Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: MonicaX1974    04/10/2018    0 recensioni
Il primo tour mondiale di Harry Styles è giunto alla sua ultima tappa, e lui ha ben chiaro il modo in cui vuole che la sua avventura si concluda. Con lei.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La colazione più sexy degli ultimi dieci giorni è appena terminata. Le sue labbra sono ancora sporche di pancakes al cioccolato, e mi prendo qualche secondo per restare a guardarla mentre pulisce le ultime briciole facendole cadere dal letto, che ormai non ha più una forma.

Non ce l'hanno nemmeno i miei capelli, o i suoi, non ce l'hanno le lenzuola, che sono diventate una massa informe buttata da qualche parte, ma in realtà, per il mio cuore felice, tutto questo una forma ce l'ha, ed è quella del suo sorriso mentre mi guarda con l'aria furba e cammina all'indietro verso il bagno di questa suite, ed è anche in ogni imperfetta curva del suo corpo, che si adatta perfettamente ad ogni imperfezione del mio.

«Sto andando a fare la doccia Harry, e se vuoi uscire da qui per iniziare la tua sessione di prove, ti conviene non seguirmi» dice, per poi voltarsi e regalarmi la meravigliosa visione del lato b del suo intero corpo.

«Ti amo!» le urlo non appena sparisce dalla mia vista.

«Continua a dirlo!» Urla lei in risposta, cosa che mi strappa una piccola risata, perché lei ancora non sa...

*

È passato un anno da quando il paraurti della mia auto ha dovuto subire un buon restyling. É passato un anno da quando ho composto per la prima volta il suo numero di telefono, ed è passato un anno da quando l'ho vista per la prima volta.

É successo in modo strano, attraverso un vetro mentre comunicavano tramite messaggi su dei fogli, e oggi, a distanza di tutti questi mesi, c'è una cosa che devo dirle, una cosa che non posso più rimandare, perché le pareti del mio cuore, stanno per cedere, so che usciranno da sole prima o poi, ma non voglio che sia un momento a caso, voglio che sia un momento perfetto.

È per questo che sono voluto tornare qui, dove ci siamo conosciuti, nel luogo in cui ho capito che lei sarebbe stata la mia possibilità di essere felice.

Ho organizzato tutto: le ho dato appuntamento a quello che ormai io chiamo il 'nostro posto', ma non mi presenterò lì, sarò dov'era lei quel giorno, cioè nell'edificio di fronte, armato di fogli e pennarello - gli stessi che lascerò anche a lei - per ricreare la stessa situazione di allora, stavolta a ruoli invertiti. Voglio sorprenderla, voglio farle capire cos'ha voluto dire per me quell'incontro e quanto ho adorato lo scambio di messaggi su quei fogli.

Sono arrivato da circa mezz'ora, mi sono mimetizzato come potevo, e finora è andata bene, nessuno mi ha riconosciuto, ma lei è in ritardo. L'ho sentita prima di uscire di casa e mi ha detto che doveva solamente infilarsi le scarpe, poi sarebbe uscita per raggiungermi, ma di lei non c'è traccia.

Sto iniziando a preoccuparmi, non è da lei fare tardi, forse dovrei chiamarla...

Non faccio in tempo a formulare quell'ipotesi, che il mio telefono squilla, lo estraggo velocemente dalla tasca posteriore dei jeans ed è il suo nome quello che lampeggia sul display.

«Lilith!?» rispondo apprensivo.

«Harry, io...» il terrore si impossessa immediatamente di me. Il tono di voce che sta usando non mi piace per niente.

«Lilith che succede?» chiedo con maggiore insistenza.

«Harry... Io non...» l'ansia mi sta divorando, e lei sembra non volersi decidere a parlare. «Io non posso raggiungerti...» Il suo tono sembra dispiaciuto, e io sento che inizia a mancarmi il terreno sotto ai piedi.

«Lilith vuoi dirmi che succede?» Non riesco a capire se le è successo qualcosa, o se non vuole più vedermi. So che è ridicolo, ma sono così in confusione che mi stanno passato per la testa le cose più assurde.

«Ascolta... Non...»

«Dillo e basta, Lilith!» L'ansia è tale che quasi non riesco a respirare.

«Sono all'ospedale Harry...» Il vuoto totale.

È questo quello che provo adesso: niente rumori, niente immagini, nessuna percezione dello spazio. Lei sta parlando, ma non riesco più a sentirla e ci metto un po' a riprendermi.

«... hai capito Harry?... Harry ci sei?» La sua voce è un po' più alta mentre io torno alla realtà.

«Cosa cazzo è successo Lilith?» Dire che sono spaventato è dire poco, ma devo essere lucido più che mai.

«Te l'ho appena detto Harry. Non mi hai sentito vero?» Non riesco a capire perché stia usando questo tono divertito.

«Lilith...» Pronuncio solo il suo nome come monito per farmi dire qualcosa di più.

