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Autore: Zamia    03/10/2018    1 recensioni
Dalla storia: "Adrien camminava guardingo vicino vicino al muro. Era sfuggito all’autista che l’aveva accompagnato per la lezione di scherma. Quel giorno non aveva alcuna voglia di allenarsi e appena entrato nell’edificio ne era subito uscito. Quell’ora e mezza avrebbe voluto passeggiare, prendersi un gelato, entrare in un negozio di videogiochi; avrebbe voluto fare le cose che facevano i ragazzi normali. Poco prima della fine dell’addestramento si sarebbe rinfilato a scuola e sarebbe uscito tutto trafelato per "la faticosa lezione", pronto per essere riaccompagnato a casa.
"Ahi!" urlò Marinette trovandosi a sbattere contro il petto duro del compagno. "Mi scusi, mi scusi, ero distratta!"
Ma giusto il tempo di alzare lo sguardo che incontrò quello sorridente di Adrien.
"Ciao Marinette. Scusa tu! Siamo destinati ad incontrarci sempre sbattendoci uno addosso all’altro, a quanto pare".
Con uno stile introspettivo sono qui a raccontare uno spaccato della storia di Ladybug e Chat Noir fino alla rivelazione delle reciproche identità.
La storia si pone in continuo agli ultimi episodi della Stagione 2 trasmessi in Italia. Buona lettura!!!
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Alya, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8 -  Adrien e Marinette

 

Accompagnati gli amici, Adrien si rintanò in camera sua e aspettò con ansia tutto il pomeriggio la chiamata di Marinette.

Avrebbe voluto fare di piú per lei come Adrien e invece aveva dovuto abbandonarla in balia del mostro per andare a trasformarsi.

Era anche vero, però, che quel giorno aveva fatto tanto per Ladybug. La sua collega era molto giù e lui l’aveva aiutata e rasserenata.

Ma voleva che anche la sua amica Marinette, sempre disponibile con tutti, potesse essere qualche volta assistita e coccolata da lui. Era rimasto colpito dalla premura con cui lei chiedeva di Adrien a Chat Noir. Era realmente in ansia e preoccupata. E benché avesse essa stessa passato un pomeriggio d’inferno si preoccupava di Adrien prima che di se stessa. Era veramente magnifica. E voleva dirglielo in qualche modo.

Era stato tentato di chiamarla lui piú di una volta ma non voleva essere precipitoso. Magari lei si sentiva in imbarazzo a parlare con lui e doveva trovare prima in sé la forza per chiamarlo. In effetti non succedeva spesso che lo telefonasse. Ma l’aveva promesso a Chat Noir e Adrien ci sperava sul serio.

Marinette non si fece sentire fino a ora di cena. Poi Adrien vide il suo cellulare illuminarsi e provò un’emozione nuova a vedere il nome dell’amica luccicare sul telefono. L’aveva attesa e sperata quella telefonata e vedere il suo desiderio realizzato lo riempì di gioia.

"Ci..ciao Adrien sono Marinette..."

"C..ciao Marinette..sono contento di sentirti. Come stai?"

"Bene e tu? Chat Noir mi ha detto che ti ha riportato a casa..."

"Si, per fortuna c’era lui. Mi dispiace di averti perso di vista. Avrei voluto aiutarti...di piú"

"Non preoccuparti sono stata trasformata quasi subito in una statua e non mi sono accorta di niente. Meno male...ero terrorizzata" mentì Marinette.

"Mi dispiace davvero, Marinette! Avrei voluto starti accanto ma era urgente andare a cercare aiuto! Il solo chiederti di nasconderti a quanto pare non è bastato. La prossima volta dovrò portarti io stesso in un qualche rifugio!"

"Ehi, non sono così inetta!" rispose lei leggermente infastidita.

"Non sto dicendo questo! hai una certa propensione a fraintendermi. Sto dicendo che un gentiluomo non dovrebbe mai abbandonare una dama in difficoltà..quali che siano i motivi per cui lo fa!".

"Va bene, se la metti in questi termini la prossima volta farò in modo che tu possa comportarti da gentiluomo." sorrise Marinette

"Ti ringrazio. Sai com'è..ne va della mia reputazione...". Adrien adesso aveva cambiato tono e sembrava divertirsi del loro scambio di battute. Ciò rese Marinette particolarmente allegra e ben disposta nei confronti dell'amico.

