Crossover
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Autore: Ash Visconti    30/09/2018    1 recensioni
Via Lattea. Un futuro imprecisato. Un Nuovo Ordine è sorto dalle ceneri di un era di lotta e devastazione, pronto a riportare la pace e l'unità nella galassia con ogni mezzo necessario, anche quelli sporchi. Ma quando i fautori di ordine e stabilità negano le libertà altrui è tempo di combattere. Tra i combattenti per la libertà un gruppo di persone forma un team per lottare uniti insieme ad altri eroi.
Crossover tra: Warhammer, Hunger Games, Maze Runner, Divergent, World of Warcraft, Starcraft, Diablo e Thief. Nonché personaggi originali. Se questa premessa vi ha incuriosito, leggete pure!
Nota: potrebbero apparire un paio di personaggi OOC.
Genere: Fantasy, Guerra, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Libri, Videogiochi
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10 - Rombi di tuono


Scintillan Fusilier trooper
Un Fuciliere di Scintilla



“Allora ci sono novità?”
All’interno dell’astronave da battaglia, il colonnello Eli Hamsha, dei Fucilieri di Scintilla, era andato a contattore gli uomini ai radar, per sapere se c’erano stati progressi nella ricerca.
“No, signore” rispose uno di loro. “Non sono stati rivelati segni di navi che si allontano dal pianeta o effettuano il salto a velocità della luce, anzi, non riveliamo alcuna nave spaziale su questo sistema!”
“Il loro sistema di occultamento è ancora attivo” borbottò l’ufficiale militare. “Continuate a cercare, non resteranno occultati per sempre, prima o poi perderanno energia”.
“Sì, signore!”
Hamsha levò il disturbo dalla zona delle operazioni e tornò sul ponte di commando, dove trovò il capitano della nave e l’ambasciatore del Governatore Macharius.
“Capitano, mantenete la vostra nave nell’atmosfera planetaria, non penso ci vorrà molto”.
Il capitano annuì e si allontanò, permettendo all’ambasciatore di scambiare due parole.
“Colonnello, è proprio necessaria questa caccia? I protocolli prevedono che torniamo a Scintilla”.
“E lasciarci sfuggire il figlio di uno dei leader della Resistenza? Giammai!”
L’ambasciatore sospirò.
“Ammetto che come ostaggio è una preda molto invitante, ma ritengo che sia meglio ritornare, la nostra è una missione diplomatica e la scorta militare serve solo come protezione da minacce. I nostri ordini…”.
“Erano di occuparsi di eventuali ribelli che si sarebbero intromessi nell’operazione. Tutto in regola”.
“Ma…”
“Basta così, ambasciatore, ricordi che qui comando io. Se non ha buoni suggerimenti tattici o militari da darmi può tornare nei suoi alloggi”.
Per quanto avesse usato un tono tranquillo, l’imperiosità del militare era palpabile. Con un sospiro, l’ambasciatore tornò nei suoi alloggi, non riuscendo però a scrollarsi un brutto presentimento di dosso.
 