«Mi dispiace da morire Harry, davvero. Io ero pronta per uscire, e volevo fare in fretta, ma... Merda! Harry mi stanno portando in sala raggi, devo fare una radiografia al piede per vedere se è rotto...»

«Cosa!?» Alzo la voce perché mi sembra tutto così surreale.

«Lo so e mi dispiace, mi dispiace da morire, so quanto tenevi a questo appuntamento e io l'ho rovinato...» Sento dalla sua voce quando sia dispiaciuta, ma non si rende conto di quanto io sia spaventato.

«Lilith dimmi dove sei!» dico perentorio perché voglio raggiungerla prima possibile.

«Dio! Harry mi dispiace!» Smetto di discutere e mi faccio dire dove si trova, poi salgo sulla moto con la quale sono venuto qui, e mi dirigo dritto verso la mia meta.

Sentivo che c'era qualcosa che non andava, ma non riuscivo a trovare nessuna spiegazione che potesse essere accettabile per me, ma ora so che devo correre da lei e accertarmi di persona su cosa sia successo.

Arrivato a destinazione, tolgo il casco e tiro su il cappuccio della felpa, cammino verso l'ingresso tentando di non dare nell'occhio, poi chiedo informazioni, ma l'infermiera non sembra essere disponibile a fornirmi dettagli, così la chiamo al telefono, ma non risponde, poi, però, la vedo arrivare dal fondo del corridoio.

É seduta su una sedia a rotelle, dietro di lei qualcuno la sta spingendo, e il mio cuore sembra fermarsi, per poi riprendersi immediatamente dopo quando alza lo sguardo su di me e sorride.

«Lil...» Il mio è solo un sussurro, non credo l'abbia sentito. Resto fermo come un cretino a guardarla avanzare verso di me con quel sorriso ancora sulle labbramentre io credo di avere la faccia da idiota.

«Harry... Mi dispiace...» L'uomo che spinge la sedia a rotelle si ferma proprio davanti a me, poi si allontana lasciandomi solo con lei in mezzo a questo corridoio dove mi abbasso sulle ginocchia per poi posare le mie mani sulle sue. «Volevo solo arrivare il più in fretta possibile...»

«Cos'è successo Lil?» La guardo negli occhi mentre sento stringermi il cuore, un po' per il sollievo di vederla sorridere, e un po' per la preoccupazione che ancora non mi abbandona.

«Sono uscita di corsa subito dopo aver chiuso la telefonata con te, e poi ho iniziato a scendere velocemente le scale... Pure troppo velocemente e... e sono caduta. Ho... ho provato a scendere tutti i gradini, ma la caviglia mi faceva troppo male, poi è uscito il signor Williams che ha sentito tutto il casino che ho fatto per le scale e ha insistito per accompagnarmi al pronto soccorso. Ho creduto che me la sarei cavata in pochi minuti, così non avrei rovinato il nostro appuntamento, e invece sono ancora qui... Mi dispiace...» Continua a ripeterlo, ma non si rende conto che sono io ad essere dispiaciuto.

«Cosa ti hanno detto i medici?» Adesso è l'unica cosa che mi interessa.

«Distorsione alla caviglia...» dice indicando il suo piede fasciato. «... mi dispiace così tanto Harry...»

«Smettila di dirlo. Ti fa male?» Le chiedo posando delicatamente una mano sulla fasciatura.

«Non... Non molto...» Non le credo, ma al momento non posso fare altro che assecondarla.

«Ok... Senti, quando possiamo andarcene?» le domando, impaziente di portarla via da qui.

«L'infermiere è andato a prendere i fogli per le dimissioni. Credo che tra pochi minuti potremo andare.» Continua a sorridere come se niente fosse, io non ci riesco, sono ancora spaventato.

«Ok» dico ancora, restando nella stessa posizione fino al ritorno dell'infermiere.

Poi, ci accompagna fino all'esterno dove c'è già un taxi - che io stesso ho chiamato - ad aspettarci. Do l'indirizzo di casa mia al tassista, e io li precedo con la moto. Faccio appena in tempo a sistemare la mia due ruote in garage, che sento il clacson del taxi che mi avvisa del suo arrivo. C'è sempre qualche paparazzo appostato vicino a casa mia, l'arrivo del taxi non è passato inosservato, e nemmeno io che mi avvicino al veicolo per aiutare Lilith a scendere. Saluto il tassista - non prima di averlo pagato - e l'aiuto ad entrare in casa sotto il click delle macchine fotografiche.

«Mi dispiace così tanto Harry...» continua a ripetere anche quando l'aiuto a sistemarsi sul divano.

«Smettila Lil!» Mi inginocchio accanto a lei, poi appoggio il viso sulle sue gambe distese, mentre osservo la sua caviglia fasciata. «Mi sono spaventato da morire...» Il mio cuore ha ripreso a battere più lentamente solo da pochi minuti, ma fino a poco fa temevo mi sarebbe esploso nel petto.

