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Autore: Stephaniee    02/10/2018    3 recensioni
Kat Spencer.
Schietta, sveglia. Esteticamente nulla di particolare. Capelli nocciola, occhi marroni. Qualche lentiggine sul naso. A renderla attraente è il suo modo essere. Fidanzata con Frederik, troppo impegnato a giocare a calcio con gli amici per avere cura della loro relazione.
Luke Piterson.
Alto, capelli scuri occhi verde scuro. Sveglio e acuto.
Innamorato perdutamente di Val, la sua fidanzata storica. Fidanzato modello che asseconda con amore ogni richiesta della sua ragazza.
Due mondi completamente distanti che si scontrano. Il risultato di questo scontro cambierà la loro vita per sempre.
Genere: Malinconico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Scolastico, Universitario
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Primo ed ultimo la Trilogia'
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Chapter one
The Last Beginning



Apro gli occhi di scatto completamente nel panico. Guardo l’orologio appeso alla parete di camera mia: 7:15. Merda.
Mi alzo di corsa e mi precipito in bagno, mi lavo i denti con la mano destra e cerco di spazzolarmi i la mia massa di capelli lunghi lisci color nocciola con la mano sinistra, nel mentre il mio cervello tenta di pensare cosa mettersi per il primo ultimo giorno di scuola.

Prendo il pullman delle 7:25 e non so grazie a quale miracolo, il risultato finale è un po’ di dentifricio nel capelli (ma almeno profumeranno di menta tutto il giorno) una felpa grigia, un paio di jeans scuri e scarpe da tennis.

Per 10 minuti è un buon risultato direi.

Sempre ringraziando non so chi, arrivo a scuola precisamente alle 8:03, tre minuti in ritardo ma pur sempre in orario. All’entrata non c’è già più nessuno, se non un altro ragazzo dai capelli neri corti e quella che deve essere la sua fidanzata, che corrono per mano verso l’entrata. Mi incammino velocemente e chiedo in bidelleria dove hanno posizionato la VC: aula 56 nel seminterrato.

Corro letteralmente verso le scale e il senso di panico provato questa mattina riemerge. Ero riuscita a leggere il nome del professore della prima ora e non poteva che essere la nostra coordinatrice storica, quella che abbiamo soprannominato Il Dittatore e che ovviamente, non tollera più di 2 minuti di ritardo.

 

Ero già nei guai.

 

Stavo cercando di raggiungere la classe senza fare troppo rumore, il corridoio era praticamente deserto, quando alle mie spalle sento dei passi veloci e un sussurro “Hey aspettami” mi giro con aria interrogativa e noto il ragazzo dell’entrata che si avvicina un po’ troppo sorridendo: “Se entriamo nello stesso momento almeno il cazziatone ce lo prendiamo insieme”

 

Ha due occhi spaventosamente verdi.
Rimango un po’ spiazzata. In primo luogo non sapevo fossimo nella stessa classe e soprattutto la sua faccia è a poco più di 10 centimetri dalla mia, ed in secondo luogo penso che il suo sorriso sia alquanto inquietante.

Sbotto, fissandolo con i miei troppo grandi occhi nocciola: “Okay, ma sbrighiamoci”
Busso con decisione alla porta. “Avanti” sospira il Dittatore dalla cattedra.
“Oh ma guarda chi abbiamo qui. Spencer e … Tu devi venire dalla classe che si è accorpata alla vecchia IVC. Mi dici il tuo cognome?”
“Buongiorno professoressa, il mio nome è Luke Piterson”
“Bene Piterson, prendi pure posto in fondo, all’ultimo banco affianco a Julie, è sempre a scuola alle 7:45 magari potrà influenzarla positivamente. Spencer… vada a sedersi al suo posto accanto a Mood. Abbiamo già perso fin troppo tempo.”

Come un automa arrivo al mio posto e Andrew mi sorride amichevolmente “Sei sempre la solita Kat”.

Sbuffo e prendo il materiale per la lezione di Economia e Bilanci.

“Dovrò fare un breve riepilogo dato i nostri ritardatari. Sappiate comunque che non tollero più di due minuti di ritardo. Posso salire a tre per Spencer che viene da un’altra provincia. Piterson anche lei viene da molto fuori?”

“Si professoressa vengo da abbastanza fuori anche io. Prendo il treno tutte le mattine, ma ne passa uno ogni mezz’ora e se perdo quello delle 6:55 quello dopo arriva alle 7:25.”

“Bene. Vedo che sono gli stessi orari della Spencer. Vi concedo tre minuti di ritardo dopo le ore 8. Altrimenti vi segnerò il ritardo sul registro e ricordatevi che ne avete 7 possibili all’anno. Ora molto brevemente ripeterò quello detto pochi minuti fa: Per motivi di numero abbiamo deciso di accorpare la vecchia IVC con la vecchia IVD in quanto siete veramente pochi ad aver superato l’anno scolastico. Speriamo di portarvi al Diploma tutti e voi 15 rimasti.”

