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Autore: Yuna Shinoda    12/07/2009    1 recensioni
Blair non riusciva più a sopportare di essere stata rifiutata da Chuck.
Dopo tante delusioni, decide che è tempo di partire e lasciarsi la sua vita alle spalle, insieme a lui e tutto il resto. Parte così per New Haven per frequentare l'università dei suoi sogni, Yale...
Per degli strani casi della vita, tre anni dopo, Blair torna a New York dove si scontrerà nuovamente con il suo passato.
Sarà cambiato qualcosa da parte di Chuck in questi anni?
Post 2x17... SPOILERS LEGGERI
Genere: Romantico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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bho

What a wicked game to play
To make me feel this way
What a wicked thing to do
To let me dream of you
What a wicked thing to say
You never felt this way
What a wicked thing you do
To make me dream of you

 

Wicked Games - HIM

 

Blair si sedette esausta sul bordo del letto, mentre gli inservienti continuavano a portare nella stanza le sue innumerevoli valigie piene di indumenti. Chuck li seguiva.

“Adesso vestiti” ordinò.

“Scusa?”

“C'è la cena di inaugurazione. A meno che tu non voglia fare il digiuno...”

Blair sospirò. Sapeva che il cibo era il suo punto debole, e se lei non gli dimostrava che voleva mangiare sul serio senza gettare il cibo nel water come tanti anni prima, doveva dimostrarglielo.

“Ho capito. Quindi se permetti preferirei che uscissi”

Chuck alzò un sopracciglio. “Non c'è niente che non abbia ancora visto”

“Allora vado in bagno a vestirmi” disse lei, alquanto scocciata dalle sue solite battutine.

 

Quella volta, per evitare che lui entrasse, chiuse la porta a chiave.

Dopo qualche minuto uscì dalla stanza con un vestito non troppo lungo di colore rosso, con una spallina nera tutta intrisa di perline dello stesso colore, ed i capelli perfettamente aggiustati.

Non sembrava di certo essere arrivata da poco tempo.

 

Quando andò nell'altra stanza, Chuck era vicino alla finestra con un drink alla mano. Lei si chiese se stesse pensando a qualcosa in particolare.

Non appena lui si girò, lei notò quanto stranamente erano in sintonia senza saperlo.

Si era cambiato, e adesso indossava una giacca rossa di una tonalità molto simile alla sua, e sotto aveva un pantalone grigio, in coordinato con la camicia grigia a righe e alla sciarpa di seta che aveva al collo che era di un grigio simile a quello dei suoi pantaloni. Quando sentì il rumore dei tacchi di Blair si voltò subito nella sua direzione, quasi a bocca spalancata.

Si rilassò, e la sua bocca si ricompose in un sorriso.

Lei non si mosse di un centimetro, così lui le andò incontro.

 

“Mi piace come quel vestito disegna le tue forme” disse lui, squadrandola dalla testa ai piedi con un breve battito di ciglia.

“Grazie” rispose lei, quasi arrossendo. Non voleva fargli notare che le piaceva da morire il suo complimento. Sarebbe stato di sicuro uno dei sintomi della sua vittoria, e lei non voleva.

Chuck le offrì il braccio. “Andiamo che sono l'oste della serata”

 

Aprì la porta ed insieme scesero nella sala ristorante dove avrebbe avuto luogo il banchetto.

C'erano tanti tavoli decorati con fiori rosa e nastri bianchi, molto pomposi ma anche molto belli, e risaltavano ancora di più le colonne di legno scuro che erano parallele ai muri.

Quando Chuck passava tra la folla, molti uomini e donne gli stringevano la mano congratulandosi con lui per il lavoro svolto, dicendo anche che l'hotel avrebbe fatto affari e roba simile.

Andò tutto bene finchè non si avvicinò a Chuck una coppia di donne.

Blair era ancora sotto il suo braccio, lui non aveva minimamente interrotto quel loro contatto da quando erano usciti dalla stanza, poi dopo dall'ascensore e poi quando erano arrivati nella sala.

La donna, che dimostrava sui trentacinque anni, porse la sua mano a Chuck presentandosi.

