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Autore: cin75    29/09/2018    5 recensioni
Questa storia farà parte di una serie che raccoglierà la mia personale visione di come andranno i primi episodi della tanto attesa 14ma stagione. Saranno 4 shot ( forse l'ultima divisa in due parti).
L'ansia di Sam, la sofferenza di Dean, l'apprensione di chi gira intorno ai due fratelli.
Spero tanto che vi piaccia e naturalmente: WARNING!!!!! per chi non sa niente ancora ne' della 13 ne' della 14.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ancora. Rabbia. Ritorno. Paura.'
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Le mani di Dean si contrassero in cerca di un appiglio contro i bordi della lettiga, gli occhi gli si aprivano e gli si chiudevano come se non sopportassero la luce. Le gambe si muovevano scosse da forti tremori dovuti dalle scariche dolorose che gli scorrevano lungo tutto il corpo.

“Cas?!” sibilò preoccupato Sam, che fece, allarmato, un passo verso il letto su cui era disteso il fratello.

Il volto di Dean era stravolto dal dolore, la pelle lucida di sudore. Il cacciatore sentiva come se il petto gli si stesse spaccando in due e per un attimo ritornò con la mente alle torture di Micheal.

Un movimento più marcato della mano angelica lo fece inarcare spasmodicamente e il cacciatore gridò di dolore.

“Dannazione...Castiel!!!” lo richiamò il giovane cacciatore.

 

Quanto ancora doveva durare quella dannata perquisizione angelica???

 

Dean gemette e ansimò sfinito e in quella dolorosa preghiera, Castiel, tirò via dal petto la mano. Contemporaneamente il corpo di Dean, si rilassò. Sfinito, esausto, dolorante e infatti Dean si portò le mani al petto, spingendo contro di esso, come se quella pressione potesse portargli sollievo.

Sam gli si fece accanto immediatamente. “Ehi...ehi...ehi!!! stai bene. È finita...è finita!!” lo rassicurò.

Dean ansimava ancora vistosamente e deglutiva come se quel gesto potesse riuscire a ridargli prima la parola e poi il respiro.

“Vuoi bere qualcosa?!” suggerì Sam, mentre gli teneva la mano sulla spalla.

Dean negò con il capo e poi dopo aver respirato affondo, disse solo: “Allora?!” e lo disse rivolto all’angelo.

Castiel guardò Sam e poi fissò Dean e il cacciatore sembrò vedergli afflizione nell’espressione che l’angelo gli stava rivolgendo.

“Cas?!” lo richiamò titubante.

“Jack...” fece rivolgendosi al nephilim. “Prendi la siringa!” fu la risposta che i fratelli aspettavano ma che tanto non avrebbero voluto sentire.

C’era ancora grazia di Micheal nel corpo di Dean.

E il cacciatore, ora più che mai, si convinse che era quella presenza ad avergli procurato quello che lui aveva chiamato “black out”.

E di più , si convinse, che quell’episodio con Sam avrebbe dovuto essere l’ultimo.

“L’avevo detto!” ironizzò il maggiore, poggiando pesantemente la testa contro il materassino della lettiga. Il dolore al centro del petto ancora presente. I brividi di quel dolore che ancora pungeva lungo tutta la schiena. L’affanno e la stanchezza.

Per un attimo e uno solo, vacillò quando vide quell’antica siringa e il suo non discreto ago tra le mani dell’amico celeste. Istintivamente , il suo corpo, si ritrasse , così da allontanarsi da Castiel.

Tutti sapevano che Dean non era amante degli aghi e quello, beh!, quello faceva decisamente paura.

Chiuse gli occhi per un solo istante e poi...

“Ok….ok...vediamo di...vediamo di finirla! Una volta per tutte.” si fece forte alla fine, dopo aver gemuto ancora per una fitta che gli attraversò il corpo, poggiò con decisione la testa sulla lettiga in attesa che Castiel gli infilasse quell’enorme ago nei muscoli della gola.

 

Castiel gli si avvicinò di nuovo , ma prima di infilzarlo letteralmente, gli poggiò una mano sulla spalla e sembrò rassicurarlo.

“Ok! Ma questa volta facciamo a modo mio!” esclamò.

Dean alzò la testa verso di lui con un espressione incerta, e non fece in tempo a chiedere cosa volesse dire, che l’angelo gli poggiò due dita sulla fronte e un attimo dopo, il cacciatore crollò privo di sensi.

