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Autore: Dreamer47    01/10/2018    2 recensioni
Seguito di Heartbeat: ambientato all'inizio della sesta stagione.
Dal testo:
"Un po’ stordito aprì gli occhi trovandosi disteso su di un divano a lui sconosciuto: mise a fuoco la stanza intorno a se, non riconoscendola, finché una figura comparve e si diresse nella sua direzione.
“Sei sveglio finalmente, raggio di sole!” Scherzò una voce femminile a lui davvero familiare, sedendosi.
“Hailey?” Biascicò il ragazzo ancora molto confuso, passandosi una mano sul viso e sedendosi. “Dove mi trovo?”.
“Al sicuro” disse una voce ancora più familiare di quella della ragazza davanti a se. “Ciao Dean”.
Il ragazzo alzò lo sguardo, chiedendosi se fosse solo un sogno o se fosse la realtà, ma quando incrociò il suo sguardo, si riprese del tutto e sgranò gli occhi.
“Sam..?!” Chiese scosso, alternando lo sguardo incredulo fra i due.
[...]
Dean sentí gli occhi pizzicare ed il suo cuore esplodere di felicità.
Fece un balzo in avanti e si avvicinò velocemente al fratello, stringendolo tra le braccia. Come poteva essere tornato? Quando era uscito dalla gabbia?
Lasciò le domande per dopo, si strinse al suo fratellino godendosi il momento, mentre la felicità si impossessò di lui e si lasciò invadere da un senso di pace.
Genere: Drammatico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bobby, Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sesta stagione, Più stagioni
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Family don't end with blood'
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Capitolo 4.
All we do is drive, all we do is think about the feelings that we hide.




Le luci dell’alba la colpirono con violenza sul viso, trascinandola via dal mondo dei sogni e facendole aprire gli occhi; guardò l’orologio che portava sempre al polso, leggendo l’orario e sospirò rumorosamente.
6:48. Era presto. Ancora troppo presto perché lei potesse connettere e svegliarsi del tutto.
Aveva ancora un po’ di mal di testa dalla sera precedente, per via di quanto avesse bevuto con la sorella in quel bar; ricordava a malapena ciò che fosse successo, solo qualche flash le permise di ricordare il bambino mutaforma e l’alpha.
Sospirò, capendo che quella giornata l’avrebbe impiegata cercando di scoprire qualcosa di più sui capi dei mostri e si girò automaticamente nel letto, trovando però una grossa sorpresa per lei. Si sarebbe aspettata di tutto da quel giorno, ma non quello.
Strabuzzò gli occhi, pensando di stare ancora dormendo, ma quando si concentrò vide l’immagine rimanere la stessa: Dean sdraiato nel suo letto.
Per un momento si soffermò ad osservare il cacciatore, mentre un sorriso spontaneo nacque sulle sue labbra: il suo viso, sereno e sornione esattamente come quando dormivano insieme nella loro casa; dai lineamenti riuscì a notare quanto fosse rilassato, un mezzo sorriso che spuntava appena sulle sue labbra. Il cuscino su cui poggiava la testa gli scompigliava un po’ i corti capelli quasi dorati, mentre teneva le braccia incrociate al petto. Sembra quasi felice.
Non riuscì a smettere di pensare quanto lo attraesse e quanto avrebbe voluto abbassare il capo e riaddormentarsi sul suo petto; le sembrava di essere tornata indietro di oltre un anno.
Successivamente si chiese cosa diamine ci facesse nel suo letto e, quando osservò anche se stessa e si trovò con solamente l’intimo, i dubbi nella sua mente si 
moltiplicarono.
Cercò di uscire da sotto le coperte facendo il meno rumore possibile e si infilò in fretta i vestiti, prima di dirigersi verso la porta per uscire e lasciarsi quella situazione alle spalle.
Fece tutto in religioso silenzio, non smettendo di chiedersi cosa fosse successo, e il forte dubbio l’accompagnò mentre scendeva al piano di sotto; entrò in cucina e trovò seduta al grande tavolo sua sorella, intenta a leggere il giornale mentre faceva colazione.
Si avvicinò in silenzio, ma le passò accanto senza dire una parola, dirigendosi verso la caffettiera, che svuotò all’interno della sua tazza.
“Buongiorno, tutto bene?” Chiese Hailey aggrottando le sopracciglia, distogliendo l’attenzione dalla cronaca e notando lo strano atteggiamento della sorella. “Sembra che tu abbia appena visto un fantasma!”.
“No..” rispose Katherine sospirando e facendo spallucce, bevendo un lungo sorso del suo caffè ed appoggiandosi al tavolo con il bacino. “..solo Dean nel mio letto”.
“Cosa??” Chiese Hailey sgranando gli occhi e rimanendo a bocca aperta per qualche secondo. “Avete..?”.
“No! Almeno credo!” Rispose la minore sospirando e prendendo posto accanto alla sorella. “Non ricordo, ma ero ubriaca ieri sera, quindi...”.
“Davvero credi..” iniziò la maggiore, ma venne interrotta dal rumore di alcuni passi provenienti dalle scale.
Con uno sguardo ancora assonnato e mentre con la mano destra si stropicciava l’occhio, nella piccola cucina entrò il maggiore dei Winchester, che si sedette al tavolo di fronte alle due ragazze.
“Buongiorno..” sussurrò il ragazzo stiracchiandosi leggermente con voce ancora impastata dal sonno.
Le due sorelle si sentirono in imbarazzo per quella situazione, specialmente Katherine che si ritrasse leggermente, continuando però a guardarlo.
“Io vado..” disse la maggiore sorridendo forzatamente e alzandosi dalla sua sedia, notando le occhiatacce mandate dalla sorella.
“Che avete stamattina voi due ?” Chiese Dean versandosi un po’ di caffè ed inumidendosi le labbra, prima di alzare lo sguardo verso la ragazza.
“Noi? Niente, davvero!” Esclamò con troppa veemenza Katherine annuendo e sorridendo un po’ troppo.
“Katherine..” sussurrò il ragazzo sollevando un sopracciglio e con tono severo.
“Perché dormivi nel mio letto?” Chiese a brucia pelo la ragazza, stringendo fra le mani la sua tazza.
Il maggiore scoppiò in una fragorosa risata e si rilassò sulla sedia; con un sorriso la guardò, trovandola però ancora più preoccupata di prima.
“Ti ho messa a letto“. 
“Cosa ?” Chiese la ragazza aggrottando le sopracciglia.
“Eri ubriaca e ti ho messa a letto..” sussurrò Dean sorridendole ed incastrandola con il suo sguardo. “Devo essermi addormentato anche io, tutto qui..”.
La ragazza continuò a fissarlo negli occhi, leggendo tutta la sincerità del mondo e sorrise di getto; non potè fare a meno, però, di chiedersi cosa fosse successo dopo.