 

“Salve Mr. Bass, sono Angelica Yorkins” disse lei presentandosi e quasi sospirando “e questa è mia figlia Evangeline”

L'altra donna era più giovane, aveva circa vent'anni, ed era di bell'aspetto.

Aveva un vestito non molto scollato di colore blu chiaro, i capelli ondulati di colore biondo scuro sciolti sulle spalle, e due occhi celesti molto intensi.

Quando Chuck le strinse la mano, la ragazza gli mandò quasi degli sguardi d'intesa, quasi come se volesse fare colpo su di lui, e Blair se ne accorse.

 

“Molto piacere, signore. Spero che vi divertiate”

“Certo che lo faremo... Ci sono molte attrazioni, qui” disse la signora Angelica facendo un mezzo sorriso e guardando la figlia per qualche istante. “E lei dev'essere...?” chiese la donna guardando Blair, quasi con finto buonismo.

“Sono Blair Waldorf” disse Blair sorridendo “piacere” sottolineò la parola piacere con un certo tono acido. Non era proprio un piacere visto che la ragazza, Evangeline, stava guardando Chuck con occhi a dir poco lussuriosi. E questo non andava bene.

“Ci vediamo al tavolo, Mr. Bass” salutò Angelica, e sua figlia dopo di lei.

 

Blair era ancora stretta al braccio di Chuck.

Per un istante, i loro sguardi si incrociarono, e Blair incenerì quasi con lo sguardo Chuck.

Perchè faceva così? Non stavano mica insieme... Eppure, aveva visto negli occhi di quella Evangeline maledetta qualcosa che non le piaceva affatto.

Finchè la cena non cominciò, Chuck non parlò.

 

Iniziò con un bel discorso, e Blair notò con attenzione i suoi movimenti nei confronti della ragazza.

Evangeline non perdeva occasione per adocchiare Chuck, ma lei non aveva molta voglia di vedere se lui ricambiava, oppure no. Non aveva voglia di essere di nuovo delusa in soli due giorni.

 

“Mr. Bass” cominciò Angelica ad un certo punto “cosa la porta qui? Insomma, lei non è un tipo da alberghi in collina”

“Per favore mi chiami Chuck” rispose lui facendo un mezzo sorriso e socchiudendo un po' gli occhi “La collina è un posto divertente che attira molta gente che ama la vita un po' all'antica”

“Sono d'accordo”

“E a lei, signora, cosa la porta qui?” chiese Blair con tono quasi acido.

La donna si passò la mano tra i capelli e poi rispose “Niente di particolare. Volevo tanto vedere questo posto, visto che qualche mese fa ne ho letto sul New York Times...”

“Già” rispose lei sorridendo di nuovo. Poi prese il braccio di Chuck facendolo alzare “Scusateci”

 

Andòarono molto distante dal tavolo dove erano seduti, e le due donne si chiesero perchè.

La ragazza, soprattutto, si chiedeva cosa aveva Blair a che fare con Chuck. Le interessava perchè, effettivamente, lei e sua madre erano andate lì per un motivo ben preciso... E Chuck era parte di quel motivo.

Blair sembrava adirata dal modo in cui trascinava Chuck ad una velocità impressionante.

Lo portò quasi vicino alle toilettes, che erano dall'altra parte della sala.

 

“Blair! Fermati” ordinò lui. Lei lasciò la presa. “Come mai mi hai portato qui?”

“Come mai? Già è tanto che sono rimasta qui perchè mi ha 'gentilmente' offerto la tua stanza” disse abbassando gli indici e i medi di entrambi le mani, quasi a sottolineare l'avverbio 'gentilmente'.

Lui corrugò la fronte e socchiuse gli occhi, quasi come se non capisse l'origine del suo discorso.

“Sono arrivato a prima che parlavi”

“Non capisci, Chuck? Si vede come la guardi!”

Chuck alzò un sopracciglio. “Cosa stai insinuando, Blair? Ti stai comportando come una fidanzata gelosa”

Lei all'inizio non rispose, guardò in basso, e poi disse “Dimentica tutto. Non capisci”

“E cosa vorresti fare adesso?” chiese lui, evitando l'implicito riferimento nell'affermazione di Blair alla mattina di fuoco nella sua suite.

