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Autore: Ilariarobbecchi    30/09/2018    0 recensioni
Si può davvero perdonare una persona che non fa altro che umilianti?
*consigliata come lettura serale ( è abbastanza breve ), ma attenzione che ha contenuti forti e tratta tematiche delicate*
Genere: Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Lola decise che sarebbe uscita in ritardo quel giorno. Aveva paura di incontrare Theo, chissà che cosa le avrebbe fatto, l'avrebbe presa a pugni,  l'avrebbe picchiata. Non l'aveva mai fatto, l'aveva solo aggredita verbalmente, chiamandola 'sfigata', o con altre parole bel più pesanti.

A volte Lola avrebbe preferito essere picchiata che essere insultata davanti a tutti. È proprio vero che gli insulti feriscono più delle pietre, pensò la ragazza.

Lola sentì le lacrime salire agli occhi. Perché se la prendeva con lei? Era solo una ragazza, debole di carattere. Non era forse sbagliato prendersela con una donna? Questo forse Theo non lo sapeva, lo ignorava, un principio morale inviolabile per certi, ma non per lui. Lui se ne sbatteva di principi morali, e per questo insultava una povera ragazza indifesa.

Una lacrima le scese lungo una guancia, e la pulì immediatamente con il dorso della mano, fredda e imperlata di sudore. Questa volta l'avrebbe davvero picchiata come aveva detto?

Le parole di Theo le risuonavano nella testa: allora dovrò fartela pagare... aveva sussurrato con la sua voce profonda che faceva impazzire chiunque; ma non qui. Ci vediamo fuori da scuola. Quelle ultime parole le avevano fatto gelare il sangue.

Sentiva già di avvertire il dolore di un suo pugno in pieno volto; no, non poteva sopportare una cosa simile, aveva una paura troppo grande.

Segretamente dentro di sé se la prese anche con Becky. Perché non era uscita ad aiutarla? Lola valeva così poco da non dover essere aiutata da nessuno?

Di certo nessuno si metterebbe mai contro uno come Theo. Circolavano strane voci su di lui, sul fatto che fosse stato in riformatorio all'età di sedici anni, e che poi suo padre aveva pagato la cauzione per farlo uscire.

Era accusato di aver picchiato un uomo fino quasi ad averlo ucciso; una rapina finita male dicevano in tanti nella scuola, ma Lola cominciava a pensare che Theo avesse picchiato quell'uomo per il suo gusto e per il suo sanguinario e pazzo istinto animale.

Non voleva più pensarci. E non ci pensò più, o almeno così ci provava, perdendosi nelle parole dell'insegnante di storia, che stava spiegando un lungo capitolo sul rinascimento.

****

- dammi i miei soldi, stronza - sputó Theo

Accanto a lui c'era uno dei suoi fidati amici, o scagnozzi, era Marco Luxes, un altro ragazzo di diciannove anni, puttaniere e piantagrane proprio come Theo.

Lola tirò fuori il portafoglio e gli porse tremante i pochi dollari che aveva in tasca

- con questi andiamo a pranzare insieme - aveva sussurrato Theo all'orecchio dell'amico

Becky era andata a casa, e nessun altro avrebbe difeso Lola. Non che Becky lo facesse, Becky era più che altro una compagna con cui parlare nei momenti di noia, una scusa per non sembrare associale.

Lola pensava a questo, mentre vedeva la sua misera paghetta settimanale finire nelle mani di quel bastardo di Theo e del suo amico.

Un colpo di clacson sulla strada al di fuori del viale del liceo fece voltare tutti e tre nello stesso  momento. Proveniva da uno scassato furgoncino bianco sporco, con alla guida un inquietante omaccione di circa quarant'anni, che continuava a suonare il clacson del furgone.

Sul volto di Theo si dipinse un'espressione di paura. Lola potè giurare di aver visto ciò. Theo mollò i dollari all'amico e corse verso il furgone, dove l'uomo sembrava parecchio impaziente.

Lola rimase lì a terra, senza poter far nulla, ma senza nemmeno il coraggio di tirarsi su da terra.

In quei pochi secondi anche Marco sparì dalla sua vista, con i suoi  dollari.

Lola rimase sola, e raccolse con garbo la sua cartella rosa, se la rimise in spalla e si avviò a casa a piedi, con la paura che ancora faceva novanta.

Se l'era scampata. Ma la domanda era: chi era quell'uomo che aveva apparentemente fatto spaventare Theo?
   
 
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