“E poi?” Chiese sentendosi in imbarazzo, abbassando lo sguardo e stringendo le dita.
“Pensi che avrei potuto approfittare di te mentre eri incosciente ?” Chiese Dean aggrottando le sopracciglia e guardandola con stupore.
“Dico solo che ero mezza nuda nel letto e tu dormivi accanto a me” rispose Katherine facendo spallucce, sentendo l’imbarazzo crescere.
“Quindi non ricordi niente ?” Chiese Dean aggrottando le sopracciglia e prendendo un lungo sorso di caffè, continuandola ad incastrare con i suoi occhi ed accennando un sorriso compiaciuto.
“Cosa dovrei ricordare ?” Chiese Katherine di getto, sentendo il cuore battere all’impazzata.
“Hai detto delle cose..” disse il ragazzo sorridendo e sentendo la serenità crescere dentro di lui.
“Non fare il misterioso, va avanti..” rispose sospirando e sentendo un peso stabilirsi sul petto.
“Solo che vorresti che io rimassi qui”.
Il sangue si gelò nelle vene della ragazza, che sostenne lo sguardo del cacciatore solo per qualche secondo, dopodiché lo abbassò e sentì gli occhi pizzicare, mentre torturava in silenzio le sue dita; non avrebbe dovuto dire quello che aveva detto, non avrebbe dovuto sapendo che non stavano più insieme e che lui stesse con un’altra donna.
“Non avrei dovuto, scusami..” sussurrò alzando lo sguardo e sbattendo le palpebre parecchie volte, mentre il dolore che sentiva le smorzò la voce. “..stai con Lisa e lei è fantastica, quindi mi dispiace”.
“Non hai notato che sono qui da settimane ?” Chiese il ragazzo sospirando, stringendo delicatamente una delle mani della ragazza, che non capì il gesto e cercò di allontanarsi invano.
Lei capì cosa volessero dire quelle parole, capì cosa significasse la permanenza del ragazzo in quella casa, così abbassò il capo e sospirò.
“Mi dispiace”.
“Beh, a me no! E..” iniziò il ragazzo appoggiando i gomiti al tavolo e avvicinandosi con il corpo verso la donna, quando fu interrotto.
“Abbiamo un caso!!” Esclamò suo fratello irrompendo nella cucina con uno sguardo davvero preoccupato.
“Tempismo perfetto fratellino! Cosa abbiamo?” Chiede Dean sbuffando, continuando a stringere la mano della ragazza.
“Non ti piacerà” sussurrò Hailey sbucando da dietro il ragazzo e guardandolo con aria triste. “Hanno preso Lisa e Ben”.
Il sangue si gelò nelle sue vene, si irrigidì e sentì un grosso peso stabilirsi sul suo petto, mentre un nodo lo rese incapace di respirare per mezzo minuto, ed il suo cuore prese a battere all’impazzata; si alzò di scatto, lasciando le mani della ragazza e si diresse verso la sua stanza per prenderne tutte le sue cose e cominciare immediatamente le ricerche per trovarli, salvarli e portarli definitivamente fuori da quel casino.




I quattro cacciatori presero a rapire e ad interrogare più demoni possibili, specialmente Dean prese a farlo. Li torturava finché, esausti, non lo imploravano di ucciderli e far finire il loro dolore, ma nessuno di loro, nessuno, disse una sola parola su chi avesse rapito Lisa e Ben.
Venne aiutato da Katherine, Sam ed Hailey, e proprio quest'ultima gli disse di prendersi una pausa e lasciare che se ne occupasse lei, ma il cacciatore fu irremovibile.
“Li ho messi io con la merda fino al collo, li tirò fuori io!”.
Nonostante le ore passassero e le torture aumentassero di intensità, nessuno se la cantò; ormai il sole era tramontato, lasciando lo spazio all’oscurità e al freddo della notte.
Erano davvero disperati, soprattutto Dean, che continuava a lasciarsi consumare dal senso di colpa senza neanche provare a reagire; faceva troppo male.
Due innocenti, una donna e un bambino, avrebbero pagato con la loro vita per averlo solamente accolto nella loro casa nel momento in cui ne aveva più bisogno. 
Questo era inaccettabile, non poteva permetterlo.
Così Dean ricordò ciò che Alastair gli avesse insegnato quando era giù all’inferno e lo mise in atto con più ferocia, facendo sì che i demoni vivessero le loro paure più grandi.
Qualche informazione cominciò ad uscire dalle loro bocche, permettendo ai quattro cacciatori di conoscere il luogo in cui fossero rinchiusi, ma soprattutto chi li tenesse in ostaggio; lasciarono i demoni superstiti ancora intrappolati nelle chiavi di Salomone e corsero verso l’auto, salendo velocemente e dirigendosi verso l’indirizzo datogli.
Non poteva credere di averli lasciati in quella situazione, Lisa e Ben non meritavano un trattamento simile, non era giusto; spinse il piede sull’acceleratore, infischiandosene dei limiti di velocità; doveva trovarli e metterli in salvo. Non avrebbe permesso a Crowley di ucciderli, o peggio.


Una volta dentro, i ragazzi si divisero per perlustrare al meglio e più velocemente l’intero edificio: lo trovarono pericolante ed infestato dai demoni, almeno due in ogni angolo, aggressivi e incazzati che avessero scoperto il loro covo.
Sam ed Hailey si diressero nel lato est dell’edificio, mentre Dean e Katherine si dedicarono al lato ovest; incontrarono numerosi demoni pronti a respingerli e a catturarli, ma prontamente i ragazzi riuscirono ad ucciderli e ad avanzare all’interno del palazzo.
Era buio, silenzioso e sinistro, ma nessuno dei ragazzi provava paura o timore, erano insieme, proprio come ai vecchi tempi; il maggiore dei Winchester andava avanti come un treno, tenendo sempre sottocchio la ragazza che procedeva spedita con lui con l’intento di uccidere tutti quei demoni.
Una volta arrivati davanti ad una grande porta, i due ragazzi si guardarono: Katherine trovò lo sguardo dell’uomo così risoluto e pronto a qualsiasi cosa pur di salvarli, così gli accennò un sorriso e con un calcio scardinò la porta, facendola finire all’interno della stanza.
I loro occhi vagarono fra i presenti, trovando Lisa e il piccolo Ben legati ad un grosso palo con delle espressioni terrorizzate sul volto; ben presto i tre demoni di guardia gli si scagliarono contro e i due ragazzi presero a lottare, uccidendoli uno dopo l’altro senza pietà.
La ragazza pulì la sua lama dal sangue del demone e corse vicino ai due ostaggi, tagliando le corde e liberandoli; Lisa la guardò con aria quasi grata e lei accennò un debole sorriso, prima di distogliere lo sguardo e volgerlo su Dean, che si avvicinò e avvolse fra le braccia la donna e il piccolo.
Non così in fretta” sussurrò una voce familiare, comparendo alle spalle dei due ragazzi. “Ciao Kath..”.