“Me ne vado” disse lei allontanandosi “così avrai la stanza libera”

Chuck le prese la mano, e lei ne fu sorpresa. Molto, sorpresa. Si aspettava il solito silenzio vuoto, che dimostrava ancora di più il suo difetto più grande: non avere il coraggio di dichiararsi.

Lei fissò le loro mani, poi guardò lui.

 

“Non andare, per favore” disse lui, con degli occhi strani, quasi dolci “non voglio che ci sia lei nella mia stanza, questa notte”

 

Lei fece un mezzo sorriso, ma non fu ancora convintissima dell'affermazione di Chuck. Poteva benissimo essere una frase di circostanza per avere entrambe le parti, ma lei non era sicura che lui provasse attrazione per quella ragazza appena conosciuta.

Lui gli accarezzò la mano con il pollice, e si avvicinò ancora di più a lei, e la baciò fugacemente sulle labbra, tanto che lei ne fu ancora più sorpresa.

Da lontano, la ragazza, Evangeline, li fissava un po' delusa. Pensava davvero che i suoi sguardi sensuali diretti a Chuck durante tutta la cena erano andati a buon fine, ma si sbagliava.

Lui era preso dalla ragazza che lo accompagnava, e per il momento non riusciva a trovare nulla per metterla fuori gioco per sedurlo in pace.

 

Quando i due ragazzi tornarono al tavolo, Evangeline sorrideva come per nascondere qualcosa, mentre sua madre Angelica sorseggiava un po' di champagne.

“Scusateci” disse Chuck, facendo un mezzo sorriso.

“Non c'è problema, Mr. Bass. E' normale in una coppia”disse la donna, pronunciando la parola 'coppia' con un elevato tono quasi disgustato, come se non ritenesse Blair all'altezza di Chuck.

“In effetti, è normale” rispose lui guardando Blair negli occhi e sorridendole in modo strano.

 

Adesso erano stati anche definiti una 'coppia', il che suonava talmente nuovo per lui, ma non negava internamente di esserne in qualche modo felice. Avevano fatto tutto loro, senza che lui si esponesse minimamente.

 

“Da quanto tempo state insieme?” chiese questa volta Evangeline, che era stata silenziosa per gran parte della serata.

“Sono due anni” rispose Blair guardando Chuck e sorridendo ancora. Sapeva di aver detto una bugia, ma meglio così che far finta di essere ciò che non erano.

Chuck alzò un sopracciglio, poi continuò “Già. Stiamo insieme dal liceo” mentì anche lui, per assecondarla. Fingere gli sembrava divertente, anche per una questione delicata come la loro che era in bilico proprio da due anni a questa parte.

“Che cosa carina” fece Angelica “invece Evangeline è single”

 

Evangeline mandò delle occhiate a Chuck, cercando di fargli intendere il vero significato della parola 'single', ma lui cercò di evitarle con tutto sé stesso.

Non poteva dire che non provasse almeno una semplice attrazione per quella nuova ragazza, ma c'era Blair che voleva andar via, per la seconda volta in due giorni, ed era meglio per lui non cedere alla tentazione, anche se effettivamente la carne era debole.

 

“Purtroppo non si trovano tutti i giorni ragazzi come lei, Chuck. Fortunata la signorina...?” beh, la signora Angelica aveva proprio rimosso per disgusto il nome di Blair dalla sua mente.

“Blair, signora” rispose lei ostentando calma apparente, e sottolineando di nuovo il signora quasi ad evidenziare che la donna si stava ormai avvicinando alla terza età.

“Blair. Tientelo stretto” fece lei, che poi si alzò all'unisono assieme alla figlia. “Adesso devo proprio lasciarvi, mi dispiace. Ci rivedremo magari prima della partenza”

 

Angelica porse la mano a Chuck e Blair, e così anche sua figlia. Le due donne si allontanarono e così loro due restarono soli assieme a pochi altri che non erano ancora andati nelle loro stanze.