***
 
“Allora” ricapitolò Anduin, “una volta attivato questo segnalatore, l’astronave nemica si fionderà qui sperando di trovarci, ma scoprirà solo un vasto spazio vuoto, privo di navi spaziali in vista o atterrate. A quel punto invieranno pattuglie di soldati a perlustrare l’area, per risolvere l’enigma”.
“Sei sicuro che il comandante militare verrà di persona? Io non sarei così stupida!” osservò Johanna.
“Credimi, basta lanciare sguardi attenti tra i gruppi umani per accorgersi che ci sono effettivamente persone molto stupide nonostante non hanno un’aria da sempliciotti” replicò Wrynn.
Si trovavano in un folto gruppo di alberi situato nei pressi delle rovine di Mordheim, dall’altra parte del luogo dove era situata la loro astronave, ancora avvolta nel sistema di occultamento.
Il loro piano per sconfiggere le truppe del Nuovo Ordine, onde andarsene poi con calma da Mallus e tornare in spazi più tranquilli e pieni d’alleati era stato elaborato da Anduin, ed era molto audace: attirare e togliere di mezzo il comandante delle truppe nemiche presenti nella delegazione.
“Una volta che il comandante sarà morto la delegazione di Macharius preferirà ritirarsi e tornare su Scintilla. Dopotutto la loro è una missione diplomatica da cui avranno già avuto una risposta definitiva dall’imperatore Karl Franz, e le truppe che si sono portati dietro servono per mera scorta dell’ambasciatore, non per una invasione planetaria”.
“Insomma, il tuo piano è un grosso azzardo, in sintesi” commentò Richard.
“Senza alcun dubbio. Ma ricordatevi: non dobbiamo sconfiggere un’intera compagnia di soldati, il nostro obiettivo è soltanto il loro comandante”.
“Intesi” ribatte Thorvald quasi grugnendo.
“Molto bene, allora prendiamo posizione”.
Detto fatto il Team si separò tra gli alberi del bosco, ma disponendosi in modo da osservare la vicina radura aperta.
Anduin e Isabela si nascosero dietro degli alberi vicini, la sonda Probius si infilò in un cespuglio poco lontano, Garrett si arrampicò sui rami più grossi e robusti di una quercia, Hugh, Johanna e Richard si imboscarono verso Est.
Leah si piazzò verso Ovest dietro una serie di grossi massi, assieme a Kyle e a Christine. Dalla loro posizione potevano vedere Thorvald, imboscato da solo dietro un gruppo di felci.
L’uomo indossava un’armatura leggera ma resistente che gli copriva torso e spalle, simile a quelle portate da alcuni soldati nemici. Stringeva tra le mani un fucile d’ordinanza preso dal corpo di qualche semplice fante del Nuovo Ordine, mentre appese alla cintura si potevano notare le sue inseparabili asce.
Osservandolo dalla sua posizione, Leah non poté fare a meno di provare ancora più curiosità per quel taciturno e rude individuo.
“Dove avete trovato Thorvald?” chiese al mago vestito di nero.
“Mah, personalmente non ho idea da quale sperduto pianeta provenga” fece Kyle. “Dal mio punto di vista è uscito fuori dal nulla”.
“Dal nulla? Molto improbabile. Ti avrà detto dove viene, no?” chiese Christine.
“In realtà no” rispose il mago. “E non perché è di poche parole, non ci ha proprio detto su quale pianeta è nato e cresciuto. “Un pianeta da tempo controllato dal Nuovo Ordine”, così ha detto. Vuole mantenere l’anonimato sul suo luogo natale per evitare problemi. Dopotutto, il suo pianeta ufficialmente è col Nuovo Ordine, perciò teme che il nemico non la prenda bene sapere che c’è un singolo individuo di un luogo alleato che ci aiuta”.
“Non ha tutti i torti, probabilmente” convenne l’Intrepida.
“Forse l’avrà spiegato all’Alto Comando della Resistenza qual è il suo sistema d’origine, e quelli hanno acconsentito alla sua richiesta di riserbo” concluse il mago in nero.
Il discorso finì lì, presto sarebbe iniziato il pandemonio in quel luogo.
Anduin diede una rapida occhiata in giro: tutti i suoi compagni erano ai loro posti. Prese un grosso respiro e fissò il segnalatore ai suoi piedi.
“Iniziamo!”
E premette il pulsante per attivarlo.
 
***
 
“Colonnello! Tecnologia avanzata rivelata!”
Hamsha sorrise.
“Tecnologia avanzata che in teoria non dovrebbe esistere su un pianeta primitivo come questo. Rotta verso il luogo!”
 