Cristian..?” Chiese la ragazza sorpresa voltandosi, quasi non riconoscendo più la sua voce.
Era così diversa, carica di odio, ed infatti quando lo osservò non poté che trovare i suoi occhi neri puntati su di lei; un grande dolore la pervase e le mancò quasi il respiro.
Non era giusto, non Cristian. Non poteva crederci.
“Dean, portali via di qui..” sussurrò la ragazza indietreggiando e mettendosi fra Lisa e Ben, e Cristian.
L’uomo si avvicinò di scatto e si mise accanto a Katherine, cercando di fare da scudo ai due, guardando con occhi increduli il sorriso beffardo che si era appena dipinto sul volto di suo cugino.
“Oh Cristian mi dispiace davvero tanto..” sussurrò Dean deglutendo a fatica e sentendosi sinceramente dispiaciuto. 
“Amico, credo che tu debba dispiacerti più per lei che per me..” disse il demone attraverso la bocca di Cristian ridendo, indicando con lo sguardo la donna che stavano proteggendo.
Lo sguardo dei due cacciatori guizzò in brevissimo tempo verso Lisa, che trovarono con un sorriso beffardo intenta a puntare un coltello alla gola del piccolo Ben; una risata malefica nacque dal suo petto, mentre indietreggiò di pochi passi, portando con se il ragazzino.
“Crowley sapeva che sareste venuti a prenderli, così mi ha chiesto di entrare dentro di lei” disse Lisa mentre i suoi occhi divennero neri come quelli di Cristian.
“Quindi è stato davvero Crowley..” sussurrò fra se Katherine prendendo un respiro profondo ed impugnando la sua arma.
“Oh si, e il vostro bell’angioletto ne era a conoscenza!” Esclamò Cristian sorridendo e facendo spallucce, muovendosi lentamente nella loro direzione.
“Tu menti! Castiel non lo avrebbe mai fatto!” Esclamò di getto Dean guardandolo in cagnesco. “Adesso smettete di possederli, brutti figli di puttana!!”.
“Come posso?” Chiese Lisa ridendo e stringendo il coltello alla gola del piccolo Ben, che si dimenava nel tentativo di scappare dalla sua stessa madre. “Posso sentire i suoi pensieri, vuole che io uccida il bambino, è solo un peso per lei”.
“Ben, non è tua madre a parlare!” Esclamò Dean facendo un passo avanti e guardandolo negli occhi, tentando inutilmente di tranquillizzarlo. 
“Per non parlare di te! Tu sei il suo più grande errore, Lisa era sicura che una volta tornato a cacciare con questa puttana ti saresti infilato fra le sue gambe ancora una volta..” disse ridendo e scuotendo la testa.
Katherine di istinto prese due delle sue bottigliette di acqua santa e ne svitò il tappo, prima di spruzzarlo in faccia ai due demoni che presero a urlare dal dolore; quando il demone che teneva Ben lasciò la presa, Dean avvolse il bambino fra le braccia, trasportandolo al bordo della stanza, per far sì che non avessero più modo di servirsi di lui per minacciarli.
Katherine si scagliò contro Cristian, colpendolo con un calcio e facendolo cadere all’indietro e svenire, mentre Dean provò a colpire la donna ma con scarsi risultati; Lisa prese a schivare ogni colpo, finché non lo bloccò contro una parete e si mise faccia a faccia con lui.
“Che c’è ? Non vuoi combattere con me Dean ? Non vuoi picchiare la tua ragazza?” Chiese ridendo, colpendolo in pieno viso e spaccandogli un sopracciglio.
“Io ci sto!” Esclamò Katherine afferrandola dalle spalle e scaraventandola dalla parte opposta della stanza.
Prese a recitare una formula in latino, un esorcismo, che il demone non prese bene, infatti si rialzò e si scagliò contro di lei; la colpì sul viso una prima, una seconda ed una terza volta, finché il demone che possedeva Lisa fu costretto a bloccarsi e a irrigidirsi sulla schiena.
Alle loro spalle il maggiore dei Winchester continuò l’esorcismo dal punto in cui si era interrotta Katherine, dandole modo di rialzarsi ed allontanarsi dal demone; pese a dimenarsi, a contorcersi ed a urlare dal dolore, ma con un sorriso beffardo li guardò con aria di sfida e raccolse tutte le sue forze.
Con agilità e prontezza, afferrò fra le mani il pugnale caduto della cacciatrice e rise di cuore, prima di pugnalarsi di scatto in pieno stomaco; Dean si interruppe, Katherine rimase impietrita e Ben cominciò a urlare e a piangere in preda al panico.
“Continuate ad esorcizzarmi, ormai è un corpo morto!” Esclamò il demone ridendo, rialzandosi e guardando i due ragazzi con aria di sfida.
Lo sguardo della donna finí immediatamente su quello del cacciatore scioccato davanti a se; non riusciva a spiegare ciò che stesse provando, un mix tra dolore, rimorso, senso di colpa. Non sarebbe mai dovuto andare alla sua porta. Non avrebbe mai dovuto incasinargli la vita.
Sentì gli occhi pizzicare e cercò Katherine con lo sguardo, trovandola pronta a continuare ad esorcizzare la donna; annuì leggermente, dandole il segno di andare avanti e procedere.
Delle formule in latino uscirono nuovamente dalle labbra della cacciatrice, pronunciate con profondo dispiacere, mente il demone prese a dimenarsi e ad urlare a squarcia; il fumo nero e denso uscì dalle labbra di Lisa, che si accasciò a terra e prese a tremare, mentre delle dense lacrimone si fecero largo sul suo viso.
Dean si avvicinò di scatto, prendendola fra le braccia e tirandosi su, e poi volse uno sguardo a Katherine, e la ragazza capì cosa fare senza bisogno di ulteriori spiegazioni; dalla guaina del cacciatore sfoderò il suo fucile caricato a sale e lo tenne con una mano, mentre con l’altra cinse per le spalle Ben e gli fece coraggio.
I due furono i primi ad uscire dalla stanza, seguiti da Lisa e Dean, mentre Katherine caricava i colpi e sparava a tutti i demoni che osavano avvicinarsi.
Durante la fase di uscita dal palazzo, incontrarono Sam ed Hailey, che presto corsero all’auto e la portarono all’ingresso, notando quanto i quattro fossero scossi.
La minore di Collins aprì lo sportello posteriore dell’Impala, facilitando la sistemazione di Dean e di Lisa, che aveva preso a singhiozzare, mentre il sangue fuorusciva copioso.
Una volta sistemati, i due si soffermarono qualche secondo a guardarsi, lui seduto sull’Impala con Lisa fra le braccia e lei fuori dall’auto che stava per chiudere lo sportello; il loro sguardo diceva più di mille parole, si capivano fino in fondo; il ragazzo aveva già intuito cosa Katherine avesse intenzione di fare e si ostinò a stringerle la mano, nonostante Lisa fosse sanguinante fra le sue braccia, nonostante Ben fosse completamente traumatizzato e singhiozzante e, nonostante Hailey e Sam osservassero la scena in attese di istruzioni sul da farsi.