Blair sospirò e sbadigliò.

“Hai sonno?”

“Un po'” disse lei, sincera. Eppure, le sembrava strano che lui non le avesse ancora chiesto perchè aveva detto di essere la sua ragazza. Decise di ignorare questo pensiero e si alzò.

“Voglio andare in stanza” disse qualche istante dopo.

“Come vuoi” accordò lui, che la seguì al secondo piano dov'era la sua suite.

 

Quando arrivarono in camera, Blair si fiondò in bagno e si andò a cambiare, e Chuck apparentemente restò nel soggiorno in miniatura della suite.

Non appena Blair uscì dal bagno con la sua succinta camicia da notte di seta blu scuro, lui alzò il mento per guardarla, dato che era seduto su di una poltrona di tessuto rosso che si intonava stranamente alla giacca che aveva indossato quella sera.

Stranamente, Blair notò che anche lui si era cambiato.

Non dormiva di certo in boxer, ma aveva indosso un pigiama di seta probabilmente, di colore grigio scuro, con delle strane fantasie sopra.

 

“Non pensavo che Chuck Bass dormisse con i pigiama”

Lui rise appena “Ed io non pensavo che Blair Waldorf dormisse con qualcosa addosso... Più che altro... Pensavo che imitassi Marylin... Dormendo con una sola goccia di profumo...”

“Pensavi male, Bass” rispose lei sedendosi sul letto ed aprendo da un lato le coperte “forse quello lo fanno le tue puttanelle”

“Probabile. Ma non riuscivo mai a provarlo dato che solo poche le portavo nella mia stanza... Preferivo farmele in altri luoghi più consoni”

“Sei disgustoso”

“Però ti piaccio”

Lei lo fissò in modo minaccioso “L'amore è cieco” disse Blair, mentre si sistemava sotto le coperte. “Ehi, aspetta” la chiamò lui, facendola di nuovo mettere a sedere “e dove pensi che dorma io, questa sera?”

“La poltrona dove sei seduto mi sembra un posto comodo... oppure, potresti provare con il pavimento. Penso che sia molto salutare”

“Io invece pensavo ad altro” fece lui ammiccando e incurvando le labbra in un sorriso furbesco.

“Non se ne parla proprio. Non dormirai nel letto con me”

“E invece sì” disse lui avvicinandosi al letto e salendoci sopra “me lo devi”

Chuck si avvicinò paurosamente a lei, ed in brevi movimenti la sua testa fu sopra quella di Blair. Lei aveva quasi il fiato sul collo.

“Io... non ti devo nulla, Chuck”

“Ah, no? Se non era per me questa sera dormivi assieme agli scoiattoli”

Lei rise fragorosamente. “Ritenta, Chuck. E' troppo poco”

Blair voleva arrivare ad un punto preciso, e lui l'aveva capito. Ma non pensava fosse il momento adatto. Allontanò il suo viso dal suo, e tornò a sedersi sulla poltrona.

“Per questa volta hai vinto. Ma domani non sarà così”

“Domani è un altro giorno, Bass. Pensiamo ad oggi”

“Bene” disse lui con tono aspro, mentre lei si sistemò la sua solita mascherina sugli occhi e provò a dormire.

 

Era strano dormire nuovamente con Chuck, non in modo letterale, e pensò che forse era stata troppo cattiva a dirgli di no. Il suo cuore sapeva che al contrario lei desiderava che gli chiedesse una cosa del genere. Avrebbe visto il giorno dopo come sarebbero andate le cose con lui.

La mattina successiva, al suono degli uccelli mattutini, Blair si svegliò.

Si tolse la sua mascherina, ma trovò un impedimento.

 

 

“Chuck!” disse lei, urlando, perchè si era trovata una mano di Chuck sul ventre.

Lui si svegliò di sobbalzo, e si strofinò gli occhi.

“Cosa è successo ora?”

“Ti avevo detto di non venire”

“Mi faceva male il collo”

“Bugie. Lo so che sei venuto qui solo per qualche palpatina”

“Pensala come vuoi” disse lui, chiudendo di nuovo gli occhi, quando lei lo fece di nuovo rinsavire con uno schiaffo. Lui aprì gli occhi ma non si mosse.

