! Sono sicura che ci siano delle persone meravigliose… >> mormorò la ragazza, sospirando a vuoto.
Suo padre non l’ avrebbe mai fatta uscire, soprattutto dopo la morte di sua madre. Era diventato paranoico e questo aveva avuto conseguenze sul governo del regno, che stava cadendo in rovina lentamente, ma inesorabilmente.
<< Devi aiutarmi, Aquarius >> disse d’un tratto, colta da un’idea tanto improvvisa quanto dannatamente folle.
<< Cos’hai in mente? >> domandò la donna, preoccupandosi leggermente.
<< Stanotte mi aiuterai a fuggire. >> dichiarò, alzandosi entusiasta dal letto.
<< Assolutamente no. >> la bloccò Aquarius, incrociando le braccia al petto e guardandola irata.
<< Ma… >> mormorò la principessa, guardandola quasi scandalizzata.
<< Non lo farai. È pericoloso là fuori. Qua sei al sicuro. >>
<< Non è giusto! >> gridò, stizzita.
<< E’ giustissimo così. Non fare la bambina viziata, non sei tu questa. Pensaci e capirai che voglio solo proteggerti >>
Aquarius uscì dalla stanza, lasciandola sola con i suoi pensieri.
Lucy non avrebbe mai rinunciato alla fuga, alla libertà da suo padre, dal suo fidanzato che tanto disprezzava. Ma non poteva fuggire sola…oppure sì? Si chiese perché non avrebbe potuto farlo da sola, non era così debole, così stupida.
Decise che lo avrebbe fatto, senza lasciare nulla al caso, doveva pianificare attentamente tutto…ma non andò così.
L’eccitazione della fuga ebbe il sopravvento e la notte stessa, appena tutto fu buio, approfittando della ronda delle guardie nel cortile anteriore, si calò dalla finestra, usando le lenzuola legate tra loro come fune, come i detenuti delle storielle da bar.
Si nascose tra i cespugli e iniziò a girovagare per il cortile posteriore, maledicendosi del fatto di non aver pianificato la fuga.
Grazie alla fortuna, dopo poco riuscì a trovare un vecchio cancelletto arrugginito, probabilmente usato dalle guardie in un passato non lontano.
Riuscì ad aprirlo e se ne andò, senza voltarsi indietro.
Vagò nella cittadina per un po’, finchè si inoltrò nel bosco e…”
“E si va a nanna. Forza, tirate su i cuscini a andate nelle vostre camere.” disse la bionda, mettendo le mani sulle spalle di suo marito, che si era seduto per terra a raccontare la sua storia ai bambini della gilda.
“Ma mamma! È ancora presto!” protestò un ragazzino biondo, alzandosi di malavoglia.
“Domani mattina è il giorno della raccolta delle mele, dobbiamo alzarci presto”
“Ma ci sono papà, zio Gajil e zio Gray per questo!”
“Ormai siete abbastanza grandi per dare una mano anche voi. Lo avete fatto l’anno scorso, non vedo perché ora tu debba lamentarti” fece la bionda, alzando leggermente la voce, per ribadire la sua autorità di madre.
“Ma…”
“Niente ma. Nessun altro si sta lamentando come fai te.” chiuse il discorso, guardandolo truce.
Quando tutti furono usciti, lei chiuse la porta, parandosi davanti all’uomo, che era ancora seduto a terra e la guardava con un ghigno malizioso.
“Sai che non voglio che racconti quella storia” gli disse, con le ani sui fianchi.
“Non sanno che parlo di te, Lucy. E poi, anche se dovessero scoprirlo, non sarebbe la fine del mondo”
“Natsu…non mi piace rivangare il passato…”
“Non è stata colpa tua la guerra civile di dieci anni fa, Lucy. Sarebbe accaduto comunque, la gente era stanca di tuo padre e delle sue leggi restrittive, ma soprattutto delle tasse imposte dal suo consigliere. Se non fossi stata con noi, probabilmente avremmo perso e ora ci sarebbe quell’uomo viscido a dettare la sua legge da tiranno oppure saremmo morti tutti, senza conoscerci. Sai, in un certo senso ringrazio tuo padre e quel damerino che aveva scelto, perché ti ho incontrata.” le disse, tirandola per un polso fino a farla sedere sulle sue gambe.
Lei lo abbracciò, lasciandosi cullare dal battito ritmico del suo cuore e dalle sue braccia forti.
In quel giorno, dieci anni prima, era scoppiata la più grande guerra civile del paese.
Lei era appena entrata a Fairy Tail, una gilda di ribelli, che l’avevano soccorsa. Quando avevano scoperto la sua identità, si pentirono di averle raccontato il loro piano d’attacco e pensarono perfino di eliminarla, ma lei li stupì, dando consigli su come assaltare al meglio il castello, riducendo al minimo le perdite. La rivalutarono e divenne a tutti gli effetti una ribelle quando uccise un soldato reale per proteggere Levy, una compagna di gilda.
Aveva affrontato un duro allenamento prima di poter entrare in battaglia e divenne dopo poco uno dei cervelli dell’operazione e un buon soldato.
Certo non fu facile vedere con i propri occhi il padre che veniva sgozzato dal suo consigliere, che lo aveva prima preso in ostaggio, puntando sull’unica debolezza rimasta a Lucy: l’amore per il padre, nonostante le sue paranoie.
Quella era stata l’ultima grande battaglia, combattuta nella sala del trono.
Alla fine vinsero i ribelli e Natsu riportò Lucy a casa, dove le confessò il suo amore appena sbocciato.