 

Mentre il Dittatore spiega non faccio a meno di voltarmi alla mia destra per osservare, all’ultimo banco esattamente come me, questo Luke. A parte il suo sorriso inquietante, noto i capelli neri lisci, rasati sotto e più lunghi sul davanti, le folte sopracciglia scure ed il contrasto con i suoi occhi verde scuro, come una fitta foresta.

Deve aver notato il sguardo perché mi rivolge un altro sorriso inquietante. Mi giro di scatto verso Mood che distratto dal discorso del dittatore mi punzecchia un fianco con la matita.

“Ahia”

“Come sono andate le vacanze?”

“Tutto bene, niente di particolare da raccontarti, sono stata al mare con qualche amica mentre lui è andato ad Ibiza”

“Wow, come mai non siete andati insieme?”

“Boh, sinceramente non mi è venuto in mente di andarci con lui

Mood abbassa lo sguardo un po’ perplesso. Non ci faccio caso e continuo a seguire sul mio libro quello che resta della lezione del Dittatore. Effettivamente le cose tra me e lui raramente sono state come una relazione tra due ragazzi di diciotto anni. Non sono per niente un esperta di relazioni, sono sicura di avergli voluto e di volergli ancora un gran bene. Ormai è un anno che stiamo insieme. Un anno fatto prima dell’estate. Non che lui se lo ricordi, non è tipo da queste cose.

 

La mattinata prosegue veloce, professori per noi “vecchi” si presentano ai nuovi arrivati. Nell’intervallo una testolina bionda riccia arriva saltellando alla nostra porta. E’ la ragazza che era con Luke all’entrata. Lo vedo alzarsi, circondarle la vita stretta e baciarla appassionatamente.

 

Lui non mi bacia mai davanti a così tante persone. Davanti ai suoi amici a stento mi tiene per mano.

Poco dopo anche alcuni nuovi compagni vado a salutarla sorridendo: “Ciao Val, non capiremo mai come fai a sopportare ancora questo elemento” sento mentre sorseggio il mio thè seduta al mio banco. “Che ci vuoi fare Nik, è l’amore”

“Quante stronzate” mi ritrovo a pensare ad alta voce, mentre Mood a fianco a me alza la testa dai compiti non-fatti per l’ora successiva.

“Quante stronzate cosa Kat?”

“Niente Mood, lascia perdere, pensavo ad alta voce. Invece, quanto ti manca per finire di copiare da me i compiti delle vacanze?” lo punzecchio sorridendo.

 

Al suonare dell'ultima ora il mio sollievo è immenso. Faccio subito la borsa e mi dirigo all’uscita. Per tutto il tragitto a casa continuo a pensare alle attenzioni che Luke dava alla sua ragazza, era così affettuoso, dolce e tenero. Inevitabilmente le paragono a quelle che lui da a me. Ovvero poco e niente.

Nessun contatto particolare in pubblico, eppure sapevo che non si trattava di manca di sentimenti.

 

Una volta a casa, tirai su le tapparelle, aprii le finestre e indugiai un po’ sul terrazzo ammirando il giardino condominiale sempre curatissimo. Adoravo la pace di casa mia durante il pomeriggio, i miei lavoravano sempre fino a tardi e quando tornavo da scuola era bello passare il tempo a casa in completa solitudine. C’era stato un tempo in cui questo mi feriva, ma diventando grande le cose erano cambiate.

Mi stavo preparando un thè caldo quando notai che il mio iPhone stava letteralmente affogando in notifiche di whatsapp. Avevano creato, anzi, Mood aveva creato, un gruppo della classe, c’erano tanti nuovi numeri. Tra cui ovviamente quello di Luke con tanto di foto con la sua dolce Val.

 

Io con Lui non avevo foto.

 

Tra i vari messaggi ne sbuca uno di Piterson “a domani Spencer, ci vediamo alle 8:03 davanti a scuola”

“non preoccuparti, so che sarai già in buona compagnia ;)”
rispondo di getto, senza pensare e mi ritrovo a spegnere internet e chiedermi il perché della mia reazione per il resto del pomeriggio.

 

*Spazio per Steph*
Mi piacerebbe troppo sapere cosa ne pensate di questo primissimo capitolo.
Ho letto tante, tantissime storie sui su EFP e da tanto tempo mi prudevano le dita e volevo anche io, farvi leggere qualcosa di mio.
La storia non è del tutto inventata, ho cambiato i nomi dei personaggi. Ma di base è tutto tratto da esperienze reali.

Grazie mille per dedicare tempo a questa storia.
   
 
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