“Okay. Meglio che mi vada a vestire, altrimenti avrai da ridire ancora sulla mia camicia da notte”

“Si vede tutto” disse lui, molto divertito. Non era vero nulla, in realtà, ma a lui piaceva provocare.

 

Blair andò in bagno adirata.

Dopo qualche minuto tornò nella stanza da letto, e trovò Chuck completamente vestito.

Spalancò la bocca, non solo per la sua eleganza, ma anche perchè stranamente i loro vestiti sembravano combinati. Lui sorseggiava un whisky.

 

“Hai fatto prima di me” disse lei, riferendosi all'abbigliamento.

“Non so se l'hai notato, ma ci sono due bagni”

“In effetti, no. Ero più preoccupata di vedere se all'improvviso entravi di nuovo nella mia doccia”

Lui sorrise, e notò anch'egli la combinazione dei loro vestiti.

Lei indossava un vestitino giallo con rifiniture bianche, e lui una giacca ocra con una camicia bianca sotto, senza cravatta.

“Vuoi fare colazione?” chiese lui.

“No, però... Meglio farla” si corresse all'ultimo minuto, notando lo sguardo duro di lui quando si parlava di cibo. Difatti corrugò la fronte

“Bene, allora andiamo nella sala ristorante”

 

Scesero nuovamente nella sala dove la sera prima si era svolta la cena, e con rammarico di Blair, vi trovarono anche Angelica ed Evangeline.

La donna notò Chuck da lontano, e lo salutò con la mano, ed anche lui alzò la mano in segno di contraccambio. Blair sorrise a stento e si avvicinò a lui.

 

“Che sorpresa. Mi è passata la fame”

“Blair, basta, mi sta dando sui nervi questa cosa” disse lui apparentemente tranquillo, mentre prendeva posto ad uno dei tavoli della sala.

 

Blair ogni tanto adocchiava la ragazza, Evangeline, per vedere se lei stava vedendo Chuck, anche se lui era di spalle. Non capì all'inizio il perchè della sua gelosia, ma poi le fu palese: lei lo amava, e vederlo solo guardare un'altra donna la faceva andare in bestia.

Nemmeno lui, dal canto suo, era da meno. L'aveva notato perfettamente durante la cena della sua quasi aggressione da parte di Alessandro.

Blair bevve qualche sorso di cappuccino, e, oltre ad osservare la ragazza e sua madre, fissava Chuck. Lui non mangiava né beveva nulla.

 

“Tu non prendi niente?”

“Non ho fame” rispose lui, secco, che osservava ciò lei faceva.

 

Quando Blair ebbe finito – dopo aver bevuto cappuccino e mangiato un croissant – furono pronti ad andare. L'inserviente portò le loro valigie nella limo, dato che Chuck si era offerto di accompagnarla di nuovo a casa. Ma Blair non era ancora sicura.

Strinse il braccio di Chuck, che la guardò perplesso.

Certo, gli faceva piacere una cosa simile, e sapeva anche perchè lei lo faceva, ma non capiva perchè tutto all'improvviso. Poi ci pensò su. Evangeline. Era gelosa, e adesso ne era certo.

Le due donne uscirono poco dopo di loro dall'edificio, pronte anche loro a partire, e quando Blair le notò, si avvicinò furtivamente a Chuck e lo baciò in modo passionale. Lui ovviamente non si tirò di certo indietro. E poi, se era Blair a farlo...

 

“Non ero disgustoso?”

“Sì, ma le tue labbra no”

“Affascinante. Non mi hai detto nulla di nuovo... E sono sicuro che c'è anche qualche altra parte di me che non ti disgusta...”

“Chuck” disse lei, staccandosi all'improvviso. Ormai era abituata a sentirgli dire frasi perverse.

 

Lui sorrise, poi le offrì la mano ed insieme salirono nella limo.

Prima di entrare nell'auto, Blair gettò un ultimo sguardo sulle due donne. Evangeline li stava fissando, e di sicuro aveva visto tutto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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