Dean sospirò, continuandola a guardare negli occhi, e con un sorriso amaro e rassegnato sussurrò: “Non verrai”.
Katherine accennò un sorriso amaro e ricambiò la presa; sospirò e si sistemò un ciuffo ribelle dietro le orecchie e con tenerezza disse: “Tu hai salvato Lisa! Però c’è ancora Cristian lì dentro!”.
Dean annuì e sorrise, portandosi la sua mano alle labbra e depositando un leggero bacio: era il massimo che si era concesso da quando si erano rincontrati. Mai alcun contatto fisico, mai qualcosa oltre i limiti.
Ma in quel momento doveva farlo, doveva farle capire quanto ancora tenesse a lei e alla sua incolumità; la guardò con occhi supplichevoli, implorandola silenziosamente si seguirlo e salire in auto. Dean però sapeva bene che Katherine non potesse essere domata, che doveva essere lasciata libera di agire da sola senza fare stupide storie.
“Fa attenzione e torna da me!” Esclamò stringendole la mano e accennando un sorriso amaro.
Con quasi le lacrime agli occhi, la ragazza annuì sorridendo con più grinta e lasciò la presa sull’uomo, e chiuse silenziosamente la portiera dell’auto; fece segno a Sam di partire e sorrise, guardando l’auto partire e sfrecciare via, non lasciandola mai però con lo sguardo.
Sospirò, era già sfinita per quel giorno, non avrebbe voluto continuare a cacciare, ma era di Cristian che si stava parlando; non poteva abbandonarlo. 
Lui non l’aveva mai abbandonata, neanche quando avrebbe dovuto, neanche quando lei piangeva ricordando e rimpiangendo la sua vecchia vita. Lui le era stato accanto, perché sapeva bene che ce l’avrebbe fatta a rimettersi in sesto. Credeva in lei.
Quando Dean se ne era andato e Sam tornò nelle loro vite, Katherine era letteralmente devastata, andava avanti solo per sua figlia; ma quando incontrò Cristian si sentì sollevata, sentì i piccoli cocci interni tornare ad incollarsi.
Lei gli aveva voluto bene sin dal primo sguardo, sin dalla prima stretta di mano; erano davvero molto simili e sarebbe stato davvero il compagno ideale per lei. Combaciavano perfettamente e stavano benissimo insieme, erano sincronizzati nelle cacce, ma lei sapeva di non sentire per lui ciò che lui sentisse per lei; Katherine amava ancora con ogni fibra del suo corpo Dean e questo non poteva cancellarlo.
Aprì la porta dello stabilimento e rientrò silenziosamente, continuando a tenere fra le mani il fucile di Dean, e percorse la strada a ritroso, sperando di trovarlo ancora lì; attraverso il lungo corridoio arrivò davanti alla stanza della quale aveva sradicato la porta poco prima, ed entrò silenziosamente. 
“Sei così stupida da essere tornata da sola?” Chiese il demone attraverso il corpo di Cristian, che se ne stava con il busto rivolto verso il tavolo e un recipiente colmo di sangue. Il loro telefono. Disgustoso.
“Dovevo, hai preso qualcuno che amo” sussurrò la ragazza avanzando e posizionandosi davanti a lui.
“Non lo ami, lui lo sa” disse ridendo il demone, voltandosi nella sua direzione.
Allargò le spalle e si mise dritto sulla schiena, cercando di spaventarla e farla sentire minacciata, facendo entrare aria dalle sue narici e sospirando; la loro differenza di altezza era palese, Cristian era più possente, più massiccio e più forte di lei. Ma Katherine sapeva difendersi, sapeva scagliare la forza del ragazzo contro di lui.
“Vuoi cominciare questa lotta?” Chiese il demone sorridendo beffardamente, scrocchiando l’osso del collo e le dita delle mani.
“Cristian, lo so che sei ancora lì dentro..” sussurrò Katherine con voce tremante, scrutando i suoi occhi marroni.
“Lui non c’è più” disse il demone ridendo ancora e facendo spallucce.
La ragazza deglutì con fatica e sospirò, gettando il fucile lontano da lei ed estraendo il pugnale; il demone rise e si scagliò con violenza contro di lei, colpendola in viso e facendola indietreggiare di qualche passo.
La ragazza incassò il colpo e si avvicinò nuovamente, premeditando l’arrivo di un altro pugno e bloccandogli il braccio; lo attirò a sè e lo fece voltare di schiena, stringendogli il collo con una morsa ferrea e impedendogli di muoversi.
“Cris, lotta ti prego..” sussurrò la cacciatrice al suo orecchio. “..non voglio ucciderti! Fallo uscire!”.
Il demone rise e come risposta l’afferrò per le braccia e la alzò da terra, gettandola di schiena con violenza contro il pavimento; il colpo le mozzò il fiato e l’avversario ne approfittò per adagiarsi sopra di lei, mettendole le mani al collo.
Katherine lo colpì al viso, facendolo cadere a terra e si rialzò, afferrando per le spalle l’uomo e bloccandolo contro una parete.
“Fallo, su! Uccidimi” disse il demone ridendo, sentendo la punta della lama contro la sua giacca.
“Ti prego Cristian, dimmi che ci sei ancora..” sussurrò la ragazza quasi implorante, sentendo gli occhi pizzicare.
“Non lo lascerò mai andare se non mi uccidi adesso!!” Urlò il demone guardandola con la coda dell’occhio con aria beffarda.
“Mi dispiace così tanto Cris..” sussurrò con voce rotta, costringendomi ad inserire in profondità il coltello.
Una luce nera irradiò la stanza ex il corpo di Cristian si mosse in maniera non umana, contorcendosi ed urlando per il dolore; finché la luce cessò e il ragazzo si accasciò a terra privo di forze.
“Mi dispiace tanto Cris, perdonami ti prego” sussurrò la ragazza sentendo il viso inondarsi di lacrime, mentre si accucciò a terra e prese il corpo dell’uomo sulle sue gambe. “Ti porto in ospedale...
“Non servirebbe a nulla” rispose l’uomo affannosamente, alzando la testa dal petto della ragazza e guardandola con un sorriso amaro sul viso.
“No, starai bene..” sussurrò Katherine continuando a piangere senza riuscire a controllarsi, cominciando a tremare.
“Kath, voglio solo passare gli ultimi momenti con te..” sussurrò il ragazzo sentendosi invadere dal dolore, ma stringendole la mano.
“No, no, no...” rispose Katherine ricambiando la stretta e continuando a fissarlo.
“Volevo ringraziarti perché con te ho imparato cos’è l’amore..” disse Cristian per poi tossire fortemente e sputando sangue sul pavimento.