"Comunque a parte gli scherzi, Papillon ci ha rovinato una bella giornata al luna park! Stavamo divertendoci." aggiunse la ragazza.

"Già. Dovremmo organizzare presto un'altra uscita" ribattè Adrien

"Sì, ma teniamoci lontani dalla casa dell’orrore, ti prego" mugolò Marinette, tra il serio e il faceto.

"Principessa, non la porterò mai piú in un posto tanto spaventoso e la proteggerò da qualunque mostro. Glielo prometto." Scherzò Adrien.

Oramai la tensione si era sciolta e si sentiva più a suo agio con l’amica. In più parlare al telefono gli dava un coraggio che forse dal vivo non avrebbe avuto.

"Grazie mio cavaliere! Se riesce a promettermi che anche Papillon ci lasci in pace per tutto il tempo, sono disposta a offrirle in cambio i croissant di papà."

"Per quei croissant farei di tutto!"

"Solo per i croissant?" sussurrò Marinette

"E per tutte le donzelle in difficoltà…potrei diventare il nuovo eroe di Parigi! Che ne pensi di SuperAdrien?"

"Un po’ banale e poi credo che Chat Noir non sopporterebbe la tua concorrenza."

"Già potrei strappargli la sua Ladybug, in effetti"

"Sei proprio ossessionato da lei, vero?"

"Chi non lo è?" Chiese convinto Adrien. Non avrebbe fatto un’altra gaffe. "é bella, coraggiosa e gentile. Come si fa a non ammirarla? Ammettilo che l’ammiri anche tu! Ma é un’eroina e il suo posto é lì nel mio immaginario come in quello di tutti noi parigini salvati da lei almeno una volta. Non essere gelosa..."

"Certo che l’ammiro anche io ma in maniera diversa... tu vuoi rubarla a Chat Noir...non che lei sia di Chat Noir...ma…hai capito che intendevo!"

"Scherzavo. Non te la prendere. La mia amica preferita sei tu. Lo sai."

"No, non lo sapevo…pensavo fosse Chloé."

"Come no? A chi altro avrei dato il mio ombrello, se non a te? A chi avrei regalato un porta fortuna fatto con le mie splendide manine? Di chi mi preoccuperei ogni volta che c’é un akumizzato in giro? A chi permetto di farmi battere ai videogiochi?"

"Sono più brava di te…non mi lasci vincere!" mise il broncio Marinette.

"Mi sei davvero molto cara, Marinette" Adrien cambiò tono di nuovo, estremamente serio, questa volta.

"Grazie, Adrien" pronunciò la ragazza con un tono di voce così mesto che il ragazzo provò una stretta al cuore. Ancora una volta Marinette si era trovata di fronte al suo peggior fantasma: la paura di poter essere considerata solo una buona amica mentre solo Ladybug sembrava degna di essere amata ed ammirata come donna, sia da Adrien che da Chat Noir.

"Grazie a te per avermi chiamato. Buonanotte" chiuse in fretta la conversazione Adrien, imbarazzato per le frasi appena pronunciate.

"Buonanotte" rispose Marinette e subito chiuse la chiamata.

Il ragazzo non sapeva come fosse andata quella telefonata. Sembrava bene dal modo carino di giocare che avevano avuto ma male dal tono triste con cui Marinette l’aveva lasciato.

Chissà che le passava per la testa? Ma da oggi in poi si sarebbe comportato più sinceramente con tutti. Avrebbe smesso di trattenersi per mantenere comportamenti sempre perfetti e consoni al suo ruolo di personaggio pubblico. Era convinto che avrebbe dovuto comportarsi come si sentiva senza preoccuparsi di piacere o no agli altri. Chi l’avrebbe accettato così com’era sarebbe stato suo amico, gli altri meglio perderli che trovarli.

E Marinette si era già accorta del cambiamento che il suo amico aveva deciso di affrontare perché il vecchio Adrien non era mai stato con lei così spiritoso e divertente.

E, in qualche modo…anche se in un modo più gradevole, le ricordava Chat Noir…

 

Angolo dell'autrice: chissà se cominciano ad aprire gli occhi questi due!! Quel che è certo è che sebbene ancora non si accorgano delle vere identità dei loro colleghi riescono invece lentamente a capire chi vogliono essere e cioè quale sia la vera identità a cui vogliono somigliare.

   
 
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