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Autore: Robin Stylinson    01/10/2018    1 recensioni
«Sei un'incendiaria, Allen. Ed io il tuo protettore.»
Il Demonium era segnato dalla "Diciannovesima" profezia. Tutto era nelle mie mani e avrei fatto il possibile per salvarmi da Enkeli ma soprattutto da Harry perché quando ti innamori di qualcosa di cui hai paura, capisci che niente e nessuno potrà salvarti all'infuori di te stessa.
Genere: Sentimentale, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Arrivai al vecchio tempio in cui ero stata con Harry, parcheggiai la moto e mi tolsi il casco. Rimasi a guardare per qualche secondo il luogo per poi scendere dal veicolo ed inoltrarmi tra le vecchie mura. Si sentivano solo i fruscii delle foglie degli alberi, tutto il resto era tranquillo. 
Entrai in quello che sembrava una vecchia villa romana, tutta rovinata. Ripercorsi le prime stanze di fretta, cercavo di non pensare a ciò che era successo la prima volta che ero stata lì. Corsi attraverso le radici e camminai svelta con l’acqua alta fino sotto l’ombelico fino ad arrivare alla stanza tutta di marmo. Era completamente bianca, mi guardai attorno e i brividi si impossessarono di me. Scossi la testa per togliermi dalla mente tutte le immagini che mi erano comparse, compreso Louis in preda alle convulsioni. Feci un respiro profondo e decisi di continuare.
Entrai nella stanza dopo, sembrava l’ultima della villa. Aveva le pareti scure e non brillava di luce propria come le altre tre camere: essa aveva appesa alle pareti diverse fiaccole con del fuoco. Questo limitava la vista e rendeva tutto più terrificante. Pensai a cosa fare, a cosa potessi cercare in quella stanza. Non toccai niente, ero da sola e in caso di pericolo non potevo contare su nessuno, cercavo di essere il più cauta possibile. 
Guardai le quattro fiaccole una per una, in cerca di un qualsiasi indizio ma non vidi niente. 
Decisi di avanzare lentamente, non vedevo cosa ci fosse sul pavimento e tanto meno non riuscivo a vedere se alla fine della stanza c’era un muro talmente scuro da farla sembrare infinita, o era illimitata davvero. Camminai piano, un piede davanti all’altro, con passo felpato fin quando non sbattei un piede contro qualcosa. Allungai le mani davanti a me e trovai il muro che tanto desideravo. Feci scorrere i palmi sulla roccia ruvida e calda quando trovai un piccolo foro. Mi spostai verso destra, dove si trovava il buco, mi abbassai e ci sbirciai dentro. Vidi una luce fioca che per qualche strano motivo non usciva dalla fessura, potevo vederla solamente quando ci avvicinavo l’occhio.
Scrutai attentamente tutto ciò che mi era possibile vedere dall’altra parte ma l’unica cosa presente in quella stanza era un libro, sul pavimento. 
Mi spostai un po’ verso sinistra nel tentavo di cercare un porta o una qualsiasi entrata che poteva portare a quella stanza, ma senza successo. Ripetei la stessa cosa spostandomi verso destra ma non c’era nulla. 
Mi staccai dal muro e tornai sui miei passi in preda ai miei pensieri. Attraversai nuovamente tutte le stanze trovando un collegamento tra i tatuaggi di Harry e le stanze: terra, acqua, aria, fuoco. Uscii da quelle quattro mura vecchie correndo giù dalla scalinata, quasi arrabbiata. 
Con me stessa, per non aver trovato una soluzione da sola.
Mi diressi verso la moto, presi al volo il casco e salii in sella. Volevo tornare indietro, tornare alla villetta bianca ma qualcosa mi spingeva a fare un giro lì attorno. Accessi il veicolo a due ruote preso da Harry e mi avviai a passo d’uomo.
Torna indietro mi diceva una voce nella testa. 
Non volevo ascoltarla.
Torna a casa, subito. 
Era passata da un sussurro che sembrava un consiglio a un ordine ad alta voce. 
Allen, non farlo disse poi.
Quella voce assomigliava molto a quella di Harry. 
Cercavo di non dargli retta.
Feci il giro della villa e arrivai sul retro. C’erano molti rampicanti sulla facciata posteriore e mi accorsi che scendevano sul terreno e continuavano fino a formare una sorta di boscaglia poco più lontana. 
Parcheggiai la moto, ma non tolsi il casco. 
Camminai su radici e foglie per cercare di avvicinarmi alla parete quado mi accorsi che non molto distante da me, c’era un battente coperto anch’esso dalla vegetazione. Avvicinai lentamente la mano quando la voce di Harry risuonò ancora dentro di me.
Corri.
Ritrassi la mano un po’ spaventata.
Sentii un rumore forte, un fruscio tra le foglie, dietro di me. Mi girai lentamente e tutta la vegetazione attorno iniziò a muoversi. Avevo già visto una cosa simile e non prometteva niente di bene. 
Cercai di indietreggiare lentamente per non far sentire la mia presenza a qualcuno o qualcosa. 
D’improvviso uscì Louis dalla fitta vegetazione. Per un attimo mi sentii sollevata, ma quando notai lo strano uccello nero appollaiato sulla sua spalla, mi pietrificai. 
Corri, ora.
Dopo quell’esortazione, presi coraggio e girai le spalle al ragazzo biondiccio e tornai alla moto.
«Dove corri, Allen?» lo sentii dire, ma non mi girai. 
Arrivata alla moto, mi misi in sella in meno di un secondo, la accesi e accelerai il più possibile. Tornai davanti alla villa ma non mi fermai nemmeno lì. Misi la quinta e diedi gas per arrivare a casa il prima possibile.
 
*
 
Arrivata alla villetta bianca, corsi subito dentro. Avevo il fiatone e il cuore a mille, non sapevo più che cosa pensare.
«Allen!» Eileen venne verso di me e mi abbracciò forte. «Dove sei stata?» chiede poi staccandosi.
«Solo a fare un giro, non ti preoccupare» risposi io per cercare di tranquillizzarla. 
La guardai negli occhi e cambiò tutto. 
Eileen girò gli occhi all’indietro, non le vidi più le pupille e cadde a terra. Sembrava avesse delle convulsioni, come quelle che avevano colpito Louis poco tempo prima. Mi ricordati di non toccarla e cercai di non farmi prendere la panico.
Cercai il cellulare della mia amica e chiamai subito Harry. 
Non feci in tempo a lasciar squillare il telefono che lui comparve sulla porta di casa. Si precipitò sul corpo della sorella, senza però fare nulla.
Rimase a guardala per qualche minuto finchè non smise di muoversi. Rimasi senza fiato tutto il tempo, tra paura e brividi. 
«Non puoi stare qui» sussurrò la ragazza a terra. 
Guardai il ragazzo riccio cercando una spiegazione, sperando che quella frase non fosse rivolta a me. Harry girò il suo volto verso di me, dischiuse la bocca ma non disse niente.
«Vattene, ora» continuò poi la sorella.
Harry mi prese per un braccio e mi fece alzare. Con passo svelto ci dirigemmo fuori casa.
«Cosa sta succedendo?» chiesi a lui.
«Dobbiamo andarcene» continuò il riccio e come ogni volta non ottenni la risposta che volevo. Mi fermai di colpo, questa volta le spiegazioni le volevo subito.
D’un tratto, un urlo.
Agghiacciante.
Secco.
Proveniva dalla casa.
Era Eileen.
«Ti stanno cercando» disse tutto d’un fiato Harry mentre mi esortava a salire sulla moto e ad attaccarmi stressa a lui. 
  
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