“No, me lo dirai quando starai bene..” sussurrò la ragazza sentendo il dolore e il senso di colpa farsi strada dentro di se. “Giuro che non ti lascerò più!”.
Il ragazzo rise di cuore e usò le ultime forze per alzarsi di qualche centimetro e sentire per l’ultima volta le labbra carnose della donna, che piangendo le aveva rese salate.
“Ti amo..” sussurrò Katherine continuando a piangere, aiutandolo a sistemarsi per sentire meno dolore.
Non è vero, ma grazie per averlo detto” rispose Cristian sorridendo ed incastrandola per l’ultima volta con i suoi occhi marroni. “Se solo ci fossimo incontrati prima che tu conoscessi i Winchester..”
Tutti i momenti passati insieme presero a scorrere nella mente di entrambi, dal loro primo incontro fino all’ultimo: risate, litigi, notti di passione passate insieme, cacce, uccisioni, perdite. 
C’erano sempre stati l’uno per l’altra, senza mai battere ciglio, ma non erano destinati a stare insieme.
Katherine si sentì completamente paralizzata quando Cristian smise di alzare ed abbassare il petto e piegò la testa di lato: non respirava più, non c’era più polso.
“No, ti prego..” sussurrò Katherine tornando a piangere, stringendolo di più fra le sue braccia e muovendosi avanti e indietro con il busto, cullandolo e ricordandogli quanto tenesse a lui.




Il rumore della macchina lo teneva collegato alla realtà, impedendogli di sprofondare nei suoi sensi di colpa e lasciarsi invadere dal dolore: Lisa era in coma, i dottori dicevano che non c’erano molte possibilità che avrebbe riaperto gli occhi e Dean si sentiva malissimo.
Non poteva permettere che morisse, non poteva lasciare un bambino così piccolo senza madre; strinse le labbra e serrò la mascella, tenendole una mano e non distogliendo mai lo sguardo dalla donna.
Il piccolo Ben era crollato sulla sedia accanto a lui; il maggiore dei Winchester sorrise amaramente e gli carezzò i capelli, rimboccandogli la coperta fornitagli dall’ospedale.
Lo amava come fosse figlio suo, con lui aveva passato molti momenti da padre e figlio e sapeva perfettamente quanto lo avesse deluso andando via; gli aveva spezzato il cuore e adesso non poteva lasciarlo anche senza una madre.
Si sforzò di pensare a quale potesse essere una possibile soluzione, cosa avrebbe potuto fare per far svegliare Lisa da quel maledetto coma? Un patto ? Vendere la sua anima ? 
Giurare fedeltà a Crowley?
Non aveva mai voluto questo per loro, erano state le uniche persone ad averlo accolto in quel momento così tragico della sua vita e lui li aveva delusi, come faceva con il resto delle persone che lo circondavano.
I pensieri vennero cacciati via quando un rumore catturò la sua attenzione: una figura avanzava lentamente all’interno della stanza, con aria circospetta ma dispiaciuta.
“Che ci fai qua?!” Urlò senza pensarci il ragazzo, con sguardo arrabbiato e furia nel corpo, ma si accorse di avere alzato troppo il tono della voce quando il piccolo Ben sussultò nel sonno. Abbassò il tono e continuò. “Sappiamo tutto di te e Crowley, adesso va via!”.
“Mi dispiace tanto, non volevo che succedesse tutto questo” sussurrò l’angelo stringendosi nel suo trench, quasi fosse uno scudo o un rifugio in cui nascondersi. 
Era davvero dispiaciuto, glielo si leggeva in faccia, ma Dean non poteva perdonargli il fatto di aver messo in pericolo Lisa e Ben; non avrebbe mai potuto.
”Quindi è vero Cass? Adesso lavori con Crowley?” Chiese il ragazzo deglutendo a fatica e sentendo gli occhi pizzicare.
L’angelo sospirò e continuò a fissarlo negli occhi, non riuscendo però a trovare le parole adatte; come avrebbe potuto dirgli il vero motivo per cui lo stesse facendo?
Non avrebbe accettato e non avrebbe capito.
“Castiel! Rispondimi!!” Esclamò nuovamente il ragazzo, alzando di poco il tono e reclamando la sua attenzione.
“Non sono qui per te Dean” disse lentamente l’angelo dopo qualche secondo di silenzio.
Castiel si avvicinò silenziosamente al letto su cui Lisa era sdraiata e senza dire una parola, ne senza dare il tempo al ragazzo di capire cosa stesse succedendo, appoggiò due dita sulla fronte della donna è chiuse gli occhi.
“Che stai facendo?” Chiese stupefatto Dean aggrottando le sopracciglia.
“Katherine mi ha chiamato..” sussurrò Castiel facendo spallucce e togliendo la sua mano dalla donna, riportando l’attenzione sul ragazzo. “Lisa sta bene adesso. Vorrei solo aver fatto di più”.
Il cacciatore rimase senza parole: Katherine l’aveva chiamato per salvare Lisa?
Un mezzo sorriso spuntò sul suo viso, ma sparì subito quando tornò ad osservare l’angelo davanti a se; si alzò e lo guardò con gratitudine, ma anche in cagnesco.
“Questo non cambia niente fra noi!” Esclamò puntandogli un dito contro e continuandolo a fissare. “Ma grazie.. posso chiederti un’ultima cosa?“.
Castiel accennò un sorriso e annuì con il capo, felice di poter aiutare il suo amico, cercando di farsi perdonare almeno un po’.
“Cancellagli la memoria..” sussurrò Dean sospirando, distogliendo lo sguardo dall’angelo e alternandolo tra la donna e il bambino. “.. ad entrambi!”.



Le porte scorrevoli del pronto soccorso scivolarono le une sulle altre quando lei si avvicinò, permettendole di entrare per cercare sua sorella e i due ragazzi.
Si informò con un’infermiera e seguì le sue indicazioni, arrivando fino al secondo piano; si avvicinò alla stanza dov’era ricoverata Lisa e all’esterno trovò i ragazzi e sua sorella seduti sulle poltroncine, e quest'ultima quando la vide colpì delicatamente il maggiore dei fratelli, appena appisolatosi, per riportarlo alla realtà; non appena posò lo sguardo su di lei, il ragazzo scattò in piedi, avvicinandosi a grandi passi.
Qualcosa non andava in lei, notò il cacciatore: Katherine aveva gli occhi rossi e gonfi, il trucco le si era sciolto sulle guance e lo sguardo era davvero addolorato.
Kath..” sussurrò Dean avvicinandosi, sentendo il cuore battere all’impazzata. 
La ragazza aprì la bocca per dire qualcosa, ma la voce non le uscì: aveva già detto troppe parole quella sera, aveva dovuto dire addio ad una persona cara e non era stato affatto semplice.