“Castiel??!” lo richiamò Sam. “Ma…..”

“Stammi a sentire, Sam.” lo zittì Castiel. “Se avessi detto a Dean che volevo metterlo ko, me lo avrebbe impedito perché lui odia questa cosa che a quanto pare interferisce con la sua regolarità intestinale.” spiegò con nonchalance.

“Ma cosa….” replicò interdetto Sam.

“Ascolta!” riprese a spiegare l’angelo. “Lo hai visto. È sfinito, è stanco ed è ancora chiaramente debole. E tu sai che cosa provoca questa.” fece mostrando la particolare siringa. “Non lo sopporterebbe. Il suo fisico non lo sopporterebbe. Vuoi davvero che soffra più del dovuto?!”

“No, no...certo che no!” asserì deciso, Sam.

“Ok! Allora facciamo a modo mio!” ribadì l’angelo. Controllò che lo stantuffo della siringa funzionasse e poi guardò gli altri due. “Sam, gira il volto di Dean verso di te e tienilo fermo. Jack …..vieni qui!” fece al ragazzo , indicandogli il posto vicino alle spalle di Dean. “...metti le mani sulle sue spalle e cerca di tenerlo dritto il più possibile. Più resta immobile e meno rischi ho di fargli del male!” spiegò.

“ Ma se è privo di sensi perché….” chiese Jack.

“Quella che dovrò estrarre è grazia arcangelica. È più forte e meno avvezza a lasciare il tramite che l’ha ospitata.”

“Castiel stai dicendo che la grazia di Micheal potrebbe...fare resistenza?!” domandò attonito Sam, e di certo, anche spaventato.

“In un certo senso. Quindi tenetelo!” ribadì severo.

I due “assistenti” fecero come aveva detto loro, l’angelo.

Sam, girò il volto di Dean verso di lui , in modo che il collo fosse esposto a Castiel. Jack mise le mani sulle spalle del cacciatore e con gesti decisi lo tenne fermo contro la lettiga.

Castiel fece un respiro profondo e poi con cautela iniziò ad infilare l’ago prima nella pelle e poi nei muscoli di Dean.

In quello stesso istante, Dean, come predetto, iniziò, anche se con movimenti moderati, a contorcersi e lamentarsi. Sam , si ritrovò, invece, istintivamente a chiudere gli occhi, alla vista del fratello comunque sofferente.

“Sam...tienigli la testa ferma!” lo richiamò severamente Castiel.

Sam, si ridestò a quella sorta di rimprovero e rinsaldò, con cautela, la presa sul volto del fratello.

Lo stesso fece Jack, rinforzando la stretta intorno alle spalle.

Ma Dean, più l’ago andava affondo, più sembrava patire comunque di quell’intrusione dolorosa. Le sue mani si stringevano a pugni con gesti spasmodici. Le gambe si stendevano e si contraevano come se volessero calciare via quella sofferenza. Non gridava, no. Ma nella sua voce, appena udibile, c’era comunque un evidente tormento fisico.

“Fa’ presto Castiel!!!” sembrò supplicarlo Sam. Era così stanco di vedere suo fratello soffrire, anche quando non c’era nessun mostro a dare loro la caccia.

“Manca poco!!” sibilò tra i denti , l’angelo, comunque frustrato per quello che stava facendo. Affondò ancora l’ago e si apprestò a tirar via ogni traccia di grazia. Ma in quel gesto , Dean, gemette vistosamente.

Quanto grande doveva essere quel dolore da farlo reagire in quella maniera anche mentre era privo di sensi??

“Castiel!!?” si ritrovò a richiamarlo anche Jack.

Castiel tirò indietro appena un altro po’ lo stantuffo e quando vide che più niente veniva risucchiato all’interno della siringa, cautamente , sfilò l’ago dal collo dell’amico che subito dopo si rilassò contro il materassino.

O forse svenne più di quanto fosse già svenuto!!!

 

“L’hai tirata via tutta?!” chiese preoccupato , Sam.

“E’ pulito!” fu la risposta di Cas, mentre riponeva la siringa piena di luce azzurra e brillante, in una piccola scatola. “E’ finita!” fece poi, guardando Dean, che aveva comunque, ancora il respiro leggermente affannato.

Gli andò vicino e gli poggiò il palmo della mano sulla fronte. “Lasciamo che riposi. Ne ha decisamente bisogno!” fece mentre Sam guardò suo fratello che ora sembrava dormire serenamente. Niente più traccia di sofferenza sul suo volto.