Lucy rifiutò il ruolo di regina che il popolo avrebbe voluto affidarle e lo lasciò, per lo stupore generale, all’unica persona di cui si fidava e che conosceva il regno e la vita a palazzo meglio di chiunque altro: Aquarius. Fu accolta inizialmente con riluttanza, ma dopo poco tempo riuscì a guadagnarsi l’amore della popolazione.
Lucy e i compagni di gilda si erano ritirati in una delle sontuose residenze reali che la nuova regina aveva lasciato loro come simbolo di gratitudine.
Qua, due anni dopo, Natsu e Lucy si sposarono e, nove mesi più tardi, nacque Nash, il primo di tre figli.
Dopo dieci anni la vita sembrava scorrere serena in quella grande casa, piena di bambini che scorrazzavano dappertutto e Lucy non avrebbe potuto essere più felice di così. Aveva sofferto molto, ma questo l’aveva fatta crescere.
“Natsu?”
“Dimmi”
“Mi dispiace che abbiate vissuto una vita d’inferno mentre io me ne stavo tranquillamente a palazzo…non ne sapevo niente…” mormorò, sospirando.
“Lucy, sono passati dieci anni, i dieci anni migliori della mia vita. E sa che ti dico? Sono contento che tu abbia vissuto tranquillamente fino a quando sei scappata dal castello.”
Lucy lo abbracciò, piangendo. Erano passati tanti anni, eppure non aveva smesso di sentirsi in colpa.
Natsu e tutti i suoi compagni di gilda erano cresciuti in piccoli villaggi di periferia, dimenticati da tutti, mentre lei aveva fatto la vita agiata della principessa.
Natsu era figlio di un contadino povero, che aveva fatto di tutto per non fargli mancare nulla, ma questo lo aveva fatto morire di stenti e fatica quando il figlio era solo un ragazzo.
Natsu aveva provato a vivere da solo lavorando nei campi, ma iniziò a rubare nelle residenze dei nobili per cercare di sopravvivere, perché la terra era arida e non dava frutti. Così diventò presto un ricercato e iniziò a fuggire, finchè Makarov, il proprietario di un’osteria, lo raccolse dalla strada e lo protesse.
Nell’osteria trovò molti altri ragazzi nella sua stessa situazione, tutti ricercati, chi per omicidio, chi per furto, chi per truffa…ce n’era per tutti i gusti.
Ben presto diventarono come una famiglia e, crescendo, maturarono l’idea della ribellione contro quel re che li aveva costretti alla fuga. Eppure il tiranno non era il re, ma il suo fidato consigliere, che lo aveva soggiogato dopo la morte della regina.
Con il tempo le cose andarono peggiorando: tassazioni sempre più elevate, leggi spesso insensate e arresti e condanne casuali, o, come affermavano le guardie, “a campione”, per non parlare delle “offerte volontarie” richieste dai nobili nei villaggi e nelle città più lontane dal centro del regno.
E proprio quando pensavano di avere messo a punto il piano perfetto, arrivò Lucy.
Natsu non se ne innamorò subito, anzi, era il più duro con lei, soprattutto dopo aver scoperto che era la principessa fuggita. Eppure, quando vide l’impegno che ci metteva negli allenamenti e la sua abilità strategica, non poté non ammirarla, e da lì all’amore il passo fu breve.
“Ti amo Natsu” gli disse, allontanando leggermente il viso da lui, per guardarlo.
“Anch’io, Lucy”
“Un giorno racconterò tutta la storia ai nostri figli, ma non oggi”
“Sappiamo che eri tu, mamma. Lo abbiamo sempre saputo” disse Nash, entrando nella stanza.
“Da quanto tempo sei lì?”
“Abbastanza” rispose il ragazzo, scuotendo le spalle.
“Dovresti essere a letto…” brontolò Lucy.
“Vi ho sentiti parlare di cose interessanti e non ho resistito”
“Comunque come fai a sapere che sono io, potrebbe essere chiunque”
“No, no, sei tu, sono sicuro. Papà non ha cambiato il nome”
“Ma potrebbe essersi romanticamente inventato una storia che ha per protagonista una bellissima principessa col mio nome” tentò ancora Lucy, alzandosi in piedi.
“E va bene, mettiamola così, quando sono andato nella capitale con zio Gajil l’altro giorno, ho sentito un cantastorie che narrava le vicende della principessa guerriera…ho chiesto allo zio e lui mi ha semplicemente raccontato tutta la storia” rispose Nash, sorridendo sornione.
Lucy divenne rossa di rabbia per la leggerezza con cui l’amico aveva raccontato tutto suo figlio, ma, riflettendoci per un poco, capì che ormai non ci poteva are più nulla e si sedette per terra, invitando il figlio a fare lo stesso. Gli avrebbe raccontato la vera storia, chissà cosa gli aveva detto quel buzzurro.
Iniziò  raccontare, stupendosi di quanto le riuscisse facile farlo.
Aveva sempre rinnegato il suo passato. Eppure non poteva cambiarlo e raccontarlo ai suoi figli non le avrebbe fatto male.
In fondo, lei era la principessa guerriera.
 
Angolo autrice:
buonasera a tutti e bentornati dopo cinque secoli di assenza sono di nuovo qui…anche se penso che nessuno mi stesse aspettando…
allora, il capitolo, che dire, l’ho scritto con uno stile totalmente differente e probabilmente non ben riuscito, ma contatelo come esperimento che deve essere molto migliorato per risultare piacevole.
E niente, spero che comunque non sia così brutto e che non ci siano troppi errori di battitura.
Detto ciò, vi saluto, bacionissimi, kounchan.
   
 
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