“Mi dispiace.. “ sussurrò Dean afferrandole il viso fra le mani con delicatezza, carezzandola e cercando di darle supporto.
Aveva capito tutto da quando l’aveva vista entrare, i suoi occhi parlavano per lei; e poi, chi meglio di lui poteva conoscere quei fari azzurri che non smettevano di parlargli?
“È tutto ok..” sussurrò con voce rotta, sentendo le forze venir meno.
Il ragazzo si girò di scatto, facendo segno ai due che sarebbero andati via dall’ospedale e Katherine non oppose resistenza; si lasciò condurre fino al piano terra, lasciò che il ragazzo la facesse entrare all’interno della sua macchina e nemmeno si chiese dove la stesse portando nel cuore della notte.
Rimase in silenzio a fissare davanti a sè, notando come la strada scivolasse sotto i copertoni e lasciandosi cullare dal rombo del motore, suono troppo familiare e confortevole per lei.
Quando l’Impala si fermò e Dean accostò, la ragazza sollevò lo sguardo verso di lui, rimanendo ad aspettare che facesse o dicesse qualcosa; si guardò intorno e non riuscì a riconoscere nulla di quel posto. Era un altro dei soliti motel, con delle squallide camere e degli squallidi inquilini.
Il ragazzo scese dalla macchina e fece il giro, aiutandola a scendere e afferrandole delicatamente una mano la condusse in una delle stanze; la fece entrare e si chiuse la porta alle spalle, facendola sedere su uno dei letti presenti.
“Che ci facciamo qui?” Chiese con un filo di voce, continuando a notare il ragazzo intento ad armeggiare con il suo borsone.
Dean sorrise ed estrasse una bottiglia di Whisky dalla sua borsa, versandone un bel bicchiere e porgendolo alla ragazza; Katherine guardò prima il bicchiere e poi lui, lasciandosi scappare un mezzo sorriso.
“Vuoi farmi ubriacare?”.
“Bevi” sussurrò il ragazzo annuendo e ricambiando il mezzo sorriso.
La donna si mosse lentamente: strinse il bicchiere e lo bevve tutto d’un sorso, chiudendo gli occhi e lasciando che il petto prendesse a bruciarle.
Una sensazione di calore la spinse a togliere la sua solita giacca di pelle nera, adagiandola sulla sedia, e riaprì gli occhi, trovando Dean a fissarla.
“Mi dispiace tanto che tu stia soffrendo..” sussurrò il ragazzo lentamente, sedendosi accanto a lei e tenendole una mano fra le sue.
La ragazza deglutì a fatica e sentì gli occhi pizzicare, il cuore prese a batterle e il respiro accelerò; era solamente stanca e voleva addormentarsi per risvegliarsi dopo anni.
Dean capì e la strinse istintivamente fra le braccia, facendole appoggiare il capo sulla sua spalla; la ragazza rimase immobile, permettendo al cacciatore di stringerla più forte, e successivamente alzò il viso, trovandosi a pochi cm da quello del cacciatore.
Si guardarono e rimasero in silenzio per un po’: occhi negli occhi, verde contro azzurro, mentre i loro cuori battevano all’impazzata. Ad entrambi erano mancati quel momenti o avere qualcuno su cui potere contare al 100%; Dean le carezzò il viso ed i capelli e continuò ad osservarla, cercando di capire quali fossero le sue intenzioni, fin quando la ragazza cercò di colmare la distanza fra le loro labbra con prepotenza. 
Non era giusto. Non era così che sarebbe dovuta andare. 
Aspetta..” sussurrò il ragazzo sorridendo amaramente e continuando a guardarla con tutto l’amore che provava, distanziando di qualche cm i loro volti. “Noi non torneremo insieme con questo e tu non starai meglio con il sesso”.
“Ma allora cosa..” iniziò Katherine aggrottando le sopracciglia e guardandolo in cagnesco.
“Non è questo il momento..” sussurrò Dean continuando a carezzarle una guancia, sorridendo. “Tu non hai bisogno di questo adesso, non ti aiuterà ad eliminare il dolore”.
Katherine abbassò lo sguardo e sospirò, continuando però ad abbracciarlo e capendo quanto avesse ragione; il ragazzo si stese, appoggiando la schiena contro la testiera del letto e lasciò che la donna si adagiasse sul suo petto, sentendo il suo stesso respiro crescere e divenire nuovamente affannoso.
Le immagini di Cristian passarono nella sua mente, come se fosse seduta in un cinema per guardare un film appena uscito: la possessione, la sua morte, il funerale dei cacciatori, ma anche ogni risata, litigata, nottata passata insieme o qualunque momento avesse mai vissuto accanto a lui; si lasciò andare ad un pianto liberatorio, stringendosi sul petto del ragazzo e sentendo le sue mani carezzarle i capelli e la schiena, dandole la sua più completa disponibilità.
Dean sospirò e strinse la mandibola con forza: non avrebbe più avuto paura, non si sarebbe più lasciato intimorire dalla paura di farle del male. Non se ne sarebbe andato mai più, le sarebbe rimasto accanto per sempre, in qualsiasi circostanza. Se lo promise e lo avrebbe fatto ad ogni costo.


Un anno e mezzo prima

L’aria fredda del mattino la colpì sul viso, pizzicandole la pelle e arrossandola; aveva guidato per tutta la notte, dopo essere scappata ai controlli sfrenati di Hailey per via della sua ferita al fianco, per dirigersi nell’unico posto in cui avrebbe potuto vederlo. 
Se ne stava con l’auto parcheggiata davanti casa di Lisa, appostata ormai da un’oretta, a sorvegliare l’entrata. L’orologio segnava le 7 del mattino e Katherine aspettava il momento giusto per farsi avanti, bussare alla porta e finalmente avere una conversazione con Dean dopo quella notte.
Le faceva male sapere che Dean l’avesse lasciata di punto in bianco, ma le faceva ancora più male sapere che lui si fosse immediatamente rifatto una vita con un’altra persona e suo figlio; le sembrava tutto così surreale, ogni giorno apriva gli occhi pensando che quello fosse solamente un dannato sogno.
Dalla porta di ingresso vide uscire il ragazzo con Lisa e Ben, e sentì una fitta al cuore quando vide quanto Dean sorridesse e stesse bene senza di lei: cingeva la vita di Lisa e con un sorriso le aprí la portiera dell’auto, facendola entrare e richiudendola, mentre il piccolo Ben si sistemava sui sedili posteriori con in spalla il suo zainetto per la scuola. Il ragazzo rimase appoggiato al finestrino aperto della macchina della donna per qualche secondo e, dopo averle dato un bacio sulle labbra, li saluto con la mano.
Katherine sentì un noto stabilirsi sulla gola e bloccarle il respiro; non riusciva a credere che quella situazione fosse reale, che tutto quello stesse succedendo per davvero; le sembrava di impazzire, avrebbe voluto urlare che nulla di tutto quello era giusto. Stavano sbagliando.