***
 
Dopo alcuni minuti di attesa in cui la tensione si tagliava col coltello, l’astronave del Nuovo Ordine apparve nei cieli di quel luogo, preceduta dal rumore dei motori.
Il mezzo rimase sospeso in aria, a circa mille metri d’altezza, come ad osservare l’area.
Dopo diversi minuti, il Team Rogue vide delle navette più piccole uscire dalle fiancate del gigante d’acciaio e dirigersi verso il terreno.
Una volta atterrate in uno spazio libero, aprirono i portelloni e fecero scendere a terra una ventina di soldati armati fino di carabine di ordinanza con baionette innestate e una corta spada appesa al fianco.
L’Armata Galattica, l’esercito ufficiale del Nuovo Ordine, non aveva una divisa fissa per i soldati. Ogni pianeta era obbligato, per legge, a provvedere al reclutamento e all’organizzazione di milizie locali per la propria difesa. Questa indipendenza organizzativa non aveva mai generato un’uniformità della divisa, ma non importava molto, d’altronde il motto del Nuovo Ordine era: “Tanti umani, tanti governi, un unico stato!” Il governo centrale della Galassia si occupava di fornire armamenti ed equipaggiamenti standard tramite una società organizzativa chiamata “Departimento Munitiorum”.
Inoltre, quei soldati planetari che risultavano un eccesso per la difesa, andavano a formare un esercito mobile che veniva spedito a vigilare le frontiere, a sopprimere rivolte, a conquistare pianeti o a rinforzare le difese di altri pianeti durante gli attacchi.
Oltre che per la grande varietà di uniformi, questo esercito mobile presentava tattiche e caratteristiche diverse, a seconda del pianeta d’origine: alcuni reggimenti erano migliori nel combattere in zone desertiche, oppure in zone gelide e ghiacciate. Altri ancora erano più specializzati nelle tattiche di guerriglia nelle foreste o in scontri in ambienti urbani. C’era chi eccelleva nelle truppe aviotrasportate o negli assalti frontali con fanteria meccanizzata o nelle guerre d’assedio.
I Fucilieri di Scintilla spiccavano per le vistose uniformi bianche e blu, corredate da stivali e copricapi neri. A Richard ricordavano molto le divise dei soldati del suo pianeta natio.
Nonostante l’uniforme che pareva più adatta ad una parata che ad una guerra, non c’era nulla da recepire sul fatto che i reggimenti Scintillani vantassero una buona preparazione nelle armi e nell’addestramento. Composti sia da uomini che da donne, erano tutto tranne che inadatti alla battaglia.
Nascosto tra i cespugli Anduin riconobbe subito tra di loro il comandante militare della delegazione di Macharius. L’idea che si era fatto di lui era corretta: sarebbe stato presente di persona all’eliminazione dei ribelli. O forse per il figlio di Varian Wrynn ci sarebbe stato un destino diverso?
Anduin allontanò quei pensieri dalla testa, una volta che vide che i militari si stavano dirigendo nella loro direzione cominciando a lasciare la radura. Presto si sarebbe combattuto furiosamente e doveva restare lucido.
Giratosi verso Isabela le fece un cenno. La maga, imboscata dietro un albero, chiuse gli occhi e alzò lo sguardo al cielo alzando con entrambe le mani il suo bastone.
Il cielo del luogo, già poco illuminato perché ci si avviava al tramonto, parve diventare più cupo, cosa che spinse alcuni dei soldati ad alzare il capo sorpresi.
Il volto di Isabela era contratto per la concentrazione.
“Come membro dell’Ordine Celestiale, Azyr, il Vento Blu della Magia, è la mia fonte di potere! Fenomeni dell’atmosfera, siete al mio comando, rispondete a me!”
Lampi seguiti dal forte brontolio dei tuoni si fecero sentire nell’aria che cominciava ad odorare di pioggia.
I soldati si erano completamente fermati, confusi da quell’improvviso cambio di tempo.
Hamsha cominciò a sospettare qualcosa.
“Soldati, in mezzo agli alberi, pre…”
Non finì la frase che una serie di fulmini cominciò a precipitare al suolo, facendo saltare su due piedi i militari. Due di essi furono presi in pieno e caddero a terra morti, coi vestiti bruciacchiati.
“Tra gli alberi! Tra gli alberi!” sbraitò il colonnello.
