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Autore: LanceTheWolf    01/10/2018    1 recensioni
Lan-Chen aveva una vita normale, un lavoro normale, una famiglia normale e dei sogni come tutte le giovani donne delle sua età. Poi la sua vita è cambiata, Lei è cambiata. In pochi sanno cosa è successo: la sua famiglia è allo scuro di tutto e ritiene che i suoi continui viaggi, le strane persone che frequenta, non siano altro che un periodo. Che stia semplicemente passando uno di quei momenti assurdi che prendono a tutti e che prima o poi passeranno proprio come sono giunti. Per lei, al contrario, ogni parola non detta ha il solo scopo di difenderli.
Si svolge molti Avatar dopo Korra.
NB: Questa raccolta partecipa al Writober 2018 a cura di Fanwriter.it
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Note dell’autrice: Salve a tutti quelli che si fermeranno, anche per semplice errore, su queste poche righe. Quella che avete tra le mani è una raccolta: 31 pezzettini di storia, uno per ogni giorno di ottobre, che partecipano al Writober 2018 indetto da “Fanwriter.it” e liberamente tratti dalle avventure di Lan-Chen, uno dei personaggi originali che ruolo sulla piattaforma del GDN “Avatar, la leggend di Aang e Korra”.

Questo personaggio vive e si muove molti Avatar dopo Korra, tuttavia l’ambientazione è di poco più avanzata rispetto alla serie originale.

Perché ho pensato a lei?
Semplicemente perché da un po’ è stata messa da parte per motivi logistici. Questo però non cambia che adoro questo personaggio che, di volta in volta, assume sfaccettature sempre più nostalgiche perdendo la sua ingenuità a favore di una disillusione crescente, mantenendo comunque una natura positiva. Quindi non potevo non pensare a lei per questa iniziativa.

Lance

PS: riguardo ai prompt li userò di volta in volta come titolo, perché non so dare titoli. :P
PS2: Avendo poco tempo probabilmente mi sfuggirà qualche errore, quindi siate clementi. ^///^
 

Iniziativa: Questa storia partecipa al “Writober 2018” a cura di Fanwriter.it.
Numero Parole: 831
Prompt: Invito (Red List – 1/10/2018)
 
 
Invito
 

Lan-Chen sedeva sul letto della sua stanza.
I capelli lunghi, raccolti in due alti chignon ai lati del capo, la facevano sembrare più piccola di quanto non fosse.
Ventisei anni, ma ancora un volto da bambina. La bassa statura e il fisico minuto non aiutavano a farla apparire come la donna che sarebbe dovuta essere. Ma era bella, bella come una ragazza qualunque del Regno della Terra: gli occhi grandi, la carnagione dorata e i capelli del colore caldo della corteccia degli aceri che circondano la città di Zaofu.

Il corpo era fasciato in un abito di seta verde, un verde intenso e scuro che avrebbe dovuto mettere in risalto le sue curve, ma che, involontariamente, spostava l’attenzione sugli occhi di smeraldo. I decori in metallo, tipici della sua città natale, brillavano chiari e freddi sulla stoffa preziosa, coccolandola in una sensazione di piacevole protezione; un’armatura non voluta nata dalle usanze della Città del Metallo e del clan di cui era parte.

L’invito che sua nonna paterna le aveva procurato le bruciava tra le mani.
Non le piacevano le feste; non le piaceva la vita mondana in generale, ma si sarebbe adattata a quell’evento, questa volta come le altre; lo doveva alla sua città e alla guerriera che aveva promesso di aiutare.

Nuo-Shi non era certo una persona facile da contenere. Era convinta che l’arma che le era stata rubata potesse trovarsi alla mostra d’antichità e lei aveva il sacro dovere di controllare che tutto filasse per il verso giusto, ma soprattutto che la donna non uccidesse nessuno. Non che Lan-Chen pensasse seriamente che potesse farlo, ma Nuo-Shi era determinata, forte, e ne possedeva sicuramente le capacità; mentre la sua città si era adagiata troppo, e da troppo tempo, sulla tecnologia che la caratterizzava e sul potere dei custodi del Clan del Metallo, per scorgere anche il minimo pericolo in quella che poteva apparire come una semplice donna.

Un sospiro le affiorò alle labbra, mentre le lancette dell’orologio ticchettavano insolenti il passaggio dei secondi, ricordandole che doveva muoversi; che doveva alzarsi, infilare quelle benedette scarpe dal tacco vertiginoso e fingere che andasse tutto bene.
Ma… non andava bene.
Non stava più bene da quando si era trovata costretta a scegliere se uccidere chi non le aveva fatto nulla, pur di salvarsi la vita, o fare la cosa giusta.
Ma cosa c’era stato di veramente giusto in quanto era accaduto?
Era stata invitata a un evento proprio come quello a cui si sarebbe recata a breve, le avevano detto che avrebbe dovuto aiutare il suo vecchio professore della facoltà d’ingegneria dell’Università di Ba Sing Se e invece... invece si era trovata invischiata in un conflitto a fuoco.
Serviva un dominatore del metallo e per questo una delle persone che più stimava al mondo l’aveva tradita, usandola solo ed esclusivamente per il controllo dell’elemento che poteva mettere in campo.
Aveva combattuto, aveva riportato a casa la pelle, ma una parte di lei era rimasta lì, tra le macerie del Palazzo Imperiale della Capitale della Nazione del Fuoco.
Era rimasta lì e lì ritornava ogni notte che gli spiriti regalavano agli umani: sempre immobile, attanagliata dal senso d’impotenza e con lo sguardo fisso sull’ombra di fuliggine scura lasciata dall’uomo che l’aveva messa in trappola; ridotto al solo riflesso sbiadito sulla roccia dal colpo letale della Signora del Fuoco.
Era stata una battaglia persa ancor prima che cominciasse, eppure la follia umana, o la sua assurda speranza, aveva fatto credere a quel manipolo di uomini che fosse l’occasione giusta per cambiare il mondo. Poi…
Poi erano riusciti a fuggire, ma solo grazie all’intervento dell’Avatar: un ragazzino che era comparso dal nulla nel momento peggiore e aveva concesso ai ribelli, ancora in vita, una via di fuga, per poi scomparire subito dopo, proprio come era apparso.

Si alzò di scatto dal materasso, nello stesso modo rapido e veloce con cui si trappa un dente cariato.
Le scarpe vennero messe ai piedi in poco più di un secondo e quell’invito venne infilato dritto tra le pieghe di pelle della borsetta.

Era un azzardo, lo sapeva. L’imperatrice l’aveva vista in faccia. Si erano fissate per quelli che le erano sembrati istanti interminabili, occhi negli occhi, e la furia di quello sguardo dorato l’aveva paralizzata più della paura stessa.
No, non era un’idea geniale presenziare a un evento mondano, specialmente se l’organizzatore si era impegnato al massimo per fare in modo che venisse mandato in mondovisione, ma… Non poteva fuggire per sempre.

Non poteva e non voleva.

Il lato positivo?
Se la Signora del Fuoco l’avesse scovata i suoi incubi sarebbero finiti e… con questi la sua vita, ma era solo un dettaglio, infondo.

Era ora di andare.
Un respiro più profondo di altri, mentre recuperava il coraggio perso dietro quei ricordi che a tratti le sembravano non appartenerle davvero, e mosse un passo deciso verso la porta; un altro, un altro, e un altro ancora ed era fuori.

Nuo-Shi la stava aspettando e con lei il suo destino.
   
 
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