“Lo porto nella sua stanza!” disse Sam.

“Ci penso io!” si offrì, Jack e toccando la spalla del maggiore, sparì in un attimo dalla vista dell’angelo e dell’amico cacciatore.

“Non pensavo di farlo così, ma...va bene comunque!” asserì sorpreso, Sam.

 

Quando Dean si risvegliò, si rese conto di essere nella sua stanza. Si alzò dal letto e non appena mise piede nel corridoio, in lontananza , sentì le voci di Castiel e Sam, provenienti dal salone principale. Li raggiunse e li vide conversare tranquillamente.

“Ehi?? c’è una birra anche per me?!” fece sorprendendoli.

“Dean!!” fece sollevato, l’angelo.

“Ma guarda chi si è degnato di portare fuori dal letto il suo culo pigro qui con noi!” fu il, comunque lieto, saluto del minore che , contemporaneamente, gli lanciò una birra al volo e che Dean, agilmente , afferrò.

Il maggiore andò a sedersi di fronte ai due , che sedevano invece, vicini.

“Allora , quanto tempo sono stato fuori combattimento?!” domandò.

“Un paio di giorni!” rispose Sam.

“Cavolo!! se continuo a perdere giorni in questa maniera….finirà che mi risveglio in una tomba senza sapere come ci sono finito!” replicò Dean, ironico.

“Beh!! in effetti se tu finissi in una tomba, non credo che avresti la possibilità di risvegliarti!” fece presente Castiel, con il suo solito tono dubbioso.

“Cas, amico!!...siamo noi. Quante volte ci hai visto tornare?!” chiese di rimando Dean, sorridendogli. E l’angelo dovette ammettere che in effetti l’amico aveva ragione.

E in quel semplice scambio di battute, Dean, notò un mutamento sul volto del minore.

“Sammy, che hai?!”

Sam lo guardò e poi guardò Castiel che , anche se non ne era certo, si sentì, in qualche modo, sotto accusa.

“Sam?!” lo richiamò infatti.

“Era grazia di angelo, Cas!” affermò quasi con rabbia.

“Io non….”

“Grazia di angelo!!” rinsaldò severo. “Fa’ parte degli angeli, di esseri creati per amore e per amare. Dovrebbe portare sollievo, pace, tranquillità e invece….Cavolo!! hai visto cosa gli ha fatto?!” fece , improvvisamente contrariato, e puntando l’indice verso il fratello.

Dean sentì di dover intervenire in qualche modo.

“Sammy, dai...” provò , venendo , però fermato sul nascere.

“No, Dean. No!!…..che cosa….che cosa li differenzia dai demoni? Dalle torture con cui i demoni ci affliggono? Dai loro ricatti ? Dalle loro vendette?” sbottò improvvisamente Sam.

“Sammy, andiamo. Io….” provò ancora, ma questa volta fu Castiel ad intervenire e a rispondere al minore dei Winchester.

“Ci differenzia la lealtà che alcuni di noi mostrano verso gli esseri umani. È vero, non siamo tutti angeli come voi credete debbano essere gli angeli, ma qualcuno di noi si è sacrificato per voi, Sam. Ha rinnegato la propria casa per seguirvi. Ha combattuto e ancora combatte al vostro fianco. È morto pur di salvarvi!” fece parlando come di una terza persona, ma sapendo bene che era di lui che stava parlando.

Dean si ritrovò a fissarlo, ammutolito.

Sam, anche. Solo che sul suo viso, ora c’era solo senso di colpa.

Aveva addossato a Castiel colpe che non aveva. Castiel che aveva appena salvato suo fratello. Di nuovo.

“Cass….Sammy non voleva...” provò a giustificarlo Dean.

“Castiel, io...” sussurrò anche Sam.

“Tranquillo, Sam. Ti capisco. Stavi per perdere tuo fratello per colpa di un angelo e un angelo invece lo ha salvato e a questo punto non sai cosa puoi o non puoi credere. Non sai di chi puoi o non puoi fidarti.”

“Castiel, no!” lo fermò con l’aria quasi terrorizzata, Sam. “Io mi fido di te. L’ho sempre fatto. Ti prego, devi credermi. E’ solo che...” e rimase in sospeso, spostando lo sguardo sul fratello poco distante da lui.

Castiel notò quello sguardo e intese ciò che il giovane amico voleva dire o solo provare a spiegare.