I Scintillani si lanciarono tra gli alberi, ma appena furono lì in mezzo, vennero presi di mezzo dalle armi da fuoco di Thorvald, Christine, Johanna e Hugh.
Altri tre caddero a terra morti o feriti. Un quarto fu preso alla coscia da una freccia scagliata da Leah.
“Imboscata! Al ri...” Ancora una volta, l’urlo di Hamsha fu interrotto. Stavolta da una freccia scagliata da Garrett che lo mancò per un soffio, trapassando il cappello dell’uniforme.
Al riparo dietro il tronco di un albero, sbraitò: “Tenente, chiami i rinforzi!”
Tra gli alberi cominciò una violenta sparatoria, i Scintillani, forse perché si trovavano di mezzo a un conflitto a fuoco, ripresero subito il sangue freddo, e fecero fuoco volontà verso i luoghi in cui erano imboscati i loro nemici, tanto che questi dovettero stare al riparo e rispondere il meno possibile al fuoco nemico.
Garett ne abbatte un altro con il suo arco, ma poi dovette scendere dall’albero in quanto due cominciarono a sparare sulle fronde degli alberi.
Kyle, riparato dietro il masso, emise un ghigno e poggiò la mano al suolo.
“Vediamo se vi piacciono i miei amici!”
Hamsha, ben riparato da tiratori in mezzo ai cespugli e a cecchini appostati sugli alberi, vide una cosa incredibile: prima delle mani scheletrite emersero dal terreno, seguite poi dalle braccia, dalle scapole, dalla gabbia toracica sormontata da un teschio ghignante dalle orbite vuote, ed infine dal resto del corpo.
In poco tempo alle spalle dei soldati erano emersi una decina di scheletri armati di rozze lance e spade.
“Ma cosa…” esclamò Richard vedendoli.
“Opera di Kyle” gli spiegò Hugh.
Leah e Christine si girarono perplesse verso il loro compagno.
“Sei stato tu?” chiese scioccata la prima.
“Certamente” fu la tranquilla risposta. “Vi presento l’Arte della Negromanzia”.
Gli scheletri caricarono i Scintillani. Hamsha urlò l’avvertimento ai suoi uomini, i quali si girarono e, per lo stupore tardarono ad aprire il fuoco.
Due dei militari furono trafitti dalle lance scagliate dai militari prima che gli scheletri ambulanti fossero allontanati o falciati dal furioso fuoco dei fucili.
Anche Isabela era scioccata di fronte alla manifestazione dei poteri del giovane vestito di nero, e lo fissava con uno sguardo quasi spaventato. Spostando lo sguardo anche su Anduin, come a chiedersi perché il Wrynn accettasse un tipo del genere nella squadra.
“Isabela, lassù!”
Alla segnalazione dello stesso Anduin, la maga voltò lo sguardo verso l’alto, vedendo due navette che scendevano a tutta velocità verso il suolo, sicuramente portando truppe di rinforzo.
Alzate le mani, riprese il controllo dei Venti della Magia, così forti sul loro mondo, e nuovi fulmini piovvero dal cielo.
Le navette cominciarono a muoversi a zig-zag per schivarli, ma una fu colpita sul fianco, vicino ai motori.
Dallo squarcio causato dal botto cominciarono a levarsi fiamme e un denso fumo, mentre il mezzo entrava in caduta libera. Finché, con un sonoro schianto, la navetta rovinò in mezzo agli alberi, causando anche una piccola esplosione.
L’altra riuscì ad atterrare alla bell’è e meglio e scaricò dieci soldati di rinforzo, che scesero sparando agli scheletri.
In breve si fecero largo fino ai loro compagni superstiti, formando un gruppo che spazzò via quel che rimaneva dei non-morti, mentre il Team Rogue ripiegava.
I Scintillani rimasero immobili, prendendo un attimo di respiro, fermi nel cerchio che avevano formato tra gli alberi. I fucili erano puntati, gli sguardi erano tesi. Del gruppo originale, metà erano morti o feriti. Hamsha, al centro del cerchio, sbraitava qualcosa che i ribelli non sentivano bene.
Anduin sbirciò la situazione. La faccenda si stava complicando.
Kyle, finito vicino a Wrynn, si preparò ad agire.
“Tranquillo, adesso ne evoco altri”.
Anduin però gli fece cenno di stare fermo e, portandosi le mani a coppa vicino alla bocca, urlò:
“Colonnello! Arrenditi e ritira i tuoi uomini, questo scontro non ha senso!”
   
 
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