Katherine sentì il suo cuore esplodere in piccoli pezzi quando li vide ridere come una vera famiglia e si sentì stritolare dall’interno, come una morsa invisibile; sospirò e strinse forte il volante, sentendo le nocche diventare bianche per la forte stretta.
Dopo aver osservato la donna ed il bambino andare via a bordo dell’auto, Dean, senza un apparente ragione, si voltò nella sua direzione ed intercettò il suo sguardo; entrambi si irrigidirono e Katherine in preda all’ansia accese in fretta il motore, per poi spingere il piede sull’acceleratore e lasciare quella strada.
Qualche lacrima sfuggì al suo controllo e le si annebbiò la vista, ma cercò di ricomporsi; mancavano pochi minuti al motel, avrebbe avuto modo di sfogarsi li e di riprendersi lì. La ragazza non si trovava lì solamente per cercare di capire il vero motivo per cui se ne fosse andato, ma voleva anche dirgli che Sam fosse appena tornato sulla terra, voleva che sapesse che suo fratello fosse ancora vivo, nonostante Hailey e lo stesso Sam non fossero d'accordo. Ciò che non si aspettava era la sua reazione una volta visto Dean; a quello non era ancora pronta.
Parcheggiò e si diresse con fretta alla sua porta, aprendola e chiudendosela alle spalle; raccolse le sue cose e riempì i suoi borsoni, sapendo che sarebbe dovuta andare via il più presto possibile da lì. Aveva appena finito di preparare la sua roba quando sentì il rumore delle nocche contro la sua porta; si irrigidì, chiedendosi chi la stesse disturbando, ed andò ad aprire.
Non si sarebbe mai aspettata di vederlo prorpio alla sua porta. Insomma, come aveva fatto a trovarla in così poco tempo?
“Che ci fai qua?” Chiese Katherine acidamente, appoggiandosi alla porta e serrando la mascella.
“Katherine, che ci fai tu qua?” chiese il ragazzo sospirando, tenendo le mani all'interno della sua giacca.
Se prima aveva sentito il suo cuore esplodere dal dolore, in questo momento, guardandolo a pochi cm di distanza si sentì quasi morire; il suo sguardo freddo e distaccato la fece sentire indesiderata, come se fosse un'ex assillante e appiccicosa.
“Seguo un caso..” sussurrò sospirando, cercando di apparire quasi tranquilla.
“Quale caso?” chiese Dean aggrottando le sopracciglia, sapendo benissimo che stesse mentendo.
“Che ti importa?” chiese guardandolo in cagnesco e sospirando rumorosamente.
“Se sei qui per le sparizioni puoi anche andare! Ho controllato, è tutto pulito!" esclamò allargando le braccia e facendo spallucce.
“Grazie, ma indagherò da sola” rispose acidamente, sentendo la rabbia nascere dentro di sè.
Rimasero in silenzio a guardarsi negli occhi, come se fosse una gara a chi abbassasse lo sguardo per primo, ma nessuno dei due accennava a farlo; lui la stava studiando, cercando di capire quanto fosse sincera e lei faceva altrettanto. Si conoscevano bene, eppure in quella situazione si sentivano come due estranei, e questo fece male ad entrambi. 
Dean sospirò ed abbassò lo sguardo, per poi guardare all'interno della stanza, aspettandosi di trovare Hailey, ma rimase sorpreso quando si accorse che Katherine avesse preso una camera singola. Era venuta da sola da casa sua? Aveva guidato per tutto quel tragitto da sola, senza mai fare il cambiò con qualcuno?
Ancora una volta, si sentì in colpa nei suoi confronti; non avendole mai dato una spiegazione ed avendo rifiutato ogni sua chiamata. Doveva immaginare che avrebbe fatto qualcosa di stupido pur di vederlo.
“Non volevo essere trovato Kath” disse Dean sospirando, rialzando lo sguardo, cercando di essere il più freddo e perentorio possibile.
“Allora perché sei qua?” chiese Katherine aggrottando le sopracciglia, sentendo il cuore galoppare nel suo petto.
Stavolta fu il suo turno di abbassare lo sguardo e la ragazza si trovò improvvisamente interessata all'andatura irregolare delle piastrelle del pavimento, così scosse la testa e si voltò; rientrò all'interno della stanza lasciando la porta aperta, lasciando che il ragazzo potesse seguirla ed entrare. 
“Perché sei venuta a cercarmi?” chiese sospirando ed entrando all'interno della stanza e chiudendosi la porta alle spalle.
“Perché te ne sei andato?” chiese Katherine sospirando, appoggiandosi con il bacino al piccolo tavolo, mentre il ragazzo rimase immobile al centro della stanza. 
“Lo sai perché..” rispose facendo spallucce e guardandosi intorno, trovando due borsoni pieni e chiusi sul letto.
“No, non lo so Dean! Quindi dimmelo!" esclamò Katherine alzando il tono della voce e sentendo la pazienza venir meno.
“Non voglio più stare con te e condurre quella vita..” sussurrò Dean sospirando, non riuscendo più a sostenere lo sguardo della ragazza, incollandolo al pavimento.
“Quella notte non conta niente per me, Kath!” esclamò la donna avvicinandosi di qualche passo e gesticolando nervosamente.
“Neanche per me Katherine, ma sono solamente stancato di quella vita! Sto bene qui.." rispose il ragazzo sospirando e allargando le braccia, mentendo bellamente. ".. con Lisa e Ben! e non ti voglio qua”.
“Come puoi dire così..?" chiese Katherine sentendo la sua dura corazza sciogliersi e lasciando che l'uomo vedesse i suoi occhi velati da uno strato di lacrime, sentendo il cuore spezzarsi nuovamente. "Vivevamo insieme fino a due settimane fa, avevamo una casa!”.
“Le cose cambiano.." sussurrò Dean abbassando nuovamente lo sguardo e voltandondosi di poco, guardando fuori dalal finestra. 
Dean non voleva che leggesse nei suoi occhi tutto il dolore che stesse provando; non poteva dirle la verità, doveva continuare con la sua recita per farla tornare a casa da Hailey. Sarebbe stato meglio per tutti.
".. come va con la tua ferita ?” chiese il ragazzo passandosi una mano sul viso, sospirando e deglutendo con fatica, prima di ornare a fissarla negli occhi.
“Sto bene” sussurrò Katherine toccandosi il fianco, un riflesos incoscio.
“Stai mentendo” l'accusò Dean aggrottando le sopracciglia e guardandola in cagnesco.
“Smettila Dean!” esclamò alzando la voce ed allargando le braccia. "Dean.:!".
“Va via da questa città.." sussurrò il ragazzo, ignarondo i richiami della donna e voltandosi verso la porta.
Una pugnalata in pieno petto avrebbe fatto meno male, pensò Katherine deglutendo con fatica.