“Lo so. E’ insopportabile vedere un fratello soffrire!” e Sam, guardando di sfuggita Dean, annuì impercettibilmente, lasciando capire all’angelo che aveva colto nel segno.

I tre per un attimo rimasero in silenzio. Sam combattuto tra il gratuito rimprovero che aveva rivolto all’amico angelo e l’apprensione che aveva avuto per la sorte del maggiore. Dean colpito dalla confessione silenziosa del fratello e dalle parole del leale angelo. Castiel , nuovamente conquistato, dalla bellezza dei sentimenti umani.

“Va bene, Sam. Va tutto bene.” lo rassicurò Castiel. “L’importante è che ora siamo di nuovo tutti pronti ad affrontare ciò che ci aspetta. Insieme. Team Free Will, no?!” fece guardandoli con entusiasmo.

“Ci puoi scommettere!” esclamarono i due fratelli.

 

In quel momento , il cellulare dell’angelo squillò.

“Jack??”

Il giovane nephilim era fuori per fare qualche rifornimento cibario.

“…...”

“No...no Jack….tranquillo!!” lo esortò Castiel, mentre i due fratelli scattarono in guardia. Subito dopo un cenno della mano dell’angelo li fece intendere che non c’era pericolo.

“…..”

“Lo so….lo so. Ma è solo che il cartello è scritto male….Non vuole dire che il contadino è cotto al forno….” spiegò mentre i due cacciatori strabuzzarono gli occhi. “E’ il pollo ...cotto al forno. Ti posso assicurare che il contadino sta benissimo.”

“…...”

“no..no...non c’è nessun mostro. E poi un mostro non metterebbe mai un cartello che spiega cosa fa agli esseri umani. Comunque….”.

“…..”

“Comunque resta lì. Ti raggiungo in pochi minuti e ti mostro che è tutto ok.” e mise giù.

Si passò una mano sul viso con un misto di sollievo e frustrazione e poi si ritrovò lo sguardo attonito dei Winchester , che lo fissavano.

“Allora?!” fece Dean.

“In città c’è una rosticceria. Ha un cartello sulla porta: “Pollo del contadino cotto al forno”….credo, credo che Jack abbia frainteso il cartello!”

“Beh!!! tutti i torti non li ha!” convenne Sam, ripensando al cartello.

“Io vado da lui. Ci vediamo tra un po’!” ed uscì per raggiungere il giovane nephilim.

 

Sam e Dean, restarono per un attimo a fissare la scala da cui era uscito Castiel e un attimo dopo scoppiarono a ridere di cuore.

“E pensare che fino a qualche anno fa eravamo noi a dovergli spiegare le cose….umane!!” disse tra una risata e l’altra Dean.

“Non avrei mai pensato di vedere il nostro Castiel che spiega qualcosa di umano ad un altro angelo!!”

“Già!!!” convenne, il maggiore. “Il mondo davvero sta per finire, fratellino.” esclamò ironico , Dean, mentre alzava la sua birra per brindare con quella del minore.

 

Poi , quando quel momento di ilarità fu scemato e i due ebbero parlato ancora un po’ del più e del meno, si alzarono pronti a rimettersi al lavoro, nell’attesa dell’agognata cena che Castiel era andato a recuperare.

“Ehi, Sammy!!” lo richiamò Dean.

“Sì?”

“Senti…..grazie!” disse alla fine, con un lieve imbarazzo. “Di tutto!!”

“Ma cosa...” replicò perplesso Sam, facendosi vicino al fratello.

“Sì...insomma….per avermi appoggiato quando ho deciso di farmi succhiare via la grazia di Micheal..”

“Dean..”

“Per avermi ….o meglio..per non avermi lasciato da solo mentre...” e si fermò decisamente in imbarazzo.

“Ok! Ok!...va bene così. È tutto ok Dean! Ma dovresti saperlo, ormai!” provò a rimediare a quel momento.

“Dovrei sapere cosa?!” fece , il maggiore, grattandosi la nuca.

“Che sei il mio fratello maggiore. E non c’è niente che non farei per te!” confessò come gli aveva già confessato in una notte di anni e anni addietro.

Dean fece un sospiro profondo e poi sorrise, di quel suo sorriso impertinente e compiaciuto.

“Lo so. Lo so , stronzetto!”

“Idiota!!” rispose pago, Sam, mentre la porta dalla porta bunker sbattè chiudendosi su sé stessa e si sentirono arrivare le voci di Castiel e Jack.

   
 
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