«Ehi... Non fare così...» La sua mano scorre lenta tra i miei capelli, un gesto che normalmente adoro, ma che ora ha qualcosa in più: lei sta bene, con un piede fuori uso, ma sta bene. «Quando ti ho chiamato volevo trovare un modo per dirtelo senza spaventarti, ma ero troppo dispiaciuta per averti deluso e...»

«Ma cosa dici?» Alzo la testa e la guardo negli occhi, ed interrompo il suo monologo perché ha detto una cosa assolutamente senza senso. «Anzi, avresti dovuto chiamarmi molto prima, ti sarei stato accanto e non sarei rimasto lì a preoccuparmi perché non arrivavi.»

«Lo so, hai ragione, ma ho tentato in ogni modo di non mandare all'aria il nostro appuntamento.» Posa le mani sul mio viso e continua a sorridere.

«Adesso non importa, quello che conta è che stai bene.» È davvero l'unica cosa che mi interessa in questo momento.

«Certo che importa invece! Ho dato buca a Harry Styles! Qualunque ragazza si sarebbe tagliata una gamba pur di non perdere l'occasione e io non mi sono presentata. Ho ignorato sia Harry Styles, che il mio fidanzato!» Sento l'ironia nelle sue parole, e alla fine riesce a strapparmi un sorriso.

«In effetti non è stato educato da parte tua lasciarmi lì come un cretino.» Le mie mani risalgono sulle sue gambe, fino alle cosce, mentre sulle sue labbra si apre un enorme sorriso, lo stesso da cui io attingo la mia felicità.

«Cosa dovevi dirmi Harry?» mi domanda cogliendomi di sorpresa.

«Cosa dovevo dirti?» le chiedo non capendo a cosa si riferisca.

«Al nostro appuntamento! Insomma non sono così ingenua. È un anno che stiamo insieme e tu mi hai dato appuntamento nel posto dove ci siamo conosciuti... Cosa dovevi dirmi?» Improvvisamente mi ricordo tutta la mia perfetta organizzazione per mettere in atto il mio piano. Era passato tutto in secondo piano non appena l'ho vista su quella sedia a rotelle, ma ora quelle parole stanno tornando in superficie con prepotenza.

Avevo in mente di fare come ha fatto lei con quei fogli quel giorno, e ora? Come posso fare per sorprenderla?

«Aspetta qui» le dico alzandomi velocemente quando mi viene in mente cosa devo fare.

Non posso più aspettare, devo dirlo adesso, così vado in cerca di ciò che mi serve sotto al suo sguardo divertito e curioso. Quando ho trovato il necessario torno in salotto e mi siedo sulla poltrona di fronte a lei, che mi guarda con aria confusa mentre io prendo a scrivere con un pennarello su un foglio.

«Immagina di essere in quel bar» le dico per poi alzare il foglio e mostrarle ciò che ho scritto.

"Io ti amo Lilith Jones"

La sua bocca rimane semi aperta, i suoi occhi spalancati, poi porta una mano sulle labbra. Credo di essere riuscito a sorprenderla.

«Oh mio Dio, Harry!» dice con un filo di voce, ma io non le rispondo e le do un paio di fogli e un pennarello, mentre sorrido così tanto che le fossette sulle guance mi fanno quasi male.

Non dice altro, prende il foglio dalle mie mani, scrive qualcosa, poi il mio sorriso si spegne per la forte emozione che provo quando leggo quello che ha scritto.

"Ti amo Harry"

Harry... Non Harry Styles. Credevo che avrebbe continuato il gioco - anche se per me non è mai stato un gioco - invece lei ha preso molto seriamente questa cosa, e io non riesco più a contenere la gioia.

Lei mi ama, e non c'è nessun vetro a dividerci, così non resisto. Lascio cadere a terra fogli e pennarello, torno ad inginocchiarmi vicino a lei, poi la bacio, lei mi bacia, e non importa dove siamo. La mia felicità è solo all'inizio.

*

Sono stato bravo, ho resistito al richiamo di lei sotto la doccia, l'ho salutata - non senza difficoltà nel lasciarla andare - e ora devo prepararmi per andare alle prove.

Sarà una lunga giornata, ma ne varrà la pena.



~~~~~~~~~~~~~~~~~~


 

SPAZIO ME

Buonsalve belle persone!

Aggiornamento puntualissimo.

In questo frammento di ricordo di Harry scopriamo il momento del loro primo 'ti amo'. Lui aveva organizzato tutto, ma il piccolo incidente che Lilith ha complicato un po' le cose per Harry, che però, dopo lo spavento iniziale, si è ripreso ed è riuscito a dire a Lil le parole che non riusciva più a tenere per sé.

Siamo arrivati quasi alla fine di questa piccola mini long, il prossimo sarà l'ultimo capitolo, e scopriremo cos'ha in mente Harry per la conclusione del tour.

Grazie ancora per essere passati di qui.

Eeeeee niente, buona lettura 😍

 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: MonicaX1974