“Non pensavo che proprio tu Dean, mi avresti mai cacciata” disse con voce rotta, schizzando in avanti e sorpassandolo.
La donna gli fece segno di uscire dalla stanza, senza guardarlo in faccia, ed aprì la porta, alla quale si appoggiò nuovamente, aspettando che uscisse e se ne andasse; il ragazzo sentì una voragine nel petto, come se qualcuno stesse raschiando dentro di lui. Non aveva mai provato un dolore simile.
Dean fece qualche passo avanti, arrivando e piazzandosi davanti alla donna ed istintivamente la bloccò da un braccio, come se potesse bloccare il tempo e rimanere ancora con lei.
"Kath, per quel che può valere per te..” sussurrò il ragazzo stringendole ancora un braccio e guardandola negli occhi con insistenza. “.. ti ho amato davvero più della mia stessa vita! Sei stata la donna più importante della mia vita!”.
“Immagino che adesso lo sia Lisa..” sussurrò con un filo di voce la donna, mordendosi il labbro inferiore e notando come le sue mani tremassero.
La ragazzo lo guardò e Dean riuscì a percepire il dolore nella sua voce, nei suoi occhi; sapeva di averla ferita per sempre e che lei non lo avrebbe mai perdonato, ed andava bene così, era questo lo scopo; così quando sentì il cuore esplodergli dal dolore, tornò a mettere su la sua classica faccia da poker, non voleva che leggesse in faccia tutto quello strazio e dolore, voleva solamente scomparire dalla sua vita, una volta per tutte.
Per qualche altro secondo rimasero a fissarsi negli occhi e Katherine lo vide molto deciso sulla decisione appena presa; mise da parte il suo dolore e capì che avrebbe dovuto lasciarlo alla sua vita, senza più interferenze. Come aveva detto Dean qualche momento prima, stava bene con Lisa e Ben, quindi a cosa sarebbe servito rivelargli che Sam fosse tornato? 
Il ragazzo sospirò ed uscì dalla stanza, senza mai voltarsi ad osservarla un'ultima volta; si diresse sulla sua auto e neppure in quel momento provò a guardarla, azionò la marcia e diede gas al motore, uscendo da quel parcheggio, mentre Katherine si chiuse alle spalle la porta.
Nessuno dei due avrebbe mai saputo che, una volta separati, si sfogarono in un pianto liberatorio: Dean si accostò con l'auto e prese a pugni il volante fra le lacrime, mentre Katherine si lasciò scivolare contro la porta, accucciandosi a terra e mettendo la testa in mezzo alle gambe, mentre il viso venne inondato dal calde e salte lacrime.
Non importa ciò che volessero fare, Dean cercava di proteggerla da se stesso e Katherine voleva solo che tornasse nella sua vita; che ne era stata della profezia? Del loro amore? Loro dovevano stare insieme.
Entrambi fra le lacrime capirono che non si sarebbero mai più sentiti completi nella loro vita. Mai più.







Quando si chiusero la porta alle spalle, i ragazzi tirarono un sospiro di sollievo; erano molto stanchi per via del lungo viaggio e di quella caccia ai demoni per trovare Lisa e Ben. Erano anche molto dispiaciuti per ciò che fosse successo a Cristian, avrebbero voluto poterlo aiutare prima. 
Questa notizia avrebbe scosso Samuel, ma non era ancora il momento di affrontare questa discussione con lui; i due ragazzi erano appena arrivati a casa di Bobby, dato che Hailey aveva insistito tanto per rivederlo proprio in quel momento, ma non lo trovarono. Probabilmente era andato a seguire qualche caso nei dintorni, o forse no, ma questo non importava ad Hailey in quel momento. Aveva altri piani.
“Sam..” sussurrò la ragazza richiamando l’attenzione e voltandosi nella sua direzione.
Il ragazzo la guardò di getto con un’espressione sorridente e le andò incontro, nel piccolo salone della casa di Bobby, e le prese una mano fra le sue, ma la donna si ritrasse subito da quel tocco, lasciando sul suo volto un’espressione indecifrabile.
“Tutto bene?” Chiese Sam aggrottando le sopracciglia e abbassando la testa fino ad arrivare all’altezza della sua, per scrutarla meglio.
“C’è qualcosa che vuoi dirmi?” Chiese Hailey sospirando e mordendomi il labbro inferiore, stringendo i suoi pugni.
“No! Che succede Hailey?” Chiese il ragazzo allargando le braccia, non riuscendo a capire più cosa stesse succedendo.
“Tu.. non sei più tu, e non so se è dovuto al fatto che tu sia stato all’inferno, ma Sam.. sei diverso” sussurrò Hailey guardandolo con un’espressione affranta.
“Ho fatto qualcosa di sbagliato?” Chiese il ragazzo cercando un nuovo contatto, ma la donna si allontanò per la seconda volta.
“Non ti importa delle persone, Sam! Ti interessa farla pagare ai demoni, senza pensare neanche per un momento al valore della gente!” Esclamò Hailey scuotendo la testa e sentendo gli occhi pizzicare. “Lisa e Ben sono la ragione per cui Dean non si è sparato un colpo in fronte dopo la tua morte!”.
“Si che mi importa!” Ribattè Sam allargando le braccia, ma mettendo su un’espressione palesemente finta.
“No invece, perché tu sei diventato così.. e mi fa male! Perché il Sam che conosco, quello di cui sono innamorata, non si comporta così!” Urlò la donna scuotendo la testa e portandosi una mano alla fronte, sentendola imperlata di sudore.
“Beh mi dispiace di non essere lui, ma non credo che nell’ultimo anno e mezzo ti sia dispiaciuta la nuova versione di me!!” Esclamò Sam con troppa veemenza, guardandola in cagnesco ed alludendo palesemente al sesso.
I due ragazzi rimasero in silenzio puntando gli occhi l’uno sull’altra, e solo in quel momento il cacciatore si rese conto del grosso sbaglio che avesse appena commesso e delle parole errate che avesse appena pronunciate; ed Hailey continuava a guardarlo con un’espressione che diceva solamente “te l’avevo detto”, quasi se lo fosse scritto in fronte.
“Già, non sei cambiato, vero?” Chiese Hailey deglutendo a fatica, sospirando e sapendo benissimo cosa dovesse fare. “Su, ripetilo ancora”.
Si fece coraggio ed avanzò verso il ragazzo; senza che lui potesse rendersene conto o aspettarselo, lo colpì in pieno viso, facendolo cadere rovinosamente a terra e facendolo svenire. Con un sospiro, lo trascinò fino alla cucina e lo fece sedere su una sedia, alla quale lo legò e lo imbavagliò.
“Castiel!!” Urlò mentre ultimava il nodo delle corde, legandolo stretto.
Avrebbe risolto quella situazione una volta per tutte, avrebbe capito cosa c'era che non adava in lui. Fosse stata l'ultima cosa che avrebbe fatto.
  
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